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Autore: breezeblock    25/09/2020    7 recensioni
Sbatte la porta con tutta l’intenzione di ridestare la sua attenzione, e ci riesce, perché lui si volta lentamente, ma il libro gli fa ancora da scudo e le impedisce di guardarlo in faccia.
“Oh, Granger. Non ti aspettavo così presto”.
Hermione si ritrova a pensare che suo il tono untuoso arriva a disgustarla più del postaccio umido in cui vive.
Seconda classificata (pari merito) al contest "Double, double, toil and [drabble]" indetto da CatherineC94 sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La Tempesta Dentro

 
 
 

Odia tutto di questa contea. Le raffiche di vento, le tempeste, le coste ruvide che si affacciano sulle onde rabbiose. 
Ha le labbra spaccate, il viso le brucia e quasi non sente più il sangue scorrerle nelle estremità del corpo. 
Tornare lì la disgusta, ma fortunatamente è pagata per farlo.
La tenuta Malfoy si staglia imponente davanti a lei, fredda e inospitale come la Cornovaglia che le fa da cornice. 
Lo trova seduto nel suo studio, illuminato solo dalle fiammelle che scoppiettano nel caminetto e dalla luce fioca di una lampada d’ottone lucido. 
Sbatte la porta con tutta l’intenzione di ridestare la sua attenzione, e ci riesce, perché lui si volta lentamente, ma il libro gli fa ancora da scudo e le impedisce di guardarlo in faccia.
“Oh, Granger. Non ti aspettavo così presto”. 
Hermione si ritrova a pensare che suo il tono untuoso arriva a disgustarla più del postaccio umido in cui vive.
Malfoy chiude il libro e lo posa sulla scrivania in mogano davanti a sé.
“Il tuo segretario mi ha detto di presentarmi alle 17:00”. 
“Sono già le 17:00?”, il tono è incredulo e stanco. Hermione completa la sua deduzione osservando i grandi solchi che ha intorno agli occhi e il viso scavato.
Sembra consumato.
“Evidentemente”, risponde piatta.
“Bene, allora cominciamo. Prego, accomodati”.
Il padrone di casa, alzatosi in piedi per cortesia, le fa cenno di sedersi su una delle due poltrone in pelle di fronte alla sua scrivania. Mentre fa per sedersi, Hermione lancia una rapida occhiata alla copertina del libro. Ovviamente, il membro di una delle sacre ventotto possiede un’antichissima e inestimabile edizione de Il Racconto d’Inverno. Fa una smorfia contrariata, lei questa versione non ce l’ha. Non ancora, almeno.
“Ci sono novità?”  
“Ancora niente che possa aiutarci”.
“Dannazione!”.
La Granger batte le palpebre istintivamente, presa alla sprovvista dall’irruenza con la quale Malfoy colpisce il tavolo con entrambe le mani. Si scusa subito però, ritrovando il contegno temporaneamente perso. In ogni caso, agitazione e fragilità si erano già infiltrate nelle crepe della sua maschera di ghiaccio, scioltasi da un pezzo di fronte a lei, che quindi non ne rimane particolarmente sorpresa. 
Si alza scattoso e si dirige al ripiano degli alcolici. Versa del whiskey in due bicchieri e gliene porge uno, ormai sa cosa le piace.
“Com’è possibile che mio padre riesca sempre a farla franca?”, si accascia sulla poltrona accanto a lei e nello slancio un po’ di amaro fa capolino dal bicchiere inumidendogli un dito, che procede a leccare con totale nonchalance. 
Hermione distoglie lo sguardo e si concentra di nuovo su quell’edizione, pensierosa. 
“C’è qualcosa che hai fatto o detto che potrebbe averlo portato ad impossessarsi del tuo conto bloccandoti l’accesso? Qualsiasi cosa, anche la più piccola e insignificante potrebbe esserci utile”.
“No, Granger, per l’ennesima volta, no. Non gli ho dato alcun motivo per rubare i miei soldi, se non che forse l’ho adulato poco in questi ultimi tempi”, conclude sarcastico. 
Hermione alza gli occhi al cielo. Ogni volta che si chiede come mai abbia accettato di rappresentare Draco Malfoy in tribunale non sa come rispondere. Certo, la paga bene, questo è fuori discussione. Nonostante il clima ostile fuori e dentro casa, non le fa mai mancare niente. Si comporta come se non fosse mai esistito astio tra di loro né come se lo volesse creare. Lui da abile manipolatore qual è, si circonda solo del meglio che può trovare, e lei in questo campo è indiscutibilmente la migliore.
È sempre stata una paladina delle vittime indifese e questo lui lo sa bene, perciò l’ha voluta. 
Il cielo tuona.
“Grandioso”, mugugna.
“Come dici?”
“Niente”.
Deve sbrigarsi, dirgli ciò che ha saputo dai suoi informatori e dagli Auror e andarsene prima che la tempesta la colga in pieno.
“Delle novità ci sono, ma come ho detto, nessuna che possa aiutarci”.
“Sarebbero?”
“Gli Auror sospettano che Lucius abbia pagato le cauzioni di alcuni Mangiamorte- al momento a piede libero- facendo risultare te come responsabile, visto che i movimenti sul tuo conto parlano chiaro”.
Draco la guarda scioccato. Si alza in piedi e si passa una mano tra i capelli mentre si avvicina al camino, borbottando alcune parole che Hermione non riesce a decifrare.
“Così manderà…”
“Manderà in frantumi la tua campagna elettorale per la carica di Ministro della Magia”, conclude lei al suo posto.
Draco le da le spalle, osserva il fuoco nel camino assumere svariate forme nel suo moto incessante. 
La tempesta si fa sempre più vicina.
“Il vecchio sa ancora come si gioca”. 
Draco interrompe di nuovo il silenzio ed Hermione si volta a guardarlo. La camicia che indossa è sgualcita e arrotolata sulle maniche. Per la prima volta lo vede trasandato.
Draco si rigira tra le mani l’anello di famiglia e riflette ad alta voce. 
“Io gli ho dato tutto. Mi sono fatto marchiare come una mucca per lui, mi sono venduto per salvare la sua pellaccia rugosa. Avrei dovuto essere forse più dolce con lui? Rispondere agli schiaffi con dei baci, lodarne gli effetti? Patisco più peccati di quanti non ne abbia commessi”.
Un fascio di luce abbaglia lo studio, segue repentino un tuono così forte che Hermione lo sente echeggiare nelle ossa. Ma forse più vigorose dei tuoni, più ruggenti della tempesta, sente addosso le parole del suo antico nemico e inaspettatamente lo comprende.
Allora si alza e fa per raggiugerlo, il calore del fuoco la fa avvampare. 
“Troveremo una soluzione. Ma devi essere pronto alle conseguenze delle sue azioni, che saranno senz’altro severe”.
“Sono pronto al peggio da una vita, Granger”. 
Draco rinfila il suo anello nell’indice, poi si volta verso di lei e prima di parlare finisce il suo whiskey.
“Sarò al suo fianco un’ultima volta, quando lo scorteranno ad Azkaban. Infondo, non l’ho mai abbandonato, né lo farò adesso”.
La conversazione è bruscamente interrotta da due tuoni rincorsosi nel cielo, Hermione sobbalza per lo spavento e parte del suo whiskey finisce a terra. Impreca.
“Fa' niente, chiederò a qualcuno di pulire”. La bocca di Draco si storpia in un debole sorriso, rimane a fissare la macchia sul tappeto per qualche secondo prima di spostare la visuale alla finestra, cornice di uno scenario a dir poco raccapricciante.
“Ti fermi per cena? Avviserei la cucina, in tal caso”.
Draco Malfoy conosce già la risposta alla sua domanda. Hermione non sopporta che sia lui a muovere i fili del loro singolare rapporto, ma la cosa che la fa più incazzare è proprio il fatto di averle posto una domanda, mettendola quindi nella posizione di poter scegliere, a rendere comunque la sua opzione l’unica possibile di fronte all’ovvio. 
Lui e quella tempesta condividono l'essenza, esercitano un potere ambiguo su di lei, che a volte si cela dietro le più cortesi attenzioni, altre si impone solamente, e determina le sue azioni facendole perdere il controllo.
Quindi non gli risponde, si limita ad osservare la furia della natura abbattersi sulla finestra e sospira, vagamente indispettita.
 

