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Autore: ItsClaire_    13/12/2020    0 recensioni
Miyuki Kaminaze sa di voler essere un Hero ma sa anche che diventarlo, per lei, non sarà così semplice.
Figlia di uno dei villain più crudeli di Tokyo, decide di mettere un punto agli abusi del padre che, da quando il suo quirk ha iniziato a manifestarsi l'ha spinta a combattere clandestinamente per riuscire a padroneggiarlo sin da subito - anche a costo della vita, e di fuggire il più lontano possibile per poter diventare tutto l'opposto di ciò che lui aveva pianificato: un hero.
I fatti narrati nella storia sono puramente inventati anche se alcuni sono stati presi come spunto dall'anime!
Genere: Azione, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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DOMANDE




"Io non diventerò mai come te." fu la frase che usciva dalla sua bocca ma era davvero stata lei a dirla? Non riusciva a capirlo. Non riusciva a capire niente in realtà.

Era come se il suo corpo si stesse muovendo da solo, come se tutta la rabbia accumulata in quegli anni avesse deciso di prendere il sopravvento e muovere i fili che la tenevano attaccata come una marionetta alla mano di suo padre.

Suo padre. Lo vedeva lì, a terra, grondante di sangue con un espressione che non gli aveva mai visto in viso. Sembrava felice, sì, sorrideva. Sorrideva mentre il suo braccio destro si muoveva da solo e lo colpiva in faccia con un pugno. Perché non reagiva? Perché sorrideva? La faceva arrabbiare ancora di più e più si arrabbiava, più il suo corpo continuava a muoversi da solo.

"Io, voglio diventare un Hero!" uscì poi dalla sua bocca come un ruggito. Da dove usciva tutta quella voce? Da dove usciva tutta quella sicurezza? Non era mai stata così e a quanto pare la cosa aveva sconvolto anche lui dato che in una frazione di secondo il suo sorriso aveva mutato forma. Ora sul suo viso era dipinta un'espressione nuova, mai vista da Miyuki: che fosse paura? Non riuscì a capirlo. Non riusciva a vedere quasi nulla, era come se qualcun altro stesse guardando attraverso i suoi occhi e le permettesse di vedere solo piccole frazioni di ciò che stava succedendo.

Si sentiva strana, la testa sembrava scoppiarle e non percepiva più niente dal collo in giù eppure il suo corpo si stava muovendo. Poi, quando per l'ennesima volta aveva scaraventato suo padre al suolo, fu come se il tempo si stesse fermando. Si guardò attorno, parti frantumate del legno che ricopriva il pavimento stavano fluttuando in aria, sembravano quasi bolle di sapone mentre suo padre lentamente sprofondava sempre più nella voragine causata dall'urto della sua schiena. Sentì una scarica partirle dalla punta del piede e attraversarle le gambe, vide la cicatrice sul petto tingersi di un rosso vivo, come se stesse prendendo vita e sentì un calore insopportabile spingerle sullo stomaco. Il dolore era straziante, sentì la carne lacerarsi e poi, quando le sembrò di morire, più niente.

Miyuki aprì gli occhi di scatto ma non vide assolutamente nulla. Pensò di trovarsi di nuovo nella sua vecchia stanza, un quadrato di due metri per due senza finestre, completamente immerso nell'ombra, e iniziò a temere che tutto ciò che aveva vissuto fosse solo frutto di un sogno. Sentì il terrore di una possibilità simile invaderle le ossa e iniziò ad avere paura. Cercò di respirare ma le sembrava di avere la gola completamente chiusa, non riusciva a sentire l'aria attraversarle la trachea e arrivare ai polmoni. Stava forse soffocando? 

Girò la testa a destra, poi a sinistra. Niente, non vedeva assolutamente niente. Cominciò a respirare ancora più velocemente, forse se avesse fatto respiri più brevi ma continui l'aria sarebbe riuscita a passare. Riusciva a sentire il suo respiro affannoso ma dopo un po' anche l'udito sembrò abbandonarla. La gola iniziò a bruciarle e iniziò a sentire gli occhi riempirsi di lacrime. Cosa stava succedendo? Perché non riusciva a vedere niente? Perché non riusciva a respirare?

Provò ad aprire la bocca per cercare aiuto ma non riuscì a dire assolutamente nulla. Nel frattempo le lacrime cominciarono a scenderle e si sentì bagnare le guance. Rimase immobile per una manciata di secondi finché, stremata da quella condizione d'impotenza, si abbandonò ad un pianto che le sembrò durare un'eternità finché, a pezzi, non si addormentò.

