Sakura Haruno posò il suo grembiule azzurro sopra il tavolino del salotto. Entrò in cucina e riempì un bicchiere pieno di the alla pesca, il suo preferito.
Rimase a
pensare, con il sedere appoggiato sul lavandino.
Quel giorno
al bar, Naruto aveva combinato un casino e Rock
Lee si era arrabbiato, trattenendolo più del dovuto. A lei,
però, l’aveva gentilmente lasciata
andare a casa senza problemi.
Sospirò,
sconsolata. Lo sapevano tutti che era innamorato
perso di lei.
E questo non
era un punto a suo favore. Beh, forse lo era
nell’ ambito del lavoro, visto che aveva un certa preferenza
per la ragazza, ma
per il resto non lo era di sicuro.
Per esempio,
ogni volta che si ritrovava a parlare con
Sasuke, s’intrufolava di mezzo quel sopracciglione invadente.
Uffa, non lo
sopportava più!
Inoltre,
Sasuke era piuttosto strano... Non le rivolgeva la
parola assiduamente, e ogni volta che rimanevano da soli la liquidava
quasi
sempre con una scusa scarsa. Sakura avrebbe giurato di averlo visto
arrossire
più di una volta, ma di certo non era a causa della sua
presenza.
Evidentemente
era solo colpa del caldo arrivato all’improvviso,
sì.
Bevve, un
po’ afflitta. Con Sasuke le speranze erano pari a
quelle di Rock Lee nei suoi confronti.
Lui
l’aveva sempre considerata un’ inutile bamboccia
con zero punto vita e zero cervello.
Era
innamorata di lui da sempre, pur sapendo di non essere
ricambiata.
Ma quel
giorno di Maggio, le era sembrato strano.
Aveva avuto
una reazione insolita quando l’ aveva raggiunto,
una reazione non da Sasuke.
Una
bella ragazza dai capelli rosa si avvicinò ad un
ragazzo moro con gli occhi scuri fissi sulla superficie del lago.
Ogni
tanto lanciava sassolini, e ogni tanto si fermava a
contemplare, triste, il limpido specchio d’acqua.
Sakura
sorrise tra sé e sé, e gli si avvicinò
alle
spalle.
«Buh!»
tentò di spaventarlo. Sasuke si voltò di scatto,
spalancando appena la bocca.
Dopo
averla squadrata per benino, tornò a fissare il
lago.
La
ragazza alzò gli occhi al cielo, maledicendo il brutto
caratteraccio che si ritrovava.
«Come
mai non sei con Naruto?» chiese, sedendogli accanto
«Di solito il bar riecheggia le vostre urla!»
Sasuke
non rispose. Si limitò a lanciare un sassolino
più
lontano del dovuto.
Sakura
lo guardò con ammirazione, dicendo:
«Complimenti,
un tiro geniale! Vediamo se ne sono capace
io, ma non ti prometto niente!» afferrò un
sassolino e lo lanciò non abbastanza
distante da superare quello del ragazzo.
«Urgh…»
disse, grattandosi la testolina «Sono proprio
negata!»
Sasuke
la guardò fisso negli occhi, provocandole un
brivido lungo la schiena.
Non
l’aveva mai fissata così intensamente.
«Ho...
ho un moscerino nell’ occhio per caso? O... o
qualcosa tra i denti?» si preoccupò di dire subito.
Il
moretto accennò mezzo sorriso. Quella ragazza lo
sorprendeva ogni attimo della loro permanenza.
«No,
niente del genere» rispose solo, voltando la testa
dall’ altra parte.
Sakura
sospirò «Cos’hai, Sasu?»
Come
al solito, il ragazzo non rispose. Quella era
sicuramente una delle cose che odiava di lui.
L’
indifferenza. Eppure lei voleva solo dargli una mano.
Non voleva mica farsi i fatti suoi.
Ma
d’ altronde da uno come Sasuke che l’aveva sempre
considerata una piattola poteva benissimo aspettarselo.
Triste,
o quasi, fece per alzarsi.
«Suppongo
tu voglia stare da solo. Bene, ci vediamo al
bar, allora»
Il
moro, però, l’afferrò da un braccio.
«Sakura...io...e
Itachi...» bisbigliò d’ un tratto.
