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Autore: Stige    27/10/2020    8 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – ISCRIZIONI CHIUSE]
Tutte le estati il comitato sportivo per il Quidditch invita i giocatori più meritevoli di Hogwarts a passare tre mesi in ritiro con i preparatori più importanti del panorama internazionale, nella speranza di scoprire talenti da reclutare in una delle squadre. Tra antipatie, contrasti, amicizie e rivalità è possibile che studenti che fino a questo momento si sono sempre evitati finiscano con lo sviluppare sorprendenti relazioni?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Cedric Diggory, Maghi fanfiction interattive, Marcus Flint, Oliver Wood/Baston, Roger Davies
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 1

 

 

 

 

 

- Capitano… ehi, Capitano! –

Oliver distolse lo sguardo da Roger, e dal suo prolungato impegno nell’elencare come e perché l’universo remasse contro di lui e contro i suoi tentativi di rimorchio presentandogli Cedric Diggory in ogni dove, e increspò le labbra sottili in un sorriso alla vista del terzetto che avanzava compatto verso di lui.

Louise ed Eulalia erano le uniche due ragazze della squadra che avevano accettato di partecipare al Camp, a dimostrazione dell’attenzione e dell’impegno che mettevano in tutto ciò che facevano, e Amos veniva appena dietro di loro.

Ciò significava, facendo rapidamente i conti, che quasi metà della loro squadra aveva ignorato il suo diktat. Insomma, pensavano seriamente che avrebbe loro perdonato il fatto di aver saltato tre mesi di Camp solo per oziare a pancia all’aria su qualche spiaggia esotica o a bordo piscina?

- Ecco che ricomincia – asserì Eulalia, in una sventagliata di capelli rossi, mentre dava di gomito alla bionda al suo fianco.

Louise inarcò un sopracciglio perfettamente curato e lo osservò dalla testa ai piedi, le labbra tinte di borgogna increspate in una smorfia ironica.

- Sta ricominciando a pulsarti quella brutta vena sul collo. Dovresti proprio rilassarti, Olly Lolly. –

Amos trattenne una risata alla vista del ragazzo che avvampava e bofonchiava qualcosa a mezza bocca. Louise ed Oliver si conoscevano da sempre, merito della storica amicizia dei loro genitori e del fatto che fossero vicini di casa, ed erano a conoscenza di tutti i segreti imbarazzanti dell’una e dell’altro.

Amos non sapeva che storia ci fosse dietro a quel particolare soprannome, già di per sé abbastanza avvilente da non volere che fosse reso noto, ma l’espressione di Oliver diceva chiaramente che fosse qualcosa di molto imbarazzante.

Come se gli avesse letto nel pensiero, Eulalia giunse prontamente a dare manforte all’amica: - Un giorno dovrai raccontarmi quella storia. –

- Assolutamente, è una storia davvero interessante e… -

- Lulù! –

 Il tono d’avvertimento di Oliver parve riportare la bionda sulla retta via. Tuttavia durò poco, perché il suo bel viso assunse l’espressione di una vera e propria furia.

- Come mi hai chiamata?

- Oh, andiamo. Se tu puoi chiamarmi in quel modo allora io… -

- Allora tu niente. Sei un uomo morto, Baston – asserì, zittendolo, mentre gli puntava un dito contro e iniziava a sbraitare una serie di minacce poco velate su ciò che gli avrebbe fatto se avesse anche solo osato chiamarla nuovamente in quel modo.

Continuarono per alcuni minuti finchè Amos non si voltò verso la compagna e domandò, incerto: - Non dovremmo fermarli? –

- Non direi… Io punto cinque Galeoni su Lou – asserì Eulalia, dandogli una pacca sulla spalla.

Il tocco fu tanto vigoroso da costringere Amos a massaggiarsi leggermente l’articolazione, ingoiando un’imprecazione. A quanto sembrava quelle settimane passate fuori scuola non avevano miracolosamente insegnato alla loro Battitrice come dosare la sua forza.

 

 

 

*

 

 

 

- Sembra che ne vedremo davvero delle belle in queste settimane – sentenziò Alan, osservando la coppia di Grifondoro intenta a battibeccare tra loro.

Sol annuì, ridacchiando alla vista della bionda che si toglieva una scarpa per lanciarla dritta in testa ad Oliver.

- Sembrano una vecchia coppia sposata. Tu che ne pensi, Alex? –

Il Corvonero si strinse nelle spalle, trascinando nervosamente un piede contro l’erba.

