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Autore: Magicwand    16/10/2020    2 recensioni
(SWANQUEEN, storia aderente all'iniziativa prompt in occasione di San Valentino del gruppo facebook ''Maybe I need you'')
‘’E invece ce lo avrai un programma.’’
‘’Come prego?’’ rispose Regina, ora lei quella confusa.
‘’Sì perché quest’anno il 14 Febbraio lo passerai con me.’’ (...)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: E finalmente, dopo uno hiatus sofferto di nove lunghi mesi, dopo esami universitari e crisi da blocco dello scrittore, ecco a voi il terzo e ultimo capitolo di questa mini serie. So che mi vorrete uccidere o mandare a quel paese per avervi fatto aspettare così tanto, sì, sono una stupida XD. Prometto solennemente che non pubblicherò più una storia senza averla conclusa del tutto prima, e sappiate che ho molte idee che voglio svillupare, solo che sono una lumaca a metterle per iscritto :) Spero che questo finale vi piaccia e spero di regalarvi al più presto altre storie. Alla prossima e buona lettura! SWANQUEEN 4EVER!!!


CAPITOLO 3: LIBRO
Nonostante la dubitabile sicurezza del maggiolino giallo, alla fine Regina aveva ceduto ed era salita in macchina. In quel momento stava osservando gli alberi scorrere fuori dal finestrino, mentre si allontanavano dal confine di Storybrooke, lasciando la possibilità ad Emma di lanciarle degli sguardi senza farsi notare dalla mora. Le sue mani stringevano così forte il volante che le nocche erano diventate bianche. Doveva andare tutto perfettamente, non solo non voleva fare l’ennesima figura della perfetta idiota, ma voleva anche regalare a Regina una serata dedicata solo a lei, in cui si potesse sentire…apprezzata, voluta, desiderata.

Mentre guidava in silenzio, con solo la radio accesa e l’inconfondibile ‘’presenza’’ di Regina al suo fianco, Emma poté riflettere sui suoi sentimenti per la donna in questione. Era successo tutto lentamente, come quando si completa un puzzle, pezzo dopo pezzo, fino ad arrivare all’immagine completa, quando si era resa conto all’improvviso che provava dei sentimenti imparagonabili per lei. Quando aveva riportato Henry a casa sua, dando inizio ufficialmente alle sue avventure in quella cittadina sperduta nel Maine, la incontrò per la prima volta; l’attrazione fisica fu innegabile, insomma Regina era una bellissima donna, su questo non c’erano dubbi, ed Emma non era completamente stupida.

Successivamente il loro rapporto non era stato dei più pacifici. Litigavano sempre, e quando non lo facevano si scambiavano degli sguardi omicida, ma, se proprio Emma voleva essere sincera, tutta quella aggressività derivava dalla sua frustrazione sessuale a causa della mora.

Nonostante tutto, dopo la rottura della maledizione, Emma, in un modo o nell’altro, era sempre rimasta al suo fianco, perché Regina non era più ‘’cattiva’’, molto probabilmente non lo era mai stata. Emma la capiva, capiva il suo passato, capiva che una persona come lei, che metteva sempre il bene di suo figlio davanti al proprio, non avrebbe mai commesso tutti quei peccati senza una ragione. Era cambiata, stava ancora cambiando, e man mano che passavano i giorni Emma riuscì a vedere sempre di più la vera essenza di Regina, senza le sue barriere. La Regina che arrossiva ad un complimento inaspettato, che poggiava la mano sul ventre quando era insicura, che si mordeva le labbra quando era concentrata, che sorrideva maliziosamente quando la prendeva in giro, che la minacciava di portarle in tempo un documento importante ma poi, quando questo non accadeva, alzava semplicemente gli occhi al cielo per poi dirle scherzando: ‘’Sei sempre la solita.’’.

Erano tutte queste piccole cose, per altri insignificanti, che Emma trovava adorabili e che avevano pian piano riscaldato il suo cuore. Aveva capito il perché aveva sempre protetto ed aiutato Regina: in qualche modo i loro destini erano intrecciati e non se lo sarebbe mai perdonata se le fosse successo qualcosa.
Ma Emma aveva paura di confessare a Regina tutto questo. Non sapeva se avrebbe mai ricambiato o se l’avrebbe presa per pazza, ma stavano andando a quello che era a tutti gli effetti un appuntamento romantico, insieme! Emma non sapeva come interpretare il fatto.

