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Autore: _Misaki_    25/09/2020    9 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 DANGEROUS
 
- Cap. 8 -



   Tokyo, 7:00 PM.

   Era passato un giorno dall’arrivo di May e Shion allo Hyatt Regency e da quando avevano fatto conoscenza dei coniugi Iwata. Quella sera i due agenti erano stati invitati a cena proprio da loro, avrebbero mangiato in un lussuoso ristorante tradizionale nel quartiere di Asakusa. Una volta arrivati, pagarono il taxi e lasciarono che il personale li conducesse verso la sala privata che avevano prenotato gli Iwata per l’occasione.
   «Buonasera.» salutò cordialmente Shion, inchinando il capo. May entrò subito dopo di lui e fece lo stesso.
   «Buonasera ragazzi.» li accolse il signor Iwata «Sedetevi pure. Mi sono permesso di cominciare a ordinare l’aragosta che piace tanto alla mia mogliettina, vero cara?»
   «Oh, sì, la adoro!» rispose la moglie, coprendosi la bocca sorridente con la mano.
   «Si vede che ha buon gusto!» provò a inserirsi nel discorso May.
   «Grazie cara… ti sta divinamente quel kimono!» ricambiò la donna. Per la cena i due coniugi avevano indossato il kimono e lo stesso aveva fatto May. Shion invece aveva optato per uno smoking.
   «Oh, grazie, ma a lei sta sicuramente meglio!»
   «Oh, mi fai arrossire, cara!»
   «Ok» tutto a un tratto Shion si fece serio «Se non vi dispiace, mentre preparano la cena vorrei fare chiarezza sul caso...»
   «Certamente.» rispose il signor Iwata, estraendo dei fogli di carta da una busta per documenti e porgendoli al ragazzo «Sarei molto grato se analizzaste le lettere che mi sono arrivate. Come vedete sono tutte scritte a computer, quindi è impossibile riconoscere l’autore dalla calligrafia. Io non so proprio chi possa avercela con me…» la sua voce lasciava intendere che si sentisse un po’ sconsolato a causa delle minacce.
   «Non le viene in mente proprio nessuno, che so, che possa essere invidioso o che voglia vendicarsi di qualcosa?»
   Alle parole di Shion, Iwata scosse la testa incurvando un po’ le sopracciglia in segno di rammarico, al ché la moglie decise di intervenire      «Mio marito non ha nemici. È un uomo buono e generoso, aiuta sempre il prossimo, nessuno oserebbe fargli del male.»
   «Vi è mai capitato prima di questo episodio di ricevere altre minacce?» provò ad approfondire la questione May.
   «Nemmeno, è la prima volta.» rispose la donna in tono afflitto, stringendo la mano del marito per ricevere conforto.
   «Capisco...» riprese la parola Shion, che nel frattempo aveva letto sommariamente le lettere in questione «Quindi le sono arrivate solo queste due e nella seconda si minaccia che qualcosa di brutto avverrà se lei si presenterà a Tokyo. Ma ancora non è accaduto nulla per fortuna.»
   «Ti prego aiutami, ho paura che possa succedere qualcosa di veramente brutto! Ma non voglio rinunciare all’esposizione! È un anno che la stiamo progettando, vero cara?» esclamò il signor Iwata in tono supplichevole.
   «Sì, è un diamante di famiglia molto caro e prezioso per noi... e l’esposizione ci aiuterà a raccogliere fondi da donare in beneficenza.»
   «Non vi preoccupate, d’ora in poi sarete sotto la nostra protezione, per qualsiasi cosa ci potrete chiamare, in ogni momento.» cercò di rassicurarli May «Non succederà nulla né a voi né al diamante.»
