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Autore: Bloodred Ridin Hood    18/09/2020    1 recensioni
Jin sconfigge Kazuya e impara ad avere pieno controllo del Devil.
A questo punto deve prendere delle decisioni.
[Ho immaginato un possibile scenario post Tekken 8(?) che non è ancora uscito] [Perché noi invecchiamo, ma questi personaggi hanno perpetuamente 21 anni e non è mica giusto!] [Squarci di vita quotidiana sullo sfondo di un ambiente professionale]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Jin Kazama, Lars Alexandersson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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8
Furia da strada

 

Jin e Lars raggiungono il garage sotterraneo della sede centrale della Mishima Zaibatsu. Si fermano davanti ad una delle auto aziendali.
“Dammi le chiavi, guido io.” dice Jin.
Ora che il piano di salvataggio della Tekken Force sembra dare i primi segnali di risposta positiva, c’è un’altra branca in crisi su cui serve prendere immediate decisioni. Si tratta dell’azienda della zaibatsu che opera nel settore dell’abbigliamento, con sede operativa a Hamamatsu, che proprio stamattina i due presidenti visiteranno di persona.
Lars, senza farsi troppe domande, passa le chiavi al suo socio. Non che gli dispiaccia guidare di solito, ma saranno quasi tre ore di tragitto da qui ad Hamamatsu e a quell’ora del mattino, con il traffico congestionato metropolitano, è decisamente più rilassante fare il passeggero più che l’autista.
Prendono posto a bordo del veicolo, allacciano le cinture, Jin sistema sedile e specchietto retrovisore e può accendere il motore.
“Diciassette anni.” dice sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.
“Diciassette anni, cosa?” ripete Lars confuso.
“Penso sia opportuno avvisarti che sono diciassette anni che non tocco un volante.” spiega l’altro casualmente.
“Sei serio?!” Lars si appiattisce contro il sedile mentre l’auto scatta in avanti all’improvviso.
Jin abbozza sorriso.
“Vivevo ancora con Heihachi l’ultima volta che ho guidato una macchina. Poi ho sempre avuto autisti o la moto.” riprende a spiegare, facendo manovra per uscire dal parcheggio, decisamente più velocemente del normale. 
“Hey!” urla Lars col cuore in gola “Sei impazzito completamente?! Fermati subito e fammi scendere! Rallenta almeno!”
“Tranquillo!” interviene l’altro con la sua solita flemma, uscendo dal garage sotterraneo e scavalcando un marciapiede “Non avrò troppa dimistichezza con le auto, ma guidavo una moto, non ho dimenticato le regole della strada.”
“Che c’entra?! Non è la stessa cosa!” protesta Lars aggrappandosi alla maniglia in seguito ad un altro scatto “Di certo hai dimenticato come usare quei pedali però!”
Jin aggrotta le sopracciglia.
“... Mi abituerò in un attimo.” replica poi tranquillamente.
Arrivano ad un incrocio. La macchina rallenta, il motore inizia a soffrire, si spegne la vettura. Qualcuno da dietro suona il clacson. Jin assottiglia gli occhi guardando dallo specchietto retrovisore, sbuffa e riavvia il motore.
“In effetti credo che Heihachi prediligesse il cambio automatico nelle sue auto.” riflette a voce alta “Non credo di aver mai fatto troppa pratica con questo aggeggio.”
“Basta! Fai guidare me!” brontola Lars tirando il freno a mano e facendo per aprire lo sportello.
“Non credo proprio.” sibila Jin bloccando la chiusura elettronica della sua portiera.
“Fammi uscire, maledetto psicopatico!” protesta Lars maneggiando la maniglia bloccata con impeto.
“Sta’ zitto, devo solo fare un po’ di pratica!” ribadisce Jin “Vedi di darti una calmata! Non guido così male e ti ricordo che ho una validissima patente! Arriverai a Hamamatsu sano e salvo.”
“Come se avessi intenzione di farti guidare fino a Hamamatsu! Tu sei fuori di testa! È chiaro che hai bisogno di pratica, ma il centro di Tokyo il lunedì mattina non è decisamente il posto migliore dove farla.”
“Hey Lars, ti ho mai raccontato di quella volta che con Hwoarang abbiamo fatto una gara di velocità proprio su questo cavalcavia?” sogghigna Jin alzando un dito dal volante per indicare il ponte.
“Spero sia un tuo maldestro tentativo di fare ironia!” sussurra Lars gelido.
“Ormai dovresti sapere che l’ironia non è il mio forte.”
