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Autore: vielvisev    06/01/2021    2 recensioni
Hogwarts è reale da qualche parte e la storia di Harry Potter come la conosciamo è quella che i maghi hanno scelto di raccontarci: una piccola parte della grande guerra contro Voldemort, un punto di vista.
*
In questa storia invece Harry Potter non è l'unico ad avere una profezia che pende sulla sua testa. Grifondoro e Serpeverde non sono le uniche Case che contano. I 4 fondatori hanno avuto fratelli. La protagonista si chiama Emma O'Shea e i ricordi di Severus Piton che conosciamo non sono proprio tutti i ricordi che avremmo dovuto vedere.
Eppure la storia di Harry è la stessa e ci sono sempre Ron, Hermione, Draco, Luna, Ginny e tutti gli altri.
Quasi nulla cambia, se non i punti di vista e le parti in ombra, che vengono messe in luce.
*
Ho iniziato questa storia quasi 10 anni fa.
Nulla è lasciato al caso.
Tutti i capitoli sono già scritti.
Non resta che leggerli.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, I fondatori, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Lily/Severus, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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.Famiglia serpeverde.



Il pomeriggio di Natale, nonostante i canti allegri e stonati di Sirius, decisamente di buon umore, il profumo di cibo delizioso che impregnava le cucine e le decorazioni apparse un po' ovunque grazie a Molly e Tonks, ci fu un leggero momento di tensione per la riunione straordinaria indetta a causa di Emma. 
 L'emoor attese paziente che gli adulti la chiamassero, facendo compagnia a Ginny nella stanza di Fierobecco, l'enorme ippogrifo di Sirius. La rossa sembrava a suo agio con la creatura, ma Emma ne era vagamente intimorita e la osservò con curiosità, a metà tra lo sgomento e il fascino, fino a quando la voce di Bill non la chiamò.
 “Buona fortuna” le soffiò Ginny con un debole sorriso.
 L'emoor fece un cenno secco e scese le scale per raggiungere il Weasley più grande che, con una smorfia rassicurante, la portò nel salotto dove tutti si erano ammassati. C'era la gran parte dell'Ordine della Fenice presente ed Emma si sentì intimidita.
 Lupin, vedendola entrare, le sorrise, ma Severus, che se ne stava solo in un angolo, palesemente teso, le lanciò solo una breve occhiata, tornando torvo a osservare i presenti. 
 “Silente è d'accordo che tu vada con Severus alla festa” le comunicò il mannaro, con tono gentile. 
 “Bene” disse lei, guardandosi intorno come a chiedere cosa avrebbe dovuto fare ora che sembrava avesse avuto l'ok a procedere.
“Dobbiamo solo scegliere insieme alcuni possibili risposte alle domande che ti potrebbero fare mentre sei lì” le spiegò Remus.
 Emma si sedette su una sedia e annuì disponendosi all'ascolto, mentre un mago imponente che si presentò come Kingsley si alzava in piedi  e cominciava a parlare con voce profonda.
 Per tutta la riunione, fortunatamente, i toni si mantennero calmi. Severus e Sirius evitarono di punzecchiarsi e nonostante la partecipazione di numerosi membri, cosa che generalmente creava una gran confusione, il tutto si risolse in fretta, sia perché nessuno voleva fare una riunione operativa il giorno di Natale, sia perché avevano tutti accettato, forse a esclusione di Molly, che permettere ad Emma di partecipare a quella festa fosse la scelta migliore.
 Discussero e scelsero insieme alcune risposte che Emma avrebbe dovuto dare a specifiche domande, come per esempio a riguardo di dove avesse passato il Natale e Severus applicò il Legilimens contro di lei per dimostrare le sue capacità di Occlumante.
 “Molto bene. Abbiamo finito” disse Lupin con un sorriso, dando una leggera pacca sulla spalla alla ragazza.
 
Emma, molto più sollevata, uscì dalla stanza e si avviò verso il salone ancora in allestimento dove si sarebbe tenuta la cena. 

