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Autore: vielvisev    27/11/2020    2 recensioni
Hogwarts è reale da qualche parte e la storia di Harry Potter come la conosciamo è quella che i maghi hanno scelto di raccontarci: una piccola parte della grande guerra contro Voldemort, un punto di vista.
*
In questa storia invece Harry Potter non è l'unico ad avere una profezia che pende sulla sua testa. Grifondoro e Serpeverde non sono le uniche Case che contano. I 4 fondatori hanno avuto fratelli. La protagonista si chiama Emma O'Shea e i ricordi di Severus Piton che conosciamo non sono proprio tutti i ricordi che avremmo dovuto vedere.
Eppure la storia di Harry è la stessa e ci sono sempre Ron, Hermione, Draco, Luna, Ginny e tutti gli altri.
Quasi nulla cambia, se non i punti di vista e le parti in ombra, che vengono messe in luce.
*
Ho iniziato questa storia quasi 10 anni fa.
Nulla è lasciato al caso.
Tutti i capitoli sono già scritti.
Non resta che leggerli.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, I fondatori, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Lily/Severus, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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.Casa.



Emma O'Shea era assolutamente immobile, il cuore che batteva con forza nel petto e la mani tanto strette sul bordo in legno dello sgabello, che le nocche divennero completamente bianche. 
 Il cappello non si degnava di dare un verdetto, né di parlarle e a lei pareva ormai di essere lì seduta da ore. Si mosse agitata, con un sospiro che le sfuggì tra i denti, simile a un sibilo esasperato, perché, nonostante la tesa del copricapo le impedisse di vedere la sala, riusciva a immaginare gli sguardi curiosi degli studenti e insegnanti.
 “Questa è difficile!” sussurrò improvvisamente una vocina che sembrava essere nella sua testa e che la fece sussultare quasi dolorosamente, essendo completamente irrigidita dalla tensione, mentre cercava di tenere la mente sgombra.
“Difficile, difficile!” insistette la vocina “eppure questo è il mio lavoro sai? Smisto ragazzi da sempre e non c'è cappello migliore di me, credo di essere unico, ma questa testa è un bel dilemma.”
 “Un dilemma?” domandò perplessa Emma.
 “Un dilemma, sì!” ribatté pensieroso il cappello “C'è voglia di lavorare e di mettersi alla prova. Una bella testa, senza dubbio e ricca di una spiccata curiosità! C'è spazio per la grandezza e più coraggio di quel che pensi. Ma dove ti metto?”
 “Forse non Grifondoro?” azzardò a pensare lei.
 “Grifondoro? E perché no? Hai la forza, la dedizione e l'ostinazione giusta in questo cervello” ribatté perplessa la vocina.
Emma sospirò di tensione “Allora non Tassorosso” 
 Voleva semplicemente che quel cappello prendesse una scelta in fretta, qualunque fosse e le evitasse così la tortura di essere al centro dell'attenzione dell'intera scuola. 
 “No, Tassorosso forse non sarebbe la scelta migliore” concordò il copricapo “Perché non Serpeverde come gli altri? Saresti molto adatta, o Corvonero. Forse. Un bel dilemma davvero.”
 “Mi piacerebbe Serpeverde” mormorò titubante l'emoor, pensando che i gemelli Weasley sarebbero sopravvissuti a quell'annuncio e che forse Severus sarebbe stato orgoglioso di lei, per non parlare del fatto che avrebbe avuto nello stesso corso gli altri emoor.
 “C'è molto di Serpeverde in effetti in te” concesse il cappello “ambizione, devozione, furbizia, intelligenza, ma è la scelta giusta? Potrebbe esserlo. È una Casa che ti si addice.”
 “Dovresti saperlo tu” pensò affranta la ragazza “Mettimi nella Casa più giusta, per favore, velocemente.”
 “Nella Casa giusta dici, eh? È quello che sto cercando di fare. Forse la storia ci insegnerà a guardare, c'è ancora molto da scoprire... nel giusto mezzo starai! Una posizione di giusto equilibrio occuperai” disse il cappello e per un attimo Emma riuscì ad immaginarlo sorridente e soddisfatto, ma prima che potesse pensare di avere avuto un'idea assurda, sentì la voce che gridava a tutta la sala.

Corvonero!”

Il copricapo le venne tolto e lei fu investita da un boato. 
 Tutto il tavolo di Corvonero era balzato in piedi e ogni singolo studente gridava e batteva le mani, ma anche Grifondoro e Tassorosso applaudivano e Ginny Weasley e i gemelli avevano messo in piedi una sorta di balletto improvvisato. 
I Serpeverde, invece, stavano quasi tutti immobili sulle panche con aria annoiata, tranne David ed Emily che partecipavano con entusiasmo in piedi e persino Artemius che, sebbene se ne stesse seduto con il suo sguardo apatico, batteva fiaccamente le mani. 
 L'emoor si affrettò a raggiungere il suo tavolo e venne travolta da pacche sulla spalle, sorrisi e abbracci, ma la sua gioia più grande fu quando, una volta liberatasi dei nuovi compagni di Casa, intercettò lo sguardo di Severus e vi colse una sottile approvazione.

