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Autore: prongfoot    21/11/2020    3 recensioni
“Che c’è Potter?!” chiese lei seccata dopo averlo colto di nuovo a fissarla.
“Le lezioni non sono neanche iniziate e tu già studi…” disse il ragazzo divertito.
“Si dà il caso che ad alcuni di noi interessi davvero quello che studiano e non riescono ad ingannare i professori con un bel sorriso…”
“Beh, Minerva è immune al mio bel sorriso. Cosa credevi di essere l’unica a non voler venire ad Hogsmeade con me?”
Lily si lasciò scappare un sorriso.
“EVANS!”urlò James “Tu stai ridendo ad una mia battuta!”
“NO POTTER!” rispose lei reprimendo la risata “Ridevo all’idea della McGranitt che non si lascia incantare da te come tutti.”
“Dì quello che vuoi ma tanto lo so che prima o poi ti innamorerai di me…”
“Sogna Potter, è l’unica cosa che potrai fare…” disse lei ricordandosi di non lasciarsi ingannare, quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dorcas Meadowes, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Dorcas/Sirius, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ragazze, ci scusiamo immensamente per aver abbandonato per un po’ questa storia che amiamo immensamente. La nostra vita è stata piena di turbolenze, nonostante ciò spero che tutte voi abbiate ancora voglia di sapere cosa succede ai nostri malandrini. Troverete qualche citazione presa in prestito.
Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
 
 
But if the world was ending
You'd come over, right?
You'd come over and you'd stay the night
Would you love me for the hell of it?
All our fears would be irrelevant

 
 
 
 
 
 
 
Lumacorno entrò sorridendo sotto i baffi da tricheco e si posizionò dietro la cattedra, aspettando che i ragazzi prendessero posto.
Sul tavolo si trovava un enorme calderone con un contenuto non ancora identificato al suo interno, il professore lo guardava soddisfatto mentre faceva segno agli studenti di avvicinarsi per osservaro meglio.
-Buongiorno, miei cari - li accolse guardandoli uno ad uno - Questo non fa parte della lezione ma è un preparato per il Ministero…mi chiedevo se qualcuno di voi sapesse dirmi di cosa si tratta…
Le mani di Severus e di Lily saettarono immediatamente in aria, i due si guardarono vicendevolmente notandolo, ma la ragazza lo aveva preceduto di qualche secondo.
- Signorina Evans? - sorrise l’omaccione compiaciuto.
- Credo sia Amortentia, signore – rispose prontamente la ragazza appena il professore le diede parola.
- Ottimo lavoro ragazza mia! Cinque punti a Grifondoro! - disse, mentre i compagni guardavano Lily con ammirazione e gratitudine - E sapresti anche descrivermene gli effetti?
- Crea un’ossessione romantica ma non il vero amore, che è impossibile da ricreare artificialmente - rispose la ragazza sicura, provocando un altro sorriso orgoglioso sul volto di Lumacorno - assume un odore differente seconda i gusti e le preferenze della persona con cui entra in contatto e assumendo l’aroma di ciò che la attrae maggiormente.
- Molto bene signorina, eccellente come sempre… - esclamò il professore – Potrei chiederle, se non oso troppo, cosa sente lei? -
Lily, leggermente imbarazzata, si avvicinò all’intruglio, respirando il profumo a pieni polmoni, le era così familiare e pure non riusciva ad associarlo a qualcuno in particolare, riusciva solo a ricollegarlo a delle sensazioni felici, incredibilmente felici…eppure c’entrava qualcuno, come quando si sogna una persona e non se ne ricorda il volto.
-Io, personalmente, sento odore di pioggia appena caduta e di muschio. - concluse la ragazza.
Tutti gli studenti si avvicinarono al calderone incuriositi, per vedere cosa riuscivano a sentire, James non fu sorpreso nel sentire odore di lavanda, quell’odore che aveva sempre associato a Lily.
- Va bene, va bene… - richiamò il professore i ragazzi che sembravano incantati dal miscuglio - La lezione di oggi prevede altro! - tagliò corto Lumacorno mentre gli studenti distoglievano finalmente lo sguardo dalla pozione per puntarlo sul professore - Prepareremo una pozione invecchiante!
- Ma signore… - ribatté Dorcas - La pozione invecchiante necessita di un intero ciclo lunare per essere preparata, con la somministrazione di mezzo litro d’acqua al giorno! – rispose la ragazza mostrandosi perplessa.
- Ha ragione signorina Meadowes, intervento brillante - la guardò lui fiero - Per questo arriverete fino a farle assumere la tipica colorazione verdognola, per poi fermarvi – concluse sogghignando sotto i lunghi baffoni.
Lily annuì verso il professore, armandosi del libro di pozioni e dirigendosi verso gli scaffali polverosi per recuperare tutti gli ingredienti, passandoli a Sirius che sembrava far fatica a reggere tutto, per poi tornare alle loro postazione per iniziare la preparazione.