All’improvviso Regina ruppe il silenzio.
‘’Tutto bene, Miss Swan?’’
‘’Siamo ritornate al Miss Swan ora?’’ scherzò Emma.
‘’Sei silenziosa, qual è il problema? Ti stai già pentendo della decisione di passare la serata con me?’’
Regina cercò di nasconderla, ma Emma la conosceva fin troppo bene e aveva riconosciuto la nota di incertezza nella sua domanda.
‘’Non potrebbe mai accadere.’’ la rassicurò la bionda. ‘’Comunque siamo quasi arrivate.’’
‘’E’ ancora presto per dirlo, questa trappola mortale potrebbe cadere a pezzi da un momento all’altro.’’ disse Regina seria e leggermente preoccupata.
‘’Stai tranquilla! Questa bambina non mi ha mai delusa, può resistere a tutt-‘’

Emma non fece in tempo a finire la frase che il maggiolino emise uno strano brontolio per poi spegnersi completamente e fermarsi, grazie all’aiuto dell’autista, sul ciglio della strada.

Regina lanciò ad Emma uno sguardo assassino e per nulla sorpreso. ‘’Dicevi?’’
La bionda ricambiò  lo sguardo di traverso. Provò a riaccendere il motore un paio di volte, senza successo.
‘’Avanti, avanti…non mi abbandonare tesoro mio! Ne abbiamo passate troppe insieme, non mi lasciare così! Ritorna da me!!!’’
‘’Non ci posso credere…’’ sbuffò Regina, prima di uscire dall’auto e sbattere la portiera violentemente.
Finalmente Emma si arrese e uscì a sua volta dalla macchina. ‘’Provo a chiamare un meccanico…’’
‘’A San Valentino? Buona fortuna.’’

Ma di fortuna ce n’era poca in quanto Emma non riuscì a trovare nemmeno un meccanico o carro attrezzi disponibile per quella serata. Avrebbero dovuto aspettare la giornata successiva.

‘’Beh…non ci resta che andare a piedi.’’ sospirò Emma.
‘’Stai scherzando vero?’’
‘’Dai Regina saranno solo un paio di chilometri a piedi…’’

Non furono solo un paio di chilometri a piedi. Dato il fatto che indossavano entrambe dei tacchi e che Emma non era sicurissima di dove si trovasse il ristorante, arrivarono in ritardo per il tavolo che aveva prenotato. Dovettero aspettare, con i piedi doloranti, ancora mezz’ora affinché si liberasse un altro tavolo. Finalmente riuscirono a sedersi e Emma non ci pensò due volte a togliersi subito i tacchi.

‘’Dio mio Regina, come fai a indossare queste scarpe infernali tutti i giorni ancora non lo so.’’
‘’Per prima cosa, non ci vado a passeggio per tutto il Maine.’’
‘’HA HA HA, molto divertente.’’

Si trovavano in un ristorante italiano, con autentici cuochi italiani, di questo Emma se n’era accertata. Sapeva quanto Regina apprezzasse la cucina di quel paese e voleva sorprenderla. Era piccolo, rustico e, neanche a farlo apposta, le avevano fatte sedere nel tavolo più appartato della sala. Dopo poco un cameriere le interruppe per prendere l’ordine.

‘’Vediamo…prendo le bruschette e gli spaghetti al pomodoro.’’ ordinò Emma.
‘’E per lei?’’ chiese il cameriere a Regina.
‘’Vorrei l’assaggio di formaggi come antipasto e poi…prendo l’arrosto di maiale, per favore.’’
‘’Perfetto. Da bere cosa posso portarvi invece?’’

Emma lesse il menù dei vini ma, in tutta sincerità, non aveva idea di cosa avrebbe dovuto scegliere: i vini non erano il suo forte, di solito beveva birra. Regina doveva aver percepito il panico della bionda in quanto, dopo poco, le tolse il menù dalle mani per poi dargli una veloce occhiata.

