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Autore: Chiara PuroLuce    15/09/2020    9 recensioni
Patty è sempre stata gelosa del rapporto di amicizia che lega Holly ad Amy, ma ora ha deciso di cambiare rotta.
Amy ha sempre cercato di avvicinare Patty, ma lei le si era sempre negata e con che grinta, ma se un bel giorno...
Una storia che tratta di un legame di amicizia, tanto insolito quanto vero che riserverà non poche sorprese alle due ragazze e non solo a loro.
Tratto dal prologo:
Cosa ci azzeccavano loro due insieme? Niente, eppure…
«Amy, lasciamelo dire, ho l’impressione che da oggi si scriverà un nuovo inizio per noi due. Ma che non lo sappia nessuno, mi raccomando.»
«Come? E perché?»
«Perché io non ti sopporto, ufficialmente. Lo sanno tutti. E così dovrà continuare a essere.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Yayoi Aoba/Amy
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Pattyyyyy… ehi? Guarda che io vado, dormigliona.»

Patty mugugnò in risposta. Qualcuno la stava chiamando da lontano, ma chi era? Steffen? Sorrise nel sonno. No, lui non poteva essere. L’aveva lasciato a casa sua la sera prima.
 
«Stai sorridendo? Ma dai!» riprese la voce… femminile? «Apri un attimo gli occhi e stammi a sentire, è importante!»

Amy? Ma sì, era proprio lei. Aprì gli occhi di scatto e si mise seduta contro la testiera del suo nuovo lettone in ferro.
 
«Buongiooo… ooooo… rnooo!» rispose lei sbadigliando.

«Ciao a te. Ti sei divertita ieri sera?»

«Tantissimo. Lui è così doooolceee.»

«Sono contenta per te, ma non ho tempo per ascoltare il tuo racconto. Sono le 6.30 e io devo essere tra un’ora al ritiro. Ho promesso a Julian che avrei fatto colazione con lui e tutti gli altri. Volevo solo avvisarti che sto partendo e che mi fermerò anche per la partita. Rientrerò per le 13.30 se tutto va bene, ok?»

«Ok. Buon divertimento» le disse e si ributtò sul materasso.

«Devo salutarti qualcuno?» s’informò l’amica.

«No, figuuu… uraaa ati» fece l’ennesimo sbadiglio «non sanno neanche che siamo amiche, sarebbe strano da parte tua, no?»

«Certo. Non ci avevo pensato, a volte mi dimentico che questo è ancora il nostro segreto. Bene, vado o non arrivo in tempo e poi Bruce se la prende con me se salta la colazione. Ti faccio uno squillo quando sono vicino casa.»

Bene, aveva due ore prima dell’arrivo di Steffen, e la sveglia era già puntata per le 7.30 quindi poteva dormire ancora un po’ e prepararsi con calma.

«Senti» le disse ancora Amy da più lontano questa volta, aprì gli occhi e la vide sulla porta a fissarla «cos’è tutto quel ben di Dio in frigo?»
 
Patty sorrise.
 
«Il nostro pranzo e, se non ci abbuffiamo, anche la nostra cena di stasera. ‘Notte e chiudi a chiave quando esci.»

Poi si girò dall’altra parte e si addormentò di colpo.
 
 


 
«Ah, eccoti, finalmente. Ma dov’eri sparita? Ero preoccupato. Prima ci dai appuntamento e poi non ti fai viva…»

Julian l’aveva aspettata fuori dai cancelli del ritiro e questa premura le fece molto piacere.
 
«Buongiorno anche a te, amore» gli rispose Amy, baciandolo con passione sulle labbra.

«Amy, potrebbe vederci qualcuno» le disse Julian con voce roca, quando lei si staccò.

«Ti amo Julian, ed é normale che me ne approfitti dopo un po’ di giorni che non ti vedo. Mi sei mancato tanto.»

«Anche tu, cara. Resisti ancora un paio di settimane, se non ci eliminano prima. Poi, ti prometto che ti darà la nausea vedermi sempre attaccato a te, esami permettendo» le disse e poi la baciò a sua volta e la abbracciò stretta.

