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Autore: Farkas    13/12/2020    3 recensioni
Le sorelle Halliwell e i loro compagni hanno affrontato tante sfide nella loro vita, ma forse la più grande è l'essere diventati genitori.
Fare il genitore è molto più dura che che affrontare le forze del male, ma può dare molta più soddisfazione.
Una raccolta che presenta alcuni importanti momenti tra i figli delle sorelle e i loro genitori.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Paige Matthews, Phoebe Halliwell, Piper Halliwell, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Genitori e figli

Capitolo 8: Proteggere

 
Chi salva una vita, salva il mondo intero.
(Talmud)

 
 
-Melinda mi stai ascoltando?- chiese seccata Piper alla sua ultima figlia intenta a navigare sui social. -Ti dicevo che oggi al ristorante…-
-Già, il ristorante… sinceramente avrei preferito che tu tenessi il P3- borbottò la ragazza senza alzare gli occhi dal cellulare.
-Non ci sei mai nemmeno entrata dentro!-.
-Sì, ma vedi dire “Mia madre ha una discoteca” è molto più fico di dire “Mia madre ha un ristorante”. E nemmeno dire “Mio papà fa il preside” è molto ganzo, visto che non posso dire che lo è di una scuola di magia-.
-Be’ scusa i tuoi genitori sfigati- fece sarcasticamente Piper.
-Dai, era solo per dire. Io sono già popolare senza bisogno di aiuti- fece Mel strizzandole l’occhio. -A riprova di ciò, mi hanno invitato a una festa domani sera e visto che ho fatto tutti i compiti…-.
Piper sospirò:- Io vorrei capire perché, dopo averla avuta per sorella, mi tocca per figlia una mini-Phoebe. Pure lei era popolarissima e andava sempre alle feste-.
-Ehi, io non sono mai stata arrestata*!-.
-Vero. Ed è perché so che non sei una combina guai come tua zia che puoi andare alla festa-.
-Evviva! Grazie!- esultò la ragazzina.
-Ma…- la stoppò Piper.
-Ma?- chiese perplessa Melinda.
-Ma visto che domani il ristorante è prenotato per una cena di laurea, dovrai anche aiutarmi un po’ con le faccende domestiche, visto che dovrò passare un sacco di tempo all’Halliwell’s-.
-Affare fatto. Tra mezz’ora però: devo finire di decidere come vestirmi. Ci sarà anche Brian-.
Piper sorrise. Sua figlia caratterialmente era parecchio diversa da lei, ma erano sempre andate molto d’accordo… una fortuna perché lei e Leo non sempre riuscivano a conciliare l’essere una ragazza del XXI secolo e un padre dell’inizio del ventesimo.
Piper avrebbe sostenuto anche la scelta della figlia di studiare informatica e quando Melinda divenne un’IT manager per una grossa società di trasporti, ottenendo un posto sicuro e un buono stipendio si sarebbe sentita piena d’orgoglio.
 