   I due coniugi le sorrisero amabilmente, ma la signora Iwata sotto, sotto non sentiva di potersi fidare del tutto della ragazza. Ai suoi occhi Shion, un uomo, era sicuramente più affidabile nel ruolo di agente. La moglie di Iwata era stata educata in una famiglia aristocratica di vecchio stampo, perciò non le sembrava giusto dare troppa fiducia a una donna, giovane per giunta, che avesse scelto un lavoro così pericoloso tanto per sé quanto per la sua futura famiglia, se mai avesse deciso di crearne una.
   Ciononostante, la cena proseguì senza intoppi e i coniugi, scortati da Shion e May, fecero ritorno in hotel. Una volta rientrati in camera, però, i due agenti non poterono nascondere l’un l’altro le proprie perplessità sulla situazione.
   «May, tu credi davvero che gli Iwata siano così amati da tutti?»
   «Ho i miei dubbi, la signora non mi sembra una che possa essere amata da tutti.»
   «Già, mi è sembrata diffidente anche se cercava di nasconderlo.»
   «Ho l’impressione che non si fidi di me... Ma in ogni caso ci lavorerò, che voglia o no dovremo collaborare.»
   «Già.» sospirò Shion. Il ragazzo improvvisamente si soffermò a osservare May nel suo kimono rosa. La stoffa era decorata con dei graziosi motivi floreali di diverse gradazioni di rosso, rosa e bianco. L’obi invece era nero, ricamato in oro e scarlatto, con motivi che riprendevano quelli del doura, la parte esterna della fodera.
   «Sai, quel kimono ti dona davvero molto!»
   Alle parole del ragazzo le guance di May si tinsero di un lieve rossore.
   «Grazie, anche tu stai molto bene in smoking.» ricambiò timidamente.
   Shion divenne ancora più imbarazzato di quanto non lo fosse la ragazza, arrossì e il suo cuore iniziò a battere velocemente. Avrebbe dovuto immaginare che la cotta che aveva nei confronti della sua collega gli avrebbe dato del filo da torcere. Per dissimulare i propri sentimenti cercò di parlare con naturalezza.
   «Immagino tu sia stanca dopo questa serata, ti aiuto a toglierlo? Deve tirare un sacco…» chiese, riferendosi al Kimono. Non ne aveva mai provato uno ma sapeva bene quanto la cintura stringesse e impedisse i movimenti. Si sentiva quasi soffocare per lei.
   «No, ce la faccio da sola, grazie.» rispose May, provando a sciogliersi il fiocco. Prima di cena una ragazza che lavorava in hotel l’aveva aiutata a vestirsi e aveva stretto per bene l’obi, così come tutti i vari strati di cintura. Ci vollero solo pochi secondi per convincere May che era meglio arrendersi e accettare l’aiuto del collega.
   «No ok, per favore aiutami.»
   «Ok, vediamo se ci riesco!» esclamò Shion, alzandosi dal letto e raggiungendo May davanti allo specchio.
   «Lo spero anche per te visto che sennò dovrai dormire con un salsicciotto al tuo fianco!» scherzò lei.
   «Ma che salsicciotto?» disse il ragazzo, ridendo mentre tirava energicamente i vari nodi per slegarli. Finalmente riuscì a liberare la ragazza dall’obi, togliere il doura sarebbe stato facile anche da sola. «Ecco fatto!»
   «Grazie mille! Ora vado in bagno a lavarmi e cambiarmi.» May non fece in tempo a muovere un solo passo che qualcuno cominciò a bussare energicamente alla loro porta.
   «Aiuto!!! Aiutoo!!! Shion! May! Aiutatemi!» La voce sembrava quella del signor Iwata. Il ragazzo corse ad aprire la porta.
   «Che succede?»
   May si disfò del doura, indossò una maglietta e un paio di jeans che aveva lasciato sulla sedia e raggiunse Shion.
   «Mia moglie!» Continuò il signor Iwata «Sta male! Sembra come avvelenata!»
