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Autore: _FallingToPieces_    23/11/2020    2 recensioni
La storia di due ragazze ossessionate dalla vendetta e dal potere, i cui destini si intrecceranno con quelli del folle Sirius Black e del tormentato professor Lupin.
La fuga da Azkaban di Black riporta alla luce tutto ciò che è accaduto nella vita di Olivia e Gwen a partire dal primo giorno del novembre 1981.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Fenrir Greyback, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 3

Differenze d'età



 

La vita a Hogwarts procedeva come sempre, ma Olivia iniziava ad annoiarsi. Era tutto un susseguirsi di lezioni, pranzi e cene nella Sala Grande, compiti, partite di Quidditch a cui non le interessava assistere (ma Elizabeth se la sarebbe presa mortalmente, se non l’avesse guardata giocare), ripassi per gli esami, moniti dei professori, chiacchiere sul fuggitivo Sirius Black…

«A che pensi, tesoro?»

Olivia sollevò lentamente lo sguardo e, quando si accorse che a chiamarla tesoro non era stata l’amica, lo riabbassò e continuò a sfogliare il manuale di Difesa contro le Arti Oscure.

Marcus Flint la irritava dal primo anno, sebbene lui fosse invece convinto di lusingarla con le sue attenzioni speciali.

La osservava mordendosi il labbro inferiore in uno sguardo che credeva seducente, mentre addentava un grosso pezzo di pane e lo masticava rozzamente.

Olivia stette per richiudere il libro e andarsene con una smorfia, ma con la coda dell’occhio scorse il professor Lupin giungere con passo tranquillo, diretto al tavolo degli insegnanti.

Allora sorrise, voltò rapidamente pagina fino a ritrovare la dettagliata illustrazione di un lupo mannaro e appoggiò la guancia sul palmo, inclinando la testa. «A te, Marcus» rispose, sbattendo le ciglia e spostando di poco il libro a sinistra, in modo che Lupin passando vedesse quell’immagine.

Qualche Serpeverde del sesto anno e un paio del terzo sogghignarono e improvvisarono un breve coro da stadio.

Derrick Menders diede una gomitata sulle costole a Flint e gli lanciò un’occhiata eloquente. «La prossima gita a Hogsmeade la farete insieme, come due fidanzatini, ne sono sicuro.»

«Ma di cosa vuoi essere sicuro tu, razza di idiota… E prima dovrà passare sul mio cadavere, ovviamente!» esclamò una voce femminile, e afferrò la mano di Olivia per tirarla su. «Vieni, devo parlarti! Liv?»

Olivia si era fermata con una scarpa posata sulla panca e l’altra a terra. Aveva intercettato lo sguardo di Lupin, ora seduto accanto a Piton e Binns, quel tanto che bastava per accorgersi che l’uomo s’era fatto pallido.

Raccolse il manuale, si sistemò distrattamente la divisa e seguì l’amica fino ad una stanza vuota confinante con la sgombra Sala d’Ingresso.

«Che succede?» chiese a Elizabeth, corrugando la fronte. «Perché tanta fretta? Stai male?»

«Sto male, sì. Sono a tanto così dal vomitare!»

Olivia si accostò a lei e le fissò il ventre. «Non sarai…»

«No, per la barba di Merlino, no» la liquidò lei, scuotendo vigorosamente il capo. «Diggory è un tale gentiluomo, non vuole neanche sfiorarmi…»

«Ha solo quindici anni, Liz.»

«Io ne ho diciassette, non è chissà quale differenza d’età. E poi, mi prendi in giro quando ho una cotta per quelli maturi, mi critichi se invece sono giovani… Di questo passo mi boccerai anche il Principe Azzurro, quando arriverà!»

Olivia su questo sorvolò, sapendo bene che l’amica ci credeva ciecamente. Lo aspettava sin da bambina, o così diceva.

«E vorrei ricordarti che a te piace uno che ha il triplo dei tuoi anni!» aggiunse Elizabeth. «Niente prediche da te, quindi.»

Olivia tentò di fare il calcolo, ma il suo cervello affaticato e privato del sonno non collaborava. «Il triplo? Quanti anni pensi che abbia?»

«Be’, cinquanta?»

Evidentemente si era dimenticata, all’inizio del mese, di averglielo domandato direttamente. Olivia, che certo ricordava l’età precisa, non le fece notare niente. «Così tanti? Non credo. Sembra vecchio ma non lo è. E togliti questa sciocchezza dalla testa. A me non piace. Te l’ho già detto l’altro giorno» tagliò corto, stupendosi di averle anzitutto retto il gioco. «Ma perché stai per vomitare?»

