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Autore: danyazzurra    08/11/2020    8 recensioni
Lily non sa più chi è...Lily non sa più niente della sua vita precedente... Lily crede di essere una semplice Babbana con una vita normalissima... ma scoprirà che non è così semplice, anzi, niente è semplice nella sua vita e con la sua riscoperta arriverà anche una vecchia minaccia a bussare alla sua porta e a quella di chi le vuole bene!! è una Lily / Scorpius che mi è balzata in testa...spero che leggerete e recensirete !!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Quando Scorpius e Teddy imboccarono il corridoio che conduceva alla cella di Lucius Malfoy capirono subito che qualcosa non andava.
Davanti alla cella di Lucius Malfoy c’erano due persone e non potevano avere reazioni più diverse.
Draco sembrava una statua. Era immobile, gli occhi sgranati e i pugni chiusi mentre una donna stava piangendo, una mano sugli occhi e l’altra al ventre, una spalla poggiata contro il muro come se temesse di cadere senza un sostegno.
Scorpius si avvicinò sentendo una morsa allo stomaco.
La reazione di suo padre non gli lasciava alcun dubbio su cosa avrebbe visto appena fosse arrivato e, seppur il rapporto con suo nonno fosse sempre stato un po’ altalenante, gli faceva dolere il cuore.
Vide Teddy fermarsi davanti alla cella e voltarsi verso di lui mentre anche le sue gambe si fermavano.
“Maledetti” sussurrò stringendo la mascella fino a sentire i denti scricchiolare.
Suo nonno era appeso a dei tubi del soffitto con un lenzuolo usato come una corda per impiccarsi, ma neanche per un momento Scorpius avrebbe creduto che avesse fatto tutto da solo.
Si potevano dire molte cose di Lucius Malfoy: che fosse un vigliacco ed un egoista per primi, ma non avrebbe mai posto volontariamente fine alla propria vita.
Amava troppo se stesso.
Si voltò verso Teddy “aiutami a tirarlo giù” disse con la voce più incolore che possedeva.
Doveva cercare di restare freddo e non pensare che quello era suo nonno o tutta la sua lucidità sarebbe andata a farsi un giretto.
Teddy annuì e insieme entrarono dentro la cella.
Scorpius si guardò intorno cercando di notare se ci fosse qualcosa fuori posto, qualcosa che potesse dargli un indizio, ma non riuscì a vedere niente.
Teddy intanto si tolse la giacca e prese la sedia per arrampicarsi. Era il più alto dei due, aveva senso e poi, lui preferiva non vedere da vicino il volto di suo nonno.
Si posizionò sotto il corpo e prese le gambe tirandole su e lasciando che gli ricadesse in braccio dopo che Teddy ebbe slegato il nodo.
Il peso gli sembrava quasi insopportabile da tenere, ma sapeva che non era realmente quello a pesare, quanto la sensazione del corpo senza vita di suo nonno.
Teddy scese dalla sedia e lo raggiunse immediatamente aiutando a stenderlo per terra, poi gli pose un lenzuolo sopra e guardò Scorpius.
“Io non credo che si sia suicidato” affermò Scorpius mettendo una mano su quella di suo nonno e sentendola tiepida.
Non era morto da molto tempo.
“No, infatti”.
Teddy lo disse con una sicurezza tale che Scorpius alzò gli occhi su di lui “hai notato qualcosa?” gli chiese.
Sapeva che Teddy aveva imparato da Harry Potter ed aveva avuto più volte esempio della sua bravura.
“Cosa abbiamo appena fatto, Scorpius?” chiese tranquillo.
Scorpius guardò di nuovo suo nonno. Era evidente quello che avevano fatto.
Dove voleva arrivare?
“Non abbiamo tempo per una lezione accademica, mio nonno non è molto freddo”.
Teddy annuì “se fossi meno coinvolto sono sicuro che l’avresti notato, ma per scendere tuo nonno ho preso la sedia da…”
“In fondo!” concluse Scorpius per lui “la sedia era in fondo” ripetè incredulo.
Teddy annuì “esatto e non credo che Lucius Malfoy senza bacchetta abbia potuto prendere la sedia impiccarsi e rimetterla a posto, ti pare?”
Scorpius non rispose e spostò lo sguardo su suo padre che lo stava guardando, probabilmente stava seguendo ogni loro ragionamento.
“Non abbiamo tempo” disse Teddy intuendo i suoi pensieri “torneranno presto” aggiunse “dobbiamo andarcene…tornare organizzati”.
Scorpius strinse i pugni appoggiati sulle cosce, sapeva che aveva ragione.
Si alzò mettendosi le mani sulle ginocchia per darsi la spinta e si diresse per primo da suo padre.
“Papà”.
Lui scosse la testa “sto bene” disse “porta via tua nonna, per favore”.
La sua voce sembrava calma e quasi lucida, ma Scorpius sapeva che era solo apparenza.
