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Autore: Calime    14/10/2020    1 recensioni
[Modern!AU + Age gap]
1) Quel party che Ade voleva snobbare - Se avesse avuto parecchi anni di meno – magari fosse stato un suo coetaneo –, Ade sarebbe arrossito per la vergogna di essere stato smascherato.
7) Il segno - C’era di mezzo una donna. Ade aveva una donna, per forza.
11) Waiting for Superman - «Senti, facciamo così: ti accompagno io a casa» le propose.
12) Distrazioni - Certo, poteva anche esserselo sognato – e solo gli dèi sapevano quanto e cosa, come, chi, sognasse ogni notte –, eppure ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
20) Più prezioso dell'oro - «Non vi pagheranno il riscatto» mormorò, poi, mettendo in chiaro quello che, probabilmente, sapeva bene anche lui.
23) Una giovane e impulsiva stagista - Ade alzò un angolo delle labbra, divertito. «Non risale alla scorsa settimana la tua ultima ramanzina?»
24) Insonnia - «È ancora presto»
25) Popolarità - Fu un gemito strozzato e Persefone alzò gli occhi su Ade, allarmata.
26) Creare la giusta atmosfera - «Così è troppo semplice» sbuffò.
Raccolta di storie scritte per l'iniziativa del Looktober 2020 di LandeDiFandom.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Persefone
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Looktober 2020'
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Iniziativa: Looktober 2020 di LandeDiFandom
Prompt: 14. Costume da cosplay
Note: Il titolo è la famosa citazione dell'intro della saga di Star Wars.








13. In una galassia lontana lontana




Persefone, infine, era riuscito a trascinarlo e coinvolgerlo in quella follia. Le era bastato pronunciare le paroline magiche, “ti prego”, e attuare un’opera di convincimento con argomentazioni che non l’avevano minimamente persuaso, ma, poiché non sembrava richiedere un grosso sforzo accompagnarla alla fiera di fumetti in città, allora aveva acconsentito.
«Sbaglio,» disse, cauto, «o la gente è vestita anche da… gente normale? Non avevi detto che senza costume non ci avrebbero fatti entrare?» Le lanciò uno sguardo di rimprovero.
Persefone si morse il labbro inferiore, colpevole. «Potrei aver mentito» ammise con aria innocente.
Lui sospirò dolente: non ne era sorpreso. Persefone utilizzava senza vergogna quei giochetti con lui, quando sapeva che non avrebbe mai potuto convincerlo con la verità. Tuttavia, in fondo, era la voglia di coinvolgerlo nelle sue passioni a spingerla, così spesso la perdonava.
Quel caso, tuttavia, era ben diverso.
«Girare in costume è più divertente!» cercò di convincerlo lei. «Hai visto quante persone hanno voluto fotografarci o farsi dei selfie con noi?»
In effetti, erano stati fermati più di una volta e invitati a mettersi in posa. Persefone ne era stata elettrizzata, lui meno ma non gli era stato chiesto un grosso sforzo, né di sorridere all’obiettivo. Non gli piaceva essere fotografato, aveva anche paura di essere riconosciuto e di finire sui giornaletti di gossip… Eppure, l’entusiasmo di lei era contagioso. In realtà, gli piaceva vederla così spensierata.
«Mh» commentò, distratto da una ragazza che, non fosse per un body, calze e altri accessori strani, avrebbe giurato che fosse nuda. «Poteva andarmi peggio» constatò.
Persefone seguì il suo sguardo e ridacchiò. «Ho scelto bene e con molta attenzione».
Ade la fissò con tanto d’occhi. «Mi stai dicendo che saresti venuta vestita anche come quella?!»
Lei scrollò le spalle con non curanza. «È solo un gioco, gelosone. E noi andiamo benissimo così: come Rey e Kylo Ren».
Non sapeva neppure chi fossero questi signori, soltanto che erano il nuovo fenomeno della saga di Star Wars, di cui aveva visto solo pochi e sporadici film. Persefone si era offerta di fargli recuperare tutto, spin-off compresi, quindi, forse, avrebbe finalmente capito perché si sentiva osservato in continuazione.
Quando l’aveva chiesto a Persefone, lei aveva ridacchiato sorniona. «Perché ti ho vestito bene. Sei un Kylo Ren quasi perfetto» era stata la spiegazione.
Quasi, giacché si era rifiutato categoricamente – e su questo era stato irremovibile – di farsi truccare per il futile motivo di assomigliare di più al personaggio. Odiava la sensazione di spalmarsi addosso creme, oli, perfino i massaggi lo infastidivano.
Persefone lo tirò dal braccio e gli indicò uno stand. «Vado a dare un’occhiata».
Ade annuì e la seguì, mantenendosi distante per aspettarla e non intralciare i ragazzi che si volevano avvicinare.
«Ehi, Kylo! Anche senza cicatrice e con la barba, sei davvero somigliante» sentì una voce dietro le sue spalle.
Avrebbe tanto voluto far finta di niente, ma tutti quei dettagli gli fecero intendere che il proprietario del banco, al cui palo stava appoggiato, si stesse rivolgendo a lui.
Si voltò con aria scocciata e il signore rise, mostrandogli la copertina di un fumetto. «Questo. Questo qui», gli indicò, intuendo la sua ignoranza. «Visto? Due gocce d’acqua».
Ade non ne era per nulla convinto e prese il giornaletto tra le mani, sfogliandolo alla ricerca di quelle somiglianze che solo gli altri sembravano cogliere.
«Ade». Questa volta era Persefone a chiamarlo.
Lei lo affiancò e sorrise nel vedere cosa stesse osservando. «Ah» disse, semplicemente.
Ade, insoddisfatto dall’infruttuosa ricerca e con mille dubbi, ritornò il fumetto al venditore che li salutò, mentre si allontanavano.
«Complimenti per i costumi, ragazzi».
«Grazie!» Persefone irradiava gioia.
Quando furono abbastanza lontani dalla calca, Ade si decise a tornare sull’argomento travestimenti.
«Anche tu lo pensi, per questo mi hai fatto vestire così».
Persefone sogghignò e non negò. «Siete abbastanza simili» ammise.
Ade arcuò le sopracciglia, sentendo altro nell’aria.
«Avete la stessa espressione» rivelò lei, ridendo e puntando l’indice sulla sua fronte. «Qui. Lo stesso broncio, la stessa aria severa. Te l’avevo detto di aver scelto bene!»
Ade scosse la testa. «Tu sei davvero fortunata». Ad essere sua moglie, altrimenti avrebbe già dato in escandescenza.
Persefone lo prese a braccetto. «Molto fortunata e ti amo tanto».
Lui sbuffò un po’ scocciato e imbarazzato per quelle moine, sebbene, in fondo, non potessero che fargli piacere.







   
 
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