“Accosta e fammi uscire immediatamente!” urla il più grande.
“Sta’ calmo. Ovviamente ero giovane e stupido, non farei mai cose così pericolose adesso.” spiega in tono quasi offeso “Ma insomma, era per farti capire che genere di guidatore esperto ero, con la mia moto.” fa una pausa e sospira infastidito “Ora devo solo riuscire ad entrare in confidenza anche con questa stronza.”
“Sei incredibile!” sbotta Lars incredibilmente arrabbiato.
“Certo che le auto di oggi non sono per niente come quelle che ricordavo.” riprende Jin ignorando lo stato d’animo dell’altro “Sono delle dannate astronavi! Tutti questi sistemi di sicurezza, videocamera per la retromarcia, sensori di posizione, sistemi di frenata automatica… è quasi impossibile che qualcosa vada storto.”
“Jin… giuro che se esco vivo da quest’auto ti strangolo con le mie mani.”
“Oh, non sono da te queste minacce di violenza!” commenta Jin con un ghigno “Comunque sai che non riusciresti mai ad uccidermi così, vero?”
Lars sospira e si porta una mano davanti agli occhi.
“Sta' calmo.” riprende Jin tranquillo “Come ti ho detto, devo solo entrare in confidenza con la macchina. Vedrai che per il viaggio di ritorno neanche ti accorgerai della mia mancanza di esperienza.”
“Il viaggio di ritorno?!” Lars gli lancia un’occhiata gelida “A costo di legarti e infilarti dentro al bagagliaio tu non guiderai durante il viaggio di ritorno!”
“Te l’ho già detto.” Jin risponde con un sorriso crudele “Non riusciresti ad uccidermi, figuriamoci a legarmi!”
“Al diavolo tu e i tuoi dannatissimi poteri!”
La macchina si spegne un’altra volta, qualcuno suona da dietro.
Lars sospira riprendendo la calma.
“Ti rendi conto che stai rallentando il traffico?!” cerca di farlo ragionare “Se proprio vuoi fare pratica ti posso portare io qualche volta, ma non all’ora di punta e non qui!”
“Non credo proprio. Significherebbe doverti vedere anche fuori dall’orario di lavoro.” risponde Jin ripartendo.
“Va al diavolo!” sbotta Lars perdendo la pazienza.
“Questo tizio di dietro mi sta infastidendo.” commenta piano Jin lanciando un altro sguardo allo specchietto retrovisore “E credo mi abbia appena fatto un gestaccio.”
Lars si gira a dare un’occhiata e nota il guidatore dell’altra macchina, incazzatissimo e intento a gesticolare.
Sospira.
“Beh, stai guidando da schifo e hai spento la macchina già due volte, probabilmente gli stai facendo perdere tempo.”
Jin continua a lanciare occhiate serie allo specchietto retrovisore.
“Non è una buona ragione per mandarmi a quel paese in quel modo.”
“No, ma sembra il tipo di persona con cui non vale la pena mettersi a discutere. Ignoralo, ti prego.” sospira Lars "Ci manca solo di dover litigare con uno sconosciuto in vena di attaccar briga.”
Si fermano ad un semaforo rosso e Jin guarda indietro ancora una volta. L’auto di prima si ferma dietro di loro. L’uomo apre lo sportello.
“Oddio…” sibila Lars, poi guarda Jin severo “Qualsiasi cosa dica, ti prego! Non provocarlo!”
Jin gli risponde con un’occhiata vuota.
L'automobilista esce dalla macchina e chiude lo sportello con un colpo talmente forte da far tremare la carrozzeria. È un tizio letteralmente enorme, sembra superare largamente i due metri d'altezza e ha lo sguardo da pazzo.
“Ma porca miseria, ma dovevi proprio infastidire il tizio dall'aspetto più minaccioso di tutta Tokyo?!” commenta con un soffio.
“Guardalo, sembra proprio uno di quei gradassi che sfruttano la loro imponenza per incutere timore agli altri.” sibila Jin sprezzante.
“Non che tu sia esattamente piccolino.” gli fa notare l’altro.
L’uomo bussa al vetro. Jin si volta lentamente e abbassa il finestrino.
“Hai bisogno di qualcosa?” chiede come se nulla fosse.
L’uomo lo guarda furente di rabbia.
“Mi hai fatto perdere due semafori!” ringhia con un soffio inquietante “Per colpa tua ho mezz'ora di ritardo!”
“Ti prego, non aizzarlo.” raccomanda Lars a denti stretti “E fa’ guidare me, per la miseria!”