La
ragazza si abbassò di nuovo e si sedette dietro di
lui.
«Cos-Cos’
è successo? Vi siete nuovamente presi a botte?»
Gli
occhi di Sasuke divennero improvvisamente lucidi.
Palesemente non rispose, anzi, appoggiò la testa che gli
scoppiava, sopra il
ventre di Sakura.
«C-che
significa?» biascicò, spiazzata.
«Sssh...»
le prese una mano lui «Ti prego, non chiedermi
niente»
Un
sorrisetto increspò le labbra dell’Haruno, mentre
pensava di essere in paradiso. Mise le braccia intorno al suo petto,
stringendolo, e rimase così senza proferire parola,
ignorando i numerosi
pensieri che affollavano la mente del ragazzo.
Fece un
piccolo sorriso, mentre ricordava quella scena.
Da quel
giorno in poi, avevano avuto più di una occasione
per stare insieme, o abbracciarsi.
Sasuke stava
male per colpa di suo fratello Itachi:
litigavano spesso, e ogni volta che lo facevano, il moretto si chiudeva
a
riccio. Bastava, però, la visione di Sakura e un suo sorriso
caldo per
rassicurarlo.
O almeno era
quello che pensava lei.
Era il 17 di
Luglio, e le cose, da un paio di giorni a
quella parte, erano cambiate.
Sasuke
sembrava evitarla e ciò era terribilmente spiacevole.
Specie adesso
che vivevano tutti nella stessa casa, dato che
frequentavano l’ università.
Erano stati
fortunati a trovare un appartamento a tre piani.
Al primo ci
stavano lei, Ino, Sasuke e Naruto, mentre negli
altri ci dormivano Kiba, Hinata, Tenten, Neji, Shikamaru, Temari,
Tayuya e
Tobi.
Insomma, un
casino giornaliero! Fortunatamente, la sua amica
Ino, che odiava il chiasso e l’ invadenza, aveva appeso un
enorme cartello alla
porta, con su scritto un bel “ NON
DISTURBARE DALLE ORE 7.00 ALLE
18.00! O SARANNO GUAI”.
Erano ancora
le 15.00 del pomeriggio, e lei aveva finito il
turno.
Poteva
ritenersi fortunata, e poteva andare benissimo a
farsi una doccia rilassante.
Sasuke,
invece, poteva aspettare.
«Sakura
– chan?» Una chiave girò nella toppa, e
la faccia
sorridente della biondina si affacciò sull’ uscio.
«Ino!»
esclamò la ragazza «Hai già finito? Ti
aspettavo per
le 16.00»
Ino,
sorridente, lanciò la borsetta ed il grembiule sul
divano, gettandosi alla rinfusa sopra i confortanti cuscini rossi e
bianchi.
«Naruto
si è offerto di fare il mio turno» disse
«E’ stato
veramente carino. Beh, che c’è, perché
mi guardi in quel modo?»
Sakura
alzò agli occhi al cielo con in viso un espressione
scettica.
«Rimango
della mia ipotesi. Quello scansafatiche è cotto di
te, puoi giurarci»
La bionda
rimase a fissare la parete di fronte.
Era da quando
viveva insieme a Naruto e gli altri che
sentiva di provare una certa predilezione per il biondino.
Ma non aveva
minimamente pensato ad una cotta da
parte sua. Era troppo arzillo e stupidino per i suoi gusti. Ma doveva
ammettere
che era un gran bel ragazzo, e la faceva sempre ridere.
Anche se ogni
tanto balbettava.
«Ah-ah!
Sei arrossita!» l’indicò Sakura, come
volerla
incolpare «Dì la verità. Naru-kun ti
piace, non è così?»
Ino
diventò rossa quanto i capelli di Gaara, uno dei suoi
corteggiatori insistenti.
«Ehm,
ma cosa dici, Sakura-chan! Non potrei mai...
insomma... è un caro amico!»
«Sì,
e da quando?» chiese la rosa, sbattendo la testa «E
poi
si può sapere perché non ti trovi un uomo? Da
quando ti sei lasciata con
Shikamaru fai di tutto per evitarli!»
