Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    24/09/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 28

Trascorsero due giorni da quel momento di profonda tristezza vissuto con la famiglia Frost. Elsa viveva con la sua solita indole e non aveva più incontrato Jack anche se le figlie non le rivolgevano la parola. Elsa cercava di discutere, di cominciare un dialogo, ma le bambine si chiudevano nel mutismo o, la maggior parte delle volte, si allontanavano sbuffando e sbattendosi la porta alle spalle. Jack aveva chiesto qualche giorno di tempo e si era scusato con le piccole per non essere venuto a prenderle ma, visto il profondo dolore che gli lacerava il cuore, aveva preferito rinchiudersi per qualche giorno nella sua vecchia casa per fare compagnia alla dolce madre.

“Mi dispiace così tanto Jack” sospira la povera Giulia seduta in soggiorno, tenendosi stretto nelle mani un fazzoletto inzuppato di lacrime.

“Io capisco tutto. Non oso immaginare come ti sentirai ora che non c’è più” aggiunge Jack chinando il capo e ripensando al genitore ormai defunto del quale avrebbero celebrato il funerale l’indomani.

“No, a me non dispiace per tuo padre. Arthur è finalmente in un posto migliore, lontano dalla sofferenza e dalla disperazione. Io soffro, ma so che sarà sempre con me” commenta la madre abbozzando un dolce sorriso nostalgico.

“Allora cosa ti dispiace?” chiede Jack alzando il volto e mostrando gli occhi gonfi.

“Mi dispiace di non esserti stata accanto. Di non averti mai aiutato, di non aver condiviso con te gli anni più importanti della tua vita e di essere, molto probabilmente, anche la causa della rottura con Elsa” spiega la donna abbattuta dalla propria presa di coscienza.

“No… noi abbiamo sempre incolpato voi due, ma in realtà non abbiamo mai fatto fiorire il nostro amore. Ci siamo trovati da ragazzini e ci siamo scoperti simili nelle medesime cicatrici. Lei aveva perso i genitori e io avevo perso Emma. Questa cosa ci ha uniti ma ci siamo comportati istintivamente vivendo un’adolescenza al limite, senza farci mancare nulla e diventando dei pieni incoscienti” comincia a spiegare il giovane dai capelli biondi, prendendosi una pausa per poi continuare.

“Le bambine ci hanno riportati alla vita concreta, facendoci capire che cosa significasse stare con i piedi per terra e di questo abbiamo avuto tremendamente paura. In sostanza io ed Elsa non abbiamo avuto il tempo per imparare ad amarci, a capirci e a conoscerci” conclude l’arringa il ragazzo, congiungendo le mani e facendo segno di no con il capo.

“Jack…” sussurra con dolcezza la madre, appoggiando una mano su quelle intrecciate di lui. Un gesto caldo e amorevole che fa sobbalzare il giovane uomo, non più abituato a quell’affetto sopraffino e delicato che profuma di infanzia e di famiglia.

“Sei davvero saggio e sono orgogliosa della persona che sei diventato. Hai ragione, tu ed Elsa avete sbagliato tanto e io ho contribuito al vostro disagio, ma in quello che tu dici non c’è nulla di irrimediabile. Hai semplicemente scoperto il tuo limite e da quello puoi ripartire. Tu ami Elsa vero?” domanda poi la donna, con estrema trasparenza.

“Sì, io credo proprio di sì…altrimenti non starei così male. Non capisco però come posso fare a rimediare! Lei non mi vuole più, il matrimonio è ormai sfasciato e le bambine sono distrutte, non vedo nessun margine di miglioramento. Lei non vuole rinunciare al passato e questo provoca anche l’allontanamento delle bambine” si abbatte Jack non trovando una via d’uscita.

“Ora sei infangato nelle sabbie mobili, ma vedrai che qualcosa vi riuscirà a tirare fuori da questa situazione. Elsa si risveglierà…ne sono convinta” conclude la madre, riacquistando le sue doti materne e affettive, riuscendo a donare a Jack quella calma e serenità di cui aveva bisogno.

In un’altra casa…

Se da una parte una famiglia si stava sfasciando, dall’altra una giovane mamma e un giovane papà si stavano abituando all’idea di fare posto nel cuore e in casa a una nuova meravigliosa creatura.

“Ciao amore, scusami se ho fatto tardi stasera. Come ti senti? Agitata, preoccupata? Stai male per qualcosa?” domanda premuroso Kristoff abbandonando la borsa del computer per terra e cingendo i fianchi della moglie intenta a cucinare. L’uomo abbraccia delicatamente la donna, sentendo il grembo leggermente rigonfio. Poggia la testa sulla spalla di lei, sporgendo le labbra verso la sua guancia per lasciarle un dolce segno d’amore.

“Non mi abituerò mai ai tuoi abbracci da dietro, sai che soffro il solletico!” si lamenta dolcemente Anna, saltando in aria per un leggero spavento.

“Kris, comunque stai tranquillo! Sto bene, davvero! Non c’è nulla di cui preoccuparsi, domani andiamo anche dalla ginecologa che probabilmente valuterà i miei esami del sangue e altro” cerca di calmarlo Anna, alzando gli occhi al cielo e posando una mano su quella calda di lui adagiata sul grembo.

