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Autore: Severa Crouch    18/11/2020    6 recensioni
Cosa succede quando l’Oscuro Signore decide di far sperimentare ai suoi fedeli Mangiamorte lo smartphone? Riuscirà ad aumentare l’efficienza delle sue azioni o la situazione gli sfuggirà di mano?
Una storia per nulla seria, nata da uno sclero su Facebook.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Mangiamorte, Rita Skeeter, Voldemort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo 2

 

 

Lucius non riusciva a credere quanto la sua vita fosse migliorata da quando l’Oscuro Signore gli aveva fornito quella tecnologia all’avanguardia. Adesso, lui e Narcissa erano rispettati e ammirati da tutto il mondo magico. Tutti li conoscevano e ognuno dei loro seguaci ammirava il loro stile di vita tradizionalmente magico e assolutamente chic.

Certo, c’erano anche degli sciocchi invidiosi che passavano il tempo a criticarlo o insultarlo, ma Lucius e Narcissa erano abituati alla feccia invidiosa. Quell’Arthur Weasley, per esempio, che ogni giorno scriveva commenti sarcastici sotto i suoi post, presto o tardi avrebbe fatto una brutta fine. Scorreva i commenti dei suoi follower e si beava dei cuori che riceveva. Gli altri, come i Weasley, potevano rosicare e continuare a condividere schifezze babbane come le spine eclettiche.

“Guarda, Lucius.”

Narcissa arrivò mostrandogli il telefono. “È di Twillfitt and Tattings! Mi vogliono invitare all’inaugurazione della loro nuova collezione nella boutique a Diagon Alley! Avrò la possibilità di commentare i nuovi modelli delle vesti da strega e incontrare le mie ammiratrici, oltre ad avere una provvigione sulle vendite di quel giorno!”

“Hai delle ammiratrici?” domandò Lucius.

“Moltissime, e aumentano giorno dopo giorno. Mi hanno definito un’icona di stile, il faro del buon gusto per il mondo magico! Pensa come sarebbe orgogliosa mia madre!”

Lucius alzò un sopracciglio scettico: “Non saprei, Druella guardava male chiunque di cui non conoscesse lo stato di sangue. Non so se approverebbe tutta questa ammirazione da parte di Mezzosangue e Sanguesporco.”

Narcissa sbuffò: “Non sottilizziamo. È sempre un modo per dimostrare la superiorità dei Purosangue.”

“Sì, ma guarda che Hermione Granger sta guadagnando consensi, tra un po’ vi troverete a competere come due rivali.”

“Abbiamo target diversi. Se una vuole assomigliare alla Granger… che faccia pure, ma lo stile è un’altra cosa. Lo stile è classico e immutabile e senza tempo,” obiettò decisa.

“Sei sicura che non sarete rivali? Guarda questa storia…” Lucius mostrò alla moglie l’ultima storia pubblicata da Hermione in cui condivideva un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Profeta.

“Cosa penso di Narcissa Malfoy?” domandava alla sua intervistatrice. Hermione fece una pausa ridacchiando, alzò gli occhi al cielo e poi esclamò: “Beh il suo stile è il simbolo di un’epoca passata, un mondo che sta scomparendo. È affascinante quanto lo sono i resti delle antiche civiltà, ma la moda… Insomma, parliamoci chiaro, la moda è il futuro e Narcissa, beh, lei è il passato.”

“Quella lurida Sanguesporco!” esclamò inviperita. “Ma come si permette? Di paragonarmi ai resti archeologici? Quella ragazzina finirà nei guai con la sua tracotanza!”

“Cosa pensi di fare?”

“Niente. Non mi sono mai abbassata a rispondere alle provocazioni della feccia e non intendo iniziare adesso. Non voglio diffondere quelle idee malsane tra le mie follower.”

“Hai ragione, Cissy. La pagherà, faremo in modo che la paghi.”

 

***

 

Bellatrix era sconvolta dalla scoperta di Tinder.

L’Oscuro Signore era iscritto a un’applicazione di incontri occasionali. Che genere di donne seguiva? Quali erano i suoi gusti?

Osservava il suo Padrone intento a studiare un grosso tomo di Arti Oscure e non le sembrava possibile che fosse interessato ad altre streghe. Insomma, avevano fatto sesso per tutta la notte, lui aveva più di settant’anni come era possibile che avesse la forza per pensare ad altre?

“Prendi il mio telefono, Bella, non sopporto più i tuoi deliri gelosi…” le disse alzando gli occhi dal libro. “Apri Tinder e guarda tu stessa. Gradirei che dopo tutte le dichiarazioni di lealtà e devozione, mostrassi un po’ di fiducia nel tuo Padrone. Non ho forse sempre mantenuto le mie promesse? Ho forse violato mai qualche nostro patto?”

“No, Signore, non avete mai violato alcun patto… ma io sono la vostra umile serva e quanto mi ha mostrato Rabastan mi ha colto di sorpresa,” balbettò timorosa di averlo irritato.

“Ti lasci ingannare da così poco, Bella,” le disse scherzosamente, “ti ho sempre detto che devi estirpare dal cuore quello sciocco sentimento.”

“Ci sto provando mio Signore, con determinazione e tenacia, ci sto provando, ma sembra ricrescere ogni volta che lo sradico, come un’erba infestante.”

“Mi piace questo paragone, Bella, adesso sei anche poetica. Prendi il mio telefono.” Bellatrix allungò la mano verso il telefono che l’Oscuro Signore le porgeva attraverso il tavolo. Le stava consentendo il libero accesso al suo telefono senza nemmeno controllarla.

“Non sarei così ottimista, Bella, leggo benissimo nella tua mente,” le disse scuotendo la testa e continuando a sfogliare il libro che stava studiando. Bellatrix aprì l’applicazione di Tinder e vide il profilo di SolveTheRiddle. Sorrise nell’avere la conferma che in pochi istanti sul telefono di Rabastan fosse stata in grado di riconoscere il suo padrone nonostante la foto… ehm… datata. Aprì le chat e vide gli abbinamenti. Il suo Signore aveva ricevuto moltissime richieste di contatto da parte di streghe e nelle chat lui chiedeva lo stato di sangue e parlava di politica. Lo faceva persino con gli uomini! Poi qualche contatto gli chiedeva di vedersi, ma lui diceva che non poteva e la conversazione inevitabilmente cadeva nel vuoto.

