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Autore: bhooo01    04/12/2020    1 recensioni
Tra festoni, argenteria e chiffon gli studenti di Hogwarts si ritrovano tra i preparativi di un ballo che cambierà le loro prospettive.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Neanche se fosse stata reduce da una maratona si sarebbe trovata in quello stato. Ma certamente percorrere un intero castello da parte a parte in meno di cinque minuti non era impresa da poco.
Giunti all’ingresso della Sala Grande, Hermione, appoggiatasi per un attimo alla parete, credeva che le rotule le si sarebbero esplose in mille pezzi da lì a poco e faticava a stabilizzare il respiro. Dal canto suo Ron non sembrava particolarmente sconvolto. Sicuramente l’ordine della sua divisa aveva visto giorni migliori ma fisicamente non pareva provato. Evidentemente tutti quegli allenamenti di Quidditch avevano dato i loro frutti in termini di resistenza fisica. Aveva solo i capelli in disordine e un rivolo di sudore che gli bagnava la fronte, e ad Hermione non poteva sembrare più bello di così.
“Andiamo, saranno stati due passi.” Disse il rosso esortandola ad entrare.
Non servirono parole perché Hermione lo fulminò con uno degli sguardi più eloquenti del suo repertorio e spintonandolo con la spalla si fece largo in sala grande accompagnata dalle risate di Ron.
“Ma dove eravate finiti?” chiese Harry “E perché siete così sconvolti?” continuò ammiccando poi verso l’amico.
Rossi per l’insinuazione dissero contemporaneamente “In biblioteca!” “In sala comune!” lasciando il moro ancora più allibito. Hermione trasse un respiro e, mal celando la sua insicurezza, provò “Io ero in biblioteca a studiare e mentre correvo qui ho incontrato lui che scendeva dalla sala comune.” Per fortuna sembrò convincere il corvino che fece spallucce e continuò a cucire una coccarda.
“Hermione, puoi venire a darci una mano?” chiese Lavanda qualche metro più distante alludendo a lei e a Calì.
La bruna sollevata dall’avere una scappatoia da quella situazione borbotto un “Benedetto sia Merlino.” e si dileguò verso le sue compagne di stanza.
Rimasti soli Ron prese distrattamente un taglierino e stava per intagliare una zucca lì vicino quando si fece sentire la voce di Seamus “Fossi in te non lo farei”
“E perché no?”chiese allibbito con l’arnese a mezz’aria.
“Poveri ortaggi, l’ultima volta chiedevano pietà” rispose ridendo.
“Ha ha ha, esilarante” sbuffò l’interessato.
“Sì okay ma non scherzavo” precisò Seamus sventolando le mani per evitare che iniziasse ad incidere.
“L’ultima volta hai sprecato almeno tre zucche, quindi evita di maltrattarne altre e vai a prendere le scatole.”
“Che scatole?!” chiese spazientendosi.
“Nella sala di ingresso, hanno portato tovaglie e argenteria.”
“Ma non dovrebbero andare quelli del primo anno?”
“Ron, proprio queste sono pesantissime, vuoi davvero mandare dei piccoli undicenni?” chiese Seamus. Chi l’avrebbe detto che era così empatico?
“Bhe, magari con un Wingardium Leviosa ben assestato…” continuò il rosso dondolando la testa.
“RON!”
“Stavo solo scherzando. Rilassati.” Disse lui ridendo.
“Che poi alla loro età neanche lo sapevi usare quell’incantesimo.” Continuò Seamus.
“Bhe, neanche tu.” Concluse il rosso in risposta, guadagnandosi una linguaccia.
“Harry, vieni con me?” disse poi Ron ignorando Seamus.
“Sì certo.” E insieme si avviarono verso l’uscita.
 
“Allora, adesso mi vuoi dire che cosa è successo con Hermione? La sua versione non era per nulla credibile, poi lo sanno tutti che non arriverebbe mai in ritardo.” Chiese Harry una volta soli.
Mai come in quel momento Ron avrebbe voluto aver frequentato un qualche corso di potenziamento che avesse potuto permettergli di imparare la smaterializzazione prima del tempo. Si sentiva così tremendamente in colpa a non aver parlato con Harry di una cosa tanto importante per lui, sicuramente le sue parole gli avrebbero potuto fare solo del bene. Si guardò intorno deciso a raccontargli tutto, del resto non era così grave, non aveva mica nascosto un cadavere nella foresta proibita! Eppure il fatto che il padre avesse perso il lavoro lo aveva terribilmente destabilizzato. A maggior ragione per il motivo. Si chiedeva che vita lo avrebbe atteso se a quel mondo neanche essendo onesti e tenaci lavoratori si riusciva ad esser apprezzati. Poi si aggiungeva la terribile sensazione di sembrare un peso per la sua famiglia, non riuscendo a contribuire in alcun modo alle finanze. Si sentiva in colpa per tutte le opportunità che i suoi genitori erano stati in grado di offrirgli e in quel momento, quando mai erano stati più impotenti, lui non sapeva cosa fare per ricambiare il sostegno.
Effettivamente aveva un disperato bisogno di parlarne con Harry, era un sesto fratello per lui, però farlo avrebbe significato mettere a nudo le sue angosce e Merlino solo sa quanto il suo orgoglio fosse contrario.
Constatò però che quel giorno il via vai nella sala di ingresso era troppo intenso per affrontare quella conversazione in privacy, per cui, col tono più serio che avesse, disse al moro “Non adesso, però ne parleremo presto, promesso.”
“E va bene playboy” rispose Harry con un sorrisetto.
Evidentemente non aveva colto l’antifona ma Ron, capendo le insinuazioni, acquistò un colorito decisamente concorrente con i suoi capelli ma balbettando riuscì a dire “Non è quello che pensi tu, idiota.”. “Ma a quanto pare quello che penso io non ti dispiacerebbe” continuò il moro ridendo.
 
