Capitolo Sedici
Quella mattina di fine aprile, mentre Hermione e Draco raggiungevano il giardino della Tana, il cielo sopra le campagne inglesi era coperto di nuvole scure.
Ed Hermione sapeva bene che secondo un proverbio porta fortuna sposarsi con la pioggia, ma sperava davvero che i suoi migliori amici potessero avere il matrimonio perfetto, il che comprendeva anche un tempo atmosferico almeno decente.
In realtà però sapeva che a Ginny non importava che ci fosse il sole o che piovesse a catinelle.
Stava per sposare l'amore della sua vita ed era l'unica cosa importante.
Forse sarebbe successo anche a lei un giorno e si ritrovò a pensare che le sarebbe piaciuto tanto se ad aspettarla all'altare ci fosse stato Draco.
Fece scivolare la mano nella sua, intrecciando le dita con quelle lunghe e magre di lui, mentre camminavano fianco a fianco.
Nel giardino della Tana era stato allestito il familiare tendone, che Hermione aveva visto qualche anno prima al matrimonio di Bill e Fleur, e la signora Weasley stava osservando con occhio critico Arthur mentre faceva gli ultimi ritocchi.
Hermione si voltò verso Draco, pronta a zittire la sua ennesima battuta pungente sui Weasley sull'organizzazione di quel matrimonio che lui sicuramente considerava non all'altezza, ma invece lo trovò sorridente come poche volte prima.
"Che succede?" chiese sospettosa.
Draco si voltò versi di lei. "Di che parli?"
"Sembri felice. Sei al matrimonio di Harry e Ginny, a casa dei Weasley e sembri felice."
"Lo sono. Sono sempre felice quando sto con te" rispose Draco stringendo la presa sulla sua mano.
Ed Hermione ne ebbe la conferma. Se mai avesse deciso di sposarsi, avrebbe voluto sposare Draco.
Draco poteva dire quasi con assoluta certezza di non aver mai visto Harry Potter più nervoso di quanto lo era in quel momento.
Continuava a camminare avanti e indietro davanti al tendone allestito per la cerimonia, mentre buttava di tanto in tanto un'occhiata all'orologio che aveva al polso.
Mancava meno di mezz'ora al matrimonio.
Hermione aveva raggiunto Ginny in camera sua per aiutarla con gli ultimi dettagli, e Draco era rimasto in giardino ad aspettare. E a divertirsi osservando il crescente nervosismo di Harry.
Ron Weasley, a qualche passo di distanza, osservava il suo migliore amico con espressione sconsolata e Draco immaginò che in fondo nemmeno lui capisse poi così tanto per quale motivo fosse così nervoso.
"Tra un po' farà un solco nel pavimento, se continua così" disse Draco avvicinandosi a Ron.
Se qualche tempo prima qualcuno gli avesse detto che si sarebbe volutamente messo a parlare con un Weasley, di certo Draco non ci avrebbe creduto.
Ma erano cambiate tante cose e il fatto che Hermione considerasse la loro storia abbastanza importante da portarlo a un matrimonio, in mezzo a tutti i suoi amici, gli faceva venire voglia di provare almeno a sforzarsi di trovare un punto di incontro.
Ron si voltò verso di lui e poi tornò a guardare Harry. "Non capisco perché fa così. Lui e Ginny stanno insieme da una vita, non ha motivo di essere nervoso."
"Forse però è positivo che lo sia. Significa che ha paura che lei cambi idea, che non la dà per scontata."
"Tu saresti nervoso in una situazione simile?" chiese Ron guardandolo.
Draco capì che implicitamente gli stava chiedendo se desse Hermione per scontata oppure no.
"Dipende da chi è la sposa. Se fosse Hermione, sarei terrorizzato" rispose sinceramente.
Ron parve soddisfatto della risposta perché sorrise ma non aggiunse altro.
"Sembrate aver preso tutti piuttosto bene la nostra relazione" disse Draco qualche attimo dopo.
