Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: bhooo01    08/11/2020    1 recensioni
Tra festoni, argenteria e chiffon gli studenti di Hogwarts si ritrovano tra i preparativi di un ballo che cambierà le loro prospettive.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Ciao Hermione cara” provò la signora Weasley rompendo il ghiaccio.
“Ehm…salve signora Weasley, bhe io…” cercò di giustificarsi Hermione.
“Tranquilla cara, stavo andando via. E tu Ron” continuò attirando l’attenzione del figlio “non dimenticare quello che ti ho detto.”
In tutta risposta, mentre la madre svaniva tra gli zampilli del camino, il rosso le fece un breve cenno di assenso, rivolgendo poi tutta la sua attenzione alla ragazza avanti a sé.
Aveva un’espressione il cui semplice attributo di ‘indecifrabile’ non sarebbe stato in grado di descriverla neanche per un decimo.
Hermione non sapeva se scappare come reazione a quel sopracciglio spaventosamente alzato oppure se restare in virtù di quegli occhi che sembravano tanto provati.
“Cosa hai sentito?”
Gli uscì così, stanco, mentre si alzava dal divano e puntava i piedi con le braccia al petto. Per niente affine al tono disputante e guerresco che di solito accompagnava le sue insinuazioni durante i loro litigi.
La bruna non riuscì a fare altro che boccheggiare, non sapendo bene come formulare una risposta.
Era veramente surreale, Hermione Granger che non sapeva dare una risposta a Ron Weasley, quella serata sarebbe finita tra gli annali.
Quel tono così rassegnato l’aveva presa completamente alla sprovvista. Inoltre, nessuno, in quel momento, avrebbe potuto privarla della convinzione che fosse tutto collegato a quello scatto di rabbia di qualche giorno fa, quando lo aveva sorpreso di prima mattina in sala comune. Quindi non aveva idea di cosa avrebbe potuto fare quella sera. In una situazione sicuramente più eloquente.
Contro un Ron urlante e fremente avrebbe saputo perfettamente cosa dire ma davanti ad uno così vulnerabile non aveva idea da che parte iniziare.
“Ti ho solo fatto una domanda. Non sono arrabbiato.”
A quell’ultima constatazione la ragazza tirò un profondo sospiro di sollievo e provò a formulare una frase il più coerente possibile.
“In realtà quasi nulla.” Del resto era la verità, di quegli stralci aveva capito meno che niente.
“Hermione…”
“Non so che cosa ho sentito, va bene? Ero scesa solo per tirarti addosso un po’ di zucca e ti ho trovato a parlare con tua madre.” Era sicuramente la frase più strana che avesse mai pronunciato.
“Tu volevi fare cosa?” rispose lui accennando un sorriso e districando la tensione.
“Volevo vendicarmi per oggi pomeriggio.” Disse lei mettendo su un finto broncio.
“Ma se hai iniziato tu.”
“Il tuo lancio è stato più intenzionale del mio. E comunque piano fallito, si è rovesciato tutto.” Concluse indicando il pavimento.
“Aspetta, ti aiuto.” Propose il rosso ed insieme si chinarono a raccogliere i resti dell’ortaggio sparsi alla base delle scale.
“Ron” iniziò timidamente la bruna.
“Sì?”
“Ne vuoi parlare?”
Il ragazzo si arrestò rapidamente guardandosi le mani, alzò poi lo sguardo verso Hermione.
“No. Forse sì. Ah, non ne ho idea.” E sospirando si diresse verso il divano su cui sprofondò con la testa tra le mani.
La riccia lo seguì piano ignorando la zucca e gli si affiancò.
“Siamo amici, lo sai che puoi dirmi qualunque cosa.”
Passarono alcuni istanti nel più totale silenzio, la scena sembrò gelarsi sotto gli occhi di Hermione, neanche un minimo movimento che le facesse scongiurare l’ipotesi che si fosse addormentato seduto.
“Mio padre ha perso il lavoro.” E poi gli uscì così, in un sussurro talmente impercettibile che se la ragazza avrebbe giurato di esserselo inventato.
Non sapeva come reagire. Cosa si poteva mai dire in una situazione del genere? Una banalità come ‘mi dispiace’ o una frase fatta del tipo ‘non tutti i mali vengono per nuocere’?
Eppure sua madre le ripeteva di continuo che certe volte un gesto, che esprimesse vicinanza, poteva risultare più efficace di qualunque parola fosse in grado di formulare. Anche se, chiacchierona com’era, soprattutto da bambina, non l’aveva mai ritenuta una buona idea. Almeno fino a quel momento.
Lentamente si fece coraggio e gli toccò, piano, una delle mani con cui il ragazzo ancora si stringeva la testa.
Gliela allontanò dal viso e l’abbassò aumentando la presa finchè le loro mani intrecciate non si posarono sul ginocchio di lui.
Sorpreso da quel gesto la guardò negli occhi e sospirando si lasciò andare con la schiena all’indietro sullo schienale, senza però lasciare la presa.
“Non so che cosa fare.” Continuò lui guardando con aria assente il camino davanti a sé.
