Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Desma    11/10/2020    1 recensioni
Raccolta di situazioni più o meno domestiche per mostrare quel lato buffo e umano che i nostri ladri (e ispettore) preferiti solitamente non lasciano intravedere. Raccolta di one-shots in 20 capitoli.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Warning: questa one shot contiene spoilers importanti sul film La cospirazione dei Fuma (1987)

Andare al kabuki era sempre un'esperienza molto intensa per Goemon, non solo perché per lui non c'era una forma d'arte paragonabile al teatro per esprimere le sfumature delle emozioni dell'animo umano, ma anche perché in quelle rappresentazioni riusciva sempre a trovare qualcosa che lo riportasse ai tempi in cui sua madre gli raccontava le leggende e i miti tradizionali, spesso legati alla storia della loro famiglia. 

Ce n'erano alcune, in particolare, che lo commuovevano al punto da fargli versare qualche lacrima. Certe volte più di qualcuna.

Lo spettacolo a cui era andato ad assistere quella sera raccontava le avventure di Momotaro, il bambino pesca, e mentre gli attori dai volti dipinti e dai costumi sgargianti si muovevano sul palco, il samurai si ritrovò a pensare ai pomeriggi di primavera della sua infanzia più tenera, trascorsi ad ascoltare le favole della madre, mentre lei faceva il bucato o sgravana i piselli. 

Immerso nei suoi pensieri, Goemon non diede inizialmente importanza alla figura che la sua vista periferica aveva percepito e fu quando la donna gli si sedette a fianco e gli sorrise che lui ne registrò davvero la presenza. 

-È bello rivederti di persona, Goemon- gli sussurrò la donna all'orecchio per non disturbare gli altri spettatori. 

Quella voce ebbe il potere di fargli rizzare i peli delle braccia e il samurai le nascose prontamente sotto al kimono. 

-Murasaki?- chiese lui, riconoscendo nella donna al suo fianco i lineamenti della fanciulla che, diversi anni prima, aveva accompagnato all'altare. 

Lei gli sorrise di nuovo e il cuore del samurai accelerò nella realizzazione di avere davanti a sé la sua promessa sposa e che la ragazza appena uscita dal liceo che ricordava era divenuta una donna bella e radiosa. 

Lei si avvicinò di nuovo al suo orecchio: -Dopo lo spettacolo non scappare, vorrei parlarti. 

Lui annuì con il capo e tornò a rivolgere la sua concentrazione sul palcoscenico anche se ormai i suoi pensieri erano proiettati su altro. 

Ripensò al rapimento della ragazza da parte dei ninja del clan dei Fuma, all'interpretazione dei segni sul vaso della famiglia Suminawa e alla battaglia contro i Fuma nel complicato e pericoloso labirinto del tesoro dei Suminawa. 

La sua mente toccò persino il ricordo della loro separazione e della promessa di tornare quando i suoi allenamenti lo avrebbero reso degno di proteggerla, cosa che non era riuscito a fare quando era stata rapita. 

Sembrava che fossero stati eventi di un'altra vita, soprattutto perché, tempo dopo, Goemon era venuto a sapere che la famiglia Suminawa aveva combinato un altro matrimonio per la loro giovane ereditiera e da allora aveva smesso di pensare alla piccola Murasaki.

Non si era sentito particolarmente triste o arrabbiato alla notizia del matrimonio della sua promessa sposa, quanto piuttosto sorpreso e irritato che la famiglia Suminawa avesse preso una simile decisione senza comunicarglielo almeno con una lettera, ma come poteva biasimarli? Lui era introvabile e non poteva certo pretendere che una fanciulla giovane e ricca sprecasse gli anni migliori della sua vita ad aspettarlo. 

Era stato perfino contento per lei, che nei loro discorsi gli aveva confidato il desiderio di crearsi una famiglia e di ritrovarsi poi in vecchiaia circondata dall'amore di figli e nipoti. 

All'epoca persino lui si era lasciato sedurre da quella prospettiva, resa sicuramente più concreta dall'enorme fortuna che la ragazza avrebbe ereditato dalla sua famiglia, ma poi davanti alla comprensione e alla tenerezza che Murasaki gli aveva rivolto dopo che lui, nel delirio dei fumi allucinogeni, l'aveva ferita con la sua spada, il suo cuore aveva compreso di non poterle offrire altrettanto. E aveva dovuto andarsene. O meglio fuggire. 

La facilità con cui aveva smesso di pensare a lei gli aveva poi confermato di aver preso la scelta migliore per entrambi. Ora però che l'aveva al suo fianco il suo cuore non la smetteva di battere forte e la sua mente di mostrargli i momenti passati assieme, come flashback di uno di quegli assurdi film occidentali che ogni tanto Lupin guardava alla televisione. 

