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Autore: Fatelfay    16/12/2020    0 recensioni
Le capacità d Eraserhead sono richieste per un lavoro che lo terrà lontano da casa per almeno una settimana. Hizashi e Toshinori provano a non preoccuparsi troppo.
Allerasermic, MightMic
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Bentornati a chiunque abbia deciso di continuare a leggere e ai nuovi arrivati (sempre che ci siano)
Per questo capitolo e i prossimi, vi lascio la canzone che ho ascoltato a manetta per tutta la stesura, se vi va di sentire il mood:

https://www.youtube.com/watch?v=e_ouDSKtwK8 

Domesticità MightMic a mille
Ora che vi ho stordito abbastanza di chiacchiere vi lascio alla storia!






2. Attesa


Yagi era convinto che le lezioni alla U.A. lo avrebbero tenuto impegnato e avrebbero impedito alla sua mente di divagare. Con le ore in più per coprire le assenze di Aizawa, pensava che sarebbe stata una benedizione tenere d’occhio venti studenti alla volta ed evitare che qualcuno di loro si facesse male.

Ovviamente, non è così, data la mano alzata di una ragazza che guarda ovunque tranne che lui.

- Sì?-

- Come sta Aizawa-sensei?- Chiede lei mordendosi il labbro.

Yagi riesce a non far svanire il sorriso dalle proprie labbra e risponde al meglio delle sue possibilità senza mentire. Non sa farlo e non può.

- Bene.-

- E’ successo qualcosa ad Aizawa-sensei?- Chiede un altro senza nemmeno alzare la mano e Yagi sa che sta per essere sommerso dalle domande degli studenti.

- No.-

- Quando tornerà?-

- Non prima di una settimana. E per allora, se sarete rimasti indietro con lo studio o gli allenamenti non ne sarà per niente felice.-

Spalancano tutti gli occhi, terrorizzati alla sola idea di ritrovarsi Aizawa arrabbiato al suo rientro e rischiare di essere espulsi. Chinano tutti il capo e non fanno più domande sull’argomento.

Yagi sospira soddisfatto anche se non ama usare il terrore che i ragazzi provano nei confronti del suo collega per tenerli in riga. Arriva però a fine lezione senza ulteriori interruzioni e i ragazzi sembrano più che mai pronti a dare il meglio di sé.

Tra una lezione e l’altra, ad ogni pausa, tira fuori il cellulare e passa le dita sui ciondoli. Sorride al gattino nero e alla cassetta musicale e cerca di sedare la preoccupazione.

Toshinori si fida di Shota, della sua bravura e delle sue capacità, ma non riesce a non avere paura.
Teme che nei prossimi giorni dovrà correre con Hizashi all’ospedale e pregare che Shota non stia troppo male, che non l’abbiano ferito troppo gravemente, che abbia ancora tutti i pezzi attaccati e non gli manchi niente.
Teme che nei prossimi giorni troverà Hizashi in lacrime a dirgli che la missione è andata male, troppo male e che Shota non ce l’ha fatta, che Shota non c’è più e che sono rimasti solo loro due in una casa troppo grande con un letto troppo vuoto.

Yagi deglutisce a vuoto, controlla di nuovo l’ora ed entra in sala insegnanti. Trova Tredici al suo computer, che lo saluta alzando una mano.

- Ciao, Yagi-san!-

- Salve, Tredici.-

Yamada siede alla sua scrivania, la gamba sobbalza mentre controlla i compiti di inglese. Tredici non può vederli, Yagi gli siede accanto e gli posa un braccio intorno alle spalle. Yamada sobbalza sorpreso: si guarda subito intorno e si rilassa solo quando nota che nessuno li sta guardando.

“Scusa, non volevo spaventarti.” Segna Yagi e Yamada scuote il capo e sorride. Controlla di nuovo che nessuno li guardi e si sporge per baciarlo sulle labbra. Yagi arrossisce subito e china lo sguardo sul tavolo.

Non è abituato alle dimostrazioni d’affetto in pubblico, visto che hanno deciso di tenere la loro relazione nascosta a tutti per evitare problemi. Soprattutto ora che lui non ha alcuna possibilità di difendersi da un attacco di un villain o dai giornalisti.

