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Autore: Mercurionos    21/12/2020    1 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 19 – SVU: Saiyan Victims Unit, Parte 2 – Anno 2, 1/5 Germinale
 
Confusa dalle tormentose preoccupazioni dei saiyan, la giovane Dylia volle approfondire la propria confessione: “Guardate che… Mio fratello è davvero più giovane di voi. Ed io sono più giovane di lui.”
Pump le si avvicinò nuovamente con una piroetta alquanto teatrale: “Oh, e quanti anni ha adesso, il principino?”
Dylia rispose subito, convinta che la risposta alla domanda di Pump fosse ovvia: “Ne ha dodici.”
 
La mandibola di Radish cadde rovinosamente sul pavimento rivestito di morbida moquette color namecciano. Pian piano prese a rotolare, sempre più in fretta, percorrendo i corridoi della casa: attraversò il salotto, piegò davanti al bagno padronale e si diresse verso l’ingresso dove come per magia la porta di legno intarsiato della villa si aprì da sola; proseguì per il vialetto davanti all’uscio, scese gli scalini di pietra, guadò con eleganza il laghetto di ninfee con i pesci rossi vegani e solo poi finalmente decise di fermarsi poco oltre l’ingresso della proprietà, sovrastato da arzigogolate arcate di metallo placcato, giusto in tempo per spaventare a morte la vicina che, come ogni mattina, si metteva a ficcanasare nella posta dell’ormai defunto inquilino della villa. Curioso, vero? In una società così tecnologicamente avanzata come quella di Neo Freezer esiste ancora la posta cartacea.
 
“Che c’è di strano? – si meravigliò Dylia – Io ne ho compiuti nove giusto ieri.”
 
Pump fu tanto colpita dalle parole della ragazzina che imprecò. La scelta lessicale della giovane saiyan risultò estremamente volgare, di considerevole durata e dai contenuti parecchio ricercati. Alcune delle parole scelte non possono essere tradotte in alcuna lingua terrestre senza un’accurata analisi della situazione sociopolitica di certi pianeti dell’orlo esterno nel Settimo Universo. Oh, incredibile, Pump sta ancora dicendo parole, e sono sempre più oscene! Guardate, Radish si sta tappando le orecchie e Dylia sembra essere in preda ad un violento capogiro! E Pump sta ancora continuando… Sarà il caso che la fermi, in qualità di autore di questa storia. Sappiate soltanto che, a causa dei poco eleganti spergiuri pronunciati dalla dolce e tenera saiyan, la Mediaset non si sarebbe limitata a censurare questa scena, bensì ad eliminare l’intero capitolo dai palinsesti italiani per il resto della storia dell’umanità.
 
Bueno apparì al gruppetto da dietro una colonna di marmo: “Ragazi, Gladyo dice di venir.”
Ancora leggermente confusi, chi più chi meno, gli studenti si riunirono a Gladyolo di fronte al corpo della vittima. Insieme al capogruppo c’erano tre agenti, uno dei quali in alta uniforme, al quale il principe di Pyaneta si presentò.
“Sono Gladyolo, a capo della squadra mandata dal N.I.S.B.A.. È lei il responsabile?”
L’uomo in alta uniforme si fece avanti, ad ogni passo gonfiò di più il petto e raddrizzò la schiena per sembrare più alto. A malapena arrivava al ginocchio dei saiyan.
“Sì, sono l’ispettore Pomfritz, io. Questa è la nostra vittima, il signor Balbis, lui, ricco impresario dell’import export, lui. Ha proprio una bella casa, lui, non trovate, voi?”
 
