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Autore: Unforgiven_Ice_Girl    27/10/2020    0 recensioni
Sono Cassie, dublinese acquisita che cerca di riorganizzare la propria vita tra pensieri, sbagli e scelte che so benissimo non essere giuste. Non sono brava nelle sintesi, ma se volete vi accoglierò molto volentieri nel mio mondo.
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore della mia tazzina di caffè che cade sul pavimento (naturalmente piena di caffè) mi fa sobbalzare e mi sveglia dai miei pensieri.
Perché mi ostino a bere caffè se non mi dà l’energia di cui ho bisogno? Non ho bisogno di caffè… ho bisogno di dormire, di non lavorare, di avere un po’ di tempo per fare la pulizia del viso o truccarmi.
Mi chino a raccogliere i cocci dal pavimento con attenzione, cercando di non ferirmi… sono troppo stanca e sbadata… non credo di resistere per altre 3 ore come baby sitter e poi impartire un’altra lezione di tedesco.
Non faccio che pensare, tutto il giorno, alla mia vita… ho superato i 30, sono laureata, e cosa faccio? Mi sveglio alle 5.30 per andare a svolgere un lavoro che odio, la barista… passo la mattinata a trattenermi dal rovesciare in testa ai clienti arroganti il loro cappuccino bollente, chiedendomi chi odi di più… gli arroganti o i depravati che ci provano con me. Finito il mio turno, me ne torno a casa a mangiare. Di solito mi riporto dal bar un tramezzino o un sandwich, quando ho parecchia fame un’insalata ben condita, ma non mangio assolutamente in quel posto. A casa mangio velocemente, perché dopo un po’ devo ripartire per andare a fare la baby sitter. Già questo lavoro è un po’ più gradevole, ma ovviamente non ho un contratto né questo grande stipendio. Ripensandoci… al mattino lavoro il doppio delle ore scritte nel contratto e la paga è sempre abbastanza misera. Ok, ritratto ciò che ho pensato. Dopo aver lavorato come baby sitter, a volte faccio quello per cui ho studiato, e cioè impartisco lezioni di lingue straniere, come il tedesco e il francese. Poi torno a casa, a volte ceno con un tè caldo e mi metto a dormire. Questa è la mia vita… lavoro come una pazza per poter pagare un affitto (fortunatamente condiviso con una coinquilina) e per cos’altro?
“Sono a casa!” grida la mia coinquilina, Abby. Almeno su una cosa sono stata fortunata… ho una coinquilina modello. Io stessa lo sono… non sono mai a casa, e quando ci sono… dormo!
“Eccoti! Io ho appena fatto cadere il mio caffè… sono troppo stanca oggi!” rispondo come se fossi la tristezza fatta persona.
“Sei sbadata… per caso ti ha richiamato lo stronzo? Ti fa sempre questo effetto quando ti chiama.” Abby sa tutto di Dave, e mi ha sempre vietato tassativamente di invitarlo nel nostro appartamento. Dice sempre che se ne accorgerebbe se mai lui entrasse, e in effetti credo che abbia ragione. Per questo non l’ho mai fatto venire da me.
“No, non mi chiama da giorni. Meglio così, sono troppo giù per starlo a sentire.”
“Se ha problemi con la moglie, che andasse pure da uno psicoterapeuta. O almeno fatti pagare, visto che non ti decidi a bloccarlo!” Abby mi consiglia di bloccarlo da una vita. Ma come faccio a spiegarle che semplicemente non ci riesco?
“Non è una mossa astuta bloccarlo… rischio di vederlo ogni volta che accompagno Jack a lezione di musica!”
“Così almeno capirebbe che non ti deve più rompere. Hai anche un ragazzo, secondo te quanto ci metterà a chiamarti mentre sei con Colin?”
“In quelle occasioni lo blocco.”
“Sì, e dovresti tenerlo bloccato. Tesoro… arriverà una sera che sbadatamente ti dimenticherai di bloccarlo, sua moglie sarà fuori con le sue amiche idiote e lui avrà voglia di una psicologa… ti chiamerà e Colin ti chiederà spiegazioni. Ti consiglio di cominciare a pensare a qualche scusa, perché questo ti assicuro che succederà!”
Dentro di me so bene che ha ragione da vendere… e ho pensato tante volte anch’io a quello che mi sta dicendo lei… ma è così difficile troncare tutto.
“Hey…” continua Abby “ma non devi andare al lavoro?”
Guardo l’orologio e in effetti è tardi.
“Oh sì, ma ho fatto quel casino con il caffè…”
“Ci penso io, tu vai! E ricordati che abbiamo la festa stasera!”
“Uh, vero!” afferro la borsa. “Sarò a casa per le 19 stasera. A dopo!”
 
