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— Ponte
Personaggi:
Akiko Yosano, Edogawa Ranpo
Canzone: Each Tear ~ Mary J. Blige
Numero parole: 601
Avvertimenti particolari: riferimenti alla Grande Guerra. Nella fic non
è passato nemmeno un anno
da quando Yosano è sfuggita alle mani di Mori grazie a
Fukuzawa e Ranpo.
Il tuo futuro
sarà più sereno,
Voglio che tu ti ricordi che…
In ogni lacrima c’è una lezione.
Quel
ponte esiste da
molto prima di lei: la casa paterna è piena di foto e stampe
che lo ritraggono,
è sempre stato al suo fianco. Costruito interamente in legno
e dipinto di rosso,
l’elegante arco sbuca dalla vegetazione del parco che lo
ospita, si estende
sopra un quieto laghetto e una costellazione di ninfee rosa, quindi si
rituffa
nel verde: immerso nei profumi del mondo intorno, perfino la luna non
manca mai
di fermarsi sulle sue balaustre e illuminare chi lo percorre.
È un’immagine
rassicurante nella sua pacatezza, in quella famigliarità che
è scaturita dal
correre spesso sulle assi solide, con maggiore sicurezza e
velocità via via che
si cresceva; e se chiude gli occhi, Akiko riesce ancora a sentire il
suono dei
propri passi che si inseguono fino a fuggire oltre il legno,
nell’orizzonte
della memoria.
È un dolce mattino quello
che saluta Yokohama: il tempo si sta facendo più mite e la
luce giunge presto,
i fiori occhieggiano ovunque lo sguardo si posi e, mentre la mora si
appoggia a
una delle balaustre, un volo di farfalle si alza da alcuni cespugli di
camelie
screziate1, riempiendo l’aria di una
nuvola indaco e scomparendo
sotto il ponte.
Akiko si dirige dal lato
opposto della struttura e si sporge appena, quindi guarda quella
delicata macchia
di colore ricomparire e si libra nell’aria insieme a essa,
sempre più in alto.
Le farfalle si dileguano in fretta, troppo veloci per i suoi tentativi
di
rincorrerle: e mentre un filo di tristezza le incrina il sorriso,
improvvisamente
sente le spalle abbassarsi sotto mani forti e ferme, ben decise a
inchiodarla lì
dove sta.
L’aria si fa più
rarefatta e dalla bocca della ragazzina sfugge un mugolio di terrore,
mentre
gli occhi dimenticano la natura che li circonda e nella mente si
dipinge fumo, umori
diversi e lacrime, un’isola d’ombra; e nel grembo
dell’oscurità stessa, il
sorriso di una fiera. È tempo di mettersi al
lavoro, Yosano-kun.
«Yosano-san, Yosano-san!»
La ragazzina stringe i
denti, si sforza di serrare le palpebre; non vuole sentire il passo che
sale il
ponte e le si avvicina con calma, senza fretta, sapendo che il terrore
l’ha immobilizzata,
che non scapperà.
«Yosano-saaan, dove sei? Oh,
farfalle dorate!»
Farfalle
dorate… come
quella che vive tra i tuoi capelli; come il dono che ti ha fatto un
uomo buono
andato in guerra, il gesto di dolcezza che hai perduto e un ragazzino
rumoroso ti
ha poi restituito.
Akiko
spalanca gli occhi,
ispira e stringe il legno con tutta la forza che possiede; il cuore
riconosce
il paesaggio intorno e si placa in pochi istanti, lasciandola senza
forze ma
con la certezza che ciò che ha visto non è più
una realtà che la
riguarda.
La guerra è ormai lontana,
il ghigno del Persecutore non le morde la nuca né la
costringe a sporcarsi di
sangue ancora e ancora; basta con il dolore, ora sono gentilezza e
protezione a
vegliarla.
«Ah, eccoti qui! Ti vanno
dei dango2?
Laggiù c’è un chiosco che ne ha
tantissimi!»
Ora, nel suo mattino c’è Edogawa
Ranpo che corre verso di lei e sbracciandosi muove tutti i fiori del
parco,
spargendo ovunque il proprio entusiasmo; e mentre Akiko si accorge di
piangere di
gioia, comprende anche di non aver bisogno di ali per essere
libera e sentire
le sue ferite chiudersi. «I dango vanno
benissimo, Ranpo-san», risponde
allora mentre si asciuga due lacrime e gli va incontro su un sentiero
che conduce
fino al sole, dove paura non c’è.
NOTE
1 Le
camelie screziate simboleggiano la speranza.
2 Particolari
dolci giapponesi.
ANGOLO DI MANTO
Ransano
Nation, how
are we feeling?