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Autore: Natsumi92    21/11/2020    3 recensioni
Post 15x19 - Faremo tutti finta che la 15x20 non sia mai esistita.
TRAMA: Chuck è stato sconfitto. Jack è il nuovo Dio, mentre Sam e Dean possono finalmente essere gli artefici del loro destino. E la prima cosa che Dean farà, da uomo libero, sarà proprio quella di salvare il culo piumato del suo migliore amico.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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CAPITOLO 2 - I always come when you call

 

«Dean, per favore, apri la porta.»

Era passata ormai qualche ora dalla comparsa di Jack e dalla sua assurda rivelazione, e Dean ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che Castiel non volesse incontrarlo, o comunque annunciare di essere ancora vivo.

Cosa aveva sbagliato? Dean ripensò al giorno in cui l’angelo si era sacrificato per lui, si ricordò chiaramente di non avergli risposto, di non averlo rifiutato e di non aver detto o fatto nulla che potesse, in qualche modo, offendere il suo migliore amico. Certo, ci aveva messo un po’ a metabolizzare il senso delle sue parole, ma chi ci sarebbe riuscito facilmente? Dean non aveva la più pallida idea del fatto che gli angeli potessero amare così incondizionatamente e, soprattutto, che qualcuno potesse amare lui: un essere umano danneggiato, con la lingua biforcuta ed un’insana passione per crostate e riviste porno. Nessuno lo aveva mai amato così, a parte la sua famiglia, e ciò era sempre stato un boccone difficile da mandar giù.

Il cacciatore voleva solo avere la possibilità di parlare con Cas e spiegargli che ovviamente accettava i suoi sentimenti, e non l’avrebbe mai giudicato per questo.

E se invece…? Se la confessione di Castiel fosse servita solo a pulirsi la coscienza prima di morire? E se Castiel non pensasse davvero ciò che gli aveva detto? 

Amore e dedizione erano sempre stati sentimenti fuori dalla portata di quegli stronzi soldati di Dio, perciò quasi sicuramente quelle parole erano state tutta una bugia, una dolce bugia d’addio.

E Dean accettò quella conclusione, più facilmente di quanto potesse aspettarsi.

Aprì la porta della sua stanza, alla fine, dopo i continui richiami di suo fratello. Dean fissò le proprie scarpe mentre Sam rimase in attesa.

«Dovremmo cercare del lavoro da fare,» sentenziò il maggiore.

 

I due fratelli caddero in una routine quasi maniacale: Sam si svegliava all’alba ogni mattina per la sua solita corsetta e Dean se la prendeva più comoda per preparare la colazione. Il minore manteneva i contatti con tutti i cacciatori della zona, con Bobby, Jody e Donna, aiutandoli il più delle volte con la soluzione di qualche caso di poca importanza. E si rese conto, stranamente, che nessun mostro, vampiro, licantropo, fantasma, o altro, aveva fatto la sua comparsa dalla fine di Chuck. Pensò che si trattasse di fortuna, di uno strano scherzo del destino; che tutti i mostri avessero percepito il bisogno dei fratelli Winchester di riposarsi? Sam non ne era convinto, ma gli sembrava l’unica soluzione plausibile.

Dean, intanto, passava la maggior parte del tempo in città. Guidava Baby, faceva la spesa, si occupava di mantenere vivi i rapporti con gli abitanti di Lebanon e non pensava assolutamente a Cas e al suo silenzio-stampa. O almeno ci provava.

Dopo pranzo si sedeva davanti al computer alla disperata ricerca di un caso sospetto di omicidio o di sparizione, ma neanche lui aveva granché fortuna.

Solo due settimane dopo, qualcosa attirò l’attenzione del maggiore, mentre sondava le notizie di cronaca dei giornali online: a Toulon, Illinois, tre giovani studentesse dello stesso liceo erano state trovate senza vita nella loro rispettiva cameretta, con delle strane incisioni sul petto.

«Ehi, Sammy! Ho qualcosa che potrebbe fare al caso nostro!» annunciò trionfante Dean, attirando l’attenzione di Sam, seduto di fronte a lui.

«Di che parli? Cos’hai trovato?»

«Guarda qua!» Poi girò il laptop nella direzione dell’altro, che lesse in fretta.

«Sono otto ore di strada da qui. Dovremmo riuscire ad arrivare domani mattina, se partiamo adesso.»

Non fece neanche in tempo a finire di parlare, che Dean era già balzato in piedi con le chiavi dell’Impala in una mano e un sorriso da ebete stampato in faccia.

«Che aspettiamo, allora?»

 

Sfortunatamente, dopo aver interrogato parenti e amici delle ragazze, il preside della scuola e i relativi insegnanti, i fratelli furono sempre più convinti che gli omicidi erano frutto della mente malata di un essere umano qualsiasi, perché non riuscirono a trovare assolutamente niente che potesse far pensare a qualcosa di soprannaturale.

