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Autore: Herm_periwinkle    11/11/2020    1 recensioni
Draco ed Hermione si sono sempre odiati ed insultati, finché una punizione li porterà a scoprire che, alla fine, non sono poi così diversi.
Il quinto anno sarà particolarmente turbolento quando si ritroveranno ad essere vittima di una maledizione.
Riusciranno a uscirne illesi o rischieranno di morire perché non riusciranno a spezzarla? Soprattutto, saranno in grado di mettere a tacere le voci malevole che girano su di loro?
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-Dal capitolo 10-
Hermione prese coraggio e gli pose la domanda che da giorni gli ronzava in testa "Ehi Malfoy" alzò lo sguardo verso di lui, fino a guardarlo fisso negli occhi "Volevo chiederti... noi, insomma..."
"Sputa il rospo, Granger"
"Ci odiamo?"
-Dal capitolo 29-
Poi all'improvviso, sentì un urlo sovrastare il ringhio della bestia. "Non azzardare a farti ammazzare, bastardo di un Malfoy!"
Era la voce di Potter.
Malfoy si chiese se non fosse già morto.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Non appena si ritrovò tra le braccia di Malfoy, gli lanciò un’occhiata carica di rabbia. Non aveva affatto dimenticato la loro ultima conversazione ed era ben intenzionata a fargli capire che se stava ballando con lui era solo perché doveva, non perché voleva.
Malfoy distolse lo sguardo e ad Hermione, per un istante, parve che stesse arrossendo. Poi riportò gli occhi su di lei e cominciarono a fissarsi. Sembrava quasi che stessero gareggiando per vedere chi sarebbe stato il primo a cedere e ad abbassare lo sguardo. Lei di certo non lo avrebbe fatto, avrebbe continuato a guardarlo negli occhi fino a che non avesse avuto la capacità di incenerire le persone con la sola forza del pensiero.
Si sentiva profondamente arrabbiata nei suoi confronti. Era stato un cafone di prima categoria, uno stupido pallone gonfiato. Una sola cosa avrebbe dovuto fare, ascoltare, eppure non era stato capace nemmeno in quello. E pensare che nell’ultimo periodo avevano parlato così tanto. Nella bolla temporale, poi, sembrava che avessero creato una connessione. Basta, non doveva più pensarci. Era il passato, lui aveva voltato pagina e lo avrebbe fatto anche lei. La vita funzionava così.
Si concentrò sui passi, cercando di non farsi distrarre dallo sguardo del biondo. Si sentiva completamente messa a nudo da quello sguardo, come se la stessero scavando nell’animo.
La presa di Malfoy era ben salda e i suoi passi erano precisi ed estremamente sicuri. Hermione si lasciò guidare da lui, anche perché era il primo partner con cui ballava che non la costringeva a prendere in mano la situazione e a trascinarlo in giro per la pista. Era, anzi, piuttosto notevole il suo livello. La velocità e il ritmo dei passi ben presto aumentarono. Sembrava che stessero ballando una danza tutta loro, come se nei loro passi confluissero tutte le parole che non erano in grado di dirsi. Le fece fare diverse giravolte mozzafiato, così rapide che per un istante Hermione pensò che sarebbe caduta, ma lui era lì ad afferrarla, per farla volteggiare di nuovo. Poi la sollevò in aria, le mani ben salde sulla vita, tirandola su come se fosse una piuma. Hermione si sentì volare. Mentre si trovava sospesa in aria tra le braccia del ragazzo, con gli occhi ancora ben fissi nei suoi, sentì il suo sguardo addolcirsi. Provò a richiamare tutta la rabbia, ma non ci riuscì. Malfoy la posò delicatamente a terra, lasciando che i suoi piedi sfiorassero appena il suolo, poi le fece nuovamente fare una giravolta, stavolta più lenta delle precedenti. Hermione si sentiva in subbuglio e sperò con tutta se stessa che le sue guance non si fossero imporporate.
Doveva ricordarsi con chi stava ballando. Il fatto che fosse un gran ballerino non cancellava il suo essere uno schifoso purosangue spocchioso, nonché un enorme cafone.