“Che ne dici?” chiedo ad Abby.
Indosso un semplice vestito nero, un tubino con la gonna corta. E naturalmente scarpe con il tacco nere. Capelli raccolti in uno chignon.
“Sei uno schianto! Vorrei che ti potesse vedere Mozart! Piuttosto, a che ora passa a prenderci Colin? Io sono ancora in alto mare! E fortuna che ho avuto il pomeriggio libero…”
“Sarà qui tra quindici minuti, però è puntualissimo… dobbiamo essere pronte! Dai, ti aiuto io con il trucco!”
“Cassie…”
“Dimmi, Abby”
“Se Colin volesse rimanere a dormire… per me va bene! Io mi chiuderò in camera mia e farò finta di non sentire né sapere niente!”
Sorrido. “Sai, a volte gliel’ho proposto… ma ha sempre declinato l’invito.”
“Oh… beh, allora… se volesse trattenersi un po’ di più prima di andare a casa sua a dormire, il discorso non cambia, mi barricherò in camera!”
“Grazie, sei un tesoro… ma vedi, ancora non siamo arrivati a quel punto… e da come parla penso che ci vorrà ancora un altro po’.”
“Ma non ci sarebbe niente di male… vi frequentate da mesi ormai!”
“E non siamo mai andati oltre il bacio… non me lo ricordare! Sai bene che non dipende da me!”
“Ma deve sbrigarsi! In questo modo ti porta a cercare altrove. Poi ci credo che corri dietro a quel pianista da quattro soldi! In quanto tale, sicuramente ci sa fare con le dita!”
Scoppiamo a ridere e continuiamo a spettegolare, fino a quando Colin non arriva sotto casa. It’s party time!
 
“Più che un compleanno sembrerebbe un pre-pensionamento.” dice Abby sorseggiando il suo cocktail “Però l’alcol è delizioso!”
“Mi ricordi chi sarebbe il festeggiato?” chiede Colin con la sua birra in mano.
“Un mio collega di lavoro. Mi ha detto di portare chi volevo, e io non potevo affrontare questa noia da sola.”
Mi guardo intorno e mi sento già girare tutto intorno. Reggere l’alcol non è uno dei miei pregi. In queste situazioni divento anche abbastanza paranoica, perché ho sempre paura di incontrare qualcuno che conosco… e tutti sembrano somigliare a Dave!
“Tutto bene?” mi chiede Colin.
Ah, dimenticavo. Da ubriaca mi eccito molto facilmente.
“Sì… stavo pensando a una cosa.”
“E a cosa?”
Mi avvicino ancora di più a lui, lo abbraccio e inizio a baciarlo sul collo.
“Cassie, ma che fai? Davanti a tutti poi…”
“In privato non me lo fai fare…”
Si stacca da me e mi lancia un’occhiataccia. “Forse dovresti darci un taglio con quei bicchieri.”
Mi allontano nervosa, ma non posso neanche andare a fumare perché lui farebbe storie. Ma che palle!
“Ma che succede?” nel frattempo mi ha raggiunta Abby, che probabilmente ha visto tutto.
“Mi ha rifiutata. Non è una novità.”
“Ascolta… la festa è una noia, tu sei splendida! Che ne dici se andiamo a casa e cerchi di recuperare la serata con Colin? Magari se rimanete da soli va meglio… ok? Io mi chiudo in camera, promesso!”
 
“Sono esausta!” Abby toglie le scarpe e mi fa l’occhiolino. “Lo so che è ancora presto e domani non si lavora, ma sono stanca e ubriaca e me ne vado a dormire. Grazie per il passaggio, Colin! Notte a tutti e due, fate i bravi!”
In un attimo si è dissolta nella sua camera, io invece ho già in mente qualcosa.
“Ah, Colin… ti devo ridare il tuo cappello, l’avevi lasciato da me l’altra sera… seguimi.”
Entriamo nella mia camera, cerco il suo cappello e mi avvicino per metterglielo in testa.
“Ti piace il mio vestito?” gli chiedo restando attaccata a lui.
“Stai molto bene.”
“Grazie.” Avvicino le labbra alle sue, sento che non ha intenzione di spostarsi e lo bacio. Lui ricambia e andiamo avanti per un po’. Indietreggio per raggiungere il letto, mi lascio cadere trascinandolo sopra di me. Lascio scivolare la mia mano sulla cerniera dei pantaloni e sento che è molto eccitato.
“No, aspetta…” mi sussurra.
“Dimmi.” Rispondo.
“Ma che fretta hai?”
“Voglio solo stare un po’ insieme a te. Non ti va?” chiedo baciandolo.
“Sì, anch’io. Ma senza fretta. Anzi, ora si è fatto anche tardi.” Cerca di ricomporsi.
“Colin… qual è il problema? Sono io? Non fai che rifiutarmi!”
“No… tu mi piaci, davvero. Ma ci sarà tempo anche per questo. Dai, ora vado. Grazie per il cappello.”
Mi dà un bacio a stampo e se ne va. Io rimango totalmente immobile, senza dire una parola.
Abby apre la porta della sua stanza. “Ti prego, dimmi che è sceso a prendere i preservativi in macchina!”
Continuo a non dire una parola. Un secondo dopo scoppio in lacrime. Quale uomo rifiuta una donna che è intenzionata a saltargli addosso? Dove ho sbagliato?
  
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