Gladyolo incupì lo sguardo e proseguì con tono severo il discorso: “Causa del decesso?”
“Ah… Gli hanno sparato, con un fucile ad alta energia, loro.”
“Ora del decesso?”
“Eh, io…” Il minuto agente cominciò a fregarsi nervosamente la fronte sudata, al che intervenne uno dei suoi subordinati.
“È morto poco dopo la mezzanotte, a quanto pare l’assassino ha atteso che fosse uscito il maggiordomo per ucciderlo.”
“E lei chi sarebbe?” La voce di Gladyolo si fece sempre più grave.
“Sono il medico legale, signore. Mi chiamo…”
“È stata un’esecuzione?”
“Non saprei, perché lo chiede a me?”
“Gli hanno sparato alle spalle?”
“Ah, non lo so!”
“Magnifico.”
 
Gladyolo portò una mano al mento, farfugliò sommessamente qualche parolina non troppo cortese nei confronti dei poliziotti e poi si girò verso i compagni: “Radish e Pump, analizzate la scena del crimine. Questi idioti non saprebbero distinguere un omicidio da una serata movimentata al bar. Bueno, Dylia, voi parlate con il maggiordomo che spero vivamente non sia l’assassino. Io vedo di mandare in ferie perenni questi saltimbanchi.”
“Te ne intendi di crimini, eh?” Disse Radish scherzosamente, ma l’altro non sorrise: “Non è la prima volta che faccio questo lavoro.” Il saiyan ammutolì, colto alla sprovvista dalla risposta secca del ragazzo, che si prodigò subito di allontanare i tre poliziotti dal cadavere.
 
Pump si avvicinò lentamente al corpo del defunto, adagiato sulla moquette verdastra al centro di un enorme salotto riccamente arredato. Si trovava di fronte ad un’enorme finestra scorrevole che dava sul giardino: in centro alla grande lastra di vetro spiccava un foro largo qualche centimetro, quasi perfettamente circolare. La vittima era un uomo grasso, non troppo alto, dalla pelle ocra. File di rughe gli attraversavano il volto rotondo, sprovvisto di naso, fino al largo mento. Era scarsamente vestito, forse in abito da notte, per quanto poco ne sapessero i due saiyan. Non presentava alcun segno sul corpo, se non un foro nerastro al centro del ventre.
Radish calò le ginocchia in terra e afferrò la spalla del morto.
“Che fai?” Chiese Pump sorpresa dal gesto determinato del ragazzo.
“L’ha detto l’anno scorso il professor Malaka, quando ha spiegato il funzionamento dei fucili. Se il fucile era abbastanza forte come ha detto quell’ispettore, il fascio di energia…”
“…Deve averlo attraversato?”
“Esatto. Guarda qui.”
 
Pump si avvicinò al compagno. Sulla schiena del defunto spiccava un'altra macchia scura al centro di un sottile alone di bruciature, in tutto e per tutto uguale a quella trovata sul lato opposto del corpo. La saiyan prese in mano il portatile tubiforme, lo aprì e con il tocco di un dito scattò alcune fotografie. Confrontando le due ferite, si accorse di come fossero identiche.
“Ti ricordi qualcos’altro di quella lezione?” Chiese la ragazza.
“A parte il fatto che Vegeta avesse tentato di ammazzare Kiwi quando ha detto che i suoi capelli sembravano usciti da un postbruciatore? Uhm… Un fucile ad alta energia… Quando spara un po’ della carica si accumula subito davanti alla canna, solo poi parte il colpo.”
“Quindi, se gli avessero sparato da vicino… Ci sarebbero bruciature sui vestiti!”
“Controlla per bene sul davanti, qui sulla schiena non ci sono altri segni.”
Pump esaminò attentamente il fronte della vestaglia del ricco defunto, ma non trovò alcun segno oltre alla bruciatura sull’addome: “Non c’è niente, neanche vicino al foro sulla pancia.”
“Vuol dire che gli hanno sparato da lontano.”
“Dal giardino?”
“Può darsi, dopotutto c’è un foro sulla finestra. Andiamo a prendere Vegeta e controlliamo in giro.”
Detto questo, uscirono dal finestrone sull’ampio prato della villa.
 
