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Autore: LadyPalma    23/09/2020    13 recensioni
| Storia partecipante al contest fiume "Tre incantesimi" indetto da Juriaka sul forum.
“È sposato?”
L’irritazione si trasformò in una risata aperta. “Non vedo come questo possa interessare al Ministero. O forse interessa a lei? Perché se è una domanda personale…”
“È una domanda imposta dal Ministero, la sto chiedendo a tutti i professori”.
A pochi metri da loro, Harry diede una gomitata a Ron. “A Piton non lo ha chiesto, però”.

Dolores/Alastor -> 5 anno alternativo: Alastor insegnante di Difesa e Dolores Inquisitrice.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Argus Gazza, Dolores Umbridge, Harry Potter, Pansy Parkinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Alastor&Dolores'
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Inquisizione con Dolores




 
"Allora, ragazzi, fuori le bacchette che iniziamo la lezione!" esclamò Moody con il suo forte timbro di voce, ponendo fine al chiacchiericcio della classe Grifondoro-Serpeverde del quinto anno.
Tuttavia, proprio mentre gli studenti si separavano in due ale ben distinte nella stanza, una piccola e tozza figura in rosa emerse nel mezzo.
"Ehm ehm, professor Moody, le dispiace se seguo la sua lezione?" esordì, sfoderando un sorriso apparentemente cordiale.
"Oh, ci tocca l’Inquisitrice Suprema oggi" borbottò lui a mezza voce, in modo abbastanza comprensibile, però, da far ridacchiare gli studenti in prima fila. "Beh, certo che può, Madame Umbridge, del resto anche se mi dispiacesse lei resterebbe comunque, no?" disse poi, piantandole addosso l'occhio vero e quello finto.
"Non sia così ostile. È il mio lavoro quello di controllare che tutto sia svolto secondo ordine, ossia secondo le disposizioni del Ministero... Lo dice anche lei, se non sbaglio... Com'è la frase che dice sempre? Controllo costante?"
"Vigilanza costante" la corresse lui immediatamente con un grugnito.
L'Inquisitrice prese posto vicino alla cattedra con una tavoletta sulle gambe e una piuma stretta tra le mani, ma, senza aspettare che lei si mettesse comoda, il professore iniziò la sua lezione particolarmente bollente: evocò infatti parecchi cerchi di fuoco in più punti della stanza, incitando gli studenti a cimentarsi con l'incantesimo Aquamenti.
“È un incantesimo superiore alle vostre capacità, lo so bene, ma del resto anche quello che c’è lì fuori lo è e dovete essere pronti a ogni evenienza: è questo ciò che penso ed è questo il motivo per cui ho deciso di tornare a Hogwarts…”
“Ehm, professore, la prego, non metta idee sciocche e fuorvianti nelle menti di questi giovani” lo interruppe lei con un sorriso un po’ troppo ampio per non risultare inquietante. “Non c’è assolutamente niente lì fuori!”
Alastor grugnì e roteò l’occhio vero verso l’alto. Con molta probabilità considerò per un momento l’opzione di mettersi davvero a parlare di Voldemort e di darle apertamente della cretina, ma alla fine ritenne per una volta più saggio tacere. “Dicevo, un ottimo modo per sconfiggere il niente che c’è lì fuori è confrontarsi con cose impreviste e pericolose. I cerchi che vedete sono fatti di fuoco reale e se vi avvicinate troppo… Zac!” esclamò roteando l’occhio magico all’impazzata come per abbracciare la visione di tutti gli studenti in un solo istante. “Vincerete una Passaporta diretta per l’infermeria. Fidatevi, non è dolce tepore…”
L’ormai ben nota tosse finta lo interruppe ancora. “Tepore? Curiosa scelta di termine. Come mai questa parola?”
“Ma non ne ho idea! E non vedo cosa cambi! Avrei potuto dire anche fuocherello, leggero calore… un’espressione vale l’altra!”
“Oh, capisco… Non pensa che la comunicazione sia importante” scandì lei con ritmo mentre scriveva quelle esatte parole sulla tavoletta.