Se incontrava una Sanguesporco, invece, accettava l’invito. Prima si scambiavano delle fotografie e Bellatrix osservò attentamente la feccia che osava avvicinare il suo Padrone. Come era possibile che lui avesse a disposizione Bellatrix Black, primogenita di Cygnus Black, erede dell’Antichissima e Nobile Casa dei Black e poi uscisse a divertirsi con la feccia Babbana?

“Guarda le foto e poi leggi la cronaca della Gazzetta del Profeta…” gli disse Lord Voldemort sospirando. Bellatrix guardò le foto delle chat facendo le smorfie a quelle biondine dalla bocca a papera che inviavano al suo Padrone fotografie in pose indecenti, poi guardò la sezione della cronaca della Gazzetta del Profeta. Sembrava che il suo Signore ritagliasse gli articoli. Le biondine erano state ritrovate morte nei più svariati modi. Sorrise.

“Anche questo è un modo per fare pulizia, Bella,” le disse, “da te non mi sarei mai aspettato una mancanza di fiducia verso il tuo Padrone. Credo che dovrò punirti per questo, lo sai?”

“Oh, sì, Padrone, ho mancato di fiducia, sento di meritare una punizione,” disse con la voce che già le tremava di eccitazione. Bellatrix dimenticò il telefono sul tavolo quando l’Oscuro Signore le ordinò di spogliarsi e di raggiungerlo dall’altro lato della scrivania.

 

***

 

Barty era eccitato.

Erano giorni che lui e Rabastan non facevano altro che chattare con la Granger e scopare come due conigli. Una vocina dentro di lui gli ricordava della presenza a casa della sua fidanzata, ma la metteva a tacere dicendosi che la sua Alex era così intelligente che avrebbe capito tutto quando l’Oscuro Signore lo avrebbe elogiato ed eletto a braccio destro.

Avrebbe soffiato il posto a quella stronza di Bellatrix senza doversi inginocchiare e succhiarlo al suo Padrone. Non che la cosa gli sarebbe dispiaciuta… L’Oscuro Signore era così affascinante e autorevole che Barty si sarebbe fatto sottomettere volentieri, avrebbe rinunciato a tutto per la sua approvazione, persino a giocare con Rabastan che fremeva ogni volta che lo sfiorava e aveva un culetto semplicemente delizioso. Avrebbe messo da parte anche Alex per l’Oscuro Signore e lei se ne sarebbe dovuta fare una ragione, proprio come Rodolphus si era fatto una ragione della predilezione del loro Padrone per Bellatrix.

Barty sospirò: era proprio un casino avere un capo così tenacemente etero.

“Guarda,” gli disse Rabastan passandogli il telefono. Avevano continuato a chiacchierare con la Granger e adesso avevano la sua fiducia. Nel gruppo Dean Thomas aveva discusso con Ginny Weasley per qualcosa riguardante il Quidditch, una delle solite idiozie che occupava la mente di quel branco di decerebrati che, inspiegabilmente, era amato dal mondo magico. Barty se li ricordava in quell’anno in cui aveva insegnato loro le Arti Oscure nei panni di Alastor Moody. Era bastato uno sforzo minimo e lo avevano eletto a miglior docente di Difesa contro le Arti Oscure. Roba che se l’Oscuro Signore l’avesse saputa, avrebbe finito per Cruciarlo, altro che lasciarsi fare un pompino…

Barty era intervenuto per difendere Ginny e questo aveva risvegliato Hermione che in privato lo aveva ringraziato. Oramai avevano sviluppato l’abitudine di commentare privatamente quanto accadeva nel gruppo dell’Esercito di Silente.

“No, figurati, Hermione, mi sembra il minimo. Dean si è comportato malissimo, mi sembra ovvio. Non si mettono in piazza certi fatti privati. Poi, non so se ho esagerato, ma sono molto sensibile su questo tema.”

“Perché?” domandò Hermione.

“Beh, la mia fidanzata è stata vittima di commenti del genere ai tempi di Hogwarts ed è rimasta traumatizzata. Io la amo, immensamente, ma su alcuni argomenti fatica ad aprirsi. Non so se capisci cosa intendo…”

“Sì, certo, capisco, anche Ron è un po’ chiuso su alcuni argomenti,” confessò lei.

“Eppure, basterebbe la foto del reggiseno che si intravede dalla camicetta per migliorare la giornata di un fidanzato! Insomma, qualche piccola attenzione,” provò a sfogarsi. Rabastan suggeriva ogni singola parola e sembrava divertirsi un mondo. Era un genio della manipolazione femminile.

“Ne avete parlato?” domandò Hermione.

“Come posso chiederle qualcosa del genere dopo quello che ha passato? Mi sentirei di forzarla. Non so essere così egoista.”

“Sei molto dolce. La tua ragazza è fortunata ad aver trovato un ragazzo come te.” Barty e Rabastan si guardarono trionfanti. “È fatta, Crouch, adesso invidia Alex. Penserà che forse lei è in grado di migliorarti le giornate. Lei vuole mandare le foto al suo Ron, tu le vorresti ricevere dalla tua Alex, vi siete trovati: la domanda ha incontrato l’offerta!”

“E poi cosa me ne faccio delle foto della Granger?” domandò Barty che, per quanto si stesse divertendo a immaginare la candidata a Ministro della Magia che chattava con un Mangiamorte, non riusciva a cogliere il senso. Insomma, era una schifosa Sanguesporco. Certo, era giovane, carina e persino sexy, aveva stregato persino Viktor Krum, ma il sangue che le scorreva nelle vene era qualcosa di raccapricciante.