Vedeva lo shock nel suo volto e gli occhi, quegli occhi uguali ai suoi, erano sgranati e pieni di lacrime.
Sospirò, ma non insistette, prima di tutto perché contraddirlo in quel momento lo faceva sentire un pessimo figlio e poi perché sua nonna sembrava davvero poter crollare da un momento all’altro.
Si avvicinò a lei e le tolse dolcemente la mano dagli occhi.
Lei alzò lo sguardo e Scorpius cercò di deglutire sentendosi improvvisamente la bocca secca.
Era lei. Era sporca e deperita, ma quella era sicuramente Narcissa Black.
Com’era possibile?
Aveva la domanda sulla punta della lingua, ma in quel momento la cosa più importante era andarsene.
Era sicuro che non fosse un caso se non si vedeva nessuno.
“Nonna” pronunciò ancora incredulo e lei gli gettò le braccia al collo.
Scorpius chiuse gli occhi, non ricordava di aver mai ricevuto un abbraccio del genere da sua nonna.
Lei non era mai stata tipo da abbracci calorosi e dimostrazioni d’affetto importanti, ma lui non aveva mai avuto dubbi che gli volesse bene.
“Scorpius” disse tra le lacrime.
Scorpius sentì il respiro incepparglisi nei polmoni. Era così incredibile.
La allontanò a malincuore da sè e la guardò negli occhi “dobbiamo uscire di qua lo capisci, vero?”
Lei annuì guardandolo con gli occhi velati di lacrime “è colpa mia” disse e Scorpius sapeva che stava parlando di Lucius.
“Non lo è” la rassicurò.
“Dovevo restare Rabastan” singhiozzò “loro l’hanno già saputo”.
Scorpius si voltò verso Teddy dato che faticava a seguire ciò che gli stava dicendo sua nonna e lui sospirò “ti spiego appena saremo fuori di qua” gli disse e Scorpius annuì.
Quella calma apparente era peggio di una battaglia, sapevano che sarebbero arrivati, ma non sapevano da dove o quando.
“Prendila tu” gli disse e lasciò che Narcissa si appoggiasse a Teddy per avvicinarsi di nuovo a suo padre.
Non si era ancora mosso da quella posizione, se non avesse parlato con lui un minuto prima, avrebbe detto che qualcuno gli avesse fatto un incantesimo.
“Andiamo papà, dobbiamo uscire di qua”.
Draco scosse la testa e Scorpius sentì la rabbia fluirgli velocemente nelle vene.
“Dobbiamo andare” disse afferrandolo per l’avambraccio “potrebbero tornare da un momento all’altro”.
“Sto aspettando solo quello” ribattè restando ben piantato per terra.
Scorpius capì che quella che aveva scambiato per un’espressione di shock era in realtà un odio intenso.
“Non dire stronzate” disse voltandolo verso di sé “non hai la preparazione, torneremo io e Teddy…”
“Non me…”
Le parole di Draco furono interrotte da un fiume di incantesimi che uno dopo l’altro si riversarono verso di loro.
Erano arrivati. Quanti fossero non riusciva a vederlo, ma sicuramente non pochi visto quanti incantesimi stavano inviando verso di loro.
Scorpius gettò suo padre a terra, ma per farlo fu colpito ad una spalla e la maglia cominciò subito a riempirsi di sangue.
“Scorpius!” urlò Draco rialzandosi e afferrando la bacchetta.
“Sto bene” disse cominciando a rispondere agli incantesimi mentre Teddy trascinava Narcissa dietro al muro.
Inviò un incantesimo al NewMan che era appena uscito dal nascondiglio per colpirli e questo cadde a terra, ma subito un collega lo sostituì allo scoperto.
Restavano nascosti fino a quando non era il momento di esporsi, in quel modo non riuscivano a capire quanti fossero realmente.
Potevano essere tre come venti, ma qualcosa gli diceva che la prima ipotesi era da scartare.
Vide anche suo padre e Teddy combattere e gettò una rapida occhiata alle sue spalle, sua nonna era dietro l’angolo e anche se ogni tanto faceva capolino era sicuro che non riuscissero a colpirla.
L’unico che gli faceva paura era suo padre. Sembrava mosso solo dalla furia.
Quella furia che aveva visto tante volte negli occhi di Lily, quella furia che solo l’omicidio di una persona importante ti può dare.
Era un pericolo per se stesso e per loro. Poteva fare qualsiasi cosa.
Si alzò in piedi per creare uno scudo che li proteggesse per potersi organizzare.
“Sono almeno dieci” disse a Teddy “lo so” confermò lui “dobbiamo andarcene subito” disse.
“Volete lasciare la prigione in mano a loro?”
La voce di Draco era scandalizzata.
