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Autore: Immersi nella vita    03/12/2020    1 recensioni
Le avventure tragicomiche delle Nazioni alle prese con i loro sentimenti.
[ Pairing: Gerita, Spamano, Fruk, Rochu ]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 : The After party

La festa era finalmente finita. Fu questo ciò che pensò con sollievo il tedesco rincasando. Varcata la soglia di casa, si rese conto con rammarico che il suo bel soggiorno era completamente distrutto. Ma non ebbe molto tempo per soffermarsi su questo particolare, infatti gli si avvicinò suo fratello. Ludwig, adesso a tu per tu con il prussiano, voleva delle spiegazioni, e con tono freddo e stanco chiese semplicemente: " Perché? ", ignorando completamente la domanda l'albino gli consegnò un libro. Il tedesco allora rivolse al fratello uno sguardo interrogativo a cui rispose l'eloquente voce di Gilbert:" Oh, Bruder! non fare quella faccia! È il tuo regalo di compleanno, un magnifico regalo essendo questo prezioso oggetto nientemeno che il diario privato del magnifico me ! " A questa esclamazione seguì un pesante minuto di silenzio, che Prussia interpretò come imbarazzo da parte del fratello, infatti si affrettò ad aggiungere: " Su, non essere timido, non devi ringraziarmi, in fondo sei mio fratello! ". A questo punto Ludwig sospirò e guardando seriamente il fratello ripetè la fatidica domanda: "Perché lo hai fatto, Gilbert?". Anche il prussiano sospirò e dopo aver meditato per qualche secondo, decise di dire tutto al fratello:" Beh, come dirlo Lutz, vedi, ecco, io ormai sono vecchio e....non so quanto tempo mi rimanga. Quindi ho deciso di creare ricordi preziosi con te e con le altre nazioni. Sai ti ho cresciuto bene, non mi pento di come l'ho fatto, sei forte, coraggioso, leale, incarni i migliori ideali....ma sei solo, come me, forse mi sono dimenticato di insegnarti la cosa più importante: ...l'amore. " " No, non interrompere, e non fissarmi in quel modo! Andiamo Lud lo sai benissimo anche tu che non mi rimane molto! Quindi quel diario è molto importante, è la mia memoria, la mia storia. L'unica cosa che ti chiedo è di non dimenticarla" e poi in un sussurro aggiunse "di non dimanticarmi...". Germania non seppe cosa dire. Il mondo attorno a lui divenne sfocato, tremolate, si rese conto di star piangendo solo quando percepì le sue guancie umide e non sapendo che fare abbracciò il fratello e se lo tenne stretto. Con mani tremanti percepì quanto era diventato magro e fragile, sopprimendo un singhiozzo, tuffò il viso nell'incavo della sua spalla e con un sussurro disse:" Fratello, non dire così, io ho ancora bisogno di te. Ti prego non farmi questo...". Solitamente Ludwig non si sarebbe mai comportato in quel modo, avrebbe piuttosto confrontato l'albino in modo stoico, ma data la tarda ora, la stanchezza ed essendo anche un po' ubriaco, non riuscì a tenere il solito contegno. Di questo si accorse anche Gilbert che molto scioccato ed intenerito dalla reazione del fratellino, con parole rassicuranti e accarezzandogli le corte ciocche bionde riuscì a calmarlo. Nonostante fosse ormai più alto di lui, Ludwig, rimaneva pur sempre ai suoi occhi come il piccolo bambino che doveva proteggere da tutto e da tutti. 

A distrarre i due fratelli furono dei rumori provenienti dallo sgabuzzino. Inquietati, gli si avvicinarono e aprendo la porta videro una scena alquanto disdicevole: Francia e Inghilterra abbracciati. Il che non era poi così terribile se non fosse per il fatto che fossero nudi e che avevano probabilmente fatto delle cose indicibili. Ludwig, arrosendo di rabbia, si avvicinò minaccioso alle due nazioni, che colte sul fatto, cercavano di coprirsi come potevano. Francis, con un sorriso affascinante e con un tono di scuse disse:'' oh oh, scusa Germania, non volevamo di certo.....ecco importunarti, ma.... " concluse con una risata allusiva. Il tedesco non prese molto bene la cosa e diede un pugno al francese, a questo punto Gilbert si mise in mezzo per calmare il fratello, e approfittandone Inghilterra teletrasportò se stesso e la rana lontano da lì.