- Come va con i compiti?- Si allarga il colletto e posa una mano sul ginocchio di Yamada, sperando che basti quello a fargli sentire tutto quello che non gli può dire.

- Meglio del previsto, ma devono ancora migliorare molto. Se vedo un'altra doppia negazione, potrei urlare.-

La gamba di Yamada continua a sobbalzare e lui si rigira tra la penna tra le dita e segue con un dito la riga che deve correggere.

Yagi rabbrividisce all’errore madornale che vede e Yamada solleva gli occhi al cielo e fa un respiro profondo per non urlare.
Tira fuori i propri compiti da correggere e, anche se non è la sua scrivania, inizia a lavorare lì accanto a Yamada.

Riesce a rimanergli accanto per un’oretta prima di dover tornare alla propria scrivania, visto il possibile arrivo di altri insegnanti. Tredici non ha mai lasciato la sua postazione, le spalle rivolte nella loro direzione e il capo chino sul suo lavoro.

 
*****

 
È venerdì pomeriggio, la sveglia di Toshinori squilla e lui spegne la tv che blatera qualcosa che non capisce e accende la radio.

Va in cucina a prendere uno dei suoi spuntini e le pillole e spunta le rispettive caselle sulle tabelle che Shota ha insistito a tenere appiccicate al frigorifero. È alla terza settimana di quel mese e non ha ancora saltato nemmeno una casella.

Shota sarà felice al suo rientro di vedere che il contatore del suo impegno costante è andato avanti di sette giorni.

Toshinori le sfiora con le dita e un sorriso orgoglioso in volto: 273 giorni senza aver mai saltato un pasto o una pastiglia. Il suo corpo è ancora scheletrico ma ha preso un paio di chili. Riesce a fare la sua ora di corsa senza affanno, si stente meglio, non forte come prima ma almeno un po’ meglio e non è male.

- Salve, ascoltatori!- La voce di Present Mic lo fa sobbalzare e Toshinori corre sul divano. Ingoia le pillole senza bere, apre lo yogurt e ne lecca la carta.

Prima di conoscere Hizashi più intimamente, non ascoltava mai la sua radio, ora non si perderebbe il programma per nulla al mondo.
È divertente: alcune interviste si rivelano più interessanti del previsto e lui adora sentire la gioia riversarsi nella voce di Present Mic e tutti i suoni assurdi che riesce a fare senza essere fastidioso.

Quel giorno Present Mic recita. Ed è bravo, il 97% dei suoi ascoltatori non se ne accorgerebbe mai, ma Toshinori ormai ci vive insieme da tre anni e sa cogliere tutte le sue sfumature di tono e quando sta mentendo.
Mic finge di essere più allegro di quanto non sia, la sua gamba deve star tremando sotto il tavolo. Pian piano si rilassa, inizia a crederci e la sua voce è davvero allegra, mentre saluta gli ascoltatori e risponde alle chiamate dei giovani curiosi della vita dei Pro-Hero e di quelli alla ricerca di consigli.
Present Mic risponde a tutti con gentilezza e allegria, risolleva l’animo a tutti e tiene sempre alta l’attenzione del pubblico. Non ci sono interviste quel giorno, ma fa pubblicità gratuita ad alcuni eroi appena apparsi sulla scena pubblica, scegliendoli tra quelli che sono finiti sui giornali durante la settimana.

Toshinori abbandona il barattolo di yogurt vuoto sul tavolino e chiude gli occhi. La voce di Present Mic lo fa sorridere, risolleva il suo animo e lo mette di buon umore.

E in tutto quello c’è la musica. Musica di tutti i tipi e generi, canzoni nuove e vecchie tutte precedute e seguite da titolo e nome dell’autore per rendere loro giustizia e semplificare la ricerca agli ascoltatori. Saluta tutti alla fine, puntuale come un orologio svizzero nel lasciare la radio stazione e Toshinori non vede l’ora di sentire le sue chiavi nella toppa di casa.