Per tutta risposta, l’uomo le diede bellamente le spalle e si allontanò continuando a spiegare. Nei successivi venti minuti, la donna tentò dal suo angolino più volte di richiamare l'attenzione – con perplessi commenti circa l'uso effettivo della magia in aula e domande di vario tipo –, ma lui la ignorò del tutto. Camminava invece per la stanza appoggiato al suo bastone e abbaiava incoraggiamenti ai suoi studenti, incurante dell'impressione che questo avrebbe potuto avere. Roteando l'occhio magico la spiava con una punta di divertimento: scrivesse pure quello che voleva su quella sua stupida tavoletta, lui non avrebbe cambiato una virgola del suo modo di fare. Tuttavia, proprio perché a dispetto di quello che potesse sembrare lui la stava tenendo l'occhio, si accorse subito dei movimenti della donna verso la sua direzione e riuscì a intercettare la sua goffa caduta prima che finisse dritta dritta in uno dei cerchi di fuoco.
"Ma è forse stupida? Anche i bambini di due anni sanno che non ci si deve avvicinare al fuoco!" le ringhiò contro, afferrandola per le spalle, ma calcolando male la forza e ritrovandosela letteralmente addosso come effetto di rimbalzo.
A quel contatto inaspettato e forse un po’ troppo prolungato, la strega si ritrovò per qualche attimo senza fiato.  Eppure, fu comunque lei la prima a reagire e a divincolarsi dalla presa con una teatralità eccessiva.
“Ovviamente mi sarei tirata indietro qualora lei non si fosse avvicinato. La mia era solo una precisa ehm strategia per attirare la sua attenzione” ribatté, cercando di usare un tono convincente. “Ho delle domande da farle, ma lei rende il mio compito da Inquisitrice estremamente complicato”.
“Va bene, va bene. La smetta di gracidare. Andiamo, sono qui, mi faccia tutte queste domande che deve”.
Di fronte a quell’insperata disponibilità raggiunta, Dolores fece un largo sorriso soddisfatto e poi riprese rapidamente controllo della tavoletta e della piuma. Intanto, intorno a loro, quasi tutti gli studenti avevano interrotto l’esercitazione e avevano iniziato a seguire il potenziale scontro.
“Dunque, professor Moody, da quanto tempo insegna a Hogwarts?”
“Oh, lo sa benissimo: da quest’anno. Lo scorso anno Silente mi ha chiesto di insegnare Difesa contro le Arti Oscure ma non ho potuto svolgere il ruolo e quindi mi ha riproposto la cattedra. Questo è quanto, fine della storia”.
“E ehm vuole dire qualcosa in merito a quello che è successo l’anno scorso?”
“No, non voglio proprio”.
A dispetto della risposta brusca di lui o forse proprio per questo, la strega apparve vagamente divertita e, senza dire nulla, indugiò a scribacchiare qualcosa. “Manca di resilienza” lesse Moody, sbirciando grazie al suo occhio magico. Sbuffò indispettito ma, prima che potesse borbottare qualcosa, lei riprese l’interrogatorio.
“È sposato?”
L’irritazione si trasformò in una risata aperta. “Non vedo come questo possa interessare al Ministero. O forse interessa a lei? Perché se è una domanda personale…”
“È una domanda imposta dal Ministero, la sto chiedendo a tutti i professori”.
A pochi metri da loro, Harry diede una gomitata a Ron. “A Piton non lo ha chiesto, però”.
“A Piton basta guardarlo in faccia. Chi sposerebbe mai quel pipistrello?”
I due ragazzi scoppiarono a ridere, contagiando anche Hermione e i compagni più vicini. Tuttavia, anche se metà classe finì ben presto per ridere, il professore e l’Inquisitrice sembravano essere disinteressati a tutto ciò che esulava dal loro confronto.
“No, non sono sposato” si decise a rispondere Alastor, poi si fermò qualche istante a scrutare la donna con un’occhiata che voleva essere una scherzosa provocazione. “E lei è libera oppure sono vere le voci di una sua tresca con quel deficiente di Caramell?”
“Come osa?” proruppe lei, con le guance subito in fiamme. “Non si deve permettere di parlare in questo modo del Ministro, che è una persona integerrima, il meglio che potesse mai capitare all’intera comunità magica inglese… e per cui provo ehm la più sincera delle amicizie”.