   «Arriviamo immediatamente! Lei intanto chiami l’ambulanza!» ordinò il ragazzo, correndo nella camera a fianco, in cui si trovava la signora Iwata. La donna era distesa sul letto con indosso il suo yukata per la notte e si stava contorcendo dai dolori addominali, premendosi con forza entrambe le mani sulla pancia.
   «Signora Iwata! Che le succede?» chiese May allarmata, avvicinandosi alla donna «Quando sono iniziati i dolori?»
   «Poco dopo il rientro dal ristorante.» rispose lei, per poi emettere un gridolino di sofferenza.
   «Ha assunto altre sostanze dopo la cena? Medicine?»
   «Solo il mio solito digestivo. Ahi!»
   In pochi minuti l’ambulanza arrivò e la portò immediatamente all’ospedale. Il marito salì con lei sull’ambulanza mentre Shion e May si fermarono nella camera dei due coniugi per cercare qualche indizio. La ragazza diede un’occhiata al tavolo. La boccetta con i digestivi che aveva assunto poco prima la signora Iwata era ancora lì, l’aveva lasciata aperta. May prese una compressa tra le mani e la osservò da vicino. Non aveva niente di strano, nemmeno l’odore le suggeriva nulla. Poi il suo occhio cadde su una tazza di tè lasciata mezza piena lì a fianco.
   «E questo?» disse May, notando che la tazza era una di quelle dell’hotel «Che si sia sentita male mentre beveva il tè?»
   Shion, che stava controllando il comodino, lasciò perdere e raggiunse la collega.
   «Non potrebbe essere del signor Iwata, invece? Magari lo ha lasciato a metà per soccorrere la moglie.» provò a supporre. Dopotutto la signora aveva detto loro di non aver ingerito nient’altro oltre alla cena.
   «È sicuramente della signora Iwata.» confermò May, indicando una traccia di rossetto rimasta sul bordo della tazza. «Probabilmente mentre si contorceva dal dolore le è sfuggito di mente, o non pensava fosse rilevante perché ne ha bevuto davvero poco.»
   «Ma se i dolori sono comparsi immediatamente dopo aver sorseggiato questo tè…  allora è stata avvelenata davvero!» esclamò Shion.
   May provò ad avvicinare la tazza al naso e le fu immediatamente chiaro che non si trattava di un semplice tè verde. L’odore le fece contorcere il volto in una smorfia.
   «È disgustoso!» esclamò, allontanandolo immediatamente da sé. «La puzza sembra quella del bromo!»
   «Bromo!?» chiese allarmato Shion «Ne basta una goccia per avvelenare qualcuno!»
   «Maledizione, ma come ha fatto a berlo senza accorgersene?» Probabilmente la signora Iwata aveva bevuto il tè per mandare giù la pastiglia e aveva fatto tutto in modo talmente veloce e automatico che nemmeno aveva guardato cosa ci fosse nella tazza, pensò May.
   «Dobbiamo immediatamente comunicarlo all’ospedale!»
   I due telefonarono alla clinica e spiegarono la situazione in modo che la signora Iwata potesse ricevere cure adeguate. La dose ingerita non era sicuramente alta, quindi se la sarebbe cavata con un ricovero di qualche giorno. May e Shion raccolsero parte della sostanza incriminata, presero un taxi e si affrettarono verso i laboratori della struttura ospedaliera. Le analisi confermarono che si trattava di una piccola quantità di bromo disciolta nel tè, probabilmente un tentato omicidio, e anche un po’ grossolano visto la scelta pessima del veleno. La signora Iwata fu curata in tempo e per quella notte i due dovettero rimanere in ospedale per tenere sotto osservazione i coniugi. L’autore delle minacce aveva cominciato ad agire.
 