“Non abbiamo alternative, papà” rispose Scorpius cercando di tenere ferma la bacchetta sotto i colpi dei NewMan, ma sempre più uomini stavano uscendo allo scoperto e unendosi agli altri.
Sentì Teddy imprecare e si voltò accigliato verso di lui “che succede?” gli chiese e Teddy imprecò di nuovo prima di rispondere.
“Hai la passaporta con te?” gli chiese.
Scorpius scosse la testa “non sono in divisa” e Teddy chiuse gli occhi per un secondo.
“Non ce l’hai neanche te?” domandò Scorpius preoccupato “sì, ma…” titubò un secondo “ma dentro la giacca” aggiunse “che è dentro la cella… “
“Merda!” imprecò Scorpius cercando di tenere saldo lo scudo “ok, vai!” gli intimò.
Teddy lo guardò per un attimo “sicuro di farcela a resistere?”
Scorpius valutò la situazione.
Quando Teddy avesse abbandonato il suo fianco avrebbe dovuto concentrare tutta la sua forza e la sua concentrazione sul trattenere lo scudo da solo o, quei NewMan l’avrebbero raggiunti e nel migliore dei casi portati via.
Guardò suo padre, aveva paura che facesse una stronzata e non poteva reggere lo scudo e contemporaneamente preoccuparsi per lui.
“Immobilizzalo” sentenziò guardando Teddy che annuì soltanto e lo fece prima che Draco potesse anche solo emettere un fiato.
Draco divenne rigido e sarebbe caduto a terra se Teddy non lo avesse preso e adagiato giù.
“Mi dispiace, papà” disse Scorpius distogliendo per un attimo gli occhi dalla battaglia.
Un altro NewMan si unì agli altri, adesso erano in quattro.
Erano tutti a volto scoperto, erano vestiti da Auror e Scorpius cercò di ignorare il dolore nel vedere i suoi colleghi, persone con cui aveva mangiato e lottato, persone di cui si era fidato.
“Adesso!” intimò a Teddy, non sapeva quanto avrebbe potuto reggere ancora.
Lui non se lo fece ripetere due volte e si precipitò all’interno della cella uscendone pochi secondi dopo.
Tirò fuori la passaporta, prese Narcissa e Draco poi si voltò verso Scorpius “come facciamo?” gli domandò.
Avevano pensato a tutto, ma adesso con quattro NewMan che erano venuti allo scoperto non potevano certo lasciare andare lo scudo o li avrebbero colpiti.
“Aziona la passaporta” gli ordinò “contiamo fino a dieci e poi lascio andare lo scudo”.
Teddy non sembrava del tutto convinto, ma sapevano che non avevano alternativa.
Premette il dito sulla passaporta.
Uno.
Due.
Tre.
Un altro NewMan ma questa volta gli occhi di Scorpius si sgranarono.
Quattro.
Era Estela. Com’era possibile?
Cinque.
Sei.
Sette.
Non riusciva a smettere di guardarla. Era sempre stata parte del loro gruppo o si era unita a loro per la rabbia verso di lui?
Otto.
Lasciò cadere lo scudo e si voltò, ma un secondo prima che mettesse il dito sulla passaporta un incantesimo lo colpì in pieno.
Teddy vide la scena come al rallentatore nonostante si fosse svolta nell’arco di tre secondi, o forse proprio per quello.
Provò ad afferrare la sua mano per portarlo con sé, ma non ci arrivò e un secondo dopo la passaporta lo strappò via di lì.
 
***
“Dove sono Sarah ed Harry?”
Sammy abbassò la testa per un secondo alla domanda del preside, ma la rialzò subito.
La realtà era che non aveva la più pallida idea di dove fossero dato che l’ultima volta che li aveva visti erano proprio con lui, ma sapeva che non doveva dirlo.
Li avrebbe cercati lei, magari si sarebbe fatta aiutare da Ginny, ma aveva la sensazione che non avrebbe dovuto mettere gli adulti in mezzo.
E per far ciò doveva mentire. Solo che lei era una frana a mentire, era risaputo e tutti se ne approfittavano.
Ma in quel momento non poteva permetterselo. In fondo anche lei aveva i geni di suo padre per cui avrebbe mentito e lo avrebbe fatto fino a riuscire a convincerlo.
“Nella loro camera” rispose con voce sicura.
Neville annuì “per cui se io adesso vado nel dormitorio maschile…”
“Lo troverà” lo interruppe annuendo più volte con la testa e sperando che non decidesse di farlo davvero “ma non le consiglio di andare in quello femminile perché Sarah era molto arrabbiata e… insomma la conosci”.
Neville sospirò e Sammy cercò di reggere il suo sguardo senza vacillare e proprio in quel momento sentì il ritratto aprirsi e vide entrare dei ragazzi.
Sapeva che Neville non avrebbe insistito ancora molto davanti agli altri studenti.
Tutti dovevano pensare che non ci fosse niente di strano, niente di cui aver paura.
