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Autore: bhooo01    10/10/2020    1 recensioni
Tra festoni, argenteria e chiffon gli studenti di Hogwarts si ritrovano tra i preparativi di un ballo che cambierà le loro prospettive.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Pensare alla sala grande ha sempre significato figurare nella mente un luogo idilliaco e maestoso. La rappresentazione, in intonaco e cemento, della grandezza e della fierezza di Hogwarts. I lunghi tavoli in legno pregiato, gli stendardi di poliestere adornati a mano, le fiaccole alle pareti...un perfetto scenario di compostezza ed eleganza. Eppure, chiunque si fosse trovato a passare, in quel momento, dinanzi l’ingresso, altro non avrebbe visto che uno scenario ordinato e composto quanto il “Guernica” di Picasso. 

Appena ebbero messo mano ai materiali la situazione non sembrava auspicarsi tanto disastrosa. Per prima cosa iniziarono a studiare le materie prime a disposizione, portate dagli studenti del primo anno, e convennero, per rispettare le consuetudini, di realizzare, come punto sicuro, zucche intagliate da rendere sospese, verso il soffitto, il giorno del ballo. Dunque ci fu chi iniziò a pulire le zucche, chi a scavare gli occhi e chi a realizzare dei bozzetti in modo da attribuire ad ogni zucca espressioni e particolari differenti.  

Il tutto iniziò a degenerare talmente in fretta che, per molti, non ci fu neanche il tempo di metabolizzare quanto stesse accadendo. 

Neville si stava giusto alzando reggendo tra le mani un calderone, pieno della polpa di almeno tre zucche, da portare al lato opposto della stanza, quando Blaise Zabini, seduto ad una delle panche, allungò, sghignazzando con Tiger e Goyle, una gamba appena in tempo per farlo cadere rovinosamente a terra. Ad attirare l’attenzione dei presenti non fu tanto il rimbombo del tonfo quanto l’urlo emesso da Draco Malfoy quando si ritrovò l’intero contenuto del calderone sulla sua divisa. “Paciock!” tuonò, “Sei morto.” ed estrasse la bacchetta lanciandogli una terribile fattura orcovolante. “Malfoy! Come ti permetti?” propruppe Harry “Expelliarmus” pronunciò e la bacchetta del biondo volò via. Nel frattempo, però, Neville, cercando di scacciare gli esseri che gli volavano intorno, andò a sbattere contro Goyle che di rimando provò ad infliggergli una fattura gambe molli. Però, prima che potesse sortire l’effetto sperato, il grifondoro riuscì ad abbassarsi in tempo e l’incantesimo colpì in pieno Michael Corner. Dunque è facile intendere come tra una risposta ad un incantesimo ed un’altra la situazione divenne insostenibile.  

Pochi minuti dopo tre tassorosso respingevano gli incantesimi di altrettanti serpeverdi mentre Dean era impegnato in un duello con Padma, cui aveva accidentalmente scagliato una fattura tarantallegraRon era, invece, impegnato a liberarsi da dei nastri colorati che erano stati animati da Justin Flee Fletcher per avvolgerlo completamente. Ancora, Pansy, aveva preso la palla al balzo per sfogare la sua indignazione verso Hermione e le due erano nel pieno di un botta e risposta magico particolarmente preoccupante. Harry e Draco avevano lasciato ormai le bacchette inscenando un corpo a corpo che ebbe, come risultato, quello di far cadere buona parte delle zucche, dai tavoli.  

“FINITE INCANTATEM” tuonò improvvisamente la McGranitt, comparsa sulla soglia della sala grande. “Che cosa accidenti sta succedendo qui?” proruppe “Siete al quinto anno, quest’anno dovrete sostenere i G.U.F.O. e non riuscite neanche a stare un’ora nella stessa stanza senza far crollare la scuola!” Nessuno ebbe il coraggio di fiatare e, sott’occhio, iniziarono a guardarsi intorno tra divise stracciate e polpe di zucca. “Dopo tutta questa confusione adesso nessuno parla?” continuò la professoressa. “Ecco...noi...” provò Lavanda Brown, quella più vicina alla porta, “Non sappiamo cosa ci sia preso” continuò Hermione con una chioma, se possibile, ancora più arruffata del solito. “La situazione ci è...sfuggita di mano” terminò Calì. “Non esiste che la situazione vi sia sfuggita di mano signorina Patil. Il vostro comportamento è stato inqualificabile e sarete puniti per questo.” decretò. Dopo pochi secondi riprese “Se non riuscite a collaborare per più di cinque minuti passerete il resto del pomeriggio e l’intera notte, fino a domani mattina, INSIEME, nella stanza delle necessità.”.  

