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Autore: LadyOfMischief    14/11/2020    9 recensioni
SEQUEL DI "WHATEVER IT TAKES"
Rey è riuscita a riportare Ben in vita, ma la lotta per libertà della galassia non è ancora finita. Ciò che resta del Primo Ordine, ed i sistemi ancora fedeli ai loro ideali, continua a seminare distruzione e morte minacciando ciò per cui la Resistenza ha lottato.
Per Ben questa è l'occasione per rimediare ai propri errori e dimostrare a tutti quanti che non è più Kylo Ren, ma non sarà un'impresa così facile e nel frattempo lui e Rey impareranno cosa significhi stare realmente insieme.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Poe Dameron, Rey, Rose Tico
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saving What We Love'
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Rey era stanca, non dormiva da ore e nonostante si fossa ripresa tendeva ancora a stancarsi in fretta. Inoltre si sentiva scombussolata dal fatto che tecnicamente avesse fatto quattro viaggi in un solo giorno, lei non era abituata a viaggiare così tanto in poco tempo e l'unica volta che era successo era stato il giorno della battaglia di Exegol.
La cena era giunta al termine soltanto da qualche minuto, tuttavia la mensa si stava già svuotando e rimasero in pochi, con molta probabilità coloro che avrebbero accolto chiunque fosse in arrivo. Rey non voleva sembrare maleducata e non esserci, ma aveva davvero bisogno di una rinfrescata e qualche ora di sonno per recuperare le energie. Chewbecca stava conversando con Rose, mentre Ben ascoltava in silenzio chiaramente a disagio, stare in compagnia d'altri era qualcosa a cui non sembrava abituato e Rey poteva capirlo perché all'inizio anche lei si era sentita così.
“Scusatemi, ma ho bisogno di andare a riposare” annunciò.
“Non preoccuparti, vai pure” le disse Rose, Chewbecca le chiese se stesse tornando al Falcon a recuperare le sue cose.
“Sì, credo che passerò la notte lì” rispose alzandosi, non aveva alcun senso fare avanti e indietro tra il vecchio mercantile e i propri alloggi, inoltre ne avrebbe approfittato per fare una doccia, che era decisamente più comoda di quella improvvisata che avevano all'accampamento e per cui bisognava sempre fare a turno perché non ce n'erano altre.
“Vieni anche tu?” chiese rivolgendosi a Ben, le dispiaceva lasciarlo da solo, anche se tecnicamente era in compagnia.
“Se ai presenti non dispiace credo che verrò con te” rispose lui, Chewbecca gli disse che poteva andare tranquillamente e Rose guardò entrambi con aria interrogativa.
“Allora a domani” disse Rey.
“A domani ragazzi” li salutò Rose a sua volta.
Nessuno si accorse del fatto che i due fossero andati via e Rey ne fu sollevata, le piaceva parlare con i suoi amici e gli altri ribelli ma in quel momento l'unica cosa che desiderava era concedersi qualche ora di sonno.
“La tua amica è davvero gentile” disse ad un tratto Ben, che stava camminando accanto a lei.
“Rose è la persona più comprensiva che conosca” concordò Rey, era stata la prima persona a cui aveva raccontato la verità e non l'aveva mai giudicata, al contrario l'aveva incoraggiata.
“Dev'essere per questo che sembra non avere alcun problema nel rivolgermi la parola”
“Lei pensa che tutti meritino una seconda occasione, e tu non sei da meno” gli rammentò Rey, sapeva che Ben fosse ancora convinto di non meritarne una e lei voleva ricordargli che non era affatto così.
