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Autore: LazySoul    21/10/2020    0 recensioni
[Seguito di "Gioco di Sguardi", di cui si consiglia vivamente la lettura]
A cinque anni dalla morte del Signore Oscuro, il Mondo Magico è tornato allo splendore di un tempo, rinascendo dalle proprie ceneri come una fenice.
Harry Potter e Ronald Weasley lavorano come Auror ormai da un paio di anni; Hermione Granger aspetta da un momento all'altro di essere promossa, essendo la migliore impiegata dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche; Blaise Zabini possiede un atelier di alta moda; Pansy Parkinson tiene su Strega Moderna una famosa rubrica specializzata in consigli d'amore: "Cuori infranti: filtri d'amore e altri rimedi"; Draco Malfoy invece è il vice capo del Quartier Generale degli Obliviatori.
Tutto sembra procedere come dovrebbe: Harry e Ginny stanno organizzando il loro matrimonio, Hermione e Ronald stanno decidendo se compiere il grande passo e andare a convivere, Pansy continua ad essere troppo orgogliosa per ammettere i propri sentimenti per Blaise e Draco si è da poco fidanzato ufficialmente con Astoria Greengrass.
Tutto cambierà quando, per problemi di ristrutturazione, l'ufficio di Draco Malfoy verrà spostato al quarto livello, proprio accanto a quello di Hermione Granger.
Riusciranno i due ex-amanti a mantenere un rapporto strettamente professionale?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di Sguardi'
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21. Sangue

 

Hermione Granger si trovava di fronte alla porta chiusa dell'appartamento di Draco Malfoy, con la mano stretta a pugno sollevata, pronta a bussare.

 

Aspettò qualche secondo, prendendo lunghi respiri per riempire i polmoni stremati dalla corsa, poi con un enorme sorriso sulle labbra, bussò.

 

Era stata così impaziente di vedere Draco, quando era uscita dal camino nell'atrio del palazzo, che aveva iniziato a correre su per le scale, così da arrivare più in fretta al piano giusto; ecco perché in quel momento aveva il fiato corto e le ginocchia che le tremavano appena.

 

Dopo aver bussato la ragazza si passò una mano tra i capelli, per sistemarli, ma si arrese ben presto, convinta di non poter fare miracoli, e rimase semplicemente in attesa, col cuore in gola e le dita che le pizzicavano per l'impazienza.

 

Quando la porta si aprì, sull'uscio comparve la silhouette di Draco; quel sabato pomeriggio indossava una felpa grigia con la scritta London sul davanti e un paio di pantaloni della tuta neri, ai piedi aveva dei calzini bianchi e sul viso un sorriso mozzafiato.

 

«Pensavo avresti ritardato», disse Draco, accarezzando con lo sguardo i capelli spettinati di Hermione, il suo volto arrossato e le labbra socchiuse che inspiravano generose boccate d'aria.

 

«Mi sono liberata prima del previsto», disse Hermione, scrollando le spalle.

 

«Com'è andato il pranzo?», chiese il ragazzo, aiutando Hermione a sfilarsi il cappotto, per poi appenderlo sull'appendiabiti e sedersi a gambe incrociate sul divano, accanto a quella che, da qualche giorno ormai, poteva definire la sua ragazza.

 

Una piccola smorfia apparve sul volto di Hermione: «Bene, dai. Harry e Ginny sono stati molto carini, come sempre, ed è stato piacevole pranzare con loro, però non mi hanno preso molto sul serio, quando ho detto loro che non sto più con Ronald».

 

«In che senso?», chiese Draco, aggrottando le sopracciglia.

 

«Nel senso che sono talmente abituati a vedere me e Ronald lasciarci per poi rimetterci insieme, come se niente fosse, che quando ho detto loro che tra me e Ron è finita, mi hanno detto: "Tranquilla, vedrai che tornerà tutto come prima" e poi hanno cambiato argomento».

 

Draco Malfoy, con lo sguardo basso, si morse il labbro per trattenere la domanda che avrebbe tanto voluto porre ad Hermione.