- Non saprei... immagino che siano sempre un po’ troppo chiassosi e melodrammatici. –

Aveva sempre evitato di soffermarsi troppo sul riflettere su quei due. Oliver Baston sembrava il classico golden boy inavvicinabile, troppo popolare anche solo per pensare di degnare di un’occhiata un Corvonero timido e introverso come lui, mentre Louise Sterling.

Beh, non aveva alcuna difficoltà ad ammettere che quella ragazza gli faceva paura.

Era totalmente imprevedibile e fuori controllo, il genere di persona che un attimo prima rideva e scherzava e quello dopo diventava una furia assetata di sangue.

Decisamente non la persona più adatta con cui rompere il ghiaccio, a suo giudizio.

 - Sono decisamente chiassosi, dopotutto sono Grifondoro, ma credo che l’unica drama queen sia Louise qui in mezzo. –

- Lei e Roger -, la corresse Alan sorridendo bonariamente, - non dimenticarti di lui. –

Come appellato da un qualche incantesimo non verbale, il Capitano dei Corvonero si avvicinò loro con un sorrisone gigantesco.

- Chi è che si dimentica di me? -, fece l’occhiolino a Sol, - Spero non te, bellezza. –

- Ovviamente -, sbuffò lei per tutta risposta roteando gli occhi al cielo, - sia mai. –

Tuttavia il suo commento parve non colpirlo particolarmente. Non che fosse una novità, sembrava che nulla potesse ferire seriamente l’ego di quel ragazzo.

Roger passò un braccio attorno alle spalle del compagno di Casa, facendolo arrossire come un peperone, e chiese con nonchalance: - Fraternizzi con il nemico, Alex? –

- Io… -, balbettò senza riuscire a fissarlo in quegli occhi profondi che luccicavano divertiti, - no… cioè. –

- Scherzavo – lo rassicurò, facendogli l’occhiolino e lasciandolo andare, - tutti noi dovremmo fraternizzare con della bella gente. –

Di nuovo il suo sguardo vagò su Sol.

- Te l’ho già detto, Davies: non succederà mai. –

Roger allungò una mano verso di lei, assestandole un buffetto sulla guancia, e asserì: - La prenderò come una sfida, dolcezza. –

 

 

 

*

 

 

 

- Sembra che il tuo Capitano stia dando il meglio di sé questa mattina – osservò Cedric, ridacchiando davanti all’ennesimo tentativo di rimorchio di Roger.

Questa volta aveva provato a interrompere Louise e Oliver per rivolgere le sue attenzioni alla bionda Grifondoro. Fallendo miseramente e rischiando di ricevere una scarpata a sua volta.

Lilian roteò gli occhi, facendo aumentare le risate della coppia di Tassorosso in sua compagnia.  

- Ti rendi conto che gli unici che non stanno dando spettacolo siete tu e Flint? Insomma, non sono neanche troppo sorpresa da te, ma… –

- Lo sei decisamente da Flint – concluse Cecilia.

- Già. –

- In effetti si sta comportando sorprendentemente bene date le circostanze -, ammise Cedric, - forse ha messo un po’ di giudizio. –

- Flint? Giudizio? – gli fecero eco all’unisono le ragazze.

Cedric corrugò la fronte, alla ricerca di una replica. Come sempre era fin troppo gentile e delicato per ammettere spudoratamente che per calmare il Serpeverde sarebbe servito un vero e proprio miracolo.

Però, in effetti, il fatto che non avesse ancora cominciato a battibeccare con Oliver o con Louise la diceva lunga.

- Secondo me è semplicemente troppo impegnato a gustarsi la scena –, considerò alla fine Cecilia, - oppure a mettere a punto una qualche strategia per assicurarsi la vittoria della Coppa Quattro Venti. –

In effetti l’ambito trofeo assegnato a fine Camp era un premio che faceva gola un po’ a tutti. Le squadre che venivano formate erano tre e racchiudevano giocatori provenienti dalle più varie Case; infatti la regola di base era proprio una: dovevano essere eterogenee in rapporto al numero di ragazzi e ragazze e dovevano essere formate da studenti di vari anni e Case, proprio per cementare lo spirito d’adattabilità al team che doveva avere ogni buon giocatore.

Lilian si mordicchiò il labbro inferiore, pensierosa.

- Anche questa è un’opzione plausibile. Peccato solo che quest’anno le cose andranno molto diversamente. –

C’era una scintilla battagliera nel suo sguardo. Corvonero non vinceva un Campionato scolastico da anni ormai, ma almeno lì al Camp le cose sarebbero andate diversamente.

