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Autore: Natsumi92    23/11/2020    7 recensioni
Post 15x19 - Faremo tutti finta che la 15x20 non sia mai esistita.
TRAMA: Chuck è stato sconfitto. Jack è il nuovo Dio, mentre Sam e Dean possono finalmente essere gli artefici del loro destino. E la prima cosa che Dean farà, da uomo libero, sarà proprio quella di salvare il culo piumato del suo migliore amico.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Capitolo 4 - If love is what you need, a soldier I will be

Due cose erano certe nella vita di Dean: la famiglia e la caccia. L’avevano aiutato a sopravvivere, a mantenere insieme i pezzi e ad evitare che il mondo del maggiore dei Winchester potesse sgretolarsi.

Negli ultimi anni, invece, se ne era aggiunta un'altra -- inaspettata e, delle volte, impossibile da controllare -- che aveva permesso a Dean di cambiare opinione su buona parte del mondo soprannaturale: Castiel.

Castiel, l'angelo del Signore che l'aveva tirato fuori dall'Inferno, l'aveva protetto, sfidato, si era sacrificato ed era morto più di una volta, solo per lui. Dean era più che consapevole di averlo trattato male molto spesso e che non si era mai meritato le parole che, purtroppo, qualche volta, uscivano dalla bocca di Dean. Si era anche scusato -- aveva perso il conto delle volte -- ma l'angelo non aveva mai pensato di tradirlo o mentirgli, se non per una giusta causa.

Dean doveva riconoscere che Cas era sempre stato fedele alle proprie parole. Tutto il contrario di quello che aveva fatto Dean, nel corso degli anni.

La strada che lo conduceva fino a Pontiac, quella sera, era poco trafficata e tranquilla. Dean aveva scelto come luogo d’incontro un posto molto significativo e sperò che anche Cas potesse rendersene conto. Sorrise tra sé e accese l’autoradio, sintonizzandola sulla prima stazione disponibile.

They say before you start a war
You better know what you're fighting for
Well, baby, you are all that I adore
If love is what you need, a soldier I will be

Dean riconobbe la canzone dei The Cab immediatamente: era una band che seguiva sin dagli esordi e si ricordò che, quando la canzone “Angel With a Shotgun” fu rilasciata, si era chiesto se il gruppo avesse mai conosciuto Castiel, perché, wow, il testo sembrava proprio essere stato scritto per lui. Tamburellò i pollici sul volante, premendo contemporaneamente il piede sull’acceleratore e tenendosi pronto a cantare il ritornello a squarciagola.

I'm an angel with a shotgun
Fighting 'till the war's won
I don't care if heaven won't take me back
I'll throw away my faith, babe, just to keep you safe
Don't you know you're everything I have?

Accostò l’Impala vicino al grande capannone abbandonato poco fuori Pontiac, e scese dall’auto, non prima di essersi strofinato i palmi sudati delle mani sui jeans. Il posto non era cambiato granché: era fatiscente, ma la struttura sembrava ancora ben solida.

Dean provò a forzare l’ingresso e alcune assi di legno si staccarono dalla porta, permettendo al cacciatore di entrare senza troppa fatica. L’interno era esattamente come l’avevano lasciato dodici anni prima, con tutti i simboli dipinti sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento. Un angolo della bocca si sollevò quando l’ondata di ricordi lo travolse e preferì non perdere altro tempo, iniziando a prepararsi.

§

«Quindi la tua idea sarebbe quella di buttare giù tutte le porte e costruire un unico ed immenso Paradiso?» chiese Castiel, soppesando bene le parole per vedere se avesse capito bene.

Jack annuì, mentre guardava il cielo terso sopra le loro teste. «Sarà proprio come la Terra, ma senza sofferenza, fame, povertà… Solo pace.» Poi si sedette su una delle panchine del parco giochi dove si erano dati appuntamento, guardando Castiel dal basso. I lineamenti delicati e ancora immaturi del ragazzo si rilassarono di più, mentre gli spiegava ciò che avrebbe voluto costruire. «Penso che Chuck volesse tenere sotto controllo ogni anima, tenerla imprigionata. È una cosa troppo lontana dai miei ideali.»

