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Autore: Natsumi92    20/11/2020    1 recensioni
Post 15x19 - Faremo tutti finta che la 15x20 non sia mai esistita.
TRAMA: Chuck è stato sconfitto. Jack è il nuovo Dio, mentre Sam e Dean possono finalmente essere gli artefici del loro destino. E la prima cosa che Dean farà, da uomo libero, sarà proprio quella di salvare il culo piumato del suo migliore amico.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Good Things Do Happen

 

Rating: Arancione
Warnings: spoiler ultima stagione, la 15x20 non esiste
Pairing: Dean/Castiel, Sam/Eileen
Chapters: 4
Words: 7797
Plot:
Chuck è stato sconfitto. Jack è il nuovo Dio, mentre Sam e Dean possono finalmente essere gli artefici del loro destino. E la prima cosa che Dean farà, da uomo libero, sarà proprio quella di salvare il culo piumato del suo migliore amico.
Beta: quella sclerata di Julsss che, come me, non ha accettato il finale di serie

CAPITOLO 1 - We'll get his feathery ass here

«Sai, Dean, adesso che Chuck non scriverà più le nostre storie, potremmo provare a scriverle noi. Solo io e te, dovunque la strada ci porti.»

Sam fissava lo spazio davanti a sé mentre Dean era accanto a lui, entrambi appoggiati contro il grande tavolo di quella che i fratelli Winchester avevano imparato a chiamare casa.

Dean annuì, perso nei suoi pensieri. «Siamo finalmente liberi.» Prese, poi, un sorso della sua birra ghiacciata, restituendogli un po’ di quella lucidità che aveva perso dopo tutto ciò che avevano dovuto affrontare.

Jack era diventato il nuovo Dio: non sarebbe stato come Chuck, non si sarebbe intromesso, sarebbe stato un semplice osservatore. Onnipresente, sì, ma senza intervenire direttamente. E i fratelli gli credevano perché Jack era sempre stato puro e sincero ed era l’unico essere nell’intero universo a meritare quel ruolo.

Però c’era qualcosa dentro Dean che gli premeva contro il petto, minacciava di esplodere da un momento all’altro se non l’avesse fatto uscire quanto prima. Sentiva, sapeva, che non era ancora tutto sistemato. C’era ancora del lavoro da fare, qualcuno da salvare.

«E la prima cosa che faremo da uomini liberi sarà riportare indietro Cas.»

«Cas? Hai intenzione di metterti contro il Vuoto?» Sam sembrava sorpreso e al tempo stesso compassionevole. La compassione, quella che si mostra alle persone fuori di testa.

Sapeva che non era una cosa semplice: un’entità che aveva provato a mettersi contro Dio, che si era alleata con Morte, per il semplice desiderio di tornare a dormire. Dean non era nemmeno sicuro che gli esseri umani potessero avere la possibilità di parlare con lei.

In quel momento non gli importava. Non disse niente a Sam, promettendosi mentalmente di tirare nuovamente fuori il discorso il mattino successivo, dopo una sana sbronza e una lunga -- lunghissima -- dormita.

E così fecero.

Sam e Dean passarono tutta la notte, o almeno una parte di essa, a bere e a festeggiare la loro libertà. Sam decise di gettare la spugna attorno alle tre del mattino, ritirandosi nella sua stanza, mentre Dean continuava a tracannare birre su birre, aggiungendo del whisky quando il sapore della birra era diventato indistinguibile.

Non si rese conto di essersi addormentato, e non si rese nemmeno conto di stare sognando quando, inaspettatamente, si trovò circondato dal nero più totale: niente luce, niente rumori, nessuna presenza. Solo nero.

Si guardò attorno un paio di volte, confuso, finché un urlo non gli colpì le orecchie con la stessa intensità di un meteorite che colpisce la terra. Si voltò in fretta nella direzione da cui quelle urla provenivano e gli si gelò letteralmente il sangue nelle vene quando riconobbe Cas -- il suo Cas -- avvolto da un disgustoso liquame nero che stringeva, lo soffocava, lo feriva e lo dilaniava. Dean era paralizzato: voleva correre nella sua direzione per salvarlo, eppure le gambe non rispondevano ai suoi comandi, la voce non usciva. Solo il cuore batteva all’impazzata nel petto. E quando Cas notò la presenza di Dean, quando gli occhi blu del suo migliore amico si posarono su quelli verdi del cacciatore, quest’ultimo fu sbalzato nella realtà.

Si svegliò di soprassalto al suono della sveglia, impostata alle 8 in punto. Non ricordava nemmeno di essere andato a letto.

Quando raggiunse la cucina, silenziosa e vuota, la porta del Bunker si aprì annunciando l’arrivo di qualcuno.

«Ehi, Dean?»

«Sam? Dove diavolo eri?» gli chiese il maggiore, decidendo al tempo stesso che sarebbe stata una splendida idea quella di preparare dei pancake.