«Ci siete tutti?» s’informò poi e lui annuì «Bene, andiamo. Ho intenzione di sconvolgervi totalmente e… chissà che questo non vi dia la carica per asfaltare l’Argentina.»

Poi prese un perplesso Julian per mano che la condusse in sala mensa.
Appena varcata la soglia, Amy venne accolta da cori di “Finalmente si mangia!” “Era ora!” “Sputa il rospo!”

 
«Buongiorno anche a voi, felice di vedere che mi aspettavate con ansia.»

«E la pancia vuota» specificò Bruce picchiettandosi la sua «buon appetito a tutti!» disse poi e prese a mangiare imitato dagli amici.

Julian l’accompagnò al posto accanto al suo, proprio davanti a un Holly che la guardava perplesso. Povero, quasi le dispiaceva dirgli quello che doveva dire, ma era necessario. Aveva un’aria così abbattuta… come mai? Proprio lui esordì, senza mezzi termini.

«Amy, che cosa vuoi da me?»

Lei lo guardò, poi si alzò, lo raggiunse nel silenzio generale e gli diede un sonoro scappellotto in testa. Ora sì che aveva l’attenzione di tutti. Tornò al suo posto, con Julian che la guardava con la bocca spalancata ed estrasse il suo cellulare dalla borsa, lo appoggiò accanto a lei sul tavolo e disse.
 
«Julian, mi passi il tuo cellulare? Non trovo più il mio.»

«Cosa? Ma… ma stai bene? L’hai appena…»

«Ho detto che non lo trovo più e devo chiamare una mia amica perché mi aiuti a ritrovarlo con uno squillo. Allora?» gli chiese ancora aprendo il palmo davanti a lui, senza smettere di fissare Holly.

Per fortuna Julian non indugiò oltre e fece come gli aveva detto. Tutti la stavano fissando in attesa, Holly era allibito mentre si massaggiava la testa.
Lei fece il numero e quando una voce le rispose disse:

 
«Tesoro, mi faresti uno squillo per favore? Non so dove ho lasciato il mio cell e vorrei essere sicura di non averlo perso. Se lo senti suonare nella mia stanza, dimmelo, che sono preoccupata. Ok, grazie, ciao» e riattaccò.

«Ma che caz… a chi hai detto tesoro, tu?» l’aggredì Julian.

Ma prima che lei potesse rispondere, il telefono prese a squillare e, se possibile, le facce di tutti divennero ancora più allibite di prima.
«…Neverending stooooooryyyyyyyy…. Nanananananananna… Stoooryyyyy…»

«Oh, ma tu guarda, eccolo qua!» disse alzandolo e poi girando lo schermo verso Holly disse «ti presento la mia migliore amica e coinquilina, che ieri sera è uscita con un super fusto norvegese. La conosci, per caso?»

«Che coooosaaa?» urlò lui alzandosi di scatto e facendo cadere la sedia con un tonfo secco «Non è possibile! Stai scherzando, vero?»

«Ti riferisci al fatto della migliore amica o al super fusto biondissimo e con due occhi azzurri spettacolari?»

La musica cessò, ma subito riprese e ancora il volto di Patty comparve sul display. Non volava una mosca. Erano tutti troppo sconvolti, tanto che persino Bruce aveva smesso di mangiare ed era rimasto con la fetta biscottata piena di marmellata, per metà in bocca. Amy, questa volta, rispose, ma con il vivavoce. Che sentissero tutti. Gli occhi sempre fissi sul capitano che era visibilmente sbiancato.
 
«Per fortuna l’hai trovato, Amy» esordì quella «non hai risposto prima, qui in casa non squillava nulla, temevo il peggio.»

«L’ho trovato proprio ora, grazie, Patty. Ti ho svegliata?»

«No, tranquilla, avevo puntato la sveglia perché Steffen arriva tra un’ora per fare colazione insieme.»

«Bene, divertitevi. Ah, un’ultima cosa perché quando sono uscita non connettevi molto. Mi ricordi, in una sola parola, com’è stato ieri sera col vichingo nudista?»

«Favoloso!» rispose lei senza esitazione e ridacchiando a quella descrizione.

«Grazie, era giusto per essere sicura di non avere capito male. A più tardi, e voglio tutti i dettagli quindi preparati. Bye, bye!»