Vide il preside guardare il volto spensierato dei ragazzi che rientravano per prepararsi per la cena.
“Va bene” disse Neville anche se non sembrava del tutto convinto e Sammy vide Sarah rientrare proprio in quel momento.
Il sollievo che la invase le si dovette leggere negli occhi perché Neville si voltò e espirò lentamente quando vide la nipote attraversare il ritratto.
“Non dovevi essere a letto?” le chiese lanciando un’occhiata a Sammy che sgranò gli occhi per far capire all’amica che doveva reggerle il gioco.
“Lo ero” disse lei con una voce così flebile che Sammy aggrottò le sopracciglia.
“Se non ti dispiace vorrei tornarci, nonno” aggiunse e si incamminò ma Neville la fermò facendo comparire uno scudo davanti a lei.
Vide di aver attirato lo sguardo di qualche studente, ma non se ne curò. Aveva la sensazione ci fosse qualcosa di strano.
“Harry dov’è?”
Sammy vide gli occhi di Sarah pieni di lacrime per cui decise di intervenire.
“Nel suo letto, professor Paciock” rispose al posto dell’amica “non si sentiva bene”.
Neville spostò per un attimo gli occhi su Sammy e poi li riportò su Sarah.
“Cosa avete fatto nel tempo in cui mi avete confuso?” domandò e Sarah trasalì.
Si era dimenticata di aver incantato suo nonno.
“Niente” disse e Sammy chiuse gli occhi, la sua voce era talmente debole e incerta che anche lei poteva capire che stava mentendo.
Figurarsi un adulto e soprattutto suo nonno che la conosceva molto bene.
Lo vide assorbire entrambe le labbra dentro la sua bocca pensieroso.
“Va bene” disse infine “preparatevi per la cena, ci vediamo tra poco” continuò e uscì con un frusciò del mantello.
Sammy sospirò e si portò una mano al volto per un attimo poi guardò Sarah “pensi che tuo nonno ci abbia credute?”
“Penso di no” ammise “e penso che lo dirà al primo adulto che incontrerà…probabilmente tuo padre, per cui ho bisogno di te” affermò decisa.
Sammy guardò dei ragazzi passarle accanto per salire le scale e afferrò l’amica per un polso per allontanarla da lì.
Sarah gemette e si strusciò il polso con la mano.
Sammy la osservò, non poteva averle fatto male.
“Che succede?” le domandò preoccupata “dov’è Harry?”
 
***
Dominique sospirò guardando la figura della figlia addormentata sulla sedia più vicina ad Ella.
“Non la lascia mai” disse James comparendole alle spalle e Dominique si lasciò investire dal profumo del marito desiderando solo potersi appoggiare al suo petto e farsi cullare fino a dimenticare tutto.
“Neanche io ti lascerei” gli disse soltanto e James le poggiò le mani sulle spalle cominciando a massaggiarle leggermente e facendola immediatamente rilassare sotto le sue famigliari dita.
“Te lo ha detto?” chiese curioso.
“Non ce n’era bisogno” rispose Dominique arretrando di un passo fino a poggiarsi davvero al suo petto.
“Sono sua madre” aggiunse “la conosco in tutto e lei ed Ella si amano tantissimo”.
James appoggiò leggermente il mento sulla testa della moglie “mi sento uno stupido…”
Dominique si voltò verso di lui con un sorriso “sei solo suo padre” lo interruppe “è normale, nessun padre vuole pensare che la sua bambina sia già innamorata, ma lei non si allontanerà da te”.
James sorrise “sarà bene che non lo faccia o io…”
“Ci siamo!” l’esclamazione di Alice che entrava nella stanza assieme a Lorcan li interruppe e svegliò Ginny che guardò subito Ella forse aspettandosi che si fosse svegliata.
Quando vide i suoi occhi chiusi puntò i propri in quelli dei genitori e poi della zia per cercare di capire il motivo di tanta confusione.
“Ella o Bailey?” chiese Dominique avvicinandosi alla cognata.
“Ella…”
“…o almeno speriamo” Lorcan interruppe Alice e la guardò severamente “dobbiamo tenere i piedi per terra” la riprese.
“Dai, diteci tutto” ordinò James pratico.
***
Lily sentì un brivido percorrerle la spina dorsale nel vedere stagliarsi davanti a sé la casa dove sicuramente era Gabrielle e dove si trovava il quartier generale dei NewMan.
L’aveva cercato così tanto e ora stava per entrare nella tana del serpente.
Avrebbe ucciso l’uomo che aveva messo fine alla vita dei suoi genitori.
“Non credevo avrei mai visto Lily Potter nervosa”.
“Non lo sono”.
“Se lo dici tu” ribattè Nott scuotendo le spalle.
“Va bene lo sono, ma entrare nella tana dei lupi senza bacchetta e legata non era esattamente come immaginavo che avrei affrontato il supremo” si lamentò muovendosi un po’ per allentare la corda che le stringeva il busto.