“Voglio rendermi utile, capisci?” aggiunse con più foga girandosi verso di lei e drizzandosi improvvisamente.
“Cosa vorresti fare?” chiese lei con tono pacato.
“Lavorare. Lasciare la scuola e trovarmi qualcosa da fare.” Confessò alzandosi in piedi e camminando freneticamente avanti e indietro.
“Ron tu… tu non puoi lasciare la scuola, hai bisogno di una licenza.”
“Hermione manca troppo tempo ai M.A.G.O., non abbiamo neanche preso ancora i G.U.F.O.”
“Ragiona, sei anche minorenne. Nessuno assumerebbe un minorenne, per nessun tipo di lavoro.”
“Non capisci, non posso restare a guardare, perfino George e Fred lavorano.”
“Ma come è possibile?”
“Ma sì, fanno tipo scherzi e articoli come quelli di Zonko e li vendono.” Tagliò corto lui. “Il punto è che non ce la faccio a restare qui con le mani in mano. Mi sento così…così…inutile.”
La bruna si alzò, esausta da quella frenesia e gli si piantò avanti fermandolo per le spalle. “Tu. Non. Sei. Inutile.” Decretò enfatizzando ogni parola “Sei solo oggettivamente impossibilitato a poter contribuire, sei solo un quindicenne, non credo che Ginny stia facendo qualcosa di diverso da te, no?”
Ron la guardò per qualche secondo per poi ridestarsi “Mi sembra di parlare con mia madre.” E andò a sedersi sulla poltrona affianco al camino.
“La differenza è che tutti i miei fratelli stanno facendo qualcosa, io sono l’unico maschio a non fare nulla, l’unico idiota.”
La bruna gli si avvicinò piano chinandosi alla sua altezza e gli urlò contro con tutta l’aria che aveva nei polmoni “Ronald Weasley, smettila immediatamente di dire stupidaggini. Non sei inutile e ti aiuterò io stessa a trovare una soluzione ma smettila di pensare che il modo migliore sia lasciare la scuola. Torna in te e ascolta sia me che tua madre per una volta nella vita.”
“Sono giorni che ogni sera io e i miei fratelli aspettiamo la mezzanotte per parlare con mamma e capire come la situazione si stia evolvendo e ancora non siamo riusciti a trovare una stramaledetta soluzione, cosa ti fa pensare che potremmo riuscirci io e te?”
Ad una frase del genere, in qualunque altra situazione, Hermione avrebbe risposto alzando i tacchi e andando via. Ma non quella volta.
Il tono non era per niente da sfida ed arrogante come quello che di solito accompagnava le loro discussioni, anzi, sembrava solo tanto fragile ed abbattuto. Davvero si chiedeva come avrebbero potuto trovare una soluzione.
“Perché io e te siamo un’ottima squadra.” Gli rispose semplicemente abbozzando un sorriso.
“E poi sono la strega più brillante della mia età.” Aggiunse scherzando.
Guadagnò l’effetto di sdrammatizzare la situazione, tanto che il ragazzo prese un cuscino vicino e glielo tirò dietro ridendo.
“Dai, andiamo a dormire adesso. Domani ci toccherà cucire tra loro migliaia di pezzi di chiffon.” Concluse lei.
Però, mentre si avviavano verso le scale, le giunse, come un flebile soffio, la voce di Ron.
“Hermione, ho paura.” Detto così, con una sincerità così disarmante che ad Hermione sembrò le stessero stringendo lo stomaco in una morsa.
La ragazza si voltò verso di lui e gli andò incontro.
“Ho paura per la mia famiglia, ne hanno già passate così tante ed ora questo, non se lo meritano.” Continuò freneticamente ma Hermione lo interruppe subito.
“Non ti dirò di non averne e non ti farò false promesse dicendoti che sono sicura che passerà tutto in fretta. Ma una cosa te la prometto. Ti assicuro che ti aiuterò a fare tutto ciò che possa essere utile.”
In risposta annuì piano, con lo sguardo basso, ma lei lo costrinse ad alzare lo sguardo guadagnandosi un lieve sorriso.
“Andiamo a dormire.” Affermò lui conducendola verso le scale.
“Andiamo a dormire.” Asserì lei seguendolo.
 
“Oh no” esclamò dal nulla Hermione battendosi una mano sulla fronte.
“Che c’è?” chiese Ron allarmato e guardandosi intorno.
“La zucca!” rispose lei indicando esasperata, indicando il pavimento ancora da pulire.
 
Angolo dell’autrice:
Buonasera carissimi!! Mi scuso sinceramente per questo capitolo. Non penso sia uno dei miei lavori migliori ma avevo troppa voglia di scrivere e aggiungere un pezzettino di trama. Spero di non essere caduta nel cringe o nel banale, quindi per qualunque constatazione recensite pure, mi farebbe molto piacere. Inoltre scusatemi se non è lungo come di solito ma ho pensato che questa parte avesse bisogno di una certa attenzione senza distrazioni intorno. Ad ogni modo vi ringrazio sempre enormemente di cuore. Ogni lettura per me è un immenso regalo e non smetterò mai di dirvelo.
A presto!!
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: bhooo01