“Le passiamo alla Gazzetta del Profeta, che domande!” esclamò Rabastan. “Rita le pubblica, la Granger finisce nello scandalo per le foto osé e il nostro candidato al Ministero della Magia avrà la via spianata.”

Barty sorrise: “Mi piace come ragioni, Rabastan.”

“Le donne, specie quelle idealiste, sanno essere delle sciocche sentimentali e questo le fa finire nei guai…”

 

***

 

Rodolphus era entusiasta all’idea di poter trascorrere un intero fine settimana con Alexandra. Se quel ragazzino di Crouch era così sciocco da trascurare la sua fidanzata, beh, tanto peggio per lui. In fondo, Barty aveva un bel faccino ed era giovane e magari aveva già trovato chi lo avrebbe consolato.

Si presentò nel salotto di casa di Alexandra, sopra la gelateria di Florian, con una bottiglia di vino e una chitarra. Ovviamente, conosceva gli incantesimi che avrebbero permesso alla chitarra di suonare la melodia che aveva in mente. Rodolphus non aveva mai suonato una chitarra e non si sognava minimamente di imparare, ma sapeva cantare, ed era sicuro di non voler lasciare campo libero a quello stupido Auror newyorkese che tampinava la sua Alex.

“Ho portato un vino che credo ti piacerà moltissimo e che si sposa bene con il camembert che, mi sembra di capire, è il tuo formaggio preferito,” le disse. Non voleva spaventarla e iniziare a parlare di quanto si erano scritti per messaggio. Si era scoperto troppo con quella canzone e lei era rimasta confusa. Non doveva correre, lei non era Bellatrix, ma era una ragazza attenta e dolce.

Alexandra gli andò incontro sorridendo. Aveva preparato sul tavolino di fronte il divano due calici, una bottiglia di vino rosso (che non era nemmeno una cattiva scelta, la ragazza dimostrava buon gusto) e una serie di stuzzichini, tra cui i loro amati formaggi. Si sentì benedetto dalla fortuna come non gli capitava da tempo: una Purosangue, Mangiamorte, con l’amore per il vino e i formaggi ed era anche giovane e carina.

Aveva notato che Alexandra quel giorno aveva lavorato sul serio: da quando si erano salutati, lei non si era più connessa sul telefono. Rodolphus ogni tanto controllava se postasse qualcosa, se si connettesse su WhatsApp o se commentasse nel gruppo dei Mangiamorte. Quel giorno non fece nulla di tutto ciò e i post dell’Auror (sì, lui monitorava anche i nemici) erano incompatibili con il fatto che fossero insieme.

“Giornata impegnativa?” le domandò porgendole la bottiglia di vino.

“Decisamente, ma ora è iniziato il fine settimana e voglio solo dimenticare le questioni dell’ufficio,” gli disse sorridente.

“Ottimo, sono qui per questo, madame!” esclamò divertito mentre si sedeva accanto a lei. “Vorrei partire onorando una promessa che ti ho fatto stamattina,” le disse. Alexandra strizzò leggermente gli occhi, come se cercasse di ricordare cosa lui le avesse promesso, così le ricordò: “Che ti avrei cantato dal vivo la canzone.” Puntò la bacchetta contro la chitarra e iniziò a intonare le parole della canzone. Quando arrivò al vorrei cantare il canto delle tue mani le prese tra le sue e la vide arrossire. Alexandra lo lasciò finire di cantare ed esclamò: “Ma hai una voce bellissima.”

“Solo se ho una Musa che mi ispiri,” le disse facendole un baciamano. Non avrebbe voluto separarsi dalle mani di Alexandra, ma il vino doveva essere aperto e la serata doveva iniziare. Aprì la sua bottiglia di vino e riempì i due calici che erano sul tavolo. Chiacchierarono di moltissime cose. Rodolphus le raccontò della Francia e le confessò come fosse complicato essere il marito di Bellatrix.

“Ti capisco,” gli disse Alexandra, “insomma, hai visto Barty che è sempre in competizione con Bella… Ultimamente noi…”

“Mi dispiace, Alex, non lo meriti,” gli disse Rodolphus, “tra me e Bella quell’ultimamente sono diventati più di vent’anni. La solitudine ti uccide.” Prese un sorso di vino per tenere le mani impegnate, anche se non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. “Già,” disse lei amareggiata, “è come per il bere, in compagnia ha un altro sapore.”

Rodolphus le porse il bicchiere e le disse: “Almeno su questo fronte possiamo rimediare.” Fecero tintinnare i calici quando il telefono di Alexandra suonò e Barty stava mandando una videochiamata. Alexandra posò il calice e disse: “Scusami ma devo rispondere.” Fece partire la videochiamata e si sentì la voce di Barty che le diceva: “Lo so che ti arrabbierai, amore, ma ti prego, stiamo portando avanti una missione incredibile. Starò via tutta la settimana.” Comparve nello schermo Rabastan che esclamò: “Bado io al tuo fidanzatino!” Alexandra saltò sul divano e gli disse solo: “Molto bene. Se ti diverte tanto stare con Rabastan, fidanzati con lui. Sono due settimane che non riusciamo a vederci pur vivendo insieme!”

“Ma amore…”

“Amore un piffero, io mi sono stancata! Sai cosa c’è? Io non ti aspetto! Anzi, sappi che mi hai interrotto. Torna a divertirti con Rabastan che io continuo a divertirmi per fatti miei.”

“Dai, Alex, non farmi sentire in colpa… Mi dispiace saperti sola soletta a casa.”

“Che presunzione, Crouch! Chi ti dice che sia da sola?”

“Non dirmi che sei con quell’Auror? Com’è che si chiama? Higgs?”

