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Autore: bhooo01    29/11/2020    1 recensioni
Tra festoni, argenteria e chiffon gli studenti di Hogwarts si ritrovano tra i preparativi di un ballo che cambierà le loro prospettive.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Quella mattina Ron non ne voleva proprio sapere di alzarsi. Tecnicamente non ne voleva mai sapere ma quel giorno lasciare il letto gli sembrava l’impresa più difficile del mondo. Eppure era sopravvissuto persino ad una popolazione di ragni giganti, accidenti!
“Andiamo Ron!” e subito gli arrivò una pesante cuscinata alla schiena che però non sortì alcuna risposta.
“Ron ti devi alzare.” Insistevano i suoi compagni di stanza.
“Faremo tardi al compito di pozioni!”
“TARDI AL CHE COSA?” esclamò infine il rosso saltando in piedi come una molla.
“Certo che ce ne hai messo di tempo.” Esalò esasperato Harry.
“Ah e tranquillo, non c’è nessun compito.”
“Ma sei impazzito? Che razza di risveglio è?”
“Tu non ti decidevi. Si può sapere a che ora sei andato a dormire ieri sera?”
Di colpo tutti gli avvenimenti della notte precedente gli vennero alla mente. L’impotenza di fronte a quanto la sua famiglia stesse attraversando era ancora ben vivida in lui, eppure aver diviso parte di quel peso con Hermione aveva alleggerito di gran lunga il suo fardello. Però in quel momento, con Harry lì di fronte, si sentiva così tremendamente in colpa a non averne fatto parola proprio con lui, il suo migliore amico. Si ripromise mentalmente di riflettere al riguardo e, arrossendo, balbettò un “saranno state le undici” e se ne andò verso le docce sperando che così facendo cadesse quella conversazione che sicuramente non avrebbe portato a nulla di buono.
Si buttò sotto il getto caldo dell’acqua sperando che quel tepore potesse fornirgli quantomeno un piccolo sollievo.
 
 
Giunti in sala grande per la colazione Harry e Ron vi trovarono Hermione impegnata in una concisa conversazione con Ginny circa i preparativi del ballo di Halloween.
“Insomma è davvero impensabile.” Insisteva la rossa esterrefatta.
“Cosa è impensabile?” chiese distrattamente il fratello sedendosi sulla panca ed afferrando un toast. Fugacemente riuscì ad incrociare gli occhi della bruna e le rivolse uno sguardo d’intesa che lei non potette far altro che ricambiare con mezzo sorriso.
“Dover preparare i vestiti per l’intera scuola per questo stupido ballo!” tuonò.
“Andiamo, non dovrete davvero preparare abiti per ogni singolo studente?” chiese Harry ridendo.
“E invece sì! Di sicuro non ci verranno mai in mente più di duecento idee diverse.  Anche con l’aiuto della magia è infattibile.” Terminò afflosciando la testa sul tavolo e guadagnandosi qualche pacca sulla spalla da Harry.
“Ginny, per quando fari il mio, ricordati che odio lo chiffon.” Concluse il corvino.
In tutta risposta la ragazza alzò il capo di scatto e gli rivolse una delle espressioni più gravi che Harry ebbe mai visto, tanto che avrebbe tranquillamente potuto giurare di aver visto del fumo uscirle dalle orecchie.
“Ma… ripensandoci… mi fido ciecamente del tuo gusto. Fa’ come credi.” Rettificò a dir poco terrorizzato guadagnandosi l’ilarità dei suoi amici. Meno che, ovviamente, dalla rossa.
“Ragazzi è tardissimo, dobbiamo andare.” Disse Hermione guardando l’orologio e pulendosi le mani dalle briciole di biscotti.
“Mi sembra un’ottima idea.” Dichiarò Harry saltando in piedi. Qualunque cosa pur di non beccarsi una fattura orcovolante da Ginny.
Ma la ragazza sembrava aver rivolto tutta l’attenzione al fratello davanti a lei, in procinto di alzarsi “Ah Ron, dopo…” iniziò, ma lui subito la liquidò “Sì lo so vengo io.”
“Fantastica questa sinergia tra fratelli.” commentò sarcasticamente Harry.
“Potter, per oggi hai fatto abbastanza battute.” decretò Ginny con una mezza risata.
Mentre si incamminavano verso l’aula di trasfigurazione, cercando di non farsi notare dal moro, Hermione tirò Ron per la manica del mantello e gli si avvicinò all’orecchio alzandosi in punta di piedi “Ho fatto delle ricerche, ci vediamo in biblioteca all’ora di pranzo.”