Lily iniziò a far bollire il succo di zucca aspettando che questo perdesse la densità per aggiungere il pepe rosa e verde.
Sirius stava per compiere quest’ultimo passaggio quando la sua mano, che reggeva il pepe, venne prontamente bloccata da Lily.
- No Black! – urlò lei – Vanno aggiunti contemporaneamente…vuol dire insieme, se non ti fosse chiaro.
- Oh andiamo Evans, cosa vuoi che cambi? - sbuffò il moro seccato.
- Lo hai detto anche l’ultima volta e poi è esploso un calderone - gli ricordò lei, facendolo scoppiare a ridere con la sua solita risata simile ad un latrato.
Lily stava continuando a svolgere minuziosamente ogni passaggio, rimproverando Sirius per gli errori di distrazione che compieva, ma per il momento sembrava andasse tutto bene.
-Lils? - chiamò Dorcas, con i capelli neri leggermente arruffati per il vapore, chiamandola dalla postazione dietro di lei assieme ad un disperato James - Non capisco questo passaggio…
-Aspetta ora arrivo. - disse Lily per poi rivolgersi a Sirius- Tu adesso devi solo tritare FINEMENTE lo stridiosporo e il tranello del diavolo e versarlo, intesi? - chiese lei poco convinta, ricevendo un pollice alzato in segno di consenso.
Lily si avvicinò a Dorcas, che le stava spiegando i suoi dubbi, confrontandosi su come procedere mentre James cercava di dare la sua opinione, venendo completamente ignorato dalla due streghe, che continuavano a tagliuzzare gli ingredienti.
Sirius aveva eseguito l’ordine di Lily e leggendo che mancava solo un ultimo passaggio, decise di procedere senza il suo consenso, aggiungendo un capello di troll alla pozione giallognola, che con suo grande orrore, cominciò ad assumere consistenza gelatinosa.
- Lily… - chiamò lui con voce allarmata, facendola avvicinare al calderone, che guardò con enorme disappunto.
- Black, per Merlino, cosa cavolo hai combinato?!
- Ho solo aggiunto il capello di troll, come prevedeva la ricetta…- disse il ragazzo, infilando un mestolo all’interno della strana sostanza che continuava a ribollire.
- Hai aspettato che la pozione diventasse verde? - chiese lei alzando un sopracciglio e notando l’espressione colpevole del ragazzo ebbe la sua risposta- Sirius dobbiamo immediatamente rimediare!
- Andiamo Evans, che vuoi che succeda… -disse lui appoggiandosi al tavolo sorridendo, sorriso che scomparse poco dopo dal suo viso nel vedere che la sostanza gelatinosa aveva iniziato a gonfiarsi fino a scoppiare, dritta su di loro.
- Ecco cosa succede Black! - commentò la ragazza nervosa, togliendosi con una mano i residui della pozione dalla guancia, mentre Dorcas e James ridevano a crepapelle e con loro, anche il resto della classe.
-Evans, il giallo ti dona! - ironizzò James.
- Potter, ti donerebbe anche il segno delle mie cinque dita sulla guancia! - lo fulminò lei.
- Ragazzi - li chiamò Lumacorno, che sembrava essersi accorto solo in quel momento del disastro - Ma cosa…
- Mi scusi, signore - rispose subito Sirius, bloccando Lily che stava per parlare - E’ tutta colpa mia, ho aggiunto il capello di Troll prima del dovuto…
- Non preoccupatevi! -disse il professore serenamente - Prima di questo piccolo, e comune, errore tutto procedeva per il meglio, quindi vi darò l’opportunità di svolgere nuovamente il lavoro, ma prima…andate a darvi una pulita.
I ragazzi ringraziarono Lumacorno e poi si diressero fuori dall’aula per cercare di sistemare quel disastro che avevano al posto della divisa.
- Maledizione - esclamò Sirius cercando di districarsi i capelli appiccicosi - Non verrà mai via…
- Coraggio, muoviti - lo strattonò Lily, conducendolo nel bagno delle ragazze, dove, avvicinandosi al lavandino, iniziò a passare dell’acqua sulle ciocche intricate.
-Evans, mi sorprendi, mi fai infrangere le regole portandomi nel bagno delle ragazze…- commentò reclinando la testa per rendere più agevole il compito alla compagna.
-Come se fosse la prima volta, Black- lo rimbeccò lei, facendolo ridere divertito.
- Beh, quei tempi sono finiti…- divenne improvvisamente serio.
- Lo spero per te - rispose la ragazza minacciosa, recitando qualche incantesimo per far sapere definitivamente la sostanza gialla dai capelli pece del ragazzo.
