Jack
e Sandy Black hanno raggiunto il rifugio
di lui, luogo dove è solito incontare Elsa e che, in
quell’occasione, è l’unico
posto di salvezza.
“Elsa
qui non verrà, sicuramente. Almeno non
per ora, sarà troppo impegnata a rimettere in piedi
ciò che resta del suo regno.
Qui starai bene, sorellina” – si rivolge alla
gemella, distesa a terra,
palesemente priva di vita.
“Non
riesco ad accettare che tu possa morire,
quindi ho deciso di sfruttare tutta la magia possibile per salvarti,
anche a
costo di superare i limiti della mia natura” –
Jack, determinato nella sua
missione, opta per sfruttare un potere che da sempre ha dovuto celare,
insegnatogli
da Pitch Black in tenera età.
Le
parole di suo padre riecheggiano nelle sue
orecchie e lo guidano in ciò che sta per compiere.
“E’ una
magia che puoi utilizzare una sola volta. Ovviamente dovrai essere
consapevole
che ci saranno conseguenze per te. Desidero che tu lo utilizzi solo in
caso di
necessità…solo se dovessi rischiare io in primis
di morire, chiaro?” – l’ordine
del mago oscuro è preciso. Da egoista quale è,
comanda suo figlio per la
propria salvezza, cosciente dei rischi che il figlio stesso potrebbe
correre.
Jack
Black posiziona le mani sul petto della
sorella e chiudendo gli occhi recita parole incomprensibili, mentre il
suo
corpo comincia ad emanare una strana luce…luce che nel giro
di pochi secondi
attraversa anche Sandy.
Lentamente
quel bagliore diminuisce in lui,
mentre avvolge a pieno la donna.
Segnale
della debolezza dell’uomo e della
forza fisica che invece sta prendendo piede nella sua gemella.
Ed
è quando può ascoltare la ripresa del
battito cardiaco di Sandy e il suo respiro profondo, Jack si accascia a
terra,
esausto, interrompendo l’atto.
“Grazie”
– prende parola lei, decisamente
rinata – “Adesso che siamo di nuovo insieme, senza
quel maledetto che ci ha
distrutto per anni, possiamo ricominciare” – lo
abbraccia, commossa.
“Sono
felice di essere riuscito a salvarti,
senza rischiare la morte” – banalizza
l’altro, sdrammatizzando.
E’
vero, Jack è stato bravo a gestire quella
magia. Probabilmente per un mago oscuro come Pitch avrebbe perduto la
vita. Salvare
invece una mortale come sua sorella, richiedeva meno investimento
magico.
O
chissà…!?
“Dobbiamo
tornare ad Arendelle, però” –
sostiene decisa Sandy.
“Che?
Sei impazzita?” – esclama, stupito,
Black.
“I
miei figli sono a palazzo. Devo parlare
con loro, voglio chiedergli perdono”
“Aspetta,
non sai come sono andati i fatti ed
è bene che tu venga a conoscenza
dell’accaduto” – amareggiato, il fratello
racconta alla gemella la vicenda del crollo del castello e della
probabilità ,molto
alta, che i Frost siano rimasti imprigionati tra le macerie o
addirittura
morti.
Lo
shock, evidente sul viso della donna, la
costringe a sedersi per evitare uno svenimento.
“Ora
capisci perché è meglio se non ci
facciamo vedere mai più da quelle parti?”
Sandy
resta in silenzio, metabolizzando il
fatto, mentre le lacrime non esitano a scendere e a bagnare le guance.
“Fratellino,
ho una richiesta da porti” – dice
poi.
“Quale?”
“Portami
ad Arendelle. Loro non sanno chi
sono io, non potrebbero mai riconoscermi. Neppure Elsa mi ha mai vista,
nessuno
riconoscerebbe il mio vero aspetto. Ti prego, voglio sincerarmi che i
miei
bambini stiano bene, o accettare il loro destino… ti
supplico” – abituata da
quando ha l’uso della parola a supplicare e ad asservire le
volontà di uomini,
Sandy si inginocchia di fronte al fratello.
Jack
la guarda, distrutta, e non accetta quel
comportamento da sottomessa. La invita, invece, a mettersi in piedi.
“Devi
rispettare te stessa, il tuo essere
donna. Cammina fiera di te, a testa alta, non supplicare mai nessuno,
tantomeno
me. Sorella mia, non voglio vederti in questo stato e, effettivamente,
se fossi
io al tuo posto non avrei esitato un solo istante a tornare ad
Arendelle, pur
rischiando di essere frizzato da Elsa, quindi sì,
andiamo” – Jack ha intuito il
dolore di una madre che desidera soltanto avere notizie della sua
prole. Per tale
motivo, la prende in braccio, così come fece ore prima, e
percorre il tragitto
verso il regno delle cugine. Nonostante la stanchezza dovuta allo
sforzo
magico, riesce a raggiungere la meta.
“Eccoci
arrivati. Io ti aspetto nelle
vicinanze. Quando vorrai, torna in questo preciso punto e batti un
colpo su
questo albero. Io lo sentirò e ti verrò a
prendere” – dopo un abbraccio e un tenero
bacio, i due si separano.