Nonostante avesse dovuto prestare tutta la sua attenzione a quanto detto dalla bruna, ogni suo senso era stato inibito dal contatto così ravvicinato delle sue labbra e il suo caldo respiro che gli solleticava il collo. Riuscì comunque a cogliere indistintamente le parole biblioteca e ora di pranzo annuendo distrattamente in risposta.
 
La giornata trascorse senza troppi problemi e mentre Hermione finiva il suo corso avanzato di Rune Antiche si avviò verso il luogo prefissato per incontrare Ron. Quasi arrossiva al pensiero che lei ed il rosso stessero per incontrarsi furtivamente, come se fossero due di quegli amanti avversati dalle circostanze di cui amava leggere nei libri babbani, eppure l’entusiasmo svaniva nel momento esatto in cui la sua razionalità faceva capolino e rimembrava che quello, fra loro, altro non sarebbe stato che un meeting logistico. Quanto avrebbe voluto non fosse così. Quanto avrebbe voluto poter avere la libertà di prendergli la mano o di stringerlo semplicemente a sé senza alcuna inibizione. Invece ciò poteva aver luogo solo nella parte più recondita del suo animo. L’unico modo che aveva per stare bene era accettare la realtà e smetterla di fantasticare.
Abbracciando questa consapevolezza si ritrovò, senza accorgersene, già in biblioteca dove si avviò verso un angolo lontano da occhi indiscreti, sperando di essere trovata da Ron.
Quasi come se l’avesse chiamato con un incantesimo di Appello sentì uno “Psst” provenire da alcuni scaffali di libri lì vicino.
La ragazza si avvicinò piano “Ron, sei tu?” e provò a far capolino tra i libri.
“Shh, parla piano o sembrerà sospetto.” Affermò convinto il rosso.
“Guarda che sembra molto più sospetto così” disse la bruna ridendo e incrociando le braccia.
Timidamente il ragazzo uscì dagli scaffali grattandosi la nuca “Ehm, forse hai ragione tu.”
“Dai vieni qui.” Concluse Hermione ridendo e facendogli cenno di avvicinarsi con lei ad un tavolo.
“Ecco cosa ho trovato.” Iniziò posizionando carte e fascicoli davanti ad un attonito Ron.
“Allora, c’è questo speciale ufficio di collocamento in Scozia che in base alle dichiarazioni in merito veramente non ne sbaglia una e magari potrebbe aiutare tuo padre a trovare un impiego. Tieni questi sono i moduli” e gli piantò avanti una pila di almeno trenta pagine per poi continuare “ inoltre ho letto sulla Gazzetta del Profeta che ci sono degli annunci per dei lavoretti a Diagon Alley dove magari potrebbe trovarsi bene e poi…” “Hermione” disse con tono fermo Ron cercando di sovrastare la frenesia della ragazza e prendendole le mani per farla fermare. “Ti ringrazio per tutto il tempo che hai impiegato ma ci avevamo già pensato e non ha funzionato.” Continuò vedendo l’entusiasmo affievolirsi negli occhi della ragazza. “L’ufficio di collocamento continua a tenerlo in attesa e prima ancora di leggere le sue referenze avevano già deciso che erano ‘insufficienti per qualsivoglia mansione’ “ disse mimando le virgolette con le dita e dirigendosi verso la finestra “Poi c’è sato a Diagon Alley, è questo che ieri mi diceva mia madre, l’hanno valutato tutti troppo avanti con l’età. Miseriaccia, non ha neanche 60 anni! Cosa dovrebbe fare un uomo onesto per procurarsi un piatto in tavola se nessuno lo assume?!” Esclamò esasperato voltandosi verso Hermione. La ragazza gli si avvicinò e provò “Potremmo andare ad Hogsmede, trovare qualcosa lì o chiedere le referenze per un prestito o…” “Hermione, ascoltami, l’unica soluzione sarebbe obbligare il dipartimento a riassumerlo. Ma credo che per il modo in cui lo farei io andrei un po’ oltre il codice penale.” La interruppe Ron con tono arreso.
 Improvvisamente lo stesso vide una luce accendersi negli occhi della bruna che subito chiese “Ron, precisamente, per cosa è stato licenziato tuo padre?” “Tecnicamente il motivo è veramente assurdo, pare che tipo abbiano voluto dare il suo posto ad un nipote del capo o una cosa del genere, ma dico, ti pare giusto?”
“No Ron, non è per niente giusto, è a dir poco geniale!” proruppe Hermione correndo verso le sue scartoffie.