 
*****
 

Il fine settimana è il momento peggiore e migliore di tutta quell’attesa. Toshinori si sveglia tardi e raggiunge Hizashi che gli serve subito la colazione e gli riempie la sua tazza di acqua bollente.

- Dormito bene?- Chiede Hizashi mentre torna a spadellare per il pranzo di quel giorno e tutti i pasti della settimana.

- Sì, ma avrei preferito trovarti nel letto con me.- Toshinori va a prendere le proprie medicine e sceglie la miscela di tè.
Hizashi abbassa le fiamme sotto le pentole e lo abbraccia da dietro.

- E rinunciare alla colazione già pronta?-

Toshinori ingoia le pastiglie senza acqua e spunta le caselle sulla tabella. Si volta nella stretta di Hizashi, gli passa una mano tra i capelli sciolti che gli ricadono sulle spalle e si china per un lungo bacio del buongiorno.

Ha a malapena il tempo di respirare che Hizashi assalta le sue labbra con foga, le sue dita scivolano sotto la sua maglia e tracciano linee sulla sua schiena scheletrica.
Toshinori gli stringe i capelli biondi tra le dita.

- Forse dovremmo tornare in camera…- Propone Hizashi mentre riprende fiato. Ha le guance arrossate, le labbra lucide e i capelli spettinati. Toshinori sa di non avere un aspetto tanto diverso con il cuore che gli rulla in petto.

- Non posso saltare la colazione.-

- Posso essere io la tua colazione.- Ribatte subito lui con un sorriso smagliante in volto.

Toshinori fa dei respiri profondi per non farsi venire un infarto mentre le guance gli vanno a fuoco. Non sa come ha fatto a ritrovarsi con ben due amati che riescono a proporre le migliori sconcezze senza battere ciglio e si divertono a farlo ad ogni buona occasione.

- Magari… dopo?- Balbetta.

- Ti prendo in parola.- Hizashi lo bacia di nuovo a fior di labbra e torna a controllare che niente bruci.

Toshinori si siede al suo posto e mangia la colazione. Finisce di lavare il proprio piatto mentre Hizashi spegne il fuoco sotto le padelle e, senza poter dire niente, si fa trascinare di nuovo in camera.
 


Il letto è ridotto a un disastro, ma a nessuno dei due importa: metà delle coperte sono finite a terra, il resto è sudato e appiccicoso.

- Dovremmo alzarci e mettere a posto casa.- Mormora Toshinori, mentre carezza la spalla nuda di Hizashi che gli lascia di tanto in tanto qualche bacio sul petto.

Hizashi mugugna qualcosa di incomprensibile e si spande di più sul suo petto per trattenerlo a letto.

Rimangono sdraiati uno accanto all’altro a rilassarsi, fino a quando il fianco di Toshinori non inizia a lamentarsi per essere rimasto fermo troppo a lungo sotto il corpo del suo amato.

Non deve dire una sola parola, Hizashi alza il capo e sposta il proprio peso per non gravare più su di lui pur restandogli sempre vicino.

- Scusa, ti ho fatto male?-

Toshinori nega con il capo nonostante il fastidio. Fra le tante cose che non pensava di poter avere, restare a letto con qualcuno che ama a godersi il calore reciproco è tra quelle che adora di più. Per una volta, le sue ferite possono adattarsi alla sua vita.

Si mette comunque a sedere e sfiora con le dita la cicatrice. Non riesce ancora a guardarla senza provare disgusto e un senso di vuoto per quello che ha perso, ma non ha più problemi a girare nudo pe casa.

Hizashi gli bacia la tempia e scende dal letto.

- Ti porto gli antidolorifici?- Chiede e si mette a raccattare i loro vestiti dal pavimento.

- Non serve, grazie.- Basta un minuto e un paio di respiri profondi a togliere il fastidio ed evitare che peggiori.

Hizashi ha già ripulito il pavimento e Toshinori si alza piano e toglie le lenzuola ancora incollate al letto e le federe dai cuscini.
Caricano una lavatrice con i bianchi, si vestono e iniziano a pulire la cucina, dove ci sono ancora tutte le pentole sporche e le scatole di cibo lasciate a raffreddare sul tavolo.