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Una cosa che Melinda adorava del suo nuovo lavoro era che la sede dell’azienda era vicina al Francis’Bar. Preso com’era fra l’università e numerosi uffici il bar aveva una clientela numerosissima, anche perché cibo e bevande erano ottimi e i prezzi bassi.
Melinda si fermava spesso all’andata e al ritorno dal lavoro, e un pomeriggio vide con sorpresa le sue zie sedute a un tavolo.
-Ciao Mel- fece la moglie di Coop.- Sei di ritorno dal lavoro?-.
-Sì. Ho scoperto questo bar da poco e volevo comprarmi un dolce-.
-Prova le ciambelle al cioccolato. Sono ottime- suggerì la figlia di Sam.
Quella frase incuriosì la terzogenita di Leo: -Voi venite spesso qui?-.
-Almeno una volta a settimana- svelò Phoebe.
-Mamma non me lo ha mai detto-.
-Perché non lo sa. Non l’abbiamo mai invitata- ammise Paige. - A volte ci piace stare sole e discutere di… di cose che lei non può capire-.
-E cosa sarebbe che lei non può capire? - fece Melinda perplessa e sentendosi anche un po’ offesa per la madre.
-Figli. Figli… difficili- fece con un filo di voce Paige
-Ah. Capisco-.
-No, Melinda non capisci- mormorò Phoebe.- E mi auguro con tutto il cuore che tu non capisca mai-.
Melinda non obiettò. In effetti non poteva contraddirle. Né lei, né sua madre potevano comprendere il tormento di Paige e Phoebe: dal canto suo Melinda figli ancora non ne aveva, mentre lei e i suoi fratelli, adoravano i loro genitori e la loro vita insieme non aveva incluso certo situazioni simili a quelle del resto della famiglia. Rimase a chiacchierare un po’ con le zie (la ciambella al cioccolato era superlativa), per tornarsene a casa, decisa a non dire nulla alla madre. Beninteso: era convintissima che Phoebe e Paige, non facessero nulla di male standosene un po’ insieme a discutere di Tamora e di quello-non-si-doveva-nominare-nemmeno-per-sbaglio, magari le aiutava anche ad accettare le loro situazioni, ma non voleva che sua madre si sentisse esclusa, o peggio triste per loro… in fondo dubitava che ci fosse di peggio, che avere figli che non vogliono vederti neppure in fotografia, specie quando una di loro l’hai cresciuta e se fosse capitato a lei non avrebbe avuto voglia di discuterne con una persona a caso. Qualcuno che avesse passato lo stesso invece…
Bah, inutile pensarci. Meglio decidere a come organizzare il weekend, invece che deprimersi.
Il ragionamento di Melinda era giusto ma l’innocente abitudine delle zie si sarebbe presto ritorta contro di loro. Infatti un’altra cliente aveva ascoltato tutta la conversazione, fingendo di ascoltare la musica con l’i-pod, e un largo sorriso si era dipinto sul suo volto. La donna dopo aver pagato uscì dal locale, ed entrò in un vicolo, per poi dissolversi in una raffica di vento e ricomparire negli Inferi.
Ghignando la demonessa aprì una scatola di legno in cui erano riposte sette gemme brillanti ed estrasse quella di colore verde.
-E’ una sola, ma basterà. Mi ci vorranno giusto una pozione, e un complice-.
 
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Un paio di settimane dopo Phoebe e Paige stavano per andarsene dopo il loro incontro del club “Madri schifose divorate dal senso di colpa” come l’avevano scherzosamente soprannominato, quando il cameriere portò a entrambe un caffè.
-Non abbiamo ordinato nulla- fece perplessa Phoebe.
-Ve lo offre il signore laggiù- fece il cameriere indicando un ragazzo sui venticinque anni.
Un tempo le due avrebbero pensato a un tentativo di rimorchio, ma per quanto si mantenessero bene per essere prossime alla vecchiaia dubitavano fortemente di poter essere l’oggetto delle attenzioni di uno che poteva avere al massimo metà dei loro anni.
-Buonasera- fece il ragazzo avvicinandosi.- Lei è Phoebe Halliwell, vero?-.
-Sì. Lei è mia sorella Paige invece-.
-Piacere- rispose il ragazzo con palpabile imbarazzo.- Senta io mi chiamo Shaun Brickford… mia madre… è la proprietaria di una libreria… che… che non va molto bene ultimamente e quando l’ho vista, mi chiedevo se… se non volesse fare una seduta di autografi nel suo negozio… la prego la libreria appartiene alla famiglia dai tempi del mio bisnonno, a mia madre si spezzerebbe il cuore se fallisse… non credo potremo pagarla molto, ma se prendesse l’idea in considerazione…-.
-Lo farò gratis- rispose Phoebe sorridendo.
-Davvero?!- chiese esterrefatto il ragazzo.
-Davvero. So cosa vuol dire tenere all’attività di famiglia-.
-Altroché- commentò Paige divertita.
Una stretta di mano e uno scambio di numeri di telefono dopo, il ragazzo uscì dal bar benedicendo in cuor suo la donna, che gli aveva rivelato che Phoebe Halliwell era solita andare in quel bar. Si era presentata come una cliente affezionata, che non voleva vedere il negozio chiudere, anche se Shaun non ricordava di averla mai vista.
La donna in questione aveva ucciso e preso l’aspetto del cameriere, e versato una pozione nel caffè. Tornando al suo vero aspetto commentò compiaciuta -Ora che sono connesse basterà infettarne una-.
Di certo nessuno della famiglia avrebbe accompagnato Phoebe alla presentazione in quel negozietto, e nelle ore che sarebbe durata il peccato dell’invidia con cui l’avrebbe infettata avrebbe avuto tutto il tempo di contaminare lei e Paige… e se avesse fatto in modo che l’incontro in libreria fosse fissato per la stessa giornata di una di quelle stupide cene mensili, che la più vecchia si ostinava a organizzare per loro tre ora che quasi tutti i loro figli vivevano per conto loro, sarebbe riuscita a eliminarle tutte in una volta sola.
In genere i mariti non andavano, ma anche se fosse stato così due mortali e un cupido certo non sarebbero stati un problema.
 