Ginny stava seduta in disparte, leggendo un libro e le fece un piccolo sorriso vedendola entrare, mentre il magico trio, composto dai tre Grifondoro, stava vicino al camino; Harry in piedi, che guardava assorto le fiamme, gli altri due seduti vicini sul vecchio divano.  
 L'emoor li osservò per un istante e poi raccolse un coraggio che non le apparteneva e si avvicinò lentamente, gli occhi puntati su Ron.
 “Hei rosso.” lo chiamò gentilmente e attese, ma visto che il ragazzo non rispondeva e nemmeno si girava verso di lei, ignorandola, così Emma riprese a parlare con tono neutro. 
“Senti Ron, penso che io e te abbiamo cominciato con il piede sbagliato e mi spiace, perché voglio molto bene ad almeno la metà dei tuoi fratelli e naturalmente tengo anche ad Harry ed Hermione”
 “Grazie Emma” disse Potter, facendole un gran sorriso ironico, mentre Hermione scoccava lui un'occhiataccia.
 “Non interrompere Harry” sibilò la ragazza.
 “Voglio dire” riprese l'emoor tornando a fissare la nuca del rosso “So che non ti piacciono le mie amicizie, lo capisco. Anche Lilith Bitterblue è una mia cara amica, ma detesta che io continui a frequentare i Serpeverde. Voglio solo che ti sia chiaro però che non tradirei mai Harry, né l'Ordine.”
 Le spalle di Ron si contrassero appena, prima che si voltasse lentamente verso di lei, il volto lentigginoso pieno di sfida.
 “E che mi dici di Piton?” sussurrò.
 “Severus?” domandò sorpresa l'emoor “Che c'entra Severus?”
 “Non mi fido di Draco.” scandì il ragazzo “Non mi fido dei Serpeverde. Non mi fido nemmeno di Piton. Per niente.”
 Emma sospirò e scosse appena le spalle, arresa, reprimendo l'istinto di urlare in faccia al ragazzo che era cieco e ottuso. 
 “Beh questo è un problema che non posso risolvere, Ron. Io mi fido ciecamente di Severus e anche di Silente e della sua opinione”
 Calò un silenzio nervoso, fino a quando il rosso, dopo aver ricevuto una gomitata secca nel costato da parte di Hermione, tese riluttante la mano verso l'emoor ed Emma la strinse.
 “Pace?” chiese la Corvonero con un mezzo sorriso.
 “Pace” confermò il ragazzo “basta che Ginny non mi torni fidanzata con un Serpeverde”
 “Io mi fidanzo proprio con chi mi pare” rispose di rimando la rossa da sopra il libro che stava leggendo. E i tre scoppiarono a ridere.

. . .