Castiel si trovò d’accordo, ricordandosi anche dei suoi fratelli angeli. Voleva trovare un modo per salvare anche loro e assegnare ad ognuno un nuovo compito, diverso da quello del soldato. Voleva insegnare loro il vero significato del libero arbitrio.

Quando aprì bocca per spiegare tutto a Jack, però, il suo telefono lo interruppe. L’aveva riacceso, alla fine, dietro consiglio proprio del nuovo Dio. Vide il nome di Sam sul display e inspirò profondamente prima di rispondere. «Ciao, Sam.»

«Ehi, Cas. Avrei qualcosa da mostrarti. Per favore, vediamoci nel luogo che ti ho mandato per sms. Non posso spiegarti, solo… sii veloce,» e riattaccò, senza permettere all’angelo di rispondere.

«Dovresti proprio andare,» intervenne Jack, come se sapesse già tutto. E Castiel non se lo fece ripetere due volte.

§

Il fruscìo di ali distintivo spezzò il silenzio, proprio nel momento in cui Dean si era fermato ed era rimasto in attesa. Davanti a lui comparve, in tutto il suo splendore, l’angelo che gli aveva scombussolato l’esistenza.

«Ciao, Dean,» Cas fece un cenno di saluto con il capo, senza muovere nessun altro muscolo.

Il cacciatore, allora, sfilò il suo vecchio accendino dalla tasca posteriore dei jeans e lo accese. Gli occhi blu dell’angelo si riempirono di confusione ma, prima che potesse fare o dire qualcosa, Dean gettò l’accendino davanti a lui ed immediatamente un cerchio di fiamme rosse si sollevò dal pavimento. «Ehi, Cas.»

Castiel si guardò attorno con l’espressione corrucciata, le labbra schiuse e il respiro accelerato. «Dean?! Cosa stai facendo?»

«Ti sto impedendo di volare via prima che io abbia finito di parlare,» confessò il cacciatore, avvicinandosi, mentre sentiva le guance iniziare a riscaldarsi. Diede mentalmente la colpa alle fiamme.

«Lo sai che ti avrei ascoltato in ogni caso. Non c’è davvero bisogno di essere così drammatici,» disse sarcastico.

Dean deglutì a fatica, chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro e poi, finalmente, iniziò a parlare: «Allora… ci sono un po’ di cose che ho bisogno che tu senta. Prima di tutto, sono fiero di te,» Dean potè notare lo stupore dipingersi sul volto del suo angelo, ma decise di non darci troppo peso e continuò, «lo sai questo, vero? Quando stavamo combattendo contro Billie sei stato coraggiosissimo. Non hai mai… non hai mai creduto alle stronzate di Chuck.»

«Dean...»

«Sta’ zitto, okay? È già abbastanza difficile,» il cacciatore si guardò le mani, torturandosi le unghie. «Ti ho mai detto… ti ho mai raccontato di quella volta in cui ti avevo cacciato dal Bunker? Sono venuto a trovarti subito dopo e sono rimasto fuori dal Gas ‘n’ Sip per ore… perchè non… non sapevo con che faccia affrontarti. Avevo paura che tu mi urlassi contro di andarmene a quel paese, ma non l’hai fatto, perché -- anche se ti avevo trattato di merda-- tu ci sei sempre stato. Ci sei sempre stato per me.»

L’angelo fece cadere lo sguardo sulla lacrima che stava bagnando la guancia di Dean e rimase in attesa, ben conscio del fatto che il cacciatore non avesse ancora finito di parlare. Ma il silenzio si protrasse per troppo tempo, Dean si leccava le labbra, guardava ovunque tranne che il viso di Castiel, e alla fine chiuse gli occhi, come per isolarsi completamente da ciò che lo stava circondando.

«Dean, non c’è bisogno che tu dica niente, so già--»

«No, cazzo, no, non sai un bel niente, okay? Sto provando a dirti che, anch'io, Cas-- Anche io-- Porca puttana, tirare fuori tutta questa merda è davvero un’impresa titanica!» Alzò le braccia al cielo e si voltò di spalle.

«Dean, spegni le fiamme,» intervenne poi l’altro, perentorio.

