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Autore: JennyPotter99    27/10/2020    0 recensioni
[It: Chapter One]
Brace d’inverno
I capelli tuoi
Dove il mio cuore brucia
Non so da dove avesse preso quella poesia, ma la ricordo nitidamente nella mia mente come fosse stato ieri.
Ricordo come la sua voce risuonasse nella mia testa, come la sua lingua si muoveva all’interno della sua bocca mentre me la recitava.
E adesso è tutto finito.
Come risolverò questo problema?
Come faccio ad amare la persona che odio di più?
Possibile che sia stato tutto un sogno?
Che lui abbia giocato con la mia mente così…
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un’ondata d’aria le pervase i polmoni e fu come se il suo corpo fosse tornato a respirare dopo anni e anni.
Gli occhi le si spalancarono e, senza rendersene conto, Florance cadde a terra, facendo un bel tonfo da una discreta altezza.
La testa iniziò subito a farle male e se la toccò con le dita: le stava uscendo del sangue, ma non abbastanza da farla svenire.
Con l’altra mano toccò il terreno roccioso, cercando lentamente di alzarsi.
Ma prima che lo fece, notò qualcosa a terra, vicino a lei.
Era un vestitino azzurro da contadina, ormai logoro e sporco di terra.
Una sola cosa le ricordava quell’abito e ciò la fece piangere.- Sandy…-
Si era completamente dimenticata del momento in cui erano venute nei Barren e lei l’aveva persa.
Smise quasi subito di piangere e si guardò intorno: non aveva mai visto una cosa del genere in vita sua.
Era un’alta caverna, con una luce accecante verso la fine, in alto.
Però, la cosa più spaventosa, erano i corpi che galleggiavano in aria, come il sangue dei suoi compagni.
-Oh mio Dio…-
La maggior parte erano bambini: il loro corpo era fermo, come messo in pausa e lo sguardo verso il cielo.
Scrutandoli, Florance si accorse di riconoscere uno di loro: la bambina che aveva assistito allo spettacolo, alla quale Robert aveva donato i fiori.
Era abbastanza in basso da raggiungerla e Flo prese a scuoterla.- Svegliati.- bofonchiò, per poi voltarle il viso.
I suoi occhi erano completamente bianchi, ipnotizzati dalla luce.
Sobbalzò per lo spavento e il viso della bambina tornò automaticamente con lo sguardo fisso verso l’alto.
Non aveva idea di dove si trovasse o se quello fosse un altro sogno.
Ma solo in quel momento si rese conto di essere vestita di stracci: le sue parti intime erano coperte a malapena, era sporca e si accorse di avere qualcosa in bocca.
Ci mise una mano dentro e dagli incisivi, con un po' di difficoltà, estrasse due denti finti da coniglio.
Li aveva indossati una sola volta nella sua vita.
-La caccia alle uova…-
Allora si chiese da quanto tempo fosse intrappolata là dentro.
-Ti sei persa, bimba?-
Una voce conosciuta rimbombò per la caverna e di scatto, Florance si voltò a cercarla.
Da dietro una pila di tubi e ferraglia vecchia, venne fuori qualcuno vestito con un abito scolorito, i guanti bianchi, il trucco bianco in viso e una parrucca rossa spenta.
-Il clown.- mormorò Flo, tra se e se.
D’un tratto, Florance ricordò quel macabro clown che aveva incontrato ai Barren, lo stesso giorno della festa di Pasqua.
Era uscito da dietro un palloncino rosso e aveva distratto la piccola Florance, di soli 6 anni.
-Precisamente! Pennywise, il clown ballerino! Vuoi vedere la mia performance? Me l’hai insegnata tu!- continuò egli, ridacchiando.
Ogni volta che sorrideva, faceva uscire dalla sua bocca i suoi denti a castoro, inarcando il labbro inferiore come se gli pendesse dalla faccia.
Florance si tenne ben lontana da lui, continuando a guardandosi intorno in cerca di una via d’uscita. -Dove siamo?-
-Hai perso proprio il senso dell’orientamento, eh?-
Florance osservò ancora una volta il vestitino azzurro per terra e, unito alla puzza che sentiva nell’aria, riuscì a capire dove si trovasse.- Siamo nei Barren.-
-Bingo!-
D’un tratto, le sue sopracciglia si aggrottarono e riguardò i denti finti che aveva in mano.- Da quanto tempo sono qui?-
-Oh..- mormorò il clown, piagnucolando per finta.- Non ci sei ancora arrivata? Sei triste? Prendi un palloncino!- esclamò, facendone apparire uno come per magia.
Florance iniziò a odiare quel posto e soprattutto a pensare che non fosse tutto un sogno: il pagliaccio e i bambini li vedeva, erano veri.
A quel punto, egli iniziò ad avvicinarsi a lei lentamente, mentre una fila di bava gli scendeva dall’angolo della bocca.
Di scatto, Florance prese a correre, dopo aver individuato un buco da cui uscire.
I suoi piedi affondarono nell’acqua putrida, toccando cose che non voleva neanche sapere cosa fossero.
-Flo! Torna a giocare con me! Gioca con il clown!- urlò egli, inseguendola.
La ragazza corse senza guardarsi indietro, accorgendosi di vedere la luce.
Improvvisamente, il clown le si presentò davanti, come se avesse volato per arrivare fin lì.- Bu!-
Florance urlò, sobbalzò all’indietro e cadde in acqua.
Aveva gli occhi serrati, ma riuscì a percepire qualcosa che le stringeva i polsi.
Perciò li aprì e anche se l’acqua era troppo torpida, riuscì a vedere una mano scheletrica che la teneva ferma.
Gridò, dimenandosi e finalmente venne fuori dall’acqua.