E poi riattaccò, ma non prima che Holly avesse sentito l’amica ridere di nuovo. Non fiatava più nessuno. Holly era diventato più bianco del tavolo e tremava visibilmente.
 
«Non te l’aspettavi, vero?» gli disse.

«Che cazzo… voi due siete… e lei…»

«Sì. Siamo migliori amiche da anni, ormai e sì, l’hai fatta talmente tanto soffrire che alla fine si è arresa all’evidenza e ha voltato pagina» gli rispose candidamente, imburrando una fetta di pane.

«Perché ora. Perché me lo dici ora. Perché nessuno l’ha mai saputo fino a ora» le chiese crollando di peso sulla sedia che, nel frattempo, qualcuno aveva raddrizzato.

«Quante domande. Da dove inizio? Ah, forse da qua» rispose lei dopo averci pensato su un po’. «Siamo diventate amiche durante il terzo campionato delle medie, ma Patty mi ha chiesto di tenerlo nascosto. All’inizio perché non voleva rovinare la sua immagine da dura, e poi perché ha detto che tanto nessuno di voi avrebbe capito come mai avesse cambiato idea su di me. E, devo dire che, anche se all’inizio mi ero opposta, alla fine le ho dato ragione.»

«Dalle… medie. Ma allora, il giorno della partita con la Mambo...» disse con un filo di voce il numero dieci.

Era bello potere finalmente dire la verità, anche se a loro faceva male e le avrebbe procurato una discussione con l’amica.
 
«Eh, già, quel giorno, ha segnato l’inizio della nostra amicizia. Che, come vedi, continua ancora. Abbiamo anche la stessa suoneria del cellulare, così capiamo subito se una di noi due ha bisogno, senza guardare il display.»

«Ma certo, che stupido sono stato. Eri tu il tesoro che doveva dormire da lei l’altro giorno.»

«Sì, ero io, bravo. Vedi che se ti applichi ci arrivi? Quando Patty mi ha raccontato di come è stata fraintesa, ci siamo sbellicate dalle risate. Eh, sì, Julian, nel caso te lo stessi chiedendo… era lei l’amica universitaria che sentivi ridacchiare in sottofondo durante la nostra telefonata.»

«Ma chi sei tu» le disse lui, tra il disgustato e lo scioccato.

«Sono sempre la stessa di poco fa. Io adoro Patty e lei adora me, e ora siamo diventate coinquiline. Chi tocca Patty o le fa anche solo del male, deve vedersela con me. E viceversa. Lei è stata l’unica ragazza ad accettarmi per quella che sono e a non guardarmi dall’alto al basso perché sono ricca di famiglia, timida e paurosa. Lei mi ha aiutata a uscire dal mio guscio, a cambiare e a non avere paura di dire la mia e di difendere ciò in cui credo. Le devo tutto e la difenderò sempre. La nostra amicizia è la cosa migliore che mi sia successa fino a ora e ci tengo moltissimo.»

«Non hai pensato che avremmo dovuto saperlo molto tempo fa?»

«Sinceramente? No, Holly, no!»
 



 
Holly non sapeva che dire. Le parole di Amy avevano scosso l’intera Nazionale, ma lui più di tutti. Aveva sbagliato tutto con lei, con Patty. La sua Patty. Cazzo, l’aveva combinata davvero grossa.
Mentre lui la insultava, le urlava contro, le sventolava sotto il naso le ragazze con cui usciva… lei, aveva preferito tacere la verità e non correggerlo mai. Aveva paura di non essere capita e aveva avuto ragione.
Menefreghista, insensibile, invidiosa, insulsa, piena di te. E quelli erano solo una parte dei termini che le aveva rivolto nel corso degli anni. Sì, Patty non era stata ferma ad ascoltare e basta, gli si era sempre rivoltata contro, ma non poteva negare che erano parole che lasciavano il segno, specie se immeritate.
E poi, come gli era venuto in mente di chiederle aiuto per liberarsi di una sua conquista? Ovvio che lei ci fosse andata giù pesante.
Guardò Amy, la sua amica così profondamente cambiata. Lei era l’unica che era sempre stata vicina a Patty, se pur nell’ombra.
Si alzò di scatto, batté le mani sul tavolo con violenza e poi uscì come una furia. Dieci minuti dopo – avendo sfogato tutta la sua rabbia urlando e calciando diversi palloni in una porta vuota – tornò, più calmo.
Le manager della squadra stavano chiedendo a Amy come aveva fatto a finire a vivere con Patty.

