ALLA RICERCA DI MAI
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Capitolo
29
*
Mai
e Trunks, si erano traferiti nella nuova casa dopo
solo due mesi dall’acquisto.
Non
c’erano grandi lavori di ristrutturazione da fare, anzi sarebbe stata già
abitabile e perfetta così, ma i due ragazzi, come giusto che sia, hanno voluto
darle un tocco personale, cambiando le pitture e qualche altra rifinitura, un
po' più nei loro canoni.
Anche
il giardino fu sistemato, e vicino alla piscina, era stata allestita una tettoia
in legno e tutto l’occorrente per sfiziosi barbecue all’aperto, magari
contornando il tutto con qualche tuffo in piscina, alla quale erano state
apportate delle migliorie e renderla anche adatta a dei bambini, avevano
pensato anche a mettere un paio di scivoli e giochi d’acqua.
La
notizia della gravidanza e dell’imminente matrimonio, era stata fatta girare
non solo dai due ragazzi, che si erano prodigati subito ad avvisare i loro migliori
amici, chiedendogli di fare da testimone, ma anche da un’entusiasta Bulma, che ancora prima di saperlo dal figlio e dalla
nuora, si era precipitata in un negozio per bambini, quel pomeriggio stesso,
facendo spese pazze, comprando l’intero negozio e sistemando tutto in un
magazzino dismesso della Capsule Corporation.
Cosa
che comunque rimase segreta, fino a qualche giorno prima del loro trasferimento
nella nuova casa.
“Scusa
se mia mamma esagera sempre!” Le disse Trunks con
tono rassegnato, mentre con largo anticipo sistemavano la cameretta del futuro
erede.
“Non
ti preoccupare, la conosco come le mie tasche, non sarebbe lei, se non si comportasse
così”. Non le dava fastidio, anzi, sapeva che sarebbe bastato una sua parola
per frenarla, ma se voleva già viziare il nascituro, da brava nonna, lo poteva
fare.
E
per cercare di non sbagliare, visto che il sesso del bambino sarebbe rimasto un
mistero fino alla nascita, aveva acquistato tutte cose di colore neutrale.
“Ah!
Domani ho la prova abito” Gli comunicò mentre tirava fuori le ultime cose dagli
scatoloni e le riponeva con cura nell’armadio.
Da
quando la gravidanza era stata confermata dalla visita medica, la settimana
successiva, Trunks, aveva intimato a Mai, di mettersi
in maternità, non doveva per nessuna ragione stancarsi in quel periodo, organizzare
un matrimonio in soli due mesi, si sarebbe rivelata un’impresa per chiunque, ma
non per l’amministratore delegato della Capsule Corporation, che oltre ad
essere una brillante scienziata, era anche una perfetta organizzatrice d’eventi.
C’era
qualcosa che Bulma non sapesse fare? Credo di no.
Per
questo si erano rivolti a lei per l’organizzazione di tutto, e per non gravare
su Mai, anche perché non sapeva da che parte girarsi.
Ma
la ragazza, testarda com’era, non volle sentire ragioni, comunicandogli che non
era ammalata, ma soltanto stava aspettando un bambino, e che finché potrà, lei
si sarebbe recata ogni giorno al lavoro, assicurandolo, che avrebbe svolto solo
ed esclusivamente lavoro d’ufficio, e che avrebbe aiutato la suocera ad
organizzare la festa per il loro matrimonio.
Trunks, non poté far
altro che assecondare i suoi bisogni, del resto aveva avuto un esempio in casa,
una donna forte, che aveva conciliato per ben due volte, gravidanza e lavoro
senza alcun tipo di problemi.
“Alla
fine lo hai scelto”. Le disse Trunks avvicinandosi.
“Si,
non è stato facile vedermi con quegli abiti, ma credo resterai a bocca aperta,
ho avuto due bravi consulenti”. Rise al ricordo della scelta dell’abito, erano
Bra e Bulma che le portavano i vestiti, spodestando
la povera commessa, che si era ritrovata a fare i conti con due assatanate.
“Le
migliori”. Le cinse da dietro, portando le mani sul grembo appena accennato,
accarezzandolo delicatamente, lei gli portò le sue, sopra, diventando un
tutt’uno.