Mike rise “sai benissimo che quella corda non ti sta stringendo veramente, senza contare che tieni nascosto tra le mani il capo per scioglerla e la tua bacchetta è solo trasfigurata” ribattè battendosi la collana di cui spuntava solo il filo “la proteggerò a costo della vita” la prese in giro e Lily alzò gli occhi al cielo.
“Piuttosto sei sicura di quel Teddy Lupin?” le chiese.
Lily sapeva che glielo chiedeva per il piano e annuì.
“Affiderei la mia vita a lui” rispose immediatamente.
“Lo hai fatto davvero” le disse guardandola attentamente e Lily annuì di nuovo sperando con tutta se stessa che Teddy trovasse presto il suo messaggio.
Cercò di calmarsi “tu piuttosto, pensa a recitare bene” lo riprese.
“Recito da una vita” replicò lui e Lily sentì un dolore trafiggergli il petto.
Forse era arrivato il momento di dirgli di Molly.
In fondo, anche se le faceva strano anche solo pensarlo, ormai si fidava di lui.
Si fermò e lui si arrestò con lei e la guardò interrogativo.
“Molly è ancora là” gli disse e lo vide stringere la mascella. Forse era stato un colpo basso nominarla così all’improvviso.
“Potter…”
“No, devi saperlo perché se io dovessi morire… lei non merita di restare ancora sola” abbassò gli occhi sicuramente intuendo le mille cose che probabilmente passavano dalla mente di Nott.
“Promettimi che andrai da lei e che la renderai felice, ha sofferto così tanto per colpa mia”.
La mascella di Micheal si indurì ancora di più e i suoi occhi si fecero più sottili.
“Mi lasceresti andare? Un NewMan?”
“Se sarò morta non ci saranno alternative, ma promettimi che Scorpius e Bailey…”
“Stai zitta!”
La interruppe con un tono così deciso che Lily si zittì davvero.
“Il Supremo non è uno stupido per cui se morirai sicuramente ti seguirò poco dopo… pensa a recitare bene e la tua benedizione me la darai quando saremo fuori da questo casino”.
Lily si morse il labbro, ma sospirò e annuì prima di riprendere a camminare.
“Per chiarire, un NewMan non avrà mai la mia benedizione” disse e Mike non replicò, ma Lily era sicura di aver visto una specie di sorriso spuntargli sul volto.
Cominciò a sentire come la presenza di qualcuno e si rese conto che essendo arrivati molto vicini alla villa del Supremo sicuramente vi erano decine di NewMan che li stavano spiando.
“Guarda guarda chi è tornato” disse una voce quando ancora mancavano una decina di metri al loro traguardo.
“A cosa dobbiamo la tua visita, traditore?” chiese un altro e Lily vide che puntarono la loro bacchetta alla gola di Mike mentre non la degnavano di uno sguardo.
Certo tra il Comandante ed un prigioniero legato non era certo lei il pericolo maggiore.
“Devo vedere il Supremo” disse Nott con voce fredda, quasi come se non avesse alcuna paura di due bacchette puntate addosso.
I due uomini risero “certo che lo vedrai, ti divertirai da morire con lui” lo schernì uno dei due calcando la voce sulla parola morire.
“Può darsi” replicò Mike “ma prima ho un regalino per lui” disse scuotendo la corda di modo da attirare la loro attenzione.
I due uomini guardarono per la prima volta chi c’era all’altro capo della corda e sgranarono gli occhi “dalla a noi” disse il primo.
“Ti piacerebbe, Zacker, forse in quel modo ti solleveresti dalla merda in cui navighi da sempre”.
“Stai attento, Nott, non sei più il cocchino del capo”.
Mike sorrise “dove si trova? Nel salone?” chiese ignorando la provocazione e ripartì facendo cenno con la mano agli altri di seguirlo.
Lily chiuse gli occhi ed ogni battito del suo cuore sembrava trasmettergli solo due parole: ci siamo.
Si sentì strattonare di nuovo e seguì Mike che ormai non la guardava più.
Il suo viso era divenuto una maschera di freddezza.
Quando entrò nella stanza Lily avrebbe voluto guardarsi intorno, studiare l’ambiente, cercare vie di fuga per quando fossero state necessarie.
Per fare tutte le cose che si era programmata di fare, ma non ce la fece.
I suoi occhi furono catalizzati dalle due persone che più odiava al mondo.
Una la conosceva bene, era Gabrielle ed era in piedi, la mano appoggiata allo scranno dove sedeva l’uomo.
Lily sentì il corpo vibrare di rabbia e di odio nel guardare entrambi, ma soprattutto nel guardare negli occhi quell’uomo.
L’uomo che Lily aveva cercato per tutta la vita.