 
«La zia di Patty, la mitica zia Miho, quella che viveva a Tokyo nel quartiere di Shibuya, è morta poco tempo fa. Era una zitella furba, ricchissima e dolcissima e ha nominato Patty sua erede universale. La casa è enorme e lei non voleva viverci da sola. La stiamo sistemando.»

«Che carina a non avermi informato anche di questa cosa, oltre che ad avermi tenuto all’oscuro della vostra amicizia per, per…» sbottò Julian più livido che mai.

«Dodici anni, un mese e venticinque giorni. Le ore non le so, mi spiace.»

«Non scherzare. È grave quello che hai fatto, molto grave. Sei la mia ragazza Amy, pensavo di contare di più per te.»

«Oh, ma tu conti, Julian. Conti molto per me.»

«Oh, grazie, sono commosso, non si vede? Non hai avuto fiducia in me e non posso perdonartelo, non ora» le disse con voce dura, ma lei non cedette.

«Va bene. Prenditi tutto il tempo che ti serve per rifletterci, ma io non mi pento di quello che ho fatto e se ho deciso di parlare ora è per dare una svegliata definitiva a Holly, che sta scivolando nel ridicolo sempre di più.»

Aveva ragione lei. Ridicolo a dir poco. Holly vide Julian fremere di indignazione. Sicuramente non era quella la risposta che si aspettava da lei.
 
«Magari rinsavisci e vedi quello che fino a ora hai sempre negato e allontanato da te» esordì lui «così mi hai detto qualche giorno fa. Avevi ragione, Amy. Mi stavi parlando di Patty e io non me ne sono nemmeno reso conto, tutto preso da me stesso com’ero. Ora sono rinsavito» disse Holly facendo girare tutti verso di sé, non l’avevano sentito rientrare.

«Be’, meglio tardi che mai.»

«Posso sapere solo un’ultima cosa?» e poi, quando lei annuì, tirò un sospiro di sollievo e continuò «Chi è questo… Steffen, per Patty?»

Vide Amy diventare di tutti i colori e nascondersi dietro una tazza di tè.
 
«Amyyy… hai fatto trenta e ora devi fare trentuno, come si dice. Chi è e come l’avete conosciuto?» ripeté con impazienza.

Era sicuro che la risposta non gli sarebbe piaciuta, ma doveva sapere. Amy si schiarì la voce, guardò tutti e poi si rituffò nella tazza mormorando…
 
«Eccoluiéilvicinofigofhegfjbgagaghagfnudo»

«Cosa? Amy non si è capito niente.»

«Ilnostrofmfgmhfssimovicinoghgekjkdhjwntuttonudo.»

Holly stava perdendo la pazienza, per fortuna Julian lo anticipò e le tolse la tazza dalle mani.
 
«Ok, ok. Oddio come faccio adesso. Che faccio, che faccio, che faccio» prese un bel respiro e poi continuò, sempre arrossendo «Ok. Em… lui, Steffen Larsen, ha ventisette anni ed è semplicemente la reincarnazione vivente di Thor. Non guardatemi così, è vero. Holly, non hai speranze.»

«Grazie, è confortante saperlo.»

«Ho capito bene o ho sentito un… nudo, da qualche parte?» le chiese Julian con voce dura.

«Ecco… sì. È una storia buffa, sai? Buffissima. Ah, ah, ah.»

«Ma davvero? E allora dilla anche a noi, così ridiamo un po’, che ci serve proprio» rincarò la dose il fidanzato.

Holly vide la sua amica contorcersi le mani e sospirare, prima di iniziare il racconto e si chiese cos’altro lo aspettasse ancora.
 