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Impegnata a firmare autografi Phoebe non si era minimamente accorta della sfera verde che le era stata lanciata addosso, e in breve lei e Paige vennero sopraffatte dall’invidia.
 
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Paige voleva portare qualcosa per la cena, ma non ricordava l’indirizzo della pasticceria dove avevano preso i dolci la settimana scorsa e ovviamente Kat che aveva trovato il negozio non rispondeva al telefono. Tanto per cambiare doveva partecipare a una cena di gala con Jim, ergo di certo in quel momento era a provarsi una ventina di vestiti d’alta sartoria e aveva lasciato il cellullare chissà dove.
“Perché è stata lei ad accalappiare un marito ricco? Io ho sacrificato tutto per la magia, per far parte di questa famiglia, e ci va lei in giro in limousine a sorseggiare Champagne” pensò con acredine Paige.
I due Henry invece, ovviamente erano a una partita di basket. Era ingiusto anche quello: a loro due piacevano le stesse cose, mentre lei, Kat e Junior, avevano ben pochi interessi in comune. Era stata molto più in sintonia con Tamora, prima che...
“Stop. Non pensarci” si ordinò la donna uscendo di casa.
 
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Phoebe ritornava dalla libreria portando con sé una bottiglia di vino. Anche se le aveva dato una certa soddisfazione firmare tutte quelle copie l’aveva un po’scocciata scoprire che nella classifica di vendite i suoi libri erano stati superati da quelli, di quella cretina rifatta di Beverly Cohen.
I suoi libri vendono tanto solo perché suo figlio è l’autore di quella stupida saga di romanzi” pensò stizzita Phoebe. “Ora che quella robaccia ha addirittura ottenuto di diventare una serie tv, quella cretina acquisirà ancora più popolarità”.
Possibile che le sue figlie non potessero in alcun modo favorire la sua carriera dopo tutto ciò che aveva fatto per loro? Il fatto che Parker avesse avuto una figlia da padre ignoto, non aveva esattamente aiutato la vendita dei suoi libri su come gestire le relazioni.
Phoebe era così di cattivo umore da non prestare attenzione a dove andava, e finì per scontrarsi con una passante e cadere.
Crash! Fece la bottiglia di vino pregiato spargendo il suo contenuto sul marciapiede.
La moglie di Coop alzò irata lo sguardo. Era andata a sbattere contro una ragazza tra i venticinque e i trent’anni dalla bellezza incredibile: aveva i capelli marroni e ricci che ricadevano dolcemente sulle spalle, la pelle olivastra e meravigliosi occhi castani. Indossava un top nero scollato che lasciava poco all’immaginazione e una minigonna in tinta. Le uniche note di colore nel suo abbigliamento erano date dal braccialetto d’oro a forma di serpente che portava al braccio destro, e dai sandali pitonati che venivano calzati da due deliziosi piedini. Alla donna più vecchia venne in mente il suo breve periodo come dea dell’amore*: quella tizia avrebbe potuto ottenere risultati analoghi semplicemente passeggiando in bikini.
La stangona (era più alta di lei che portava un tacco dodici, portando i sandali) le lanciò un’occhiataccia mentre si rialzava.
-Faccia più attenzione quando cammina!- sbottò Phoebe.
-Guardi che è stata lei a venirmi addosso!- ribatté piccata l’altra. - E fortuna che non sono caduta sul vetro, o ve l’avrei fatta pagare cara!-.
-La bottiglia! Volevo portarla a cena da mia sorella!-.
-La detesta davvero molto, immagino-.
Quel commento era così fuori luogo che Phoebe nemmeno si rialzò:- Prego?-.
-Quel vino è davvero una gran porcheria, come potrebbe confermarle chiunque s’intenda un minimo d’alcolici. Una volta quella era una buona marca, ma l’ultima annata è stata pessima. Ma immagino che vedendo il prezzo alto, lei abbia dato per scontato che fosse buono. Tipico dei cafoni-.
Il commento fece andare in bestia la strega:- Ma chi si crede di essere?!-.
-Una che non tollera la maleducazione neanche se viene dalle vecchie- fece sprezzante quella, per poi allontanarsi con una camminata ondeggiante che fece voltare tutti gli uomini presenti.
Phoebe moriva dalla voglia di strangolarla per pura invidia di quelle sue gambe lunghe un metro e mezzo. Di colpo si sentì terribilmente invidiosa della gioventù e della bellezza della sua interlocutrice. E del suo portafoglio, visto che tutto quello che aveva addosso era griffato e gli occhi del serpente erano fatti di rubino.
Giusto per la cronaca, la ragazza era destinata a diventare la signora Turner e la madre della prossima generazione di demoni-strega, e in quel momento era già la persona in cui il futuro consorte riponeva più fiducia in assoluto e di cui ascoltava di più le opinioni. Se la figlia di Patty lo avesse saputo l’invidia l’avrebbe come minimo fatta esplodere.
Phoebe continuò a lanciare occhiate velenose a tutte le giovani che incontrava, specie dopo essersi specchiata in una vetrina. Quando avevano cominciato a uscirle sotto gli occhi quelle zampe di gallina? E la sua pelle si stava facendo già rugosa? E perché con tutta la ginnastica che faceva, aveva già il fiatone dopo una camminata?
Dopo tutto ciò che aveva fatto per il mondo sarebbe stata costretta a ridursi a una vecchia mummia, come chiunque? C’erano esseri magici buoni immortali, perché a lei non era stato concesso quel dono? Che avevano mai fatto più o meglio di lei folletti, ninfe, e angeli bianchi?
 