Ron si strinse nelle spalle. "Sapevamo sarebbe successo, prima o poi."
"Che vuoi dire?"
"Era evidente che tu provassi qualcosa per lei. Quando siamo stati a Hogwarts per le indagini, tu cercavi di coinvolgerla in tutto. Non ti sei mai preso il merito per qualche prova raccolta o per qualche idea che ti era venuta in mente. Parlavi sempre al plurale, comprendendo Hermione in ogni cosa. Non è molto da te. Ed era ovvio che anche Hermione provasse qualcosa. La conosco, si vedeva da come ti guardava. Quando lei ha tirato fuori l'idea della finta relazione, sapevamo che sarebbe finita per essere qualcosa di reale."
"E vi sta bene?"
"Non abbiamo fatto i salti di gioia, ovviamente. Ma è abbastanza intelligente da capire cosa è giusto per lei e ci fidiamo del suo giudizio. Quindi sì, ci sta bene" rispose Ron.
Draco non rispose, ma non cercò nemmeno di nascondere il sorriso spontaneo che si era formato sulle sue labbra.
Non aveva mai avuto il desiderio o la necessità di essere amico dei Weasley o di Harry, ma ora c'era di mezzo Hermione e voleva solo che le cose tra loro andassero per il verso giusto. E poteva anche provare a essere loro amico, pur di far filare tutto liscio.
"Hai visto Harry?"
Hermione annuì mentre chiudeva il gancetto della collana che Ginny le aveva chiesto di aiutare a indossare. "È in giardino. Sembra molto nervoso."
Ginny sorrise. Almeno non era scappato a gambe levate, era una cosa positiva.
Aveva aspettato quel giorno per anni e ora che finalmente era arrivato temeva che sarebbe successo qualcosa che avrebbe mandato a monte tutto.
Ma ormai al matrimonio mancavano pochi minuti e sembrava che tutto stesse proseguendo per il verso giusto.
"A proposito del favore che mi hai chiesto..." disse Ginny un attimo dopo, guardando Hermione attraverso lo specchio. "Non è stato facile trovare una scusa plausibile per aggiungere Blaise Zabini alla lista degli invitati, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. È venuto fuori che è stato un informatore importante in un caso a cui Harry ha lavorato lo scorso anno e, strano ma vero, si erano mantenuti in contatto quindi non era poi così assurdo decidere di invitarlo."
"Grazie, Gin. Ti devo un favore enorme!" disse Hermione stampandole un bacio sulla guancia.
La rossa sorrise prima di dire: "Ora però voglio sapere che c'è dietro."
"L'idea mi è venuta quando ho saputo che avresti invitato i tuoi colleghi, e Daphne Greengrass lavora con te giusto?"
Ginny annuì. "La sua scrivania è proprio davanti alla mia. Mai capito come mai, ci occupiamo di argomenti così diversi... Però, anche se può sembrare strano, è una delle migliori colleghe che ho. Simpatica, disponibile... In realtà sono molto felice che abbia accettato l'invito."
Daphne si occupava di una rubrica di moda per lo stesso giornale per cui Ginny faceva l'inviata sportiva.
Non si poteva dire che fossero amiche, ma erano in buoni rapporti per quel che sapeva Hermione.
"Sai che ha avuto una storia con Blaise?"
"Beh, lo sanno più o meno tutti. È una cosa che risale ai tempi della scuola."
Hermione annuì. "Blaise me ne ha parlato. Non ha fatto nomi, ma ho capito che si trattava di lei e soprattutto ho capito che Blaise la ama ancora."
"E tu hai pensato di farli incontrare sperando che una situazione romantica come un matrimonio rimetterà a posto le cose" concluse Ginny.
"Già, più o meno è così. Blaise è stato molto gentile nei miei confronti e ha sempre supportato qualsiasi cosa ci fosse tra me e Draco. Mi sembra il minimo che posso fare per lui" disse Hermione.
