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Autore: Fatelfay    23/12/2020    0 recensioni
Le capacità d Eraserhead sono richieste per un lavoro che lo terrà lontano da casa per almeno una settimana. Hizashi e Toshinori provano a non preoccuparsi troppo.
Allerasermic, MightMic
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: ultimo capitolo! E un bel po' di miele MightMic da avere il diabete.






4. Rientro





Tirano fino a venerdì tra lavoro, compiti da correggere e il programma alla radio di Hizashi. L’ultima canzone estiva del suo programma non c’entra niente con tutte le altre e Toshinori sorride e apparecchia la tavola per loro due a ritmo senza capire una sola parola del testo.

Un giorno potrebbe proporre a Hizashi di andare a ballare. Hizashi urlerebbe di gioia all’idea, Shota si nasconderebbe nel suo sacco a pelo e li guarderebbe terrorizzati. Chissà come ballerebbe Hizashi: sembra il tipo da balli di gruppo dove può coinvolgere più gente possibile.

Toshinori dovrebbe prima chiedergli se gli piace ballare, però.

 
Hizashi rincasa mezz’ora più tardi e lo raggiunge di corsa sul divano.

- Raggio di sole! Com’è andata la giornata?- Gli afferra la nuca con una mano e lo tempesta di baci su tutto il viso.

Toshinori arrossisce e si scioglie sotto quelle premure.

- Bene. Come mai così di buon umore?-

- Sono felice di vederti. E ho preso qualcosa fuori!-

Hizashi lo trascina in cucina per una mano, lascia sul tavolo i sacchetti con la cena per dopo e torna a coprire di baci Toshinori.

L’uomo soffoca una risata per quell’improvvisa manifestazione d’affetto: Hizashi è sempre stato così espansivo e propenso a dimostrare il proprio amore con gesti ed effusioni. Fin dall’inizio ha allungato le mani alla ricerca di contatto fisico, allontanandosi al minimo segno di disagio da parte dell’altra persona. Da quando stanno insieme, Hizashi ha perso la maggior parte delle sue remore in privato e copre i suoi amanti di carezze e baci ogni volta che gli va. E ciò succede più spesso di quanto Toshinori potesse immaginare. Non che gli dispiaccia essere al centro di quelle attenzioni o essere coinvolto nel riversarle su Shota.

Hizashi fa scivolare le mani sotto la sua maglia alla ricerca di più contatto pelle a pelle.

- Ti amo.-

- Anch’io ti amo, Hizashi.-

Hizashi gli struscia il viso contro il petto, gli bacia il collo e Toshinori gli passa una mano tra i capelli lunghi, ne stringe una manciata e li tira piano verso il basso per farli alzare il volto. Hizashi ha gli occhiali storti sul naso e sorride euforico.

Toshinori gli accarezza una guancia e si china a baciarlo sulle labbra. Si baciano piano e a lungo, le mani di Hizashi scivolano sulla sua schiena, mentre lui gioca e gli pettina i capelli con le dita.

Toshinori interrompe il bacio per respirare e raddrizza la schiena. L’altro gli sorride, le labbra gonfie e lucide, lo sguardo felice e le mani calde sulla sua schiena.

- Posso baciarti ancora?-

Toshinori arrossisce e china lo sguardo sulle loro pantofole. Hizashi si china e lo guarda dal basso.

- Sei adorabile quando arrossisci.-

Toshinori diventa ancora più rosso, affonda di nuovo le mani tra i capelli di Hizashi e lo tira a sé per un’altra lunga serie di baci. Gli duole il collo per la posizione ma non gli importa: baciare Hizashi lo rende euforico e in quel momento è l’unica cosa che gli interessa.

Le mani di Hizashi lo lasciano e il bacio si interrompe per un attimo mentre lui si mette a sedere sul tavolo. Hizashi gli sorride e lo tira a sé per riprendere da dove hanno interrotto. Avvolge le gambe intorno alla sua vita e Toshinori ne accarezza una dal ginocchio fino all’anca.

Si baciano con più foga, stretti l’uno all’altro come se non fossero mai abbastanza vicini, ogni centimetro di pelle disponibile premuto contro il corpo dell’altro.

È bello, dolce e rilassante. Toshinori si sente un adolescente alla sua prima relazione, anche se non è un’esperienza che ha fatto, ma che ha solo visto fare agli altri.

Si fermano con calma, gli occhi ancora chiusi e ancora abbracciati. Le mani calde di Hizashi tracciano linee e cerchi sulla sua schiena.
Respirano l’uno l’aria dell’altro, le fronti si toccano e i nasi si sfiorano.

Toshinori scosta il capo e fa scorrere la punta del naso lungo la tempia di Hizashi, segue l’attaccatura dei capelli e scende giù per il collo.
Gli posa il capo sulla spalla, il viso premuto contro il suo collo e Hizashi gli passa una mano tra i capelli.

- C’è la spesa da sistemare.- Sussurra Hizashi. A Toshinori interessa poco, l’abbraccio di Hizashi è caldo e confortante non vuole lasciarlo per nulla al mondo.
Scuote piano il capo e si bea del profumo di Hizashi.

- Sai che puoi sempre venire da noi quando sei in carenza di coccole, Orsacchiotto?-

Toshinori annuisce e gli bacia il collo prima di lasciarlo andare.

Il cibo è ormai freddo, l’orologio del forno segna che sono passate quasi due ore da quando Hizashi è tornato a casa.

- Cosa ti scaldo?- Chiede Toshinori mentre tira fuori le scatole d’asporto dal sacchetto.

