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Autore: Starfallen    19/12/2020    3 recensioni
Parigi 1780
Marinette è un esponente della nuova nobiltà -noblesse de robe - e come tale, lei e la sua famiglia sono trattati dagli esponenti dell'alta società parigina come gente di poco conto. Dovrà imparare a farsi strada tra gli intrighi e le maldicenze di quella che è si la corte più bella d'Europa ma allo stesso tempo un pericoloso covo di vipere.
Adrien Agreste, au contraire, ricco rampollo di una delle famiglie più in vista della corte, nato e cresciuto alla reggia di Versailles, mal sopporta gli obblighi che il suo titolo gli impone, pur sapendo di far parte di un mondo crudele, cerca in tutti i modi di evadere da quella scomoda realtà che pare idilliaca dall'esterno, ma è dura e spietata all'interno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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19/12/1780

 
Era una fredda e cupa mattina d’inverno quel giorno, non era come gli altri.
La domestica scostò le cortine del letto a baldacchino, rivelando chi vi dormiva. La ragazza si destò con un gorgoglio insonnolito: “Mylène… che ore sono?” – “Buongiorno mademoiselle, sono le otto e mezza”.
 
Controvoglia la ragazza si alzò dal letto e prese la vestaglia e, mentre si sistemava i lunghi capelli neri si diresse verso la finestra per ammirare la prima neve della stagione: “I suoi genitori l’attendono per la colazione.”   
La ragazza annui: “Bene, ti ringrazio, è già arrivata Alya?” Mylène annuì.
“Perfetto, allora mandamela, così può aiutarmi a vestirmi.”
 
La ragazza annuì e dopo una riverenza uscì dalle sue stanze.
 
Tutto era cambiato negli ultimi anni, le sue abitudini, la sua posizione sociale, la sua vita, ma cercava di non dimenticare chi era, e da dove realmente arrivava, soprattutto perché l’ambiente che ora la circondava non avrebbe perso occasione di ricordarglielo.
Erano trascorsi due anni esatti dalla nascita di Madame Royale, la figlia e ancora unicogenita del re, ed era quel giorno che tutto intorno a lei aveva cominciato a cambiare.
 
Se prima di allora le avessero detto che sarebbe andata a vivere in una delle residenze più chic di Parigi, probabilmente la sua reazione sarebbe di sicuro stata “scomposta e sguaiata”com’era solta definirla quella bacchettona della sua istitutrice, madame Mendeleiev. 
Mal sopportava quella donna, era talmente rigida e inquadrata da non lasciar dubbio sulle sue origini polacche.
 
Bussarono alla porta, e Marinette si desto dai suoi pensieri.
“Si, avanti” si sistemò, onde evitare figure sconvenienti.
“È permesso mademoiselle?“ Marinette guardò storto la ragazza che era apparsa sull’uscio della porta: “Smettila ed entra Alya!”
 
 
****
 
Le dita scorrevano veloci e leggiadre sui tasti del clavicembalo, di tanto in tanto lanciava un rapido sguardo allo spartito per controllare l’andatura. Ma non era necessario, conosceva a memoria quella melodia. Nonostante fosse prima mattina a lui non importava, gli piaceva fare esercizio subito dopo colazione, lo auitava ad affrontare meglio la giornata. Il rumore dello strumento non nascose il cigolio della porta della sua sala privata che si apriva, rivelando sua madre sulla soglia: “Ti disturbo mon minou?” Adrien sorrise a quel soprannome: “Maman ti prego, non sono più un bambino.” Disse alzandosi per accogliere sua madre con un elegante baciamano.
 
Emilie sorrise al gesto di suo figlio, ancora le sembrava incredibile quanto fosse cresciuto e che splendido giovane stava diventando: “Ti prego tesoro, stavi suonando divinamente, continua!” – “Come desiderate madre.”
Adrien le sorrise e riprese a suonare, sua madre si sedette su un divanetto poco distante dal figlio, ascoltandone la melodia.
 