 

«Ginevra era talmente felice di parlare dei preparativi delle nozze e Harry del lavoro, che non me la sono sentita di insistere più di tanto e ho lasciato che credessero quello che volevano», continuò Hermione, sfilandosi dai piedi le scarpe, così da poter raccogliere le gambe sui cuscini del divano: «Col tempo capiranno che questa volta è diversa dalle altre».

 

Draco annuì pensieroso, osservando il viso serio della ragazza accanto a sé e non riuscì a trattenere la domanda che premeva per essere posta: «Lo è davvero? È davvero diversa questa volta, Granger?»

 

Hermione distolse lo sguardo dal poster de "La valorosa Téméraire", per puntare i propri occhi scuri in quelli chiari di Draco.

 

"Come puoi chiedermelo?", avrebbe voluto dire, ma realizzò ben presto che la domanda di Draco era fin troppo comprensibile e si sentì un po' in colpa per aver dato, anche se involontariamente, al proprio ragazzo motivo di dubitare della genuinità delle sue intenzioni.

 

L'ex Grifondoro allungò una mano verso l'ex Serpeverde, così da sfiorare il suo ginocchio, coperto dal tessuto morbido e caldo della tuta: «Sì, Draco, questa volta è diversa. È diversa perché ci sei tu».

 

«Quindi non rischio di essere scaricato per Weasley tra pochi giorni?»

 

«È insicurezza quella che leggo nel tono della tua voce? O forse gelosia?», domandò Hermione, mentre spostava la mano più in alto, verso la coscia del ragazzo.

 

Sul volto di Malfoy comparve una smorfia infastidita: «Gradirei una risposta, Granger».

 

«Non essere sciocco, Draco», disse Hermione, sporgendosi col busto, così da portare il proprio viso pericolosamente vicino a quello di lui: «Se volessi stare con Ronald non mi troverei qua in questo preciso momento, non credi?»

 

La mano di Malfoy si appoggiò sulla guancia della ragazza e iniziò ad accarezzarne la pelle vellutata, gli occhi persi nelle iridi scure di lei: «Siete stati insieme tanti anni, sei sicura che essere qui, con me, in questo momento, sia quello che vuoi?».

 

«Sì, Draco, sono sicura», sussurrò lei, abbassando lo sguardo sulle labbra tentatrici di Draco, per poi riportarlo negli occhi chiari di lui: «E tu sei sicuro?»

 

«Sì, sono sicuro».

 

Hermione sorrise e lasciò un dolce bacio sulle labbra di Draco.

 

«Tu che hai fatto oggi, mentre io venivo rimpinzata di manicaretti da Ginny e Harry?»

 

Sul volto di Draco comparve un'espressione divertita ed emozionata allo stesso tempo, mentre si alzava da divano, diretto verso l'ingresso.

 

«Ho fatto acquisti!», esclamò il ragazzo, recuperando una grossa borsa in plastica, che si trovava proprio ai piedi dell'attaccapanni.

 

Hermione non poté fare a meno di sorridere entusiasta, influenzata dalla felicità di Draco.

 

«E cos'hai comprato?»

 

«Chiudi gli occhi».

 

Hermione assecondò Draco e abbassò le palpebre, costringendosi a non sbirciare, anche se la tentazione era molto forte.

 

«Aprili».

 

Draco aveva tra le mani una scatola bianca e blu sulla quale spiccava in rosso una scritta che Hermione conosceva fin troppo bene.

 

«Hai comprato una PlayStation?», chiese la ragazza, divertita.

 

Draco annuì: «Dovrai aiutarmi a collegarla alla... al... oh, Merlino, come si chiama quell'affare babbano?»

 

«Intendi il televisore?», chiese la ragazza, guardando la parete vuota di fronte al divano: «Ma tu non hai un televisore, Malfoy!»

 

Quando Hermione tornò a guardare Draco, il ragazzo le stava sorridendo furbescamente: «Sì, invece».

 

Hermione seguì lo sguardo di Malfoy e rimase stupita nel constatare che vicino all'ingresso si trovava effettivamente uno scatolone dalle dimensioni impressionanti, che aveva tutta l'aria di contenere un televisore nuovo di zecca.