“Ti
immagini che tra due mesi saremo sposati e che tra cinque avremo un piccolo
esserino che vaga per casa?”.
“Non
vedo l’ora, vorrei avere la macchina del tempo per accelerare le cose”. Le
stampò un bacio sulla guancia, cullandola tra le sue forti braccia.
“Beh!
Se la gravidanza continua così, a me sta anche bene, non serve andare avanti
nel futuro”. In quattro mesi non aveva avuto nessuna nausea, nessun disturbo particolare,
la pancia era appena accennata, chi la vedeva poteva pensare solo che fosse
ingrassata un po'.
Si
sentiva solo un po' stanca e spossata nel pomeriggio, cosa che la costringeva
spesso, a coricarsi per almeno un‘oretta.
E
non sentiva affatto il bisogno di mangiare ogni dieci minuti, o di strane
voglie, come le era stato più volto raccontato, da chi, in quella situazione,
si era ritrovata prima di lei.
*
Si
era anche raccomandata con Bra, di non organizzare nessun addio al nubilato,
baby shower, o qualche altra festa di loro invenzione.
Ma
se Trunks ne aveva voglia, avrebbe potuto fare il suo
addio al celibato, anche se temeva la reazione di Goten,
doveva ancora vendicarsi per averlo lasciato in mezzo al deserto, in mutande,
tutto sporco, legato ad un cactus, con una corda difficile da rompere, fatta di
un materiale alieno, procurata da Yaco, proprio
qualche giorno prima del suo matrimonio con Valese.
*
Il
tanto atteso giorno era arrivato.
La
giornata estiva scelta per l’evento, era perfetta, come la location, speciale
ed unica; si trattava di un tratto di spiaggia isolato, dove occhi indiscreti,
paparazzi e giornalisti, non sarebbero mai potuti arrivare.
Si
vociferava già da un po', di un imminente matrimonio dello scapolo più ambito
della città, ma nessuna data certa, solo supposizioni.
Come
chiesto dalla stessa Mai, era stato allestito un altare in riva al mare al
tramonto, incorniciato da un arco bianco, intarsiato di rose rosa, e come
celebrante, avevano chiesto a Dende, se poteva
ufficializzare la loro unione, ruolo che il namecciano
accettò con estremo piacere.
Era
già lì ad aspettare i due sposi, mentre gli ospiti, composti da amici e parenti
più stretti, nei loro abiti eleganti, prendevano posto nelle bianche panche davanti
all’altare, preparate con rose e tulle bianco kilometrico.
Lo
sposo arrivò per primo, era splendido in quel completo grigio chiaro di lino,
la camicia bianca era sbottonata vicino al collo, nessuna cravatta o papillon
opprimente lo adornava.
Sulla
giacca era stata puntata una spilla fatta con dei fiori freschi, una rosa, per
la precisone.
Anche
i testimoni presero posto: Goten vicino a Trunks e Teo sulla sedia vuota, vicino il posto di Mai.
Quando
la marcia nunziale partì, il ciarlare che rimbombava sulla spiaggietta,
terminò e tutti gli occhi furono puntati verso di lei.
Al
lilla iniziarono a tremarono le mani e di colpo gli si seccò la gola, quando la
vide arrivare in quell’abito bianco lungo con il classico bouquet in mano.
La
gonna ed il velo lungo, appuntato sopra lo chignon, ondeggiavano seguendo il
ritmo della brezza estiva, il corpetto con scollo a cuore, intarsiato di
Swarovski, brillava, illuminandole il volto, un paio di ciocche di capelli,
furono arricciati e lasciati ricadere sul volto.
“Ti
vedo agitato, amico” Gli sussurrò Goten all’orecchio.
“Sta
zitto o ti tiro un pugno”.
Lei
avanzava da sola, con gli occhi puntati verso il suo sposo, quando qualcuno la
prese sotto braccio.
“Se
cominci a frignare, giuro che ti lascio qui”. Vegeta, lasciò tutti a bocca
aperta e commossi, con quel gesto.
Lei
gli sorrise per ringraziarlo, e ricacciò indietro le lacrime che si stavano
iniziando a formare.
Trunks guardò il padre,
e pensò che in quegli anni era cambiato di parecchio, e non smetterà mai di
ringraziare sua madre, per aver contribuito a questa sua mutazione.
