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Autore: Sabriel Schermann    14/10/2020    5 recensioni
Due ragazzi e tante storie che si intrecciano in un connubio di esperienze bizzarre e divertenti.
Pillole di demenzialità e stravaganza raccontate da chi le ha vissute in prima persona.
Semplicemente, Sindy e Rickard nel loro appartamento fuori città.
[Storia partecipante alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP]
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Casa di Cristallo'
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Cena a base di borotalco

 

 

 

 

 

 

 

 

«Ti ho mai raccontato di quando Markus ha cosparso il pavimento del salotto di borotalco?»
La mezzanotte era scoccata da qualche minuto e Sindy si era tirata le coperte fin sopra il collo, intenta ad ascoltare.
Un sorriso le si dipinse involontariamente sulle labbra: sapeva che il fratello mezzano di Rickard fosse un diavoletto, ma quell'aneddoto doveva essere il primo di una lunga serie che non conosceva.
«Mamma e papà erano andati a cena fuori per il loro anniversario» proseguì il coinquilino, «ma non avevano chiamato una tata perché in teoria David avrebbe dovuto badare a noi quella sera».
«Perché in teoria?» domandò Sindy, incuriosita. Aveva capito che, quella notte, di dormire non se ne sarebbe parlato affatto.
Un sorriso beffardo si disegnò sulle labbra del ragazzo: «Perché non appena mamma e papà furono abbastanza lontani, scappò dalla finestra per andare da Alex!»
La ragazza si tirò a sedere incrociando le braccia, rammentando qualche dettaglio riguardo agli incontri privati che aveva avuto con la giovane; che cosa sarebbe successo se Rickard avesse scoperto che la promessa sposa di suo fratello era in realtà innamorata di una donna?
«Lui diceva sempre che andava da Lukas, ma sono pronto a vendere l'anima al diavolo per scommettere che ci andava per Alex!»
Sindy sorrise, facendo spallucce: Rickard non glielo aveva mai detto apertamente, ma quella ragazza non doveva stargli così simpatica; lo percepiva dalla piega drammatica che assumeva la sua voce ogni qualvolta pronunciava il suo nome.
In verità, Alex non doveva star simpatica proprio a nessuna delle persone che conosceva.
«Dicevo, David scappò dalla finestra, così in casa rimanemmo solo io e Mark per tutta la sera...»
La giovane scoppiò improvvisamente in una fragorosa risata. «È scappato dalla finestra?! La porta non l'aveva vista?»
«Forse credeva che mamma e papà lo avrebbero visto... o che fosse chiusa a chiave. Menomale che vivevamo al piano terra!»
Sindy rise, seguita a ruota dal coinquilino: David le era sempre parso un tipo strano, non aveva mai capito se facesse finta di essere stupido o lo fosse sul serio.
«Comunque, quel decerebrato di mio fratello ha cominciato a cospargere il pavimento di borotalco per poi saltellarci sopra» continuò Rickard con lo sguardo fisso davanti a sé. «Ovviamente poi ha coinvolto anche me, così mi sono ritrovato a saltare nudo sul divano coi piedi imbrattati di bianco!»
Poteva udire perfettamente Sindy ghignare sommessamente dall'altra parte del letto.
«Non oso immaginare la furia di tua madre quando ritornò a casa!»
Rickard la fissò con lo sguardo di chi deve aver subito tutte le conseguenze possibili della marachella. «Mia madre non aveva più scarpe da tirarci... Ovviamente da quel momento in poi ci ha fatto sorvegliare da una tata. Senza contare che sia mamma che papà hanno assistito allo spettacolo di mio fratello coi gioielli al vento!»
Rickard fece una pausa, per poi sorridere: «Si era spogliato completamente» puntualizzò, «Me lo ricordo benissimo! Diceva che secondo lui senza vestiti si salta in modo più agile!»
Sindy fu costretta a gettare via le coperte dal calore che le risa le procuravano. «Chissà che trauma! Il suo cervello mi sa che non era per niente agile!» rise ancora, trattenendo a stento le lacrime. Non le importava se i vicini la sentivano, o se l'avevano sentita gridare quando il ragno gigante stava facendo del suo cuscino la propria tana.