Dean si girò, confuso. «Cosa?»

«Spegni le fiamme, così posso venire a baciarti.»

Lo sguardo di puro terrore che comparve sul viso di Dean fu quasi comico e il biondo se ne rese conto da solo. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, prima di leccarsi le labbra. «No, aspetta--»

«Dean.»

«Okay, okay, dammi solo-- un secondo per processare--»

«Non c’è nulla da processare, tirami fuori da questa trappola.»

E Dean, quasi come un automa, si chinò raccogliendo il secchio pieno d’acqua che aveva preparato in precedenza e, con le orecchie che gli fischiavano e la testa che girava troppo vorticosamente, spense le fiamme ed indietreggiò d'un passo, fissando il pavimento.

Mani forti e decise, ma al tempo stesso delicate come piume, si chiusero attorno al bavero della giacca di Dean, tirandolo in avanti. Quando le pallide labbra carnose si posarono sulle sue, Dean avvertì un concerto di fuochi d’artificio nella pancia e strinse gli occhi, perché era tutto troppo da sopportare.

Il bacio -- anche se durò una manciata di secondi -- sembrava pesante come un carroarmato, esplosivo come una granata e naturale come il sole che sorge ogni mattina. Le labbra si staccarono quasi subito -- troppo presto -- e il cacciatore si ritrovò a seguire Cas con la testa mentre l’angelo si allontanava.

Castiel sorrise, aprendo gli occhi e mostrando le iridi blu cariche di una cosa che Dean non sapeva definire bene, o forse non voleva farlo, perché gli faceva una paura fottuta. Essere amato incondizionatamente gli faceva paura.

«Ho sempre desiderato guardarti così da vicino, ma tu non me l’hai mai permesso,» disse, poi, Cas, con voce bassa.

Dean voleva rispondergli, ma sarebbe stata un’impresa mastodontica così, da bravo Winchester coraggioso, accorciò la distanza e baciò nuovamente Cas, questa volta portando le mani tra i soffici capelli scuri dell’altro ed inclinando la testa per una migliore angolazione che permettesse alle lingue di incontrarsi.

Si allontanò per prendere fiato, infine, consapevole che sarebbe svenuto di lì a poco se non l’avesse fatto, e posò la fronte contro quella di Cas, inspirando l’odore dell’altro.

«Ti amo anche io, Cas. Ovviamente ti amo anche io.»
 

*-*-*-*-*
 

Due mesi dopo - Lawrence, Kansas

«Una birra doppio malto al tavolo 2!» gridò Dean, facendo scivolare il boccale lungo il bancone, che fu afferrato prontamente da Claire.

«Arriva subito!» rispose la ragazza, roteando su se stessa fino a raggiungere il tavolo in questione.

«Ma non ho ordinato nessuna birra,» disse Sam, confuso, mentre Claire gli poggiava, con poca delicatezza, il boccale davanti al naso.

«L’ho ordinata io,» sorrise Eileen in direzione del suo ragazzo, afferrando e tracannando la birra con un’audacia che faceva a pugni con la delicatezza dei suoi tratti.

«Ti stimo, sorella,» Claire le diede il cinque prima di essere richiamata da un altro tavolo. «Scusate, devo andare, oggi non c’è un attimo di tregua!»

«E ci credo, sta per esibirsi una band di fama internazionale!» le rispose Jody, poggiata contro il bancone del bar.

Dean, che stava spillando un’altra birra, non batté ciglio quando avvertì i peli della nuca irrigidirsi, in una familiare sensazione che lo avvisava dell’arrivo di Castiel, alle sue spalle.

«Ciao, Dean,» disse semplicemente l’angelo, appoggiandogli una mano sulla spalla sinistra.

Il biondo sorrise, lanciando una breve occhiata al suo compagno, «Prima o poi, qualcuno ti vedrà comparire dal nulla ed inizierà a gridare.»

«No, sono stato discreto come mi hai detto, e sono arrivato dal retrobottega,» rispose lui, con tono di voce fermo e risoluto.

Dean arrossì e ammiccò: «Ti piace proprio passare dal retrobottega, eh?»

«Non-- non credo di capire il riferimento,» mormorò, confuso, inclinando la testa da un lato come un gattino arruffato.