 

 

 

*

 

 

 

May soffocò uno sbadiglio mentre il responsabile del Camp spiegava loro le regole alle quali avrebbero dovuto attenersi. Era il suo terzo anno lì, perciò ormai le conosceva a memoria: niente risse, orari stringenti per i pasti, allenamenti seri e regolari, coprifuoco alle undici.

Insomma le solite cose richieste anche a Hogwarts.

Peccato solo che lei, così come tutti i veterani del Camp, sapesse ormai fin troppo bene come aggirarle e assicurarsi qualche momento di selvaggio divertimento. Se poi era in compagnia di qualcuno, o qualcuna, tanto meglio.

- Non lo stai ascoltando. –

La voce pacata di Bradley interruppe lo scorrere dei suoi pensieri, tutto fuorchè innocenti, e la riportò alla realtà.

Gli rivolse un sorriso malandrino, scuotendo i capelli scuri.

- Perché, tu sì? –

Il Serpeverde le sorrise di rimando.

- Solo un po’. –

Ridacchiarono complici.

Nessuno dei due avrebbe saputo dire in che momento esattamente fossero diventati amici, ma le cose stavano così da innumerevoli anni ormai e avevano sviluppato un modo tutto loro di scherzare.

- Vi assegneremo i bungalow in modo del tutto arbitrario – proseguì il responsabile, incurante della disattenzione dei presenti.

Quelle parole ebbero il potere di attirare l’attenzione di May. Era la prima volta che non veniva concesso loro di scegliere i propri compagni di bungalow.

- Che storia è questa? –

Brad fece spallucce, corrucciato: - Immagino sia dovuto al casino che abbiamo combinato l’anno scorso. –

Avevano raggiunto tutto un altro livello di sballo estivo al camp dell’anno precedente, specialmente perché c’erano alcuni ottimi giocatori delle altre Case che sapevano decisamente come divertirsi; peccato che lo stesso non potesse dirsi di molti dei presenti di quell’estate.

- Se avete delle domande, questo è il momento di farle – concluse l’uomo, offrendo l’occasione perfetta a May.

La Corvonero fece svettare in alto la mano, chiedendo il permesso d’intervenire.

- Sì? –

- Ci sono speranze che il modo arbitrario includa bungalow misti? –

Le risate che seguirono le sue parole, unite a fischi d’apprezzamento e incitamento, costrinsero il tutor a utilizzare più volte il fischietto d’allenamento per riportare l’ordine.

- Ovviamente no. –

Mise il broncio, incrociando le braccia sotto al seno, e si lasciò ricadere contro lo schienale sotto lo sguardo divertito di Brad.

- Che noia. –

 

 

 

*

 

 

 

Patrick fece capolino da dietro il fisico massiccio del suo Capitano, nonché migliore amico, e sbirciò il foglio di pergamena che Marcus sembrava ben intenzionato a incenerire con lo sguardo.

I bungalow maschili erano provvisti di tre letti ed erano molto più spaziosi di quelli femminili, che erano solo da due persone. Non erano male, ma di solito erano loro a scegliere i propri compagni di stanza. Lui, Marcus e Bradley erano sempre insieme, proprio come nei sotterranei di Serpeverde, ma sembrava che quell’estate le cose sarebbero andate in modo molto differente.

Mise a fuoco gli abbinamenti scelti, scorrendo con lo sguardo fino a individuare i loro nomi.

Erano stati assegnati al bungalow numero due, uno di quelli più vicini al Campo da Quidditch. Il che sarebbe stato fantastico di per sé, non fosse stato per l’abbinamento che era capitato loro.

Patrick Rosier – Marcus Flint – Oliver Baston.

- Oh cazzo – mormorò con sentimento.

Lui stesso non aveva particolare simpatia per il Capitano dei Grifondoro, ma perlopiù si limitava ad ignorarlo e la loro rivalità non era mai uscita fuori dal campo da gioco. Per Marcus e Oliver invece era tutta un’altra storia: era odio puro e incondizionato, dentro e fuori il campo, e nulla avrebbe mai potuto cambiare le cose tra loro.

Patrick aveva perso letteralmente il conto delle volte in cui quei due erano finiti in punizione per essersi presi a pugni in qualche angolo più o meno nascosto del castello. E adesso finivano con il diventare compagni di stanza per ben tre mesi.

Ci sarebbe scappato il morto, poco ma sicuro, e quel che era peggio era che lui si sarebbe ritrovato in prima linea.

- Deve essere un fottuto scherzo di merda – ringhiò tra i denti Marcus.