«Solo una corsetta mattutina. Come hai dormito?»

A quella domanda, la familiare angoscia che l’aveva attanagliato durante il sogno lo investì nuovamente. Dean deglutì, dando le spalle al fratello.

«Dobbiamo salvare Cas, Sammy.» disse dopo qualche secondo di pausa. Attese una risposta senza voltarsi, almeno non finché Sam non tirò un lungo sospiro.

«Dean, sai benissimo quanto vorrei che Cas fosse ancora con noi. Diamine, si è sacrificato per salvarti la vita. Non merita di marcire in quell’orribile posto.» Si era seduto su una delle sedie della cucina, mentre Dean metteva i pancake appena cotti su un piatto. «Però… come facciamo? Non abbiamo la minima idea di come evocare il Vuoto, di come interagire con esso.»

«Beh, lo troveremo il modo,» sentenziò Dean, stanco del pessimismo che non aveva mai caratterizzato il fratello minore. Mai, nemmeno una volta.

Dean, dentro di sé, sapeva che il motivo di quella sua cocciutaggine, di quella sua insistenza, era ben più profondo di quello che trapelava.

Castiel, prima di venire trascinato nel Vuoto, aveva aperto completamente il suo cuore al cacciatore: gli aveva detto di essere cambiato grazie a lui, che gli importava del mondo, degli esseri umani, di Jack e di Sam grazie a lui, l’aveva descritto come l’uomo più altruista e amorevole sulla faccia della terra e gli aveva detto, infine, che l’amava. L’aveva sempre amato.

Ci aveva messo un po’, il cacciatore, a rendersi conto di quello che stava accadendo attorno a lui. Billie voleva ucciderli, il Vuoto aveva aperto un varco nella stanza, Castiel lo stava fissando con lo sguardo più dolce e straziante che qualcuno gli avesse mai rivolto, e poi era scomparso. Insieme a tutto il resto.

Cas, il suo migliore amico, colui che gli aveva fatto cambiare idea sugli esseri soprannaturali, colui che l’aveva sempre protetto, l’aveva salvato e risalvato, colui che l’aveva amato sul serio, riuscendo a guardare oltre la sua corazza, aveva sacrificato la propria vita per lui.

E Dean lo sapeva, nel profondo, che Cas non lo meritava.

Perciò sì, era testardo. Ma aveva le sue dannate buone ragioni. E Sammy l’avrebbe capito, prima o poi.

Senza che Dean avesse aperto bocca, Sam sembrò leggergli dentro, ed annuì con un sorriso malinconico. «Riportiamolo a casa.»

Non passò molto tempo fino a quando al maggiore non venne un’idea semplice e geniale al tempo stesso: chiedere aiuto a Jack.

Il ragazzo era diventato parte della loro famiglia da tempo ormai, li aveva salvati, li aveva traditi, li aveva aiutati più spesso di quanto Dean potesse ricordarsi, e il cacciatore era stato duro con lui, il più delle volte. Aveva fatto una gran fatica ad accettarlo, ammise a se stesso, ma dopo tutto ciò che avevano affrontato insieme era più che sicuro che Jack fosse stata la cosa migliore che gli fosse mai capitata.

Sam accettò di buon grado, anche perché le alternative erano pressoché inesistenti. Così, quello stesso pomeriggio, provarono a chiamarlo.

Non credevano che potesse esistere un modo per invocare Dio, quello nuovo almeno. Perché si trattava pur sempre di un Nephilim, mezzo umano e mezzo arcangelo, con al suo interno il potere illimitato di Dio. Perciò, Dean pensò, chiamarlo a gran voce poteva essere la soluzione ideale.

Ma Jack non rispose mai.

Non rispose a nessuna delle loro preghiere, a nessuno dei loro richiami, non rispose neanche al cellulare. E Dean insistette a lungo, fino a notte inoltrata, finché Sam non si arrese.

«Dean, è tutto inutile. Non credo verrà.»

«Ma non ha senso! Ha promesso che sarebbe stato nei paraggi, no? In più, questa è una fottuta emergenza, potrebbe degnarsi almeno di mandarci un segnale!» Dean sbottò, spingendo via una delle sedie attorno al tavolo.

«Forse è impegnato?» il minore provò ad accampare una giustificazione, ma Dean non se la bevve. Era furioso, e rammaricato.

«Fanculo.»

Uscì a grandi falcate dalla stanza, dirigendosi in fretta verso la sua camera, non prima però di aver afferrato un paio di birre dalla cucina.

La notte passò per lo più in bianco. Ogni volta che chiudeva gli occhi, poteva vedere e sentire Castiel urlare il suo nome, perciò concluse che il sonno era sopravvalutato e che mettersi a leggere un paio di fumetti sarebbe stato senz’altro più produttivo.