Cosa poteva mai volere Murasaki da un uomo che l'aveva abbandonata, negandole il futuro che lei desiderava per sé? 

Goemon provò a immaginare i sentimenti che dovevano celarsi dietro quella facciata sorridente ed educata. 

Immaginò il rancore che Murasaki doveva provare nei suoi confronti e la rabbia di essere stata ingannata da una persona di cui si fidava e per cui aveva provato dei sentimenti. 

Non provava vergogna per quello che aveva fatto ma era consapevole che, nonostante le sue azioni fossero state volte al bene di entrambi, non aveva agito in maniera corretta e rispettosa ed era pronto ad affrontare i giusti rimproveri che gli sarebbero stati rivolti. 

Lo spettacolo continuò e si concluse senza che lui, immerso nelle sue elucubrazioni, quasi se ne accorgesse e furono le luci accese del teatro a fine rappresentazione a riportarlo alla realtà. 

-Andiamo, Goemon?- lo invitò Murasaki e lui la seguì fuori dal teatro senza fiatare. 

Fuori l'aria era fredda e il fiato si condensava in dense nuvole di vapore che si disperdevano nell'oscurità della sera. 

Su di loro un cielo carico di spesse nuvole prometteva una nevicata come non se ne vedevano da anni. 

All'uscita Murasaki lo prese per mano e lo condusse attraverso il flusso di persone che uscivano dal teatro fino a quando non riuscirono a camminare senza urtare nessuno. 

-Hai fame?- gli chiese la ragazza, sul cui volto Goemon cercava sentimenti di odio dietro il sorriso dolce e gli occhi scuri -Io muoio di fame! Vieni, conosco un chiosco che fa degli okonomiyaki spettacolari! 

Il samurai si lasciò condurre nel dedalo di strade senza proferire verbo, cercando di capire in che modo la donna avrebbe affrontato l'argomento e l'attesa del rimprovero cominciò a renderlo impaziente. 

Che Murasaki volesse farsi beffe di lui e tenerlo sulle spine? Non sembrava un comportamento degno della ragazza spontanea che aveva conosciuto, ma il tempo cambia le persone e lui di certo non meritava di essere trattato con i guanti. 

Raggiunsero il chiosco e Murasaki comprò un okonomiyaki a testa, offrendone uno al samurai, che accettò educatamente. 

Lo prese a braccetto e insieme iniziarono a passeggiare per la città, mangiando la focaccia mentre camminavano. 

-Sono davvero contenta di averti ritrovato, Goemon- iniziò lei, masticando il suo okonomiyaki -Non avrei mai pensato di rivederti ancora, di certo non dopo il mio matrimonio. 

-Non ho avuto modo di farti le mie congratulazioni- intervenne il samurai -Felicitazioni. Spero che avrete una lunga vita felice assieme. 

-Ti ringrazio- sorrise la ragazza -Devo ammettere che sto molto bene con lui e, anche se non siamo proprio d'accordo su tutto, è una persona comprensiva e paziente. 

-Sono felice per te.

Camminarono in silenzio per qualche istante, ammirando le luci artificiali di bar e negozi lungo la via. 

Alla fine il samurai decise di prendere il toro per le corna e andare al punto: -Mi dispiace per come mi sono comportato con te. Da quando me ne sono andato non ti ho mai dato notizie e non ti biasimo se sei arrabbiata. 

A quelle parole lei sgranò i grossi occhi scuri e lo osservò con un'espressione stupita: -Arrabbiata?- chiese -Io non sono arrabbiata con te! Certo, non ero felice quando te ne sei andato per allenarti e nemmeno quando sei sparito per mesi e mesi senza farti più vedere né sentire, ma la vita è andata avanti. Come avrei potuto avere un matrimonio felice se fossi stata arrabbiata con te? 

Lui ascoltò in silenzio percependo l'onestà nella voce della ragazza, ma non si sentì comunque appagato da quella spiegazione. 

-Ma tu eri innamorata di me e io ti ho abbandonata, come puoi essere così gentile e serena con me? 

Lei sorrise e Goemon si sentì avvampare: -Non abbiamo mai usato quella parola quando stavamo insieme- disse Murasaki -Deve essere davvero passato molto tempo se riesci a pronunciarla con tanta disinvoltura. È vero, ero giovane e innamorata, ma alla fine le cose trovano sempre un modo per aggiustarsi e anche il mio cuore si è rimesso in sesto. Sapevo che non eri un uomo come gli altri ed era anche questo ad attrarmi, ma con il tempo ho capito di aver bisogno di qualcuno che avrei ritrovato a casa dopo il lavoro ogni giorno e con cui mi sarei risvegliata ogni mattina. E tu questo non avresti potuto garantirmelo. Quando l'ho capito, sono stata pronta ad accogliere mio marito nel mio cuore e ora, tornando indietro, rifarei ogni cosa. 