“Non sono affari tuoi con chi sono! Non intendo dirtelo, ma sappi che non sono da sola. Guarda!” Alexandra passò l’inquadratura della telecamera da frontale a quella posteriore e inquadrò i due calici di vino, le tartine e le candele accese sul tavolino. In effetti sembrava un’ambientazione piuttosto romantica. Rodolphus osservava il litigio sentendosi finalmente dall’altra parte. C’era una piccola parte di lui che solidarizzava con Crouch, ma poi un’altra parte di sé gli ricordava che lui non aveva mai trascurato Bellatrix in quel modo e che il paragone era inutile. Cosa faceva suo fratello tutto quel tempo con Crouch? Possibile che quei due? Insomma, quando avevano torturato i Longbottom aveva percepito qualcosa, ma l’aveva imputato all’adrenalina del momento. Eppure, quei due sembravano molto legati.

“Va bene, sono contento di sapere che non sei sola. Spero solo che sia all’altezza del tuo nome e che non ti metti nei guai con qualche Mezzosangue. Insomma, sai che bisogna stare attenti…”

Rodolphus si avvicinò all’inquadratura e gli disse: “Ciao, Crouch, sono io che sto facendo compagnia ad Alexandra.”

“Oh, grazie al cielo, Rodolphus! Divertitevi!” Barty chiuse la videochiamata e Alexandra rimase a fissare lo schermo interdetta. “Mi par di capire che sei libera per tutto il weekend e che Barty è persino contento di saperti con me,” le disse. “Ti propongo di trasferirci in Cornovaglia e domattina ti porto in barca se ti va.”

“Mi sai proponendo di trascorrere il fine settimana da te?” domandò arrossendo in modo delizioso.

“Sì, se ti va, naturalmente.”

“Ma sì, perché no? Perché dovrei rimanere chiusa in questa casa quando lui si sta divertendo con tuo fratello?”

“Ognuno di voi avrà il Lestrange che preferisce,” le disse sapendo di osare, ma Alexandra si morse il labbro e andò a preparare una borsa. Dopo una mezzoretta erano seduti sul divano del salotto del suo appartamento privato nel castello. Se per qualche misteriosa ragione Bellatrix e Rabastan fossero tornati, non li avrebbero sorpresi. Gli elfi domestici li viziarono con moltissimi stuzzichini, mentre loro ripresero a chiacchierare e bere vino. Erano ancora lucidi quando scappò loro il primo bacio. Ne seguì un secondo e poi un terzo e poi la situazione sfuggì loro di mano.

 

***

 

Narcissa aveva presenziato all’inaugurazione di Twillfitt and Tattings a Diagon Alley ed era stato un trionfo. Moltissime streghe erano accorse da tutto il mondo magico per incontrarla e ascoltare i suoi consigli di stile (alla faccia della Granger!).

Qualcuna aveva citato l’intervista e le aveva domandato cosa ne pensasse. Narcissa si era limitata a dire che una lady non dice mai cose imbarazzanti su un’altra donna e che le sembrava che Hermione dovesse ancora crescere e maturare un gusto solido in fatto di stile. C’era stata un’ovazione e una serie di commenti su quanto fosse elegante e superiore a certe polemiche sterili.

Lei non aveva nessun interesse di parlare di quella lì né di farle alcun tipo di pubblicità. Si sarebbero accorti tutti quanti che era quella lì a cercare ogni pretesto perché si parlasse di sé. Voleva diventare Ministro della Magia e il solo pensiero le faceva orrore.

“A nome di Twillfitt and Tattings, non possiamo far altro che ringraziare Lady Malfoy per la sua presenza nel nostro atelier!”

“È un vero piacere Madama Tattings! Ci conosciamo da anni e molti degli abiti che hanno suscitato ammirazione nel mio home-tour vengono proprio dalla sua boutique! Le streghe sottovalutano quanto la presenza di una sarta esperta e meticolosa come lei sia importante per la buona riuscita di un abito. Mani grossolane possono rovinare stoffe pregiate, mentre mani abili sono in grado di far risplendere anche tessuti più modesti.”

“Parole sagge, lady Malfoy!” cinguettò Madama Tattings. La diretta su Facebook mostrava una marea di cuori e reaction di approvazione che stavano ricevendo. Persino la diretta su Instagram era seguitissima. Il suo pubblico, poi, continuava a condividere e rilanciare l’evento e il suo hashtag era entrato tra le tendenze.

“Lady Malfoy!” la voce di un mago richiamò la sua attenzione mentre si allontanava dall’angolo in cui erano concentrate le telecamere. Narcissa si avvicinò e il mago le porse un bigliettino da visita: “È un vero piacere, lady Malfoy! Sono un vostro ammiratore! Sono l’editore della Magic Deluxe Edition, la collana di libri pregiati del Ghirigoro. Serviamo dei clienti di nicchia.”

Narcissa spalancò gli occhi: “Ma io vi conosco! Ho moltissimi vostri libri! Lasciatemi dire che la collana sull’arredamento britannico è eccezionale! Mia zia Walburga era solita regalare i vostri manuali di buone maniere!”

“Oh, le antiche e nobili famiglie magiche!” esclamò il mago emozionato, “Un tempo si interessavano a cose come l’educazione e l’etichetta,” si guardò intorno un po’ incerto e aggiunse “Al giorno d’oggi, invece…”

Narcissa alzò un sopracciglio sdegnoso verso alcune giovanette rumorose e disse solo un: “Sì, capisco…”

“Non le rubo altro tempo, vorrei solo farle sapere che la mia casa editrice sarebbe felicissima di pubblicare un manuale di buone maniere o una guida di stile curato da lei, lady Malfoy! Le possiamo mettere a disposizione i nostri migliori grafici, illustratori e fotografi. Cosa ne pensa?”

“Sembra un’idea interessante! Mi mandi una proposta e la valuterò attentamente! Adorerei la possibilità di lavorare con la sua casa editrice!”

“Oh, volentieri, lady Malfoy! Aspetti una mia e-mail nei prossimi giorni!”

Il mago si dileguò. Narcissa infilò il bigliettino da visita nella borsetta e lasciò l’atelier salutando pubblico e proprietari. L’evento era stato un successo grazie alla sua partecipazione e presto la Gringott avrebbe ricevuto l’accredito delle provvigioni sulle vendite di quel giorno. Si disse che avrebbe fatto una passeggiata per Diagon Allley, in modo da prendere ispirazione e qualche spunto per i prossimi contenuti da creare per il suo pubblico. Questa vita da influencer le piaceva moltissimo.