 

«Spese folli oggi, eh?», disse lei, ridendo sommessamente, prima di alzarsi e raggiungere Draco all'ingresso: «E va bene, vediamo se riusciamo a installare tutto senza fare disastri».

 

Nell'arco di un'ora erano entrambi seduti sul divano con i joystick tra le mani, intenti a sfidarsi ad una gara di rally.

 

«Questa volta vincerò io, Granger».

 

«Illuso!», esclamò lei, con una piccola smorfia in viso; le faceva male il pollice a forza di tenere premuta la "x" dei controlli, ma non aveva intenzione di arrendersi.

 

La macchina di Malfoy superò quella di Hermione, per poi essere nuovamente superata dalla vettura della ragazza.

 

Draco sbirciò con la coda dell'occhio la ragazza e sorrise: «Sei troppo competitiva, Granger», le disse, nel tentativo di distrarla.

 

«Ah, senti chi parla!», rispose lei, senza distogliere lo sguardo dallo schermo.

 

Draco abbandonò il joystick sul divano e si lanciò su Hermione, facendole perdere la presa sul control stick, che cadde sul tappeto con un suono sordo.

 

«Cosa fai?!», esclamò lei, cercando di divincolarsi dalla presa di Draco.

 

Il ragazzo, ridendo, iniziò a farle il solletico.

 

«No, basta», disse Hermione tra le risate, contorcendosi tra le braccia di Draco: «Non vale!»

 

Malfoy smise di pizzicarle i fianchi e la ragazza smise di ridere, respirando a fondo per recuperare il fiato: «Non potevi sopportare di perdere ancora?»

 

Malfoy fece una smorfia e riprese a fare il solletico alla ragazza, che tornò a contorcersi sul divano.

 

«Vuoi che smetta, Granger?»

 

Hermione cercò di rispondere all'attacco, facendo a sua volta il solletico a Draco, ma il ragazzo le bloccò ben presto le mani sopra la testa.

 

Rimasero a guardarsi negli occhi, mentre riprendevano entrambi fiato.

 

Draco le sorrise: «Ti arrendi?»

 

Hermione si mosse appena sotto di lui, allacciando le gambe intorno ai fianchi del ragazzo: «Se dico di sì, facciamo l'amore?»

 

Draco rimase senza parole per qualche secondo, poi sorrise: «Hai una fissa per questo divano o è una semplice coincidenza che ogni volta che siamo qua, cerchi di attentare alla mia virtù?»

 

Hermione scoppiò a ridere e gettò il capo all'indietro, esponendo la gola sulla quale spiccava, rossastro, il succhiotto che Draco le aveva fatto qualche giorno prima.

 

«Non vale rispondere a una domanda con un'altra domanda», disse lei, sorridendogli.

 

Draco non rispose e si limitò a sporgersi fino a far scontrare le proprie labbra contro quelle di Hermione, dando vita a un bacio lento e incredibilmente passionale.

 

Le mani di Draco lasciarono la presa intorno ai polsi di Hermione, così da poter scivolare lungo le braccia e il torso della ragazza.

 

«Qui o in camera?», chiese Draco, interrompendo il bacio giusto il tempo necessario di porre quella domanda, prima di tornare a divorare con passione le labbra rosse della ragazza.

 

Hermione, con le braccia allacciate intorno al collo di Draco pensò che non era mai stata nella camera da letto del ragazzo e interruppe il bacio per dirglielo.

 

Draco, con la fronte aggrottata scosse brevemente la testa, allibito. 

Aveva sognato talmente tante volte Hermione sdraiata accanto a sé, nel suo letto, che aveva finito col convincersi che fosse successo davvero.

 

«Hai ragione, ero convinto del contrario, ma hai ragione».

 

Abbandonarono il salotto e la gara di rally ancora incompiuta e con le dita intrecciate in una stretta delicata salirono le scale, che portavano alla mansarda.

 

La camera da letto di Draco era proprio come Hermione se l'era immaginata: i colori predominanti erano il verde scuro e il nero, il letto matrimoniale sembrava nuovo e molto comodo e l'armadio quattro stagioni era abbastanza ampio da poter contenere gli abiti di un'intera famiglia. 

