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Autore: Biohazard    08/12/2020    1 recensioni
Uno scintillio poco lontano catturò la sua attenzione. Tenendo i sensi all’erta, si diresse verso quel luccichio dorato, domandandosi di cosa potesse trattarsi. Mano a mano che si avvicinava, la curiosità lasciò lo spazio allo stupore: si trattava di un albero, un albero d’oro. Harry era totalmente rapito da quell’immagine, allungò le dita per poterlo toccare, ma in quel momento una voce risuonò direttamente dentro la sua testa.
“Aiutami.”
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                            Harry aveva cercato di convincere Hermione a cedergli il posto per la guardia, ma lei era stata irremovibile. Dopo aver preso una pozione contro la nausea, aveva fatto il suo turno insieme a Pansy, ma Harry non aveva dormito. Si sentiva in colpa per Hermione, per Ron: le aveva promesso di non dire nulla, ma non sapeva fino a quando ci sarebbe riuscito, aveva bisogno di maggior protezione, ma ancora non sapeva come fare. Quando fu il suo turno l’amica lo chiamò, avvisandolo che Malfoy era già seduto di fronte al piccolo fuoco che avevano allestito. Non che servisse realmente visto che erano al riparo, ma aiutava, sprigionando una piacevole sensazione di calore e la luce calda del fuoco era come l’abbraccio di un amico, faceva sembrare tutto meno orribile e la situazione meno pericolosa; inoltre le fiamme danzanti creavano giochi di luce insieme all’incantesimo lumos che si rifletteva sulle pareti cristalline. Era uno spettacolo bellissimo, su questo non vi era alcun dubbio. Draco sedeva di fronte al fuoco, dandogli le spalle, indossava una veste nera con bordi verde smeraldo e bottoni argentati, solo ora Harry notò che aveva i capelli un po’ più lunghi di come ricordava e crescendo, sembrava stessero assumendo una sfumatura dorata, molto più simile a quella di Narcissa Malfoy. Harry gli si sedette affianco, la fedele bacchetta di agrifoglio nella tasca dei suoi jeans di chiara fattura babbana.
Inizialmente nessuno dei due sembrava voler intavolare una qualche tipo di discussione ed il Grifondoro cominciò ad avvertire un certo disagio. Non aveva intenzione di passare le successive tre ore in silenzio, così butto lì un discorso sul Quidditch.
“Secondo te chi vincerà la coppa quest’anno? Ron non ha ancora perso la speranza di vedere i Cannoni di Chudley in finale, ma secondo me i Puddlemere United sono i favoriti.”
“Stai scherzando? Le Vespe di Wimbourne sono i favoriti. Ma quale campionato state seguendo?”
Iniziarono a chiacchierare del più e del meno.
“Andromeda mi ha detto che ogni tanto tua madre va trovarla, è bello che si siano ritrovate dopo tanto tempo,”
Malfoy accennò appena un sorriso.
“Già, quando mia madre è tornata a casa la prima volta, ho visto una donna diversa, glielo leggevo negli occhi e si vedeva che aveva pianto, anche se lo ha nascosto molto bene.”
Harry non chiedeva mai ad Andromeda delle visite di Narcissa Malfoy, ma anche lui aveva notato lo stesso cambiamento nella donna. Aveva ritrovato un affetto importante dopo la morte del marito e della figlia. Chissà di quante cose avevano parlato, quanti anni avevano recuperato.
“Come vanno i preparativi del matrimonio?”
Harry si riscosse.
“Il matrimonio Weasley-Granger. Hai presente? Sono i due tizi nella tenda dietro di te.”
“Non pensavo lo sapessi.”
“Le voci corrono Potter e di certo il matrimonio tra i due maghi che hanno rivestito un ruolo importante durante la guerra non passa di certo inosservato.”
“Beh, credo che sia quasi tutto pronto, io e Ron non ne parliamo molto in realtà. Quando Hermione lo porta sull’orlo della disperazione si smaterilizza a casa mia e niente, ci beviamo una burrobirra.”
“Strano, come al solito l’organizzazione ricade tutta sulle spalle della Granger. Possibile che nessuno dei due riesca a sollevarla da qualche responsabilità?”
Harry si sentì un po’ in colpa.
“La madre di Hermione insieme a Molly sono un valido aiuto. Anche Ginny si sta dando da fare e…”
Lasciò la frase a metà.
“Brutto discorso Potter, meno male che hai iniziato tu a tirare fuori l’argomento. Non sapevo da che parte iniziare.”
Il Grifondoro ridacchiò.
“Se posso dire la mia e cercherò di evitare discorsi pungenti, non era la persona più adatta per te.”
“ E chi sarebbe adatto per me Malfoy?” Il ricordo del bacio tornò a sfiorargli la mente.
“Non la Weasley.” Rispose secco, quasi sulla difensiva “Era come se tutti si aspettassero che dovessi stare con lei e tu non abbia fatto altro che seguire quello che ci si aspettasse da Harry Potter.” Fu come un colpo allo stomaco e il Grifondoro non rispose.
Rimasero entrambi in silenzio, contemplando le fiamme che ardevano di fronte a loro.