‘’Un calice di Friuli Grave Pinot Bianco per lei, e per me uno di Brunello di Montalcino, grazie.’’
‘’Arrivano subito.’’
Emma guardò lo scambio sbalordita ma, d’altronde, c’era da aspettarselo che la mora ne sapesse più di lei riguardo l’argomento.
‘’Mi stupisce che tu non abbia preso l’insalata.’’ scherzò Emma per rompere il silenzio
Regina rimase in silenzio, alzando un sopracciglio verso Emma.
‘’Non che tu ne abbia bisogno! Per carità, hai un corpo favoloso! Ecco solo che quando lavori, per pranzo mangi sempre insalata quindi, ecco, si, credevo non mangiassi altro ahah, è stupido lo so…’’

Regina alzò una mano per interrompere i farfugliamenti della bionda. In quel momento arrivò il cameriere con il vino. Quando si allontanò Regina guardò di nuovo la bionda che intanto era diventata rossa in viso. A quel punto decise di mettere fine alle sue sofferenze, sorridendo e scherzando:
‘’Emma, non mi voglio così male. Per una volta che qualcuno mi porta fuori a cena, voglio godermi tutto quello che ha da offrire, chissà se ricapiterà mai.’’
Ma certo! Certo che ricapiterà! Regina tu meriti questo e molto altro, se solo mi darai la possibilità…
‘’Piuttosto, sei sicura che pasta col sugo sia la scelta migliore? Non vorrei che sporcassi quel splendido completo.’’
‘’Sporca-…Regina non sono una bambina, so mangiare senza sporcarmi!’’ rise Emma.
‘’Mangi come un’infante però.’’
‘’Non c’è niente di male se mi piacciono le cose semplici.’’ disse la bionda alzando il mento, quasi per sfidarla a contraddirla.
‘’No no…ma tutti quei cheeseburgers di Granny di sicuro non ti fanno bene.’’ rispose Regina prima di sorseggiare il suo vino.
‘’Beh, non ci posso fare nulla se non so cucinare neanche un uovo sodo…’’
‘’Vieni da me.’’
‘’Cosa??’’

Ho sentito bene?

Regina sembrò rendersi conto di quello che aveva appena detto e così cercò di spiegarsi meglio.
‘’Sì ecco...la sera preparo sempre la cena per Henry. Se ogni tanto hai voglia di mangiare qualcosa che non sia bagnato in litri di olio e grasso…puoi venire a mangiare da noi.’’
In quel momento Regina si stava attorcigliando le mani, tenne lo sguardo basso per tutto il tempo mentre pronunciò quelle parole. Emma sapeva che dietro quell’offerta, che alle orecchie di altri potrebbe essere sembrata di pura cortesia, si nascondeva un invito sincero. Il cuore della bionda si sciolse ancora di più e non riuscì a trattenere un sorriso quando rispose: ‘’Sarebbe un onore per me provare le tue pietanze.’’
Regina rialzò lo sguardo sullo sceriffo e sorrise anch’essa. ‘’Perfetto.’’
.
.
.
Oh mio Dio.
Regina stava gustando il suo arrosto. ‘’Gustando’’ forse è un eufemismo, sembrava stesse avendo un orgasmo da cibo. Emma, dimenticandosi della sua forchetta piena di pasta, stava ascoltando sorpresa i suoni che stavano uscendo dalla bocca della donna.
Cazzo…è divina anche quando mangia…ma la deve smettere con quei versi se no io qua svengo.
‘’Buono?’’ la interruppe Emma.
‘’Sublime.’’ rispose la mora mentre ancora masticava. ‘’Vuoi assaggiare?’’
Assaggiare cosa? La tua pelle? Le tue labbra? La tua –
‘’Ok.’’
Regina tagliò un pezzo di carne  per poi avvicinarlo lentamente alla bocca di Emma che si aprì, anche quasi per lo stupore di quel gesto così…romantico.
Lo sta facendo davvero?

Durante tutto quel momento, che durò 5 interminabili secondi, le due si guardarono intensamente negli occhi. All’ultimo gli occhi color cioccolato di Regina si posarono sulle labbra di Emma. Per un istante il mondo intorno a loro si fermò, le due incominciarono ad avvicinarsi quasi inconsapevolmente; Emma credette che si sarebbero baciate in quel momento, ma all’ultimo Regina si bloccò, schiarendosi la gola, per poi tornare al suo posto.