Nel frattempo, in Sala grande, Hermione era impegnata in una battaglia con un festone di cui proprio non riusciva a cucire insieme i pezzi. “Non riesco a farli stare insieme!” diceva a Lavanda mentre la bionda teneva uniti con le mani due voluminosi pezzi di tulle “Sono troppo grandi, non riesco neanche a tenerli fermi, a chi è venuta in mente questa idiozia?” esclamò la bionda profondamente adirata.
“A Pansy, ovviamente. ‘Ad ogni festa di lusso c’è almeno un cordone di tulle che pende dal soffitto e bla bla bla’” rispose Calì scimmiottando la serpeverde, mentre era impegnata a dipingere una ghirlanda.
“Tutto questo è assurdo, non siamo mica veri decoratori!” esclamò Hermione.
“Basta, è ridicolo” iniziò Lavanda buttando a terra il tulle “se lo facesse lei, quella piccola, insulsa…”
“Dicevi?” le tre si girarono di colpo per vedere niente poco di meno che proprio Pansy Parkinson che, a braccia conserte, le guardava quasi sperando che ciò bastasse a far prendere loro fuoco.
“Dicevo che sono impossibili da fare questi cosi, non potresti avere idee meno pretenziose? È solo una festa della scuola accidenti.” Continuò Lavanda senza perdersi d’animo, ormai era partita per la tangente.
“Pretenziose? Sei tu che non riesci a cucire insieme un po’ di tulle perché hai il cervello grande quanto una nocciolina!”
Non l’avesse mai detto. La bionda stava quasi per saltarle al collo quando Hermione si mise fisicamente in mezzo alle due cercando di scongiurare il peggio. “Okay ragazze, diamoci una calmata, che dite?”
“Assolutamente no.” Decretò Pansy appena in tempo per alzare la bacchetta e cercare di legare Lavanda con il raso lì vicino. La ragazza, però, fu’ così fulminea da abbassarsi in tempo ma ciò causò che l’incantesimo colpisse in pieno Hermione che, legata come un pacco di Natale, si afflosciò al pavimento.
“Hermione!!” urlarono Calì e Lavanda in coro, distogliendo l’attenzione da Pansy che colse l’occasione per dileguarsi.
La scena non passò inosservata agli altri, soprattutto a Cormac lì vicino che accorse subito.
“Serve aiuto?” chiese retoricamente e abbassandosi per aiutare le due ragazze a slegare la bruna.
“Cosa te lo fa pensare?” chiese lei che si dimenava sul pavimento cercando di allentare la presa del raso.
“Hermione, mi dispiace così tanto.” Le disse Lavanda.
“Sta tranquilla, non è colpa tua.” Rispose sbuffando per la presa dei nodi troppo forte.
“Quella Pansy è una psicopatica; e pensare che iniziava pure a starmi simpatica.” Disse Calì incrociando le braccia.
Pochi minuti, uno strappo deciso ed Hermione fu’ libera.
“Adesso ci sei.” Disse Cormac alzandosi in piedi e porgendo la mano alla bruna affinchè facesse lo stesso.
“Grazie. Ti devo un favore.” Gli rispose timidamente lei tastandosi i polsi nei punti in cui i nastri avevano stretto di più.
“Se vuoi ripagare subito potresti aiutarmi con delle zucche, sto intagliando le ultime. Tanto direi che per oggi basta tulle, no?” chiese lui.
“Oh, puoi dirlo forte.” Proclamò Lavanda prendendo il tessuto rimasto a terra e buttandolo lontano da lei.
La bruna sembrò pensarci su ma poi decise di accettare e si avviò con Cormac ad un tavolo vicino.
Ci si trovava insolitamente bene. Sicuramente ciò non era neanche lontanamente paragonabile a come quando stava con Harry o con Ron. Ron…al confronto con lui chiunque sarebbe parso insulso ai suoi occhi. Eppure considerava, in un certo senso, piacevole passare il tempo con lui e di certo non le dispiaceva aiutarlo con un paio di zucche. Senza accorgersene iniziarono a ridere del più e del meno sviluppando una certa confidenza che non passò inosservata a chi in quel momento stava varcando la porta della Sala grande.
 
“Seamus dove vuoi che le metta queste?” chiese Ron entrando con almeno tre scatoloni in pila tra le braccia. “Lì andranno bene.” Rispose l’interessato indicando un angolo vicino all’ingresso.
“La prossima volta che mi chiedi di fare una cosa del genere giuro che…” la frase non ebbe però mai conclusione. Si stava massaggiando la schiena indolenzita dal peso delle scatole quando lo sguardo si posò su un tavolo poco distante da lì. C’era Hermione, la sua Hermione, con quel bamboccione di Cormac McLaggen. Harry avvertì la tensione dell’amico le cui nocche sbiancarono fino all’inverosimile e provò ad intervenire “Dai Ron, stanno solo…” provò ma il rosso lo interruppe alzando una mano “Non voglio sentire niente.”
 
Angolo dell’autrice:
Ehiiiiii. Sono tornata! Spero stiate bene e vi ringrazio enormemente per ogni secondo passato a leggere o a recensire questa ff. Ve ne sono enormemente riconoscente.
Mi viene da ridere se penso che volevo finire entro Halloween, ormai stiamo quasi a Natale e sono ancora qui, spero non vi stanchi hahahah non sono mai stata un tipo conciso. Ad ogni modo grazie mille a chi è arrivato fino a qui, vi assicuro che sono più grata di quanto sembri hahahah. A presto e grazie ancora <3 <3 <3.
 
   
 
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