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Autore: Hikari_1997    26/10/2020    4 recensioni
La relazione tra Sesshomaru e Rin nel corso degli anni, i loro pensieri e l'evolversi dei loro sentimenti.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Inuyasha fissava inquieto il cielo.
Suo fratello era passato quella mattina per prendere Rin e portarla al suo palazzo, nel cuore delle terre occidentali … non aveva mai invitato nessuno al suo palazzo.
Neppure sua madre.
-Battere in quel modo il piede a terra non lo farà ritornare più in fretta, lo sai vero? –
Inuyasha si voltò verso la moglie, in piedi sull’uscio di casa con una divertita espressione in volto.
-Ho una strana impressione- disse.
-Oh … Quale? – domandò lei.
-Non lo so ma, non lo avevo mai visto così … inquieto? Non è mai inquieto, sprizza superiorità e sicurezza da tutti i pori, eppure- Disse Inuyasha, continuando a guardare il cielo.
-Hai forse paura di diventare zio? – lo punzecchiò Kagome.
-Già … Aspetta, CHEEE?? –

******************

Il palazzo era immenso, Rin aveva implorato Jaken di farle fare un giro per la vasta magione di Sesshomaru, chiedendogli qualsiasi cosa piena di curiosità.

Era ormai sera quando Rin si stava avventurando tra i corridoi del palazzo per cercare qualcosa da mangiare, quando captò una luce.
Si avvicinò cauta notando la presenza di Sesshomaru.
Era nel suo studio, a revisionare alcuni documenti.
Fece scorrere lo shoji entrando di soppiatto.
-Qualcosa non va Rin? – chiese.
-Oh no solo, ho fame- pigolò lei.
Sesshomaru si alzò, lasciando i rotoli sul tavolino.
-Qui siamo tutti demoni, quindi non abbiamo bisogno di mangiare del cibo umano- rispose lui, prendendo Rin per mano.
Rin ricordò i suoi passati viaggi con Sesshomaru, si era sempre cercata da mangiare da sola per quel motivo.

Lo Yokai fece scorrere uno shoji, rivelando la presenza di una vasta camera che –a giudicare dal pregiato futon- era la camera da letto.
Vicino ad esso vi era un piccolo tavolino con della frutta e alcuni mochi.
-Ho chiesto a Jaken di raccogliere dei frutti prima di venire a prenderti e la sacerdotessa ficcanaso mi ha dato dei mochi nascondendoli da mio fratello-
Rin si avventò sullo spuntino organizzato da Sesshomaru, mangiando con avidità tutti i cibi.
Lo Yokai si sedette sul futon lì di fianco, osservando la ragazza mentre assaggiava i mochi preparati da Kagome.
-Em, Sesshomaru; ho sempre voluto chiederti una cosa- disse lei finendo di mangiare una delle tre mele.
-Dimmi-
-Mi hai sempre detto che non mangi cibo umano … allora, cosa mangi? – domandò lei curiosa.
Sesshomaru non rispose subito.
-Avete … mangiato degli esseri umani in passato? – continuò lei.
Bastò un suo sguardo per farla tacere –Scusa, era una domanda inopportuna- Pigolò Rin tornando a mangiare la sua cena.
Lo sentì sospirare dicendo –No, mai –
-E allora avete mai provato a mangiare del cibo umano? – chiese nuovamente.
-Perché ti interessa? – domandò Sesshomaru –Anche se lo mangiassi non ne trarrei nutrimento, a Yokai come me serve altro per sopravvivere, quindi non-
Si bloccò, percependo uno spicchio di mela tra le labbra.
Rin aveva abbandonato i resti dei frutti e dei mochi, avvicinandosi a lui con quel piccolo spicchio, appoggiandolo decisa sulla sua bocca.
-Forse, ma se non lo assaggia, non lo potrà mai sapere-
Sesshomaru dunque, morse la mela, arrendendosi.
Infondo era sempre stato inutile cercare di discutere con lei, fin dal loro primo incontro, non riusciva ad andare contro un suo volere.
Nel mangiare, le sue zanne sfiorarono la cute dei polpastrelli di Rin; alzò gli occhi verso di lei, vedendola concentrata –quasi in trance- dai movimenti delle sue labbra.