Bulma singhiozzava,
asciugandosi le lacrime con un fazzoletto.
“Smettila
mamma, o sulle foto verrai male” La rimproverò Bra, cercando di distrarsi per non
mettersi a piangere anche lei.
“Hai
ragione tesoro, ma non pensavo che tuo padre potesse fare un simile gesto, sa
sempre come sorprenderci.” Tirò su con il naso.
“Lo
amiamo per questo” Bra le mise la sua mano sopra la sua, in segno di conforto.
*
Appena
arrivarono davanti l’altare, Vegeta le lasciò andare il braccio, guardò suo
figlio dicendogli sottovoce “Trattala come una principessa, o te la dovrei
vedere con me”.
Lui
si limitò ad annuire con il capo e a sorridergli.
Prese
infine posto vicino a moglie e figlia.
Bulma gli prese la mano
e non disse niente, era il suo modo per dirgli grazie per aver reso unico quel
giorno, quanto non lo fosse già.
“Sei
stato grande, Vegeta” Goku, seduto dietro di lui, gli diede una leggera pacca
sulla spalla.
“Se
mi tocchi un’altra volta, sei morto”. Bisbigliò fulminandolo con gli occhi.
“La
volete smettere di fare i bambini vuoi due?” Chiese Chichi
indispettita.
Dende iniziò la
cerimonia, ringraziando tutti i presenti per presenziare al matrimonio e che
era un onore per lui poter celebrare per la prima volta, quel sacramento.
Dopo
una breve omelia, sui valori della famiglia, sul crescere dei figli
responsabilmente, educandoli nel rispetto del bene, il namecciano,
passò allo scambio degli anelli e delle promesse.
*
“Il
nostro percorso per arrivare fino a qui, non è stato dei più facili, la vita ci
ha messo davanti delle prove che abbiamo superato, non con poche difficoltà.
Ma
quello per cui non ho mai smesso di lottare, è il mio amore che provo per te.
Ti amo.
Mai,
ricevi questo anello come segno del mio amore per te.”
*
“Trunks…ho pensato molto a quello che avrei potuto dire in
questo giorno e in questo preciso momento, ho scritto e riscritto la mia
promessa, ma qualsiasi cosa ne uscisse fuori, la cestinavo subito, anche perché
con l’agitazione del momento l’avrei dimenticata.
Ma
l’unica cosa di cui non mi scorderò mai, e l’unica cosa di cui sono certa, è
che ti amo, e nessuna parola, vale più di questa per me.
Ricevi
questo anello, come segno del mio amore”
*
Lo
scambio degli anelli fu un momento molto toccante, e alla maggior parte del
pubblico femminile, scese una lacrima.
“Se
qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora, o taccia per sempre” Recitò il
celebrante, guardando i presenti, che rimasero in silenzio per qualche minuto.
“Bene,
ora vi dichiaro marito e moglie”.
Non
servì aggiungere il classico “può baciare la sposa”, che Trunks
trasse a se Mai baciandola, seguito dagli applausi
degli invitati e dallo scoppio di fuochi d’artificio, che illuminavano il cielo
dei colori dell’arcobaleno.
*
La
festa proseguì sotto gli occhi attenti e vigili di Bulma,
che si assicurava che gli ospiti fossero al loro agio e soprattutto che avesseo cibo e bevande in gran quantità.
Il
dopo cerimonia, era una cena a buffet, con tavolini installati sulla battigia,
non mancava nulla, aveva anche pensato personalmente alla musica, che ad una
festa così, di certo non poteva mancare.
“E
così la nostra Mai, si è sposata” Le disse Teo raggiungendola in riva al mare.
“Chi
lo avrebbe detto, vero?” Chiese sorridendo.
“Mi
sarei stupito del contrario, ho sempre saputo che quel ragazzo ti avrebbe
rubato il cuore”.
“E’
sempre stato suo” Inspirò la salsedine, inebriandosi di quel profumo.
“Piuttosto
tu…non hai ancora trovato posto nel cuore di qualche giovane ragazza?”
Teo
sorrise “Ancora no, ma…” Si voltò imbarazzato, per caso, notando una figura
molto simile ad una dea, indossava un abito lungo fino alle ginocchia, blu di
raso senza spalline, con gonna ampia, in vita portava una cintura con
brillantini e la
sabbia l’aveva costretta a rimanere a piedi nudi per non affondare in
continuazione.