Patrick si limitò a battergli sulla spalla, attirando lo sguardo dell’amico su di sé, prima di sfoderare il migliore dei suoi sorrisetti ironici: - Promettimi solo che, se fai fuori Baston e ti spediscono ad Azkaban, la Pluffa autografata dai Falmouth Falcons la lasci a me come dono d’addio. –

Marcus aprì e chiuse la bocca un paio di volte, all’evidente ricerca di una replica tagliente con cui redarguire l’amico, ma parve non trovarla.

Così alla fine si limitò a commentare: - Devo dire che è sempre molto bello sapere di poter contare su di te e Kat per risollevarmi il morale. –

Patrick ammiccò: - Se vuoi una persona che ti consigli vai da Brad, se vuoi del cameratismo fraterno allora vai da Kat… a me puoi affidarti per l’organizzazione di festini, piani machiavellici e occasionalmente scazzottate. Dovresti saperlo ormai. –

- Il che ci riconduce a Baston. –

- Teoricamente sì -, ammise, - ma non in questo periodo. Sono momentaneamente in ferie e… -

- E? –

Marcus aggrottò la fronte.

Detestava quando qualcuno s’interrompeva a metà della frase e lo lasciava in sospeso. Tuttavia sembrava che l’amico fosse molto preso dall’abbinamento dei bungalow femminili.

- Terra chiama Patch -, gli sventolò una mano davanti agli occhi, - sei tra noi? –

- Sì, stavo solo pensando che potrei chiedere asilo politico a Kat e alla sua compagna di stanza. –

Marcus lesse a sua volta l’abbinamento, incuriosito, prima di sorridere consapevole. Era raro che Patch si fissasse con una ragazza per più di un paio di settimane, ma a quanto sembrava ce n’era almeno una lì al Camp che aveva attirato la sua attenzione.

 

 

 

*

 

 

 

Katherine trascinò dentro il bungalow i suoi bagagli, sbuffando e imprecando a mezza bocca mentre li abbandonava sul pavimento.

- Giuro che non porterò mai più tanta roba con me. –

Seduta a gambe incrociate sul suo letto, Leonor rise.

- Mi faccio questa promessa ogni volta che devo partire, ma non l’ho ancora mai mantenuta. Se riesci a scoprire come fare fallo sapere anche a me. –

Allontanò una ciocca rossa dal bel volto e le sorrise a sua volta, prima di sedersi a sua volta e rivolgerle un’occhiata curiosa.

Non aveva mai parlato seriamente con Leonor, non la conosceva, ma aveva sempre provato una certa simpatia istintiva per la bella Corvonero ed era sinceramente incuriosita da lei.

- Che ne pensi di questa storia degli alloggi assegnati? –

- Immagino di essere capitata piuttosto bene –, ammise candidamente, - anche perché non credo che sarei riuscita a sopravvivere se fossi capitata con Louise o Eulalia. –

- La regina del melodramma quotidiano e Miss “ti rifilo delle botte accidentali e micidiali ogni volta che mi muovo” -, convenne, - non sono esattamente neppure la mia prima scelta. –

- Quindi concordiamo sul fatto che siamo state fortunate? –

Katherine finse di pensarci su per qualche istante, poi decretò: - Forse… dipende se mi presterai o meno quel fantastico paio di scarpe. –

Leonor seguì lo sguardo della Serpeverde fino alla parte di scarpiera che aveva occupato con i suoi nuovi sandali color bronzo.

Poi osservò gli abiti che la rossa stava finendo di sistemare con cura nella sua metà d’armadio.

- I miei sandali per il tuo prendisole verde – rilanciò.

Kat si aprì in un sorriso gigantesco, porgendole la mano con una solennità più adatta a un accordo di governo che a un patto tra compagne di stanza: - Io e te passeremo decisamente una bella estate. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci qui, seppure un po’ più tardi di quanto avessi inizialmente pianificato. Spero che questo capitolo introduttivo vi sia piaciuto e che stia rendendo bene i vostri OC (se avete appunti o correzioni da farmi segnalatemele pure senza problemi, visto che ci sto ancora prendendo un po’ la mano). Qui sotto vi lascio la lista delle assegnazioni ai bungalow; ne vedremo delle belle, parola mia ;)

 

Bungalow 1:

Alexander

Amos

Roger

 

Bungalow 2:

Patrick

Marcus

Oliver

 

Bungalow 3:

Bradley

Alan

Cedric

 

Bungalow 4:

Katherine

Leonor

 

Bungalow 5:

Louise

May

 

Bungalow 6:

Eulalia

Cecilia

 

Bungalow 7:

Lilian

Sol

   
 
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