 
***
 
 
   Cancún, 9:05 AM.

   Era il secondo giorno di missione anche per Iris, Wendy e Lizzy. Le tre si erano date appuntamento per colazione e successivamente si erano dirette in spiaggia con l’intenzione di raccogliere qualche informazione sul magnate a cui stavano dando la caccia. Avevano riservato un ombrellone e tre lettini nei bagni privati dell’hotel, zona in cui, nell’ultima settimana, era stato più volte avvistato il soggetto. Mentre si fingevano delle comuni turiste, si guardavano intorno in attesa di scorgere qualche movimento sospetto.
   Passò più di un’ora prima che il loro obiettivo si facesse vivo. Un uomo sulla cinquantina che indossava abiti estivi visibilmente di marca sedeva al bar della spiaggia, in uno dei tavoli all’aperto, osservando il mare e sorseggiando una bevanda. Era un po’ lontano dal loro ombrellone per poterlo affermare con certezza, ma il volto sembrava proprio corrispondere a quello della foto sul fascicolo consegnato loro da L.
   «Ragazze… quello non vi sembra il nostro soggetto?» chiese Iris a bassa voce, indicando l’uomo con un cenno della testa. Wendy abbassò leggermente gli occhiali da sole, dirigendo lo sguardo in quella direzione.
   «Sì, potrebbe essere lui. Come agiamo?»
   «Una di noi dovrebbe andare a parlarci ed estorcere qualche informazione. La migliore in questo campo sarebbe Lizzy, ma se non collabora… vero Lizzy?» disse a voce un po’ più alta perché la collega potesse sentirla. La bionda non sembrava molto interessata al lavoro, non faceva che fissare tutti i bei ragazzi che passavano sulla spiaggia senza degnare nemmeno di uno sguardo il sospettato.
   «Lizzy, te la senti?» chiese Wendy, schioccando le dita davanti alla faccia della collega nel tentativo di ottenere una risposta.
   «Ufff…» sbuffò l’altra, mettendosi a sedere e squadrando l’obiettivo «D’accordo, ma sono stufa di fare sempre tutto io!» così dicendo, si alzò e si avviò verso il bar ancheggiando in modo provocante.
 