Si alzò subito, il clown era sparito e quindi corse velocemente fuori, attraversando il fiumiciattolo di pietre dove cui aveva sbattuto la testa da piccola.
Era ufficiale: si trovava a Derry.
***
Interamente bagnata e a piedi scalzi, Florance attraversò Derry.
Tutti la guardavano perché era vestita di stracci e tentava di coprirsi con le braccia.
Passò davanti al cinema Paramount, alla scuola media e infine alla grande cisterna.
I bambini andavano in giro vestiti con delle maschere: probabilmente era davvero il periodo di Halloween.
Giunse al centro della città, dove vi era una lavagnetta dove di solito appendevano le nuove notizie.
In quel momento, erano circondate di fogli di bambini scomparsi.
Probabilmente la maggior parte erano stati rapiti da quel clown e Florance li aveva visti nei Barren.
Avrebbe voluto fare qualcosa, ma aveva troppa paura.
Il vento fece svolazzare i fogli e, in quel momento, uno più vecchio degli altri, con la foto sbiadita, le saltò all’occhio.
Lo staccò e riconobbe il viso: era il proprio.
Le venne la pelle d’oca nel capire che allora avesse passato anni dentro quel buco.
Lasciò cadere il foglio con mano tremante e si avvicinò alla prima persona che vide.
-Mi scusi, mi può dire che giorno è?- gli chiese, singhiozzando.
L’uomo la guardò stranito.- 31 ottobre.-
-L-L’anno?-
-1931.-
Erano passati più di 15 anni da quel giorno alla ferriera, ma Flo non li aveva passati in collegio o nel Gray Circus, ma intrappolata in quella caverna.
D’un tratto la testa iniziò a scoppiarle: le chiacchiere, le macchine che passavano e tutto il resto, non lo sopportava.
Infine, svenne.
***
Quando Florance riaprì gli occhi, si ritrovò in una stanza completamente bianca.
Sentiva dei bip continui vicino a lei e, non appena mise a fuoco, capì si trattasse di una camera d’ospedale.
Aveva un ago infilato nella mano e nonostante le girasse un po' la testa, si sentiva meglio di quando era fuggita dai Barren.
A quel punto la porta si aprì e ne uscì un infermiere vestito di azzurro.
-Ciao tesoro, come ti senti?- le domandò, controllando la flebo.
Alla sua destra, Florance notò un’ampia finestra che si affacciava sulla città. -Meglio…- bofonchiò, con gli occhi ancora leggermente socchiusi.
-Facciamo un’altra flebo e poi starai meglio.-
D’un tratto pensò che quella voce l’avesse già sentita e, nello stesso momento, un palloncino rosso volò davanti alla finestra.
Flo si guardò la mano e vide che dal tubicino veniva liquido scuro, torpido e puzzolente.
Si voltò verso l’infermiere che non era un infermiere.
La ragazza cercò di allontanarsi da lui, ma non riusciva a muoversi.
Il clown avvicinò la faccia alla sua, con la bava alla bocca. -Dai bimba, svegliati e vieni a galleggiare!- esclamò, ridacchiando.
Improvvisamente, le si spalancarono le palpebre: era ancora nella stanza, ma questa volta con una donna.
Indossava il camice e appuntava qualcosa sulla cartella.
Era stato solo un sogno; sperò però di essere davvero sveglia.
-Buongiorno…Sono la dottoressa Rise, come ti senti?- le chiese, estraendo dalla tasca una piccola torcia per vedere la reazione ai suoi occhi.
Prima di risponderle, Flo guardò fuori: nessun palloncino.
-Sto bene.- rispose, con un sospiro di sollievo.
-Non avevi documenti quando ti hanno portata in ospedale, come ti chiami?-
-Florance.-
-Bene, Florance: l’uomo che ti ha trovato ha detto che eri malconcia, quasi senza vestiti, sai dirmi cosa ti è successo?-
Per un attimo, Flo ricordò di esser scappata da una caverna, per far sì che un pagliaccio assassino non la uccidesse.
Di certo non poteva dirle questo o sarebbe stata scambiata per pazza.
-Non voglio parlarne.- balbettò, deglutendo nervosamente.
-D’accordo, non fa niente. Sei di questa città?-
Flo annuì e da quella domanda iniziò a chiedersi che cosa fosse successo mentre lei era stata rintanata lì dentro.
Sua madre era davvero morta?
Suo padre era davvero andato in guerra?
-Hai qualche parente a Derry?-
-Sì…Mio padre… Henry Sullivan…-
Flo pensò che probabilmente le stesse dando il nome di un morto, ma la dottoressa lo segnò comunque sul suo taccuino.
-Bene, cercheremo di contattarlo. Per quanto riguarda te, dalla tac è risultato un leggero trauma cranico, probabilmente sei caduta…-
Già, perché Flo era stata sospesa in aria per più di 15 anni.
-Eri anemica e molto disidratata, ma grazie a questo flebo ti sentirai meglio e presto potrai uscire.- spiegò la donna, assumendo d’un tratto uno sguardo preoccupato. -Poi…Abbiamo trovato una cosa che non siamo riusciti a spiegarci.-
La donna le girò la stessa mano della flebo e Florance notò subito due piccoli buchi sul polso.
-Sembrano denti, però non ne siamo sicuri…- disse ella, scrutandola negli occhi.- Dove sei stata, Florance?-
Flo non si spiegava il perché avesse quelle ferite, ma solo allora si rese conto di quello che le era successo.
Che fosse davvero salva?
Che fosse tutto finito?
Dopo queste domande, alla fine, il suo pensiero andò inevitabilmente a Robert.
Scoppiò quindi a piangere.
   
 
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