«Oddio,
parla la coniuge convinta!» fece con sarcasmo Ino
«Perché
non pensi per te? Non mi risulta alcun tipo di ragazzo nelle tue
grazie! A
parte quello smidollato di Sasuke, ovvio»
Il ghigno di
Ino fece salire i nervi alla ragazza che
afferrò un cuscino, esclamando:
«Non
è uno smidollato! Forse
è un po’ troppo
introverso, ma non è uno smidollato!» e
tentò di colpirla, mentre l’ altra si
alzava e schivava i colpi.
«Screanzata!»
Ino
sparì in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Sakura rimase
attonita per diversi secondi, fino a quando
ritornò sulla Terra, pigolando:
«Ma
Ino, dovevo andarci io! Non è giusto, sei un’
approfittatrice, scorretta ed anche bugiarda!»
La risata
fresca della bionda arrivò subito dopo, facendo
irritare Sakura ancor di più.
Borbottando
parole sommesse, afferrò il libro di arte
cercando di assimilare qualcosa. Non ne capiva niente di disegni e
figure,
tantomeno di artisti e movimenti vari.
Cinque minuti
dopo, non riuscì più a ricordare niente. La
voce acuta e perforante di Ino proveniva da sotto la doccia come un
getto d’
acqua ghiacciata.
L’Haruno
si tappò le orecchie. Dei giorni non capiva se la
sua amica lo faceva apposta a complicarle la vita, o le veniva
semplicemente
naturale.
A salvare la
biondina dalla sua ira fu il campanello.
«Ino-chan,
smetti di cantare con quella voce da citofono!»
esclamò, mentre apriva la porta.
Un Sasuke
affaticato alzò gli occhi su di lei, squadrandola
dall’alto in basso.
Doveva
ammettere che era veramente bellissima con i suoi
capelli rosa trattenuti in una coda di cavallo stile Ino; e la ragazza
doveva
ammettere che quel silenzio creatosi stava risultando fin troppo
imbarazzante.
«Ciao,
Sasu-kun!» sorrise «Non far caso a questa lagna!
E’
Ino che ha il mal di pancia!»
Il moro
accennò mezzo sorriso, dopodiché entrò
posando il
grembiule assieme agli altri.
Sakura
giurò sopra il suo nome di averlo visto lievemente
arrossire... Che non si aspettasse lei a dargli il benvenuto?
«Sasuke...»
chiamò, mentre lui si voltava di scatto.
Oh no, non
poteva rimanere da solo con lei! Le cose erano
cambiate. Non poteva abbracciarla semplicemente d’ amico,
perché non era questo
ciò che provava.
Si
allontanò, schivando la sua mano che tentava di fermarlo.
«Ehm,
Sakura... io... devo andare...»
«Aspetta,
Sasuke!» lo bloccò appena in tempo
«Perché
scappi?»
Il ragazzo
sospirò.
Non poteva
spifferare quello che provava per lei in quel
modo. Sarebbe stata una cosa sbattuta in faccia, non piacevole e
soprattutto
inaspettata.
«Mi
eviti da un paio di giorni. Ho fatto qualcosa che non
va?» chiese la ragazza preoccupata, senza lasciargli il
braccio.
«No,
tu non hai fatto niente» rispose lui, guardando dinanzi
a sé «Sono solo un po’ stanco,
scusami»
Si
divincolò delicatamente e si sbarrò in camera sua
e di
Naruto.
Sakura rimase
a fissare il punto in cui era sparito, e si
abbandonò sul divano.
Certo che
l’ Uchiha era davvero strano. Che avesse litigato
un’altra
volta con suo fratello?
Per quanto ne
sapesse lei, non si sentivano da un po’.
Quindi cosa
lo turbava? Perché la faceva stare sulle spine?
Non
si accorgeva che così la faceva solo stare male?
Uscita dalla
doccia, Ino si recò in cucina aspettandosi di
trovare la sua amica con un broncio da lì fino alla strada,
e invece, non trovò
nessuno.
Notò
tre grembiuli, e suppose dell’ arrivo di Sasuke.
Magari Sakura
era nella stanza con lui!
Ghignò,
mentre la porta d’ingresso si spalancava ed un
ragazzo biondo, tutto gocciolante, entrava imprecando.
