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Autore: Mr Lavottino    17/12/2020    4 recensioni
E se Efp non fosse altro che una grossa industria che presta i personaggi dei vari fandom ai giovani scrittori in erba?
La storia vede come protagonisti i personaggi di ATR/TD che, annoiati dal poco lavoro, interagiscono fra di loro ricordando il passato e ragionando sul futuro. Riusciranno i nostri eroi a tornare allo splendore di un tempo?
Capitolo I - Duncan e Courtney
Capitolo II - Dawn e Scott
Capitolo III - Noah ed Emma
Capitolo IV - Trent e Cody
Capitolo V - Duncan, Gwen, Zoey e Mike
Capitolo VI - Troppi.
Capitolo VII - Noah ed Ezekiel
Capitolo VIII - Heather e Gwen
Capitolo IX - Tutti.
Capitolo X - Gwen, Zoey, Tyler e Leshawna
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Gestire un centro di recupero per personaggi OOC. Gwen pensava che Zoey non potesse avere idea peggiore. In parole povere, era un’accozzaglia di gente con problemi di personalità che non perdeva un secondo a lagnarsi della sua condizione e di quanto si sentissero infelici della propria vita.
Eppure Gwen ci era andata comunque, forse perché spinta da Heather, forse perché realmente interessata. Oppure perché voleva semplicemente godersi le difficoltà che Zoey avrebbe avuto nel gestire quel centro, perché se c’era una cosa che attraeva Gwen più dello stile dark era la distruzione ed il fallimento in tutto ciò che partecipava. Era un’emozione strana, che la pervadeva ogni qual volta faceva qualcosa. Non che desiderasse apertamente vedere il fallimento, era la prima a gioire, internamente, se tutto andava bene, ma non riusciva mai a sopprimere quella voglia di vedere crollare tutto in un mare di fumo e rimpianti.
Tuttavia, Gwen non voleva lasciarsi trasportare da quell’energia negativa che teneva dentro come una bomba atomica pronta all’esplosione, voleva davvero cercare di aiutare genuinamente l’amica nel riuscire, in un modo o nell’altro, a “guarire” i personaggi. Solo che non se ne sentiva in grado, nonostante Zoey avesse voluto proprio lei al suo fianco in quell’impresa.
Quindi la gotica si era ritrovata lì, seduta all’interno di una grossa stanza bianca arricchita con delle poltrone con lo schienale in pelle messe a cerchio ed un piccolo tavolino al centro, nel quale erano poste ordinatamente varie bevande, dalla cola, al whisky.
- Bene, vedo che siamo quasi tutti. - disse Zoey, dopo che quattro sui cinque posti furono occupati.
- Possiamo iniziare, tanto Duncan non verrà mai. - Gwen, tenendo il gomito sul bracciolo ed il pugno della mano sulla guancia, roteò gli occhi.
- Dici? Non ha nemmeno risposto al mio messaggio. - la rossa inclinò la testa ed assunse un’espressione intristita, che si costrinse a cancellare qualche secondo dopo – Va bene, allora noi iniziamo. Se poi lui si farà vivo, meglio così. - Zoey ritrovò la sua compostezza immediatamente.
- Potresti spiegarci meglio quale sarebbe il tuo intento, mozzarella? - domandò Leshawna, sorseggiando la sua gazzosa dalla cannuccia.
- Sì, in effetti il messaggio non era molto chiaro. - asserì Tyler scuotendo la testa. Anche lui aveva preso una gazzosa, ma dopo aver sentito il sapore acre del limone l’aveva appoggiata sul bracciolo con fare indifferente, il tutto per evitare che le tre se ne accorgessero.
- Ve lo spiego subito. Innanzitutto mi presento: io sono Zoey. Piacere di conoscerti. - la rossa li salutò con una mano, mentre con l’altra reggeva un taccuino.
- Ciao. - si limitò a dire Tyler.
- Ciao, bella. - Leashawna si sistemò meglio sulla poltrona, che forse era troppo piccola per lei.
- Voglio morire. - sussurrò Gwen, portando le gambe sulla sedia e stringendosi a se. Pensava davvero di non riuscire a sopravvivere a quella conversazione, si stava facendo tutto troppo imbarazzante.
- Siamo qui perché voi due, a mio avviso, siete dei personaggi con disturbo di personalità. - spiegò Zoey, senza dosare le parole. Infatti, fu immediata la reazione dei due.
- Ehi, come ti permetti? Io sono sano come un pesce! - urlò Tyler, alzandosi in piedi e facendo distrattamente cadere la gazzosa dal bracciolo.