La cena continuava in un allegro brusio. 
 Tutti sembravano estremamente su di giri, il tavolo era imbandito e Lupin aveva aiutato Molly a far galleggiare varie candele sopra le loro teste, rendendo l'ambiente meno tetro.
 Emma si sentiva serena, nonostante, dopo aver chiarito con Ron, tutti i suoi pensieri fossero già rivolti alla festa al Manor. 
Ovviamente era preoccupata, non era stupida, l'immagine dei Mangiamorte al cimitero vibrava nei suoi ricordi ed era certa che al Manor avrebbe incontrato tutti loro e non riusciva a togliersi dalla testa l'idea che sicuramente anche il Mangiamorte che aveva ucciso i suoi genitori e Steph sarebbe stato lì. Impossibile che non fosse così e solo a pensarci le si seccava la gola.
Nervosamente cercò di concentrarsi sul fatto che la sua presenza avrebbe aiutato l'Ordine e soprattutto Severus e che evitare che i Malfoy si offendessero o insospettissero, era essenziale e che lei aveva davvero voglia di rivedere Draco. 
Vista la sua partenza frettolosa da Hogwarts Emma non lo aveva salutato e non gli aveva nemmeno scritto una lettera, come aveva fatto con gli altri amici, ed era estremamente curiosa di vedere come si sarebbe comportato il Serpeverde tra suoi pari nei suoi confronti, quando si fosse presentata in veste di invitata ufficiale.
 A dirla tutta, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, all'infuori probabilmente che con Ginny, si sentiva anche un po' emozionata a riguardo.
 “Severus perché non fai il tuo annuncio?” disse Sirius, con un sorriso gigante stampato sul volto.
 Sembrava estremamente contento, quasi come un bambino, probabilmente perché adorava l'idea di avere tante persone intorno a alleviare almeno temporaneamente la sua abituale solitudine.
L'emoor si staccò dai suoi pensieri e alzò lo sguardo verso il tutore.
Severus era rimasto a cena su sua grande insistenza, ma non aveva quasi proferito parola per tutto il tempo, probabilmente cercando di non attirare l'attenzione al suo angolo di tavolo, dove stava seduto incuneato tra Lupin e Bill Weasley. 
 Emma, seduta dalla parte opposta rispetto a lui, intuiva che quell'uomo serio e schivo, con il suo naso adunco, i vestiti neri sempre uguali e le labbra serrate, avrebbe preferito di gran lunga stare da solo a Spinner's End insieme a Glimpsy quella sera, o da qualunque altra parte piuttosto che lì dov'era. 
 Severus si era fermato solo per farla contenta e probabilmente in quel momento, mentre Black attirava divertito gli sguardi di tutti su di lui, se ne stava amaramente pentendo e l'emoor lo vide cercare di farsi piccolo e scuro come se volesse sparire, pur scoccando un'occhiata di puro odio a Black.
 “Che annuncio?” domandò Tonks, i capelli più rosa che mai.
 “Forse non è la sede, Sirius” intervenne a sorpresa Lupin, andando in supporto a Piton per la seconda volta in una giornata. 
 Emma lo guardò stupita. Sapeva che il tutore era rispettato nell'Ordine, anche grazie alle parole di Silente, ma sapeva anche che nessuno aveva mai dimostrato particolare empatia per lui, soprattutto perché Severus non si applicava in nessun modo per essere accettato da quel gruppo, anzi, era estremamente schivo e spesso acido. Eppure Lupin, per qualche motivo, era stato molto protettivo nei suoi confronti, in più di una occasione.
 “Ma certo che lo è! Remu!” disse nuovamente Sirius, la risata da lupo sul volto, e lo sguardo brillante “Siamo tutti qui riuniti, felici, è esattamente il posto migliore per fare un annuncio.”
 Questa volta fu Lupin al posto di Severus a scoccare uno sguardo esasperato a Black, che in tutta risposta continuò a sorridergli soddisfatto. Calò tutt'intorno un silenzio di attesa. 
Persino i gemelli Weasley avevano smesso di sghignazzare e guardavano verso il professore. Emma, qualunque fosse l'annuncio che Severus doveva fare, si sentì in imbarazzo. 
 Non lo aveva mai visto così, il volto a chiazze rosse e lo sguardo basso e con la coda dell'occhio vide anche Harry ed Hermione scambiarsi uno sguardo stupito: era evidente che non avevano mai nemmeno immaginato che Piton potesse assumere quell'espressione.
 “Sev?” lo chiamò piano l'emoor, cercando di andare in suo supporto, ma lui strinse le labbra.
 “Ecco... io pensavo dopo cena...”
“Severus che cosa ci stai nascondendo? Non capisco!” intervenne secca Molly, incrociando le braccia.
 “E si sta rovinando l'atmosfera” borbottò tra i denti George.
 Piton guardò Molly come si guarda una madre che sta facendo una ramanzina, aveva davvero l'aria di chi vuole fuggire il più lontano possibile da tutta l'attenzione che stava ricevendo.
 “Quello che intende Severus” intervenne Lupin, nuovamente in suo aiuto, scoccando una seconda occhiataccia a Sirius che stava apertamente ridacchiando e sembrava molto a suo agio nel vedere l'imbarazzo di Piton “è che forse avrebbe preferito fare questo annuncio in un secondo momento e senza coinvolgere tutti noi!”
 “Beh ma è una bella notizia” infierì di nuovo Sirius.
“Ma di cosa state parlando voi due?"”domandò irritata Emma.
Possibile che Remus e Sirius sapessero qualcosa su Severus prima di lei?