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Paige fissò con disprezzo i figli di papà in fuoristrada dall’altra parte della strada. Tanti soldi a gente che non se li meritava.
Anche vedere Phoebe le diede sui nervi: aveva avuto un figlio più di lei, (anche se lì c’erano stati solo due mesi di gravidanza) ed era sempre sottile come un giunco, mentre il parto delle gemelle le aveva lasciato addosso un paio di chili che per quanto facesse per perdere alla fine si ripresentavano con odiosa regolarità.
Bofonchiando saluti le due suonarono alla porta per venire accolte dalla sorella.
-Vi farò provare delle nuove ricette che al ristorante hanno fatto furore. Il nuovo cuoco, Reginald, è davvero bravo-.
-Certo volevi sbatterci in faccia i tuoi successi! Per quale altro motivo, chiamarci qui?!- ringhiò Paige.
-Cosa?- chiese incredula Piper.
-Non riguarda tutto te, madre perfetta che non sbaglia mai!- sbottò irata l’ultimogenita di Victor.- Che vuoi che ce ne importi del tuo ristorante?! Ogni volta ci parli di Wyatt, Chris e Melinda… tanto per rimarcare, che tutti i tuoi figli ti adorano!-.
Paige e Phoebe avanzarono minacciose verso la sorella, ormai totalmente disinteressate che fosse tale.
-Siamo stufe di stare nella tua ombra! I nostri figli ci odiano e non vogliono avere nulla a che fare con noi. Perché a te non è successo nulla del genere? Perché sei una madre fantastica e noi due povere incompetenti?-.
-Io non ho mai detto di essere migliore di voi!-.
-Ma come non è sempre stato “Io sono la fantastica Piper, la mia parole è legge” ?- fece in tono sarcastico Paige.
-Ora state esagerando! Si può sapere che vi prende?!- urlò irata la sorella maggiore. Per tutta risposta Phoebe le ammollò un violento sberlone.
-Ci prende, che siamo stufe di vivere nella tua ombra!- abbaiò con una voce che non sembrava neppure la sua.
 
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Melinda si stava recando a un appuntamento con la sua amica, Daphne quando quest’ultima le telefonò per informarla che il suo ragazzo era tornato prima da un viaggio di lavoro, e che le aveva organizzato una serata romantica a sorpresa. La ragazza non se la prese, per la decisione dell’amica di annullare il loro appuntamento, ma non avendo voglia di andare in giro da sola, decise di rincasare.
 