- Grazie mille Evans! - disse mesto il ragazzo, notando che, con suo grande sollievo, i suoi capelli erano tornati alla normalità - E comunque ero serio poco fa – Lei lo guardò con sguardo interrogativo.
- Sull’essere cambiato - rispose lui sicuro – Lily lo so che non hai motivi per fidarti di me, così come Dorcas non ne aveva quando ha scelto di darmi un’altra possibilità, però lo ha fatto e ho bisogno che lo faccia anche tu.
- Che ti importa di quel che penso Black? – chiese lei, colpita però dalle parole del ragazzo.
- Tu sei la migliore amica di Dorcas e so quanto è importante per lei avere la tua benedizione. Lo so che in passato sono stato un vero stronzo ma ti assicuro che adesso sto cercando di riparare ai miei errori, solo permettimi di farlo, permettimi di dimostrarti che posso essere la persona che merita di stare al fianco di Dorcas, o almeno, permettimi di provarci, perché, fidati, tenterò con tutte le mie forze di esserlo. Tutti continuano a dirmi quanto siamo simili io e te, allora forse riuscirai a capire quanto significhi per me parlarti a cuore aperto – disse tutto d’un fiato, cercando di esprimere al meglio il concetto e pregando che Lily capisse nonostante il suo essere così testarda,
-Lo capisco - disse lei, convinta - e ti credo, per quanto mi sia difficile, ma ti giuro che se la fai soffrire… - continuò puntando l’indice contro il ragazzo.
- Si lo so, lo so, mi affatturi. - terminò la frase sorridendo sornione.
- Sai cosa non capisco? – continuò lei retoricamente, cominciando a pulirsi i vestiti sporchi – Come un ragazzo brillante come te, in tutte le materie con il minimo sforzo, possa essere così incapace in pozioni!
- Nelle altre materie non ci sono regole ferree da seguire! - rispose lui guardandola – Incantesimi, trasfigurazione, mi escono naturali…pozioni invece, ci sono dei passaggi incredibilmente dettagliati da seguire ed io mi perdo, non è il mio genere…
- Seguire delle regole intendi? – chiese lei divertita, facendo ridere il ragazzo a sua volta.  Lily invece lo trovava rassicurante, avere un canovaccio da seguire, doveva solo leggere attentamente ed era fatta.
-Tu non conti Evans! – la bloccò lui – Tu sei brillante, qualunque cosa tu faccia. Dal preparare una pozione perfetta, a portare a termine il più complicato degli incantesimi e a far diventare il mio migliore amico un pappamolle innamorato - concluse lui, facendola arrossire.
- Penso che sia meglio rientrare, abbiamo un compito da terminare. - disse lei, intimandolo ad uscire.
- Lily - la richiamò lui prima di uscire dal bagno – Io faccio sul serio con Dorcas e so che ti è ancora difficile fidarti di me ma io non mi lascerei mai scappare la cosa più bella che mi sia mai successa.
-Sirius, so che non saresti mai così stupido da farlo. - asserì lei.
-Beh, non essere stupida e orgogliosa anche tu…parlo per esperienza personale. - concluse, superandola ed uscendo dal bagno, lasciandola interdetta sulla soglia.
 
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Dorcas e James stavano guardando soddisfatti la pozione, la quale aveva proprio il colore corretto, avevano perfino ricevuto i complimenti da Lumacorno.
-Beh, con Sirius che mette fuorigioco la Evans ad ogni lezione ed io accoppiato con una delle studentesse più talentuose della scuola… di questo passo saremo due pozionisti provetti! - commentò lui, facendo ridere divertita Dorcas.
-Non ti ho mai vista così felice come negli ultimi giorni Cassie… - affermò il ragazzo, facendo riferimento al suo comportamento ancora più gioviale del solito.
- E’ perché non sono mai stata così felice prima James! - confermò lei, sentendosi il cuore inondato da una sensazione di felicità
James stava per ribattere quando dei colpi alla porta interruppero la loro conversazione: la professoressa McGranitt giaceva sulla porta.
-Horace - disse lei attirando l’attenzione del professore - Scusami se ti disturbo, mi occorre un attimo il signor Potter - la sua voce era seria, proprio come il suo sguardo.
- Ma certo Minerva, il ragazzo ha appena portato a termine una perfetta pozione quindi non c’è alcun problema…
La donna rivolse un flebile sorriso a Lumacorno, per poi uscire dalla classe aspettando il ragazzo fuori. James cominciò a crucciarsi pensando a quale guaio avesse combinato stavolta, forse avevano scoperto della scampagnata alla testa di porco di qualche sera precedente, o forse di qualche scherzo tirato ai Serpeverde…
- Professoressa - iniziò James avvicinandosi - Se è per qualcosa che ha detto Mulciber le assicuro che…
- Non si tratta di questo, Potter. - lo interruppe tristemente - Seguimi nell’ufficio del preside, ne parleremo lì.