La stava continuando a fissare con quello sguardo strano. Aveva ragione Ginny: in quegli occhi non riusciva più a coglierci l’odio di una volta. C’era altro, ma non era in grado di decifrarlo. Possibile che quello che vi stava leggendo fosse paura?
Lo vide distogliere infine lo sguardo e posarlo sulla mano che era stretta alla sua. Era la mano con la fasciatura.
“Che cosa hai fatto?” le chiese, con una voce bassa e roca. Sembrava quasi che stesse facendo uno sforzo enorme per parlare. A questa domanda, Hermione sentì la stretta sulla sua vita stringersi impercettibilmente. Malfoy la stava tenendo con quella che era la sua mano fasciata.
“Era proprio di questo che ti volevo parlare l’altro giorno” gli disse, costringendolo a guardarla negli occhi e stringendo a sua volta la presa sulla spalla.
Lui sollevò lo sguardo sul suo viso. Hermione per la prima volta fu certa di quello che vi vide: Malfoy aveva paura. Non era in grado di dire di cosa, ma il guizzo dei suoi occhi era stato inequivocabile. Sentì i suoi passi farsi per un istante più incerti e la sua presa allentarsi, ma subito dopo la strinse con ancora più forza, fino a farle quasi male.
“Non mi stringere così forte” gli disse, mettendolo evidentemente in imbarazzo. Malfoy allentò di nuovo la presa e il ritmo dei passi si fece più incerto.
“Sto aspettando Granger” le disse infine, vedendo che lei non dava cenno di volergli dare una risposta.
“Cerca di essere più gentile per una buona volta, Malfoy” gli rispose a tono, come se niente fosse cambiato. Eppure qualcosa lo era: stavano ballando civilmente –ed anche piuttosto appassionatamente- insieme.
Il ragazzo digrignò i denti, ma non disse altro. Le fece anzi un lieve cenno con la testa, che Hermione volle interpretare di scusa. Stava per rispondergli, quando la musica cessò di colpo. Si guardò intorno e vide tutti gli occhi puntati su di lei e Malfoy. Si staccarono all’istante, come se all’improvviso il solo toccarsi bruciasse, e Malfoy si volatilizzò in un secondo, mentre Ginny correva da lei per portarla in salvo.
 
“Questa volta non svierai il discorso” le disse la rossa non appena trovarono il primo corridoio appartato, senza nessun orecchio indiscreto che le potesse sentire. “Che cosa c’è tra di voi?”
Lo sguardo di Ginny era fermo e determinato, le mani strette in dei pugni appena contratti. Aveva bisogno di sapere la verità, Hermione se ne rendeva conto.
“Ecco… non saprei bene da dove partire…” cominciò Hermione, cercando di prendere tempo. Non sapeva che parole avrebbe potuto usare, aveva paura che qualsiasi avesse scelto non sarebbe stata in grado di esprimere con chiarezza quello che stava succedendo.
“Te lo dico io da cosa: perché avete ballato in quel modo? Perché avete ballato come se ci foste solo voi? Perché sembravate la coppia più innamorata di tutta Hogwarts?”
Allora era così che erano apparsi visti da fuori. La coppia più innamorata di tutta Hogwarts. E ad Hermione, invece, sembrava di aver appena sostenuto uno stremante combattimento, da cui non era affatto sicura di essere uscita vittoriosa.
“Lo sembravamo davvero?” chiese, con aria titubante, avvampando e confermando così ogni dubbio di Ginny.
“Herm, ti prego, sono la tua migliore amica. Vieni tutte le estati a casa mia. Ci conosciamo da anni. Dimmi quello che non so, altrimenti non posso capire.”
Lo sguardo di Ginny lasciava trapelare tanta preoccupazione, mista ad un affetto enorme, che niente, nemmeno la più abbietta delle verità, avrebbe potuto scalfire.