Il rumore di una porta che si apriva scorrendo fece aprire gli occhi di Miyuki. Continuava a non vedere nulla ma non sapendo dove si trovasse, decise di non muovere un muscolo. L'ultimo ricordo che aveva era suo padre a terra e un dolore lancinante allo stomaco poi, il nulla. Che fosse stato lui a rinchiuderla chissà dove per punirla? Per quanto ne sapeva, poteva benissimo essere andata così.

"Alcuni pazienti dicono di averla sentita piangere a dirotto questa notte" disse una voce a lei sconosciuta "a quanto pare è andata avanti per un paio d'ore prima di riaddormentarsi" continuò. Miyuki tese l'orecchio, chi stava parlando? Chi erano questi pazienti? Che suo padre l'avesse spedita in una clinica? L'idea le fece venire un fremito di paura.

"Tuttavia non c'è nulla di cui preoccuparsi." proseguì sempre la stessa voce "Le ferite riportate non erano nulla di grave, beh, rispetto a quelle già presenti sul suo corpo." il cuore di Miyuki perse un battito: qualcuno l'aveva vista svestita. "Da quanto abbiamo potuto vedere riporta quattro ferite estremamente gravi, non ho mai visto delle cicatrici così grandi e così strane..." il tono della sua voce si abbassò.

"Strane in che senso?" domandò un'altra voce, questa volta era una voce maschile che non le suonò particolarmente nuova. "

"Ecco, guardate qui-" ci fu un rumore di fogli "da quello che si evince dalle analisi che abbiamo fatto sta notte, non sono cicatrici comuni: è come se il tessuto non fosse completamente cicatrizzato al di sotto. Sono più degli squarci che tengono uniti il resto della pelle, non saprei come spiegarmi meglio." Miyuki sentì di nuovo il dolore all'altezza dello stomaco "Oltre a queste non c'è nient'altro di anomalo, certo, limitatamente a questo caso. Il corpo di questa ragazza è completamente ricoperto di cicatrici e tagli in più, questa cicatrice all'altezza della spalla sinistra sembra essere molto recente." Miyuki spostò lo sguardo verso la sua spalla sinistra e come un flashback nella sua testa riapparve il volto di suo padre che, tenendole i capelli, le diceva qualcosa nell'orecchio mentre un bruciore le pervadeva la spalla.

"Cosa potrebbe averla provocata?" un'altra voce, questa le era molto più familiare. Si sentì un sospiro "Da quello che si evince sia da questa foto che dal corpo della ragazza, sembrerebbe stata causata da una mano incandescente" asserì convinta. Miyuki si sentì nuda. Nessuno aveva mai visto il suo corpo al di fuori delle persone che avevano la sfortuna di scontrarsi contro di lei o al di fuori di suo padre. Nessuno aveva mai avuto la possibilità di riportare, al di fuori del ring, quello che aveva visto e ciò l'aveva sempre fatta sentire un po' meno al sicuro. Adesso invece, queste persone a lei sconosciute avevano visto, avevano fotografato e adesso stavano parlando di ciò che avevano documentato. Facevano supposizioni e commenti sul suo corpo. E se ne avessero parlato anche con qualcun altro? Se la voce si fosse sparsa in giro per Tokyo cosa avrebbe pensato di lei la gente? L'avrebbero vista come una martire? No, dato suo padre, l'avrebbero sicuramente vista come un mostro. Tuttavia, prima che nel suo cervello potessero continuare a piantarsi germogli carichi di tutte queste sue paure, qualcuno parlò di nuovo.

"La ringrazio Dottoressa, vorrei però chiederle una cosa." Miyuki tornò alla realtà. "Dica pure Aizawa" rispose la donna. Tutto d'un tratto Miyuki si sentì osservata, come se uno sguardo infuocato le stesse perforando il fianco "Vorrei sapere in quanti sanno delle condizioni fisiche di questa ragazza."

La dottoressa sembrò pensarci un paio di secondi "Se non erro solo io e i due specialisti che hanno curato e analizzato il corpo nel tentativo di risalire a quanto fossero state inflitte queste cicatrici più grandi" rispose. "Bene" asserì Aizawa "preferirei, e penso che anche All Might ne convenga-" Miyuki pensò di morire "che queste informazioni rimangano riservate. Penso che un fardello del genere non sia qualcosa da rendere pubblico senza un suo consenso." proseguì avvicinandosi verso il suo letto - Miyuki ne aveva sentito i passi. 

