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Autore: Manto    06/10/2020    2 recensioni
♦ Raccolta ideata per il BSD Writober 2020 (ci ho provato, la porto avanti comunque!)
♦ Possibili riferimenti a Dead Apple e alle light novel
Trentuno prompt per trentuno o più personaggi, relazioni e sogni diversi. Alte dosi di angst, fluff e hurt/comfort, a seconda dell'umore dell'autrice.
Essendo questa in pari con le uscite online del manga, alcune vicende/personaggi citati saranno spoiler per gli anime only.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Akiko Yosano, Altri, Osamu Dazai, Ranpo Edogawa
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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6# — Ombra

 

Personaggi: Osamu Dazai, sorpresa
Canzone: Wildfire ~ SYML
Numero parole: 1150

 

Nei giusti tempi, tu saprai
Quando allentare la presa, quando lasciar andare
Puoi trovarti nel posto a cui appartieni
Non sei una maledizione, non sei di troppo
C’è bisogno di te qui, sei abbastanza
E niente ti potrà abbattere per molto.

I toni del primo mattino sono intrisi d’oscurità: la notte tarda ad andarsene, si allunga pigramente sopra i tetti delle case e rimanda per un minuto ancora, sorprendendo chi alza lo sguardo al cielo e lo ritrova ricolmo di stelle.
La gente sembra obbedire allo stesso incanto che non vuole dissolvere il buio, e per le strade s’incontrano solamente ombre e passi veloci, guizzi di presenze e voci appena accennate tra chi si riconosce e saluta: al di là dei consueti suoni di Yokohama che si risveglia e prende in mano un nuovo giorno, niente disturba la quiete.
Da parte sua, Dazai l’accetta come se fosse un balsamo, donando in cambio un sorriso accennato. È presto per raggiungere l’Agenzia, ma il sonno lo ha abbandonato senza pietà e i muri delle stanze lo hanno reso insofferente, così da spingerlo a lasciarseli alle spalle per vivere quel tempo sospeso che precede l’alba.
Come spesso accade, le gambe lo conducono autonomamente alla tomba di Oda: ma appena ne scorge la lapide, il giovane comprende che non le riserverà le parole di sempre, che per quella volta la sua sosta sarà molto breve — o forse no?
Si volta con falsa noncuranza, la nuca che inizia a pizzicare sotto lo sguardo di qualcuno che respira nelle nere pozze d’ombra; ma non percepisce niente di pericoloso intorno a sé, solo lo scorrere del quotidiano ritmo cittadino — con una piccola variante, che ancora non si è mostrata.
«Era un uomo gentile…. dovrebbe ricevere più visite.»
Osamu ha un piccolo sobbalzo mentre sente quella voce limpida, trillo di usignolo, scivolargli lungo la schiena in una carezza; girandosi nuovamente, vede l’alta, elegante figura di una donna avanzare nella sua direzione. La distanza e il buio ne nascondono i tratti, ma non il luminoso sorriso e i molti fiori che stringe tra le mani.
«L’importante è che siano quelle di chi gli era legato», le risponde lui mentre le fa un cenno di saluto, rispondendo alla mano alzata della sconosciuta. Ora che è più vicina, è possibile notare la bellezza della sua lunga chioma corvina e la pelle chiarissima, forse anche troppo: sotto di essa sembrano scorrere non vene, ma fili d’argento e una leggera sensazione di freddo.
«Giusto, giusto. Tuttavia, oggi sei parecchio silenzioso.» La nuova arrivata depone i suoi fiori sulla tomba di Oda e poi alza lo sguardo d’ossidiana verso Dazai, che si accontenta di osservarla senza rispondere. Nonostante lei sia meravigliosa, quello sente l’impulso di allontanarsi dalla sua presenza il prima possibile, ma solo per correrle incontro dopo qualche attimo; e rimane in silenzio anche quando lei gli prende una mano, senza badare alle convenzioni e quasi lo conoscesse da sempre, e la stringe forte.
«Sai, a volte credo che tu potresti sentirlo ridere, ora. Stai facendo tanto per essere l’uomo che lui avrebbe voluto vedere… non credere di passare inosservato.»
Osamu non replica neanche allora, mentre una risposta affiora nella mente; ma per il momento la tiene per sé, e senza pensarci due volte ricambia la stretta della giovane e sorride affabilmente. «E nonostante queste parole, tu sei nuova di Yokohama, vero?»