Così Hermione fece un bel respiro, prese coraggio e le raccontò tutto. Le raccontò delle punizioni e di come avessero in qualche modo legato. Le raccontò della domanda appena sussurrata che il ragazzo le aveva posto, che sembrava una richiesta d’aiuto, alla quale non aveva mai risposto. Le raccontò di ciò che era accaduto nella bolla temporale, di come non si fossero lasciati la mano nemmeno per un istante. Le raccontò della penna e di come avesse scoperto solo dopo parecchio tempo che gliel’aveva regalata lui, che si era addirittura ricordato di quel dettaglio, frammento di una loro conversazione nello studio della McGrannit. Le raccontò di come dopo Natale non le avesse più rivolto la parola.
Ginny la guardava, con gli occhi sgranati, ma non la interruppe nemmeno una volta. Ascoltava tutto, in silenzio, senza esprimere giudizi, senza avere un’aria di rimprovero. Anzi, le prese le mani, stringendole forte, per farle capire che poteva andare avanti, poteva dirle tutto.
Ad Hermione si incrinò la voce. Fece un profondo respiro e proseguì. E allora le raccontò quello che mai e poi mai avrebbe voluto ammettere. Le si riempirono gli occhi di lacrime di vergogna e di frustrazione, ma le ricacciò indietro. No, non avrebbe pianto. E allora, finalmente, le raccontò del bacio che si erano scambiati. Le raccontò che lo aveva sentito sussurrare ‘perché?’ e se ne era andato via. E di come da quel momento fosse tutto cambiato, di come poi lui l’avesse evitata o trattata male ogni volta che lei cercava un contatto, impedendole di parlare. Fino al ballo di quella sera.
“Oh Herm” disse Ginny, abbracciandola forte. Hermione si abbandonò completamente a quell’abbraccio. Si sentiva svuotata, come se avesse finalmente cacciato fuori tutto quello che aveva tenuto sigillato nel petto, un pesante macigno che si andava ingigantendosi, fino a quel momento.
“Certo, tra tutta Hogwarts proprio dal furetto dovevi farti baciare” esclamò alla fine ridendo, ancora stretta a lei.
Hermione rise a sua volta. Temeva che Ginny si sarebbe arrabbiata, aveva tutte le sue buone ragioni per avercela con Malfoy, eppure era ancora lì, accanto a lei, e non la stava giudicando per ciò che era accaduto.
“So che non è quello che ti vuoi sentir dire, ma lo devi prendere di petto e ci devi parlare. Anche se non ti vuole sentire. Se vuoi ti aiuto a immobilizzarlo.”
Hermione rise di nuovo. Ginny era la migliore.
“Ora andiamo di nuovo dagli altri e godiamoci la fine di questa serata. Anche perché voglio sapere se i miei sventurati fratelli sono sopravvissuti o no. Poi domani risolviamo il Furetto-problema e soprattutto parliamo bene di quello che provi tu” la guardò di sottecchi. “Non credere che non abbia notato che hai descritto tutto in maniera estremamente oggettiva. Io voglio sapere in tutto ciò cosa vuoi tu” le disse, puntandole un dito verso il cuore.
Hermione sorrise imbarazzata e lasciò che la sua amica la trascinasse di nuovo verso la Sala Grande. Si sentiva molto più serena e pronta a continuare i festeggiamenti.
Ron ed Harry non appena le videro corsero loro incontro. “Dove eravate fine?” chiese Harry, facendo saettare lo sguardo da Ginny ad Hermione. Vedendo che sembravano entrambe molto tranquille, si rivolse poi alla migliore amica. “Herm, non per darti un pensiero in più, ma non hai idea del-”
Hermione sentì un dolore lancinante al petto, vide l’espressione piena di orrore di Harry e Ron e cadde a terra priva di sensi.




 
Come promesso ecco pubblicato il capitolo in tempo!
Spero che vi sia piaciuto, cercherò di pubblicare il prossimo entro domenica.
Ho adorato scrivere questa scena, confesso che ho un debole per i balli, sarebbe un sogno poter partecipare ad uno di questi.
Ringrazio di nuovo chi sta aggiungendo la storia alle preferite o alle seguite, vi adoro!
Se potete lasciate un commentino, è sempre gradito. A prestissimo <3
   
 
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