James cominciava a preoccuparsi, la McGranitt non sembrava affatto arrabbiata, sembrava estremamente addolorata, e non aveva voluto proferire parola.
Il ragazzo la seguì a testa bassa attraverso i corridoi silenziosi, fino a giungere davanti ai massicci gargoyles di pietra a guardia della scala a chiocciola, che portava all’ufficio di silente.
-Scarafaggi a grappolo - esclamò la professoressa causando il movimento della scalinata che li condusse dinnanzi la porta della presidenza.
James non appena entrò nell’ufficio notò il preside in piedi accanto ad una donna, che si teneva la testa tra le mani per nascondere i rumorosi singhiozzi.
Quando i due notarono la presenza di altre persone nell’ufficio alzarono lo sguardo e James poté finalmente vedere il volto di sua madre, rigato dalle lacrime.
Il ragazzo sentì la terra crollare sotto ai suoi piedi, precipitandosi al capezzale della donna, asciugandole dolcemente le lacrime.
-Mamma! - sussurrò lui colmo di preoccupazione – Che è successo?
-Oh Jamie, tu non dovevi vedermi così… - provò a dire lei, per poi scoppiare di nuovo a piangere, accarezzando delicatamente i capelli del figlio.
James apprese la notizia come se qualcuno gliel’avesse urlata da chilometri e chilometri di distanza. Non era possibile. L’uomo che l’aveva cresciuto, che lo aveva sempre incitato a combattere, ad essere un uomo migliore. Non riusciva a immaginare l’immagine di quell’uomo che aveva sempre ritenuto così forte, spezzato da un fascio di luce verde.
-Charlus Potter è stato ucciso da Voldemort in persona – disse Malocchio, accorso lì assieme a Dorea. – mi dispiace, ragazzo – disse in tono burbero, ma sincero – ma ciò deve spingerti a comprendere quanto la situazione sia ormai diventata ingestibile. So che sei un uomo valoroso e pieno di talento…questo è il momento di dimostrarlo. – disse guardandolo solenne e porgendogli una pergamena tra le mani.
Ma James non riusciva ad ascoltarlo. Non riusciva ad immaginare un mondo senza suo padre, e poi avrebbe tanto voluto urlare in faccia a quell’uomo che se Voldemort era riuscito a portarsi via un mago così potente, che speranze avrebbe avuto un ragazzino di diciassette anni? E, inoltre, gli sembrava quello il momento giusto per dirgli quelle cose? Sentì un’insormontabile rabbia montare dentro di lui.
-James, tesoro… - sussurrò Dorea ancora spezzata dal dolore – tuo padre era…
-So cos’era mio padre, mamma – trovò finalmente il coraggio di proferire parola, attirando l’attenzione di un mesto Albus Silente che fino a quel momento era impegnato ad avvisare il resto dei conoscenti riguardo la triste notizia. – Mio padre era un uomo giusto. Era un combattente, sempre pronto a mettere a rischio la propria vita per proteggere gli altri. Mio padre era un eroe, era il mio eroe fin da bambino, ed ora… - disse sospirando dall’ira – non riesco nemmeno a dirlo. Non la tratti come una notizia di giornale. Non mi chieda di prendere il suo posto. Nessuno potrà esserne all’altezza. – concluse urlando e uscendo dall’ufficio, lasciando dietro di se’ un’atmosfera colma di dolore.
-Sta reagendo. – annuì Silente spezzando il silenzio - Deve accettare il dolore, e lo sta facendo con estremo coraggio. E’ un uomo degno di suo padre. – concluse sorridendo dolcemente a Dorea, che per la prima volta, alzò lo sguardo, fiera dell’uomo che aveva avuto accanto.
 
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Sirius dopo aver ricevuto l’infausta notizia se ne stava seduto sul suo letto, nel Dormitorio maschile. Aveva il fiato corto, per questo aveva spalancato le finestre, respirando l’aria gelida a pieni polmoni. Nella sua mente era vivida l’immagine di James che scappava dall’ufficio di Silente e di Dorea che in lacrime lo abbracciava sussurrandogli: “Lo abbiamo perso Sir, Charlus ha combattuto fino all’ultimo. Pensa tu a Jamie…”
Quell’uomo era stato per lui la figura più vicina possibile ad un padre.
Charlus l’aveva da subito accolto e trattato come un figlio, non l’aveva mai fatto sentire un estraneo. Non era indiscreto, era gentile, aveva interesse nel conoscere la storia delle persone e se ne prendeva cura, guadagnandosi la fiducia di chiunque lo conoscesse. Era un membro dell’ordine, uno dei più valorosi in effetti, spiccava in astuzia, estremamente coraggioso. Era un esempio per i due ragazzi. E adesso non c’era più.