Un coro di “Cosa?” si levò nel gruppo , “Finiremo per ucciderci.” concluse Ron passandosi afflitto una mano in faccia. “Esatto signor Weasley” iniziò la Mcgranitt facendolo sobbalzare “o imparate a stare insieme o quest’anno i corridoi di Hogwarts saranno più sgombri. Adesso via, filate al settimo piano!” 

 

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“Come è potuto succedere?” esclamò Hermione, camminando convulsamente, davanti a due attoniti Ron ed Harry seduti a ridosso di una parete. “Andiamo Hermione, è solo una notte di punizione, passerà in fretta.” concluse il moro. “No Harry, tu non capisci, la notte, in dormitorio mi serviva per portarmi avanti con lo studio. Saranno un fallimento questi esami!” continuò facendo passi sempre più accelerati. “Poi, sicuramente questa cosa influenzerà le valutazioni e non posso permettermi brutti voti, mi rovinerebbero la media e...”. “Prendi un respiro profondo.” sentenziò Ron che nel frattempo si era alzato, ponendosi difronte alla ragazza, afferrandola per i polsi facendole terminare quella camminata snervante, “Non succederà niente di tutto questo, sei la strega più brillante della tua età e non sarà una stupida notte di punizione a portarti via questo titolo. Consideralo una specie di... pigiama party.” cercò di rassicurarla. “Un pigiama party?” disse lei scoppiando a ridere “Ehi, tra le ragazze sono comuni, no?”. “Bhe sì, ma io non ne ho mai fatto uno.” ammise lei. “Infatti non ho mai pensato che fossi come le altre.” disse lui con una nota di serietà nella voce. 

Per poco tempo restarono così, fermi l’uno di fronte all’altra guardandosi negli occhi. Assaporando il peso che l’affermazione di Ron portava con sé. Non seppero decretare quanto tempo passò, probabilmente attimi e pure a loro parvero ore, persi com’erano a scrutarsi dentro. Fu la voce di Harry a riscuoterli “Ragazzi, guardate.” disse alzandosi in piedi ed indicando un punto imprecisato nella stanza.  

Proprio lì Draco infuriava contro Neville “Se tu non fossi così stramaledettamente imbranato adesso non staremmo qui rinchiusi, mezzo magonò.”. “Ehi, non ti azzardare a trattare Neville in questo modo, è sicuramente un mago migliore di te.” si mise in mezzo Dean. “Ragazzi finiamola, vogliamo restare qui una settimana?” provò Harry “Per quanto sia propenso a riempire, ancora” continuò lanciando uno sguardo di sfida al serpeverde “la faccia di Malfoy di pugni, non è la soluzione più indicata per uscire da qui.”. “Harry allora cosa suggerisci? Siamo troppo in disaccordo su tutto per evitare di scannarci prima dell’alba.” intervenne Seamus.  

“Ho un’idea.” iniziò Hannah Abbott di tassorosso “sediamoci in cerchio e prendiamo una bottiglia, la facciamo ruotare e a chi è rivolto il collo della bottiglia tocca fare una domanda a chi si trova di fronte, magari potrebbe aiutarci a conoscerci meglio.” propose. “Non intendo fare una cosa tanto stupida” esclamò Draco. “Malfoy, tu sei proprio il primo che dovrebbe partecipare.” rispose Harry sprezzante “Conoscere meglio voi sfigati non è in cima ai miei desideri, Potter.” ribattè il biondo. “Non penso che tu abbia tante possibilità di scelta.” si intromise Ron. “Babbanofilo che non sei altro...” iniziò il serpeverde. “Piantatela!” tuonò Michael Corner “Hannah, mi sembra un’ottima idea, chi cerca una bottiglia?” “La trasfiguro io!” squittì Hermione e subito una polverosa scopa che stava nelle vicinanze si trasformò in una bottiglia di vetro. 