“Señor…”
“Paella. Sono il maggiordomo di padron Balbis. Anzi, lo ero, purtroppo.”
“È stado lei a encontrar il corpo, esta matina?”
“Oh, sì, è stato invero terribile. Stavo portando a spasso gli animali notturni di padron Balbis, Temmy, Flupsy, Strozzy, Ploppy, Bob…”
“Esta bien, però… Sa dirci alguna cosa di rilevancia? Ha notato alguna stranezza?”
“No, non direi. Sia quando uscii, sia quando rientrai la situazione in casa era eccezionalmente tranquilla, come sempre.”
 
Dylia notò la difficoltà di Bueno nel proseguire il discorso, motivo per cui decise di intromettersi: “Avete delle telecamere in casa, signor Paella?”
“No, certo. Siamo in un quartiere tanto riservato. Padron Balbis…”
“Un teleschermo?”
“Soltanto in cucina, come dicevo padron Balbis…”
“Ci sono animali da guardia? Di solito i ricchi li usano.”
“No, padron Balbis non…”
“Allora è stato lei ad ucciderlo?”
Il maggiordomo si accigliò tutt’ad un tratto: “Come ti permetti, ragazzina? Ho servito padron Balbis per oltre…”
 
L’uomo ben vestito ammutolì terrorizzato sotto i lunghi baffi. Gli occhi di Dylia si erano illuminati di colpo, brillanti e inquietantemente magnetici. La giovane gonfiò prepotentemente le guance affinché potesse intimorire l’austero maggiordomo, gesto che Bueno considerava parecchio adorabile: “Può riferirsi a me come ‘signorina’, in alternativa potrei accettare ‘Sua Altezza la Principessa Dylia Ri Hakala di Pyaneta’. Non ho altre domande.”
Il minaccioso scintillio dorato svanì dagli occhi della ragazza, che voltò bruscamente le spalle al suo interlocutore. Bueno la seguì in fretta trattenendo un risolino: per quanto sapesse dell’età della compagna, sapeva bene di non dover sottovalutare la sua vendicatività degna dell’atteggiamento di un bambino. Ripresosi dallo spavento, il maggiordomo tentò una mossa disperata: “Che lei sappia, avete bisogno di maggiordomi qualificati, a palazzo?” Ma non venne ascoltato.
 
“Vegeta! Cosa cavolo ti è successo? Sei fradicio!”
Radish aveva rinvenuto il principe zuppo dalla testa ai piedi nel giardino della villa.
“Non è successo niente. Assolutamente niente.”
“Sei caduto nella piscina?”
“NO!”
“Sei caduto nella piscina.”
“…Non è una piscina.”
“Ma allora è vero!”
“Sta’ zitto! Ti ho detto che non è una piscina, è un dannatissimo acquario!”
“Cosa, all’aperto? E sei riuscito a scivolarci dentro?” Radish riuscì a malapena a contenere le risate.
“Non ci sono scivolato, mi ha tirato dentro quel… bestione tentacolato.”
“Ah, e sei riuscito a liberarti?”
“Ovvio. L’ho fatto arrosto con un Galick Cannon… Ne vuoi un po’?” Vegeta allungò una mano, tendendo a Radish un grosso blocco di carne grigliata. Radish la annusò per un attimo poi, appurata l’ottimo grado di cottura della carne, ne lanciò un pezzo a Pump. I saiyan divorarono i grossi bocconi giusto in tempo per sentire le urla disperate del maggiordomo provenire dal lato opposto della casa: “Mister Octopussy! Noooo! Anche voi siete stato brutalmente assassinato! Perché, perché?”
 


Note dell’Autore:
Sono molto felice di essere riuscito a recuperare un certo tono comico in questi capitoli. Non è esattamente un periodo molto comodo, nemmeno su EFP. Spero che comunque la storia vi stia piacendo, e sarei davvero felice di poter sentire la vostra opinione. Se vi va, potete tranquillamente scrivermi in privato.
 
Grazie mille per aver letto questo capitolo. Non perdetevi assolutamente il seguito!
   
 
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