‘’Allora? Ti piace?’’
A me piaci tu…
‘’S-sì buono! Forse…forse avrei dovuto farmi suggerire da te cosa ordinare ahah…’’
E’ successo davvero o mi sono immaginata tutto? Forse sono già ubriaca…o forse Regina è ubriaca.
‘’Quando si tratta di cosa mettere in bocca i miei gusti sono impeccabili cara.’’
Sì…sì è ubriaca. Non c’è altra spiegazione.
‘’Tutto bene Swan?’’ chiese Regina alzando un sopracciglio.
Emma si rese conto che era da un po’ che era rimasta muta a fissare Regina.
Starà pensando che abbia dei seri problemi mentali.
‘’Splendido.’’ rise Emma imbarazzata.

La cena trascorse tranquillamente. Parlarono del più e del meno, delle avventure che avevano affrontato, di Henry, della foresta incantata, del povero maggiolino giallo abbandonato sulla strada. ‘’Dovremo chiamare un taxi per tornare.’’ suggerì Regina al riguardo.
In quel momento arrivò il loro cameriere per chiedergli se volessero ordinare il dolce. Ovviamente Emma rispose positivamente. Quando arrivarono non poté fare a meno di guardare, o meglio, salivare alla vista della fetta gigante di Red Velvet che aveva ordinato Regina. Emma aveva optato per un tortino con cuore caldo di cioccolato.
‘’ ‘Ginaaaa…mi fai assaggiare?’’ chiese Emma con gli occhi dolci.
‘’No.’’
‘’Daiii, solo un assaggino!’’
‘’Non provarci nemmeno.’’
‘’Io poi ti faccio assaggiare il mio!’’
‘’Tu hai il tuo dolce ed io il mio! Sono stata caritatevole con la carne, ma con questa meraviglia non ci penso neanche.’’
‘’Dai Regina solo…ecco solo un pezzett-‘’

Ma Emma, nella foga di cercare di rubare un po’ di dolce dal piatto di Regina, urtò con il braccio il secondo calice di vino della donna che si rovesciò, finendo addosso al sindaco.

Merda.

‘’Cazzo Regina, mi dispiace non volevo.’’
Complimenti Emma, fatti un applauso davvero. Minimo non ti rivolgerà più la parola.
Regina guardò il suo vestito rovinato e quando rialzò lo sguardo su Emma questa non riuscì a decifrare le emozioni della donna. Emma stava diventando sempre più rossa di imbarazzo e abbassò lo sguardo per evitare quello di Regina. Emma credette di essere diventata pazza quando sentì l’altra donna ridere di gusto. Rialzò lo sguardo scioccata, non sembrava una risata da una che l’avrebbe uccisa nel sonno.

‘’Regina so che sei arrabbiata, ma ti prego non uccidermi.’’
Dopo un minuto finalmente Regina riuscì a calmarsi.
‘’Sinceramente Emma, mi stava spaventando il fatto che ancora non fossi riuscita a combinare qualcosa.’’ spiegò Regina, ancora degli accenni di risata nelle sue parole.
Ho sentito bene?
‘’Ma Regina…il tuo vestito…’’
‘’Tranquilla, è solo un vestito.’’ sorrise lei.
Ed ecco un’altra prova che Regina non era più malvagia. Emma credeva che dopo quell’incidente sarebbe stata bruciata viva, oppure che avrebbe dovuto sorbirsi delle urla minacciose, ma la Regina seduta davanti a lei stava ancora sorridendo mentre mangiava soddisfatta il suo dolce.
Potrei baciarla in questo momento.
.
.
.
Il viaggio di ritorno in taxi lo trascorsero in un silenzio confortevole, guardando le stelle fuori dal finestrino e scambiandosi furtivamente degli sguardi dolci e un po’ imbarazzati. Quando Emma notò che l’autista stava per imboccare Mifflin Street lo interruppe: ‘’Potrebbe portarci al porto?’’
Regina, nonostante la sorpresa, decise di non dire nulla.
Chissà cosa ha in mente la Salvatrice.