Per
Sandy ha ora inizio un nuovo capitolo
della sua vita.
--------------------------------------------
Elsa,
alquanto scossa dalla morte della
nipote, cerca un modo per sistemare la situazione ad Arendelle.
Chiama
a sé i quattro spiriti e i Trolls.
“Dobbiamo
unire la nostra magia per rimettere
in piedi il castello. Pensate di farcela? Richiede molta
energia” – spiega la
donna agli alleati.
“Le
rocce non si stancano mai, giusto amici
miei?” – Granpapà sprona i suoi simili a
mettercela tutta.
Prendendosi
per mano, creando un semicerchio,
avvolti dalle luci emanate dai quattro elementi, riescono in
un’impresa sulla
quale nessuno avrebbe mai scommesso.
Magicamente,
le mura del palazzo si innalzano
verso l’altro, ricostruendosi e liberandosi della polvere e
dei detriti. Lo spettacolo
è irreale e al contempo emozionante per chi ha la
possibilità di assistervi.
Il
popolo con occhi puntati su quanto accade,
è in visibilio.
Kristoff,
Anna, Ineke e i gemelli, nel
frattempo, sono alle prese con i controlli del medico, notevolmente
sotto
shock. Nessuno riesce ad accettare quanto accaduto ad Aurora.
Letizia
e Jack non riescono a darsi pace per
non aver potuto fare di più.
“Non
è colpa vostra, anzi. Siete degli eroi. Se
non aveste agito voi in primis, magari adesso saremmo tutti sotto il
controllo
di Black” – Ingrid conforta i due, ormai
considerati nipoti.
Ignora,
invece, che Letizia si sente in colpa
più del dovuto il suo pianto ne è la prova
– “Non dovevo lasciarle la mano.
Invece quando anche l’ultima parte del palazzo è
caduta giù, io ho
istintivamente corso per salvare me stessa, non ho badato a lei che era
rimasta
indietro. Non me ne farò mai una ragione, mai”
– con gli occhi colmi di
lacrime, il fratello maggiore la abbraccia ricordandole che non sempre
le cose
vanno come si desidera e tante volte le circostanze ci impediscono di
agire
come vorremmo.
Sono
le parole di Ineke quelle che alimentano
la sofferenza dei presenti – “Ho avuto una vita non
normale sin da quando sono
nata. Ho vissuto con zia Elsa credendo fosse la mia unica famiglia. Poi
mi
viene detto che le mie certezze non sono tali, allora riscrivo la mia
storia,
accettando le menzogne, i silenzi, anni ed anni di allontanamento da
mia madre,
mio padre e il mio regno. Incontro Aurora, è amore a prima
vista…. Sappiamo inconsciamente
di essere legate. Ed è così. È mia
sorella, sangue del mio sangue, la mia
ancora di salvezza. Lei mi salva la vita, io le regalo quella sorella
che ha
sempre sognato di avere. Diventa la mia migliore amica, cresciamo
insieme, ci
vestiamo insieme, ci trucchiamo, passiamo le serate a ridere e
scherzare,
ignorando le regole di corte. Se qualcuno mi avesse mai detto che un
giorno
avrei dovuto continuare a vivere senza Aurora, gli avrei riso in
faccia. Avrei
detto – “Impossibile! Come si può vivere
senza di lei? Lei è l’allegria di
palazzo, è il cuore della famiglia. Senza cuore si
muore”. Ma ad oggi sento una
rabbia dentro per una vita crudele e un destino ingiusto. Ad oggi, le
mie
certezze crollano per la seconda volta, ad oggi Ineke è
morta, sepolta assieme
all’altra metà del suo cuore”
– il discorso lungo della primogenita dei reali è
diretto ed esposto con una freddezza tale da raggelare l’aria.
I
gemelli, ascoltandola, scoppiano a piangere
tra le braccia della loro nonna.
Kristoff
guarda Anna e le prende una mano,
intrecciandola alla sua.
“Pitch
ha vinto la guerra, ma non
permetteremo che il dolore che ci ha recato distrugga definitivamente
la nostra
famiglia. Non gliela daremo vinta, mai” -
sostiene deciso il re, seppure fatica a mostrarsi forte.
Ma lo deve a
tutti; mostrarsi debole come vorrebbe, sfogare così la sua
sofferenza, non
serve a nulla.
In
quell’istante, la famiglia viene raggiunta
da Elsa.
“Il
castello è di nuovo quello di una volta.
Possiamo entrarvi” – comunica.
Ma
è il commento di Anna a spiazzarla –
“Nulla
sarà più come una volta,
neppure il tuo
dannatissimo castello” – così dicendo,
lascia la mano del marito e si allontana
dal gruppo
“Bisogna
starle accanto o rischiamo di
perdere anche lei…di nuovo” – con tali
parole, il quinto spirito segue la
sorella per offrirle una spalla su cui piangere o addirittura un
bersaglio su
cui sfogare la sua frustrazione.