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-Ho sempre dedicato tempo a Tamora! Cercavo anche di divertimi con lei, di far sì che non le pesasse stare con me! Quando Nate è morto, ho fatto del mio meglio per rincuorarla! Nessuno può dire che non sia stata una buona madre per lei! Nessuno!-urlò Paige inviperita.- Non è stata colpa mia se è diventata malvagia! Non è stata colpa mia!-.
-Nessuno l’ha mai detto… ma è chiaro che non siete in voi. Cercate di…-.
-Oh, ovvio noi siamo le deboli Phoebe e Paige! L’incorruttibile Piper non ha mai avuto tentazioni con la magia!- rise amaramente Phoebe.- La faccenda di Excalibur* non la ricordi più?-.
Piper alzò le mani, ma le sue sorelle erano pur sempre streghe buone, anche se contaminate dal male, ergo i suoi poteri erano inefficaci contro di loro.
Con disprezzo Paige fece orbitare delle corde per immobilizzarla.
-Ora avrai la lezione che meriti, per essere stata più felice di noi!- fece in tono crudele la mora.
Fortunatamente per Piper, Melinda rincasando aveva visto tutto dalla finestra e pur incredula si era lanciata in casa per intervenire. Il suo potere di far crescere le piante, non le era mai parso un granché, anche se tutti le dicevano che era raro per una strega, e fortuna che per sicurezza in casa ne teneva un po’ ovunque. Dal vaso della cucina emersero giganteschi viticci che immobilizzarono all’istante la castana.
-Tua figlia che si getta in tuo soccorso… mio figlio non lo farebbe mai!- urlò con rabbia Phoebe. -Io non lo sapevo, non sapevo niente, perché, perché non ha mai voluto darmi una possibilità?! Perché sono stata così cieca all’epoca?! Perché?!-.
Paige si avvicinò a Piper dandole un calciò nello stomaco. Melinda non poteva imprigionarla, le sarebbe bastato orbitare via dalle piante.
-Zia ti supplico, calmati!- urlò la ragazza entrando di corsa in casa. -Vuoi bene a mamma, è palese che qualcosa di magico ti stia influenzando!-
-Tu non capisci niente ragazzina!- urlò la moglie di Henry puntandole un dito contro. -Fuori da questa cas…mmmmmmmm-.
La pianta aveva eruttato foglie in bocca a Paige, prima che potesse far orbitare fuori casa Melinda, ma la ragazza sapeva che era solo una questione di tempo prima che la zia la sopraffacesse.
“Maledizione, devo proteggere mia madre! Se solo avessi un potere più utile…”
Woosh! Di colpo dalle mani di Melinda scaturì una folata di vento che spedì Paige contro la parete abbastanza forte da farle perdere i sensi. Madre e figlia sgranarono gli occhi, la prima sorpresa, la seconda orripilata.
Un attimo dopo una luce verde uscì dal corpo di Phoebe, che smise di dibattersi per liberarsi dalle piante.
 
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Nella sua tana negli inferi Alexa godeva osservando ciò che succedeva a Villa Halliwell. Melinda non era potente abbastanza per fermare Paige, così sarebbe quasi certamente morta anche lei.
-Meraviglioso, le streghe si annienteranno tra loro! Ciò porterà a lotte interne nella loro progenie e una volta che saranno disuniti, tutti loro saranno facili prede! E valsa proprio la pena di ritrovare i sette peccati!-.
-Grazie di averli ritrovati per me, gonza- fece una voce seducente alle sue spalle. Un attimo dopo una ragazza supersexy dai lunghi capelli ricci e marroni, si rese visibile e piantò un Athame nello stomaco della demonessa che si ridusse istantaneamente in cenere.
Battendo le mani la bruna fece tornare l’invidia nella scatola, con gli altri peccati.
Fortunatamente la strega non si era accorta né della pozione, né di essere stata infettata per la terza volta* da uno dei peccati capitali… né tantomeno del fatto che usando le loro doti precognitive altre due persone avessero seguito tutta la vicenda minuto per minuto.
“E meno male che è pure una veggente” si disse la ragazza. Se mai lei e il suo fidanzato avessero avuto dei figli sperava che non prendessero dalla nonna paterna.
Tempo di andare. Degli artefatti così pericolosi e potenti andavano messi subito al sicuro. Aveva già qualche idea su come le sarebbero potuti tornare utili in futuro.
 