- Esatto, mozzarella. Come ti permetti di parlarci in questo modo? - anche Leshawna si alzò, iniziando a muovere i fianchi come suo solito. Dopo un iniziale attimo di panico, Zoey si riprese ed aggiustò il tiro.
- Non fraintendetemi, per piacere. - disse, mettendo entrambe le mani avanti – Con questo non intendo dire che siete malati, anzi. Però è evidente che nella seria abbiate avuto dei comportamenti da vero personaggio OOC. Io sono qui per aiutarvi a superarli. - spiegò, cercando di essere la più esaustiva possibile. Leshawna assottigliò gli occhi e le andò un passo più vicino.
- Ehi, ehi, ehi, tu non decidi cosa io devo fare, capito? Sono una donna afroamericana che ha passato di tutto dalla vita, dal razzismo fino alle scazzottate per i saldi del black friday. Quindi pensaci due, tre, o un milione di volte prima di parlarmi in questo modo. - sputò fuori – Ed ora me ne vado a casa, ho una sessione di manicure e di pedigree che ho posticipato per venire ad assistere a questa pagliacciata. - fece per andarsene, ma Gwen la richiamò.
- Su, Leshawna, non fare così. Sentiamo almeno cosa ha da dire, magari ha una laurea in psicologia o qualche cazzata del genere. - disse ironicamente, senza riuscire a cancellare un sorrisetto dalla sua faccia. Leshawna esitò e, dopo qualche secondo di incertezza, tornò a sedere con il broncio.
- E sia. - sospirò – Ma alla prima cazzata mi alzo e vado via. Le mie unghie sono in condizioni pessime. - Zoey non poté far a meno di ridere. Guardò Gwen e le sorrise per ringraziarla del suo aiuto.
- Tyler vorrei partire da te, se non ti dispiace. - afferrò il taccuino e rivolse un sorrisetto verso il moro, che si limitò ad annuire – Innanzitutto, c’è qualcosa di cui vorresti parlarmi? - notando la faccia stranita del ragazzo, Zoey specificò meglio cosa volesse dire – Nel senso, c’è qualcosa che ti turba particolarmente? - inclinò leggermente la testa.
- Beh, ecco, in realtà qualcosa c’è. - Tyler si rimise a sedere ed osservò il tavolo delle bevande con fare pensieroso, indeciso se parlare o no.
- Parlane pure, sono qui per ascoltarti. - lo incitò a proseguire alzando le sopracciglia e con un cenno della testa.
- Ecco io – si bloccò di colpo – io odio la gag dove Lindsay si scorda di me. - confessò, per poi iniziare a respirare affannosamente. Si era appena tolto un peso che portava dentro dal duemila otto – All’inizio era anche divertente, ma poi è diventata ripetitiva e sempre più logorante. Siamo arrivati al punto che la gente ha scritto addirittura storie su questa cosa. - abbassò lo sguardo verso il basso e si lasciò andare ad un lungo sospiro.
- Quindi a te ciò dà fastidio? - chiese Zoey, mentre con la penna si appuntava informazioni sul suo taccuino. Il castano ci pensò un po’, come se non fosse del tutto sicuro di ciò che aveva appena detto. Il suo primo pensiero era stato quello di ritrattare immediatamente la confessione, eppure non riusciva a farlo.
- Beh, ecco – sbatté gli occhi e rivolse lo sguardo verso una delle tante cole sul tavolino – Non è che mi dà fastidio, è solo che rende Lindsay idiota agli occhi degli altri e questa cosa non mi va giù. - spiegò con un’espressione triste in volto. Leshawna e Zoey si lasciarono andare ad un lungo “oooh” seguito da un sorrisetto dolce, mentre Gwen non poté far altro che reprimere i coniati di vomito che sentiva salirle con forza dal profondo dello stomaco.
- Tyler, questa cosa è dolcissima. – disse la rossa, mantenendo in volto un grosso sorriso genuino. Il ragazzo, imbarazzato, ridacchiò e rivolse lo sguardo verso il pavimento.
- Davvero cuccioletto, non me lo sarei mai aspettato. – concordò Leshawna.
- Voglio morire. – sussurrò, invece, Gwen, per poi affondare la testa fra le ginocchia. Non capiva il perché, eppure aveva la sensazione che di situazioni sdolcinate come quella ne avrebbe viste a bizzeffe da quel momento in poi.
- A parte questo, c’è qualcosa di più specifico che non ti piace particolarmente riguardo al tuo personaggio? – Zoey lo guardò di soppiatto, conscia che quella confessione non era che l’invito ad entrare ancora di più all’interno del suo inconscio.