"Certo, ne convengo" rispose la Dottoressa "tuttavia, cosa diremo quando i giornalisti ci chiederanno informazioni riguardo il suo stato fisico? Dopotutto, se è davvero stata lei a causare l'esplosione si aspetteranno di sapere qualcosa-"

"Non sappiamo se sia stata lei o meno a scatenare quell'enorme esplosione" la interruppe probabilmente All Might, Miyuki non era sicura fosse la sua voce "tutto ciò che sappiamo, al momento, è che questa ragazza è riuscita a mettersi in salvo mentre qualsiasi cosa ci fosse in quel punto è stato completamente spazzato via." si avvicinò anche lui "Ciò che dovrà riferire a chi verrà a chiedere informazioni è che miracolosamente la ragazza ha riportato solo alcune ferite lievi, non c'è alcun bisogno di aggiungere altro." concluse con un tono così calmo che riuscì a tranquillizzare anche lei.

"Potrebbe lasciarci soli con lei?" domandò Aizawa "Certamente" disse la Dottoressa e dopo un paio di secondi, Miyuki sentì di nuovo il rumore di una porta che scivola seguito da un "tac". Non avendo la minima idea di cosa sarebbe successo da lì a poco, Miyuki decise di rimanere immobile. 

"So che sei sveglia" asserì Aizawa, la voce veniva dalla sua sinistra "ti ho vista muovere gli occhi qualche minuto fa" continuò con tono calmo. Miyuki deglutì, sentiva ancora la gola bruciare dalla notte prima e non ebbe la forza di rispondere. In realtà non sapeva nemmeno se aveva voglia di farlo, dopotutto, non sapeva se poteva fidarsi di queste persone. All Might scoppiò a ridere facendola spaventare: era tesa come una corda di violino.

"Credo che questa povera ragazza sia terribilmente terrorizzata" lo sentì avvicinarsi sempre più a lui "via, togliamo queste bende" avvertì una mano poggiarsi dietro la sua nuca mentre un'altra cominciava a sfilare via qualcosa "non è mica una prigioniera di guerra." concluse tirando via quel velo che dalla notte precedente le aveva impedito di capire dove si trovasse. Non appena All Might ebbe tolto completamente la benda che le copriva gli occhi, Miyuki li strizzò ed istintivamente questi si inumidirono per proteggersi dal bruciore causato dalle luci bianche delle lampade al neon appese sul soffitto della stanza.

Passarono un paio di secondi prima che Miyuki riuscisse ad aprire completamente gli occhi e una volta riuscitaci si ritrovò davanti un uomo enorme, strizzato in una tutina blu con delle righe rosse e bianche e altri richiami alla bandiera americana. L'uomo le sorrideva con un ampio sorriso mentre nella mano destra stringeva le bende che le avevano avvolto la testa "Tutto bene?" le domandò poi. Lei non rispose ma, avvertendo ancora l'altra presenza alla sua sinistra girò lentamente lo guardo e, quasi immediatamente, nella sua testa comparve l'immagine di lui, in piedi davanti a lei che le allunga una mano.

Una fitta fulminea le attraversò la testa all'altezza dell'occhio destro costringendola a distogliere lo sguardo e a tenersi la testa con la mano destra "Non sforzarti" le consigliò Aizawa "ieri sera hai sbattuto per bene la testa contro l'asfalto." 

Miyuki girò lentamente la testa verso di lui "I..ieri sera?" domandò poi con un filo di voce. All Might rise di nuovo "Già, ieri mentre cercavamo di raggiungerti sei riuscita a sfuggirci e ad arrivare in città" Miyuki guardò verso di lui "pensavamo di averti persa ma, ad un certo punto sei sbucata fuori da un vicolo molto buio, pensiamo tu stessi cercando di darti la spinta con il tuo quirk per riuscire a scappare ma Ereaser Head lo ha bloccato." concluse indicando l'altro.

Miyuki poggiò la fronte contro entrambi i palmi delle sue mani "Ricordi cos'è successo ieri sera?" le domandò Aizawa. La ragazza fece un respiro profondo, il primo dalla notte precedente poi, girò lentamente la testa verso di lui "Non molto" ammise.

"Ti ricordi perché ti trovavi in quel bosco?" chiese All Might. Miyuki abbassò lo sguardo e in una frazione di secondi iniziarono a comparire nella sua testa, in maniera molto confusa, immagini di ciò che era successo la sera prima. Si poggiò nuovamente la mano destra contro la fronte e cercando di dar poco peso al forte mal di testa rispose "Stavo cercando di uccidere mio padre."

Immediatamente nella stanza calò il gelo. Miyuki riusciva a sentire gli sguardi di entrambi posati su di lei con un peso tale da farle quasi male "Cosa vuoi dire?" chiese poi Aizawa.