“Come va la ferita?” domandò, interrompendo il silenzio e i suoi pensieri, che non facevano altro che rimbalzare sull’affermazione di Malfoy riguardo a Ginny.
“Tutto apposto, in realtà non è rimasto alcun segno,”
“Le lacrime delle fenici hanno grandi poteri curativi…” Harry si sfiorò inconsapevolmente l’avambraccio, proprio dove il basilisco aveva colpito.
“Beh, si può dire che sia arrivata al momento giusto,”
“Ha salvato anche me, tanto tempo fa.”
Malfoy alzò lo sguardo, interrogativo.
Pochi conoscevano i reali avvenimenti del secondo anno ed Harry dubitava che Lucius avesse rivelato qualcosa a suo figlio, del resto nemmeno il padre di Draco era mai stato consapevole del vero potere del diario, Né probabilmente del basilisco.
“Al secondo anno scoprimmo che a causare la pietrificazione degli studenti era un basilisco che viveva all’interno della Camera dei Segreti,”
“Cosa?” domandò Malfoy sorpreso.
Harry osservò divertito lo sguardo del Serpeverde. Non sapeva se si trattasse della luce del fuoco, ma gli sembrava che anche i tratti del viso di Draco si fossero appena addolciti; magari era dovuto al fatto che aveva smesso di avere quell’espressione perennemente superiori e strafottente. Con quelle vesti addosso, la capigliatura ordinata e il portamento eretto lo facevano sembrare un vero nobile, beh, tecnicamente lo era e il Grifondoro sembrava totalmente l’opposto, con i capelli arruffati e i vestiti babbani sgualciti.
“Quella bestia orrenda si aggirava davvero per il castello?”
Harry continuò riprendendo il filo del discorso e raccontando a grandi linee la storia evitando di parlare dell’horcrux e di Ginny.
“Che idiota Allock, era evidente che fosse un buon a nulla,”
Harry continuò, interrotto ogni tanto dai commenti di Malfoy.
“Mi stai dicendo che sei andato avanti da solo ad affrontare il basilisco?”
“Che avrei dovuto fare? Lasciarla là?”
“Non ho detto questo, ma magari prima avrei studiato un piano, verificato vie di fughe e che ne so, avevi dodici anni!”
“Beh, alla fine è andata bene, no?”
Ripensandoci con il senno di poi, Malfoy non stava facendo considerazioni campate in aria.
“Per Merlino Potter, ti rendi conto almeno di quello che stai dicendo. Per te sembra quasi normale che un dodicenne debba affrontare un serpente di 10 metri in grado di pietrificare con lo sguardo e fornito di veleno letale, ma come ragioni?”
Harry lanciò un muffliato sulle tende, non voleva che si svegliassero per i commenti isterici di Malfoy. Il Grifondoro sentì crescere una sensazione dolorosa: rivedere il Serpeverde aveva scatenato una tempesta di ricordi e sentimenti che aveva nascosto nel profondo del suo cuore.
“Sai Malfoy, purtroppo, non ho avuto la possibilità di fare scelte che fossero solo mie. Pensa al torneo Tremaghi, tutti credevano che avessi messo il mio nome del Calice di Fuoco, ma quello che realmente volevo era sedere sugli spalti con Ron e Hermione e godermi le prove come una persona qualunque. Forse non lo hai mai capito, ma questa era l’unica cosa che desideravo, essere uno studente normale, non il bambino che è sopravvissuto, non il prescelto, solo Harry Potter.”
Perché glielo stesse dicendo non lo sapeva, le parole uscivano come un fiume in piena. Aveva iniziato a raccontare del basilisco per cambiare discorso, perché si erano incamminati su un terreno scivoloso per entrambi, ma adesso stava succedendo qualcosa e lo leggeva anche negli occhi di Malfoy. L’atmosfera intorno al fuoco stava cambiando velocemente.
Il Serpeverde si alzò e Harry lo fronteggiò, faccia a faccia. Quanti anni ci erano voluti perché accadesse? Quante parole non dette aleggiavano tra i due?
Dopo la guerra non si erano più rivisti e ora spuntava il ricordo di un bacio che nemmeno ricordava e un sorriso che non aveva mai visto, trovandosi legato a lui in una missione di salvataggio.
“Pensi di essere l’unico a cui non è stata data una scelta?” Malfoy aveva il respiro corto e per un momento ebbe l’impressione che il suo corpo stesse tremando.
Harry ricordava bene l’uso che faceva Voldemort di Draco, non voleva dirgli che sapeva, così come non voleva dirgli che era sulla torre di Astronomia la notte in cui morì Silente. Non adesso, non in quel momento. Doveva mantenere la lucidità, ma non gli era mai sembrata così lontana, mentre allungava le braccia e stringeva Malfoy a sé.
Draco sembrava pietrificato, non parlò e non si mosse, ma non voleva lasciare la presa. Passò qualche minuto: il cuore di Harry batteva all’impazzata e sembrò esplodergli nel petto quando Malfoy si mosse, stringendosi a lui.
“Tutti abbiamo sofferto Draco, forse tu più di altri. Ron e Hermione sono sempre stati con me durante la guerra. Tu eri da solo e la tua famiglia in pericolo.”