Era quasi arrivata da Madama McClan quando il suo sguardo venne attirato dalla vetrina della gelateria di Florian Fortescue. Al posto dei soliti tavolini c’era un bancone oltre il quale Molly Weasley dava lezioni sulla realizzazione della sua torta alla melassa.

“Fatto in casa da Molly!” esclamò quando ebbe finito tra gli applausi di bambini e casalinghe. Narcissa inorridì al pensiero di una strega che faceva la vita dell’elfo domestico. Sollevò le sopracciglia e andò via. Guardò sul telefono e vide che quella babbanofila di Molly Weasley aveva moltissimi follower, quasi più dei suoi. Rivide l’editore dei Magic Deluxe Editions fermare Molly, porgerle il bigliettino da visita e parlarle fittamente. Narcissa si irrigidì al pensiero che stesse offrendo a quella buzzurra la pubblicazione di un libro di ricette. Voleva sperare che avesse più collane di libri e che stesse offrendo la pubblicazione per la collana delle edizioni economiche, le uniche alla portata della sua audience.

“Narcissa, cara, sei un incanto!”

“Grazie, Gilderoy!” esclamò Narcissa, “anche tu sei sempre elegantissimo! Cosa ti porta da queste parti?”

Allock indicò Molly che parlava con l’editore: “Adesso fanno pubblicare libri a cani e porci, eh?”

“L’ha offerto anche a me e stavo pensando la stessa cosa.”

“Oh, ma naturalmente su sei all’altezza delle Magic Deluxe Editions, è quella lì che ci fa vergognare… Non trovi?” Narcissa si limitò a sorridere e annuire in silenzio per poi congedarsi dal caro Gilderoy e tornare al suo Maniero dove avrebbe dovuto registrare un paio di video da caricare nei giorni successivi. La posta via gufo, infatti, le avrebbe recapitato degli acquisti per fare un video haul sulle ultime tendenze del lusso magico (la Granger poteva rosicare).

 

***

 

La Granger non avrebbe dovuto mettersi contro Narcissa Malfoy.

Questa era una delle poche verità di cui Rabastan era assolutamente certo. Non solo perché Cissy era una strega adorabile, o perché era la sorella della sua migliore amica, Bellatrix, ma anche perché presto avrebbe finito per distruggere quel poco di carriera che aveva intrapreso al Ministero della Magia.

Saperla a Capo dell’Ufficio Applicazione Legge Magica era di per sé un’aberrazione con cui erano dovuti venire a patti. Insomma, erano usciti sconfitti e ammaccati dalla guerra e finché non si fossero riorganizzati a modo (non fossero pronti per un’altra guerra, quella definitiva), avrebbero dovuto tollerare quell’andazzo.

Barty faceva scorrere le sue dita sottili tra i capelli scuri di Rabastan mentre era pigramente steso sul letto dopo la notte di sesso sfrenato che avevano trascorso. Il momento del risveglio era quello preferito di Rabastan e non solo perché si svegliavano entrambi arrapati come due adolescenti, ma anche perché Barty era in vena di coccole, e poi c’era la colazione con il servizio in camera, e la doccia insieme. Insomma, Rabastan non avrebbe voluto più mettere fine a quella convivenza.

“Ma devo proprio restituirti ad Alex?” gli domandò.

“Ma sai com’è mio padre… non credo che capirebbe una cessione del contratto di fidanzamento!” gli rispose prendendolo in giro. Nominava sempre suo padre, era una fissazione.

“Ma nemmeno se gli dici che io sono più bravo di lei a letto?”

“Cosa ti fa credere di essere più bravo di lei a letto?” gli domandò Barty con un ghigno divertito, “Tu sottovaluti troppo facilmente Alex, e anch’io, visto che ha subito trovato la compagnia di tuo fratello!” Barty scosse la testa divertito: “Siamo anime gemelle anche in questo: entrambi che si divertono con un Lestrange!”

“Allora venite a stare da noi, così possiamo continuare a divertirci tutti insieme!” esclamò Rabastan che non gli sembrava vero di poter avere la possibilità di togliersi dai piedi Alexandra e tenere Barty. Barty scoppiò a ridere. Il telefono si illuminò e arrivò un messaggio da Hermione Granger: una foto della camicetta un po’ sbottonata dalla quale si intravedeva il pizzo del reggiseno e un messaggio: “Spero di poter contribuire un po’ a migliorare la tua giornata!”

Scoppiarono a ridere entrambi. “Non sai quanto…” le risposero. “Oggi è proprio difficile.”

“Ci sono problemi in paradiso?”

“Il paradiso è nella tua camicetta, qua sta diventando l’inferno…”

Hermione rispose con la faccina che arrossiva. “Mi dispiace per i tuoi problemi. Se vuoi parlarne, io ci sono.”

“No, non voglio parlarne, è inutile, vorrei solo dimenticare.”

“Non so perché lo faccio, forse perché sono così dispiaciuta per te che non ti meriti di stare così male. Ti mando un altro scorcio di paradiso sperando che ti possa essere d’aiuto.”

Barty e Rabastan sgranarono gli occhi e entrambi sentirono qualcosa smuoversi tra le gambe quando la foto del decolté di Hermione Granger arrivò fasciato da un audace reggiseno di pizzo nero.

“Però… hai capito la futura ministra?” commentò Barty.

“Se questa è la campagna elettorale che ha in mente, io voto per lei,” si lasciò sfuggire Rabastan attirandosi lo sguardo omicida di Barty. “Non dirlo nemmeno per scherzo. Tu sei mio.” Lo attirò verso di sé e lo baciò. “Dobbiamo risponderle,” mugugnò Rabastan che era curioso di vedere fin dove si sarebbe spinta la Granger.

“Caspita. Forse è troppo per un comune mortale.”

“Mi spiace se ho esagerato,” commentò lei.