L’uomo dalla cui bacchetta erano partiti gli incantesimi che avevano interrotto la vita dei suoi genitori.
Il Supremo.
Rodolphus Lestrange.
Rodolphus sorrise puntando gli occhi dritti nei suoi.
“Divertente” disse “avrei pensato che una persona al passo dalla morte non guardasse il suo futuro uccisore dritto negli occhi” la provocò.
“Non mi importa di morire se vi porto con me” replicò e Mike strattonò la corda talmente forte che lei cadde a terra “non provocarmi se…”
“Mike, Mike, Mike, sii educato” lo interruppe il Supremo e si alzò in piedi scendendo i tre scalini davanti a lui.
“Forse hai dimenticato come si sta alla mia corte?”
Corte? Lily avrebbe riso se non fosse stata così piena di rabbia.
Quell’uomo era così assettato di Potere che poteva fare a gara con quel simpaticone di Voldemort.
“Il mio comandante…” disse accarezzandogli la testa “il mio primo ufficiale…” gli afferrò i capelli “…e poi hai deciso di tradirmi” concluse tirandoglieli indietro con forza.
Lily vide come l’espressione del Supremo si fosse fatta di pietra. Un solo ghigno sadico impresso sul volto.
“Avevo grandi progetti per te…”
“Non vi ho tradito” replicò Mike “ho fatto tutto per potermi avvicinare alla Potter”.
Il Supremo lo lasciò con una spinta talmente forte da far barcollare Mike.
“Pensi sia stupido?”
Mike si inginocchiò e abbassò lo sguardo talmente velocemente che Lily non riuscì a reprimere una smorfia di disgusto.
“Sapete che non farei niente contro di voi, ma se non mi credete usate il Veritaserum”.
Lily aggrottò le sopracciglia. Cosa stava dicendo?
Alzò gli occhi verso Gabrielle e la vide con l’espressione felice come se fosse una bambina il giorno di natale.
Come poteva essere viva? Come poteva il Supremo volerla ancora viva?
Aveva così voglia di picchiarla che si alzò automaticamente in piedi.
“E sia” concordò il Supremo “portatemi il Veritaserum e intanto potremo toglierci dai piedi la famigerata Lily Potter…” la guardò avvicinandosi a lei, la bacchetta stretta nel suo pugno e uno sguardo pieno di odio.
Le puntò la bacchetta nel solco delle sopracciglia e sorrise “vorrei darti una morte rapida come quella dei tuoi genitori, ma tanto tu non la ricordi, giusto?” rise sguaiatamente e guardò i suoi adepti che si unirono a lui come cagnolini ubbidienti “non ricordi neanche quanti problemi mi hai creato, gli incantesimi di mio fratello sono perfetti…” spostò gli occhi verso un uomo che Lily aveva a malapena notato presa com’era da lui e Gabrielle.
“Come può essere qui?” chiese sinceramente stupita e per un attimo si pentì della sua domanda. Potevano capire che ricordava.
Il Supremo ghignò e tornò indietro di qualche passo di modo da avvicinarsi al fratello.
Lily aggrottò le sopracciglia. Lei stessa aveva visto Rabastan Lestrange ad Azkaban.
“Pensi davvero che sarei riuscito ad abbattere le barriere di casa tua senza di lui?”
Lily cercò di capire cosa intendesse, ma non riusciva.
“Le barriere innalzate da tuo padre erano molto potenti, barriere che soltanto il più potente spezzaincantesimi poteva abbattere”.
Lily continuò a passare lo sguardo tra i due uomini. Sentiva che le mancava un pezzo.
“Ma lui era in prigione…”
“Già, lo era, vero?” la interruppe divertito “ma c’era una persona che mi doveva un favore e che voleva proteggere la sua famiglia più di ogni altra cosa…” piegò la testa “ricordi che non ho permesso che tuo figlio morisse?”
Certo che lo ricordava. Aveva ogni immagine di quel maledetto giorno stampata nel cervello.
“Tuo figlio è un Malfoy e fino a quando lei mi avesse aiutato nessun NewMan avrebbe toccato un Malfoy”.
Lily pensava che il cervello le sarebbe andato in fumo cercando di unire tutti i pezzetti mancanti.
Qualcuno aveva preso il posto di Rabastan Lestrange e sicuramente era successo prima che morissero i suoi genitori dato che il Supremo aveva usato suo fratello per superare le barriere e arrivare ai suoi genitori.
E c’era solo una persona che era scomparsa da decenni e che poteva avere a cuore la salute dei Malfoy.
“Narcissa” disse in un soffio e lo sguardo del Supremo brillò e guardò Gabrielle “la sua intelligenza è sempre stata notevole”.
Lo disse quasi come un complimento, ma Lily sentì un brivido percorrerle tutte le membra.
Non avrebbe saputo dire se fosse stata per la rabbia o per il disgusto.
Altro che ucciderla, il Supremo amava Gabrielle.