Una volta arrivate, Emma pagò il tassista e corse velocemente dall’altra parte dell’auto per aprire la portire a Regina.
‘’Milady…’’
‘’Grazie. Vorrei sapere quale corso hai seguito per essere così galante.’’ scherzò la mora.
‘’Hey! Mio padre è il principe azzurro, la galanteria ce l’ho nel sangue.’’ rispose Emma mentre camminava verso la prossima meta.
‘’Pfff…tuo padre era un pastore prima di diventare principe, non a caso tratta le donne come pecore.’’
‘’Dubito tu abbia ragione, ma se anche fosse, IO non tratto le donne come pecore, grazie mille!’’
‘’Lo sto notando…’’ sorrise Regina, arrossendo leggermente. Emma se ne accorse e arrossì a sua volta.
Camminarono per poco lungo il molo finché non arrivarono ad una passerella.

‘’Buonasera Spugna!’’ salutò Emma.
‘’Sceriffo. Il traghetto è pronto.’’ rispose l’uomo a poppa.
Il traghetto in questione era una barca modesta, poteva ospitare una ventina di persone, con posti a sedere all’interno e due panchine posizionate all’esterno, a prua. Non aveva una scopo preciso, semplicemente Spugna si divertiva a portarla a largo ogni tanto, offrendo trasporto a persone che magari volevano rilassarsi o guardare Storybrooke da lontano, o ancora passare una domenica alternativa.

‘’Io non salgo su quell’affare.’’ annunciò prontamente Regina.
Ci risiamo.
‘’Regina andrà tutto bene, è sicuro.’’
‘’Come lo è stato il tuo caro maggiolino?’’
Emma alzò gli occhi al cielo notturno.
‘’Andrà tutto bene, durerà poco, promesso.’’
‘’Non so se lo sa Sceriffo, ma non sono una fan dei mezzi acquatici, il viaggio sulla Jolly Roger mi è bastato per il resto della mia vita.’’ sbuffò la mora, incrociando le braccia al petto, segno che Emma aveva imparato a decifrare come di ‘autodifesa’.
‘’Ti prometto che se cadi in acqua sarò pronta a lanciarti un salvagente.’’
‘’Mia umile salvatrice…’’
La bionda rise. ‘’Ti fidi di me?’’ le chiese porgendo il palmo della mano, un piede già posizionato sulla passerella.

Regina guardò prima la mano e poi gli occhi di Emma che, in quel momento, erano blu come il mare dietro di lei, illuminati solo dai pochi lampioni lungo il molo e dalla luna. E Regina non poté fare a meno di perdersi in quegli occhi e di essere travolta dalla calma più totale, perché Regina si fidava di lei, come non aveva mai fatto con nessun altro, nemmeno con Daniel. Così strinse la sua mano a quella di Emma e la seguì sulla passerella. Una volta a bordo, le due si sedettero su una delle panchine a prua; Emma non lasciò mai andare la mano di Regina. Spugna portò una coperta alle due donne, dato che l’aria era fredda e una volta a largo si sarebbe alzato il vento, per poi, una volta sciolti gli ormeggi, portare lentamente il traghetto al largo. L’aria si fece presto gelida e le due dovettero stringersi sotto la coperta, riscaldandosi a vicenda, cosa che non dispiacque per niente alle due, ma Regina mai lo avrebbe ammesso ad alta voce.

Presto si ritrovarono a cercare le costellazioni insieme, Emma mostrò tutta la sua ignoranza nell’argomento mentre Regina si divertiva a correggerla.
‘’Ti dico che quella è la costellazione dell’Ariete!’’
‘’No Emma quello è il Leone.’’
 ‘’Ariete.’’
‘’Leone.’’
‘’Ariete!’’
‘’Emma l’Ariete neanche è visibile a febbraio!’’
‘’Oh…quindi quello è il Leone.’’
‘’Esattamente.’’
‘’E quella?’’
‘’Miss Swan non sa neanche riconoscere la luna?!’’
‘’Ahahahah ti sto prendendo in giro ‘Gina.’’
Regina come risposta le diede una spinta giocosa con la spalla.

Si fermarono in un piacevole silenzio, la mora chiuse gli occhi e si perse nel suono delle onde del mare. Emma non riuscì a trattenersi dal guardarla. Era bellissima. Le piccole luci della barca le illuminavano il viso, aveva l’aria rilassata, forse Emma non aveva sbagliato a portarla lì. Con gli occhi chiusi, il viso rilassato e quelle labbra stupende…per l’ennesima volta quella sera Emma pensò che voleva baciarla.