«Noi volevamo solo dirgli di abbassare la musica dei Linkin Park a palla – che tra l’altro anche Patty adora – e così siamo andate a bussare alla sua porta, sapete lui è il nostro dirimpettaio. Solo che la musica era talmente alta che non ha sentito e così, Patty, dopo essersi accorta che la porta era solo appoggiata, impulsiva com’è, è entrata e…»

«E?» le chiesero tutti insieme.

«… e niente, da allora non riesco più a guardarlo in faccia senza rivedermelo davanti… così!»

«Così… come?» le richiese tutti insieme.

«Amy, cazzo, non farti desiderare e parla!» sbottò Julian battendo un pugno sul tavolo e facendola sobbalzare.

«Completamente nudo.»

Se l’obiettivo di Amy era quello di sconvolgerlo, ce l’aveva fatta benissimo e non solo con lui. Il silenzio si protrasse per parecchi minuti.
 
«Credo di avere problemi d’udito. Mi è parso di sentirti dire le parole… completamente nudo! Ho frainteso, vero, Amy?»

«Em… purtroppo no, Julian. Però, sarai contento di sapere che mi sono coperta gli occhi e girata dall’altra parte. Solo che quell’immagine mi perseguita ogni volta che lo incrocio. Devo trovare qualcosa che la sostituisca.»

«Saperti vicina di casa di un tipo del genere è… confortante» le disse lui, ironico.

«E Patty, come ha reagito, invece?» volle sapere un Holly improvvisamente agitato e in ansia.

Cosa si aspettava di sentirsi dire? Che aveva seguito l’esempio dell’amica? Che l’aveva aggredito in preda al panico?
 
«Quando ho chiesto a Steffen di rivestirsi, lei si è opposta. Ha detto che a casa sua poteva fare quello che voleva e che eravamo noi le intruse senza invito. Poi ha iniziato a parlarci come se niente fosse. Mi spiace dirtelo, ma quei due erano molto affiatati, molto.»

Ben ti sta, caro mio, ti sei rovinato con le tue stesse mani. E adesso?, si disse.
 
«Grazie per non avermi indorato la pillola, Amy» le disse

«Guarda che se ti impegni, sono sicura che potrai riconquistarla, lo so. Per questo ho deciso di dirvi tutto, oggi. Patty è sempre stata innamorata di te, in fondo e nonostante i tuoi comportamenti odiosi e denigratori verso di lei. Non arrenderti Holly, io lo so che siete fatti per stare insieme.»

«Cosa?» Holly sentì accendersi una fiammella di speranza nel cuore «Lei…»

«Incomincia a ravvicinarti a lei con la gentilezza ed evita puttanelle come quella dell’altro giorno. Se la vuoi, devi essere concentrato al 100% su di lei e dimenticarti delle altre, per sempre. Te la senti?»

«Sì, me la sento» rispose senza esitazione.

«E allora preparati, perché la strada sarà tutta in salita. Dallo sguardo che aveva stamattina, è sulla buona strada per innamorarsi seriamente di lui. E quello era uno sguardo che le ho visto fare solo in un’altra occasione, sulla panchina dopo l’ormai famosa partita del terzo campionato, mentre mi parlava di te.»

Incredibile. Poteva essere vero? Be’, come aveva fatto a non capire che lei lo amava? Era proprio un cretino, avevano ragione i suoi amici a definirlo così.
 
«Ti ho dato abbastanza carica per affrontare l’Argentina e sconfiggerla sonoramente?»

«Arrabbiato come sono con me stesso e con voi due? Sì, certo.»

«Bene, perché ora te ne darò uno in più. Quei due si troveranno tra poco per fare colazione insieme, soli, soletti e da cosa nasce cosa… specie se quando sono insieme, tutto attorno a loro si annulla e credimi, so di cosa parlo. L’ho visto.»

Holly fremette di rabbia. Una cosa era certa. Doveva riconquistare il cuore di Patty. Quel Steffen aveva i giorni contati.
 
«Amy, ho bisogno di vedere Patty, mi porteresti da lei dopo la partita?» le chiese.

Lei lo guardò per un lungo momento e poi annuì. Bene, avrebbe sfogato la sua rabbia sul campo e poi l’aspettava la partita più dura di sempre: iniziare a riconquistare Patty!
   
 
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