Però lei si era opposta a lui e non una volta soltanto.
“Però Draco è quasi morto ed è colpa sua” lo provocò sperando di metterli l’uno contro l’altro.
“Non l’ho dimenticato” rispose soltanto però spostò lo sguardo da lei e Lily sperò di riuscire a creare una spaccatura.
“E lei può fare come le pare? Lei può metterti in discussione?”
“Nessuno mi mette in discussione!” disse deciso.
Narcisismo. Il problema di quasi tutti gli uomini di potere.
“Lasciala parlare” la voce leziosa di Gabrielle le fece stringere i pugni.
La vide scendere i tre scalini senza mai distogliere lo sguardo da Rodolphus “vuole solo dividerci” aggiunse giungendogli accanto e mettendo una mano sul suo braccio, ma lui non ricambiò e neanche la guardò.
Forse si era sbagliata. Forse non era innamorato di lei, forse era solo Edonismo.
Edonismo. Un altro problema di tutti gli uomini di potere.
“Ciao, piccola stella” le disse e Lily sentì le lacrime salirle agli occhi.
Solo sentirsi chiamare piccola stella strideva nelle sue orecchie come se avesse appena passato le unghie su una lavagna.
Il suo cervello si abbuiò.
Non le importava se era legata e senza bacchetta, non le importava neanche delle conseguenze, non riusciva a pensare a niente se non che erano entrambi lì davanti a lei e la guardavano con scherno.
Si lanciò contro di loro in una specie di imitazione di un sacco di farina che viene scagliato con forza.
Riuscì a raggiungere Gabrielle e lei cadde di schianto sotto il suo corpo “non osare…” Lily però non fece in tempo neanche a finire la frase che subito si sentì travolgere da un dolore lancinante.
Le sue membra si contrassero e si espansero in posizioni innaturali ed essendo legata il dolore fu così intenso che Lily sentì la coscienza vacillarle mentre provava a smettere di urlare.
Non meritavano le sue urla o il suo pianto.
“Sei davvero una guerriera” affermò il Supremo sollevando la bacchetta e mettendo fine all’incantesimo.
“Dimentico sempre che avevi solo nove anni quando ti scagliasti la prima volta su di me” la sua voce era divertita e Lily sbattè più volte le palpebre per cercare di guardarlo nonostante lo sguardo offuscato dal dolore.
“Ucciderti con un semplice Avada sarebbe quasi un offesa, devi morire combattendo, anche se non sai farlo…” rise e di nuovo tutti si unirono a lui.
Lily prese un respiro cercando di sollevarsi a sedere, il Supremo fece cenno ad un uomo e questo la sollevò di peso senza tante cerimonie.
Lily barcollò. Era bastata una sola cruciatus e già si sentiva così debole?
Guardò Gabrielle che nel frattempo si era sollevata e si stava scuotendo la veste dalla polvere.
La vide lanciare uno sguardo a Rabastan e lui incrociò le braccia, ma la sua espressione non variò.
“Ma prima penso che meriti una punizione per ogni uomo e donna che mi hai sottratto catturandolo o costringendomi ad ucciderlo” disse il Supremo facendole riportare l’attenzione su di lui.
Lily si morse la guancia per cercare di non spalancare gli occhi.
Se le avesse inferto una Cruciatus per ogni uomo dopo sarebbe stata troppo debole per combattere.
Aveva fatto arrestare decine di uomini.
“Basta una mano per combattere, giusto?”
Il respiro le si inceppò nei polmoni e guardò Gabrielle, la sua espressione sadica la fece rabbrividire, ormai non doveva neanche più nascondersi.
Prese un respiro preparandosi alla sofferenza psicologica e fisica.
Non poteva sperare in un aiuto di Nott. Non fino a quando il loro piano non fosse giunto a compimento.
Lo guardò appena mentre con la magia la liberavano dalle corde e due uomini le stringevano le braccia per tenerla ferma.
No, non sarebbe stata ferma.
Tirò una testata all’uomo dietro di lei e spostò le gambe per cercare di mantenere l’equilibrio nonostante sentisse la testa rintronarle dall’interno.
Quando il secondo le si avvicinò gli tirò un pugno e subito un calcio nello stomaco che lo fece piegare, fece in tempo a girarsi verso il terzo che si ritrovò immobilizzata e cadde a terra di schiena spezzandosi il fiato nei polmoni.
Non riusciva a muoversi di un millimetro ed un volto le comparve nel campo visivo: il volto di Gabrielle.
Avrebbe voluto sputarle nel viso nel vedere lo sguardo con cui la stava osservando, ma non poteva muoversi.
“Sai dove sbagli?” chiese il Supremo comparendole nel campo visivo “ripeti sempre gli stessi errori” rispose alla sua stessa domanda “anche se ammetto che è impossibile non ammirare il tuo mordente”.