Miyuki s'inumidì le labbra "Ieri sera ero stata chiamata da mio padre, non era contento a causa di qualcosa che avevo - si fermò - o meglio, non avevo fatto. Ha iniziato ad urlarmi addosso, parlando di ciò che io dovevo fare in quanto sua figlia e di come non avrebbe mai più tollerato una cosa del genere da parte mia. Ha continuato così per non so quanto tempo poi, per far sì che io mi ricordassi di ciò che mi aveva detto, mi ha fatto questa." si portò la mano destra sulla spalla sinistra "Da lì in poi per me è tutto scomparso." si guardò le mani "Quando mi sono svegliata non c'era più niente davanti a me. Era sparito tutto" gli occhi cominciarono a riempirlesi di lacrime "ho... ho distrutto tutto. Ho ucciso tutti!" si girò di scatto verso Aizawa "Io ho fatto esplodere casa mia! Ho ucciso tutti quelli che ci vivevano e, non so... non so se ho ucciso anche lui!" si portò le mani alle tempie e iniziò a piangere come la notte precedente. Era un mostro. Come poteva continuare a vivere dopo aver commesso un crimine del genere? Dopo aver ucciso così tanta gente, non contando coloro che aveva ucciso durante quelli che suoi padre definiva allenamenti? Come poteva guardarsi allo specchio e soprattutto, come poteva anche solo pensare di voler diventare un Hero? 

All Might le posò una mano sulla spalla destra e lo sbalzo di temperatura tra questa e la sua cicatrice la fece ritornare alla realtà. Si girò verso di lui con la faccia completamente rigata dalle lacrime e il cuore che sembrava stare per sfondarle la gabbia toracica "Non hai ucciso nessuno" asserì poi serio.

Il cuore di Miyuki si fermò, cosa stava dicendo? C'era un sacco di gente che viveva in quell'edificio "Sì che ho ucciso tutti!" ribatté alzando la voce nel tentativo di sovrastare tutti i suoi pensieri "Quella era casa mia! Ci abitava un sacco di gente e io ho fatto esplodere tutto!" continuò. All Might però rimase fermo nella sua espressione. 

"Vi sto dicendo la verità! Ho ucciso tutti - si girò verso Aizawa - sono un mostro" le lacrime continuarono a scendere ininterrotte.

"Non c'erano residui di un edificio o niente che facesse pensare all'esistenza di qualcosa del genere." rispose lui. Miyuki sgranò gli occhi "Non c'era segno di strutture portanti come pilastri, non è stato rinvenuto nulla neanche a distanza. Se davvero ci fosse stata un'abitazione o ci fossero state delle persone, l'esplosione avrebbe scaraventato tutto a chilometri di distanza ma, nonostante le ricerche siano andate avanti tutta la notte e tutta sta mattina, non è stato trovato assolutamente nulla." concluse.

"Co... cosa st- no è impossibile" Miyuki si portò entrambe le mani alle tempie "io, io ero lì. Ho attraversato il corridoio, sono arrivata alla solita stanza di mio padre. Com'è possibile, cosa vuol dire che non c'era assolutamente niente?!" strinse la presa. Si sentiva impazzire.

"Vuol dire che qualsiasi cosa ci fosse prima dell'esplosione è stata spostata da qualche altra parte prima che l'impatto distruggesse tutto." rispose All Might serio. A quelle parole Miyuki sgranò gli occhi e piano piano allentò la presa. Il suo respiro cominciò a farsi sempre più lento e lungo mentre le lacrime piano piano smisero di scendere. Nella sua testa iniziò a farsi spazio un'ipotesi a cui non aveva ancora pensato e quasi con orrore si portò entrambe le mani alla bocca.

"E' stato quasi come in un-" fece per dire Aizawa ma Miyuki lo precedette "Buco nero." Come quelle due parole lasciarono la sua bocca una sola immagine si sviluppò nella sua testa. Lo vedeva perfettamente. Shoichi. L'uomo che l'aveva chiamata la sera prima, colui che aveva assistito al suo allenamento e che aveva riferito a suo padre di come si fosse fatta muovere dalla pietà. Doveva essere stato per forza lui.

"Come hai detto?" domandò All Might. Miyuki si tolse le mani da davanti la bocca "Un buco nero" ripeté poi con voce più alta "e se è davvero come dite voi" un brivido le attraversò la spina dorsale "allora mio padre è ancora vivo e, prima o poi, verrà a prendermi" concluse con il terrore negli occhi e nella voce.

Aizawa incrociò le braccia "Possiamo sapere chi è tuo padre e perché ne sei così terrorizzata?" 

Miyuki si portò entrambe le mani sul cuore e girandosi verso All Might disse "Obscurium."

 

 

 

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Author's corner

Ciao! Spero che il secondo capitolo di questa mia fan fiction ti sia piaciuto come o più del primo!

Se sei arrivato/a fin qui vuol dire che sei anche arrivato/a alla fine del capitolo, se vuoi, lascia un pensiero e spero tu rimanga con me fino alla fine di questa storia!

Un bacio, Ems!

   
 
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