- Beh, ecco… ci sarebbe un evento in particolare che mi ha sempre turbato. – Tyler iniziò a picchiettare con foga sul bracciolo della poltrona – Nella terza stagione ho visto Duncan e Gwen baciarsi. – si fermò quando si ricordò della presenza della gotica. Le rivolse un’occhiata preoccupata, che quella si limitò ad ignorare.
- Va avanti, per me è acqua passata. – scosse la testa e con un cenno della mano lo invitò a proseguire con la sua confessione.
- Io non mi sono mai spiegato come mai mi hanno costretto a dire di averli visti. Cioè, l’ho trovata una forzatura che, col senno di poi, mi ha portato solo ad essere odiato dai fan della Gwencan. – si portò le mani sulla faccia e si lasciò andare ad un lungo sospiro. Zoey fece per parlare, ma venne anticipato da Gwen che, stufa di tutte quelle manfrine, intervenne a gamba tesa nel discorso.
- Per fare spettacolo, tutto qui. Ti hanno usato come scusante per rivelare un’informazione essenziale per il proseguire della storia. Poi, se non erro, sei stato eliminato l’episodio dopo, il tutto per permettere alla storia del triangolo di andare avanti. Sei stato una piccola pedina da usare come capro espiatorio che hanno pensato di scartare non appena ha compiuto il suo compito. – Gwen lo guardò dritto negli occhi, senza curarsi di come quelle parole scalfissero la pelle di Tyler come coltelli affilati. Il ragazzo ci mise un po’ a riprendersi, rimase per quasi un minuto intero con la bocca aperta e gli occhi sgranati a fissare la gotica, con il sottofondo di un silenzio tombale che né Leshawna, né Zoey ebbero il coraggio di spezzare, perché pensavano che Gwen avesse esagerato troppo. Entrambe si aspettavano un dibattito, una lamentela, qualche urlo e, meno probabile ma comunque fattibile, l’arrivo alle mani.
- Cavolo, hai ragione. – esordì poi Tyler, spezzando quel muro di tensione che si era creato – È proprio come dici tu. Sono stato usato come pedina sin dal primo momento, il mio ruolo all’interno della serie era solo quello di tappare i buchi fino al momento in cui sarei stato eliminato. – asserì, tenendo lo sguardo fisso verso la gotica.
- Questo è il ruolo di tutti. – rispose prontamente Gwen, per poi far apparire una sigaretta dal nulla – Partecipi, ti danno il contentino e, se sei fra i fortunati ad arrivare fino in fondo, ti sfruttano solo come pretesto per spianare la strada a quello che verrà dopo. Come me in Azione. – fece per accendere la sigaretta, ma Zoey le rivolse un’occhiata gelida che la convinse a metterla via.
- Dannazione, sorella, come sei pessimista. – disse Leshawna, mandando giù un boccone amaro come il veleno. Si rivedeva fin troppo bene in quella spiegazione piena di misandria verso i creatori.
- Oh, andiamo Leshawna. Non fingere che non abbia ragione. – Gwen si lasciò andare ad un sorrisetto, poi affondo la testa nello schienale della poltrona – Ormai sappiamo tutti come funziona. Gli anni d’oro svaniscono a noi stiamo qui a parlare del passato e di quello che non ci è chiaro. – si lasciò andare ad un lungo sospiro.
- Vorrei evitare di doverlo fare, mozzarella cara. Ma hai visto come mi hanno trattata? Per una stupida gag sono stata eliminata nella prima stagione, nella seconda hanno dovuto applicare una forzatura con Harold, mentre nella terza… Cristo, non fatemi parlare della terza altrimenti do di matto. – Leshawna afferrò la lattina di soda espressione stizzita e la strinse talmente forte da accartocciarla.
- Questo è il motivo per cui siete qui: dovete sfogarvi ed accettare gli errori che sono stati fatti su di voi. – spiegò Zoey – A Tutto reality! è un cartone parodistico che con il tempo è andato sempre più contro il confine di realismo, perciò non dobbiamo lamentarci di quello che ci è accaduto, né dobbiamo cercare di contestualizzarlo. Abbiamo avuto la fortuna di essere un cartone molto famoso e questo basta. – concluse la rossa.
- Forse hai ragione. – concluse Leshawna, venendo supportata da Tyler.
- Inoltre Leshawna, hai una storia in corso in cui sei protagonista, vero? – Zoey la portò ad alzare la testa e a guardarla con un sorriso.
- Sì, almeno quello. –
- Vedi? È già qualcosa. Tyler, invece tu sei un personaggio a cui tutti sono affezionati e che sta simpatico a tutti. Non ti preoccupare se qualcuno parla male di te, sei un ottimo personaggio. – Zoey guardò i due negli occhi, i quali accennarono ad un sorriso che pian piano si fece sempre più convinto.