 Il preside si alzò in piedi e con un solo gesto pacato fece sì che le grida si trasformassero in mormorii e poi in silenzio. Sorrise gentile, ma incuteva comunque un profondo rispetto a tutti i presenti.
 “Mi sembra giunto il momento di abbuffarvi!” esclamò e come per magia i tavoli spogli si riempirono di ogni genere di pietanza. 
 C'erano vassoi traboccanti di cibo e leccornie, che solleticavano il palato degli studenti, che svelti si protesero per riempire i loro piatti.
Emma, felice, cominciò a scegliere la sua cena perfetta, rendendosi conto di avere una gran fame, nonostante i dolciumi scambiati con Ginny e i gemelli Weasley sul treno.
 “Fico non è vero?” disse una voce allegra.
 A parlare era stata la ragazza seduta alla sua destra, l'emoor le lanciò un'occhiata incerta, valutandola prima di annuire in risposta e la compagna di Casa accanto le sorrise felice.
 Era piccola e magra quanto lei, ma la sua pelle era abbronzata e sulla testa sfoggiava una zazzera di capelli biondo grano tagliati in un corto e scompigliato caschetto, di cui alcune ciocche ricadevano sugli occhi scuri e profondi, contornati da lunghe ciglia.
 “Sono Lilith Bitterblue. Terzo anno.” si presentò “Frequenteremo gli stessi corsi” disse e tese una mano, che Emma strinse. 
 Avevano entrambe una presa forte e decisa.
“Emma O'Shea.” rispose subito l'emoor, arrossendo leggermente quando si rese conto, per l'ennesima volta, che dire il suo nome era piuttosto inutile, specie dopo che era stato gridato a tutta la sala.
 La corvetta al suo fianco non parve notare il suo leggero imbarazzo e scrollò le spalle, riprendendo a parlare decisa. A Emma ricordò terribilmente Ginny Weasley e i suoi modi di fare irruenti e vivaci.
“Sono davvero felice che tu sia finita a Corvonero, voglio dire, non solo perché è la Casa migliore, ma fischia! Tre di voi sono finiti a Serpeverde! Assurdo no? Sono certa che anche le altre non vedranno l'ora di conoscerti e anche i ragazzi... saranno tutti elettrizzati di sicuro! Oh, lei è Luna Lovegood in corso con noi.”
Lilith si scostò leggermente e dalla sua spalla fece capolino una delle persone più curiose che Emma avesse mai visto. 
 Non si poteva definire bella, piuttosto, graziosa. I lunghi capelli biondo cenere ricadevano sulle spalle e due enormi occhi azzurri la osservavano vacuamente. Portava appesi alle orecchie due ridicoli orecchini a forma di rapanello e per un lungo istante l'emoor si chiese se fosse in grado di parlare, dato che la fissava senza dire nulla, sorridendo con una strana dolcezza.
 “Lilith è stata molto carina a presentarci, non è vero?” disse infine e la sua voce era sottile e gentile “Ed è un'altra bella fortuna trovare in giro persone come te, Emma O'Shea. La tua aurea è di un viola talmente intenso che i Plimpi del mio stagno ti adorerebbero”
L'emoor, pur non avendo capito una sola parola, la trovò simpatica e le sorrise sincera, mentre Lilith ridacchiava liberamente sotto i baffi. La cena continuò piacevole e scorrevole.


Lilith Bitterblue si dimostrò molto velocemente una gran chiacchierona, ma, fortunatamente, come poté presto notare Emma, non era né impicciona, né invadente. 
Il suo sorriso largo era naturale e i modi di fare alla mano, tanto che presto la tensione iniziale dell'emoor svanì, rendendosi conto che la sua nuova amica la trattava come una ragazza normalissima e non le rivolgeva nessuno di quegli sguardi bramosi di notizie che invece le riservavano, a lei come agli altri emoor, altri studenti.
 Luna invece per lo più stava in silenzio e ascoltava i loro discorsi, facendo ondeggiare quei buffi orecchini e strabuzzando gli occhi più del dovuto, ma le rare volte che prese parola le sue uscite furono talmente assurde e divertenti che Emma la prese subito in simpatia.
Quando anche i dolci furono spazzolati via dai numerosi vassoi, Silente si alzò, tornando a rivolgersi agli studenti. 
 “Bene, spero che le vostre pance siano piene e i vostri animi ben rifocillati!” disse con voce allegra ed affabile “È mio dovere informare i nuovi arrivati e ricordare ai vecchi amici che la Foresta è proibita agli studenti, così come il considerevole numero di oggetti che mastro Gazza ha provveduto ad inserire nella lista consultabile nel suo ufficio.” sorrise, prendendo respiro, mentre alcune risatine si levavano dai tavoli “Altro mio più ingrato dovere è informarvi che quest'anno non avrà luogo la coppa di Quidditch.”
Ci fu un attimo di silenzio a quell'affermazione, di sconcerto forse, ma poi una profonda delusione si propagò per tutta la sala. Lilith stessa sputò un 'accidenti' tra i denti e alcuni ragazzi presero a borbottare senza ritegno. Era evidente che l'intera Hogwarts tenesse molto alla Coppa, Emma invece, che sapeva a malapena cosa fosse il Quidditch, dato che Severus non aveva mai affrontato per bene l'argomento e lei non aveva cercato notizie a riguardo, sbatté le ciglia incerta su come porsi, osservando con distacco misurato l'indignazione generale, che si placò parzialmente solo quando il preside alzò entrambi i palmi delle mani in un gesto pacifico, per chiedere silenzio.
“So che questa notizia non vi mette di buon umore” disse calmo Silente “ma spero che cambierete idea quando vi dirò la novità di quest'anno. Ad Hogwarts infatti si terrà un grande evento...”