Ricordava bene quella sera in ospedale, quando Blaise si era seduto accanto a lei e le aveva parlato di quella donna che aveva amato tanto ma che non aveva rincorso quando lo aveva mollato.
Aveva capito che si trattava di Daphne e che Blaise fosse ancora innamorato di lei, al punto tale da proiettare la loro storia su quella di Draco e Hermione.
Era stata una mossa azzardata, quella di chiedere a Ginny di invitare Blaise e di spingere lui e Daphne a parlarsi di nuovo. Ma aveva un buon presentimento.
"Chi lo avrebbe mai detto, eh!"
Hermione si voltò verso Ginny e la guardò con la fronte aggrottata. "Di che parli?"
"Di noi che fraternizziamo con i Serpeverde. E di loro che fraternizzano con noi" disse Ginny sorridendo.
Era tutto strano, ma non necessariamente negativo.
Quando Ginny attraversò il giardino avvolta nel suo abito bianco, Harry smise di essere nervoso.
Draco, seduto accanto a Hermione dal lato dei parenti e amici dello sposo - sebbene Hermione fosse amica di entrambi, Harry era sempre stato il fratello che non aveva mai avuto ed era giusto che si sedesse da quel lato - lo notò subito.
L'ansia e la paura erano svanite dal suo volto per lasciare posto alla gioia.
Anche Hermione si rese conto di non aver mai visto Harry più felice di così e di nuovo si ritrovò a pensare a quando - e se - sarebbe toccato a lei.
Si voltò a osservare Draco e quando anche lui ricambiò lo sguardo gli sorrise.
"Sei un amante dei matrimoni?" chiese lui sussurrando, vedendola sorridere in quel modo.
Lei annuì. "Mi piace vedere due persone innamorate che credono così tanto nella loro storia da scambiarsi delle promesse."
"Anche se quelle promesse vengono mantenute raramente?"
Lei gli schiaffeggiò affettuosamente un braccio e disse: "Non parlare così, altrimenti inizierò a pensare di aver sbagliato a mettere in atto il mio piano proprio oggi."
"Quale piano?" chiese Draco, ed Hermione si accorse che non gli aveva ancora parlato di quella storia.
"Immagino che mi odierai se ti dico che ho chiesto a Ginny di invitare Blaise sapendo che al matrimonio ci sarebbe stata anche Daphne" disse Hermione tutto d'un fiato.
Draco la fissò incredulo.
Aveva visto Daphne qualche minuto prima, seduta sul lato della sposa, ma sapendo che lavoravano insieme non si era stupito. Non aveva visto Blaise, però, e in realtà non ci aveva nemmeno fatto caso perché non riusciva a pensare a nessun motivo per cui Blaise avrebbe dovuto essere a quel matrimonio.
Si voltò dando uno sguardo veloce agli invitati seduti attorno a lui e a quel punto lo vide. Era seduto in una delle ultime file, e ovviamente teneva lo sguardo puntato verso Daphne.
Si voltò di nuovo verso Hermione e sospirò. "Non ti odio solo perché ti amo troppo."
Hermione sentì il respiro bloccarsi in gola. Nel frattempo la cerimonia era iniziata, impedendole di continuare a parlare, ma soprattutto dandole modo di riflettere su ciò che Draco le aveva appena detto.
La amava.
Lo aveva detto chiaramente, nascondendo quella dichiarazione dietro quello che sembrava un rimprovero per ciò che aveva fatto.
E lei non aveva risposto.
Non perché non lo amasse, sapeva di essere ormai irrimediabilmente innamorata di lui. Ma era stata colta di sorpresa e il suo cervello si era improvvisamente spento, senza darle il minimo impulso a reagire.
Al termine della cerimonia Draco la guardò e, come se non avesse appena sganciato una bomba, disse: "Tutto bene?"
Sembrava perfettamente tranquillo, come se fosse del tutto normale dirle che la amava, come se glielo avesse detto già decine di volte prima di quel momento.