Lupin lanciò uno sguardo in tralice a Severus che era ancora molto in difficoltà e poi si rivolse verso l'emoor.
 “Emma” iniziò a dirle lentamente “Severus ti ha avvertito della situazione delicata che avevi presso il Ministero, giusto? Ne abbiamo parlato anche questa mattina”
La Corvonero annuì incerta verso il mannaro.
“Sì. Il Ministero voleva che qualcuno mi adottasse”
 “Cosa?” tuonò George “e perché?” chiese Fred.
 “Beh, Emma è minorenne e ha bisogno di un tutore legale” disse pratica Hermione, la fronte aggrottata per la concentrazione.
 “Non ne sapevamo nulla fino a questa mattina, nessuno di noi.” disse Molly dispiaciuta.
 “Non la affideranno a qualcuno scelto da loro, vero?” intervenne Tonks e i capelli le virarono a un rosso acceso, ma Lupin fece gesto di calmarsi a tutti. 
 “Ovviamente era nostro interessa sapere in che famiglia sarebbe finita Emma. Silente ha discusso con me e Severus della questione e abbiamo valutato delle alternative, ma pensavamo di avere più tempo, invece due giorni fa il Ministero ci ha comunicato che entro ventiquattro ore avrebbero attivato le pratiche di adozione”
Emma trattenne il fiato, questo nessuno glielo aveva detto.  Una piccola parte del suo cervello si chiese perché Silente ne avesse parlato con Lupin, ma per il resto pensò spaventata a chi poteva essere la famiglia scelta. I muscoli le facevano male da tanto che erano tesi e sentì anche Ginny al suo fianco trattenere il respiro.
 “E Sirius che ne sa?” intervenne Harry, rompendo la tensione.
 “Beh, Silente non aveva intenzione di parlarne con me” rispose Black con una smorfia divertita, scambiando uno sguardo complice con il protetto “dubito che per il Ministero sarei stato un buon candidato come tutore di Emma, ma io ho origliato”
 “Severus, credo che ora dovresti parlare” disse Lupin rivolto verso l'uomo, con un tono stranamente pacato.
 Piton alzò finalmente il capo facendo scorrere lo sguardo tutt'intorno, l'intera tavolata era rivolta verso di lui. Ad Emma non era mai sembrato così vulnerabile come in quel momento.
“Ecco...” iniziò titubante, rivolgendosi a lei e la ragazza ricambiò lo sguardo tranquilla, sorridendogli nel modo più incoraggiante possibile, il cuore che le attaccava lo sterno.
“Ecco...” ritentò, cauto “Ho pensato che non potevo rischiare di perderti, Emma. Il Ministero pensava ai Greengrass e non avevamo molte alternative quindi... ho deciso di adottarti io stesso. “
Il silenzio calò solo per un'istante. 
Emma sentì a malapena il gridolino di stupore di Ginny e quello incredulo di Fred. Ignorò la signora Weasley che trillava 'Ma è una bellissima notizia Severus', ignorò anche il sorriso di Lupin, l'espressione sgranata di Harry e Ron, quella dolce e sorpresa di George e gli occhi diventati improvvisamente enormi di Hermione.
 Emma aveva attenzione solo per Severus.

Quella maschera dura e sofferente che celava le sue espressioni. Quelle labbra serrate che sempre più spesso si inarcavano in un mezzo sorriso. Quei due tunnel cupi e freddi a cui tante volte si era aggrappata e che aveva imparato a leggere e conoscere. 
 L'emoor non riuscì a fiatare e nemmeno a muovere un muscolo, ma nello sguardo dell'uomo, solitamente velato di sdegno, o distratto da ricordi pesanti, vide della commozione.
Il cuore prese a batterle come impazzito, mentre lentamente realizzava cosa fosse successo e si vedeva scorrere davanti tantissimi dei momenti passati con lui: non se lo sarebbe mai aspettato, non dallo schivo Severus. L'aveva adottata.
Ed Emma, anche se sapeva perfettamente che ormai l'uomo si fosse affezionato a lei, non avrebbe immaginato che sarebbe stato pronto a rinunciare alla sua solitudine ufficialmente. Un conto era fintanto che doveva accoglierla per brevi periodi per ordine di Silente, ma adottarla era tutta un'altra questione. Eppure, lo aveva fatto.

La ragazzina si alzò, le ginocchia tremanti, percorse la stanza quasi di corsa, infischiandosene degli sguardi stralunati dei presenti e andò da Severus, gettandosi tra le sue braccia senza tentennare.
Avvertì l'imbarazzo dell'uomo e la risposta gentile alla sua stretta, istintiva, di riflesso, come aveva fatto la prima volta a Spinner's End infinito tempo prima, ma lo ignorò e affondò il volto in quel petto magro, dicendosi che non era mai stata più felice.
 Sentì il cuore tremare e si sentì meno sola.
 I gemelli, con perfetto tempismo, fecero partire un applauso e i suoni della stanza travolsero infine l'emoor che sciolse la stretta con il tutore seppur controvoglia.
 “Ora sì che posso insultarti davvero per essere la figlioccia di Mocciosus” rise Sirius di cuore e l'emoor ricambiò sincera il sorriso, chiedendosi solo distrattamente perché Black sembrasse così contento per lei.