 
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Allora, ho scelto di ambientare la storia in Cornovaglia, perché più si confaceva alle atmosfere che volevo descrivere e perché in questi giorni sto facendo binge watching di Poldark, ambientato per l'appunto tra i paesaggi mozzafiato di questo posto magico. Il contest richiedeva l'utilizzo di prompt rievocanti alcuni dei passi di Shakespeare. Io ho scelto quello dedicato al Re Lear, che recitava così: "Io sono un uomo che ha patito più peccati di quanti non ne abbia commessi." Ho voluto inserire la frase nella storia perché mi sembrava pertinente detta da Draco in questo contesto. 
Ho poi strizzato l'occhio ad un'altra opera di Shakespeare, Il Racconto d'Inverno, in cui il personaggio femminile porta il nome di Hermione. Ovviamente rimane una cosa non detta tra i due, nonostante entrambi siano consapevoli della coincidenza.
Draco vuole diventare Ministro, un dettaglio che forse può far storcere il naso a qualcuno, ma che in questo scenario ho immaginato perfetto per rappresentare l'ostilità del padre, chiaramente non in linea con i principi che il figlio ha abbracciato dopo la guerra.
In questo caso sono stata ispirata dal Re Lear e in particolare dal personaggio di Cordelia, che per certi versi Draco incarna ma non del tutto. Utilizza la frase del Re, che in Shakespeare è colpevole di aver cacciato Cordelia dal regno provocando così la sua stessa rovina, ma ribaltando la prospettiva, che secondo Draco è quella di un figlio che ha dato tutto per amore del padre, un amore che c'è stato ma rimasto taciuto o male espresso (non credo che la comunicazione sia stata molto presente nella famiglia), ed evidentemente per questo considerato da Lucius colpevole o non abbastanza, come poi secondo me si è sempre sentito Draco durante gli anni di scuola. Nonostante questo, Draco confessa a Hermione che anche quando questa storia finirà, rimarrà accanto a suo padre accompagnandolo verso il suo destino, cosa che per certi versi fa Cordelia, rimanendo vicino al padre fino alla sua fine, nonostante il precedente allontanamento proprio voluto da Lear.
Ho immaginato Draco e Hermione lavorare insieme in uno spazio temporale molto lontano dalle loro vicende scolastiche, dove ormai hanno abbandonato le loro antiche ostilità. Nonostante questo, Hermione non riesce a mandare giù alcuni modi di fare del suo antico nemico, rimanendone comunque soggiogata in un modo che la lascia interdetta sulle sue decisioni e i suoi desideri.
Ho preferito lasciare un finale sospeso, il perché rimane altrettanto sospeso anche per me. Forse lo capirò tra qualche giorno.
Spero comunque di aver reso bene le richieste del contest e che in generale vi sia piaciuta.
A presto,
Lu.
  
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