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Autore: Donatozilla    28/12/2020    4 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 1: Una giornata normale… oppure no?
 
Area comune dei dormitori U.A., ore 09:30.
 
Gli studenti della 1-A si trovavano nell’area comune a riposarsi e a divertirsi nelle maniere a cui loro più aggradava. Era un giorno festivo e dopo tutto ciò che era successo durante l’assalto alla base dello Shie Hassaikai per salvare la piccola Eri si meritavano un po’ di riposo.
 
Mina stava seduta sul divano a guardare la televisione in compagnia di Hagakure e Ojiro, Sato era in cucina a preparare la colazione insieme a Momo, Jiro era a tavolo a parlare del più e del meno in compagnia di Aoyama, Koda e Shoji mentre Tokoyami, Todoroki e persino Mineta ascoltavano il tutto mentre mangiavano la loro di colazione, mentre Midoriya in compagnia di Iida e Uraraka sedevano su un altro divano a parlare. Il resto dei loro compagni, invece, si trovavano fuori dai dormitori e in giro per Musutafu. Insomma, si poteva considerare finalmente una normale giornata in cui gli aspiranti eroi potevano  finalmente avere una giornata tutta per loro per potersi riposare o divertire come normali teenager.
 
“Dimmi Midoriya, come hai intenzione di passare questa giornata?” chiese Uraraka con il suo ottimistico sorriso. “A dire il vero Uraraka non saprei dirti” rispose sinceramente Midoriya mentre si grattava il capo “è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto una giornata di puro relax, quindi non saprei proprio cosa fare”.
 
“è comprensibile considerando che non è passato molto tempo dalla missione di salvataggio di Eri” disse Iida aggiustandosi gli occhiali “Dopo eventi del genere è un po’ difficile riabituarsi alla normalità di tutti i giorni. Quindi il mio consiglio” si alzò dal divano “e di fare colazione per prima cosa. Poi potremo uscire un po’ noi tre e passare la mattinata in città. Che ne dite?”.
 
“Ohhhh sono d’accordo” rispose Uraraka saltando dal divano eccitata “Potremmo andare a fare shopping o andare alla sala giochi. Che cosa ne dici Midoria? Sei d’accordo?” chiese poi al ragazzo dai capelli verdi col suo immancabile sorriso.
 
Midoriya al vedere l’eccitazione ed il sorriso della sua amica non poté non arrossire. Ricambiò il sorriso dell’amica mentre si alzava dal divano. “Sì, sono d’accordo. Facciamolo” e detto questo fecero per dirigersi verso la cucina… se non fossero stati interrotti dalle parole di Mina.
 
“Accidenti, che storia” disse la ragazza in rosa con tono sconvolto mentre ascoltava il notiziario, e attirando l’attenzione non solo di Midoriya, Iida ed Uraraka ma anche del resto dei compagni che si trovavano lì vicino. Perché Mina suonava così sconvolta?
 
“Che cosa succede?” chiese Midoriya avvicinandosi al divano insieme a i suoi due amici. Mina decise di alzare il volume del televisore in modo che tutti potessero sentire meglio ciò che lei, Hagakure ed Ojiro avevano ascoltato finora. “Sentite voi stessi” disse lei in modo serio.
 
“Le strade si sono tinte di rosso stanotte” disse il giornalista che presentava un Quirk mutante che rendeva la sua testa come quella di un gatto “quando dei criminali appartenenti ad una gang locale sono stati brutalmente uccisi”.
 
Gli studenti lì presenti si immobilizzarono e spalancarono i loro occhi a sentire queste parole: dei criminali? Brutalmente uccisi?
 
“Purtroppo le immagini dei corpi non le possiamo mostrare a causa della crudità delle imagini. Possiamo solo darvi una breve descrizione: dei quattro corpi ritrovati uno è stato trovato carbonizzato e con un profondo morso alla spalla destra, ei restanti tre…” ingoiò un po’ di saliva “mancava la testa… quasi come se qualcosa l’avesse strappata con un morso a tutti e tre”.
 