Nella tavolata c'era un misto di sollievo e imbarazzo.
 Erano tutti grati del fatto che Emma non dovesse andare dai Greengrass, ma allo stesso tempo nessuno era abituato ad avere a che fare con l'umanità di Piton, né con le sue fragilità. 
 La signora Weasley però, che tubava ancora felice, mormorando  'ma che bella notizia', ruppe il disagio con la sua gioia contagiosa ed Emma notò che persino Harry, Ron ed Hermione sembravano colpiti da quella scena e sorridevano. 
 Nessuno di loro, l'emoor lo sapeva, aveva particolare fiducia, o simpatia nei confronti di Piton, anzi, ma parevano condividere il  pensiero che Severus fosse la persone migliore per adottarla e Harry le lanciò persino uno sguardo veloce di approvazione, a cui Emma rispose con un piccolo sorriso.
Severus Piton l'aveva adottata.

È una bella responsabilità quella che si è preso Severus” disse Lupin all'emoor “il Ministero si è opposto fino alla fine perché giudicavano per te una vera famiglia come un posto migliore, non volevano cedere e lui ha battagliato con tutte le sue forze per ottenere la tua custodia”
 “Lo immagino.” rispose lei, emozionata e sorrise al tutore tornato terribilmente serio, stringendogli gentilmente il braccio.
 “No, credimi. Non puoi immaginarlo” disse Lupin, che era  visibilmente più rilassato “Io che ero lì ancora non ci credo. Non avevo mai visto qualcuno di così determinato. Quando Caramell ha tirato fuori il nome dei Greengrass, Severus lo ha minacciato con la bacchetta. Silente è dovuto intervenire.”
 Fred e George guardarono Piton vagamente ammirati.
 “E come ha fatto a convincere il Ministro?” chiese Ginny.
 “Ho detto che mi sarei preso completamente la responsabilità” rispose Piton con tono strascicato “e che essendo l'attuale tutore previsto dalla scuola ero la scelta migliore. Ho minacciato che avrei iniziato una battaglia legale e Silente è stato essenziale perché ha detto al Ministro che avrebbe pagato di sua tasca fino all'ultimo Zellino e che riteneva anche lui che io fossi un candidato migliore dei Greengrass. Il Ministro ha ceduto solo quando la giuria ha dichiarato che essendo io disposto ad adottare Emma, ed avendo la ragazza già una stanza a Spinner's End avrebbe avuto meno traumi. Mi hanno somministrato anche Veritaserum.”
 “Ma è illegale” sbottò Tonks.
 Severus si strinse nelle spalle con un gesto elegante. 
 “Ovviamente ho preso la contro pozione prima di accettare di assumerlo, per ogni evenienza, ma è servito a convincerli”
 “Si, è stato incredibile” ridacchiò Remus.
 “C'era una giuria?” chiese Hermione stupita.
Piton annuì, ancora a disagio con l'attenzione che stava ricevendo.   
 “C'era il Wizegamont al completo. Non sono poche le famiglie che avrebbero dato parecchio per avere un'emoor nel loro albero genealogico, signorina Granger, anche in maniera disonesta”
 Hermione lo fissò con occhi sgranati e Fred fece un fischio.
 “Beh, Mocciosus” intervenne Sirius alzando un calice verso di lui “per una volta devo farti i miei complimenti”
 Severus, preso in contropiede da quel brindisi, fece solo un cenno rigido con il capo, sorvolando sull'insulto e afferrò il suo bicchiere.
 “E Artemius?” chiese l'emoor.
 “Abbiamo una soluzione abbastanza sicura anche per lui.” annuì Lupin “Abbiamo fatto il possibile, anche se lui non ha avuto un Severus che battagliasse fino all'ultimo respiro per difenderlo, è stato adottato dagli zii di Theodore Nott.”
 Emma fece una smorfia poco convinta.
 “Non è male come sembra” riprese Lupin “la sorella di Nott Senior è una persona intelligente e un'ottima strega.”
 “Suo marito, non è un granché però” fece notare Bill con espressione scettica “non è William Geller?”
 “Sì è lui ed è vero: non è granché” concesse Lupin “ma lei è fidata. Nonostante sia Purosangue Serpeverde non ha mai preso parte agli schieramenti di Voldemort, né simpatizzato, anzi è un'amica di lunga data di Silente. Si è proposta proprio parlando direttamente con lui. Sapeva che il Ministero avrebbe accettato perché  sono una famiglia molto antica. Silente ha dato il suo benestare e credo che non potesse andarci meglio”
 “Quindi ora Artemius è cugino di Theodore Nott?” chiese Ginny.
 “Sì, direi di si” rispose Lupin.
 Tutti ripresero lentamente a chiacchierare di cose futili, mangiando il cibo eccezionale di Molly, ridendo e divertendosi.
Emma si sporse di nuovo verso Severus, guardandolo con tenerezza.
 “Grazie” sussurrò.
 “Buon natale” ribatté lui, senza guardarla in volto, la maschera ricomposta in modo che non trapelasse nessun sentimento.
 “Sei sicuro della scelta? Ti sei condannato ad avere una ragazzina in mezzo ai piedi tutta la vita”
 “Molto sicuro” annuì Severus “e si spera che tu non debba rimanere per tutta la vita una ragazzina curiosa.”
 “Forse no.”
 “Avevo preparato una busta con i documenti ufficiali da darti come regalo di Natale a Spinner's End, ma evidentemente il 
cane ha voluto rovinare la sorpresa”
 Parlavano a bassa voce, quasi a schermarsi dagli altri, ma Molly era probabilmente lì pronta a intervenire perché passò alle loro spalle, distribuendo piatti per il dolce e disse: “Oh Severus. è stato molto meglio così, proprio un bel momento. Bravo Sirius.”
 Black ghignò e non smise di farlo per il resto della cena, soprattutto osservando Molly che, con la sua esagerata gentilezza nei confronti di Piton, lo metteva quasi in imbarazzo, cosa che esilarava Tonks e faceva ridere sommessamente anche Harry, Ron e i gemelli Weasley. Ginny ed Hermione erano invece stranamente su di giri e continuavano a ripetere
 'Chi lo avrebbe mai detto' e Lupin era sollevato e parlava allegro con Bill. 
 Emma si sentiva tranquilla, la mente sgombra, il respiro lento. 
Era il primo Natale senza i suoi genitori ed era più in controllo di quanto avesse temuto. Di tanto in tanto incontrava lo sguardo di Severus che sorrideva misurato in risposta, ritornato velocemente il solito professor Piton di sempre, ma Emma lo sapeva, lo vedeva in fondo al suo sguardo: era contento, 
era davvero contento.