I
capelli dorati erano stati raccolti in un fermaglio dalla forma di un fiore
azzurro, al lato.
“Scusami
devo andare” La lasciò li da sola, mentre lui si avvicinava a questa figura
mitologica.
Si
passò una mano sui capelli neri, nervosamente, le doveva parlare, doveva
sentire il suono della sua voce melodiosa.
Si
schiarì la voce con un colpo di tosse finto.
“Che
ci fa una bella ragazza tutta sola?” Le chiese una figura misteriosa dietro le
spalle.
“Cosa
ti fa pensare che non ho compagnia?” Gli domandò voltandosi.
“Beh!
Se io fossi il tuo ragazzo, non ti lascerei mai da sola”. Quella divisa gli
donava parecchio, e Marron si morse il labbro inferiore pensando che quel
soldato non fosse niente male.
“Sei
un maniaco? Non pensavo che Mai, potesse vantare amicizie così, o ti sei solo
infiltrato alla festa?”.
Il
militare rise sotto i baffi, oltre che bella era anche simpatica “No, niente di
tutto ciò, anzi mi scuso per non essermi presentato, io sono Teo e sono il
nuovo Generale della Città Dell’Est”.
“Marron”
Gli strinse la mano sorridendogli.
“Cara,
hai trovato la soda?” C-18 le si avvicinò, le aveva chiesto quella bevanda
ancora dieci minuti fa.
“Sogno
o son desto? Questa deve essere sicuramente tua sorella! Piacere, Teo” Le baciò
la mano con un inchino.
“E’
mia madre, scemo”. Marron si voltò indispettita in cerca della bevanda gassata.
“Tua-tua
madre?” Balbettò incredulo, era bella, un volto angelico, dai tratti pungenti, nessuna
ruga compariva sul suo viso pulito.
C-18
si passò una mano sui capelli, portandosi dietro l’orecchio una ciocca bionda,
non curandosi del ragazzo che stava sbavando.
Ora
era indeciso su chi delle due avrebbe invitato a ballare, visto che ora, sulla
pista echeggiava un lento.
Per
fugare ogni dubbio, cinse ad entrambe le spalle, restando lui al centro.
“Ehi!
Sono mia moglie e mia figlia” Protestò l’ometto che stava assistendo incredulo
alla scena.
“Te
le riporto sane e salve, papà!” Lo assicurò il giovane soldato ammiccando,
conducendo le due signore sulla pista da ballo.
“Papà?”
Chiese riluttante tra sé e sé Crilin, che fece cadere
i flûte ricolmi di champagne.
*
Trunks notò Mai in
piedi, che si stava accarezzando la pancia, cullata dal suono delle onde del
mare, lontano dalla festa, lontano da quei suoni che l’infastidivano.
Che
fossero gli ormoni? Che fosse la creatura che portava in grembo, di suggerirle
di allontanarsi un po' per prendere una boccata d’aria?
Ormai
il sole era tramontato e loro erano finalmente marito e moglie.
Aveva
tolto i tacchi ed immerso i piedi nell’acqua tiepida, non curandosi che anche
il bordo del vestito si stesse bagnando.
“A
che pensi?” Le chiese avvicinandosi cingendola da dietro.
Mai
si appoggiò con la schiena al suo petto chiudendo gli occhi.
“Che
questo è il giorno più bello della mia vita”.
“Il
giorno più bello della tua vita, fino ad ora.”
***
continua
*
Angolo dell’autrice: Ciao a tutti, e
anche il matrimonio è andato.
Per
quanto mi riguarda, l’avrei conclusa così, in quanto mi ero ripromessa di
mettere la parola fine, proprio il giorno del mio compleanno, ed invece, mi
ritrovo a pubblicare il penultimo capitolo.
Il
prossimo sarà, ahimè, l’ultimo, ma non disperate, ho altro in mente per la
testa, che spero di mettere nero su bianco presto.
Come
sempre, ringrazio chi leggerà questo capitolo e vorrà lasciarmi una sua
impressione, ma anche chi leggerà soltanto.
Vi
aspetto nell’epilogo finale, vi anticipo già che sarà raccontato da Trunks, dal suo punto di vista.
Un
abbraccio.
Erika