Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Desma    08/11/2020    1 recensioni
Raccolta di situazioni più o meno domestiche per mostrare quel lato buffo e umano che i nostri ladri (e ispettore) preferiti solitamente non lasciano intravedere. Raccolta di one-shots in 20 capitoli.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il vapore si sollevava dalla superficie umida delle rocce attorno a lui creando densi banchi di nebbia nell’aria fredda dell’inverno.

Ad ogni respiro ne seguiva il flusso attraverso le narici, giù per la gola ed infine nel petto, dove si scaldava e da cui risaliva, uscendo dalla sua bocca e mescolandosi all’aria calda della sorgente termale.

Attorno a lui l’unico rumore che le sue orecchie percepivano era quello dello scrosciare allegro dell’acqua, che zampillava dalla cascata sotto cui si era messo in meditazione.

Goemon era immerso nel liquido caldo e sulfureo fino alla vita e lasciava che fosse la cascata, la cui acqua gli scorreva lungo le spalle e la schiena, a scaldargli la parte superiore del corpo.

“Nota ogni pensiero, senza giudicarlo, e lascialo andare” era stato il primo insegnamento ricevuto sul tema della meditazione e il samurai era fedele a quel precetto ogni volta vi si dedicava. 

Per aiutarsi ad entrare nello stato meditativo, solitamente, prestava attenzione alle sensazioni fisiche: al contatto del suo sedere sul pavimento, alla leggera pressione delle mani posate sulle ginocchia, alla ruvidezza del kimono sulla sua pelle.

Con gli anni e la pratica aveva scoperto che la sensazione dello scorrere dell’acqua sulla sua pelle nuda era quanto di meglio potesse esserci per allontanare qualunque pensiero indesiderato e aiutarlo a concentrarsi a fondo nella meditazione.

Le sue migliori sessioni, in particolare, erano state condotte proprio sotto quella cascatella. Certo, quando doveva allenarsi per rafforzare il suo fisico e prepararsi a uno scontro, l’acqua gelida e appesantita dalla caduta di una cascata di grosse dimensioni in mezzo ai monti era più indicata, ma quel giorno il samurai non cercava altro che la pace interiore e il rilassamento.

E cosa avrebbe potuto essere più rilassante di un viaggetto alle terme?

Era stato Lupin a suggerire un giorno di pausa dopo un lungo periodo di intenso lavoro e sia Goemon che Jigen avevano accolto la proposta con entusiasmo, ma con la differenza che il pistolero, da buon intenditore di alcolici, aveva preferito trascorrere il suo giorno libero in visita a una rinomata cantina del posto, lasciando agli altri due i bagni alle terme.

Lupin, dal canto suo, si era immediatamente messo alla ricerca di una massaggiatrice carina a cui affidare la tensione dei suoi muscoli e Goemon, trovatosi da solo, aveva deciso di fare pratica sotto il getto d’acqua calda.

Quel viaggio era capitato proprio nel momento migliore: diversi pensieri intrusivi invadevano la sua mente e il samurai era ansioso di liberarsene nella maniera più efficace che conosceva.

Ripensò alla propria tecnica con la spada e, sebbene fosse consapevole di non padroneggiarla perfettamente, non riusciva a non provare un bruciante senso di orgoglio per le sue capacità. Non era perfetto, ma era certo di essere il migliore e di possedere la spada più potente ed affilata sul globo.

Analizzò quel pensiero, riconoscendone la pericolosità: il guerriero arrogante che si fosse creduto superiore a tutti gli altri, avrebbe inevitabilmente incontrato la propria fine, sottovalutando il nemico e smettendo di cercare la perfezione.

Immaginò di trovarsi di fronte a un torrente e di affidare quel pensiero a una barchetta di carta. Osservò con la mente la barchetta scivolare sulla superficie dell’acqua e di svanire all’orizzonte.

A quel punto la sua mente gli mostrò la sua immagine riflessa in uno specchio ed egli la studiò. Vide i lunghi capelli lisci e corvini che incorniciavano il viso proporzionato e dai lineamenti eleganti, il naso dritto, gli zigomi alti, gli occhi a mandorla scuri e intensi, il mento virile. Scese con lo sguardo lungo il collo sottile, ma muscoloso, le spalle larghe ed atletiche, il petto solido e gonfio dei pettorali allenati da anni di fatica e disciplina.

L’addome, lungo cui scendevano braccia forti e affusolate, era piatto e delineato dalla forma della muscolatura addominale, che si alzava ed abbassava alla cadenza di ogni suo respiro.