Un forte brivido percorse la schiena del ragazzo, che si strofinó gli occhi che gli pizzicavano. Vivere in un mondo senza Charlus Potter era una cosa che solo a dirla sembrava surreale, non solo perché in un momento così difficile avevano perso un valoroso combattente, ma perché il solo pensare che non avrebbe mai più rallegrato le giornate di tutti con quelle sue battute esilaranti e quei modi incoraggianti, era un colpo sordo al cuore per tutti.
- Sirius - lo chiamó Remus entrando nella stanza, anche lui con gli occhi lucidi ma con voce ferma - Noi...ci dispiace - disse avvicinandosi al ragazzo poggiandogli una mano sulla spalla.
Il ragazzo annuì, evitando di guardarlo.
 - Noi siamo di sotto, se hai bisogno di parlare, di qualsiasi cosa. Per te e per James. Siamo con voi, volevo solo ricordarti questo. - disse con voce rotta.
Sirius lo guardò e gli rivolse uno sguardo colmo di gratitudine, per poi tornare a guardare al di là della finestra. Ma a Remus bastò, così chiuse la porta e assieme agli altri tornò a sedersi in Sala Comune.
 - Come sta? - chiese Dorcas ancora profondamente scossa e preoccupata per l’amico e per il suo ragazzo
- Credo stia cercando di metabolizzare...sa che ci siamo, questo è quello che volevo trasmettergli. - concluse Remus versandosi una tazza di the bollente che il Preside aveva mandato per i ragazzi.
- James? Qualcuno sa dov’è? - chiese Peter con voce mesta e asciugandosi le guance ancora umide.
Lui era così, non aveva paura di mostrarsi vulnerabile accanto ai suoi amici.
- Dopo che ha lasciato l’ufficio di Silente nessuno ha avuto più notizie. Abbiamo cercato ovunque, ha anche la Mappa con se’. Però Alice mi ha detto che Lily è andato a cercarlo, probabilmente sa dove potrebbe trovarsi - disse Frank mentre beveva distrattamente dalla tazza.
Ci fu un momento di silenzio, mentre tutti guardavano le fiamme scoppiettanti del camino, in un turbinio di emozioni. Dolore, tristezza, paura, ma soprattutto sentendosi impotenti nel non riuscire davvero concretamente ad aiutare i loro migliori amici.
- Credete che dovremmo andare anche noi? - chiese Peter un po’ titubante, conosceva James e sapeva che in momenti come quelli voleva stare da solo.
- Credo che dovremmo lasciargli un attimo...se entro un’ora non è qui, andiamo anche noi. Ma se lo conosco abbastanza, per quanto ci vuole bene, credo che la Evans sia l’unica persona che voglia vedere in questo momento. Neanche Sirius è ancora andato a cercarlo, credo che voglia assimilare la notizia prima di poter rendersi di conforto per Jem - ammise Remus, sperando in cuor suo di aver ragione.
Non voleva che l’amico si isolasse, ma voleva anche rispettare il suo dolore e lasciargli il tempo di metabolizzarlo.
In quel momento dal Dormitorio femminile scesero le ragazze, che si sedettero accanto a loro in silenzio.
Alice e Marlene abbracciarono Frank e Remus teneramente, per cercare di darsi conforto a vicenda, mentre Mary si sedette accanto a Peter e Dorcas stringendo loro le mani, senza proferire parola.
Fu quello il momento in cui capirono cosa avevano creato. Condividere quel dolore, li stava rendendo più uniti che mai. Era istinto di sopravvivenza, senso di vendetta, voglia di combattere quelle ingiustizie. La speranza di non dover rivivere mai più un momento del genere e la triste consapevolezza che probabilmente sarebbe stato solo l’inizio. Eppure in quegli abbracci, in quelle mani intrecciate, c’era esattamente tutto. C’era il motivo per cui bisognava alzare la testa e continuare a lottare, più che mai.
- Sirius non è forte come sembra e tu lo sai. Ha bisogno di te, anche se finge di voler stare da solo. Non ti respingerà. - disse Marlene dando voce ai pensieri di Dorcas in quel momento, mentre accarezzava i capelli di Remus.
Dorcas si aprì in un piccolo sorriso e scattó dalla poltrona, salendo le scale del Dormitorio maschile.
Cercò di aprire la porta senza fare troppo rumore ma Sirius, perso com’era nei suoi pensieri, non si accorse di nulla. La ragazza si fece forza, pur avendo le mani tremanti, si sedette accanto a lui. Quando gli porse la mano e Sirius la strinse, si sentì improvvisamente sicura e pronta ad affrontare il dolore che stava provando.
Lui la voleva accanto a lui, e differentemente da come avrebbe fatto in passato, le stava permettendo di vederlo crollare. E stava permettendo a se’ stesso di appoggiarsi a lei senza paura di cadere.