“Ci dia un taglio con la propaganda. Allora, altre domande?”
Dolores si ricompose in fretta e lasciò scorrere la piuma sulla tavoletta alla ricerca di altri quesiti.
Abilità speciali. Oh sì, parliamo del suo occhio. Da quanto tempo ce l’ha?”
“Se intende questo qui, da cinquantasei anni”.
“Mi riferivo a quello magico, naturalmente”.
“Allora sono solo quattordici”.
La donna si appuntò anche quell’informazione. “E come ehm funziona? Rimane attivo anche quando dorme, oppure quando dorme si chiude? E cosa esattamente è in grado di vedere?” riprese, mimando con le dita il gesto di qualcosa che si apre e si chiude, come se si stesse rivolgendo a un bambino.
Alastor esitò un attimo, ritrovandosi a ricalcolare un’altra volta come agire in base al momento. “A meno che non abbia intenzione di dormire accanto a me, Madame Umbridge, questo non la riguarda. Di nuovo interesse personale?”
La classe, che si era tramutata nel frattempo più in un pubblico, tornò a bisbigliare, stavolta però più dal lato serpeverde. “Sta tentando di metterla in difficoltà e ci sta riuscendo. Nessun professore ha tenuto testa alla Umbridge finora. Devo ammetterlo: questo Moody mi piace” mormorò Draco al suo migliore amico.
“Beh, la McGranitt le ha tenuto testa”.
“La McGranitt non conta, Blaise”.
In effetti, il botta e risposta che stava avvenendo davanti ai loro occhi era molto più netto rispetto a quello che si era verificato durante qualsiasi altra ispezione, e c’era poi una nota che lo rendeva molto più interessante. Cosa quella nota fosse quel gruppo di quindicenni non avrebbe potuto dirlo, ma diventava sempre più evidente.
“La smetta di fare lo spiritoso, io non lo trovo affatto divertente” replicò intanto l’inquisitrice, fingendosi con poco successo spazientita mentre risultava, invece, solo alquanto imbarazzata. Si allontanò bruscamente dal professore come in fuga e si avviò nella direzione degli studenti, fermandosi davanti a quella che in pochi giorni era diventata in qualche modo la sua pupilla.
“Ti chiami Pansy, vero, cara? Bene, mi dici cosa ne pensi del professor Moody? Ti piace come insegna?” domandò, mettendo su un tono dolce e rassicurante. “Parla pure liberamente”.
Ma il professore non era rimasto fermo, anzi si era mosso in fretta insieme al suo bastone fino a trovarsi nuovamente accanto a lei.
“Stai attenta a quello che dici, Parkinson!” esclamò puntando un dito contro la ragazza.
“Ehm ehm sta tentando di intimidire un suo studente?” intervenne la Umbridge prontamente, facendo per scrivere ancora sulla sua tavoletta.
“Vuole che invece intimidisca lei?”
Senza aver scritto neanche una lettera, la donna sollevò lo sguardo all’ennesima frecciatina e fece una risatina quasi indulgente. “Intimidire me? E come potrebbe?”
Moody curvò le labbra in un sorriso quasi beffardo e intanto puntò l’occhio magico su tutta la figura della strega. “Beh, potrei rispondere alla sua domanda di prima e dirle esattamente cosa riesco a vedere adesso. Diciamo, non solo il suo orrido tauiller rosa… Che c’è, come mai arrossisce? È un effetto del tepore?”
A dispetto dei cerchi di fuoco presenti, la stanza piombò nel gelo. Tutti – Dolores indignata, Alastor vittorioso, gli studenti sbalorditi – erano ammutoliti. Quella nota che si percepiva nel battibeccare dei due adulti si era finalmente trasformata in una piena, gracchiante, melodia a tinte horror, esplosa in tutto il suo spaventoso significato.
“Si aspettano ancora una mia risposta?” bisbigliò Pansy, voltandosi verso Blaise.
“Non credo” lo precedette Draco, con una punta di disgusto nell’espressione. “Penso proprio che loro stiano…”
La conclusione a cui era arrivato il serpeverde fu anticipata, a voce alta e in tono molto più scandalizzato, da Ron Weasley.
“Miseriaccia!! Ma stanno flirtando!”