Le gambe lunghe, toniche e robuste gli conferivano un’altezza che era rara tra i suoi connazionali e un’eleganza nel portamento che Lupin e Jigen non sarebbero mai stati in grado di padroneggiare.

In quell’immagine il samurai vide la sua vanità e l’analizzò: il guerriero che si concentrava su concetti effimeri come la gioventù e la bellezza perdeva di vista il proprio obiettivo, anteponendo il perseguimento di aspetti della sua persona che sono soggettivi e destinati a perire con il passare del tempo. Dedicare tempo ed energie ad aspetti così inconsistenti della propria vita significava sottrarli al cammino della perfezione.

Affidò quel pensiero ad un’altra barchetta e la osservò allontanarsi nella corrente.

Labbra carnose si aprirono in un sorriso sensuale davanti agli occhi della sua immaginazione e il samurai strinse istintivamente le mani a pugno.

Una vaporosa chioma castana scendeva lungo la voluttuosa linea di una schiena nuda, in fondo al quale si allargavano natiche tonde, sode e generose.

Gambe sottili ed eleganti si incrociarono davanti a lui, nascondendo quasi con pudore il centro di quel corpo meraviglioso. Un volto dolce e predatorio lo guardò con tenera bramosia, mostrandogli i seni morbidi e dalla forma perfetta. 

-Goemon- lo chiamò una voce attraverso le labbra rosse e di denti bianchi. Lo invocò una seconda volta nel gemito di un desiderio che brama la soddisfazione.

Il samurai riusciva quasi a sentire sotto i polpastrelli delle sue dita la consistenza e il calore di quelle carni bianche. Riusciva a immaginare quale sensazione avrebbe potuto provare passando la lingua lungo la linea della colonna vertebrale, affondando i denti nelle natiche rotonde ed esplorando la forma dei seni con i palmi e le dita.

Non fu facile uscire dal vortice di quel pensiero e studiarlo con distanziata obiettività, ma alla fine Goemon vi riuscì: la lussuria era un sentimento che non si addiceva alla condotta di un guerriero. Oltre ad essere una distrazione che con il tempo diveniva un desiderio inappagabile (e Lupin ne era la prova vivente), rischiava di creare coinvolgimenti che sarebbero stati incompatibili con lo stile di vita del guerriero, che si sarebbe ritrovato, presto o tardi, a compiere una scelta.

Il samurai prese atto di quella verità e depose la barca del suo pensiero alla corrente del fiume, lasciando che la trasportasse lontano. 

Mentre la guardava allontanarsi, Goemon sapeva che avrebbe dovuto tornare ad confrontarsi con quel pensiero. Non era la prima volta che la lussuria gli sussurrava all’orecchio le sue tentazioni sensuali e quella non sarebbe stata di certo l’ultima.

-Etciù!

Uno starnuto lo destò dal suo stato meditativo e un brivido gli percorse la schiena, nonostante il tepore dell’acqua termale.

Il samurai aprì gli occhi e vide che sulle braccia e sul petto esposti all’aria i peli si erano rizzati e gli era venuta la pelle d’oca.

Decise che era venuto il momento di porre fine a quella sessione e tornare al chiuso: pur essendo abituato a temperature assai meno ospitali, il samurai percepiva un gran freddo e il suo corpo era divenuto preda di brividi incontrollati.

Riemerse dall’acqua, affondando le mani e i piedi nella neve fresca che si era depositata sulle rocce, e si avvolse la vita con l’asciugamano, cercando di calmare gli spasmi da freddo.

Il percorso fino alla sua stanza venne a malapena registrato dalla sua memoria e in un tempo che non riusciva a definire si ritrovò nel proprio letto, avvolto dalle coperte e in preda ai brividi.

-Dannazione!- imprecò il samurai tra uno starnuto e l’altro. Com’era possibile che un semplice sbalzo termico potesse provocare a lui una reazione così forte e fastidiosa?

Lui che era stato addestrato a resistere sotto al sole torrido del deserto e ai venti gelati dei ghiacciai!

Per un attimo pensò che si trattasse della punizione divina per aver indugiato su pensieri sconci, ma decise di non soffermarsi su quel pensiero.

Chiuse gli occhi e provò a rilassarsi, ma proprio in quel momento sentì bussare alla porta e chiamare il suo nome.

Lo ignorò e aspettò che, chiunque fosse dall’altra parte della porta, si stancasse e rinunciasse. 

Tuttavia ciò non accadde e i rintocchi delle bussate erano così forti alle sue orecchie da fargli rimbombare il cervello.