Dean alzò gli occhi al cielo e gli passò un boccale di birra ghiacciata, mentre lui ne sorseggiava un altro. Castiel accettò di buon grado, ma non fecero in tempo a far tintinnare i bicchieri che le luci della “Family Business Roadhouse” si abbassarono e la folla che riempiva il locale iniziò a scalpitare e ad avvicinarsi al palco.

«Come va, Lawrence?!» gridò il frontman dei Kansas, mentre il resto della band finiva di accordare gli strumenti. «Per festeggiare il compleanno del proprietario di questo magnifico locale, nonché il mio carissimo amico Dean Winchester, vorrei iniziare da una delle sue canzoni preferite. Siete pronti a cantarla con noi?»

La folla urlò in assenso e la base musicale partì.

Carry on, my wayward son
There'll be peace when you are done
Lay your weary head to rest
Don't you cry no more

Sam prese la mano di Eileen e le diede un bacio sul dorso. Lei sorrise.

Once I rose above the noise and confusion
Just to get a glimpse beyond this illusion
I was soaring ever higher
But I flew too high

Castiel parlò a voce bassa, ma Dean riuscì comunque a sentirlo: «Oggi è il mio ultimo giorno da angelo; ho chiesto a Jack di farmi diventare umano. Voglio invecchiare con te, Dean. Buon compleanno.»

Though my eyes could see, I still was a blind man
Though my mind could think, I still was a mad man
I hear the voices when I'm dreaming
I can hear them say

Dean fece scivolare la sua mano in quella di Castiel. L’angelo non si mosse, non si voltò, ma strinse di rimando le dita, per fargli sapere che c’era e che, ora più che mai, ci sarebbe sempre stato.

Carry on, my wayward son
There'll be peace when you are done

Dalla porta d’ingresso, un ragazzo dal cuore d’oro che aveva preso sulle proprie spalle il peso dell’intero universo, guardava i suoi tre padri, felici ed in pace con loro stessi. Li avrebbe protetti e avrebbe vegliato su di loro per sempre,

Lay your weary head to rest

e questo, per il momento, gli bastava.


Don't you cry no more.



 

THE END






 


Nota della beta: VABBO’ ALLORA salve a tutte, penso che sappiate chi sono, non sono morta neanche io, so viva e vegeta, un po’ acciaccata dalla vecchiaia (26 anni so già troppi), ma se oggi siamo qui è perché Supernatural è finito, un pezzo del nostro cuore è finito, finito di merda e per questo abbiamo deciso che dovevamo portare a termine una missione: RISCRIVERE STO CAZZO DI FINALE.
Questo è quello che secondo noi sarebbe dovuto succedere nella 15x20, non mi sembrava tanto complicato da mettere in scena - a parte le robe fantastiche del capannone - ma la CW fa cacare e quindi che ve devo dì, spero esca il film tra qualche anno e che mettano i cerotti sulle nostre povere cicatrici.
Per il resto spero che stiate tutti bene visti i tempi difficili e che questa piccola fanfic vi regali un po’ di gioia <3

Alla prossima (semmai sarò troppo depressa per sti due),

Julss (ora sono due s, la terza è andata a farsi benedire da Jack)


Nota dell'autrice: AMICI SIAMO GIUNTI ALLA FINE. Ho l'angoscia e, dico sul serio, ho versato molte lacrime anche mentre scrivevo. Perché, in un modo o nell'altro -- e che ci piaccia o meno -- Supernatural è giunto al termine. Ho conosciuto delle persone meravigliose in questi anni, ho stretto amicizie durature e ho condiviso con loro la bellissima esperienza che è stata la JIB8, che mi ha anche permesso di avvicinarmi a quegli stronzi di Jared e Jensen, e di abbracciare Misha. So che siete quasi tutti un po' delusi (o molto delusi) dal finale, ma sappiate che non è la destinazione, ma il viaggio che conta. E Supernatural è stato proprio questo, un bellissimo, incredibile ed indimenticabile viaggio. Vi saluto, adesso, sperando che potremo risentirci presto. Non è un addio, ma un arrivederci <3 Luana

   
 
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