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Autore: SasuLOveNaru    02/01/2021    1 recensioni
Purtroppo se in questi giorni non avete trovato questo racconto in principio è colpa mia, troppi errori ortografici. ma ora che è stato corretto, spero che vi piaccia.
Preso dal testo:
…:”Dottore, come sta?”
Dot:”mi spiace dirlo ma, la situazione è critica”
…:”come critica, ci avevano assicurato che stava migliorando. Com'è possibile!?”
Dot:”dagli esami fatti, sembrava anche a noi che le cure che gli stavamo facendo funzionassero, ma ora sembra che il corpo li stia rigettando, inoltre...
Spero di avervi incuriosito. buona lettura e a presto.
Genere: Generale, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Seduto dietro alla sua scrivania, con la testa poggiata sulle mani incrociate, teneva lo sguardo fisso sulla busta che quel giorno il suo detective era riuscito a sottrarre senza farsi scoprire, naturalmente dopo averla scambiata con un'altra piena di fogli bianchi.
Da molto ormai, era stanco di rincorrere qualcuno che cercava in tutti i modi di evitarlo. Se davvero non poteva più stare assieme al suo dobe, le risposte gliele avrebbe date solo il contenuto della busta.
Senza pensare ad altro, un minuto dopo la busta era aperta.
Dentro vi erano delle foto ed un foglio.
Le immagini rappresentavano la vita privata di Naruto, di sua moglie e del figlio. Si capiva che erano state scattate con l'intento di portare paura al destinatario ed a complicare le cose c'era il foglio che non aveva ancora letto.
Una volta riletta l'ultima riga, con rabbia accartoccio il foglio che lanciò poi contro la porta.
Non poteva crederci ma ora capiva alcuni episodi capitati anni addietro.
Però se voleva aiutare il suo amore, sarebbe andato più in profondità nel problema. Così senza indugiare molto chiamò il miglior detective in circolazione.
 
Un'ora dopo, il detective stava già bussando alla sua porta.
 
Hatake Kakashi, questo era il nome dell'investigatore. Un uomo alto e robusto dalla folta chioma argentata. L'unico particolare strano era che aveva la bocca coperta da una mascherina. Nessuno sapeva del perchè nascondesse maggior parte del suo viso, ma era chiamato il Sherlock Holms del nuovo millennio. Nessun caso era mai riuscito a sfuggirgli. Molti richiedevano il suo aiuto ed è stato per pura fortuna che quel giorno nessuno lo avesse ancora chiamato.
 
HK:-Cosa posso fare per lei Sig.Uchiha? Sa, è strano che proprio lei richieda i miei servigi- parlò senza peli sulla lingua mentre si accomodava in una delle sedie poste davanti alla scrivania.-sopratutto dopo quanto accaduto alcuni anni fà. Ma sappiamo entrambi che lei non ha nessuna colpa, perchè i fatti accaduti tra suo padre è me non sono cose da tirare fuori in questo momento, quindi possiamo lasciarci tranquillamente indietro il passato ed andare avanti.-
-Non l'ho fatta chiamare per parlare di mio padre, vorrei che lei facesse una ricerca più approfondita per quanto riguarda questo documento, mi deve scoprire da dove viene ma sopratutto chi sia il mandante. E se le risposte che mi procurerà saranno di mio interesse, sarà adeguatamente ripagato.-
 
Così, senza perdersi in inutili chicchere, si misero d'accordo.
 
Intanto il giovane Arashi, dopo vari tentativi riuscì ad entrare nella stanza del suo “tesoro” e senza farsi vedere da nessuno, lascio sul cuscino che profumava ancora dell'amore suo, una busta azzurra con dentro il suo cuore e il suo amore. Il tutto accompagnato da un piccolo mazzolino di “non ti scordar di me”.
 
Sera tardi
 
Sak:”spero che non sia successo niente. Non ho mai visto Arashi mangiare così poco, di solito sono costretta a sgridarlo perchè mangiava troppo, però era strano anche Sasuke, chissà cosa gli sarà mai successo pure a lui. È la prima volta che non tocca i suoi amati pomodori. Spero che vada tutto bene.” e girandosi verso sinistra, dando così le spalle al marito, si addormentò. Così non si accorse che il compagno si era alzato ed era andato in un'altra stanza.
 
Quella sera non riusciva proprio a prendere sonno, il problema era sempre lui. Naruto. Il non sapere che cosa gli fosse mai successo dopo la loro separazione gli mandava in tilt il sistema, rendendolo nervoso e irritato.
Per dar modo alla moglie di dormire, usci dalla camera e si diresse verso la stanza del figlio. Capì immediatamente che il giovane era sveglio, da sotto la porta della sua stanza si vedeva la luce ancora accesa.
Avendo il permesso di entrare, varco la soglia della stanza e senza dire una parola, si mise a sedere affianco al figlio. 
Il tempo passava lentamente ma nessuno dei due aprì bocca. Solo il silenzio fece compagnia alle due anime, un silenzio pieno di significato, dove si dissero tutto e niente.
Tutta la notte la passarono così fino a quando verso le 6 di mattina ognuno prese una strada diversa dall'altro.
 
Passarono più di 48 ore e finalmente l'agonia di Arashi ebbe fine.
Assieme a tutte le buste che il postino lascio nella buchetta, tra queste c'era una busta nera con striature azzurre.
Con molta paura e con la lettera stretta tra le mani andò in camera.
Da quella lettera, tutta la sua vita sarebbe cambiata. Ancora non sapeva se positivamente o negativamente. Però sentiva che se non l'avrebbe aperta se ne sarebbe pentito.
Così, senza pensare a niente, ruppe il busta e tirò fuori un foglio azzurro con i bordi striati di nero.
“Vorrei tanto chiamarti “caro amore mio” ma non so se ho il diritto di chiamarti così, anche se nella tua lettera mi hai scritto che se sono il tuo amore allora anche io sono il tuo. Mi è piciuto tanto quando mi hai chiamato “tesoro mio”, mi ha fatto capire che per te sarò sempre il più importante, ma per chiamarti così io, vorrei il tuo perdono. L'unica cosa che mi viene in mente e incontrarti. Anche se avevo detto che non volevo più vederti. Ti chiedo ancora scusa “amore mio” ma per esserlo veramente e se davvero vuoi incontrarmi, vieni da me. Ti aspetterò fino alle 7 di domani sera.”
 
Dopo aver finito di leggere si accorse che la lettera era stata scritta il giorno prima, velocemente dette un'occhiata alla sveglia.
Ara:-non riuscirò a fare in tempo!- infatti la sveglia faceva le 6.50 e per arrivare da Minato ci si impiegavano venti minuti in più.
Senza pensare a niente, corse fuori dalla stanza e dopo aver preso le chiavi della sua moto, usci sbattendo la porta.
Arrivo da Minato che erano già le 7.15, non parcheggio neanche la moto che si attacco al citofono. Il tempo passava ma nessuno rispose. Passarono altri due minuti quando alla porta non si presentò il maggiordomo della famiglia, senza dargli modo di aprir bocca, lo sorpasso e con velocità si fiondò verso la camera di Minato.
Senza neanche bussare, spalancò la porta. Quello che si trovo davanti lo lasciò stupefatto. La stanza era piena di scatoloni su scatoloni e il giovane era disteso sul letto con lo sguardo pieno di sorpresa rivolto verso la sua figura.
Ritornò in se non appena vide il giovane muoversi.
Infatti questi aveva la camicia aperta e non appena si era accorto di lui se lo era chiusa, coprendosi poi con la coperta.
 
  
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