 - Perché mi sento un egoista? - chiese Sirius più a se’ stesso che a lei, proferendo parola dopo diverse ore - hanno ucciso il padre del mio migliore amico, e io sono qui, con questa rabbia che mi sta squarciando le viscere, incapace di stargli accanto - ammise, eppure non vi era traccia nei suoi occhi della solita rabbia fiammeggiante.
- Perché non era solo il padre del tuo migliore amico. Era un padre anche per te, e questo James lo sa...sa che stai combattendo anche tu contro quello che adesso lo spinge a stare da solo. Quella che tu chiami rabbia, è in realtà un miscuglio di sensazione fin troppo grande da poter avere un’unica definizione - disse la ragazza spostandogli i capelli dal volto e notando i segni delle lacrime, che lui cercava di nascondere - La identifichi come rabbia perchè è l’emozione che più hai provato in tutti questi anni, perché hai già perso una famiglia, nonostante sia stato tu a lasciarla per scopi puramente nobili. E perché la famiglia che ti sei scelto è stata devastata dalla perdita più grande che si possa mai subire. Ma tu, James e Dorea, siete ancora una famiglia. Tu ne fai parte. Quindi dai spazio a quella sensazione, senza sentirti un egoista o in qualche modo colpevole di poterla provare. Non importa che non abbiate lo stesso sangue, James non ti reputerebbe mai un egoista per non essere lì con lui in questo momento. Lui sa perfettamente cosa stai provando, perché sa quanto amavi vostro padre. - disse pronunciando quelle ultime parole con sicurezza, sapendo perfettamente che avrebbero convinto il ragazzo più di ogni altra cosa. - Permettiti di provare questo dolore, Sir, e chiamalo con il suo nome. - disse seria la ragazza, guardandolo intensamente. Improvvisamente gli occhi grigi del ragazzo si riempirono di consapevolezza e gratitudine, probabilmente perché era questa la sicurezza di cui aveva bisogno. Dopo qualche minuto di silenzio, il ragazzo si rivolse verso di lei.
- Lui sarebbe stato felice per noi. - disse Sirius sorridendo al ricordo - continuava a ripetermi che dovevo sbrigarmi perché un giorno ti saresti stancata di me. - ammise leggermente in imbarazzo. - -Peccato non avesse ragione, ma ha fatto bene a fartelo credere! - rispose Dorcas, contenta che fosse riuscito a riportarlo a ricordare i momenti felici passati con lui.
- Cas...grazie. - disse poi tornando serio, cingendole la vita.
 - E di che? - gli chiese stringendosi di più a lui.
- Perché sai sempre cosa dire per farmi stare meglio, in ogni momento. Perché capisci le mie sensazioni senza bisogno che io te le dica…anche perché, diciamocelo, non è che io sia così bravo ad esprimerle - ammise sorridendole come un bambino – ma, soprattutto, perché mi hai ricordato per cosa stiamo combattendo. Per questo - indicò le foto sul suo comodino, una con i quattro Malandrini e Frank scattata anni fa in Dormitorio, un’altra con Charlus Dorea e James - e per questo. - dando poi a Dorcas un leggero bacio a fior di labbra.
- Te ne serve una anche con me e con le ragazze, però- osservò accarezzandogli la barba. - Ho già le foto di Lily nella stanza a casa di James, la sua faccia la vedo ovunque. - sbuffò ridendo - immagino sia con James ora, no? - chiese guardando la Torre dalla finestra.
- Si. – confermò Dorcas - a volte il suo essere così testarda serve davvero a qualcosa. Voleva essere con lui a tutti i costi. - sorrise la ragazza.
- Ora però mi sa che la Evans deve farsi da parte - disse alzandosi finalmente dal letto - mio fratello ha bisogno di me e io di lui - ammise aprendosi in un lieve sorriso in quella giornata così difficile.
 
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Lily sapeva dove avrebbe trovato James, qualche giorno prima le aveva confessato che quando il mondo diventava troppo pesante e non riusciva a pensare con lucidità si rintanava nella Torre di Astronomia, era sicura sarebbe stato lì, o almeno lo sperava.
Quando salì a fatica l’ultimo gradino fu felice nel vederlo appoggiato alla finestra a scrutare il Lago Nero in lontananza. Non piangeva, ma era distrutto, stringeva qualcosa tra le mani, Lily non capiva cosa, sembrava una pergamena.
- James - chiamò piano la ragazza, facendolo voltare leggermente.
-Lily…-la guardò interrogativo - Come sapevi che ero qui? - chiese stranito.
- Mi hai detto che quando vuoi pensare questo è il tuo posto e così sono salita a cercarti, ma se vuoi restare solo io…
- No io…voglio solo te in questo momento, nessun altro. - disse lui deciso avvicinandosi leggermente alla ragazza e porgendole una lettera.