«...idiota
di un sopracciglione! Ma tu dimmi se posso
abbassarmi a certi livelli!» a sentire quella voce, Ino si
rallegrò «“Naruto di
qua, Naruto di là!” Sempre a comandare! Ma che la
faccia un po’ nel cu...Oh,
I-Ino c-chan! Ehehe, scusa, non ti avevo vista!»
Come
al solito, si ritrovò a pensare subito dopo.
Ino sorrise
divertita.
«Cos’
è successo, Naru? Sei tutto bagnato!»
Naruto si
squadrò dalla testa ai piedi sbarrando gli occhi,
dopodiché, con un sorrisino di scuse, disse:
«Ehm,
sì... Ecco, vedi... Non spifferarlo a Sakura,
però... Ho
detto a Rock Lee, di rifarsi le sopracciglia, così magari
lei si sarebbe
accorta di lui... Ma Lee l’ha preso come un insulto e mi ha
gettato nella
piscina del residence! Oh, non dire neanche a Sakura che sto bagnando
il pavimento…»
La bionda
scoppiò a ridere.
«Vieni,
ti do una mano a cacciarti questo grembiule zuppo!»
Le mani della
Yamanaka vagarono sul suo petto, mentre il
ragazzo diventava rosso porpora.
Delicatamente,
gli sfilò il grembiule azzurro di dosso, e lo
gettò nella pila di panni sporchi.
Mentre
camminava, Naruto non potette fare a meno di
fissarla. Non si era accorto dell’ asciugamano che avvolgeva
il suo candido
corpo, e dei capelli bagnati che incorniciavano il suo volto bellissimo.
Il che voleva
dire che...Era appena uscita dalla doccia!
Il ragazzo
divenne di mille colori. Tentò di tapparsi la
bocca per non sbavare, o per emettere qualche suono indesiderato.
«Cosa
c’è, Naruto -kun?» lo raggiunse la
bionda, preoccupata
«Stai male? Ti viene da vomitare, per caso?»
Il biondino,
senza cacciare le mani dalla bocca, fece di “
no” con la testa.
«E
allora che c’hai?»
Naruto fece
cenno con una mano di lasciarlo stare.
«Boh,
sembra ti stessi trattenendo dall’ urlare qualcosa, o
perlomeno dal rigurgitare» Ino si attorcigliò una
ciocca di capelli bagnati tra
le dita.
Lui emise dei
piccoli gemiti.
L’altra,
non sapendo che fare, sorrise.
«Vabbè,
allora ti lascio, vado a cambiarmi. A proposito,
Naru»
L’Uzumaki
la guardò interrogativo.
«Grazie
per esserti offerto al mio posto. Ero proprio
stanca» e avvicinandosi, gli scoccò un bacio sulla
guancia, per poi
allontanarsi e chiudere la porta della camera sua e di Sakura dietro le
spalle.
Naruto
allungò una mano come per fermarla, mentre le sue
gote andavano a fuoco.
Un
bacio dalla Yamanaka, un sogno che diventava realtà.
Liberò
la sua bocca dalle mani e, lanciandosi sul divano, si
mise a saltellare.
«Yuppi!
Yuppi! Mamma, quant’ è figa! E’ proprio
figa!»
incurante del fatto che Ino e Sakura stavano nella stanza a due passi
dal
soggiorno.
Infatti
quest’ ultima, dopo aver sentito quelle urla
disumane, spalancò la porta di botto e lo raggiunse con in
viso un’espressione
adirata.
«Naruto
Uzumaki, che cavolo stai facendo?!» strillò
«Scendi
immediatamente dal divano con quei tuoi piedacci! Oh, guarda
cos’ hai
combinato! Hai bagnato tutto il pavimento! Sei un idiota! Un danno per
la
società!»
«Ehm...»
Il ragazzo scese con cautela da sopra il sofà con
un sorrisino di scuse ed un braccio sulla testa «Scusa,
Saku-chan, ma vedi... l’
entusiasmo ed io siamo una cosa sola. No, no, che fai con quella scopa!
Mettila
giù, Sakura-chan, mettila giù!»
La rosa,
incavolata, prese a rincorrerlo per tutta la
cucina, con una Ino sorridente ed un Sasuke che borbottava qualcosa del
tipo “testa
quadrata di un Naruto”.