-Avanti- rispose alla fine e, con suo enorme sollievo, i rimbombi cessarono.

-Goemon?- sentì chiamare Lupin -Ci sei? Non andiamo a cena?

Il samurai non aveva la forza di rispondere, ma riuscì a percepire nettamente la presenza del ladro nella stanza e gli si stava avvicinando.

-Stai bene?- gli domandò e, non ottenendo risposta, gli pose una mano sulla fronte, ritraendola in un lampo -Diamine se scotti, Goemon! Cosa cavolo hai combinato per ridurti in questo stato?

Di nuovo il samurai non rispose e Lupin sospirò: -Va bene, ho capito. Ci penso io a te, non ti preoccupare. Sei abbastanza al caldo o vuoi un’altra coperta?

Non ottenendo di nuovo una risposta coerente, Lupin prese dall’armadio un’altra coperta e la mise accanto al samurai, così che potesse prenderla se ne avesse avuto bisogno, poi uscì dalla stanza promettendo che avrebbe fatto presto ritorno.

Goemon non seppe quanto tempo passò, anche perché ad un certo punto si appisolò, ma quando Lupin arrivò lo sentì armeggiare con un sacchetto di plastica e delle confezioni che aveva iniziato a disporre sul comodino.

-Babbo Natale ti ha portato quello che hai chiesto, mio caro bambino- scherzò il ladro, aprendo una confezione di antipiretico e offrendogli un paio di compresse assieme a un bel bicchiere d’acqua.

-Tieni- gli disse, mettendogli in mano la medicina -Questo ti calmerà la febbre. Poi ti ho preso dei sandwich che devi sforzarti di mangiare, che non ti fa bene assumere delle medicine a stomaco vuoto.

Goemon obbedì senza protestare. Mandò giù le compresse con l’acqua e mangiò uno dei panini che gli veniva offerto. 

Dopo qualche minuto iniziò già a sentirsi meglio e Lupin ne fu compiaciuto. Prese una sedia e si accomodò accanto al letto, prendendo dalla borsa un thermos pieno di thé caldo e offrendone una tazza al suo paziente, che accettò di buon grado.

Sotto le cure dell’amico, il samurai iniziò a recuperare le forze e riprese la capacità della parola: -Grazie Lupin.

-Figurati- sorrise il ladro -Non potrei mai lasciare il mio samurai preferito in preda alla febbre. Si può sapere però come diamine hai fatto ad ammalarti? Di solito non hai problemi con il freddo.

Quella domanda riportò la mente di Goemon ai pensieri intrusivi di cui stava cercando di liberarsi e sentì le guance accaldarsi. E non per la febbre.

-C’entra una donna, non è vero?- sorrise sornione Lupin di fronte a quella reazione -Ah, come ti conosco, mio caro!- aggiunse poi, leggendo nel suo silenzio una risposta affermativa -Che problema c’è a cedere, una volta tanto, alle lusinghe della carne? Si è giovani e vivi solo una volta, caro il mio samurai.

Goemon si sentiva ancora la faccia scottare, ma la sua mente, addestrata ad avere una posizione molto ferma sull’argomento, era lucida: -Non mi aspetto che tu capisca- sospirò -Proveniamo da contesti molto diversi e non ti giudico per quello che fai, ma non puoi aspettarti che faccia altrettanto.

Lupin lo osservò per qualche istante, soppesando le sue parole e valutando il suo tono di voce: -Fa’ pure come ritieni più giusto, amico mio. Nel frattempo vedi di riprenderti, che ho in mente grandi progetti per il futuro!

Goemon annuì e si sdraiò, chiedendo di essere lasciato solo a riposare. Lupin lo accontentò, ricordandogli di prendere un altro paio di compresse tra quattro ore, e lo salutò augurandogli un buon riposo.

Mentre scivolava nell’oblio del sonno, il samurai rivide quella bocca maliziosa sorridergli beffarda e desiderosa e sperò di sognarla.

 

 

Note dell’autrice: Ciao a tutt* e benvenut* al dodicesimo capitolo della serie Slices of Life, che questa volta ha visto interagire Lupin e Goemon, che in undici capitoli non avevano ancora avuto un momento tutto per loro.

Grazie per aver letto il capitolo e se vorrete farmi sapere cosa ne pensate, sarò ben lieta di rispondervi.

Ci vediamo al prossimo capitolo, che si intitolerà Taking a bath together. Stay tuned!

A presto,

Desma

   
 
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