“Grazie di credere in me” le disse fermandosi e prendendole entrambe le mani.
“È da tempo che lo faccio e non ho mai smesso” aveva cominciato a fidarsi Ben la notte in cui le aveva raccontato cosa fosse successo realmente con Luke e aveva percepito la sincerità delle sue parole. Ma il momento in cui aveva cominciato realmente a credere in lui e che non fosse troppo tardi, era stato quando toccandogli la mano aveva visto il suo futuro. Persino dopo quanto accaduto su Crait una parte di Rey non aveva mai smesso di farlo, nonostante la delusione che aveva provato nei suoi confronti ed i suoi sforzi per cercare di dimenticarlo.
“Se anche l'avessi fatto ne avresti avuto ogni ragione”
“Non pensare che non ci abbia provato” ammise lei “Ma sono contenta di non esserci riuscita”
La radura in cui si trovava il Falcon era illuminata dalla luce delle due lune, tanto che non serviva alcuna luce artificiale per consentire alle navi un atterraggio sicuro. Quella sarebbe stata l'unica inconvenienza del trascorrere la notte a bordo della nave, le pareti di durasteel avrebbero soltanto smorzato i rumori provenienti dall'esterno e perciò sarebbe stato difficile non accorgersi dell'arrivo di altre navi. Ma Rey aveva imparato a farci l'abitudine, in più occasioni i ribelli erano tornati da missioni di sabotaggio e ricognizione nel cuore della notte. Una gran differenza rispetto alle silenziose notti su Jakku, dove gli unici suoni erano i versi degli animali notturni che uscivano dalle loro tane.
Rey calò la rampa del Falcon e salì a bordo seguita da Ben, tutti i sistemi erano spenti tranne quelli essenziali, come la corrente elettrica.
“Ti dispiace se uso il bagno per prima?” gli chiese.
“Fai pure, dopotutto è la tua nave”
“È anche la tua” precisò lei.
“D'accordo, è la nostra nave” replicò Ben accennando un sorriso, a Rey piacque il modo in cui lui aveva detto 'nostra' ed era la prima volta che gli sentiva dire qualcosa del genere.
Raggiunse l'area comune per prendere la sua borsa e quando l'aprì vide che i testi dei Jedi erano ancora lì dentro, contrariamente a quanto si era prefissata di fare aveva dimenticato di riporli al proprio posto prima di lasciare Ahch-To. Dubitava che ci sarebbe tornata nell'immediato futuro, perciò avrebbe dovuto custodirli dove non si sarebbero potuti danneggiare. Al momento però non le venne in mente nessun posto adatto e li tirò fuori dalla borsa -insieme alla sua spada e quella di Ben- per prendere degli abiti puliti. Le era rimasto un solo cambio, un paio di pantaloni bianco e una maglietta senza maniche dello stesso colore, e prima di lasciare Ajan Kloss avrebbe dovuto occuparsi della biancheria sporca.
Una volta presi i vestiti rimise le spade e i libri nella borsa e si diresse verso il bagno, il rumore dei suoi passi riecheggiò lungo il corridoio e con quel silenzio a Rey sembrava quasi di essere di nuovo da sola. L'acqua della doccia era gelida perciò si lavò più in fretta che poté, avrebbe dovuto dare una controllata perché non era la prima volta che capitava e prese mentalmente nota di occuparsene il giorno seguente.
Quando Rey ebbe finito e si fu cambiata uscì dal bagno per andare a dormire, quella lunga giornata stava finalmente per terminare. Aprì la porta di quella che era diventata temporaneamente la sua stanza e senza neppure accendere la luce si coricò su una delle brandine. S'infilò sotto la coperta e non appena poggiò la testa sul cuscino si addormentò immediatamente.