“Ok ok…ma…che cosa stai cucinando?” chiede poi lui affamato, inebriandosi di quel saporito profumo di cipolla abbrustolita.

“Una semplice pasta al pomodoro, che cosa credi?” afferma lei alzando la temperatura dell’acqua in ebollizione.

“Ma…se domani ti portassi a mangiare sushi?” chiede lui propositivo sperando in una risposta entusiasta.

“Nope… pesce crudo e cibo crudo non lo posso mangiare per il bambino” dissente Anna dispiaciuta e in parte divertita dai soliti discorsi.

“Mi dimentico sempre che barba. Va beh allora comprerò un pollo allo spiedo dopo il lavoro” si limita a rispondere lui imbarazzato per poi dirigersi verso il bagno con il perenne pensiero della sfortuna delle donne in gravidanza che non possono consumare una serie di alimenti.

A cena terminata la dolce coppia si accinge a sdraiarsi sul letto matrimoniale e gustarsi un bel film. Anna, nel frattempo, sistema alcune carte da portare alla ginecologa l’indomani e il suo volto appare lieto e colmo di gioia. Kristoff osserva la propria donna energica e felice e non può che essere fiero di lei. Quella gravidanza aveva stravolto le loro vite e, in parte, le stava già migliorando.

Anna desiderava con tutto il cuore una famiglia e, anche se si erano ripromessi di attendere un po’ di tempo per avere un figlio, si stava impegnando al massimo dimostrando di tenerci enormemente.

“Amore, mettiti di profilo che ti faccio la consueta foto” la interrompe Kristoff afferrando il telefonino e chiedendo all’altra di mettersi nella abituale posa serale che assumeva tutte le sere dall’inizio della gravidanza.

“Sono incinta da poco più di tre mesi e questa cosa mi sta stancando un sacco. Tu e le tue fisse” scherza Anna assecondando il marito e mettendosi di profilo.

“A me piace tantissimo, così vedo come ti cresce la pancia! Guarda già che differenza! Qui eri piatta e ora invece hai una piccola anguria…” spiega Kristoff mostrando le fotografie alla moglie che si emoziona di fronte a tanta tenerezza.

“Adesso è più un melone…l’anguria da 20 chili arriverà verso gli otto mesi” ironizza la madre gustandosi ancora il leggero rigonfiamento.

“Grazie amore” continua sorridente Anna, guardando l’altro nei profondi occhi castani grazie alla fioca luce della lampada.

“Per che cosa?” chiede lui rosso in volto, appoggiando il telefono sul comodino.

“Per tutto. Ti stai impegnando tantissimo e mi riempi d’amore…oltre a viziarmi un po’ troppo. Sarai sicuramente un papà fantastico” si complimenta Anna accarezzando il petto muscoloso di lui e abbassando ogni tanto lo sguardo.

“Questa è un’opportunità meravigliosa che la vita ci ha voluto donare e farò di tutto per proteggere e amare il nostro bambino” conclude poi lui grato alla moglie, sporgendosi verso di lei e donandole il bacio della buonanotte.

Nella notte…

Elsa si sveglia di soprassalto, sollevandosi di scatto dal cuscino e cercando di contestualizzare il luogo in cui si trova. La donna si mette una mano tremante sulla fronte e si accorge di sudare e di avere brividi di freddo.

“Non di nuovo…” afferma lei demoralizzata, riferendosi a quel brutto periodo della sua vita in cui, a causa dei disturbi del sonno, si svegliava in piena notte scossa da sogni e incubi orrendi. Il dottore le aveva sempre detto che, pur essendo una ragazza molto pacata ed equilibrata, tendeva a soffocare le emozioni rendendole così capaci di manifestarsi nei sogni e di tormentarla con attacchi d’ansia notturni.

Elsa si sente nel panico più totale, avvolta dal buio della stanza che le infonde ancor più inquietudine. Cerca di tranquillizzarsi ma avverte un attacco d’ansia farsi largo dentro di sé motivo per cui, istintivamente, compie un gesto che sicuramente la nuova Elsa non avrebbe tollerato. La donna si volta di scatto verso l’altra parte del letto matrimoniale convinta, erroneamente, di trovarvi Jack.

Le mani di Elsa entrano in contatto con l’aria e con il materasso freddo non più vissuto da diversi mesi.

Jack era la sua unica consolazione in quei momenti. La memoria viaggia tra i ricordi del passato dove, nel pieno della notte, lei si svegliava in preda agli incubi e, senza pensarci due volte, si fiondava tra le braccia di Jack. Spesso le bastava solo prendergli una mano cercando di non svegliarlo o appoggiare il volto sul suo cuscino in modo da potersi calmare grazie ai profondi sospiri notturni di lui. Altre volte, invece, era lui che la svegliava sentendola dimenare a causa degli incubi e, in quei casi, non mancavano mai le sue braccia rassicuranti, il bacio sulla fronte, qualche battuta per far ricomparire il sorriso e un movimento calmo e cullante che le faceva passare tutto.