Con grande delusione di Dean però, Sam decise comunque di provare a trovare l’assassino, così da salvare future possibili vittime.

E fu in quel momento che al biondo venne un’idea malsana e, senz’altro, poco efficace: voleva provare a pregare Cas affinché potesse dar loro una mano col caso. Dean, ovviamente, ne avrebbe approfittato per rivederlo e per parlargli.

Una volta rientrato in motel, dopo che Sam gli aveva detto che avrebbe continuato a fare qualche ricerca da solo, Dean decise di sistemarsi sullo scomodo letto e chiuse gli occhi, concentrandosi.

«Ehi, Cas? Come va?» fece una pausa, deglutendo. «Ascolta, so che hai deciso di rimanere fuori servizio per un qualche strano motivo che ancora non riesco a comprendere, ma, che ne diresti di portare il culo qui e darci una mano con questa serie di omicidi?»

Neanche lui avrebbe creduto alle sue stesse parole: non era mai successo, in dodici anni, che Dean pregasse Cas per aiutarlo a risolvere un caso, certo del fatto che l’angelo non sapesse bene come comportarsi. Dean aveva sempre alzato gli occhi al cielo quando lo vedeva concentrarsi e fingere di essere un agente dell'FBI, perché riusciva sempre, in ogni situazione, a dire o fare qualcosa di sospetto o fuori luogo. Preferiva lavorare da solo, piuttosto che fare da baby sitter al suo partner angelico.

Tuttavia, Cas poteva anche sembrargli poco sveglio, ma non era di certo stupido. Era più che ovvio che Dean stesse spudoratamente mentendo in quel momento per attirare l’attenzione dell’angelo e sapeva benissimo che non gli avrebbe risposto nemmeno in quel caso.

Ma tentar non nuoce, pensò, continuando a pregare.

Quando decise di arrendersi, però, non si fece sfuggire un bel “Vaffanculo, Cas” urlato al vuoto.

 

§


 

Castiel era immobile con lo sguardo rivolto all’orizzonte. Era in piedi su un pontile, di quelli che si affacciano su un grande lago circondato da una vasta distesa di vegetazione.
Era già stato lì, ormai quasi un decennio prima, anche se il posto non era propriamente lo stesso: una volta era entrato in uno dei sogni di Dean e l’aveva visto seduto su un pontile molto simile a quello, intento a pescare e a godersi il silenzio attorno a sé. L’angelo era riuscito dunque a trovare un posto sulla Terra che era praticamente la copia carbone del sogno del cacciatore. Castiel aveva pensato che quel luogo fosse molto significativo, perché non avrebbe mai immaginato che un uomo così tormentato come era Dean, potesse fare dei sogni così pacifici e rilassanti. Sapeva che aveva degli incubi, qualche volta, ma la contrapposizione tra quel sogno e gli incubi legati all’Inferno, l’aveva in qualche modo affascinato. 

Le preghiere di Dean le sentiva sempre: quando l’aveva afferrato e tirato fuori dall’Inferno, quando era stato in Purgatorio, quando si trovava dall’altra parte del pianeta alla ricerca di qualcosa di utile che potesse aiutare i fratelli Winchester a salvare il mondo per l’ennesima volta.
Non aveva, nemmeno una volta, perso una delle sue preghiere e l’ultima che gli aveva rivolto in Purgatorio -- qualche mese prima -- era stata quella che l’aveva convinto del fatto che amare Dean Winchester fosse la cosa giusta da fare. Era sempre stata la cosa giusta da fare, perciò aveva smesso di vergognarsene. Aveva capito, quel giorno, mentre aspettava Dean davanti al varco, che la sua felicità -- la sua vera felicità -- era morbosamente ed inevitabilmente legata a Dean Winchester. E quando Dean gli aveva detto che doveva parlargli, Castiel l’aveva zittito, perché vederlo aprire il suo cuore davanti a lui avrebbe senz’altro spinto l’angelo a confessare il suo amore. Sarebbe stata la sua fine. E quello non era ancora il momento giusto per farlo.

Poi, si era sacrificato per lui, salvandolo da Billie.

Non prima di aver detto “Ti amo”.

Non prima di accettare che Dean non avrebbe mai ricambiato.

Ma non gli era importato in quell’attimo, perché sarebbe comunque sparito e non l’avrebbe più rivisto. La cosa importante era solo salvare Dean.

Le cose, però, non vanno sempre come ci si aspetta; infatti, Jack, con uno schiocco di dita, l’aveva tirato fuori dal Vuoto e l’aveva liberato dalle catene che lui stesso si era messo ai polsi.