Un fulmine squarciò il cielo e le porte della sala si aprirono con uno scatto. I presenti ammutolirono tutti insieme, mentre un uomo con improbabili fattezze, avanzava in mezzo il corridoio. 
 Aveva una gamba di legno che faceva un rumore secco ogni volta che cozzava contro il pavimento e un inquietante occhio, esageratamente grande, che ruotava impazzito nella sua orbita. 
 La scuola intera parve trattenere il fiato e anche Emma osservò la scena con una sottile agitazione, ma l'uomo raggiunse placido Silente, scambiò con lui poche parole e subito dopo si avvicinò al tavolo degli insegnanti senza ulteriore clamore, mentre il preside tornava a rivolto verso gli studenti con un sorriso.
 “Una lieta interruzione questa” disse espressione sollevata “ne approfitto per presentarvi il vostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, l'Auror Alastor Moody, che ha gentilmente accettato di occupare il posto lasciato dal professor Lupin”
 Nella sala c'era un silenzio di tomba, interrotto solo da fugaci mormorii, ma Silente non parve farci caso e riprese a parlare.
 “Come stavamo dicendo, quest'anno a Hogwarts si terrà un evento straordinario... il Torneo Tre Maghi.”
 Ci fu un altro silenzio e solo un ragazzo di Tassorosso gridò un '
non è possibile', mentre molti borbottavano a mezza voce. Emma fece scorrere lo sguardo, osservando le facce perplesse dei presenti.
 “Oh sì, signor Santus, è perfettamente possibile." replicò il preside, subito spiegando le regole del Torneo e raccomandando le adesioni, per i candidati a titolo di campione, esclusivamente per i maggiorenni. 
Nella sala ricominciarono a volare mormorii ora eccitati e frementi, insieme a un brusio sdegnato e qualche sbuffo senza ritegno di chi avrebbe voluto partecipare, ma era troppo giovane ed Emma fu grata al Torneo Tre Maghi, qualunque cosa esso fosse, purché togliesse l'attenzione da lei e gli altri emoor.


 “Un sacco di novità quest'anno! Prima voi e adesso il Torneo Tre Maghi. Sarebbe fico parteciparvi no?” disse Lilith.
 “Non saprei” replicò lei incerta, serrando le labbra “non credo di avere abbastanza conoscenza magica”
 “Oh beh, se Silente ha imposto un limite d'età una motivazione ci sarà, quell'uomo sa sempre tutto”concluse sicura la biondina “Sembra in effetti qualcosa di molto pericoloso.
 Abbandonarono la Sala Grande verso il dormitorio, sospinte dagli studenti del primo anno che si affrettavano alle calcagna dei Prefetti. Emma era curiosa di vedere dove si trovasse la Sala comune di Corvonero e seguì di buon umore la fiumana di persone che si ramificavano in base alla Casa di appartenenza. Lilith e lei, seguite a ruota da Luna, continuavano a salire.
 “È distante.” constatò dopo parecchi minuti di camminata.
 “Abbastanza.” rispose Lilith, con il fiatone a causa della salita appena percorsa “però quando sarai arrivata ne varrà la pena.”
 Si inerpicarono su per un'infinita serie di scale fino a quando non si ritrovarono circondati solo da Corvonero. 
 Hogwarts trasudava magia e bellezza anche nel buio della notte.
 “Manca ancora molto?” chiese Emma e Lilith scosse la testa in risposta, sorridendo e svoltò in uno stretto corridoio, per poi fermarsi davanti a una grossa testa di corvo in bronzo.
 “A te l'onore.” disse la biondina rivolta all'emoor.
 “Cosa dovrei fare?” tentennò lei.
“Rispondi alla domanda che ti fa” disse Luna “è l'unico modo per entrare nel dormitorio, ottimo  per imparare qualcosa di nuovo.”
 Emma si avvicinò alla testa del pennuto che subito, con una voce metallica, chiese: “Che cosa non è una sedia?”
L'emoor sbatté una sola volta le palpebre piuttosto perplessa.
 “Ehm... una non sedia?” rispose incerta.
 “Risposta interessante!” Gracchiò il volatile, mentre si apriva il varco e le tre ragazze si affrettavano ad entrare.