In fondo, quegli stronzi del piano di sopra non si preoccupavano di fare meno chiasso ogni volta che scopavano... dunque, di che cosa avrebbe dovuto preoccuparsi?
«E David?»
Sindy rise, ma alla sua domanda non seguì alcuna risposta.
Solo quando si volse notò che il ragazzo aveva lo sguardo fisso davanti a sé, forse memore di qualcosa di brutto. Forse il gioco si era spinto troppo oltre, contro le aspettative di entrambi.
«Rickard?! Ti ho fatto una domanda! Sei ancora nel mondo dei vivi?»
Il giovane si riscosse come se gli avessero appena gettato addosso una bacinella d'acqua gelata.
O forse è semplicemente deficiente, pensò, ripetendo la domanda. Non era raro che il coinquilino si imbambolasse immerso nei suoi pensieri, come se all'improvviso avesse lasciato la dimensione materiale per viaggiare altrove.
Solitamente si riscuoteva da solo, dopo qualche secondo in completo stato di trance.
«David non tornava, quindi fummo costretti a raccontare tutto...»
«Che tempismo!» ghignò la giovane, ridendosela sotto i baffi. La famiglia di Rickard le appariva così normale per certi versi, eppure così assurda per altri.
Una smorfia si dipinse sul volto del ragazzo: «Ha ricevuto anche lui la sua bella punizione, principalmente per aver scardinato la finestra!»
Scoppiarono entrambi in una fragorosa risata.
«Mio dio, non dirmi che è davvero rientrato da lì!»
Rickard puntò lo sguardo nel suo in un silenzioso cenno di assenso. «Aveva una grande passione per Spiderman...»
Anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, Sindy dovette riconoscere che Rickard aveva avuto una buona idea: era troppo divertente ascoltare le disavventure dei suoi fratelli, specialmente quando i fautori del proprio male erano loro stessi.
«Non contento, Markus decise poi di cospargere la tata di borotalco, che ovviamente non tornò mai più!»
«Ma non ci credo!» rise l'amica, incapace di trattenersi. Le faceva male lo stomaco da quanto aveva riso negli ultimi minuti.
«Il fatto è che quella sera era da solo, perché io ero alla lezione di pianoforte e David sarà stato di nuovo da Alex... quindi nessuno a parte lui sa come sono andate le cose» proseguì il ragazzo in tono serio. «Capisci che è un grande problema, dato che poi la tizia aveva intenzione di denunciarci!»
Stavolta anche l'espressione di Sindy si fece seria. Se la sarebbero certamente scampata con una multa, alla peggio; tuttavia, non aveva idea che Markus fosse arrivato al punto da coinvolgere la famiglia in faccende legali.
«Ora tocca a te» sorrise Rickard. «Io ho calpestato la mia dignità, ora mi aspetto che tu faccia lo stesso!»
Sindy ci pensò su un attimo. Lei non aveva vissuto con due uragani in casa; la sua vita insieme a Jan era proseguita abbastanza tranquilla, tra scuola, allenamenti e competizioni.
Però... forse qualche aneddoto divertente l'aveva anche lei.
«Intendevo entro domattina, ovviamente» udì sbraitare il coinquilino, alzando gli occhi al cielo.
«Ci stavo pensando, dammi il tempo! Le mie storie non saranno mai divertenti come le tue!»
«Vivere in una famiglia di disagiati ha i suoi lati positivi» ammiccò Rickard, infilandosi sotto le coperte.
Ora era il suo turno di ascoltare e ridere a crepapelle. Sindy rimase immobile qualche istante, intenta a pensare a qualche episodio divertente accadutole in passato. Poi le venne un'idea: si alzò di scatto, scoprendo anche Rickard, che non perse l'occasione per obiettare.
«Se dormi nudo non è colpa mia» borbottò Sindy, afferrando il cellulare che aveva lasciato sul comò accanto allo specchio.
«Sei tu che mi rubi sempre le coperte! Ma mi spieghi perché ti sei alzata?»
La ragazza abbozzò un sorriso malizioso: «Preparati alla tua morte cerebrale!»
La notte era ancora giovane.


   
 
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