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Autore: aurora giacomini    24/10/2020    0 recensioni
Per diversi anni della mia vita ho avuto dei diari segreti. Questo non lo sarà.
In questo Diario Non-Segreto parlerò di varie esperienze di vita, evitando di spargerle in diverse storie autobiografiche.
Un capitolo -> un esperienza/pensiero/conclusione.
Nel primo capitolo, ad esempio, parlerò della comunicazione, della lingua Inglese e di ciò che ha comportato per me.
Tutto ciò che scriverò sarà completamente reale.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Leggi che ti passa. 
Come la lettura mi ha aiutata a superare il bullismo e l'emarginazione.
 


24 Ottobre 2020



Ciao, caro Nicola, 

La lettura è stata sempre una componente fondamentale della mia esistenza. E' sempre stata lì, silenziosa e fedele compagna di vita.
E' stato amore a prima vista.
Anno: 2000. Collocazione temporale: Autunno/Inverno. Età: 6 anni. Obbiettivo: Imparare a leggere/migliorare. Luogo: Scuola Elementare di Taipana.
Ho un ricordo dalle cornici sfocate delle mie prime volte a leggere, ma ricordo mia madre prima e Alessio poi (ciao Alessio, chissà se ci pensi ancora a me...) che mi insegnavano a leggere.
Ma il ricordo più forte è con Alessio, un ragazzo che veniva dalla Calabria, seduto accanto a me e il suo dito scuro sulle pagine colorate...
“Alessio, fai vedere ad Aurora come fare.” Disse la maestra.
Alessio mi sorrise, felice di essere preso in così alta considerazione. (Lo prendevano un po' di mira, al tempo non sapevo perché, ma oggi penso che fosse a causa della sue origini del sud e del suo aspetto un po' trasandato da bambino felice di giocare nei prati.)
“Adesso ti spiego, capito? Ti faccio vedere io!” Mi si sedette accanto (cavolo, ho il magone... mi vien da piangere...) potevo sentire il suo calore e l'odore un po' forte di sudore, ma mi calmarono: ero agitata perché non riuscivo a leggere, la sua presenza mi infuse così tanta calma e senso d'appartenenza... non per nulla fu una delle persone più importanti della mia infanzia, un amico fedele ed un oratore capace d'incantarmi... chissà se è diventato uno scrittore o se invece il suo amore sconfinato per le ruspe l'ha portato in cantiere... comunque sia, spero per lui il meglio.
“Inizio io, poi tu continui.” Mi disse, posando il dito sull'immagine di un lupo (oggi penso che fosse lupo Alberto, ma potrebbe essere un falso ricordo.)
“Sì, grazie...” annuii concentrandomi sul suo dito.
L'ultima cosa che ricordo è lui che mi spiega le pause fra virgole e punti, lo ricordo raddrizzare la schiena e trattenere il respiro enfatizzando fin troppo la cosa, che buffo che era!
Da quel momento capii che potevo entrare in qualunque vita, mondo io volessi! Era tutto lì, un universo mascherato da irregolari binari neri... dovevo solo interpretare il codice... fu magico!
Anno: 2000 al 2005. Collocazione temporale: Ehm... cinque anni... Obbiettivo: crescere, capire la vita, studiare. Luogo: Casa mia/Scuola elementare.
Nella mia famiglia ho sempre visto le persone con libri: mio nonno materno era bibliotecario e, una volta andato in pensione non cambiò nulla: aveva sempre un romanzo in mano, sapeva quasi tutto della storia del '900, ma potevo chiedergli anche di altre epoche, il modo di rispondermi lo trovava sempre. Mia nonna materna sa tutto sulle piante, sui funghi e la cucina in generale: è sempre con libri che trattavano questi argomenti (negli ultimi anni meno perché non vede più molto.) Mio padre era uno che non disdegnava nulla, (beh forse solo i romanzi rosa, ma non ne ho la certezza.) Leggeva manuali di scacchi, pesca, nodi, piante, funghi e chi più ne ha più ne metta! Ma anche romanzi storici, thriller, horror ecc ecc. Mia madre era un appassionata di gialli (ho ancora tutta la sua collezione: libri stampati venti/trent'anni prima che io nascessi!) thriller, horror e romanzi (anche rosa.) 