Quando la sveglia suonò puntuale come ogni mattina, Dean, con ancora indosso i vestiti della sera precedente, decise di andare a farsi un giro con Baby. Quegli ultimi due giorni gli erano sembrati infiniti ed estenuanti, in più aveva letteralmente il bisogno fisiologico di un cheeseburger.

Ne pregustava già il sapore mentre afferrava le chiavi della sua Impala, diretto al garage, quando una figura snella e completamente immobile comparve nella sua vista periferica. Sobbalzò, con un po’ troppa ferocia, e riconobbe quel ragazzino dai capelli e occhi chiari che aveva cresciuto come un figlio.

Provò diverse emozioni tutte insieme: sollievo, ansia, rabbia, gioia, angoscia, furia. E quell’ultima la fece da padrona.

«Maledetto figlio di--»

«Jack!» lo interruppe Sam, sbucando da chissà dove con un sorriso fin troppo solare per i gusti di Dean.

Il ragazzo alzò la mano destra in quel modo strambo e meccanico che faceva imbestialire Dean, ed accennò un timido sorriso. «Ciao!»

«Da dove diavolo arrivi? E perché diavolo non ci hai risposto ieri? Ti abbiamo chiamato per ore, Jack, per ore!» Il tono di voce di Dean era fuori controllo, sprizzava rabbia e frustrazione, tanto forti e prepotenti che il sorriso di Jack si spense immediatamente, lasciando spazio alla confusione.

«Avevo… delle cose da fare. Mi dispiace,» rispose semplicemente il nuovo Dio, e Dean volle prenderlo a pugni seduta stante.

Sam, da bravo Winchester razionale, intercettò il fratello. «Siamo felici che tu sia qui. Abbiamo bisogno di un piccolo favore.»

Jack spostò lo sguardo da Dean a Sam, concentrato e pronto ad accettare qualsiasi richiesta provenisse da uno dei membri della sua famiglia.

«Devi salvare Cas dal Vuoto,» ordinò Dean, perentorio.

Jack li fissò entrambi, mentre la confusione si dipingeva sul suo viso angelico. «Non capisco. Cas non è più nel Vuoto.» Sam e Dean non risposero, spiazzati. Jack continuò: «È stato il primo che ho riportato indietro. Pensavate davvero che l’avrei lasciato lì? Dopo tutto quello che ha fatto per me?»

L’innocenza della domanda non passò inosservata e Dean si sentì quasi uno stupido per aver dubitato di nuovo del ragazzo. Quasi.

«Bene, allora.» intervenne Sam, confuso. «Dov’è? E perché non è venuto ad avvisarci?»

«Immagino che voglia passare del tempo da solo. Oh, però ha detto che comunque mi aiuterà con i miei nuovi poteri!» annunciò con un gran sorriso.

Dean voleva ammazzarlo.

Dean voleva ammazzare Cas e Jack.

E voleva ammazzare anche Sam, che aveva risposto al sorriso contagioso di Jack, non comprendendo che tutta quella situazione era completamente assurda.

«Porca puttana. Okay, ragazzo, tu ora porti il culo piumato di Cas qui e subito e poi puoi andare a giocare al nuovo Dio onnisciente e onnipresente quanto vuoi. D’accordo?»

«Temo di non poterti accontentare, Dean. Cas mi ha chiesto di non coinvolgervi, e io rispetterò la sua decisione.»

«Tu rispetterai--» il maggiore dei Winchester stava velocemente raggiungendo un punto di non ritorno.

«Okay, grazie mille, Jack. Anche noi rispetteremo la sua decisione,» disse Sam, lanciando un’occhiataccia al fratello.

Dean non riusciva ancora a crederci.

«Devo andare, adesso. Ho molto lavoro da fare, perciò non credo di riuscire a tornare tanto presto. Ma vi terrò aggiornati!» Disse, infine, e sparì nel nulla, veloce e silenzioso come al solito.

«Dean--»

«Sta’ zitto, Sam. Sta’ solo-- sta’ zitto.»





 


Nota dell'autrice: OMMIODDIO SONO TORNATA DOPO DUE ANNI I CAN'T BELIEVE I'M STILL HERE
Ok, mi calmo. Come va? Tutto ok? Famiglia? Lavoro? Sarei davvero interessata a sapere come sono cambiate le vostre vite in questo tempo in cui sono mancata ma, ehi, abbiamo un finale di serie da sistemare perché quello ufficiale ci ha fatto letteralmente cagare. Vero? Vero???
Tornando seri, questa storia nasce da due menti poco sane, la mia e quella di Julsss, che senz'altro conoscete e ricordate per l'angst infinito che amava mettere nelle sue storie. Siamo state male dopo il finale, la 15x20, perché veder concludere una serie di 15 anni con un episodio pieno di buchi di trama e stronzate wincestare ci ha davvero devastate.
La storia è già scritta e non attenderete molto per la pubblicazione. Spero solo che possa piacervi il finale che IO avrei preferito.
Peace and Love <3

   
 
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