“No, ma scherzi? Ho apprezzato moltissimo. Forse troppo. Adesso è difficile fare a meno di altro.”

“Forse potresti mandarmi anche tu delle foto…” scrisse Hermione.

“Ma sono a letto, da solo e praticamente nudo…” obiettò.

“Che pigrone! O la tua fidanzata si è concessa?”

“No, sono un pigrone, mi hai beccato! Va bene, ti mando una foto,” le concesse e Rabastan scattò una foto del petto di Barty.

“Non sei male…”

“Nemmeno tu…”

Una serie di faccine che arrossivano. Rabastan iniziava a trovare nauseanti quei preliminari. Lui era un tipo più spiccio e immediato. Sia con Rita che con Barty non c’era mai stato bisogno di tutte quelle parole.

“Ti ho migliorato la giornata?” domandò Barty a Hermione e lei rispose: “Decisamente. Anche troppo. Adesso sarà difficile farne a meno.”

“Possiamo continuare se vuoi… Scatta una foto della parte del corpo che vuoi vedere e io te la mando.” Avrebbero fatto un incantesimo di Camuffamento per il viso, avrebbero alterato un po’ i lineamenti e modificato i capelli, niente di ché, perché erano certi che Barty sarebbe piaciuto così com’era.

Arrivò la foto di un piede, poi quella di un ginocchio, poi l’occhio, quindi la bocca, l’ombelico, la mano. Ad ogni foto, loro rispondevano con una foto analoga. C’erano sempre dei commenti interessanti e ci furono molti complimenti sulla bocca di Barty che venne definita “da baciare”. Questo flirt stava iniziando a far ingelosire Rabastan e non si aspettava che quella Babbanofila iniziasse a spogliarsi così facilmente. Gli mandò persino la foto del sedere, fasciato da una splendida gonna a tubino. Barty fece lo stesso avvolgendosi nelle lenzuola. Hermione rise.

Fu solo in serata, quando doveva essere chiusa in bagno, che arrivarono delle foto decisamente osé. Quando Hermione mandò la foto delle sue mutandine, Barty scattò una foto con i boxer da cui era evidente la sua erezione precisando: “Guarda in che condizioni sono ridotto! Il Paradiso mi sta uccidendo!”

Hermione scoppiò a ridere e gli suggerì di farsi consolare dalla sua fidanzata e aggiunse che non si sarebbe offesa se avesse pensato a lei.

“Io non faccio proprio niente se pensi a una Sanguesporco,” precisò Rabastan. Barty sorrise, guarda che sei nelle mie stesse condizioni. Sicuro di non volerti divertire un po’?

“Sì, ma voglio fare un azzardo.” Prese il telefono di Barty e scrisse alla Granger: “Posso averne una di te intera?”

Hermione gli mandò una foto di lei sul letto con della bellissima lingerie e Barty le mandò una foto di lui, abilmente Camuffato, sdraiato sul letto. Si invitarono a toccarsi, sfiorarsi e pensarsi. Quello che non sapeva la Granger, era che a toccare Barty ci stava pensando lui, come Barty pensava a toccare Rabastan.

Ripresero a rotolarsi tra le coperte e poi mandarono tutte le foto del futuro ministro della magia alla Skeeter. Nel frattempo, cancellarono l’account, distrussero il telefono e ogni prova che contenesse per evitare che gli Auror risalissero a loro due. Dal bed and breakfast nello Yorkshire in cui si trovavano, sarebbe stato impossibile risalire a Barty, ma la prudenza non era mai troppa.

 

***

 

Alexandra non riusciva a credere a quanto la situazione fosse sfuggita di mano a lei e Rodolphus. Avevano iniziato a baciarsi e poi le mani di lui l’avevano sfiorata in un modo che le faceva fare le capriole nello stomaco. Erano finiti a letto insieme e Rodolphus le aveva chiesto se avesse potuto filmare il loro amplesso.

Lei aveva fatto la stessa cosa e adesso si ritrovava a casa, dopo un fine settimana da sogno, a guardare le espressioni meravigliose di Rodolphus mentre si muoveva sopra di lei. Era immersa nella vasca da bagno e aveva iniziato a sfiorarsi tra le gambe quando le arrivò un messaggio da Rodolphus. “Cosa fai di bello?”

Arrossì al pensiero di quello che stava facendo, così disse vagamente: “Un bagno. Tu?”

“Ti stavo pensando. È tutto così vuoto senza di te.”

“Anch’io ti stavo pensando.” Si accucciò nella vasca abbracciando le ginocchia, la mano fuori dall’acqua reggeva il telefono. Seguendo uno dei suoi impulsi irrazionali (totalmente irrazionali) avviò la videochiamata e quando Rodolphus rispose lo schermo le restituì l’immagine di un sorriso ebete nel riquadro che la ritraeva. Lo vide strabuzzare gli occhi e domandarle: “Ma sei nuda?”

“Ti ho detto che stavo facendo il bagno.”

“Alex, tu non hai idea delle reazioni che mi provochi se mi chiami e sei nella vasca da bagno,” le confessò.

“Credo di avere qualche indizio in più dopo questo weekend,” scherzò.

“Non è che posso…”

“Sbirciare?” domandò divertita. Abbassò l’inquadratura e lasciò che intravedesse i seni che erano per metà sott’acqua.

“Sei bellissima…”

Alexandra si morse un labbro: “Anche tu, Rod, sei bellissimo…”

“Dici che con questi cosi si può…”

“Oh, Salazar, no, Rod, Materializzati a casa mia, non mi basta toccarmi mentre mi guardi nel telefono!” esclamò in un modo così spontaneo che Rodolphus saltò in piedi ed esclamò: “Non me lo faccio ripetere due volte! Asciugati ma non vestirti!”

Si era appena avvolta nel telo quando sentì il pop! della Materializzazione nel salotto di casa. Venne letteralmente presa in braccio e portata a letto da Rodolphus che, con un gesto della bacchetta, fece scomparire i suoi vestiti.