La battaglia imperversava ovunque, colpi di blaster provenienti da entrambe le fazioni riempivano l'aria impregnata dal fumo dovuto all'esplosione delle granate. Sul campo di battaglia giacevano numerosi corpi, alcuni indossavano le uniformi del Primo Ordine, altri armature da assaltatori e altri ancora abiti comuni. Tra quei corpi Rey riconobbe anche alcuni dei suoi amici, che avevano ancora i blaster stretti nelle proprie mani e si erano battuti fino alla fine.
Non aveva più la spada laser, si era riparata dietro ai resti di un TIE precipitato e abbassò lo sguardo sulle proprie mani ricoperte di sangue. Le teneva premute contro una ferita nel tentativo di fermare il flusso, ma non era lei ad essere ferita...

 

Rey si svegliò di soprassalto e con il cuore che le martellava nel petto gridando il nome di Ben, nel suo incubo -non una visione- era lui ad essere ferito. Si tirò su a sedere e trasse un respiro profondo per tranquillizzarsi, le era sembrato tutto così tremendamente reale, ma sapeva che quello era stato soltanto un incubo scaturito dalle brutte notizie ricevute quel giorno. Rey si alzò scrollandosi la coperta di dosso e uscì dalla stanza per prendere una boccata d'aria in corridoio perché le sembrava quasi di soffocare in quello spazio piccolo, non appena mise piede fuori dalla stanza s'imbatté in Ben.
“Rey stai bene?” le chiese accarezzandole un braccio “Ti ho sentita gridare”
“Ho avuto un incubo” ammise lei.
“Se hai bisogno di parlarne sai che con me puoi farlo” le disse prima di abbracciarla, tra le sue braccia Rey si sentiva al sicuro come mai si era sentita in vita sua, ma soprattutto si sentiva a casa.
“Lo so, tu ci sei sempre” nel bene e nel male era stato così dal momento in cui la Forza aveva cominciato a connetterli, dandogli la possibilità di parlarsi e imparare a fidarsi l'uno dell'altra. Per un po' rimasero abbracciati in silenzio ed era tutto ciò di cui Rey aveva bisogno per sentirsi meglio, specialmente dopo quello che aveva sognato. L'idea di perdere i suoi amici la spaventava, ma perdere Ben una seconda volta ancora di più perché non era certa di poterlo salvare di nuovo e non avrebbe potuto sopportarlo.
“Non voglio perderti di nuovo” gli confessò.
“Nemmeno io, ma questa volta non accadrà” Rey rimase stupita dalla sicurezza con cui Ben aveva fatto quell'affermazione, ma allo stesso tempo non voleva false speranze.
“Come fai a esserne certo?”
“Una certa ragazza mi ha insegnato ad avere speranza
“La conosco per caso?” scherzò sciogliendo l'abbraccio, Ben riusciva sempre a farle tornare la voglia di scherzare e sorridere.
“Vagamente, ma non devi essere gelosa” replicò ironico.
“Resta con me” disse Rey tornando seria “Quando eravamo su Ahch-To non ho avuto incubi” si affrettò ad aggiungere, in effetti le era venuto in mente soltanto in quel momento che aveva dormito serenamente nel breve tempo trascorso sull'isola. In parte era il motivo per cui aveva avanzato quella richiesta, ma non era
l'unica ragione e negarlo sarebbe stato ridicolo, voleva che Ben restasse con lei perché le piaceva averlo vicino.

“Lo sai vero che non ci staremo mai in due su una brandina?” le chiese ironicamente.
“Ci stringeremo, sono abituata a dormire in spazi stretti” rispose lei “A meno che tu non voglia” non voleva dargli l'impressione di star affrettando le cose tra loro, anche se ne avevano già parlato e avevano concordato che andasse bene così.
“Perché non dovrei? Non è la prima volta”
Senza aggiungere altro Rey rientrò nella stanza e accese la luce, al buio sarebbe stato ancora più difficile sistemarsi in due in uno spazio pensato per una sola persona. Ma del resto era stato così anche la prima volta che avevano condiviso il letto -se così si poteva definire- e alla fine avevano trovato una soluzione. Rey si coricò per prima con la schiena rivolta verso il muro cercando di occupare il minor spazio possibile, mentre Ben si distese accanto a lei dando le spalle alla porta e perciò si trovarono faccia a faccia. I loro visi erano così vicini che i loro respiri erano diventati un tutt'uno, Rey si strinse di più contro Ben che le cinse la vita con un braccio. 
“Dovresti spegnere la luce”gli fece notare lei, Ben fece per alzarsi ma lei lo fermò “C'è un modo più veloce” lui le rivolse uno sguardo perplesso.
“Sul serio usi la Forza per spegnere la luce?”
“Beh sì, è più comodo” ammise lei.
“Avrei dovuto aspettarmelo da te” replicò ridendo, ma seguì il suggerimento di Rey “Adesso dovresti provare a dormire”
“Anche tu” gli disse.
Non ci volle molto prima che Rey si addormentasse nuovamente, questa volta con la certezza che nulla l'avrebbe tormentata e che non fosse più sola.