Ne era valsa la pena.  La Sala comune parve ad Emma ancora più splendida della Sala Grande. La prima cosa che notò furono le finestre enormi che davano sul parco e le montagne, la pioggia infuriava ancora, ma Emma immaginò che, nelle giornate limpide e nelle notti stellate, avrebbe goduto di una vista sensazionale. 
Il soffitto della sala era di un colore blu intenso e vi erano dipinte piccole stelle dorate che formavano le costellazioni. C'erano poi tavoli e sedie sparsi in giro e ampie librerie colme di volumi. 
Per terra il pavimento in cotto era coperto qua e là da tappeti e nei pressi degli ampi camini, nei quali scoppiettavano fuochi, erano stati sistemati comodi divani e morbide poltrone. Due scale a chiocciola infine conducevano ad altre sale e in mezzo a queste svettava una statua imponente di un'elegante ragazza che fissava altera la Sala.
 “Allora, com'è?” chiese Luna con un mezzo sorriso.
“Stupendo.” assentì Emma. Era davvero senza parole.
 “Vieni” disse Lilith “ti presento le altre.”
Salirono lungo prima scala a chiocciola e percorsero un breve corridoio fermandosi solo davanti a una porta dove era scritto con eleganti lettere “Terzo anno”, Luna aprì ed entrarono. 
Il dormitorio era, come Emma si era aspettata, in prevalenza di colore blu e bronzo: piccolo, caldo e accogliente.

Cinque letti a baldacchino, con spesse tende, erano posizionati quasi in circolo e c'erano finestre abbastanza ampie da godere di un'ottima vista. Due ragazze le fissavano.

“Eccovi finalmente! Dove siete andate, Lilith! Non arrivavate più.”
“C'era un notevole numero di persone per i corridoi nel caso non te ne fossi accorta, Carmen.” ammiccò la biondina e l'altra sorrise.
 Dimostrava ben più dei suoi tredici anni. Forse a causa dell'invidiabile fisico slanciato e vigoroso. Le lunghe gambe, che spuntavano da sotto la divisa, erano fasciate da stretti jeans  Babbani e parevano capaci di compiere grandi falcate, tanto che Emma non faticava a immaginarsela su una pista da corsa. 
 I capelli lisci, lucidi e neri erano raccolti accuratamente in una perfetta coda di cavallo e gli occhi scuri, così come quelli di Lilith, ma più grandi, da cerbiatta, erano circondati da folte ciglia. 
Emma notò anche i denti perfettamente dritti e bianchissimi che risaltavano sulla pelle scura della ragazza, quando lei le indirizzò un sorriso di benvenuto. Sembrava forte e sicura di sé e certamente doveva essere intelligente per appartenere a Corvonero e l'emoor si sentì in vago imbarazzo, mentre tendeva la mano verso di lei.
“Sono Emma O'Shea.” soffiò.
 “Oh, lo so, non vedevo l'ora di conoscerti! È così bello averti qui! Io sono Carmen Hole” rispose lei e nonostante la sua notevole bellezza, non sembrava affatto piena di sé “E invece lei è la mia migliore amica, Sarah Morris” aggiunse scostandosi appena, facendo ondeggiare la lunga coda e indicando l'altra ragazza presente nella stanza, che non aveva ancora proferito parola.
Doveva essere molto timida. Emma lo capì da come teneva il capo chino e le esili spalle incassate e a prima vista, sembrava sparire accanto all'amica. Se Carmen era una bellezza esplosiva, Sarah poteva essere definita come un grazioso fiore, così minuta e fragile.
Aveva la pelle chiara come la panna e i capelli lisci, con una delicata sfumatura rossiccia, erano tagliati appena sopra le spalle in maniera anonima, mentre i lineamenti del volto erano sottili, all'infuori del naso leggermente a patata. L'unica cosa che esprimeva vivacità nella sua persona erano gli occhi verde pallido.
 “È un piacere conoscerti” disse con un tono educato, stringendo appena la mano di Emma e l'emoor sorrise.
 “Il piacere è tutto mio. Sono davvero felice di essere qui e grazie dell'accoglienza a voi tutte”
 La camera era piena di sorrisi e sguardi brillanti. Le ragazze le mostrarono il suo letto, che era centrale, ma vicino alla finestra, e poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, cominciarono a parlare ed Emma si stupì di sentirsi completamente a suo agio. 
 Era sempre stata abituata a dividere le sue giornate con Steph, che era un ragazzo e nell'ultimo periodo, al massimo, con Severus e colpevolmente aveva sempre pensato che un numero sufficiente di ragazze chiuse in una stanza potesse dare vita solo ad una serie infinita di pettegolezzi: si sbagliava.
 Erano il gruppo peggio assortito della storia. Le cinque ragazze più diverse che Hogwarts avrebbe potuto mettere nello stesso dormitorio, ma per qualche alchimia strana, andavano piuttosto d'accordo e quando, stanche, decisero di andare a dormire, le mandibole doloranti per le troppe risate fatte, Emma propose di fare una foto tutte insieme.
 “Una foto? Io non ho una macchina fotografica! Voi?” chiese Lilith.
 “Io sì.” rispose Emma.
Si arrampicarono tutte insieme sul letto dell'emoor, mentre la macchina che era stata un regalo di Silente, si librava davanti a loro, scattando la fotografia, poi con un ultimo saluto si infilarono sotto le rispettive coperte.
Luna chiuse le tende perché temeva un attacco notturno da parte dei nargilli. Carmen perché odiava svegliarsi con la luce del sole, Sarah le accostò solo per privacy.