 

Quello che attirò l'attenzione di Hermione fu un quadretto appeso accanto al letto, dentro al quale era incorniciato un foglio di pergamena leggermente ingiallita, su cui era riportata una frase che lei riconobbe all'istante: "Non disturbare, o mio padre lo verrà a sapere".

 

«Sbaglio o questo foglio era appeso sulla porta della tua stanza ad Hogwarts?»

 

«Non sbagli. È un regalo di Blaise», disse Draco sfilandosi la felpa con un gesto fluido: «Il quarto anno, Blaise l'ha scritto per prendermi in giro e l'ha incantato in modo che nessuno potesse toccarlo o modificarlo, per poi appenderlo fuori dalla porta della nostra stanza. Quando mi sono trasferito qua mi ha regalato quello stesso foglio incorniciato e mi ha fatto promettere di appenderlo in camera».

 

Hermione sorrise, divertita da quel racconto: «Tu e Blaise siete molto legati, vero?»

 

Draco fece spallucce e aiutò la ragazza a sfilarsi la camicetta a fiori che indossava: «A volte vorrei strozzarlo, altre ucciderlo lentamente e tra le più atroci sofferenze, ma rimane comunque il mio migliore amico e so che potrò sempre contare su di lui».

 

«Capisco, è bello avere amicizie simili, ti fanno sentire particolarmente fortunato, non trovi?»

 

Draco annuì: «Concordo, ma penso che sia arrivato il momento di cambiare argomento, non mi sembra il caso di pensare a Blaise mentre siamo qua, mezzi nudi, sul punto di fare l'amore sul mio letto».

 

Hermione scoppiò a ridere e gettò le braccia intorno alle spalle del ragazzo: «Sono d'accordo, non voglio che pensi a Blaise. Sei qui con me, dovresti pensare a me».

 

«Hai ancora il ciclo?», chiese il ragazzo, mentre iniziava a sbottonarle i jeans.

 

«Temo di sì. Mi è arrivato mercoledì pomeriggio, oggi è solo sabato...», disse Hermione, con una piccola smorfia in viso: «Oggi il flusso dovrebbe essere meno abbondante rispetto agli altri giorni».

 

«Hai male?», domandò lui, le mani che delicatamente le abbassavano i pantaloni lungo le cosce.

 

Hermione scosse la testa e gli sorrise: «Sto bene».

 

Draco annuì e posò le labbra sul collo e le spalle esposte della ragazza, saggiando la sua pelle morbida e profumata.

 

Hermione gemette piano e sorrise: «Come fai?», chiese, iniziando a disegnare forme immaginarie sulla schiena esposta del ragazzo.

 

«Come faccio cosa?»

 

«A svuotarmi di ogni pensiero e a farmi sentire così bene...»

 

Hermione non aveva le parole, lei che solitamente era molto brava a costruire frasi, per descrivere la sensazione di dolce desiderio che le stringeva lo stomaco e il fastidio di sentire il proprio cuore all'altezza della gola.

 

Hermione non avevo le parole, ma Draco non aveva bisogno di sentirle, perché capiva perfettamente cosa intendeva la ragazza; era quello che provava anche lui, ogni volta che Hermione si trovava nella sua stessa stanza.

 

Malfoy premette le labbra contro quelle socchiuse dell'ex Grifondoro, dettando a quel bacio un ritmo serrato, dovuto alla passione e il desiderio.

 

Hermione non riusciva a tenere ferme le mani, che continuavano a vagare sul corpo di Malfoy.

 

Draco s'irrigidì leggermente quando la mano di Hermione si posò sul suo avambraccio sinistro, dove quello che rimaneva del Marchio Nero gli sfigurava la pelle pallida, ma non disse niente e non si allontanò da quel tocco.

 

«Non ho mai fatto sesso con il ciclo», disse Hermione con un pizzico di apprensione, mentre aiutava Draco a sfilarsi i pantaloni della tuta.

 

«Anche per me è una situazione nuova, ma penso che basterà usare un "Gratta e Netta", se le cose dovessero sfuggirci di mano», mormorò contro la clavicola della ragazza, sulla quale stava lasciando una scia umida di baci.