Gli studenti impallidirono. Il giornalista stava insinuando che, chiunque avesse compito quegli omicidi, avesse staccato le teste di tre delle sue vittime con un morso? Chi mai poteva fare una cosa del genere? Un eroe no di certo, non potevano uccidere in primo luogo. Un villain? Molto più probabile. Ma neanche l’idea di un vigilante poteva essere scartata, anche se nessun vigilante prima d’ora aveva ucciso criminali in maniera così efferata e brutale. “Credo di dover vomitare…” disse Mineta correndo in bagno per poter liberare lo stomaco della colazione appena mangiata.
 
“Dopo attente analisi dei corpi non si è potuto arrivare al colpevoli dei terribili omicidi” continuò il giornalista “ma si è riusciti a identificare i criminali. La gang uccisa era chiamata Gang Chikara, conosciuta principalmente per richiedere pagamenti alla zona in cui operavano e per essere stati responsabili dell’assassinio di varie famiglie che non erano riuscite a pagarli in tempo”.
 
Gli studenti si sentirono disgustati nei confronti degli atti di quella gang, ma non per questo meritavano una tale fine. Erano criminali, certo, ma la punizione più severa che si meritavano era di essere arrestati e consegnati alla giustizia e non di morire in una maniera così barbarica e violenta.
 
“Chikara… la Gang Chikara…” sussurrò Uraraka con una mano sotto il mento. “Che cosa c’è Uraraka?” chiese Iida guardando la sua amica. “Stavo ripensando a questo nome… l’ho già sentito da qualche parte, eppure io…”.
 
La ragazza si interruppe, spalancando gli occhi. “Quella Gang… operava principalmente nella zona dove abitano i miei genitori!” disse Uraraka mettendosi le mani nei capelli. “Che cosa?!” disse Midoriya guardando con occhi spalancati la sua amica. “I miei genitori… oh no i miei genitori! E se fosse capitato qualcosa a loro?!” “N-non c’è bisogno di preoccuparsi così tanto Uraraka. In fondo il notiziario ha detto che solo la gang della vecchia zona in cui abitavi sono stati uccisi. Non significa che siano stati uccisi proprio dove abitano i tuoi geni…”.
 
Si interruppe quando vide Uraraka impallidire ancora di più mentre teneva gli occhi incollati allo schermo. Iida ridiresse lo sguardo verso la televisione, che ora mostrava i corpi di coloro che erano la Gang Chikara e il luogo in cui essi si trovavano: i corpi erano tre (il quarto era stato probabilmente ucciso in una parte differente dato che non sembrava essere lì) e coperti da dei lenzuoli ora coperti di sangue e si trovavano in un vicolo di fronte ad un appartamento a più piani.
 
“Quell’appartamento… è quello dove vivono i miei genitori” disse Uraraka con gli occhi spalancati e la pelle pallida, facendola sembrare ad un cadavere. Con scatto fulmineo cominciò a corree verso la porta del dormitorio dopo aver preso il suo giubbino. “Uraraka aspetta!” urlò Midoriya correndo dietro all’amica in compagnia di Iida. I due uscirono dal dormitorio dopo aver indossato i loro giubbini e iniziarono a correre dietro Uraraka, che ignorava del tutto le voci dei suoi amici troppo presa dai suoi pensieri: e se la Gang avesse avuto intenzione di uccidere i suoi genitori perché loro avevano chiesto un prestito e non avevano avuto il tempo di ripagarlo? E se la Gang avesse ucciso i suoi genitori prima dell’intervento di questo violento vigilante? Tutti questi pensieri e domande distrassero Uraraka al punto che non si accorse che ormai si trovava vicino la sua vecchia abitazione.
 
La zona era circondata da auto della polizia e da alcune ambulanze su cui i cadaveri ritrovati furono messi, mentre l’entrata del vicolo era bloccata dal del nastro segnaletico, con due poliziotti dinnanzi ad esso che stavano a parlare con un uomo con addosso un cappotto marrone chiaro, in testa un cappello del medesimo colore e pantaloni neri: costui era il detective Naomasa Tsukauchi. Quest’ultimo notò l’arrivo di Uraraka e con un gesto della mano si congedò dai poliziotti con cui stava parlando per potersi avvicinare alla ragazza ansimante che si era fermata qualche secondo per riprendere fiato.
 