Chi con qualche sbuffo, chi rassegnatosi all’idea, si sistemarono tutti in cerchio, pronti per iniziare. “La faccio girare” disse Hermione che ancora teneva la bottiglia in mano. “Malfoy” iniziò Harry ridendo “tocca proprio a te.” In effetti il collo era puntato sul biondo e difronte stanziava una scettica Padma. Ignorando il commento del grifondoro, Draco incrociò le braccia e domandò “Come ti chiami?”. “Mi stai veramente chiedendo questo?” proruppe l’interessata “Che c’è? Non spreco il mio tempo a ricordare i nomi di chiunque.” decretò. “Vabbè, comunque sono Padma.” detto ciò prese in mano la bottiglia e la fece girare. Il collo puntò su Ron mentre la domanda fu fatta da Justin “Mh...quando ti deciderai ad uscire con la Granger?” terminò con uno strano luccichio negli occhi, evidentemente averlo legato per bene con dei nastrini in sala grande non gli era bastato a vendicarsi. “Co-cosa?” balbettò il rosso. “Ma ragazzi, questo gioco dovrebbe servire per conoscerci meglio.” provò Hermione. “Infatti” continuò Justin “voglio conoscere meglio la vita sentimentale di Ron.” e non sembrava essere l’unico, tutti i presenti guardavano il rosso impaziente mentre Hermione altro non avrebbe voluto che sparire in quel medesimo istante.  

Il grifondoro si guardava intorno cercando una via d’uscita, qualunque cosa gli sarebbe andata bene. Se solo avesse potuto evaporare e non tornare mai più. Che cosa avrebbe mai potuto rispondere? Di sicuro non le avrebbe dichiarato i suoi sentimenti davanti a tutte quelle persone, era da matti credere di fare una cosa del genere. Ron però non brillava per la sua capacità di connettere testa e bocca, quindi pronunciò una frase i cui termini non passarono neanche per l’anticamera del suo cervello. “Uscire con Hermione? Andiamo, è l’ultima cosa che farei.”.  

Nell’esatto momento in cui ebbe pronunciato quelle parole sentì la bruna al suo fianco irrigidirsi terribilmente mentre dall’altro lato Harry scuoteva la testa, conscio del putiferio che prevedibilmente si sarebbe scatenato.  

Ron si sentiva morto dentro, consapevole che se quei giorni sembravano aver segnato un avvicinamento, tra i due, ora ogni possibilità di evolvere il loro rapporto era andato irrimediabilmente in frantumi.  

Dal canto suo Hermione cercava di allontanarsi il più possibile dal rosso, ricacciando indietro le lacrime che minacciavano di scorrere impetuose. Non si capacitava di come avesse potuto anche solo sperare che il loro rapporto evolvesse.  

Non appena diete vita a quella sciocca frase il grifondoro si maldisse mentalmente per la sua tremenda impulsività. Guardava la mora affianco a sé con profondo rammarico meditando su cosa fare per risolvere quell’insostenibile situazione. 

Entrambi sembravano estraniati dal reale, continuavano, per inerzia, a partecipare al gioco senza realmente ascoltare il botta e risposta che perdurava tra i loro compagni; così assolti, com’erano, nelle loro speranze infrante. 

 

Angolo dell’autrice: 

Ciao a tutti!! Sono veramente contenta che continuiate a leggere questa storia, ringrazio anche tutti i lettori silenziosi che a dire il vero non mi dispiacerebbe ascolatre hahaha. Sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensiate, soprattutto se avete critiche o consigli da pormi. Sono però meno entusiasta di questo capitolo che forse risulta più di passaggio che di altro ma mi sono accorta che la lunghezza era, bene o male, la stessa dei precedenti e non me la sentivo di continuare appesantendovi la lettura. Bhe, detto ciò spero a presto <3 

   
 
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