 Ludwig, interdetto e arrabbiato, senza proferire verbo si diresse in bagno per lavarsi i denti ma  trovò anche qui una spiacevole sorpresa: Lituania addormentato nella vasca da bagno e Polonia chino vicino al Wc dopo aver vomitato un po' sul pavimento, un po' nella tazza. Inutile dire che si scatenò il finimondo.  Infatti Polonia si svegliò di soprassalto cacciando un urletto straziante e confuso e spaventato andò a infilarsi nella vasca in insieme a Lituania, svegliando anche quest'ultimo. Fu poi una battutina acida del Polacco su Danzica a far vedere rosso a Gilbert, che per poco non avrebbe  ammazzato Feliks lanciandogli una sedia se non fosse che Lituania si mise in mezzo proteggendo l'amico con la sua schiena. Mal ridotti e traballanti furono in malo modo cacciati di casa da un esasperato Ludwig. 

Intanto Francia e Inghilterra scampati per miracolo, o meglio per magia, alla furia omicida tesdesca, si ritrovarono, nudi come vermi, in tangenziale. Ovviamente in una situazione tanto scomoda e ridicola cosa potevano fare i due eterni rivali se non litigare? E litigarono furiosamente, lanciando insulti e pugni. L'inglese accusava la rana di essersi approfittato di lui, mentre il francese accusava il suo "sourcille"(sopracciglione in francese) di aver goduto eccome della sua presenza! Inoltre non soltanto si sentiva avvilito da questa sua reazione, ma era anche molto incazzato per il fatto che il tedesco gli avesse distrutto il bellissimo volto (che poi pensava aveva usato i preservativi di Gilbert, mica quelli di Ludwig) e sopratutto per il fatto che si trovasse nudo in tangenziale. Decidendo di abbandonare la sua singolar tenzone utilizzò la '' via delle nazioni" per teletrasportarsi a Parigi, lasciando così quel bastardo inglese mangia scones!! 

Inghilterra tremendamente piccato dalla situazione, non potendo teletrasportarsi, essendo molto stanco per la magia appena compiuta(che tra l'altro non era andata a buon fine) decise di chiamare America; infatti fortunatamente nell'unico indumento che aveva in mano, i pantaloni, vi era il suo cellulare. 

America dopo la festa aveva deciso di passare il resto della mattinata in un bar berlinese e mentre sorseggiava il terzo boccale di birra gli arrivò una chiamata. Dopo aver lasciato suonare il telefonò per un po', visto che la rumorosa suoneria gli piaceva molto, si decise finalmente a rispondere. Ad accoglierlo fu la voce di Inghilterra che disse in tono imbarazzato:  " Ciao America, scusa la tarda ora, ma avrei bisogno di un favore.... " A questo seguì un silenzio da parte dello statunitense, non tanto perché non voleva aiutarlo, lui era l'eroe, avrebbe aiutato chiunque, ma per il fatto era che Inghilterra non gli avrebbe mai chiesto un favore, era troppo orgoglioso per questo! Si decise comunque a rispondere con un tono di voce esultante sebbene un po' distorto dall'alcool: " Ma certo Iggy che ti aiutoooo, che problema hai? " . Dopo che fu terminata la telefonata, con passi malfermi prese un taxi.

Inghilterra che nel frattempo si era messo i pantaloni, a parte per il fatto che lì, mezzo nudo, in tangeziale, alle tre del mattino di una giornata di inizio ottobre, faceva davvero una brutta figura (per non dire che sembrava l'ultima delle puttane, visto che già tre auto gli avevano suonato il clacson...), si sentiva davvero incazzato. Non solo la rana aveva dovuto scoparlo, ma ora aveva anche dovuto chiedere a quel moccioso di aiutarlo! Inghilterra sapeva che America non avrebbe più chiuso il becco su questa cosa, lo avrebbe tormentato a vita!! A interrompere le sue elucubrazioni fu l'arrivo di Alfred, che scendendo in modo maldestro e sbracciando come un cane si avvicinò a lui urlando " Iggy!!'', e il britannico pensò irato 'quante volte gli ho detto di non chiamarmi così!!'. Arrossendo di rabbia e imbarazzo sbiascicò un: " Ce ne hai messo di tempo! Guardati non ti reggi manco in piedi! ", per tutta risposta l'americano gli rise in faccia circondandogli un braccio intorno al collo e gli disse in tono scanzonato: " Oh, ma andiamo, adesso l'eroe è arrivato, perché devi sempre lamentarti, Vecchio?!. " e poi aggiunse: " A parte perché sei nudo? ". Messo alle strette Inghilterra sventolò la mano come per allontanare quella domanda da sé e togliendosi il braccio dell'americano iniziò a dirigersi verso il taxi. Venne fermato da Alfred che abbracciandolo da dietro biascicò:" Che c'è , andata male la scopata con il francese? Vi avevo visto andare nello sgabuzzino...". America non poteva vederlo, ma il volto dell'inglese assunse diverse sfumature: in principio sbiancò di sgonento e sorpresa, poi arrossì di indignazione e rabbia, prevalse quest'ultimo sentimento, infatti si liberò della presa dell'americano e voltandosi gli fece una sfuriata: " Tu brutto....lo sapevi???E non hai fatto niente mentre quella rana bastarda mi trascinava lì!! Ti diverte vero? " e concluse ansimando leggermente: " Te la ridi proprio in questo momento a vedermi ridotto così? " L' Americano esibendo sempre quel ghigno sfrontato sorpese Arthur dandogli un bacio sulle labbra che sapeva di alcool e di una colossale presa in giro. Infatti di fronte alla faccia imbarazzata dell'inglese, i cui tratti del viso si erano addolciti dal rossore, Alfred si mise a ridere come una iena, beccandosi per questo uno schiaffo. Oltre modo ferito nell'orgoglio il britannico, trattenendo a stento le lacrime, nonostante la stanchezza, fece un incatesimò, e si ritrovò in un bosco inglese, nei pressi di casa sua. Furono poi le fatine e l'unicorno a portalo in casa. E mentre raccontava loro la vicenda decise di dimenticare tutto bevendoci sopra. 