Con la coda dell’occhio Adrien scrutava la madre, elegantissima nel suo prezioso abito di seta blu cobalto che fasciava perfettamente il suo corpo. Il corpetto era impreziosito da splendide rifiniture d’oro e smeraldi incastonati che riflettevano i suoi occhi.
Era meravigliosa, per lui nessun’altra dama di corte poteva eguagliarla in bellezza, grazia ed eleganza.
 
“Hai più avuto modo di invitare mademoiselle Bourgeois alla soirée di questa sera?” – Adrien sollevò un sopracciglio contrariato, smise di suonare e si voltò in direzione della madre.
“Madre, io… non vorrei si facesse un’idea sbagliata, dopo tutto un invito formale da parte mia sarebbe sconveniente, considerando poi, non siamo fidanzati, non ufficialmente.” 
 
“Hai perfettamente ragione tesoro, però dovresti….”– “Adrien!”
Gabriel Agreste irruppe bruscamente nella stanza, sia Adrien che sua madre si alzarono per accogliere l’uomo.
“Buongiorno padre…” – “Lo sarebbe, se i tuoi comportamenti fossero consoni!” Adrien abbassò lo sguardo mortificato dalle parole del padre.
“Padre io pensavo…” – “Non pensare! Ho incontrato André Bourgeois, e mi ha riferitoche non c’è stato nessun invito formale da parte tua  verso sua figlia!”
 
Emilie s’intromise: “Lo sappiamo caro, infatti ne stavamo parlando prima che…” –“Taci Emilie! Non giustificarlo come tuo solito, è un uomo ormai lascia che si assuma le sue responsabilità!” –disse in tono perentorio l’uomo - “Ha solo 13 anni!” – “Esatto! Tu a quell’età ti sei sposata ricordi?” 
 
“Cosa c’entra? Io sono una donna, ed è giusto così, ma lui è appena ragazzo, anche se aspetta qualche anno non succederà niente! Anzi, magari darà anche il tempo a mademoiselle Bourgeois di sbocciare definitivamente!”A quelle parole Adrien arrossì violentemente non aspettandosi tanta schiettezza da parte della madre.
 
“Emilie, non devi in alcun modo intrometterti in questo tipo di decisioni, e devi smetterla di essere così condiscendente con nostro figlio! Prima o poi dovrai staccarti da lui ed è meglio che cominci ad abituarti all’idea!” A quelle parole Emilie abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.
“Ora, per quanto riguarda te” – disse rivolto al figlio - “All’ora di pranzo vedrò Bourgeois, e voglio sentirmi dire che accompagnerai formalmente Chloé alla soirée di questa sera!”
 
Gabriel non attese la risposta del figlio, ed usci in a passo spedito dalla stanza. Sul volto di Adrien lo sconforto era evidente: “Tesoro…”, Emilie gli si avvicinò prendendolo tra le sue braccia, il ragazzo non rifiutò il gesto d’affetto dalla madre, e si lascò cullare come quando era un bambino.
 
****
 
“Ahia!! Alya fai piano, non mi devi soffocare col corsetto!” Detestava quei fastidiosi indumienti erano molto più costretti e decisamente più indecenti rispetto a quelli con cui era cresciuta. Detestava che le sue grazie fossero esposte in quel modo.

La moda di anno in anno si faceva decisamente più spudorata e libertina rispetto alla più castigata che aveva conosciuto da bambina del popolo: “Non ti preoccupare chérie, ho quasi fatto.” 

Chiuse i lacci con un nodo e prese la sottana, Marinette la indossò e la sistemò intorno al panier: “Quale colore preferisci indossare oggi? Vuoi il rosa cipria o un più audace Pompadour? O vuoi fare l’insolente e optare per rosso intenso e caldo?” – la guardò con un pizzico di malizia - “Rosa cipria, semplice e sobrio.” – “Ah, Marinette, Marinette, Marinette, sempre la solita e prevedibile ragazza!” la canzonò la ragazza, la corvina alzò un sopracciglio contrariata.
 