“Cosa ci fai qua ragazzina?” chiese Naomasa fermandosi di fronte ad Uraraka “Questa è una scena del crimine”. Uraraka guardò in faccia il detective con gli occhi sbarrati e spaventati “L-lo so signore… m-ma qui abitano i miei genitori! Devo vedere se stanno bene! Spiegò Uraraka mentre il detective ascoltava in silenzio. Nel mentre Midoriya e Iida avevano raggiunto l’amica che mai si era fermata ad ascoltare le loro grida per dirle di fermarsi, e osservarono la discussione tra lei e il detective.
 
“La prego deve farmi passare! Devo vedere se i miei genitori stanno bene!” implorò nuovamente la ragazza. Naomasa rimase in silenzio per qualche secondo per poi sorriderle “Se è questo che vuoi”. Si allontanò da Uraraka che guardò confusa il detective avvicinarsi a una macchina della polizia. Neomasa aprì la portiera posteriore della macchina e da lì uscirono… i genitori di Uraraka.
 
“M-mamma… papà…” disse lei con le lacrime che cominciavano a scenderle dagli occhi. “OCHACO!” urlarono il padre e la madre lanciandosi verso Uraraka che fece lo stesso. I tre si abbracciarono tra le lacrime e la gioia che stessero tutti quanti bene, mentre Midoriya ed Iida guardavano il tutto con sorrisi dipinti sui loro volti.
 
“P-pensavo vi fosse successo qualcosa…” disse Uraraka mentre si asciugava gli occhi “P-pensavo che la Gang Chikara vi avesse  fatto qualcosa prima che fossero uccisi… oppure che questo vigilante vi avesse…” “Noi stiamo bene Ochaco. Non è successo nulla… ed è questo che conta” la interruppe il padre sorridendole dolcemente, mentre le accarezzava la testa e mentre la madre le baciava la fronte per confortarla.
 
“Detesto sinceramente interrompere la vostra dolce riunione” disse Naomasa attirando l’attenzione della famigliola “Ma devo chiedere ai signori Uraraka di ritornare in macchina. Dobbiamo andare in centrale per far loro qualche domanda” “I-in centrale? Q-qualche domanda?” chiese Uraraka preoccupata “M-ma loro non hanno fatto! Se pensate che loro centrino qualcosa nella morte della Gang Chikara…” “No, non pensiamo affatto che loro centrino qualcosa nella morte di questi criminali” la interruppe Naomasa “Ma sono stati i tuoi genitori a trovare i corpi stamattina, quindi dovremo far loro delle domande. Ma non ti preoccupare, i tuoi genitori non saranno i soli ad essere interrogati. Dobbiamo fare parecchie domande agli abitanti di questo appartamento. Magari hanno visto qualcosa in più che ai tuoi genitori è sfuggito”.
 
Uraraka spostò lo sguardo ai suoi genitori che la guardavano con sguardi rassicuranti. “Non ti preoccupare tesoro” disse la madre sorridendo dolcemente “Andrà tutto bene, vedrai” “Esatto” continuò il padre “Vedrai che non c’è nulla da temere. Ci faranno solo qualche domanda e poi torneremo qui senza problemi”. Uraraka guardò entrambi i genitori con aria preoccupata, per poi sosprare e assumere uno sguardo più tranquillo. “Va bene… solo… sono solo felice che voi stiate bene” disse per poi abbracciare nuovamente i suoi genitori.
 
“Signori Uraraka… dobbiamo andare” ricordò gentilmente Naomaza. I genitori di Uraraka si staccarono da lei, non prima di averle dato uno sguardo rassicurante che calmò nuovamente la ragazza. Rientrarono nell’auto della polizia da cui erano usciti, e Naomaza entrò in quella stessa macchina dalla portiera anteriore sinistra, ma non prima di aver chiamato i poliziotti rimanenti per dir loro che era tempo di dare. E mentre le auto della polizia e le ambulanze cominciarono ad allontanarsi, Uraraka si avvicinò a Midoriya ed Iida che fino a quel momento erano rimasti a guardare il tutto in silenzio. “Ti senti meglio adesso?” chiese Midoriya sorridendole. Uraraka lo guardò ricambiandogli il sorriso. “Molto”.
 