“Sarà più divertente spezzarla” aggiunse Gabrielle e Lily si chiese se si potesse essere più sadiche di lei.
Godeva a vedere le reazioni angosciate delle persone.
“Liberatela” disse infatti “non c’è soddisfazione così” aggiunse divertita.
Sentì il suo corpo tornare a funzionare e fece per alzarsi, ma due mani le cinsero le braccia tirandola su di peso.
Era Nott e, nonostante la sua espressione fosse rimasta di ghiaccio, sentì che le sue mani non la stavano stringendo troppo forte come avrebbero fatto altre.
Lo ringraziò mentalmente.
Gabrielle sorrise come se avesse intuito i suoi pensieri e si avvicinò di nuovo a Rodolphus mettendogli una mano sopra il braccio e spalmandosi letteralmente contro di lui.
Lily cercò di trattenere una smorfia di disgusto, ma non era certa di esserci riuscita.
“Potremmo farle vedere il nostro regalino” propose avvicinando il volto costì tanto a quello di Lestrange che Lily era sicura che l’avrebbe baciato.
Lui si voltò verso di lei e le sollevò il mento “pensi sia già il momento, mia cara?” le chiese.
Lily si guardò intorno con un pessimo presentimento.
Vide l’altro Lestrange e il suo volto cereo e fisso sul fratello e Gabrielle. Un sospetto si fece strada in Lily, ma come poteva usarlo a suo vantaggio?
Spostò lo sguardo e vide Whisper e non riuscì a trattenere un gemito di rabbia nei suoi confronti.
Sentì Gabrielle ridere “oh no, non è lui” disse e fece un cenno ad un NewMan che a sua volta si voltò e fece cenno ad un altro.
Il cuore di Lily minacciò di uscirle dal petto mentre vedeva entrare Scorpius privo di sensi e sorretto da altri NewMan. Estela che gli puntava la bacchetta contro la nuca.
Estela? Estela?
Non riusciva neanche a immaginare come si fosse sentito Scorpius quando l’aveva scoperto.
Se l’aveva scoperto e non l’aveva preso di sorpresa alle spalle.
Quel pensiero le fece provare una rabbia incredibile e sentì il desiderio di scagliarsi su di lei, ma Nott dovette intuire i suoi pensieri perché le strinse più forte le braccia.
Questo la riportò alla realtà.
Scorpius era davanti a lei. Era quello che contava.
Adesso erano davvero nei casini perché non doveva più solo pensare a se stessa, lo potevano usare.
Sapeva che Gabrielle lo avrebbe usato per farla soffrire, sembrava non aspettare altro.
La sua espressione era piena di soddisfazione mentre studiava ogni sua minima reazione.
Provò a nasconderla dietro ad una maschera, ma non era mai stata brava a fingere, senza contare che era anche preoccupata per la riuscita del piano.
Scorpius era con Teddy e se lo avessero ucciso? Come avrebbero fatto ad uscire di là?
Non poteva pensarci. Non doveva pensarci perché non poteva permettere alla sua determinazione di vacillare.
“Scorp” sussurrò e come se non avesse atteso che sentire la sua voce gli occhi di Scorpius si aprirono lentamente.
Gabrielle battè le mani eccitata “i due innamorati sfortunati” disse senza distogliere lo sguardo da lei “che si ritrovano sempre nonostante tutto, perché non mettere alla prova il loro amore?”
 
COMMENTO: OK, ECCOMI QUA!! IN RITARDO LO SO, MA PER FARMI PERDONARE HO PUBBLICATO UN CAPITOLO PIU’ LUNGO DEL SOLITO : ) MI DISPIACE AVER INTERROTTO PROPRIO SULL’ARRIVO DI SCORPIUS, MA SAREBBE VENUTO UN CAPITOLO TROPPO LUNGO : ) PER IL RESTO COME PRATICAMENTE TUTTE AVEVATE IMMAGINATO LUCIUS NON SI E’ SUICIDATO E ORA SI COMINCIANO A SCOPRIRE GLI ALTARINI DEI CATTIVI!! CHE NE DITE DI GABRIELLE E DEI DUE LESTRANGE? E SARAH E SAMMY CHE COMBINERANNO? DRACO HA RITROVATO LA MADRE MA PERSO IL PADRE E IL FIGLIO COME LA PRENDERA’? GRAZIE MILLE A CHI MI FARA’ SAPERE!! RINGRAZIO TANTISSIMO SOPRATTUTTO CHI MI HA FATTO SAPERE NELLO SCORSO CAPITOLO OVVERO: ICEPRINCESS / ARYELLE / SHIORI F / LUISA21 / DEAR DRACO / FEDELA WATSON E DREAMER IMPERFECT!! GRAZIE DAVVERO DI CUORE!! GRAZIE ANCHE A CHI MI HA MESSO TRA LE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE A CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE!!
   
 
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