“Sarà, ma è solo per la giornata, poi vedrai cos’ho in serbo per stasera.”Sorrise furbescamente: “Ho confezionato un abito per l’occasione.” Non era più andata ai balli in maschera dalla nomina a marquise di suo padre e al conseguente innalzamento del suo status sociale.
 
“Allora è deciso? Evviva!! Ti voglio favolosa per questa sera! E sentiamo, come hai fatto a convincere tuoi?” – “Beh... insomma… potrei non avrelo ancora fatto.” – Disse strizzando un’occhio e facenso la linguaccia – “Non ci credo! E come pensi di fare? Sgattaiolare via di nascosto?” 
 
Quella sera fortunatamente non era richiesta la presenza sua e della sua famiglia alla soirée a casa di Madame Elizabéth, la sorella del re, a causa del decesso dell’imperatrice d’Austria il ricevimento per il secondo compleanno di Madame Royal sarebbe stato solo per pochi intimi.
 
Era felice di trascorrere una bella serata in città con la sua amica come hai vecchi tempi, con qualche agevolazione in più. Finalmente dopo tanto tempo potevano godersi una sera insieme quasi come quando erano piccole, solo che questa volta sono avrebbero solo giocato a fare le nobil donne nella vecchia  locanda dei genitori di Alya, ma avrebbero partecipato ad un ballo in maschera, da gran signore!
 
Non le sarebbe dispiaciuto mancare a quella stupida festa, considerando che Versailles per quanto spettacolare potesse essere vista dall’esterno, all’interno era un marcio covo di vipere. 
Da bambina aveva sempre fantasticato su quel mondo a lei vietato, non voleva altro se non far parte anche lei di quella schiera di dame alla moda dell’alta società.
 
E magari perché no? Un giorno avrebbe potuto essere come Madame Bertin, modista personale di Sua maestà la regina! 
Ma si era dovuta ricredere col tempo, purtroppo quando il sogno era diventato realtà si era resa conto che in realtà si trattava solo di quello, un sogno.
 
Le dame dell’alta socetà erano solo delle megere annoiare e colme fino al midollo del loro ego e represse dai loro privilegi, in quella gabbia dorata erano avvizzite. In pratica tutta la bellezza era rinchiusa solo nei loro abiti.
Era felice di non partecipare tanto spesso alle feste in società, il loro ingresso era sempre accolto da un silenzio glaciale rotto solo dai bisbiglii insolenti delle dame altolocate.
Ogni volta si sentiva esattamente come alla sua cerimonia d’ingresso in società.
 
Ricordava ancora quella sensazione che si provava a sfilare difronte a facce austere che ti fissavano dall’alto in basso, si sentiva esattamente come una mucca, indecisa solo sul se in mostra per essere venduta o sulla strada per il patibolo…
 
“Aspetta e vedrai, tu dovrai solo regermi il gioco.”- “Wow, siamo diventate davvero audaci!” Marinette si specchiò sorridendo: “Non ho intenzione di sfigurare questa sera, sopratutto  non avrò di nuovo tutti gli occhi puntati addosso, anzi proprio per questo voglio divertirmi come si deve.”  
 
Disse mentre Alya le sistemava i nastri nei capelli, mentre lei sceglieva i gioielli. “Tranquilla tesoro, saremo favolose!” Sistemò uno spillone nella sua acconciatura: “Fatto! Non per vantarmi, ma è uno dei miei lavori migliori.” – “Grazie amica mia, sei la migliore!” – “Come sempre.” Le due ragazze si abbracciarono.
“Ora andiamo, che i miei ci aspettano.”
 
 
****

 
Buon giorno a tutti! Spero di avervi incuriositi con questo primo capitolo.
Ho voluto unire due mondi che personalmente  che per chi come me è crescuto a pane e Lady Oscar da bambino comprenderà perfettamente, infatti i nostri protagonisti preferiti si muovono nello stesso contesto storico a me personalemte molto caro.
Che dire, se non spero vivamente che questa idea alternativa vi piaccia tanti quanto è piaciuto a me scrivenre. 
Fatemi sapre presto le vostre opinioni in merito.
Xoxo Starfallen  
   
 
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