È un buon modo per far passare le ore e distrarsi dal lavoro e dall’assenza di Shota.

Stendono il bucato, Hizashi lo abbraccia da dietro mentre stende e lo stringe a sé, lasciando altri baci sul suo collo. Toshinori si contorce per sfuggire al solletico dei baffi sul suo collo, ma Hizashi non lo lascia andare.
Il sole brilla e gli scalda il volto. Rimangono fermi a guardare il cielo chiaro e a godersi il tepore del sole, il corpo caldo di Hizashi alle sue spalle lo fa sorridere.

Finiscono di stendere il bucato e caricano la lavatrice con il nero. Hizashi canticchia e lava i pavimenti, Toshinori pulisce le mensole del soggiorno e si perde a guardare le loro foto: quelle delle loro famiglie e amici, quelle di classe con i loro studenti e quelle con solo loro tre, fatte per lo più su insistenza di Hizashi e sviluppate a scuola, dopo le lezioni mentre non c’era nessuno.
Ci sono quelle degli anniversari, la gita in montagna, quella al mare in cui Toshinori ha scoperto che Shota si abbronza in mezza giornata e Hizashi si scotta stando vestito sotto l’ombrellone con la crema protezione cinquanta.
Accarezza il volto di Nana, nell’unica foto che gli è rimasta, in mezzo alle foto dei colleghi della radio di Hizashi e Shota a un cat caffè circondato da gatti. Sorrideva in quella foto, i capelli tirati su in una massa informe, un caffè nero abbandonato sul tavolo.

- Non puoi immaginarti quanto fosse nervoso Shota mentre si preparava.- Commenta Hizashi con in mano la foto della loro prima e unica cena romantica in un ristorante di lusso. Unica perché nonostante le accortezze erano finiti tuti e tre sulle prima pagine delle riviste di gossip con le grandi domande sul perché si trovassero lì e come avesse fatto il Yagi Toshinori ad entrare nelle grazie di Shota e la grande scoperta che Aizawa sapesse davvero vestirsi.

Essere stati poi invitati cortesemente ad andarsene per il tono di voce troppo alto di Hizashi e le minacce di Shota brillo per aver osato dire una cosa del genere a Yamada mentre Toshinori provava a non ridere non c’entravano niente. Si erano rifugiati a festeggiare in un locale di periferia dove a nessuno importava niente di loro né che non tenessero ognuno le mani per se stessi.

- Mi è quasi venuto un infarto a vedervi.- Confessa Toshinori.

- Perché non ti sei visto allo specchio. Stavo quasi pensando di dare buca al ristorante e portarvi tutti e due all’appartamento più vicino.-

Finiscono le pulizie di casa, ritirano il bucato e fanno l’ultima lavatrice con i colorati.
 


Cenano sul divano, un film d’animazione in tv e Hizashi mezzo sdraiato sul divano, le gambe allungate sopra a quelle di Toshinori e gli occhi che passano sul volto dell’uomo ogni cinque minuti per assicurarsi che il film non lo catturi così tanto da dimenticarsi di mangiare.

- Non hai fame?- Chiede Toshinori senza staccare gli occhi dal monitor.

Hizashi china lo sguardo e sul proprio piatto e nota che è ancora pieno nonostante siano a metà film.

- Colpa del film.-

Toshinori sorride, mangia il suo ultimo boccone di cibo e accarezza le gambe di Hizashi, che muove le dita dei piedi in segno di apprezzamento.
Toshinori si risistema i cuscini dietro la schiena e tira le gambe al petto, il mento appoggiato alle ginocchia.
Hizashi ritira le gambe e si affretta a finire la propria cena. Gli si avvicina subito e posa il capo contro la spalla di Toshinori per recuperare il contatto fisico e Toshinori lo abbraccia da dietro e lo stringe a sé.
 

 
*****
 

Giacciono a letto abbracciati, stretti uno all’altro come se si facessero da ancora a vicenda.

- Toshi?- Sussurra Hizashi contro il suo collo.