 
**



Il coprifuoco era passato solo da qualche minuto quando le strade di Dolores e Alastor si incrociarono di nuovo. Dopo la rivelazione di Ron Weasley, l’Inquisitrice aveva battuto dignitosamente in ritirata e da quel momento si erano accuratamente evitati per l’intera giornata – o meglio, lui aveva anche provato ad avvicinarla, ma lei aveva addirittura tentato una conversazione con la Sprite e a cena si era seduta perfino vicino a Piton pur di sfuggirgli. Adesso, però, il corridoio era deserto – fatta eccezione per i ritratti – e le loro stanze non erano troppo lontane.
“Ti sei persa, bamboluccia?”
Dolores sobbalzò e per poco non le cadde la bacchetta di mano per la sorpresa, ma quando riconobbe la figura che aveva parlato – del resto, non erano molte quelle che avanzavano con un bastone e avevano un occhio magico che riluceva al buio – la strinse più forte. Invece di rilassarsi, si innervosì inevitabilmente.
“Professor Moody, le sembra questo il modo di apparire? E poi come… come mi ha chiamata? Pensa che io sia una bambola?”
“Sì, è esattamente quello che penso. In ogni caso…” Fece una pausa ed esitò a lungo; qualsiasi persona di sua conoscenza l’avesse visto dal di fuori avrebbe compreso come la sfrontatezza non nascondeva altro, in fondo, che una strana timidezza. In effetti, durante la cena aveva passato venti minuti con Albus a negare qualsiasi presunta simpatia per l’inquisitrice suprema, salvo poi passare i successivi cinque a rendersi conto che, dopotutto, il vecchio Preside aveva come sempre ragione. “In ogni caso, le andrebbe di passare qualche ora con me?”
La strega spalancò gli occhi, assomigliando un po’ di più a un rospo, e aprì la bocca per parlare più volte prima di riuscire ad articolare qualcosa. In tanti anni spesi alla ricerca di un uomo, non aveva mai attirato davvero l’attenzione maschile, non in modo così schietto e autentico perlomeno. Certo, c’era sempre Argus Gazza – era stato impossibile per una strega sveglia come lei non notare il modo in cui la guardava –, ma qui si stava parlando di un uomo vero, cioè un mago, potente, famoso e per giunta purosangue!
“Per fare cosa?” chiese alla fine, riuscendo a mantenere, a onor del vero, un tono neutro.
“Ma non lo so…” rispose lui, scrollando le spalle. “Un po’ di whisky…”
“Non mi piace il whisky, preferisco lo sherry”.
“Un po’ di sherry, allora, quattro chiacchiere davanti al camino e…”
Dolores proruppe in una risatina. “Oh, capisco, mi sta proponendo una serata all’insegna del… tepore” disse, enfatizzando quella che era stata la parola chiave della lezione. Forse perché in fondo era come se fossero ancora a scontrarsi in aula – anche se loro erano soli e le frasi più esplicite. “Non mi ha fatto una buona impressione stamattina, però, quindi francamente non so se…”
“Ma francamente cosa?” sbottò Alastor, rinunciando alla calma che aveva mantenuto fino a quel momento e che poco gli apparteneva. “Te lo dico io come essere franca, dannata strega, rispondi solo: sì o no”.
Dolores lo fissò per qualche istante, ancora una volta colpita – piacevolmente, ma non era il caso di dirlo – da quell’intraprendenza, e alla fine sorrise senza dire nulla. Era un sorriso diverso: non troppo ampio, giusto, forse sincero. Qualcuno – beh, qualcuno come Alastor Moody – avrebbe perfino potuto considerarlo affascinante.



 
**



 “Potter! L’Inquisitrice Suprema è impegnata questa sera, quindi la tua punizione salta!”
“Sul serio? Voglio dire, benissimo, allora torno nel mio dormitorio. Buonanotte, signor Gazza”.
Mentre Harry si allontanava quasi correndo per il corridoio, il custode rimase a fissarlo fumando di rabbia – difficile dire se più per la natura dell’impegno della Umbridge o per la punizione mancata.
“Tutta colpa di quel maledetto storpio! Sarebbe stato un anno fantastico senza di lui!”
 
 

 




 ****
 
NDA: Questa storia è un delirio e non sarebbe mai dovuta davvero esistere, ma come dice Polonio in Amleto “c’è metodo nella sua follia”. La logica che ho tentato di portare avanti è infatti quella di un what-if? dove Moody torna a Hogwarts per il quinto anno (non è stato lui davvero il prof del quarto dunque la maledizione della cattedra di Difesa si manterrebbe”, mentre Dolores svolge solo il ruolo di Inquisitrice. Differentemente da altre mie ambientazioni, qui i due non sono coetanei e dunque non si sono mai davvero conosciuti prima di questo momento. La parte finale con la lamentela di Gazza è ovviamente un easter egg al reale Harry Potter e l’ordine della fenice e al canonico corso degli eventi (il custode più considerato e più punizioni – e decreti – per tutti!). Mi piace pensare che un loro ipotetico incontro avrebbe anche alterato un pochino gli eventi in generale: Doll con Alastor finisce per distrarsi!
Per la rubrica citazioni importanti, la frase “Ti sei persa, bamboluccia?” è presa dal film trash “365” che non vi consiglio di guardare. Devo dire, tuttavia, che la frase originale era “Ti sei persa, bambolina?”
L’incantesimo Aguamenti è “superiore alle capacità” degli studenti, perché nei libri viene detto che lo stanno studiando durante il sesto anno in Incantesimi.
Il prompt da usare per il contest era “tepore” e, beh, cercare di inserirlo mi ha fatto impazzire.
 
 
 
 
 
   
 
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