Ma il dopo festa regalò anche sorprese piacevoli alle nazioni. Tra queste Cina e Russia, che finalmente, dopo tanto tempo si erano ritrovate. Il Russo decise di accompagnare Yao a casa sua. Una volta arrivati Cina lo guardò in modo lascivo e avvicinandosi lo baciò. Ivan sorpreso staccò la nazione asiatica e con delicatezza gli prese il viso. Si chinò su di lui e ad un soffio dalle sua labbra sussurrò: " Che fai Yao? ". Cina circondandogli il collo con le braccia sottili gli disse: " Andiamo Ivan, lo sai che faccio e cosa voglio. Sono troppo vecchio per queste pantomine. Se non mi vuoi, basta dirlo". Ivan lo afferrò per la vita e gli disse all'orecchio: " Yao lo sai che ti voglio. Ti ho sempre voluto, e sempre ti vorrò. Ma non è questo il modo. Tu ora sei ubriaco, non sei lucido e non voglio che domani mattina ti penti di ciò che hai fatto.... ma sopratutto il mio cuore non riuscirebbe a sopportare il fatto di svegliarsi senza di te al mio fianco." La nazione asiatica gli regalò il sorriso della monnalisa e baciandogli la guancia gli fece capire che lo voleva davvero. 
Il russo lo attirò a sé, con la fretta di chi aveva aspettato per anni, e con mani tremanti di eccitazione iniziò a sbottonarsi la giacca, poi gli prese il viso e approfondì un bacio passionale, spingendolo contro la porta. Cina con altrettanta passione si lasciò trasportare dalla sua libido e tra baci e gemiti, sempre più vestiti caddero per terra abbandonati. I due allora decisero di dirigersi in camera, e sul letto la loro passione potè finalmente essere consumata. Ivan era un amante passionale, ma infinitamente tenero e gentile, non faceva altro che rivolgergli sguardi adoranti e traboccanti di affetto. Yao con il cuore pieno di gioia e di vita, gli diede un bacio molto dolce a cui seguì in un sussurro " wo ai ni"( 我爱你).