Poi, di punto in bianco, Malfoy lo spintonò via, fissandolo con terrore e gli occhi lucidi.
“Tu, stupido sfregiato che non sei altro!”
Draco corse via verso il buio della sala. Harry non ci mise molto per alzarsi e mettersi al suo inseguimento. Questa volta sarebbe arrivato fino in fondo e non avrebbe permesso al Serpeverde di cancellargli la memoria.
“Lumos maxima!”
Dalla bacchetta esplose un lampo abbagliando, illuminando la zona di una forte luce bianca.
“Stupeficium!”
“Protego!”
I due incantesimi cozzarono uno contro l’altro.
“Di cosa hai paura, Draco?”
“Pietrificum!”
“Expelliarmus!”
Harry stava studiando una strategia, mentre si riparava dietro a una colonna e mentre ci pensava capì qual era la strategia giusta per avvicinare Draco e disarmarlo. Uscì allo scoperto, Draco attaccò di nuovo con un incantesimo immobilizzante. Harry la bloccò con una protezione non verbale, ma fece comunque finta di essere stato colpito, cadendo a terra con un tonfo sordo e gli occhi spalancati. Poteva sentire il respiro affannato di Malfoy e i suoi passi che si avvicinavano. Il Grifondoro sapeva bene che quello di Malfoy era solo uno sfogo, non voleva fargli davvero del male. Draco aveva avuto paura della piega che stavano prendendo gli avvenimenti ed aveva reagito con aggressività.
Era evidente che non potesse sopportare la debolezza insita in quell’abbraccio, che rischiava di rivelare le sue paure più grandi, lacerando la maschera da perfetto stronzetto altezzoso.
Malfoy gli si avvicinò, quel tanto che bastava perché Harry potesse fargli uno sgambetto, facendolo cadere a terra e, senza che l’altro avesse il tempo di reagire, lo strinse nuovamente a sé.
“Mi dispiace Draco.”
Il Grifondoro scostò appena il volto, fissando quegli occhi grigi affilati, che conosceva bene, ma che forse non aveva mai visto veramente. Pensò di nuovo a quel bacio rubato nella Sala Grande di Hogwarts: lui non lo ricordava per davvero e, con le farfalle nello stomaco, si impossessò delle labbra di Draco Malfoy. Si aspettò di essere scansato via, ma in realtà, Draco rispose con una foga inaspettata, mentre le sue dite lunghe e affusolate si insinuavano nei suoi capelli corvini. C’era desiderio e un senso d’urgenza, mentre le loro bocche si scontravano in una danza appassionata.
Si staccarono per un attimo fissandosi negli occhi, come se non si fossero mai visti per davvero fino a quel momento. La paura era svanita dagli occhi di Draco, lasciando spazio solo ad un torbido desiderio. Da qualche parte il cervello di Harry stava inviando segnali di pericolo, che si facevano più deboli, mentre il sangue fluiva in zone periferiche del suo corpo. Fu Draco a parlare per primo, mentre lo trascinava a terra e con sé.
“Paura Potter?”
“Ti piacerebbe.”
Malfoy rise, di gusto e genuinamente, sembrava felice ed entrambi sembravano aver perso la cognizione della realtà e, detto onestamente, ad Harry andava bene così, senza distinguere cosa fosse reale o meno. Forse stava solo sognando, mentre sbottonava la veste di Malfoy, scoprendo la pelle chiara del petto. Lasciò caldi baci lungo la linea del collo, scendendo fino al capezzolo. Draco mugolò ed Harry ricette una scarica di adrenalina. Tornò ad impossessarsi delle labbra del Serpeverde con foga e desiderio.
“Per Melino e Morgana…” quattro parole, sussurrate appena e l’incantesimo s’infranse di botto. Harry si girò lentamente, aveva ancora le gambe di Malfoy agganciate al suo bacino, seppur con i vestiti addosso.
Ronald Bilius Weasley stava in piedi, la bacchetta alzata tremava tra le mani ed era bianco come un cencio.
Cadde a terra con un tonfo sordo.
“Pensi sia morto?” domandò Malfoy, tornando al solito sarcasmo pungente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Che dire? In questo capitolo c’erano troppe cose da affrontare. Veramente troppe. Per ora abbiamo appena tastato il terreno e sta succedendo qualcosa tra Draco e Harry. Vorrei passare un po’ al POV del Serpeverde, voi che ne dite?
 Mi dispiace per Ron, sul serio, ma avevo bisogno di interrompere quei due, perché stavano andando troppo veloci e non voglio che vada così. Ci sono ancora troppe cose di cui devono discutere, troppe situazioni da affrontare. Quindi fermi tutti!
Vi ringrazio se state ancora seguendo questa fic, attendendo con pazienza i miei aggiornamenti. Il capitolo non è stato riletto, ma se mi mettevo a fare anche il lavoro di fino sarebbe passata un’altra settimana dalla pubblicazione e non mi pare il caso. Nei prossimi giorni ci darò di nuovo un’occhiata per correggere eventuali errori e ripetizioni.
 
 
 
 
 
  
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