Io leggevo, beh, i libri di scuola, e qualche romanzo che prendevo dai miei genitori, ma questo un pochino più avanti, non tanto, un pochino... non so, verso gli otto/nove anni.
Il primo “romanzo” che ricordo di aver letto sono quasi certa che sia “Furbo il Signor Volpe”, sono molto legata a quel libro...
In quel periodo di scuole elementari, scoprii Harry Potter e i Classici.
Quindi ero una bambina che stava sempre a leggere? No. Leggevo moltissimo, ma la gran parte di quella sfera della mia vita l'ho passata a giocare al game-boy (Pokemon Verde Foglia, e Splinter Cell, avevo xD) con gli amici, ad andare in bicicletta, starmene nel bosco (ma questo merita un capitolo a parte), e godermi la vita. Avevo una bella vita: i miei genitori (qualche litigata a parte) erano sereni e mi davano amore, mi insegnavano la vita. Avevo un sacco di amici, tutti mi volevano bene ed io volevo bene a loro.
Prima di lasciare questo magico periodo della mia esistenza devo fare delle menzioni, non a libri che ho letto, ma a libri che mi sono stati letti dai vari adulti della mia vita.
Incominciamo da mia madre. Un ricordo nitido e bellissimo ci vede sedute vicine accanto allo spolert (stufa fatta di mattoni dalla forma rettangolare) sulla pietra nera che si scaldava (ricordo che più di una volta mi sono bruciata il sedere! Ma era anche il posto in cui facevo un sonnellino sulla coscia del cane xD Ero piccola!) per cui era ricoperta di cuscini. Mi leggeva una collezione di fiabe nordiche, e questo mio ricordo ne prevede una dai risvolti un po' macabri... a dirla tutta, erano tutte un po' violente e macabre, ma io le adoravo! E mia madre era bravissima ad enfatizzare la vicenda cambiando la voce di personaggio in personaggio!
Poi mio nonno, ricordo che quando ho fatto il primo trasloco della mia vita (il primo di molti, ma anche qui penso ci voglia un capitolo a sé), mi stava leggendo un libro dove c'era Pegaso, ma avevo 4 anni e non ricordo molto altro... no, voglio parlare di quando, la sera (molte volte a lume di candela, anche qui la spiegazione in un altro frangente), mi leggeva Pinocchio di Collodi... che belle serate!
Poi la maestra Elisabetta che alle classi dalla terza alla quinta (eravamo tutti insieme in un unica stanza e non arrivavamo a quindici studenti!) ci leggeva Harry Potter e la Pietra Filosofale... che bello... fuori diventava scuro e lei appoggiata alla cattedra a leggere... meraviglioso!
Ma tutte le cose belle devono finire, anche le elementari finirono, ancora non sapevo che, per molti anni, anche la mia felicità sarebbe finita.
Anno: 2005 al 2009. Collocazione temporale: 4 anni d'inferno.  Obbiettivo: Sopravvivere. Luogo: Scuole medie di Nimis/ Casa mia.
Dico subito che non c'è nessun errore: gli anni delle medie sono tre, ma io sono stata bocciata in prima, motivo? Non andavo a scuola. Ragione: mi bullizzavano.
Del bullismo, di quello che mi facevano e provavo ne voglio parlare a parte, voglio dedicare un capitolo solo a quest'infausto avvenimento. 
Stavo male, non ero mai stata così male in vita mia. Scoprire il significato di emarginazione fu orribile e spaventosamente tangibile.
In quei quattro anni diventai davvero una lettrice accanita: la lettura fu la mia fuga dal mondo, dalla realtà che mi soffocava e opprimeva impedendomi di vivere. La lettura, non ho remore nel dirlo, mi ha salvato la vita.
In quel periodo mi vennero regalati e lessi dei libri che mi porto tutt'oggi nel cuore.
Alcuni frammenti:
“La casa maledetta” è stato probabilmente, quasi sicuro, il primo romanzo horror che io abbia mai letto. Mi inquietava a morte! Forse è da lì che è nata la mia voglia di scrivere racconti di paura.
“Cuore di fuoco” o qualcosa del genere, perdona: non ne sono sicura al cento per cento... comunque era la biografia di una ragazza Etiope che raccontava gli orrori di alcune realtà.