   «Salve…» disse Lizzy una volta raggiunto quello che doveva essere il loro soggetto. «Posso sedermi accanto a lei?»
   L’uomo la squadrò dall’alto in basso, constatando che era proprio una bella ragazza.
   «Ma certo, signorina.» rispose compiaciuto «Come ti chiami?»
   «Esmeralda.» mentì, pronunciando quel nome nel modo più sexy che le riuscì «Lieta di conoscerla signor…»
   «Signor Kang TaeYoo. Hai davvero un bel nome!»
   «Grazie. Sa, lei è un uomo molto affascinante…»
   Kang TaeYoo fece un sorriso compiaciuto. Alla sua età ancora riusciva ad attrarre le donne? Il potere dei soldi era davvero qualcosa di inestimabile!
   «Ti posso offrire un drink?»
   «Volentieri! Grazie!»
   L’uomo richiamò l’attenzione del barista.
   «Un sex on the beach per questa splendida ragazza!»
   «Arriva subito.» rispose lui, andando a prepararlo.
   «Cosa ci fa un uomo così affascinate tutto solo a Cancún?»
   «Stavo giusto per chiederti la stessa cosa, sono qui per un viaggio d’affari. E tu?»
   «Una vacanza con delle amiche, stiamo cercando di scappare dal lavoro… vogliamo solo rilassarci e divertirci.» rispose Lizzy, cercando di suonare sensuale e ammiccante.
   «Ma perché un giorno non vieni a divertirti con me su una delle mie barche? Puoi invitare anche le tue amiche!»
   «Barche? Quante ne possiede? Sarebbe un vero piacere farle compagnia!»
   «Ne ho una decina, sono una delle mie passioni, e i soldi certo non mi mancano, quindi…»
   «Wow! Oltre ad essere affasciante è davvero ricco! Che lavoro fa… se posso?»
   «Nessun problema, sono una persona onesta! Possiedo un’azienda di import-export, commercio in tutto il mondo! Anche quel magazzino che si vede passando sulla spiaggia è mio. Qui l’affitto è molto alto, ma grazie ai miei guadagni ne ho fatto costruire uno enorme! E pensa che ne ho più di mille in tutto il mondo.» continuò a elogiarsi lui.
   «Oh, mio dio! La prego, mi faccia essere la sua segretaria, farei qualsiasi cosa per lei, qualsiasi!»
   Kang TaeYoo si lasciò andare a una risata che risuonò estremamente volgare.
   «La segretaria sarebbe sprecata per te! Ti spetterebbe una posizione ben diversa!»
   Era chiaro che l’uomo l’avesse scambiata per una di quelle che si venderebbero volentieri pur di vivere nel lusso. Al contrario, Lizzy lo considerava solo un povero illuso e stava al suo gioco fatto di allusioni e corteggiamenti solo per estorcergli informazioni sul magazzino a cui lui stesso aveva accennato. Veramente un idiota. La sua sensazione era che gli uomini più invecchiavano più non ci stavano con la testa. Bastava un bel fisico e due paroline azzeccate che subito si credevano dei sex symbol.
   «Sono disponibile per tutte le posizioni che vuole! Ahahah!»
   «Me lo aspettavo, bella com’è!»
   «Ma, di preciso, dove si trova questo magazzino sulla spiaggia? Dev’essere davvero grande, ma sono arrivata da poco e non l’ho ancora visto!»
   «Oh, beh, è enorme! Ma d’altra parte quando si parla di me tutto è enorme…»
   Perfino Lizzy che era abituata a questo genere di uomini cominciava a sentirsi un po’ schifata dal suo atteggiamento. Ciononostante continuava ad ascoltarlo simulando quanto più interesse e devozione possibile.
   «Comunque se lo vedi lo riconosci subito, sarà circa due chilometri e mezzo da questo bar ed è molto speciale: è in legno laccato, molto duro e resistente… sai, la vicinanza col porto è un vantaggio, ma essendo sulla spiaggia non potevo certo rovinare il paesaggio con una costruzione scadente! E poi essendo così in bella vista mi faccio anche un’ottima pubblicità!»
   Un uomo vestito in smoking, look che faceva decisamente a pugni con l’ambiente della spiaggia, apparve alle spalle dei due, interrompendo la loro conversazione.
   «Signor Kang TaeYoo?»
   «Dimitri, dimmi!» il magnate sembrava conoscere molto bene quell’uomo dall’accento est europeo. Con ogni probabilità doveva essere uno dei suoi scagnozzi.
   «È richiesta la sua presenza per quel lavoro al magazzino, se non le dispiace.»
   «Oh, ma certamente. Mi dispiace Esmeralda, continueremo la conversazione la prossima volta. Il lavoro prima di tutto…»
   «Spero di ricontrarla presto! Vorrei fare con piacere un giretto su una delle sue barche!»
   «Volentieri cara! Mi farò vivo di nuovo,» così dicendo, Kang TaeYoo seguì l’uomo in smoking e si allontanò in direzione del magazzino sulla spiaggia.


 
Fine cap. 8

_________________________


Buonasera a tutti~
Eccomi con un nuovo capitoletto, questa volta incentrato soprattutto su May e Shion! Il misterioso individuo che minaccia il signor Iwata ha cominciato ad agire... riusciranno a proteggerlo?
Nel frattempo Iris, Lizzy e Wendy hanno rintracciato il loro obiettivo, Kang TaeYoo ha i minuti contati!
Alla prossima~

Misa
  
 
 
 
**************************************

Ciao a tutti~
E' la Misa del futuro che vi parla! La Misa che è arrivata a pubblicare il capitolo 11 precisamente.
Visto le difficoltà a ricordare i nomi coreani che sono emerse attraverso alcune recensioni, ho pensato di creare una sorta di schemino dei personaggi per facilitare il loro riconoscimento. 
Al posto di cercare dei presta volto li ho disegnati in modo stilizzato per non condizionare troppo la fantasia, continuate pure a immaginarli come preferite!

 
 


 
  
  
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