RICCARDO
Sono tornato da appena due giorni e l'ultima cosa che immaginavo era di stare seduto di fianco ad Alba in un locale.
Alba non mi parla.
Non mi guarda.
Non mi saluta.
Lei mi punisce così.
Eppure, io stasera non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
La guardo di nascosto: i capelli biondi, il neo sul mento, le dita sottili, i seni piccoli, le spalle da ballerina classica.
“Forza, Alba è il tuo turno. Raccontaci un po’ di te” - la incalza un nostro compagno.
Racconta di essere iscritta all’ultimo anno di scienze della formazione, che i bambini le piacciono da impazzire e che sta per diventare zia.
“E Carlo? Stai ancora con lui?”
“Si, assolutamente. Non potrei chiedere di meglio. Contiamo di sposarci tra qualche anno!”
Cosa? Lo vuole sposare?
La sento parlare e non la riconosco.
Può il tempo cambiare così tanto una persona?
No.
Per me, no.
Alba, forse non è così importante ciò che dici se intanto i tuoi occhi stanno gridando altro.
Perché gli altri potranno anche non accorgersene, ma io no.
Io, i tuoi occhi, li conosco a memoria.
Esco a fumare una sigaretta.
Mi sento soffocare e mi chiedo perché, a distanza di anni, debba sentire tutto questo ogni volta che la vedo.
Mi sento uno stupido.
Ho passato cinque anni a scappare da queste sensazioni.
Milano, Londra, Torino, ancora Milano e non sono riuscito a togliermela della testa.
Come posso credere di riuscire a farlo restando qui dove tutto é iniziato?
Quando rientro, alcuni dei nostri amici si sono alzati, altri sono andati via.
Lei, invece, è ancora lì, con una mano tra i capelli e gli occhi che fissano un punto indefinito.
“E così ti sposi?” le dico.
Sussulta.
Abbassa lo sguardo.
Il linguaggio del corpo ci mette un attimo a tradirti.
“Già! Con Carlo va alla grande…quindi..”
“Immagino. Carlo è …”
“Carlo c'è sempre stato per me!”
Me lo vomita addosso così, senza preavviso, senza giri di parole.
E per un attimo mi sembra di rivedere l'Alba che ho sempre conosciuto io.
“Io, invece, no. Stavi per dire questo?”
“Io non ho detto nulla”
Si mette sulla difensiva e mi accorgo di essere andato oltre.
“Scusami, posso farmi perdonare con un ballo?”
Sorride ed è già una conquista.
“Sai, gira voce che tu sia una bravissima ballerina”
Le tendo la mano.
“Sì, ma solo uno, perché sono piuttosto arrugginita!”
Afferra la mia mano e stavolta a sorridere sono io.
E mi sembra di ritornare a quando avevamo diciassette anni e ci sentivamo invincibili.
A quando il nostro amore lo scrivevamo sui muri.
Chissà se c'è ancora da qualche parte la nostra scritta o se è stata cancellata dal tempo?
Alba e Riccardo 4ever.
A quando ancora credevamo che il nostro amore sarebbe durato tutta la vita