“Mi dispiace, ho avuto qualche problema col cambio.” si scusa Jin tranquillamente, ignorando lo zio. 
Poi sogghigna. 
“Ma non diciamo assurdità, se hai mezz’ora di ritardo non è di certo per colpa mia.” aggiunge.
Lars chiude gli occhi e sospira drammaticamente.
“Ti odio.” fa sapere al nipote.
L’omaccione sgrana gli occhi e digrigna i denti.
“Come ti permetti maledetto bastardo?! Hai spento la macchina dieci volte! Perché cazzo ti sei messo alla guida se non sai guidare?!”
“Su questo non ha tutti i torti.” sussurra Lars.
“Vieni fuori se ne hai il coraggio!” lo sfida lo sconosciuto, che poi calcia con forza la ruota anteriore della vettura.
Jin lo fulmina con lo sguardo.
“Datti una calmata!” dice serio.
“Mio dio, questo è fuori di testa.” commenta Lars piano “Scusati subito e fallo calmare!”
“Non sono io a dovermi scusare qui.” brontola Jin in risposta.
“Vieni qui fuori.” continua il tizio iniziando a battere forte sullo sportello.
“Jin… che diavolo vuoi fare?!” chiede Lars preoccupato notando il ghigno sulle labbra del nipote, mentre si porta una mano agli occhiali da sole.
“Credo che una lezione d’umiltà gli farebbe bene.” dice sottovoce per farsi sentire solo da Lars.
“Jin NO!”
Jin si volta verso il finestrino, sfilando gli occhiali.
“No.” ripete pacato “Non posso.”
L’uomo ridacchia divertito.
“Cos’è?! Hai paura?!” continua a provocarlo.
“No. Sono appena uscito di prigione e non ho intenzione di tornarci.” spiega.
Lars si copre la faccia con le mani.
“E questa cosa sarebbe?! Una minaccia?! In prigione?! Un giacca e cravatta come te?! Per cosa ti avrebbero arrestato?! Evasione fiscale?”
E a quel punto le labbra di Jin tremano di fastidio.
“Non proprio.” sussurra con la sua altra voce.
Lars sospira rassegnato.
Lo scocciatore impallidisce e arretra barcollando, poi senza aggiungere altro trottola all’indietro verso la sua auto, rischiando di inciampare un paio di volte.
Jin si risistema gli occhiali sul naso, con molta nonchalance, e fa richiudere il finestrino.
“Dovevi per forza arrivare a tanto?” chiede Lars tagliente.
“Che dovevo fare? Uscire e affrontarlo come mi ha chiesto?” fa Jin, rimettendo in moto allo scattare del verde.
“È che… ne abbiamo già parlato, non credo che dovresti far vedere gli effetti del Devil in giro così.” argomenta Lars.
“L'hai sentito anche tu. O era quello o erano i pugni. Ho scelto la cosa più pulita.”
Lars non commenta.
"Anche io la pensavo come te un tempo, ma non hai idea di quante risse ho evitato in questo modo negli ultimi anni.” dice allora Jin “Sai non c’è esattamente della bella gente in prigione. E mostrare un po’ i tuoi poteri è un ottimo metodo, pacifico…” precisa “... per convincere gli altri detenuti che non hai intenzione di essere coinvolto nelle loro stronzate.”
Jin esegue una perfetta ascesa di marcia.
“Tutti si tenevano a debita distanza.” riprende “E questo mi ha permesso non solo di proteggere i ragazzi più fragili, ma anche di portare un po’ di ordine e pace nel settore. Cosa che è stata particolarmente apprezzata dalla direzione, tra l’altro.”
Fa una pausa.
“In un certo senso si potrebbe dire che il Devil mi ha aiutato a mantenere una condotta esemplare, cosa che mi ha fatto guadagnare diversi premi e vantaggi.” continua Jin “È molto ironico, non credi?”
Lars sospira.
“Se è davvero come dici, effettivamente lo è.”
“Questo mi ha fatto capire che a volte anche le tue peggiori maledizioni possono tornare utili.” riprende Jin “E non lo dico solo perché volare è decisamente più comodo che guidare.”
Lars si volta a guardarlo con occhi sgranati. Jin sembra serissimo.
“Ti prego Jin, dimmi che questa era una battuta.”
Jin abbozza un minuscolo sorriso, poi si schiarisce la voce.
“Credo però sia arrivato il momento che mi compri una macchina. Per questo volevo fare un po’ di pratica.”






 
  
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