«Sì e no. Ti può bastare come risposta?»
«E addio visita alla città…»
La sconosciuta ride, un tintinnio di campanelle. «La posso fare comunque! Per quante volte la veda, Yokohama è sempre diversa.»
Il moro assentisce a propria volta, socchiudendo gli occhi. «Le anime non sono mai uguali, d’altra parte. E anche se tu sei qui, con me, tutt’intorno e oltre l’oceano la loro strada finisce, devia o cambia comunque.»
A quelle ultime parole la sconosciuta soffia con forza, e ciò che resta della tenebra si dirada: si fa giorno e irrompe la luce, e subito il pomeriggio accorre e trasforma le ombre secondo la danza delle ore. Il tempo fugge, ma loro rimangono; abbassando la voce, Osamu osserva la compagna in quegli occhi che tanti temono, si avvicina di più al suo volto. «Una fine senza dolore, come piace a me», mormora poi, senza lasciare la mano che ancora trattiene e accarezzandola piano, «… se l’Ombra della Vita accetta preghiere.»
«Non sono venuta per questo, Dazai Osamu», replica la Morte con lo stesso tono con cui un adulto riprende un bambino ribelle, per poi addolcirsi, «devi ancora guidare e proteggere le vite di chi rischia di perdersi. È ciò che hai promesso a un amico… è ciò che lui si aspetta da te.» La stretta si scioglie, Lei posa quella stessa mano sulla testa del moro, e da essa fluiscono fiumi d’immagini, memorie, impulsi. «Non inseguirmi con troppa foga, non è il tuo tempo.»
«Non te lo posso promettere, se molte volte sei l’unica risposta a ciò che chiedo.»
«Ma qui c’è bisogno di te, e qualcuno che avrà un futuro solo se tu lo guarderai. Non fare quella faccia, sai che è così!»
«… Non sei come la gente ama descriverti.»
«Sono implacabile, ma rispetto la Vita: sia io che Lei assumiamo il giusto valore solamente quando ci viene dato tempo adeguato… e tu non mi stai ascoltando.»
Dazai si scioglie in un breve riso, quindi si siede al suolo e attende che la Morte faccia altrettanto. Il pomeriggio si è bloccato in un lungo crepuscolo e sotto di esso lui le prende nuovamente la mano. «Non sei giunta per portarmi via con te e potresti anche essere un mio sogno… e sembri una compagnia piacevole. Cosa fare per trattenerti?»
Il sorriso dell’Altra è affilato, come se al posto di esso ci fosse una falce.
«Perché sei venuta, Signora?»
«Non mi hai davvero ascoltato, quindi.»
«Ma sei già pronta ad andartene…»
Mentre fissa quel pauroso sorriso allargarsi sempre più, il moro sente una forza estranea a lui calargli sul corpo e spingerlo al suolo, proprio tra le braccia della Mietitrice. «Ho forse detto di dovermene andare in fretta?», sussurra Questa mentre si china e sospira nella bocca del giovane, e il mondo si prepara a dimenticare Osamu Dazai — solo Lei sa per quanto.
«Qualunque cosa tu voglia fare, senza dolore, per favore», mugola lui alzando le mani in una sorta di supplica, mentre sente il cuore rallentare i battiti e le dita della sua dama allentare bottoni, nodi, tensioni, anche le tristezze. Non lo porterà via, no, ma per qualche attimo il vuoto che ha dentro di sé non echeggerà tanto forte.
Così spera, almeno.
«Senza dolore», risponde Lei con una carezza sulle labbra, «e spero che alla fine tu sia meno chiuso di così, almeno con me. Che non si dica che la Morte non prova nulla verso coloro che la seguono.» Non ode risposta: il suo bacio di ghiaccio giunge prima, obliando il mondo nel proprio volere.

 

 

 

ANGOLO DI MANTO

Salve **
Non vedevo l’ora di poter scrivere questa fic che mi frullava per la mente da mesi, da quando ho conosciuto Dazai: una storia dove il signorino incontra la Morte, e quel che accade accade.
E questo è quanto: un po’ di amarezza, surrealismo, sentimento.
Ho voluto assegnare alla Morte due colori, bianco e nero, perché in Giappone entrambi sono associati a essa (il bianco secondo la tradizione già cinese, il nero dopo il contatto con l’Occidente).
E detto questo, come sempre, vi abbraccio!

Manto

   
 
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