- Hai ragione. – asserì il ragazzo.
- Sai, non pensavo che parlare dei miei problemi mi avrebbe fatto stare così bene. Cavolo, mi sento proprio libera! – Leshawna si alzò dalla sedia e si stirò la schiena – Adesso però devo andare, la manicure mi aspetta! –
- Anche io, ho un appuntamento con Lindsay. – detto ciò, entrambi si alzarono e, dopo un rapido scambio di saluti, se ne andarono dalla stanza lasciando Zoey e Gwen da sole.
- Allora, come pensi sia andata? – domandò la rossa, mentre riponeva il taccuino all’interno di una valigetta fatta comparire in quell’istante. La gotica storse il naso e si prese qualche secondo per riflettere. Dal volto di Zoey capiva che lei ne era stata entusiasta e questo rendeva dirle la verità ancora più difficile. Pensò di mentirle, di dire apertamente che secondo lei i personaggi del cast erano tutti maledetti e che nessuno sarebbe riuscito a salvarsi all’implacabile scontro con il tempo, eppure non ci riusciva. Perché negli occhi di Zoey leggeva la scintilla della mania di protagonismo e, soprattutto, quella di chi in ogni stagione a cui aveva partecipato era stato protagonista indiscusso. Zoey non poteva capire cosa volesse dire essere un personaggio di sfondo, non ne aveva nemmeno la minima idea.
Fu quell’ultimo pensiero, così intrinseco di odio e di frustrazione, perché Gwen in Azione aveva effettivamente fatto da marionetta e la cosa non le era piaciuta affatto, a darle la spinta per cercare di abbattere quel muro di ipocrisia che la rossa stava cercando di tarare su con tanta semplicità e supponenza.
- Uno schifo. – disse, guardandola dritta negli occhi. Zoey non fece una piega e da ciò la gotica capì che quella risposta era perfettamente nei suoi piani – Più che un centro di recupero, sembra un reality show nel quale si da spazio a stelle cadute del cinema Hollywoodiano. – sputò acidamente, inviperita dall’aria calma dell’amica.
- Non c’è che dire, Gwen. – Zoey ripose la valigetta affianco alla sua poltrona – Hai centrato il punto. – scosse la testa in segno d’assenso e avvicinò una mano dal tavolino per prendere una soda alla ciliegia – Però io lo faccio per loro, perché ne hanno bisogno. L’unico modo per sentirsi ancora amati è quello di vivere nei ricordi ed inebriarsi con il ricordo del loro passato. – concluse. Aprì la soda ed iniziò a berla tenendo lo sguardo rivolto verso le poltrone vuote, che fece sparire qualche istante dopo.
- Per me non è altro che una grossa cazzata. Gli stai dando delle false speranze che, puntualmente, verranno deluse. Come quel fottuto autore, anche lui ha detto delle cazzate simili. – Gwen puntò gli occhi contro di Zoey e la osservò attentamente: aveva un’aria da fredda calcolatrice che le ricordava l’Heather dei tempi d’oro. Il suo sguardo, il suo modo di atteggiarsi, addirittura quello di bere sembrava completamente stravolto rispetto a quello di due minuti prima.
- Cosa ne pensi dell’autore? – domandò la rossa inclinando leggermente la testa.
- Che non dovrebbe usare i suoi fottuti poteri paranormali per impossessare la gente. – lo sguardo di Gwen si fece duro. Zoey spalancò la bocca, come se non avesse ben chiaro cosa fosse stato detto, poi scoppiò a ridere.
- Cavolo, sei davvero astuta. Complimenti. – incominciò a batterle le mani.
- Esatto, me ne sono accorta subito. – si crogiolò Gwen, pensando di averlo messo in scacco.
- Sì, perché io ho deciso che tu te ne saresti accorta. – la gotica affondò le unghie nel bracciolo – Comunque sia, non sono qui per parlare di abbattimenti della quarta parete o di paradossi logici delle mie storie. Voglio solo che tu sappia perché ho deciso di far aprire a Zoey questo centro di recupero. – la rossa iniziò a tamburellare le dita sulla soda.
- Ovvero? – Gwen non aggiunse altro.
- Analisi. – iniziò, per poi fermarsi subito – Analisi dei personaggi. È alquanto difficile trovare un pretesto per far conversare due personaggi a caso. Inoltre ai lettori piace leggere dei loro personaggi preferiti, però al tempo stesso vorrebbero anche la presenza di personaggi secondari. Insomma, si crea un altro paradosso molto interessante. – Zoey, se così si poteva chiamare, si toccò il mento affascinata da quelle dichiarazioni così astratte.