Ora Elsa avverte un enorme vuoto dentro di sé e, fantasticando su quel momento, accarezza il lenzuolo dell’altra parte del letto cercando di afferrare e riprendere qualcosa che ormai non c’è più.
Stava quasi per intenerirsi e farsi un esame di coscienza quando, di nuovo razionale, allontana immediatamente la mano schermando la mente da qualsiasi tentativo di pensiero riguardante Jack.

Elsa, reattiva e veloce, accende la luce della stanza e, dopo essersi sfregata gli occhi più e più volte, tenta di calmare la sua ansia per poi provare ad alzarsi in piedi e dirigersi verso il bagno. È ormai alla porta di esso quando, senza farlo apposta, si scontra contro la piccola Lia.

“Lia, scusami ti ho fatto male?” domanda istintivamente la madre destandosi da quella condizione.

La figlia, pallida e triste, risponde con un veloce cenno della testa per poi dirigersi verso camera sua.

“Come mai sei sveglia a quest’ora? C’è qualcosa che non va?” chiede Elsa preoccupata afferrandola da una spalla e portandola così a guardarla in volto.

“No…va tutto bene…credo” ribatte Lia mostrandosi sicura di sé ma al contempo desiderosa di trovare riparo da ciò che la opprime.

“Credo? Cosa c’è? Dimmelo! Altrimenti mi preoccupo!” la incita Elsa inginocchiandosi in modo da risultare alla stessa altezza della figlia.

“Okay okay… non riesco a dormire perché mi sento tanto agitata e respiro male” sputa il rospo la piccola leggermente imbarazzata nel parlare di certi argomenti alla mamma. Spesso confidava delle sue crisi di panico al padre ma, nell’ultimo periodo, l’aveva nascosto ad entrambi e addirittura anche a zia Anna…nella speranza di non aggiungere ulteriori problemi a quella strana famiglia.

“Lo sai che quando ti senti così me lo devi dire!” le dice Elsa con un tono dolce, ma al contempo preoccupato e austero.

“Lo so…ma avete già tanto a cui pensare” afferma la piccola aprendosi con la madre per la prima volta.

“In che senso?” chiede Elsa stranita dalla dichiarazione della bambina.

“Tu sei sempre arrabbiata, papà è sempre triste…zia Anna e zio Kristoff hanno il loro bambino adesso e Sofi non sa come aiutarmi. Adesso sono anche molto giù per la morte di nonno Arthur! Lo so che a te non stava simpatico ma in questi mesi ci ha dato tanta gioia” spiega Lia convinta, abbassando il viso in segno di pentimento, dimostrandosi una bambina della sua età per una volta.

“Noi rimaniamo sempre una famiglia Lia! E dobbiamo dirci tutto. Nella vita imparerai che tutti, in ogni momento, hanno dei problemi, ma non per questo non possono aiutare gli altri ad affrontare i propri. Sai… anche io adesso non sto tanto bene e mi sento esattamente come te. Mi dispiace vedere tutto quello che state passando, ma ti prometto che farò di tutto per sistemare le cose” spiega Elsa sincera, faticando nel rivelarsi alla figlia, ma sentendo finalmente alleggerirsi il peso che grava sul proprio cuore.

“Allora perdona mamma… perdona il papà, perdona i nonni! Io ho imparato da loro che bisogna sempre dare delle seconde possibilità. Papà ha perdonato nonna Giulia e io ho capito che devo perdonare te, quindi tu…chi devi perdonare?” sbotta la piccina proponendo un quesito pungente che colpisce e affonda Elsa.

La donna non sa che cosa ribattere e, di per sé, quella domanda non richiede nemmeno risposta ma solo riflessione personale. Elsa non poteva immaginarsi di trovare di fronte una figlia così matura e preparata che, alla sua tenera età, riusciva a risolvere un problema d’amore molto più facilmente di come stesse facendo lei…tirando in ballo pratiche divorziste.
Forse Lia aveva pienamente ragione. Era arrivato il momento di cambiare, di capire come comportarsi. Non per forza doveva tornare con Jack, ma doveva migliorare la propria vita cominciando nell’imparare a valorizzare le due gemme che custodiva in casa.

“Hai ragione. La prima persona con cui voglio ripartire sei proprio tu. Io e te abbiamo sempre avuto un rapporto molto strano e ti chiedo perdono per tutto. Voglio solo dirti che, a prescindere da come andrà a finire, io e papà ci vorremo per sempre bene ed entrambi soffriamo in questa decisione che stiamo prendendo” aggiunge Elsa imbarazzata da quell’argomento, non sapendo come fare a sdebitarsi.

“Nel mio cuore ho il sogno che voi possiate fare pace, ma se non succederà mi auguro almeno che sappiate perdonarvi come io perdono sempre Sofia e come ora sto perdonando te mamma” conclude Lia con l’ennesima pugnalata, per poi entrare nella propria camera e infilarsi sotto le coperte, lasciando la madre basita nel corridoio, forse smossa da quel discorso puro e maturo che aveva trattato la figlia.
  
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