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-Di tutti i poteri proprio l’aerocinesi- bofonchiò Piper, mentre Melinda la slegava. Wyatt appena arrivato stava guarendo Paige, mentre Phoebe guardava con aria assente fuori dalla finestra ignorando i tentativi di consolarla dell’appena sopraggiunto Coop.
-Cosa?- chiese perplessa sua figlia.
-Proprio il potere con cui venne uccisa mia sorella, è stato usato per salvarmi la vita… contro la sorella che ne ha preso il posto e nel medesimo modo. La mia solita fortuna-.
-Mi dispiace tanto mamma- fece Melinda realizzando come doveva essersi sentita Piper.- Sono solo un’incapace, ti ho riportato alla mente…-.
-Ma che dici? Sei stata bravissima, invece!- fece incredula la donna.- Se non fosse stato per te, probabilmente ora sarei morta, e Paige e Phoebe forse si sarebbero ammazzate a vicenda. Non m’importa niente di quali poteri tu abbia, sei mia figlia e anche se non amo l’idea che tu possa controllare il vento, questo non cambia nulla fra noi!-.
-Vedila così: un tempo il vento ti ha portato via una sorella, oggi ti ha salvato la vita… magari è una specie di compensazione-.
-Proprio una frase da Leo. Dai vieni qui-.
Sorridendo Melinda alzò le braccia per stringere a sé sua madre… e dalle mani le partirono due folate di vento che investirono in pieno il tavolo facendo finire a terra tutto ciò che c’era sopra.
-Il servizio buono!- urlò disperata Piper vedendo piatti e bicchieri frantumarsi. -Mel, devi imparare a controllare questo potere il prima possibile!-.
In quel momento, si avvicinò Phoebe:- Piper, mi dispiace tantissimo per…-.
Woosh! Un’altra folata di vento distrusse all’istante la costosissima messa in piega di Phoebe e fece finire i capelli di Piper in bocca alla sorella minore, e dato che ciò era accaduto mentre stava ancora parlando, finì per morderli, scatenando un’imprecazione di dolore e una di disgusto.
A quella scena Coop e Melinda riuscirono a mantenere un contegno, ma Wyatt ridacchiò divertito.
“Che figli che ho” pensò la sorella maggiore. In quello era stata più fortunata delle sorelle e lo sapeva. Era strano che fosse stata Melinda a salvarle la vita, ma anche piacevole. Simboleggiava quanto fosse cresciuta.
Glielo avrebbe detto appena fossero state sole… e soprattutto lontane da oggetti frangibili.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  • Da adolescente Phoebe venne arrestata per taccheggio.
  • Nel finale della quinta stagione Phoebe ottenne i poteri della dea dell’amore, e li usò per rendere suoi schiavi un gruppo di uomini.
  • Nell’episodio 6x08 Piper usava la spada Excalibur venendo in breve corrotta dal suo potere.
  • Negli episodi 3x18 e 8x20 Phoebe veniva infettata dal peccato della lussuria.
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Sono un po’ in ritardo lo so, ma questo capitolo, proprio non voleva saperne di uscire fuori e francamente non sono convintissimo del risultato
Non avevo idee per Melinda e Piper, ma poi ho notato che di tutte le sorelle, Piper era l’unica ad avere tutti i figli in buoni rapporti con lei e mi sono detto che Paige e Phoebe di certo l’avrebbero un po’invidiata per questo… quindi perché non farla salvare da sua figlia, da un nemico contro cui non poteva nulla, le sue sorelle?
Mi è venuta di colpo l’idea che uno dei cugini sviluppasse il potere con cui era stata uccisa Prue, e ho deciso che fosse Melinda proprio perché era stata Piper la più distrutta dalla morte della sorella maggiore. Sì, sono cattivello quando mi ci metto. Se poi vi chiedete come mai Paige sia sopravvissuta è molto semplice: Shax era esperto nell’usare l’aerocinesi, e molto più potente di Melinda (se ricordate, il getto di vento con cui uccise Prue sfondò anche la parete), quindi il colpo della ragazza aveva una forza sufficiente a far perdere i sensi a Paige, ma non a ucciderla.
Ringrazio come sempre giadazeta99 (ex-KarenHumbert) e fenris per aver recensito lo scorso capitolo, e Girl_Hufflepuff per aver messo la fic tra le seguite.
  
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