 

 

 

Quando Ben si svegliò Rey stava ancora dormendo beatamente tra le sue braccia, quando la sera prima l'aveva sentita gridare il suo nome si era preoccupato e si era alzato per andare da lei per accertarsi che stesse bene. Conosceva fin troppo bene la sensazione di svegliarsi spaventato a causa degli incubi, lui ne aveva avuti fin da bambino a causa della presenza di Snoke nella sua mente e nel corso degli anni non avevano fatto altro che peggiorare. Non era la prima volta che Rey gli aveva accennato di avere degli incubi, e sapeva già che lei aveva sempre avuto problemi legati al sonno. Non l'aveva forzata a parlarne, anche se le aveva detto che poteva farlo tranquillamente, e aveva assecondato la sua richiesta. Se dormire insieme l'avrebbe aiutata non le avrebbe detto di no, e non poteva negare che aiutava anche lui, oltre al fatto che gli sembrasse la cosa più naturale della galassia addormentarsi con lei al suo fianco. Tuttavia aveva scelto di occupare la stanza accanto alla sua, nonostante fosse pensata per ospitare quattro persone, per dare spazio a Rey e non risultare appiccicoso.
Ben udì la rampa del Falcon abbassarsi e facendo attenzione a non svegliare Rey si alzò lentamente. Non sapeva che ora fosse, ma doveva trattarsi sicuramente di Chewbecca che era rimasto ad attendere con gli altri l'arrivo delle persone di cui aveva accennato durante la cena. Quando aveva scoperto -insieme al resto della Resistenza- dell'esistenza di un'altra base ed un altro gruppo era rimasto parecchio sorpreso. Più volte il Generale Hux aveva mandato squadriglie di TIE a perlustrare i vari settori dell'Orlo Esterno per scoprire il luogo in cui si nascondevano i ribelli e ogni volta la ricerca si era rivelata inconcludente, adesso Ben sapeva il perché. Sua madre era stata così scaltra da scegliere un pianeta di cui quasi nessuno ricordava l'esistenza e situato in un settore in cui il Primo Ordine aveva degli alleati, oltre che il controllo di alcuni pianeti. Nessuno avrebbe mai sospettato che la Resistenza si fosse stabilita in territorio nemico, Leia l'aveva intuito e sfruttato a proprio vantaggio.
Raggiunse l'area comune del mercantile e vi trovò Chewbecca, che non appena gli chiese se si fosse svegliato a causa sua.
“No, ero già sveglio”rispose al wookie che gli rivolse uno sguardo preoccupato e Ben capì la tacita domanda celata dietro quello sguardo. Chewbecca aveva sempre saputo che fin da bambino aveva gli incubi, in varie occasioni in cui si era fermato per la notte a casa dei Solo ad Hanna City [1] era stato proprio lui a tranquillizzarlo fino a farlo riaddormentare.
“Sto bene, sono riuscito a dormire” gli assicurò, l'apprensione del wookie per un attimo gli ricordò proprio una di quelle notti in cui si era sentito protetto da colui che aveva sempre considerato uno zio tanto quanto Luke.
Chewbecca lo invitò a sedersi con lui sul divanetto che circondava il tavolo da gioco, il wookie si sedette per primo e Ben prese posto accanto a lui, che gli chiese come fosse andata con gli altri dopo il loro arrivo.
“È andata abbastanza bene, anche se non si fidano di me com'è giusto che sia” Chewbecca gli disse che aveva fiducia in lui e che prima o poi anche gli altri avrebbero cominciato a farlo.
“Voglio aiutarli davvero, mia madre si è battuta per tutto ciò e non voglio che sia stato invano” ammise Ben ricordando le parole che gli aveva detto il ricordo di suo padre sul relitto della Morte Nera. Han gli aveva detto che non era troppo tardi per tornare a casa, che tutto ciò per cui Leia aveva duramente lottato non era perduto e per Ben il minimo che potesse fare per onorarne la memoria era contribuire alla causa. Il wookie gli disse che i suoi genitori sarebbero stati fieri di lui per quella scelta e che anche lui lo era.