"Hai detto che mi ami" disse lei.
"Si, e quindi?"
"È stata la prima volta in cui me l'hai detto, come fai a essere così tranquillo?"
Draco sorrise. "In realtà non lo so nemmeno io. Forse mi sembra una cosa così naturale che non riesco ad essere agitato."
Hermione rimase in silenzio valutando quella risposta.
Era bello che Draco si sentisse così a suo agio a confessare una cosa simile e per la prima volta Hermione si accorse che anche per lei era lo stesso.
Per la prima volta non aveva paura dei suoi sentimenti.
"Ti amo anch'io" disse prendendogli la mano.
Draco ricambiò la stretta mentre iniziavano a spostarsi verso il tendone per il ricevimento e le sorrise a sua volta, ma poi disse: "Questo non significa che io sia d'accordo con quello che hai fatto. Non so cosa Blaise ti abbia detto su lui e Daphne, ma è una ferita aperta e se le cose non andranno come speri lui ne uscirà distrutto."
Hermione si sentì in colpa per un attimo. Aveva agito senza pensare alle conseguenze, senza pensare che le cose potevano non andare come lei aveva previsto.
Eppure, in fondo, continuava ad avere una buona sensazione.
"Posso sapere come mai ci tieni tanto a quei due? Non li conosci nemmeno così bene" chiese Draco qualche attimo dopo.
"C'è stato qualcosa nelle parole di Blaise che mi ha fatto pensare a noi."
Qualcosa su cui in realtà Blaise si era sbagliato.
Alla fine era stato proprio Draco il primo a confessare i propri sentimenti, contro ogni aspettativa.
"E quindi, visto che noi siamo felici e contenti, vuoi che lo siano anche loro?"
"Qualcosa del genere" disse lei sorridendo.
Draco scosse la testa mentre, appena raggiunto il tendone, si guardava intorno alla ricerca del proprio posto.
Ginny li aveva sistemati in un enorme tavolo rotondo, insieme a Blaise, Daphne, Neville e la sua fidanzata Hannah e Luna e suo marito Rolf.
Si era assicurata di mescolare un po' le acque per non far sentire Draco troppo a disagio in mezzo ai Grifondoro e di questo lui gliene era profondamente grato, anche se temeva che sarebbe stato difficile sentirsi a proprio agio seduti allo stesso tavolo di Blaise e Daphne.
Immaginava che Blaise avrebbe detto qualcosa di stupido e che Daphne si sarebbe infuriata, come accadeva di solito.
Invece, quando raggiunse il tavolo, li trovò seduti l'uno accanto all'altra a chiacchierare amorevolmente.
"Pensi ancora che abbia avuto una cattiva idea?" mormorò Hermione prima di sedersi.
Draco sospirò. Odiava ammettere che Hermione avesse ragione.
Era così testarda e orgogliosa che darle ragione significava solo gonfiare il suo ego. E lui non poteva nemmeno biasimarla, in fondo da quel punto di vista erano uguali.
Si sedette accanto a lei senza fare commenti e iniziò a chiacchierare con Blaise e Daphne, che si erano accorti del suo arrivo.
Hermione sorrise soddisfatta e salutò i suoi amici, che si erano appena seduti al tavolo, per poi cercare di coinvolgere tutti in un'unica conversazione.
Draco la guardò e in quel momento ne fu certo.
Quella era la donna che avrebbe voluto al suo fianco per tutta la vita.
Spazio autrice:
Buongiorno!
Capitolo totalmente dedicato al rapporto tra Draco ed Hermione, più una piccola parentesi su Blaise e Daphne. In effetti è un capitolo un po' di passaggio, in cui non succede molto, ma nel prossimo capitolo si inizierà a entrare nella parte finale della storia e magari ci sarà qualche indizio in più sul colpevole di ciò che è accaduto a Gwen.
Ci sentiamo domenica! Intanto vi auguro un felice Capodanno, anche se sarà senza festeggiamenti. Baci :)