- Me l’ha lasciata mio padre. - spiegò subito lui allo sguardo interrogativo della ragazza – Sto cercando il coraggio di leggerla da stamattina ma non ce la faccio. Queste sono le ultime parole che mi rivolgerà mio padre in tutta la mia vita. Che codardo eh? Mio padre è morto combattendi Voldemort in persona e io non riesco neanche a leggere una maledetta lettera.
- James…- lo richiamò con voce autoritaria- Tu non sei affatto un codardo, non è un aggettivo che ti appartiene neanche lontanamente. Si avvicinò maggiormente a lui.
-Mostrare i propri sentimenti non è da codardi, anzi, penso non ci sia niente di più coraggioso. Questo è quello che ci differenzierà sempre da loro, dai mangiamorte. Noi non fingiamo di non essere vulnerabili, lo siamo, terribilmente…ma questo ci rende solo più agguerriti perché noi, noi abbiamo qualcosa per cui combattere. Questo tuo padre lo sapeva, lui combatteva per tua madre, per Sirius, per te…- concluse dolcemente la ragazza, posandogli entrambe le mani sulle spalle e guardandolo negli occhi, quei due occhioni nocciola tristi come non li aveva mai visti – Purtroppo non ho avuto l’onore di conoscerlo, ma sono sicura che Charlus Potter fosse un grande uomo, nobile e pronto a combattere per ciò in cui credeva. - gli accarezzò leggermente la
Guancia - Proprio come lo sei tu! Questa lettera è il suo modo di congedarsi da te e da questa vita e non hai nulla da temere, perché sono sicura che tuo padre ha trovato un modo per starti vicino, anche stavolta.
James si fece sfuggire una lacrima, che si asciugò prontamente con la manica del mantello.
- Io vorrei la leggessi tu - le chiese lui sicuro.
- James, potrebbe essere molto personale, sei sicuro che io sia la persona adatta?
- Lily, tu non sei la persona adatta… - rispose lui - Tu sei l’unica a poterlo fare. - appoggiò la sua mano su quella della ragazza che stringeva ancora la lettera, invitandola ad aprirla.
Lily aprì il più delicatamente possibile la carta, come se stesse maneggiando il più prezioso dei gioielli, si sentiva investita di un’enorme responsabilità. Tirò fuori la lettera, notando che all’interno della busta c’era anche qualcosa di pesante, ma decise di iniziare dalla lettera.
Si schiarì leggermente la voce, mentre James si sedeva su uno scalino ai piedi della finestra, guardandola ansioso.
-Caro Jimbo - James sentì una fitta al cuore, quel soprannome glielo aveva dato da piccolo, ed era l’unico a poterlo chiamare così, nessuno d’oggi in poi l’avrebbe più fatto.
-Si, lui mi chiamava così. - pensò che quel nome era morto con lui. Gli sembrava così stupido adesso aver provato imbarazzo per quel nomignolo, ora che non poteva più sentirlo. - Continua…
- Caro Jimbo,
 
Se stai leggendo questa lettera vuol dire che io non ci sono più.
Non siamo mai pronti. Non è mai il momento giusto. Nel momento in cui la morte verrà, non avremo fatto tutte le cose che volevamo fare, ma il rimpianto più grande sarà non poter essere al tuo fianco nei momenti più importanti della tua vita. Questo è il motivo di questo pezzo di carta che ti lascio, volevo provare a farti quelle raccomandazioni che non avrò mai la possibilità di farti di persona. Quindi mettiti comodo ragazzo mio perché ho ancora qualcosa da insegnarti.
A tua madre non ho lasciato una lettera, ci siamo già detti tutto ciò che dovevamo dirci. E’ stata il mio faro nella tempesta, l’amore della mia vita, non tutti sono così fortunati da trovarlo così facilmente e io me la sono ritrovata lì, come ben sai, nel mio stesso scompartimento del treno che mi avrebbe condotto ad Hogwarts, quel primo settembre di, ormai, svariati anni fa.
So che voi due litigherete spesso, siete due caratteri così diversi, proprio come lo eravamo io e lei, ma stavolta io non potrò essere lì a fare da mediatore…siete due teste calde voi due. Tu chiedile scusa, chiedile scusa e basta, è tua madre ragazzo. Ti ama più di qualsiasi altra cosa in questo mondo, lei ti ha messo al mondo. Hai mai visto una donna partorire figliolo? Hai bisogno di una prova d’amore più grande di questa? Chiedile scusa, ti perdonerà perché, ricorda, adesso sei tu l’uomo di casa.