Il samurai annuì in silenzio e in cuor suo si sentì più sollevato: aveva voluto bene alla ragazza e sapere di non essere odiato da lei, seppure ne avesse avute tutte le ragioni, lo faceva sentire più leggero. 

-Come hai fatto a trovarmi?- chiese il samurai. 

-Al teatro? La ragazza che lavora alla biglietteria è una mia cara amica e ti ha riconosciuto dai miei racconti. Mi ha avvertito lei. Dopo tutto non ci sono più molti samurai in giro, non potevi essere che te. Non hai idea di quanto fossi emozionata al pensiero di rivederti! Sono felice! 

Goemon non riuscì a trattenere un sorriso e per un attimo ebbe l'impressione di tornare indietro nel tempo a quando erano fidanzati e lei si divertiva a dirgli tenerezze per farlo arrossire. Anche se era diventata una donna fatta e finita, Murasaki non era poi tanto diversa dalla ragazza dolce ed esuberante che aveva conosciuto allora. 

-Ah, sono stanca- esclamò Murasaki -Sediamoci per un istante, ti va?

Trovarono una panchina libera qualche metro più in là e si accomodarono. Fu quando si piegarono per sedersi e il largo cappotto di Murasaki si aprì sul davanti che Goemon vide il rigonfiamento sull'addome della donna. 

-Murasaki, tu sei… 

-Incinta- concluse per lui la ragazza, accarezzando il ventre che fino a un attimo prima era stato abilmente nascosto dal cappotto -Hai visto quanto sono grossa? Questo bambino sarà delle dimensioni di un vitello! 

Murasaki rise e questa volta Goemon sentì una risata nuova, che non aveva mai udito uscire dalle labbra della sua ex fidanzata. Era la risata di una persona all'apice della sua felicità. 

-A quando la nascita?- chiese il samurai. 

-Dovrebbe nascere in febbraio, ma il medico dice che è pieno di vita e potrebbe anche decidere di venire al mondo un po' prima. È un maschio! 

-Sapete già come lo chiamerete? 

-Sì!- esclamò Murasaki, ammicandogli con  complicità -Si chiamerà Goemon. 

Il samurai elaborò quelle parole per un istante, cercando di capire se non avesse sentito male o se fosse una sorta di battuta, ma Murasaki continuò: -Ho pensato che sarebbe stato beneaugurante dare al bambino il nome di un uomo forte e coraggioso e anche mio marito è d'accordo. Inoltre trovo molto appropriato che il mio primo amore e quello più grande della mia vita si chiamino allo stesso modo.

Parlò senza guardarlo, accarezzandosi la pancia come immersa nei propri pensieri e Goemon pensò di non averla mai vista così bella. 

-Sono davvero contenta di averti rivisto, Goemon- ripeté Murasaki -Desideravo tanto di poterti parlare di nuovo e mostrarti la mia vita com'è ora. E tu? Sei felice? 

Quella domanda lo lasciò spiazzato: il cammino che aveva intrapreso nella sua vita era volto alla ricerca dell'illuminazione spirituale e non si era mai posto la questione se ciò coincidesse con la felicità. Aveva sempre dato per scontato che, una volta che il suo spirito si fosse elevato al punto di massima consapevolezza e liberato da ogni vincolo terreno, non avrebbe mai più avuto bisogno d'altro. Questo includeva anche, naturalmente, ogni sorta di sentimento umano, compresa la felicità. 

Tuttavia, guardando la gioia che illuminava il volto della donna al suo fianco, si domandò se avesse mai provato qualcosa di paragonabile. 

-Ahia!- si lamentò Murasaki, portandosi le mani alla schiena -Questa pancia mi distrugge la schiena! 

-Girati- le disse il samurai -Ti massaggio le spalle. 

Lei annuì e fece come le era stato detto, così l'uomo iniziò a manipolarle i muscoli attraverso lo spessore dei vestiti. 

Murasaki chiuse gli occhi e lasciò che il samurai lavorasse sulle sue tensioni. 

Qualche minuto più tardi, Murasaki annunciò di doversi congedare e i due si salutarono. La donna abbracciò il samurai, facendosi promettere che sarebbe venuto a trovarla, soprattutto quando il bambino sarebbe nato, e gli diede un biglietto con il suo numero di telefono e l'indirizzo di casa. 

La neve cominciò a fioccare mentre Murasaki si allontanava e Goemon la osservò sparire nella notte, circondata dalla luce e dai fiocchi di neve.

 

Note dell’autrice: Ciao a tutt* e benvenut* al decimo capitolo di Slices of Life! Siamo a metà del percorso!!

Grazie per essere arrivat* fino alla fine del capitolo! Ci vediamo al prossimo che si intitolerà Reading a book together.

A presto,

Desma

   
 
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