 

«Non ti fa schifo il mio sangue impuro?»

 

Draco interruppe i baci per guardare Hermione dritto negli occhi:  «Impuro?», chiese, mentre la sua mano s'intrufolava nelle mutande della ragazza e le dita esperte iniziavano a masturbarla.

 

Hermione gemette e, per paura di perdere l'equilibrio o non avere abbastanza forza nelle gambe per sostenersi, strinse maggiormente la presa intorno alle spalle di Malfoy.

 

«Il tuo sangue non è impuro, tu non sei impura», disse Draco, sospingendola verso il letto, dove la fece sdraiare e le sfilò le mutande, per poi tornare a dedicarsi al piacere di Hermione: «Non sono più quel ragazzino, Granger, non sono più lo stupido bambino che ti insultava i primi anni ad Hogwarts e non sono neanche il ragazzo del sesto anno che si chiudeva con te nella Stanza delle Necessità. Sono cresciuto e quello che provo nei confronti del tuo sangue non è schifo».

 

Hermione aprì gli occhi, che non si era resa conto di aver chiuso, e osservò con attenzione il volto di Draco, a pochi centimetri dal proprio: «E cosa provi allora?»

 

Malfoy lasciò un tenue bacio sulle labbra di Hermione e le sorrise: «Ammirazione, rispetto e gratitudine».

 

«Provi tutto questo per del sangue?»

 

«Per il tuo sangue», specificò Draco, aumentando la pressione delle proprie dita sull'intimità di Hermione: «E ora basta parlare, devi concentrarti e venire per me».

 

L'ex Grifondoro spostò la mano di Draco, interrompendo le dolci ondate di piacere che le stava facendo provare e si sollevò a sedere, troppo incuriosita dal discorso che stavano avendo per riuscire a concentrarsi su qualcos'altro: «Come puoi provare rispetto e gratitudine per il mio sangue, Malfoy? È solo sangue».

 

Draco guardò brevemente le dita sporche della sua mano, poi osservò il volto serio della ragazza di fronte a sé: «Perché è il tuo sangue, ti mantiene in vita, scorre nelle tue vene e permette al tuo viso di arrossire quando ridi. Ti ho chiamata Sanguesporco e Mezzosangue per anni, convinto che ci fosse davvero qualcosa che non andava nel tuo sangue, invece non è così, il tuo sangue è perfetto e ti rende la strega straordinaria che sei».

 

Hermione non disse niente per qualche secondo e rimase semplicemente a guardare l'espressione seria sul viso di Draco.

 

«Non so cosa dire», ammise alla fine, incapace di esprimere a parole le emozioni che provava in quel momento.

 

Faceva uno strano effetto avere Draco Malfoy, il ragazzino che l'aveva derisa e insultata per anni, pronunciare quelle parole, anche se non era la prima volta che le dimostrava di essere cambiato e di essere diventato una persona migliore.

 

«Non c'è bisogno che tu dica qualcosa», la rassicurò Draco, leggermente spaventato dall'intimità che stavano creando, senza il minimo sforzo, giorno dopo giorno.

 

Hermione abbassò lo sguardo sulle dita sporche di sangue del ragazzo e una piccola smorfia le comparve in volto: «Forse dovremmo fare la doccia insieme, invece di...»

 

Draco abbassò gli occhi sulla propria mano e scrollò le spalle: «Te l'ho detto, basterà un "Gratta e Netta" più tardi...», disse, portando nuovamente le dita contro la pelle bollente di Hermione: «Ora rilassati».

 

 

 

 

 

***

 

Buonasera popolo di EFP!

 

Eccoci alla fine di un nuovo capitolo, che spero vi sia piaciuto, malgrado l'ultima parte e l'argomento sangue.

 

Se avete tempo e voglia, sapete che i commenti sono sempre ben graditi!

 

Come sempre vi ricordo che mi trovate anche su Instagram, il nome dell'account è lazysoul_efp.
 

Al prossimo capitolo!

 

Un bacio, 

 

LazySoul

  
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