“Di te apprezzo sempre il tatto.” Rispose Ron incrociando le braccia al petto “Si può sapere che cosa stai cercando?” continuò.
“ECCOLO!” emerse, entusiasta, Hermione tra i suoi plichi guadagnandosi occhiatacce da chiunque si trovasse a studiare nel raggio di un chilometro. “Come ho fatto ad essere così stupida? È una delle prime cose che ho reperito.” Affermò porgendogli un pezzo di carta con qualche rigo ben evidenziato.
Ron la guardò immobile per qualche secondo per poi reagire “E allora?”
“Ah dammi qua!” disse lei infervorandosi “Secondo la Dichiarazione dei diritti dei lavoratori magici chiunque sia stato sottoposto ad ingiusto licenziamento e godente di un reddito annuo inferiore ai 20.000 galeoni avrà diritto a disporre di un giusto processo, gratuitamente, che possa rivendicare il diritto all’attività lavorativa del suddetto.” Finì di leggere.
“Stai forse dicendo che…”
“Sì Ron, tuo padre potrebbe riavere il lavoro. Con un motivo così nessuno potrebbe perdere, è a dir poco inaudito.” Concluse.
“Ma sei GENIALE!” urlò Ron esterefatto e spalancando le braccia.
“Sh Ron” disse Hermione ridendo divertita.
“Se Madama Pince ci sente ci farà appendere per i polsi da Gazza”. Continuò.
“Sì hai ragione.” Concluse lui arrossendo.
“Devo solo trovare le carte giuste e capirci meglio il resto.” Decretò lei avvicinandosi alle scartoffie.
“Ti aiuterò io, tutto quello che vuoi.” Rispose lui entusiasta.
“Quanto credi che ci vorrà?” chiese poi in tono preoccupato.
“Mh, non saprei, perché?” disse la bruna mentre distrattamente riordinava i fogli.
“Forse, sì insomma, dovrei comunque cercarmi un lavoro, non credi?” provò lui.
“Ma Ron, sicuramente da qui non puoi fare alcun lavoro e già sai come la penso sul lasciare la scuola.” Rispose lei avvicinandosi con tono serio.
“Lo so ma mi sembra…non so…di continuare a non far nulla di concreto.”
“Ron ma questo è concreto, potresti davvero far riavere il lavoro a tuo padre, è la perfetta soluzione permanente!”
“Ma potrebbe volerci un sacco di tempo, potrebbero non accettare la richiesta, oppure accettarla ma perdere il processo, è tutto così…” iniziò farneticando e diventando rosso dalla foga “Lo so.” Concluse ferma Hermione.
Gli prese le mani per farlo fermare e incatenò lo sguardo al suo. Si sforzò di trovare una qualunque cose da dire che potesse aiutarlo davvero. Non le capitava mai di restare a corto di parole, eppure cosa si poteva mai dire in una situazione del genere?
Istintivamente, come guidata da una forza esterna, gli allacciò le braccia al collo e lo strinse forte a sé, così come avrebbe voluto fare da tempo ormai immemore.
Provò ad infondergli tutta la tranquillità che potesse e sembrò sortire l’effetto sperato perché il ragazzo si rilassò sotto il suo tocco e la strinse forte di rimando. Si aggrappò a lei come si fa con un’ancora, come se ne dipendesse la sua vita.
Dopo un tempo che sembrò inquantificabile ma allo stesso tempo troppo breve sciolsero la stretta e tutto ciò che Ron riuscì a dire fu’ un sentito e carico di significato “Grazie.”
“Per favore, pensaci.” Chiese lei.
“Ci proverò” asserì infine.
Nonostante tutto Ron era sinceramente così grato della vicinanza di Hermione, ogni secondo passato con lei sembrava sedargli, la preoccupazione che lo attanagliava.
Quella ragazza aveva proprio il potere di farlo sentire come nessuno mai.
“Ma è tardissimo!” esclamò Hermione guardando l’orologio sulla parete.
“Tardi per cosa?”
“La Sala grande…le zucche…dovevamo essere lì mezz’ora fa’!” diceva lei mentre radunava le sue cose.
“Oh miseriaccia!”
 
Angolo dell’autrice:
Ehiiii, mi scuso terribilmente per il ritardo… Inoltre vorrei ringraziare ancora chiunque trovi il tempo per leggere, ve ne sono veramente super grata. Spero che continui a piacervi. Lo so che forse con gli ultimi capitoli sembra sia andata fuori tema ma vi assicuro che c’è un perché a tutto hahaha. Allora a presto e al prossimo capitolo!
   
 
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