Emma, con un sospiro soddisfatto, prese la macchina fotografica e l'aprì. Non uscì soltanto la foto di cinque ragazze sorridenti che entravano e uscivano dall'inquadratura, tanto si agitavano, ma, con suo grande stupore, vi era un'altra foto che Emma aveva dimenticato e che tenne con tenerezza tra pollice e indice.
 L'immagine sembrava un'esplosione di verde, puntinato qua e là da fiori rosa e gialli. Lei e Severus correvano sul versante della collina e ridevano felici, prendendosi per mano e poi lasciandosi. Emma guardava l'obbiettivo a tratti, Severus no, aveva occhi solo per lei. 
 Il ricordo di quella giornata, che sembrava ora così lontana, inumidì gli occhi della ragazzina per la commozione e guardando quella fotografia inaspettata, eppure così dolce, frugò nelle tasche della divisa, che giaceva in fondo al letto, in cerca del biglietto che le aveva dato Silente. Lo srotolò e riconobbe immediatamente la calligrafia elegante e aguzza che per mesi aveva corretto i suoi temi.

Qualunque Casa. Io ci sarò.
Sempre. Severus

Nel buio della stanza, gli occhi verdi, miscelati con l'oscurità, brillarono per un istante. Emma si distese sotto le coperte, stringendo al petto la foto e la pergamena, sentendosi meno sola e allo sbaraglio in quel mondo che la stava travolgendo.
 “Bei pensieri?” chiese Lilith, guardandola dal suo baldacchino.
“Già” sorrise l'emoor.

*

I gufi entrarono nella Sala Grande in un frullio di ali e un insieme di strilli e versi eccezionale ed Emma alzò lo sguardo dalla fetta di pane che stava imburrando per osservare distrattamente il groviglio di animali che si agitava sopra di lei. La prima volta che aveva assistito alla consegna della posta era rimasta scioccata da quel baccano confuso, ma ora, bene o male, ci si stava abituando.
 Una volta assicuratasi che Rubrick non fosse tra i gufi che sorvolavano i tavoli, con una qualche lettera da parte dei suoi genitori, o di Steph, Emma tornò a concentrarsi sulla sua fetta di pane e vi spalmò sopra una notevole quantità di marmellata.
 “Come fa a piacerti quella robaccia?” chiese Lilith, arricciando il naso in una smorfia velatamente contrariata.
 “La marmellata è sicuramente più salutare delle frittelle!” intervenne Carmen al posto dell'emoor.
 “Io aveva chiesto a lei, non a te Carmen! E poi è così... 
fruttosa.” ribatté la biondina, facendo ridere Sarah.
 “Mi piace e basta.” tagliò Emma con un sorriso, cercando inutilmente di chiudere il discorso, aveva capito da subito che Lilith e Carmen erano due personalità troppo irruente per poter convivere a lungo insieme senza generare qualche alterco, nonostante l'affetto.
 “Oh guardate! I ragazzi arrivano!” cantò Luna con aria assente.
 Le due compagne di Casa di fronte ad Emma smisero di bisticciare e si voltarono per salutare i nuovi arrivati. Erano in cinque.
 I due gemelli erano i primi che avevano presentato all'emoor. Si chiamavano Dan e Luke Harrods e, per certi versi, ricordavano i gemelli Weasley, anche se era più semplice riconoscerli. 
 Magri e alti, avevano sorrisi ampi e furbi, portavano i capelli castani pettinati alla stessa maniera e gli stessi identici occhi grandi e color cioccolato. Dan era più aperto e allegro, mentre Luke, per quanto avesse un carattere estroverso, era più mite e tranquillo del fratello.
Sean Bales e James McGregor, invece, erano, come Carmen e Sarah, migliori amici. Emma li aveva conosciuti per ultimi, il suo primo giorno ad Hogwarts, praticamente inciampando nella scacchiera dove loro stavano giocando una partita.
 Sean era un ragazzo alto, spallato e di bell'aspetto, tanto che molte ragazze, anche più grandi a detta di Carmen, avevano una cotta per lui, ma nessuna era riuscita a conquistarlo. Aveva la pelle liscia e abbronzata su cui spiccavano i denti piccoli e bianchi e i capelli biondo scuro ricadevano a ciocche sugli occhi a mandorla color dell'ebano. Emma lo trovava un ragazzo simpatico e di buona compagnia, che ti sapeva mettere a tuo agio con un paio di battute.
  James era molto diverso invece dall'amico, almeno fisicamente. Smilzo e nervoso, possedeva il classico fisico da Cercatore, come lui non smetteva mai di far notale. In testa aveva una zazzera di disordinati capelli neri, che contrastavano con l'azzurro pallido degli occhi, perfetti sulla sua pelle chiara coperta di lentiggini. Nonostante fosse una bellezza atipica, anche lui aveva un nutrito stuolo di ammiratrici, forse a causa dei suoi modi composti e adulti che, insieme al carattere mite gli davano uno strano fascino.
 Richard Done era invece l'unico studente Corvonero del suo anno, con cui Emma non aveva  però legato  lo trovava anzi a tratti  sgradevole, con un carattere rigido, troppo spocchioso e supponente.  Piuttosto esile di corporatura, Richard sfoggiava sul volto due guance piene e rosee e gli occhietti piccoli e acquosi che fissavano il mondo da dietro una grossa montatura di occhiali che lui definiva
 'da intellettuale'. I capelli biondi e fini erano rigorosamente pettinati all'indietro e aveva una voce un po' nasale e petulante. 
 L'emoor si era stupita nel vedere i ragazzi tentare di includerlo nel gruppo, specie perché lei lo trovava insopportabile e le sembrava che lui non facesse nulla per essere considerato diversamente.
 Sean si sedette di fronte di Emma e James si fece cadere sulla panca al suo fianco con un mezzo sorriso. L'emoor non aveva avuto difficoltà a fare amicizia con tutti, in quei primi giorni di scuola, ragazze e ragazzi, ma, come per ogni adolescente, in breve aveva stretto un'amicizia più forte con due di loro.