“E non ci hai sentiti neanche una volta. Neanche una!” disse Iida ad Uraraka spiegandole come lui e Midoriya l’avessero chiamata più di una volta quando era corsa via per andare immediatamente a casa dei suoi genitori. I tre avevano deciso di rimanere un po’ in mezzo alla strada piena di gente prima di ritornare ai dormitori, sia per poter far riprendere Uraraka dallo spavento che aveva avuto e sia per poter parlare della situazione.
 
“S-scusatemi tanto” disse Uraraka “M-ma ero così tanto spaventata. Pensavo fosse successo qualcosa ai miei genitori e…” “Non c’è bisogno di giustificarti Uraraka” la tranquillizzò Midoriya “Credo che tutti noi avremmo reagito in maniera simile alla tua se qualcosa del genere fosse successa vicino casa nostra” “Parlando di ciò che è successo” disse Iida con tono serio “Avete idea di chi… o cosa possa aver fatto qualcosa del genere?”. Il silenzio cadde in mezzo ai tre nonostante intorno a loro ci fosse il rumore dei passi e delle voci della gente intorno a loro. Già, chi o cosa poteva aver fatto tutto ciò? Chi avrebbe potuto uccidere in maniera così violenta quei criminali?
 
“Non lo so” si limitò a rispondere Midoriya “Ma qualunque cosa sia… chiunque sia… è molto pericoloso. E ho la sensazione che colpirà molto pre…” non riuscì a finire di parlare che andò a sbattere contro qualcuno. Midoriya cadde col sedere per terra, e a giudicare dal rumore di fronte a lui anche la persona contro cui era sbattuto era caduta a terra. “Oh cielo! Mi dispiace tanto!” disse Midoriya alzandosi immediatamente e porgendo la mano destra a quello caduto dinnanzi a lui “Ero distratto! Non stavo guardando di fronte a me e…” “Hey, hey, hey calmati” rispose gentilmente l’individuo prendendo la mano che Midoriya gli aveva offerto “Non c’è bisogno di innervosirsi così tanto. Va tutto bene”.
 
Midoriya lo aiutò ad alzarsi e lui e i suoi due amici poterono vedere chi fosse il misterioso individuo: era un ragazzo della loro stessa età, quindi doveva avere almeno 16 anni. Indossava una giacca di pelle nera con dei jeans grigi, aveva dei capelli di colore viola e a che sembravano appuntiti e sparati per aria e aveva occhi dello stesso colore dei capelli. Il ragazzo sorrise amichevolmente a Midoriya dicendo “Wow sei davvero cresciuto Izuku… e sei anche entrato nella U.A.”. Questa frase lasciò confusi Midoriya e i suoi due amici, che guardarono con sopraccigli inarcati il nuovo arrivato. “Ci… ci conosciamo?” chiese Midoriya. “Ma come?” chiese il ragazzo dai capelli viola con falsa offesa e appoggiando una mano sul suo petto e mantenendo ancora il suo amichevole sorriso “Non ti ricordi di me?” “Mi scusi” disse Iida rivolto al nuovo arrivato “Probabilmente ha confuso il nostro amico per qualcun altro” “Nah non mi sono affatto sbagliato. Riconoscerei ovunque il mio vecchio amico d’infanzia” “Amico d’infanzia?” chiese Midoriya ancor più confuso “Ma non so davvero chi sei” “Vediamo un po’… il titolo ‘Il Duo senza Quirk’ ti dice niente?” chiese il ragazzo mentre il suo sorrisetto si fece un poco più largo.
 
“Midoriya, lo conosci per caso?” chiese Uraraka all’amico che dopo aver sentito quel titolo aveva socchiuso entrambi gli occhi, quasi come se una lontana memoria avesse cominciato a farsi largo nella sua mente. D’un tratto sbarrò gli occhi riconoscendo il ragazzo di fronte a lui. “R-RYO(*)!” “Era ora che mi riconoscessi” disse il ragazzo, ora identificato come Ryo “è passato molto tempo… amico mio”.
 
 
(*)Il qui presente Ryo non è un OC, bensì un personaggio già esistente. Lui è infatti il bambino dai capelli viola che Izuku bambino difese da Bakugo nel primo episodio della prima stagione, e dato che apparentemente non ha un nome canonico ho deciso di darglielo uno io.
   
 
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