“3096 giorni” l'autobiografia di una ragazza tenuta prigioniera in uno scantinato scavato sotto l'abitazione dal suo carceriere.
“Le cronache di Narnia”, un librone che leggevo alla notte al lume di candela, (fra l'altro alla stessa scrivania a cui sono ora... quanto è vecchia 'sta scrivania :O ) mangiando ghiaccioli al limone.
E come non citare “Le cronache del Mondo Emerso” un regalo di mia madre. Un libro che mi ha aperto il mondo della fantastica Licia Troisi! 
“Anni verdi” questo l'ho letto l'estate dopo la morte di mio padre, che coincide con la fine della medie.
Leggevo molto, di conseguenza i miei temi erano molto buoni, a dirla tutta, Italiano e Scienze erano le uniche materie in cui andavo bene, forse anche Storia, ma adesso questo non centra, torniamo ai temi.
I temi fecero i modo che le mie insegnanti di Italiano mi guardassero in modo diverso, che non pensassero che fossi stupida o con un ritardo solo perché facevo scena muta e piangevo ogni momento. Con una di loro sono rimasta in contatto anche dopo le medie, prof... sempre nel cuore...
Avevo anche sprazzi d'interazione civili con i miei compagni che, prendendosi una pausa (eh, poveri! Guardate che fare i bulli è un mestiere faticoso! Sarcasmo a parte...) mi usavano come vocabolario umano o mi chiedevano di aiutarli a scrivere i temi. Ero felice di farlo! Mi sentivo normale, utile... viva.
In quel periodo ho scritto il primo manoscritto della mia vita: “Il figlio dell'angelo caduto”, mi venne in mente di scriverlo una notte. Ero in cucina a lume di candela e stavo guardando uno dei tanti gatti che avevamo, penso si trattasse di “occhietti tristi”, (l'avevo soprannominata così perché lei aveva sempre la congiuntivite) e boom...! un gatto... una grotta... neve... due ragazze...! Da qualche parte lo conservo ancora. E' stata la prima storia con sfumature saffiche che io abbia mai scritto.
Ma in quel periodo più che altro leggevo.
Nei libri potevo non essere più io, non c'erano più i miei problemi: solo quelli dei protagonisti. Viaggiavo lontano, talmente lontano che i lividi non mi facevano più male e le voci dei miei aguzzini venivano inghiottite nella nebbia di qualche fantastico paesaggio.
Ho pensato diverse volte di togliermi la vita, come una ragazza di un libro, credo che il titolo fosse “Brutta”, beh, sua madre la chiamava così e forse anche altri, non ricordo, ricordo solo che lei cercò più di una volta di bere la varechina. Così scoprii che era un modo (abbastanza inefficace) di concludere la propria esistenza. Ma riuscii a resistere, ogni volta che stavo per arrendermi mi mettevo a leggere e fuggivo via, dopo qualche riga dimenticavo perché le lacrime mi appannassero la vista.
Non si può fuggire per sempre, ma a volte o scappi o muori. Letteralmente.
Lo ripeto: la lettura mi ha salvata. Se non avessi avuto quei testi oggi non potrei raccontare la mia storia.
Il mio modo di scrivere deve ancora maturare ed evolversi, ma è un processo graduale in cui vedo miglioramenti di volta in volta: una volta leggevo col puro scopo di scappare o intrattenermi, oggi leggo anche, per esempio, per capire l'utilizzo migliore della virgola e molte altre cose.
Ora è il 2020, ho 26 e sono ancora una lettrice, ma leggere non mi serve più per scappare via, leggere mi serve per viaggiare. A volte ho dei periodi in cui metto la lettura da parte, dimenticandomi quanto in realtà mi faccia stare bene, ma farà per sempre parte della mia vita, è stata la mia vita per quattro lunghi anni.
Negli anni ho scoperto che un buon vocabolario può aprirti molte strade e creare legami. Che una buona cultura è sempre apprezzata. E che leggere può salvarti la vita.
E' un amore che dura da 20 anni esatti... wow...

Grazie per avermi ascoltata ancora, a presto <3
  
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