«Flint!» esclamò Elizabeth, con gli occhi sgranati, e si avvicinò così tanto che l’altra poté contarle le lentiggini sul viso. «Gli facevi gli occhioni dolci, ti si vedeva da lontano! Ma che ti salta in mente? Quello è un animale! Ti prenderà sul serio se lo provochi! E ti devo ricordare che due anni fa, durante un’amichevole, mi ha fatto cadere dalla scopa solo perché mi ero lasciata distrarre dal sorrisino di Baston? E siamo nella stessa squadra! Stai fraternizzando con un grande esponente della parte marcia del mondo maschile.»

Olivia socchiuse le palpebre e si strofinò la tempia. Quanto sapeva strillare Elizabeth! Avrebbe potuto benissimo fare a gara con la Signora Grassa del dipinto che portava alla Torre dei Grifondoro. «Non fraternizzo con un… con lui, Liz» borbottò. «Non so neanche perché gli ho dato corda. È la prima e ultima volta, ok? Ti scaldi per niente.»

«Di solito non dai retta a quell’essere spregevole… Mi fa venire il voltastomaco, quello lì… Ma io lo so perché oggi l’hai fatto.»

«Perché?»

«C’era Lupin. Passava in quel preciso istante!»

«Quindi?»

«Be’…» Elizabeth parve perdere coraggio sotto il suo sguardo ammonitore. Aveva capito che le sue insinuazioni su lei e il professore non le piacevano. «Volevi… farlo ingelosire… Ecco tutto.»

Olivia sospirò. Ne aveva abbastanza. Lupin non le interessava per quel motivo. «Maledizione, perché devi sempre fare la pazza quando credi che io abbia una cotta per qualcuno?» la rimproverò, più duramente del previsto. «Non mi allontanerò da te, se è questa la tua paura. Non avrò nessuna storia finché sarò qui, così tu non potrai spettegolare o giudicarmi per ogni mio singolo gesto. E per tua informazione» aggiunse, furibonda, «ho qualcun altro per la testa. Lasciami vivere!».

Elizabeth la osservò battendo le ciglia, gli occhi smeraldo ora umidi. Non si era aspettata una reazione simile.

Olivia fu però la prima a prendere e andarsene. Non sopportava quei pettegolezzi. Non si era invaghita di Lupin né mai sarebbe accaduto. Quell’uomo era solo un codardo e, senza nemmeno saperlo, le aveva impedito di stare liberamente con la persona a cui teneva di più al mondo.

Raggiungendo le segrete e scendendo ulteriori scalini per dirigersi al dormitorio femminile, si gettò sul letto e assestò un pugno al soffice cuscino.

Si rese conto, all’improvviso, di aver davvero civettato con Flint nel momento esatto in cui era passato Lupin.

Il suo obiettivo era un altro, ma si era trovata a volerlo fare ingelosire. Era assurdo.

No, Elizabeth si sbagliava. Per anni le era stata addosso come un’ombra, invidiosa di chiunque le si avvicinasse, maschi o femmine che fossero. Era lei ad aver agito per gelosia, immaginandosi sotterfugi col professore che in realtà non esistevano.

Olivia si distese sulla schiena e guardò determinata il soffitto alto, scuotendo il capo. Lupin era il mezzo giusto per arrivare al potere e alla coronazione di un sogno, nient’altro, non il destinatario di una sciocca cotta adolescenziale.

Per tutti i fantasmi, avrebbe persino avuto il coraggio di ucciderlo, come punizione per ciò che aveva fatto anni prima, fissandolo in quei suoi tristi e begli occhi verdi e pronunciando la maledizione imperdonabile.



Angolo Autrice
Bentrovati! ^^
Con questo capitolo ci siamo spostati su un piano più adolescenziale (quasi infantile, oserei dire?), che non ho intenzione di mantenere ma che, a volte, essendo Olivia una studentessa di appena diciassette anni, va per forza affrontato. Spero non sia troppo cringe, diciamo così dai.
Ho inserito Flint e fatto un accenno veloce a Diggory e Baston, giusto per non allontanarmi troppo dall’opera originale e dalla sua bellissima atmosfera. Qui Remus si è visto pochissimo, ma come avrete capito riveste un ruolo importante nel piano di Olivia, che piano piano emergerà.
Ho notato un errore del capitolo precedente, che ho subito corretto: mi sono confusa e ho citato il Paiolo Magico, che ovviamente trovandosi a Londra è molto lontano da Hogsmeade, dove si nascondono Gwen e Sirius.
E, niente, vi ringrazio se siete arrivati fino a qui! Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate finora, davvero mi fareste felicissima! Anche ricevere delle critiche mi aiuterebbe nella scrittura.
E’ un pochetto triste non avere quasi riscontri, in effetti ahaha
Alla prossima!
_FallingToPieces_

  
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