Lilith, Emma e James, in effetti, erano diventato oramai per tutti, nonostante non fosse passata nemmeno una settimana dall'inizio delle lezioni, un 
trio e li si poteva vedere passeggiare per la scuola, o partecipare alle lezioni sempre insieme e anche se spesso Lilith stava con Luna, James con Sean e Emma con Ginny Weasley, o comunque passavano molto tempo con gli altri compagni di Casa, oramai tutti li avevano classificati come un nuovo inossidabile trio, simile a quello formato dai Gemelli Weasley e Lee Jordan o quello, assai più famoso, di Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger.
 Emma finì di mangiare la sua fetta con marmellata e pulendosi le mani su un tovagliolo si volse verso Lilith.
 “Cosa abbiamo di lezione oggi?”
 “Oggi: Trasfigurazione, Cura delle Creature magiche, poi due ore buche, Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure.”
 “Dicono che questo nuovo professore sia un portento.” intervenne Dan con un sorriso furbo.
 “Rose Smiller, di Tassorosso, ha detto che non ti fa nemmeno vedere l'ombra di un libro, ma si usano solo le bacchette” aggiunse Luke con la stessa espressione del fratello stampata sul volto, famelico di assistere anche lui alla lezione.
 “Sarà! A me il professor Lupin piaceva." intervenne James ed Emma diede subito  manforte. 
 “È vero, anche a me piaceva molto, era bravo”
 “Lo conoscevi?” chiese stupita Carmen.
L'emoor annuì appena “Mi è venuto a valutare per vedere se avevo raggiunto un livello consono per il terzo anno ad Hogwarts. Mi è sembrata una persona molto gentile e competente.”
 “Lo era.” concluse James, creando un piccolo silenzio ed Emma fece lui un mezzo sospiro e si protese a prendere l'orario.
 “Abbiamo due ore buche nel pomeriggio, no? Credo che ne approfitterà per fare un giro con Emily e David”
 Lilith strabuzzò gli occhi chiaramente colpita dall'affermazione.
 “Hai intenzione di mantenere un rapporto con loro?”
 “Non vedo perché no.” disse leggermente irritata l'emoor e l'altra scosse il caschetto biondo “Sono Serpeverde, Emma.”
 “E quindi? Sono estremamente simpatici.”
 “Ma smetteranno di esserlo quando cominceranno a frequentare la gente del loro dormitorio, vedrai”
 “Se sarà così ne prenderò le distanze” disse risoluta l'emoor “ma non credo che si faranno vincere dai pregiudizi.”
 Emma era amareggiata dal fatto che nessuno riusciva ancora a capire la sua posizione aperta e equilibrata. I pregiudizi tra i membri delle diverse Case erano molto forti, quasi ridicoli, in particolare nei confronti dei Serpeverde, che essendo mal considerati, si chiudevano sospettosi nei loro ranghi, isolandosi. 
 L'emoor però era stata iniziata al mondo magico da un uomo come Severus Piton e lei stessa aveva quasi sperato di finire in quella Casa, quindi non riusciva a capire quell'astio e quel sospetto ingiustificato, anche tenendo conto di Lord Voldemort e il suo passato oscuro. 
 “Secondo me Emma ha ragione” intervenne mite James e l'amica  lanciò lui un’occhiata grata “Sono pregiudizi”
 “Beh lo vedremo!” sbuffò rigidamente Lilith “Scommetto Dieci galeoni che alla fine ti ricrederai, Emma. Quell'Hope, Artemius Hope... è  un tipo strano.”
 “Lo è” concesse l'emoor  “Ma credo lo sia sempre stato.”
 Continuarono per un po' a fare colazione, chiacchierando tra loro amichevolmente, fino a quando Dan non cercò di tenere in bilico sul naso un cucchiaino, ma lo fece invece cadere con un rumore tintinnante nella tazza della ragazza al suo fianco: Marietta Edgecombe. Tutti scoppiarono a ridere, tanto più che la diretta interessata sfoggiò uno sguardo di puro veleno nei confronti del ragazzo, al di sotto dei suoi ricci rossi.
 “Sei il solito Dan” lo rimbeccò Carmen con un debole sorriso.
 “E il Torneo Tre Maghi?” chiese Sean, gli occhi ancora lucidi per il gran ridere “Anche quella è una grande novità, no?” 
 “Chissà chi sarà il giudice imparziale!" disse placida Sarah.
 “Chiunque sarà non sarà possibile aggirarlo” rispose Carmen sicura    “Silente ha fatto sapere a tutti che si occuperà personalmente di non far partecipare persone con meno di diciassette anni.”
 “Cedric ha l'età giusta, forse si proporrà”.
 Tutti si voltarono verso la ragazza che aveva parlato: era Cho Chang e sedeva con aria tranquilla accanto all'imbronciata Marietta. Emma riconobbe in quel momento la ragazza che accompagnava Cedric l'anno precedente.
 “Oh conosco Cedric” disse quindi con un sorriso “Mi ricordo anche di te. Immagino allora tiferemo per lui” 
Cho sorrise in risposta, nascondendosi dietro la sua frangetta scura.
 “Non è affatto giusto però.” brontolò Sean sbuffando appena “Anche io vorrei partecipare”
 “È giusto perché è la regola." intervenne la voce nasale di Richard che, in quel momento, si alzò dal tavolo con aria imperiosa “E ora, al posto che perdere tempo, dovremmo andare a lezione.”
 Emma rimase per qualche secondo a osservarlo mentre si allontanava “Ma fa sempre così?” domandò incredula.
“Di solito è molto peggio." disse Lilith “Goditelo finché è così mite.”
 Dan si chinò verso l'emoor con un sorriso esageratamente largo. 
 “Sicuramente i fratelli Weasley escogiteranno qualcosa per partecipare al torneo. Tu li conosci no? Non puoi chiedere loro una soffiata su come superare i controlli?”
 Emma scosse la testa ridacchiando divertita, mentre anche Luke cominciava a pregarla insieme al gemello. I Weasley e gli Harrods che collaboravano insieme non erano propriamente raccomandabili.
 “E le altre scuole? Si sa quando arriveranno?" chiese sottovoce Sarah, mentre già si alzava per andare a lezione.
 “Si dice  a ottobre” le rispose Carmen.
 Le due compagne di Casa si allontanaronoinsieme,  lasciando così il tavolo della colazione ormai quasi vuoto. Un gruppo di Grifondoro ritardatari entro in quel momento nella sala e alzando lo sguardo Emma incrociò quello di Ginny Weasley, che la salutò da lontano con un mezzo sorriso. L'emoor ricambiò allegra.
 Lei e la Grifondoro avevano passato ogni momento possibile insieme da quando erano entrambe ad Hogwarts, perché nonostante l'emoor fosse molto contenta dell'amicizia che stava stringendo con i suoi nuovi compagni, in particolare Lilith e James, era consapevole che Ginny fosse una persona particolarmente speciale. 
 Emma si fidava completamente di lei a tal punto che era anche l'unica persona a cui aveva rivelato il suo legame con Alicia Serpeverde e non era rimasta stupita nel non vedere nessuna smorfia di disgusto sul volto dell'amica. Avere qualcuno come Ginny Weasley nella propria vita era confortante.