‘’Sei stupenda…’’ disse a bassa voce, non rendendosi conto che non lo aveva solo pensato.
‘’Come scusa?’’ la guardò Regina curiosa, avendo sentito solo l’ultima parola.
Oddio…
‘’Em…ho detto…serata stupenda, vero?’’ rimediò Emma, facendo finta di nulla.
‘’Vero…Emma…perché mi hai portata qui?’’
‘’Non ti piace?’’ chiese la bionda, allarmata.
Regina rise. ‘’No, stranamente sto bene. Intendevo dire…perché qui? Non eri costretta ad allungare la serata più del necessario, credevo che dopo la cena mi avresti lasciata a casa e sarebbe finita lì…’’
‘’Perché avrei dovuto?’’ chiese Emma, completamente confusa.
‘’Perché…non so…magari non vedevi l’ora di tornare a casa, so quanto sia difficile soppor-‘’
‘’Frena frena frena. Regina, io…sono stata benissimo e tu sei fantastica e la verità… la verità è che vorrei che questa serata non finisse mai.’’ ammise Emma, guardandola dritta negli occhi, stringendole la mano sotto la coperta.
Regina la fissò, la bocca leggermente aperta, non sapeva che dire.

Mai avrebbe pensato che Emma Swan, la sua acerrima nemica, avrebbe potuto trovare piacevole una serata informale con lei. Fino a quel giorno una parte di lei era convinta che Emma le avesse chiesto di uscire per pietà, per alleviare la sua solitudine, perché era la cosa giusta da fare, perché lei era la Salvatrice. L’altra parte di Regina però aveva sperato che l’invito fosse stato sincero, che Emma volesse stare con lei, perché anche Regina voleva stare con Emma, e aveva passato molte notti sveglia, fin da quando la bionda era arrivata a Storybrooke, pensando a cosa ciò avrebbe potuto comportare. Molte volte si era scontrata con lei, molte volte l’aveva fatta infuriare, insomma, era sua nemica, non poteva essere altrimenti, ma molte volte aveva desiderato che diventassero amiche, o anche di più…molte volte si era trattenuta dall’invitarla a bere qualcosa nel suo studio, solo perché aveva paura di dimostrare le sue fragilità, di perdere il controllo. Ora però, Regina era maledettamente stanca di mostrarsi infallibile, stanca di essere sola…voleva una persona al suo fianco, una persona che, nonostante tutto, era sempre rimasta dalla sua parte, a difenderla, a supportarla; una persona che in questo momento le stava stringendo la mano e guardando come se lei fosse l’unica al mondo. Quella persona era Emma. Era sempre stata lei.
Regina dovette ammetterlo: si era innamorata della Salvatrice.

‘’Emma…io..-‘’
‘’E poi avevo già prenotato il traghetto, non potevo disdire ahah.’’
Regina alzò gli occhi al cielo. ‘’Incredibile.’’ rise.
 ‘’Inoltre’’ continuò Emma ancora ridendo, ‘’la vista da qui è favolosa…’’

Regina si voltò, seguendo la direzione dello sguardo di Emma, e vide qualcosa che poté solo definire magico. Davanti a loro, in lontananza, Storybrooke, un’insignificante cittadina per il resto del mondo, ma che per gli ex abitanti della Foresta Incantata era ormai divenuta casa, si stagliava contro il cielo notturno in tutta la sua piccola gloria. Il buio non era niente in confronto ai numerosi lampioni che illuminavano la città, un faro nel mezzo delle tenebre della foresta del Maine.  Regina quasi si commosse a quella vista. Quel luogo, nato per lo scopo di darle un lieto fine ma che per molto tempo era riuscito solo a farla sentire ancora più vuota, era ora il suo gioiello più prezioso, perché le aveva portato non solo Henry, ma anche una bionda imbranata fissata con le giacche di pelle e col farle perdere la testa, in tutti i modi possibili. Il pollice della bionda le stava accarezzando il palmo della mano quando Regina decise di voltarsi di nuovo, trovando la bionda già intenta nel fissarla.

‘’Non mi ha fissata abbastanza per una sera, Miss Swan?’’ scherzò la mora.
‘’Naah, io amo fissare le cose belle, Signor Sindaco.’’
‘’Mi farà venire il diabete con tutte queste smancerie.’’
‘’E io avrò un esaurimento nervoso se non ti bacio ora!’’