“Nemmeno a quindici anni scopavo così tanto,” le disse mentre entrava di nuovo in lei. Alexandra, invece, pensò che, a quindici anni, lei si divertiva a nascondersi nei sotterranei con Barty e Regulus e che quei tempi non sarebbero più tornati.

Rodolphus era appena scivolato al suo fianco quando sentirono il suono della Materializzazione. Si scambiarono uno sguardo perplesso. “Aspetti qualcuno?” le domandò sottovoce. Alexandra fece segno di no scuotendo la testa mentre la mano correva ad impugnare la bacchetta. Videro la porta della stanza aprirsi e Barty esclamare: “Ma non mi dire… Voi due vi siete fatti molta compagnia, a quanto vedo… Ed io che mi sentivo persino in colpa!”

Barty ignorò del tutto Rodolphus, steso sul suo letto e coperto da un lenzuolo e si avvicinò a lei. Le posò un bacio sulla guancia.

“A te non do nessun bacio,” mise in chiaro lanciando un’occhiata sarcastica a Rodolphus. Sullo stipite della porta, Rabastan Lestrange osservava la scena divertito. Rodolphus guardò torvo il fratello e sicuramente si domandava perché dovesse finire in situazioni del genere.

“Guardate il frutto del nostro lavoro!” esclamò trionfante mentre le porgeva l’edizione straordinaria della Gazzetta del Profeta: “Granger messa a nudo” con tanto di foto dell’aspirante Ministro della Magia.

“Siamo due geni!” gongolò Barty guardando Rabastan.

Alexandra e Rodolphus si scambiarono uno sguardo preoccupato. Sentì la mano di Rodolphus dietro la schiena di lei che riuscì a dire solo: “È aberrante… Non si fa politica così…” Barty alzò gli occhi al cielo annoiato: “Non ci facciamo scrupoli a lanciare Maledizioni senza Perdono ma se gettiamo un po’ di fango sull’avversario siamo dei mostri?”

“Rita è felicissima,” disse Rabastan.

“Lo credo, lei non ha un’anima.”

Barty sbuffò: “Lestrange, che cosa hai fatto alla mia fidanzata? Non era così l’ultima volta che l’ho vista. Sarebbe saltata sul letto e mi avrebbe detto che sono un genio e io le avrei detto che è tutto merito di Rabastan!”

“Perché la cosa non mi sorprende?” domandò Rodolphus guardando il fratello. Alexandra lo sentì sospirare e poi disse: “Credo che l’ultima volta che hai visto Alexandra, lei non avesse dimestichezza con questi affari babbani,” disse indicando il telefono, “con tutte queste foto e questa continua richiesta di connessione, credo che sia facile fidarsi delle persone sbagliate. Magari pensa che sarebbe potuto succedere anche a lei.”

“Beh ma basta non mandare in giro certe foto.”

Sotto il lenzuolo, Alexandra sentì la mano di Rodolphus stringere la sua mentre nessuno dei due rispondeva a Barty.

“Vi conviene rivestirvi,” disse poi pragmaticamente, “Tra un po’ arriveranno gli altri.”

“In che senso?” domandò Alexandra incerta.

“Ho convocato una riunione tra mezzora sul gruppo WhatsApp, ma non li leggi i messaggi?” Spostò lo sguardo su Rodolphus e disse: “Ah, no, eravate impegnati. Noi andiamo in salotto, voglio che tutto sia perfetto per accogliere l’Oscuro Signore nella nostra dimora.”

Alexandra e Rodolphus si vestirono immediatamente. Non appena Barty fu fuori dalla stanza Rodolphus le si avvicinò e le disse: “Non ti preoccupare, custodirò gelosamente i nostri video.”

“Anch’io, Rod.” Si scambiarono un bacio e poi Alexandra finì di allacciare la veste da strega e sistemare i capelli.

“Perché non ci vediamo da Malfoy?” domandò mentre raggiungevano Barty e Rabastan in salotto.

Barty alzò gli occhi al cielo e le disse: “A quanto pare il salotto di Malfoy è diventato il set dove Narcissa gira i suoi video. C’è una selva di fari, cavi, microfoni, fotocamere e altre diavolerie che servono per il lancio dei canali YouTube e Twitch di Narcissa.”

 

***

 

Lord Voldemort non riusciva a credere che adesso erano costretti a vedersi da Crouch, l’unico che avesse messo a disposizione la sua dimora.

“Mio Signore, lo sa che il nostro castello in Cornovaglia è a sua disposizione,” disse Rodolphus che notava quanto fossero stretti in quel salotto. L’appartamento di Barty e Alexandra poteva andare bene per una giovane coppia, ma non certo per ospitare le riunioni dei Mangiamorte.

“Lo apprezzo molto, Rodolphus,” sospirò Lord Voldemort lanciando un’occhiataccia a Bellatrix. Era lei, sempre lei, a ostacolare la possibilità di riunirsi in Cornovaglia. Tutto questo perché non voleva rimettere piede in casa di lei e Rodolphus. Avrebbe preferito distruggere l’attrezzatura della sorella piuttosto che rientrare nella dimora dei Lestrange. Secondo Lord Voldemort erano degli stupidi capricci da ragazzina viziata: bastava stare il tempo della riunione e poi sarebbe andata via con lui.

Lanciò uno sguardo ai suoi Mangiamorte e disse: “Crouch e Lestrange hanno chiesto di riunirci per comunicarci l’esito della loro missione. Sono riusciti a infiltrarsi nel gruppo Facebook dell’Esercito di Silente e hanno ottenuto materiale… ehm… riservato sulla candidata di punta al Ministero della Magia, quella Sanguesporco della Granger.”

Lanciò le copie dell’edizione straordinaria della Gazzetta del Profeta tutta dedicata al Granger-Gate che suscitarono l’ammirazione entusiasta di molti. “Mio Signore, è sicuro che con questi… ehm… argomenti… la consigliera Granger non aumenti la sua popolarità?” domandò quell’omuncolo di Mulciber. Lord Voldemort riusciva a leggere i pensieri osceni che galleggiavano nella mente di ciascuno dei suoi Mangiamorte. Persino Severus Piton era arrossito! L’unica che le dava soddisfazione sul punto era Bellatrix, mentre Alexandra e Rodolphus sembravano stranamente indifferenti alle foto.