“Grazie zio Chewbe” suo padre non si era sbagliato, e adesso comprendeva il perché, aveva ancora una famiglia che gli volesse bene nonostante gli errori commessi e aveva Rey che lo amava e credeva fermamente in lui. Chewbecca lo abbracciò e per un momento gli sembrò che tutto fosse come un tempo ma allo stesso tempo sentiva che nulla sarebbe mai stato come prima.
Quando anche Rey si fu svegliata, i tre si recarono in mensa per la colazione e Ben notò che, nonostante durante la notte fossero arrivate altre persone, molti dei tavoli erano vuoti. Non c'era molto tra cui scegliere, dopotutto trovandosi in una giungla non avevano i mezzi adeguati per preparare una vera e propria colazione per tutti, perciò Ben si limitò ad una tazza di caf e quello che sembrava un pacchetto di biscotti. Chewbecca invece optò per della frutta essiccata, una cosa che gli parve quasi surreale perché ricordava che di solito mangiava molto di più, e Rey prese un succo ed una barretta.
Occuparono un tavolo a caso e cominciarono a mangiare, quando Ben era al servizio di Snoke faceva sempre colazione da solo e nei propri alloggi, non andava d'accordo con la maggior parte dei generali -specialmente con Hux- e loro sopportavano a malapena la sua presenza. Perciò fu abbastaza strano per lui trovarsi in compagnia e in mezzo ad altre persone, era l'ennesima cosa a cui si sarebbe dovuto abituare di nuovo. Negli ultimi sette anni aveva perso ogni contatto con una realtà che non fosse quella del Primo Ordine, dove vigeva rigidità e non c'era spazio per la socializzazione. Lì era completamente l'opposto, le persone chiacchieravano tra loro e si riunivano allo stesso tavolo a prescindere dai ranghi -che sembravano essere soltanto una formalità-
“Posso unirmi a voi?” chiese Poe che si era avvicinato al loro tavolo.
“Certo” rispose Rey, che era seduta accanto a lui, e il pilota prese posto accanto a Chewbecca.
“Non ci girerò intorno Ren, mi serve il tuo aiuto” gli disse “Ieri hai detto che avevi delle informazioni e ho bisogno che tu me le dia”
“Lo farò, posso indicarti la posizione alcuni cantieri navali e depositi di armi” forse non era molto, ma era un buon punto di partenza per sistemare le cose.
“Bene, perché è esattamente ciò che speravo”
“Che sta succedendo?” intervenne Rey.
“Dobbiamo sapere a cosa stiamo andando incontro e organizzarci, non è più tempo di affidarci alla sorte” spiegò Poe “Per il momento ci limiteremo a segnalare su una mappa i luoghi che ci interessano, ma appena saremo pronti a muoverci passeremo all'attacco” la sua strategia sembrava buona, anche se simile a quella adottata dal Primo Ordine. Se fossero riusciti a far saltare in aria qualche cantiere navale o distruggere qualche deposito avrebbero rallentato il nemico, tuttavia il problema maggiore restava lo Star Destroyer di classe Xyston [2] che aveva distrutto Kijimi e Pamarthe.

 

 

Spazio Autrice:

Se Rey pensava che adesso avrebbe avuto sonni tranquilli si sbagliava, ma sembra aver già trovato una soluzione al problema. Per Ben invece è arrivato il momento di dimostrare che di lui possono fidarsi, a partire da Poe che ha deciso di procedere con più cautela anziché essere avventato come al solito.

 

Note:

[1] Hanna City è la capitale di Chandrila e luogo in cui è nato Ben, per un po' è stata anche la capitale della Nuova Repubblica che veniva scelta a rotazione in base a delle elezioni.
[2] Gli Star Destroyer di classe Xyston appartengono alla flotta Sith apparsa in The Rise of Skywalker e sono ispirati ad un modello della vecchia flotta Imperiale, ma molto più grandi.

   
 
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