*

Ho sempre pensato che Serpeverde fosse una Casa affascinante, voglio dire Merlino era un Serpeverde” disse la Weasley, sistemandosi una ciocca di capelli rosso fuoco dietro l'orecchio. 
Erano al campo di Quidditch, il primo posto che la Grifondoro aveva insisto di mostrare all'amica appena avuto un momento per andarsene in giro tranquille. 
 
Merlino era un Serpeverde?” domandò curiosa l'emoor.
 Ginny annuì “I Serpeverde hanno sempre avuto una fissa con la questione della purezza del sangue, una totale idiozia per altro, ma per il resto hanno avuto anche molti maghi brillanti nelle loro file. Io non mi preoccuperei fossi in te di essere loro discendente, lascia perdere quel che ti dice la gente.”
 
Sono felice che non ti importi” sussurrò l'emooor sollevata.
 
È come ti ha detto Silente, Emma” insistette pragmatica la Weasley “il fatto che tu sia l'emoor di Serpeverde non ti deve in alcun modo definire. Tanto più che sei l'unica a non essere finita in quella Casa”
 
Il che ti solleva, ammettilo” la punzecchiò l'altra, sorridendo e Ginny arricciò le labbra, trattenendo un sorriso furbo. 
 “Un po' sì, lo ammetto, sarà una Casa sottovalutata, ma è piena di idioti”
L'emoor ridacchiò e l'amica chiuse gli occhi, godendo del tepore del sole.
 
Piton ti ha mai parlato dell'erede di Serpeverde e di cosa è successo al mio primo anno?” domandò la rossa dopo qualche secondo di silenzio, inclinando la testa di lato con un'espressione curiosa, mentre osservava la Corvonero. 
Emma scosse la testa e l'altra non riuscì a trattenere un'espressione stupita.
 “No? Molto cavalleresco da parte del pipistrello, pensavo che l'avrebbe usata come storiella per distruggere la reputazione dei Weasley”
Severus non è così terribile, Gin”
 
Ne dubito”
 
Mi ha solo detto che sei un caso disperato in Pozioni, tu e tutti i tuoi fratelli.”
 Ginny corrugò le sopracciglia e per un momento sembrò sul punto di sputare un insulto, ma finì per stringersi nelle spalle con noncuranza.
 “Beh, è vero in effetti.”
Emma scoppiò a ridere.