“Perché?” gli aveva chiesto.

“Sei mio padre, non ti avrei mai lasciato lì” aveva risposto.

Castiel era contento di essere tornato e avrebbe dedicato la sua intera esistenza a Jack, come aveva promesso a sua madre. Semplicemente non si sarebbe mai aspettato di poter rivedere Dean dopo quella dichiarazione. Era una cosa fuori dal suo controllo e non aveva la più pallida idea di come gestirla.

Avvertì un fruscìo di ali alle sue spalle, ma non si girò perché aveva chiaramente capito chi lo avesse raggiunto.

«Ciao, Cas!» la voce allegra del suo figlio adottivo gli provocò una dolce e calda sensazione all’altezza della pancia. Sorrise tra sé ed aspettò che il giovane gli si affiancasse.

«Ciao, Jack. Ti trovo in forma,» disse, cauto.

«Sono stato dai Winchester qualche giorno fa. Vorrebbero rivederti.»

Il cuore gli balzò nel petto a quelle parole, perché sapeva che quel “vorrebbero” nascondeva l’implicazione che era Dean quello che stava insistendo.

Sospirò. «Sì, lo so, avverto le loro preghiere. Come ti ho già detto, però, non me la sento di tornare al Bunker adesso.»

Jack, come se non l’avesse notato prima, si guardò attorno, pensieroso. «Che posto è questo?»

«Un posto che mi ricorda i bei tempi andati,» ridacchiò, malinconico.

«Ti ricorda Dean?»

Castiel fece scattare la testa nella direzione del ragazzo e lesse compassione nel suo sguardo. Lo fece sentire vulnerabile. «Mi ricorda Dean,» confermò, infine, con un sospiro. «Prima di essere portato via dal Vuoto, gli ho detto che lo amavo praticamente da sempre. Lui non mi ha risposto ed immagino che il motivo fosse che non avrebbe ricambiato in ogni caso. Dean è un essere speciale, altruista e coraggioso e, come ben sai, prova sentimenti in modo amplificato e ingestibile. Temo che le mie parole lo abbiano turbato, perciò ho paura di sentire cos’ha da dire.» 

L’angelo non aveva guardato Jack nemmeno una volta mentre parlava; forse perché temeva il suo giudizio o, forse, perché aveva paura che potesse sbattergli in faccia una verità troppo dolorosa da sopportare.

Ma Jack si limitò ad annuire, pensandoci su per qualche secondo. L’espressione corrucciata del suo figlioccio si contrapponeva all’aura di potere e immensità che circondava la sua anima. Poi, rispose, cogliendolo di sorpresa: «Le tue sono solo ipotesi, Cas. Non potrai mai essere sicuro al cento percento di ciò che Dean pensa o prova, non finché non glielo chiederai direttamente. In questo caso, nascondersi non mi sembra la soluzione ideale.»

La consapevolezza lo colpì in pieno, come la semplicità delle parole di Jack, che lo sconvolsero profondamente. Castiel non era coraggioso come lo era Dean e aveva sempre invidiato il cacciatore per questa sua qualità. Eppure, sentiva come se fosse arrivato il momento di cambiare le cose, di provare ad essere coraggioso come Dean, sprezzante del pericolo e pronto ad accettare qualsiasi situazione gli si potesse presentare davanti. Dopo dodici anni in cui Dean l’aveva cambiato, si rese conto che c’era ancora qualcosa che doveva sistemare di se stesso. E ringraziò Jack per averlo aiutato a capire.

«Hai ragione,» disse, semplicemente. E Jack sorrise, fiero di se stesso.

«Ehi, Cas. Avrei bisogno del tuo aiuto per una cosa, comunque.»

«Ma certo, tutto quello di cui hai bisogno. Sono qui per questo.»

«Voglio costruire un nuovo Paradiso.»





 


Nota dell'autrice: Buonasera e buon sabato, Hellers <3 Come promesso, il nuovo capitolo è qui e mi sento come se avessi corso una maratona o come se avessi appena partorito un Nephilim ç_ç È stata dura, sia perché abbiamo due POV diversi e sia perché descrivere attentamente i pensieri e le emozioni dei personaggi non è mai stato il mio forte. Ho avuto parecchia difficoltà! Ma per fortuna Julsss esiste e mi ha supportato e corretto e dato sempre ottime idee, anche se aspettare i suoi audio su whatsapp è peggio che aspettare i risultati di un esame universitario. I WANT TO DIE.
Ci tengo davvero tanto che questa storia esca fuori decentemente e, soprattutto, che possa piacervi. Lasciatemi una recensione con i vostri pensieri, se vi va, in modo tale da spronarmi a continuare.
Spoiler prossimo capitolo: DEAN E CAS SI INCONTRANO RIP ME

 

   
 
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