Ingoiato l’ultimo boccone, Rin fece per ritirare la mano ma Sesshomaru la bloccò, con l’oro delle sue iridi sempre fisso sul marrone degli occhi di Rin, le baciò il dorso della mano.
Rin sorrise, muovendosi verso di lui, sedendosi sulle sue ginocchia e iniziando a tracciare i contorni delle sue labbra.
-Quando ero piccola non mi permettevate di toccarvi in questo punto-
Sesshomaru inclinò leggermente il capo, lo faceva sempre quando era curioso, sospirando quando –come previsto- Rin imitò il suo gesto.
-Rin, hai sempre intenzione di emulare ogni mio gesto? – domandò alzando un sopracciglio e ridendo quando Rin cercò di fare lo stesso.
Dunque, sporse il volto verso di lei –Anche ora? –
Rin deglutì, la stava deliberatamente provocando; ma Sesshomaru sapeva che non si lasciava mettere in soggezione.
Rin era stata l’unica persona –E soprattutto l’unica umana- che non aveva mai provato paura o ribrezzo nei suoi confronti.
Quando il gelido carattere dello Yokai tentava appositamente di allontanarla, lei agiva all’opposto, avvicinandosi ancora di più.

Perché lei voleva sapere tutto di lui.
Perché Rin voleva passare il resto della sua mortale vita insieme a Sesshomaru.

Dunque, mosse il viso in avanti, connettendo le sue labbra con quelle del demone.
Sesshomaru fece scorrere entrambe le braccia lungo la sua schiena, perdendosi nei suoi capelli scuri, mentre Rin appoggiava le sue minute manine sull’ampio petto del demone maggiore.
Rin sapeva che la sua presenza aveva un forte impatto su Sesshomaru, lo aveva capito quando aveva appreso a fondo il significato delle sue parole, e quando aveva compreso che lei era innamorata di lui.
Da quel giorno, quando si erano incontrati nel bosco, quando i lupi di Koga l’avevano attaccata, prima di morire aveva pensato a lui, aveva sperato di rivederlo.
E al suo risveglio, grazie a Tenseiga, il suo viso era stata la prima cosa che aveva visto.

Sesshomaru, quel giorno, non indossava l’armatura, era rimasta sorpresa quando al villaggio l’aveva accolta sfoggiando un elegante kimono blu decorato con ricami di foglie azzurre.
Fece scorrere le dita lungo il bordo del suo colletto allargandolo appena.
-Rin-
-Mh-
-Mi serve il tuo consenso- sussurrò lui sfiorandole le labbra.
-A … anche a me- pigolò lei, scaturendo una incuriosita espressione sul suo volto.
-Siete sicuro che, insomma … con un’umana-

Ah … ecco perché.

Sesshomaru aveva odiato Inuyasha per molto tempo, aveva disprezzato la decisione di suo padre di accoppiarsi con una infima donna quale Izayoi, il cui unico reato era l’essere nata umana.
Aveva quasi ucciso Kagome al loro primo incontro, non capendo perché il suo bastardo fratello la amasse.

Cosa c’era di buono nell’amare gli essere umani?
Cosa si provava nel volerli proteggere?

Eppure, anni prima al palazzo della madre, Sesshomaru aveva avuto paura.
Aveva provato quella stessa sensazione sulla sua pelle non percependo più il battito del cuore di Rin.
Sapeva che stava seguendo le orme del padre, che stava per fare quello stesso atto che aveva “condannato” il grande demone cane Inu no Taisho.
Innamorarsi di un’umana, andare negl’inferi per evitarne la morte, vivere sempre al suo fianco, generando dei figli mezzi demoni.

Sesshomaru accarezzò le guance della diciassettenne, sussurrando –Solo con te-

****************

La osservava mentre dormiva, la sua coda –evidentemente scambiata per un cuscino- stretta tra le sue mani.
Alzò il tessuto della coperta per impedire al freddo vento di fine autunno di raffreddarla.
La vide accoccolarsi meglio vicino a lui, sussurrando il suo nome nel sonno.
La abbracciò, depositando un ultimo piccolo bacio sulla sua fronte.
-Padre- pensò –Ora vi posso comprendere-
   
 
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