Anche Lovino si era fatto trascinare in una casa non sua. Stanco e sbronzo si addormentò sul letto dello spagnolo. La mattina Antonio, che si era addormentato accoccolato vicino al suo "pomodorino'', si svegliò di buon umore e si mise a fare la colazione:  due cappuccini, latte, biscotti, briosche e frutta.  A distrarlo furono le urla del meridionale, che come una furia entrò in cucina rosso come un semaforo. Romano appena vide quello stronzo gli urlò: " Cazzo ci faccio qua!? ", " Buongioro anche a te Lovino" gli rispose sorridendo lo spagnolo.
 " Buongiorno un cazzo! Allora bastardo che ci faccio qui!? Mi hai rapito vero? Merda...che hai fatto pomodoro bastardo!!?? " gli rispose, e imperterrimo continuò: " E perché mi fa male la testa e ho lo stomaco sottosopra? Mi hai drogato, vero? ". Preso alla sprovvista lo spagnolo provò a ribattere, ma fu subito interrotto sul nascere da un'altra sfilza di domande: " E perché ho il tuo odore addosso? Perchè ho la tua camicia? Che mi hai fatto maniaco di merda? " Antonio sospirò, posò i cappucini appena fatti sul tavolo e con un sorriso disse col solito tono gioviale: " Ma dai Lovinito~, cosa mi credi, un maniaco? " e dopo una breve risata gli spiegò la situazione:'' Capisco che tu sia confuso, ma vedi c'è una semplice spiegazione a tutto ciò. Ti trovi qui perché ieri eri così ubriaco da non reggerti in piedi. Quindi il fratellone Spagna ti ha portato a casa sua, inoltre stai male per i postumi della sbornia, e non perché io ti abbia drogato. Infine, hai la mia camicia perché ti eri vomitato addosso, quindi è per questo che senti la mia colonia. " . Romano continuò a guardarlo torvo, non del tutto convinto, ma vedendo la colazione sul tavolo si sedette. Bevve il cappuccino, ma schifato lo risputò nella tazzina e in malo modo disse: " Ma come lo hai fatto, coglione! " Per tutta risposta Antonio gli regalò degli occhietti da cucciolo bastonato: " Ma Lovi, guarda che ho comprato la macchina del caffé solo per te! " Abbastanza scazzato sputò anche nella tazzina dello spagnolo, 'merda imbevibile' pensò l'italiano ' così almeno non la beve nemmeno lui'. Solo che quella testa di pomodoro non condivideva il suo "mindset" perché, come se niente fosse, con la più grande tranquillità, iniziò a sorseggiare il cappucino sputato, facendo in questo modo sbiancare di orrore il meridionale.   "Ma che cazzo fai!?" sbottò irato Romano, "Bevo" gli rispose placidamente lo spagnolo. " Che schifo fai, pezzo di merda, ti sei bevuto il cervello! Ci-Ho-Sputato, non ti schifa, neanche un po'? " ribatté caparbiamente Lovino. Ma le sue parole non fecero battere nemmeno un ciglio ad Antonio che ridendo disse con non chalance: " E allora? Cosa vuoi che me ne importi? Ogni cosa toccata dalle tue labbra è preziosa" e pensò ' e poi sarebbe cone un bacio indiretto •\\\•' .  Romano si fece scuro in volto e con rabbia repressa disse: " Cosa ci trovi esattamente in me? " e con lo stesso tono: " Perché ti piaccio così tanto? Anto' so stanco de sto gioco. Finiamola. Continuo a respingerti ma tu non lo capisci. Non mi piaci, punto! Smettila di insistere! ". Calò il silenzio fra di loro, Lovino osservava Spagna dall'altra parte del tavolo, anche due occhi color smeraldo lo stavano guardando di rimando sotto una folta chioma color cioccolato. Come se le sue parole non lo avessero toccato con un sorriso sornione l'iberico gli disse semplicemente: " È per questo che mi piaci, Lovi " e guardandolo dolcemente proseguì: " Proprio perché il tuo carattere è così ''difficile", ma in realtà so che dietro quella corazza si nasconde una grande cuore. Andiamo ti ho visto crescere, ti consolvavo quando avevi gli incubi da piccolo, e ti baciavo le ginocchia quando te le sbucciavi. Non ci può essere affetto più grande che mi lega a te. Ti amo perché ti amo, non ci dev'essere una spiegazione. " " Amo ogni apetto di te, persino le parole più crudeli se proferite dalla tua bocca sono per me delizia. Ogni tuo rossore o inaspettato sorriso, che pare simile al sole che dopo la tempesta squarcia il sereno, mi fanno battere più forte il cuore. Oh Lovinito potrei scriverti un libro sul perché ti amo e su quanto il mio amore per te sia duraturo. " concluse con una faccia adorante. Romano tutto si aspettava, se non quella risposta. Alla sorpresa subentrò ben presto la rabbia. ' Quel bastardo' pensò ' perché mi guarda con quella faccia da ebete? Non lo ha capito che sono una persona di merda?! Come fa ad amarmi, come...? ' Senza pensare alle sue parole allora disse: " Beh sai non mi importa! Non mi toccano tutte queste tue belle parole perché io.... " ' io...cosa?' " Perché io mi vedo con un altro! ". Ed ecco che Lovino l'aveva detta: la balla più grossa del secolo.... Seguì un assurdo silenzio, Antonio trasecolando spalancò lentamente la bocca, e lo fissò in modo allucinato. Riprendendosi, si alzò bruscamente dal tavolo e con una breve falcata lo raggiunse e gli strinse una spalla. Se Lovino non conoscesse da una vita Antonio, a vederlo ora, metteva proprio paura, i suoi occhi si erano scuriti e mandavano lampi di gelosia e possessione? Dov'era finito il solare bastardo mangia pomodori? ' Che ho fatto?!' pensò angosciato. Lo spagnolo sempre con quell'espressione sul volto domandò in tono glaciale: " Chi? ". Lovino  non sapeva che dire, perciò reagì come suo solito, lo spintonò e guardandolo con odio disse:" Che te frega a te, bastardo! Tanto anche se te lo dico cosa vuoi fare, ammazzarlo? Far scoppiare una guerra! ?" Si pentì subito dell'ultima affermazione, perché lo sguardo di Antonio diceva proprio quello, era pronto a tutto, pur di eliminare il "rivale". " Sai cosa? Mi so' rotto il cazzo di stare qui! 'Hasta la vista!' 'Adios' pomodoro bastardo! ". Spagna non ebbe nemmeno il tempo di dire: " No, Lovi- aspet-" che il meridionale aveva lasciato la sua abitazione. 
   
 
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