L’ho detto…
Ho sentito bene?
L’ho detto davvero??
L’ha detto davvero…
Oddio Emma l’alcol ti ha dato alla testa!
Sta arrossendo…
Insomma, voglio baciarla davvero, l’alcol mi ha dato il coraggio di dirlo ad alta voce ma…oddio perché Regina sorride? Sta forse tramando qualcosa? Come minimo mi butta in mare ora…
Ha la faccia spaventata…forse non voleva dirlo davvero?
E perché ora sembra delusa? Delusa di cosa? Forse vuole…?
Se non dice qualcosa giuro che la butto in mare.
Devo dire qualcosa…faccio finta di nulla o provo a chiederle..?
Oh, al diavolo.

‘’Posso baciarti?’’ ‘’BACIAMI.’’ dissero le due nello stesso momento.

Si guardarono per una frazione di secondo prima di unire le loro bocche in un bacio per niente innocente. Ogni loro litigio, ogni sguardo nascosto, ogni problema che avevano affrontato insieme, non avevano fatto altro che aumentare il desiderio, un tempo inconscio, delle due. Le loro bocche si muovevano insieme come se lo avessero fatto da una vita, una danza scritta nelle stelle.

Non sapevano quanto tempo fosse trascorso, ma quando decisero di staccarsi per riprendere fiato il traghetto era appena ritornato al molo.

‘’Wow…’’ disse Emma con un sorriso incredulo stampato in volto.
‘’Eloquente come sempre, Miss Swan, ma dovrò darle ragione…wow..’’
‘’Simpatica.’’ rispose sarcastica la bionda.
‘’Signore mi dispiace interrompervi, ma siamo arrivati. Sceriffo, il pacchetto che mi aveva consegnato..’’ annunciò imbarazzato Spugna.
‘’Oh giusto! Ora scendiamo Spugna, puoi darci ancora qualche minuto?’’
‘’Nessun problema.’’ l’uomo fece un piccolo inchino prima di scendere dalla barca per lasciarle sole.
‘’Emma, cos’è quello?’’ chiese Regina, confusa.
‘’Ecco volevo dartelo prima di arrivare ma…beh…mi sono un po’ distratta’’ rise la bionda. ‘’Come da tradizione volevo regalarti qualcosa oltre ai fiori. I cioccolatini mi sembravano troppo banali, un gioiello troppo importante…Henry mi ha detto che ti piace leggere, così..ecco..ti ho preso un libro…Tieni!’’ finì Emma imbarazzata, porgendo il libro incartato a Regina. Questa non seppe cosa dire, ancora una volta sorpresa da tutto quello che la bionda aveva fatto quella sera per lei, così non perse tempo e strappò delicatamente la carta.

‘’Il piccolo principe…’’

‘’L’hai già letto?’’ chiese Emma spaventata.
‘’No no, ne avevo sentito parlare ma, sai, tra un diamante distruttivo di qua e un orco mangia uomini di là, mi sono sempre dimenticata di prenderlo…Grazie.’’ sorrise Regina.
‘’Ecco, questo è sempre stato il mio libro preferito perché…nonostante il Principe si ritrovasse sempre solo nei suoi viaggi, è riuscito a creare dei legami durante la via. C’è un pezzo nel libro che cita: ‘Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio.’. Ecco, in un periodo in cui pensavo di essere la persona più sola al mondo, questo libro mi ha dato la forza di non arrendermi mai e…ho fatto bene a farlo, perché mi ha portata a Storybrooke, ai miei genitori, a nostro figlio…e a te, Regina.’’

Regina, commossa, allungò una mano per asciugare la lacrima che stava lentamente scendendo sulla guancia di Emma. Con il cuore che batteva a mille, la mora si avvicinò di nuovo per dare un bacio dolce alla bionda. Quando si staccò, guardando intensamente gli occhi blu dell’altra, disse a bassa voce, sorridendo:

‘’A un nuovo inizio allora.’’

Emma era contenta di non essere svenuta per l’emozione e di aver sentito bene le parole di Regina, perché in quel momento avrebbe potuto urlare dalla gioia, potenzialmente svegliando metà Storybrooke, ma onde evitare denunce per disturbo alla quiete, che sono una noia da compilare, la bionda si limitò a sussurrare, prima di baciare di nuovo il sindaco, ‘’A un nuovo inizio.’’
 
Fin
   
 
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