“Rodolphus, cosa ne pensi?” gli domandò per capire a cosa stesse pensando, “A differenza di molti altri mi sembri indifferente alle foto.”

A Lord Voldemort non sfuggì lo sguardo sorpreso che Bellatrix lanciò al marito. Lestrange rimase impettito e disse: “Mio Signore, non mi interessano le Sanguesporco. Riflettevo sui possibili candidati che potremo presentare. Il mondo magico è molto conservatore e tradizionalista, lo sappiamo, ma la Granger e Potter hanno sposato la battaglia della modernità. Non è detto che non facciano una campagna elettorale di rottura cercando di volgere a loro favore questo clamore mediatico. Nei prossimi giorni tutto il mondo magico non farà altro che parlare di lei.”

“Hai qualche suggerimento?”

“Sì, lo avrei,” disse trattenendo un sorriso, “ma è rischioso. Avevo pensato alla nostra Alexandra.”

Alexandra intervenne: “No, mio Signore, è fuori discussione. Salterebbe la mia copertura al Ministero della Magia. Ringrazio Rodolphus, ma non è il caso. La consigliera Umbridge, però, potrebbe essere un’ottima candidata. Condivido l’idea di sostenere una donna, come avevamo fatto con la Bagnold.”

“Ci penseremo. Un passo alla volta. Domani vedrò la Skeeter per organizzare la campagna mediatica contro la Granger. Vorrei che mi ridiate i vostri telefoni.”

“Cosa?” domandarono in coro.

“L’esperimento è fallito. La vostra produttività è calata drasticamente. Vi siete rammolliti e siete perennemente distratti da queste notifiche. Inoltre, continuate a riferirmi ogni cosa e io passo più tempo a leggere le vostre quisquilie che a lavorare a un piano per dominare il mondo magico. Avete un’ora per ripulire i telefoni e restituirli.”

“Ma mio Signore, senza questi aggeggi non avremmo mai fatto questo scoop!” esclamò Rabastan. Lord Voldemort si stava innervosendo. “So benissimo che a te il telefono serve per dire a Crouch che vuoi un gelato da quel babbanofilo di Florian.” Li vide entrambi arrossire e ghignò divertito. “Tornerete a usare i gufi per darvi appuntamento o comprate quegli specchi gemelli. Prenderò in considerazione di restituirvi i telefoni solo se serviranno per la campagna elettorale. Domani mi consulterò con la Skeeter e deciderò.”

Osservò il modo in cui tutti i suoi Mangiamorte cancellavano i dati contenuti nel telefono e resettavano l’intero disco. Bellatrix girò per il salotto con un cofanetto di legno in cui ciascuno dei Mangiamorte posò a malincuore il proprio telefono. Bellatrix li osservava gioendo sadicamente del loro dolore. Una volta inserito l’ultimo telefono nel cofanetto, Lord Voldemort afferrò Bellatrix e si Smaterializzò diretto ai suoi appartamenti. Forse, finalmente sarebbe riuscito a scopare senza essere interrotto da qualche impiastro di Mangiamorte.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

Note:

Scusate per il ritardo, ma è tutta colpa di Rodolphus che – lo sapete com’è – quando mette le mani su una fanciulla che gli piace poi diventa quel dannato sentimentale di un francese, come lo definisce Bellatrix e ho faticato per contenerlo (anche perché io ho un debole per quel dannato sentimentale di un francese).

Ho lasciato il finale aperto. Non sappiamo cosa consiglierà Rita Skeeter, certo è che si sta strofinando le mani per lo scoop che Rabastan (sempre lui) le ha servito su un piatto d’argento.

Voglio ringraziare Clo (C-Totoro), Luana (MusicAddicted), Barby_Ettelenie_91, che hanno contribuito a ispirare lo sclero nei commenti su Facebook. Da una conversazione sulla necessità di silenziare i gruppi WhatsApp iniziata da Luana è partito tutto. A lei l’omaggio per l’accenno di Barmione (Barty/Hermione) che per me è un grande nope, ma ormai Barty lo shippo con tutti, quindi perché non anche con Hermione? Ad Ecate è dedicato l’accenno di Barty/Voldemort.

Poi, Clo ha suggerito sia il soprannome di Piton (nella mia prima versione era DisappointingLife, ma HalfBloodPrince è decisamente migliore) che l’attività di influencer di Molly. Ahahaha

So benissimo che il revengep0rn è una pratica schifosa e meschina e spero che dalla storia sia emerso. In modo particolare dalle reazioni di Alex e Rodolphus che si sono sentiti colpiti sul vivo. La reazione di Barty ci sta, nel senso “siamo criminali, che ti aspettavi?” ma appunto, sono criminali. Ci tengo a sottolinearlo e ribadirlo e Rabastan organizza qualcosa di spregevole e la Skeeter è realmente spregevole, al punto che risulta più cattiva di Lord Voldemort (mi pare che gattinopuf su Facebook me l’abbia fatto notare), perché è lei che tira le fila di tutto e Voldie si consulta con lei per queste faccende (poi decide lui, ma intanto chiede il parere di Rita, un po’ come quando chiedeva a Lumacorno degli horcrux). Spero di non aver ucciso l’IC dei personaggi insieme alla timeline perché quando tiravo fuori personaggi che dovevano essere morti… ehm… ehm… Voldemort/Bellatrix/Barty… o ad Azkaban… ehm… ehm… la Umbridge, mi sentivo male, ma tant’è.

Spero che anche questo capitolo vi abbia strappato qualche risata nonostante il tema un po’ pesante del revenge p0rn. Solo che io di questi temi mi occupo proprio per lavoro e quindi non potevo non inserire dei riferimenti almeno a questo.

Un abbraccio

Sev

   
 
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