- Mh?-

- Shota tornerà, vero?- Gli trema la voce e Yagi può solo stringerlo più forte a sé con le sue braccia scheletriche.

- Certo. È il nostro gatto, no? Ha ancora tutte le sue sette vite e fra di noi è quello più intelligente e capace.-

- Lo so, ma… non posso…- Hizashi tira su con il naso e Toshinori gli accarezza la schiena e gli bacia i capelli.

- Lo so, Hizashi, lo so. Ho paura anch’io, ma mi fido di lui, come mi fido di te. È il suo lavoro e lo fa da anni ed è sempre tornato tutto intero. Ormai i villain hanno paura che nel buio ci sia Eraserhead ad ammanettarli.-

- Non può fermare le pallottole, però.-

È una conversazione che hanno già avuto e che si ripresenta ogni volta che Hizashi non ha abbastanza distrazioni da non farsi mangiare vivo dall’ansia e dalla paura.

La stessa inquietudine che divora Toshinori ad ogni missione e ogni ronda. Si fida di loro con ogni cellula del suo corpo, ma ha paura che un giorno li saluterà con un bacio sull’uscio di casa e qualche ora più tardi riceverà una telefonata a dirgli che quello era il loro ultimo bacio e che lui non ha potuto fare niente per proteggerli.

- Ha la sua divisa per quello, lo sai. Non lavorerebbe mai senza le dovute precauzioni.-

Hizashi si aggrappa alla sua schiena e fa dei respiri profondi.

- Gli hanno sparato una volta.-

Toshinori avrebbe preferito non saperlo.

- Tornerà a casa. Anche tu torni sempre dai tuoi turni, no?-

Hizashi annuisce contro il suo petto.

- E Shota è sempre tornato a casa.- Toshinori respira il profumo di shampoo di Hizashi e cerca di rimanere calmo e tranquillo anche se l’ansia lo sta divorando dall’interno.

Il fine settimana è sempre il periodo peggiore in cui aspettare Shota. Troppe poche cose con cui tenersi impegnati, troppo tempo libero per pensare e preoccuparsi.

- Anch’io sono sempre tornato e ora sono qui con te.- Mormora Toshinori anche se sa che le sue parole servono a poco quando Hizashi è intrappolato nella sua testa con l’idea di star perdendo Shota, ma non ha nient’altro con cui provare ad essergli di conforto.

Scivolano nel sonno senza accorgersene e si risvegliano ancora abbracciati.
 

 
*****

 
Toshinori corregge i compiti e prepara le lezioni nuove mentre Hizashi è fuori a fare la ronda pomeridiana.

Sorseggia il suo tè fumante di tanto in tanto e segna a matita le correzioni sul margine del foglio. Quando Hizashi tornerà, le controlleranno velocemente insieme per essere certo di non star facendo errori.
È migliorato molto dai suoi primi mesi da docente ma ogni tanto ha ancora qualche dubbio e preferisce controllare.

La sveglia del suo telefono squilla e lo fa sobbalzare. Controlla l’ora, la spegne e giocherella un po’ con i ciondoli a forma di gatto nero e cassetta musicale. Non ci sono messaggi da parte di Shota né di Hizashi.

Prende le sue medicine e uno spuntino, stiracchia la schiena e si prende mezz’ora di riposo dalla pila di compiti da correggere.
Si blocca con il telecomando in mano, il pollice fermo sul tasto d’accensione. Potrebbe aggiornarsi sulle ultime notizie e vedere i nuovi eroi in azione se sta succedendo qualcosa.
Potrebbe vedere Present Mic, se la sua ronda si è movimentata abbastanza da attirare l’attenzione dei giornalisti.
Riappoggia il telecomando sul tavolino del soggiorno e scuote il capo.
Prende una giacca leggera, controlla di avere portafogli, chiavi e telefono con sé ed esce a camminare sotto il sole caldo del pomeriggio.













Angolo del Deliro:
Qualcuno ha davvero letto fin qui?
Spero che sia piaciuta quetsa valanga di domesticità!
A domenica con il prossimo capitolo!

 
  
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