*

Luna si alzò di scatto e allontanandosi a passi di danza disse che sarebbe andata a lezione e anche James, Lilith ed Emma si alzarono quasi contemporaneamente e cominciarono ad avviarsi, mentre attraversavano la Sala tutti gli studenti che stavano ai tavoli e anche alcuni che camminavano verso l'uscita, si voltarono per fissare curiosi l'emoor, che avanzava in mezzo ai due amici.
 Dopo una prima frenesia iniziale, il Torneo Tre Maghi era passato in secondo piano nei pensieri degli studenti, in attesa dell'arrivo delle altre scuole e l'attenzione dell'intera Hogwarts era di nuovo tornata sugli emoor. Emma odiava avere i riflettori su di lei per un motivo tanto stupido come il fatto di essere nominata in una vecchia profezia e aveva atteso con ansia che l'interesse  scemasse. 
 Purtroppo per lei non era andata così e molti erano i mormorii che la raggiungevano, insieme agli sguardi, quando si muoveva fuori dal suo dormitorio, come in quel momento.
 Aveva parlato della cosa anche con David ed Emily, ma i due non avevano saputo darle conforto, perché entrambi i Serpeverde erano trattati dai compagni come celebrità, ma erano disprezzati e evitati dal resto della scuola, che sembrava aver dimenticato la loro esistenza, o per lo meno, dimostrava una profonda delusione nei confronti dei tre emoor verde argento. 
Emma, invece, era l'unica finita in una Casa differente e questo la rendeva agli occhi di tutti decisamente più interessante e speciale.

*

Sei tu che hai voluto andare in una Casa che non fosse la nostra” la prese in giro David, facendole un sorriso ed Emma non poté far altro che sospirare.
 “Passerà Emma” aggiunse Emily, pragmatica “Vedrai”


*

“Non far caso a loro” le sussurrò James “Prima, o poi, la smetteranno. È come con Harry Potter, ora lo lasciano respirare, ma gli altri anni era sempre assediato di persone adoranti, o sprezzanti”
 “Senti chi parla” ghignò Lilith “Proprio quello che voleva assolutamente conoscere il bambino che è sopravvissuto. C'è mancato poco che non gli chiedessi un autografo, Jam”
 “Fatto sta che ora tutta la scuola mi fissa” mormorò l'emoor.
Non credeva che sarebbe stato così snervante, nessun studente aveva ancora smesso di osservarla. Una bimba del primo anno aveva completamente smesso di mangiare per guardarla, mentre una paio di ragazzi del sesto parlavano piano tra loro lanciandole occhiate veloci. Emma serrò la mandibola: quanto poteva essere lunga la strada che l'avrebbe portata fuori di lì? 
“E poi chi ti dice che guardano te?” riprese Lilith parlando a voce molto alta e guardandosi intorno “Sono certa che stiano guardando me, il mio fascino non ha rivali, non è vero?” esclamò e scosse la corta chioma bionda e disordinata con un sorriso furbo.

Quasi tutti gli studenti, imbarazzati, tornarono a fissare i loro piatti e sia Emma che James dovettero correre fuori per non scoppiare a ridere davanti all'intera scuola, mentre una Lilith trionfante li raggiungeva ridendo.

 

*Angolo Autrice*

Eccoci. 
Corvonero! 
Quanti di voi ci avrebbero scommesso? 
Il cappello ha scelto per Emma una via di mezzo.

LO SO che questo capitolo è pieno di personaggi nuovi che possono confondervi, ma non ci sono notizie sui compagni di Luna ad Hogwarts e ho dovuto inventarli. Voglio molto bene a tutti loro, spero comincerete ad apprezzarli  e comprenderli con il tempo. Non saranno, come ho detto altre volte gli unici protagonisti, anzi, i nostri personaggi preferiti della saga spunteranno man mano e prenderanno sempre più spazio. 

Vi anticipo solo che il prossimo capitolo si chiamerà "Furetto". 
Penso però che sia importante imparare a conoscere bene i 3 emoors, Emma e i corvonero per apprezzare la storia completa. Vi confido che con il tempo i gemelli Harrods, Carmen, Sarah e Sean avranno sicuramente un ruolo man mano più marginale, ma penso fosse importanti introdurli. 

ATTENZIONE: So che il fatto che i due amici di Emma si chiamino Lilith e James potrebbero farvi pensare a James e Lily Potter. Vi assicuro che si tratta di una coincidenza. Ci ho fatto caso nell'ultima rilettura della storia, ma ormai ero così affezionata a entrambi con quei nomi che non ho avuto cuore di cambiarli. 
Bitterblue è invece uno dei cognomi di cui sono più soddisfatta. Nella prima stesura si chiamava Lilith Portman. Ma penso che "Amaroblu" sia un cognome adatto a Lilith. 

Per il resto ho cercato di non variare quasi nulla della storia originale. 
Fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni e grazie a tutti voi che mi seguite
vi

  
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