- Gli spaghetti! Ho preso qualcosa per tutti.-

 
La porta di casa si apre mentre stanno sparecchiando e Toshinori afferra subito Hizashi per un passante dei pantaloni per trattenerlo dov’è senza dare nell’occhio.

Shota è nell’ingresso, i capelli scompigliati sulle spalle non sembrano avere visto una spazzola da quando è partito, ha la barba incolta e dei vestiti puliti addosso.

Lo zainetto con cui è partito penzola dalle sue dita per una spallina e sfiora il pavimento. Shota alza lo sguardo su di loro. Li fissa e Toshinori trattiene il fiato e Hizashi al suo fianco.

Shota non sta bene: ha gli occhi arrossati che non riesce a tenere aperti, le occhiaie più nere che Toshinori gli abbia mai visto in volto, i capelli gli coprono a malapena il livido sullo zigomo, quelli sul collo e il cerotto enorme che gli copre la fronte.

Toshinori vorrebbe correre da lui, vorrebbe chiamarlo per nome e stringerlo fra le sue braccia e assicurarsi che stia davvero bene, controllare ogni singola ferita e ripetergli che è a casa e che è al sicuro.

Tuttavia, non fa nulla di tutto ciò e trattiene Hizashi al suo fianco anche se sente come l’altro stia strepitando per correre da Shota.

Shota continua a fissarli, non dice una sola parola e non segna con le dita nemmeno un saluto.
China lo sguardo a terra e con le spalle curve si trascina in bagno e si chiude la porta alle spalle.

La sua missione è andata male e non solo perché è saltata la sua copertura.

Hizashi si volta a guardare Toshinori che non riesce a sorridergli né rassicurarlo.

Preparano una minestra calda per Shota nel caso in cui voglia toccare cibo. In bagno parte la lavatrice ma non l’acqua della doccia. Basta un cenno del capo e Toshinori corre in camera e tira fuori uno dei kit del pronto soccorso che hanno disseminato per casa. Lo sistema accanto al comodino per averlo a portata di mano e cerca un pigiama comodo e largo che Shota possa mettersi nonostante le ferite.

Ne trova uno che fa al caso loro blu e con dei gatti stilizzati e lo posa a terra davanti alla porta del bagno.

- Lascio il pigiama qui fuori.-

Non riceve risposta e raggiunge Hizashi in cucina.

- Vai a cambiarti, tengo d’occhio io l’orologio.- Sussurra ma Hizashi scuote il capo. Si toglie solo la giacca, rimanendo con la maglia a maniche lunghe arancione e in silenzio fingono di star facendo qualsiasi altra cosa che non sia controllare Shota.

La porta del bagno si socchiude piano e si richiude e nessuno di loro due si volta per vedere cosa stia succedendo.
Sono le regole che tutti seguono per evitare che Hizashi si becchi un altro pugno in volto o una gomitata nello stomaco e per aiutare Shota a sentirsi di nuovo a casa.

Se Shota non parla e non si avvicina a loro al suo rientro da una missione, gli devono lasciare i suoi spazi fino a quando non si sentirà di nuovo ancorato al presente. Di solito basta una doccia, a volte del cibo e una dormita e il giorno dopo torna a parlare e a guardare tutti male.

Ma se ha fatto partire la lavatrice e non si sta lavando, significa che non è nelle condizioni fisiche per mettersi sotto la doccia.

Toshinori si sposta sul divano, accende la tv con il volume al minimo e tiene sott’occhio l’orologio. Hizashi gli siede accanto con una gamba che trema e dopo due minuti scatta in camera a cambiarsi d’abito pur di tenersi occupato.

È passata mezz’ora da quando Shota si è chiuso in bagno e l’uomo ne esce.

Toshinori si blocca sul divano, le orecchie tese per captare qualsiasi rumore che possa dirgli qualcosa su come stia Shota.

Sente l’altro trascinare i piedi fino in cucina, fermarsi sull’ingresso per un po’ e fare marcia indietro. Gira un po’ per casa, fermandosi di tanto in tanto per poi comparire accanto a Toshinori ancora seduto sul divano.

Stringe tra le dita uno dei suoi sacchi a pelo gialli e alle sue spalle c’è Hizashi con la cassetta del pronto soccorso in mano e un’espressione terrorizzata in volto.

Con indosso il pigiama, Shota sembra messo anche peggio di quando è entrato: i lividi sul collo scendono fino alla collatura rotonda della maglia da cui si intravvedono un paio di bende che spuntano anche da sotto la manica sinistra. Ha le guance scavate, le palpebre socchiuse per la luce e Toshinori fa per alzarsi e lasciargli il divano.

Shota lo blocca con un cenno di diniego del capo e Toshinori torna al suo posto. Shota adagia il sacco a pelo sul divano e ci scivola dentro, posa il capo sulle gambe di Toshinori e lo fissa per quanto può senza battere ciglio. Hizashi gli passa subito il collirio e Toshinori lo mostra a Shota prima di provare a metterglielo.

Shota non protesta, chiude gli occhi e un po’ della soluzione cola dagli angoli delle palpebre come lacrime. Si sistema meglio su un fianco e rannicchia le gambe contro il petto per far posto a Hizashi, che si accomoda subito dall’altra parte del divano e passa una coperta a Toshinori che ci si avvolge dentro.

Aspettano che Shota trovi una posizione comoda e si preparano alla lunga notte a venire. Shota ha già messo in conto che avrà gli incubi e loro sono pronti a vegliare sul suo sonno e la sua incolumità per tutto il tempo necessario.
  
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