- Pensi di poter giudicare gli altri? – lo stuzzicò Gwen.
- Sì, perché sono esattamente come loro. Quello che provano loro lo provo anch’io. Ti faccio un esempio stupido: ultimamente hai avuto un sacco di lavoro, vero? – le chiese.
- Sì, due nuove storie. – confermò Gwen.
- Ecco, una di quelle storie mi piace particolarmente. Si chiama “The Apartment”, se non erro. Leggendola mi sono reso conto di quanto la Gwencan mancasse sul sito e, da quello che ho avuto modo di capire, anche per altri è lo stesso. Eppure, io sono la persona che in primis si lamentava dell’assenza dei personaggi secondari, ma che adesso vuole un ritorno dei protagonisti. Oh, Cristo, mi viene il mal di testa solo a pensarci. – Zoey scosse la testa – Noi umani siamo così complicati. – disse con voce sofferente.
- Vabbè, senti, andiamo dritti al punto. Non ho tutto il giorno. – sbottò la gotica.
- Sì, sì, un’altra pagina ed abbiamo finito. – Zoey le fece cenno con la mano di stare calma – Ti dicevo: sto usando Zoey come mia pedina per poter parlare dei personaggi del reality, così da dare più spazio alla loro caratterizzazione. – concluse.
- Ed io che c’entro? – Gwen si indicò.
- Beh, tu sarai l’effettiva protagonista dell’arco. Starai assieme a lei e renderai le cose più divertenti. Oh, già mi immagino un bel momento Doey nel quale Zoey va da Duncan per aiutarlo e… no, no, no, in questa storia ho promesso di no! – Zoey si colpì le gambe con un pugno.
- Perché hai scelto Zoey? – Gwen la guardò con fare confuso.
- Perché è il mio personaggio femminile preferito. – si limitò ad alzare le spalle con sufficienza – Comunque, adesso io vado. È stato un piacere! – la rossa schioccò le dita e la sua espressione mutò radicalmente.
Gwen rimase ad osservarla, venendo ricambiata, per quasi una trentina di secondi nel silenzio più assoluto.
- Allora? – chiese poi Zoey, spronandola a parlare.
- Cosa? – Gwen, confusa e stordita da tutto quello che era appena successo, non riusciva a connettere bene. Per di più, ancora non aveva ben chiaro chi fosse davanti a lei in quel momento.
- Come pensi sia andata? – domandò, con un sorriso genuino in bocca. Da quell’espressione capì di avere davanti la solita Zoey tutta manie di protagonismo e Mary Sue. Si lasciò andare ad un sospiro di sollievo, poi capì come doveva rispondere. La conversazione con l’autore le aveva fatto capire cosa dovesse fare, quale sarebbe stato il suo ruolo all’interno di quel circoletto da bar allestito da Zoey. Doveva supportarla, aiutarla e fare in modo che portasse delle conversazioni il più colte e coinvolgenti possibili. Doveva dirle che era andato tutto bene che dovevano farlo più spesso.
- Uno schifo. –
Sì, come no, figurati se Gwendolyn Fahlenbock avrebbe lasciato che qualcuno le mettesse i piedi in testa e le dicesse cosa fare. O almeno quella delle prime tre stagioni.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Ho impiegato letteralmente una vita per scrivere questo capitolo. O meglio, questo l’ho scritto in nemmeno tre giorni, ma l’idea per concepirlo è stata davvero dura da tirar fuori. Per di più, è molto scritto a braccio, ovvero con battute e ragionamenti improvvisati sul momento.
Insomma signori, da oggi si analizza personaggi! Se avete qualcuno da consigliarmi fate pure, anche solo per scegliere Leshawna e Tyler ci ho messo una vita…
Mi prendo un piccolo spazio per sfogarmi su una cosa: Leshawna.
Ovunque leggo commenti del tipo “avrebbe dovuto vincere una stagione!” o “Meritava più lei di altri!”. Ragazzuoli cari, passi il fatto che queste sono gusti soggettivi e, come tali, vanno rispettati ed accettati, ma Leshawna è un personaggio che a lungo andare, a parere mio, stucca.
Benissimo nella prima, sufficiente nella seconda, nella terza era diventata davvero un peso morto. Però, ehi, come al solito la colpa forse è dei produttori che l’anno resa lo zimbello dei Alejandro.
Vabbè, più ne scrivo e più mi sento in colpa con lei, povera cucciola!
 
Comunque sia, noi ci vediamo alla prossima! Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo 😉
   
 
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