Sai, nonostante non possa essere più lì accanto te so che non sarai mai solo, perché tu, figlio mio, hai avuto la fortuna di avere tre fratelli al tuo fianco come tuoi più cari amici, il tuo cuore buono te lo ha permesso, che tu sappia scegliere le persone di cui circondarti mi fa andar via da questo mondo sereno, con la consapevolezza che Sirius, Remus e Peter saranno sempre la tua famiglia. Ricordatene nei momenti più bui, che temo verranno presto, nulla è più importanti di aver attorno persone fidate.
Ed eccoci qui,non potevo non parlarti di amore…mi conosci, sono un vero romantico, così ho conquistato tua madre. Lei diceva che io ero solo un arrogante ed io cercavo in ogni modo di attirare la sua attenzione, poi ho capito che per ottenere la sua attenzione dovevo smetterla di comportarmi come un ragazzino ed essere semplicemente me stesso, quello vero, non quello che volevo far vedere agli altri e sai una cosa? Ha funzionato. La cosa più importante è che non mi sono arreso.
Quindi se quella ragazza, la ragazza dallo sguardo smeraldo e i capelli di fuoco, come la descrivi tu - Lily si interruppe sorridendo notando che James stava facendo lo stesso.
-Se quando sei con lei senti il mondo attorno scomparire e la terra sotto ai piedi mancare, se il desiderio di averla accanto ti spinge ad essere un uomo migliore…Tu, figliolo, non ti devi arrendere, Se ami qualcuno, devi dirglielo! Anche se hai paura che non sia la cosa giusta. Anche se hai paura che possa portare qualche problema... Anche se hai paura che rovini completamente la tua vita. Dillo. Dillo ad alta voce. E poi riparti da lì.
Un giorno ti sposerai figliolo, non so se con la fatidica ragazza dai capelli rossi, anche se il mio sesto senso dice di sì. Ad ogni modo sarà una donna fortunata perché noi Potter eccelliamo in una cosa: quando amiamo una donna, la amiamo per tutta la vita. Nella busta troverai una piccolo cimelio di famiglia, che spero potrà essere di gradimento per la futura signora Potter.
Ma il giorno più bella tua vita arriverà quando diventerai papà…ti renderai conto di provare un amore sconfinato verso quell’affarino minuscolo. Non so se sarà maschio o femmina. Sono solo un cadavere, non una chiromante. Divertiti. E’ una cosa fantastica. Il tempo volerà, quindi assicurati di stargli sempre accanto. Non perdere mai un singolo momento, non torneranno mai più. Sono sicuro che tu sarai un ottimo padre, un giorno.
Capisco che hai solo diciassette anni e ti chiedo scusa se ho corso troppo, solo che volevo che tu sapessi queste cose, queste sono cose che un padre deve dire ad un figlio.
So che vorrai combattere James, so che vorrai seguire le mie orme diventando un Auror, questo mi fa gonfiare il petto d‘orgoglio e allo stesso tempo mi spaventa a morte, ma sono sicuro che mi renderai fiero, come hai sempre fatto, è che farai del tuo meglio per porre fine a questa maledetta guerra che mi ha portato via da voi.
Non essere arrabbiato per quello che è accaduto ragazzo mio, non cercare vendetta, non provare pena per me. Ho avuto la vita più felice che un uomo potesse desiderare. Ero tuo padre e il marito di tua madre, cos’altro potevo chiedere? Questo mi ha dato pace e spero possa darne a te.
Il mio consiglio per te: non avere paura.
Tuo per sempre
Charlus Potter
P.S. Nella busta troverai un paio di chiavi, quelle sono per Sirius, lui capirà. Abbraccialo forte da parte mia e digli che sono felice che Orion Black lo abbia cacciato di casa perché mi ha fatto guadagnare un figlio meraviglioso. Avrà sempre un posto in casa Potter.
 
Lily richiuse delicatamente la pergamena, sedendosi accanto a James e appoggiando la testa sulla sua spalla. Il ragazzo si inebriò del profumo dei suoi capelli, mentre ricacciava dentro le lacrime. Suo padre non lo aveva deluso, neanche stavolta.
 
-James - chiamo la ragazza stringendo qualcosa tra le mani – Nella busta c’era anche questo…- disse porgendogli un anello, con un meraviglioso smeraldo vero.
- Già - disse il ragazzo sorridendo - Questo è l’anello di fidanzamento della famiglia Potter!
- E’ meraviglioso… - sorrise la ragazza guardandolo aprirsi in un lieve sorriso dopo tempo, anche se malinconico.
- Sono contento ti piaccia! Lui ci credeva, sai? – disse tornando serio – lui credeva che un giorno sarei riuscito a conquistarti. Non sto per chiederti nulla, e non devono sembrarti parole di un uomo disperato che non sa ciò che sta dicendo. – si schiarì leggermente la voce, rotta dal pianto fino a pochi minuti prima – ma io non immagino quest’ anello addosso a nessun’altra donna che non sia tu.
 
   
 
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