*

Uomo e ragazza attraversarono velocemente la piazza avvolti stretti nei loro mantelli. Era una nottata fredda, che richiamava neve, ma priva di nuvole. La luna splendeva quasi piena nel cielo scuro e ad Emma venne in mente Lupin. 
 “Hai preparato la pozione a Remus?”
L'uomo accanto a lei scosse la testa “Domani”
 Emma capì che era nervoso, ne osservò il passo svelto e il volto curiosamente contratto. Il mantello scuro che sventolava sulle spalle.
 “Ti sta proprio bene il nuovo mantello, sono contenta di averci azzeccato.” tentò, per distrarlo e lui annuì di rimando.
 “È bello, non avresti dovuto spendere tanto, ma ti ringrazio.”
Emma sorrise e si strinse nella sua mantella verde quella che era appartenuta alla madre di Severus e si chiese per la prima volta che tipo di persona doveva essere. Tempo addietro lui le aveva detto che si chiamava Eileen e che era una strega di Serpeverde e queste erano le uniche cose che Emma sapeva di lei, ma ora Eileen Piton era parte anche della sua famiglia ed era curiosa.
 Tutore e protetta erano entrambi stranamente eleganti. Severus avevi i suoi soliti abiti neri, ma nuovi di zecca e con delicati ricami d'argento su collo e polsi. Emma invece indossava un vestito verde scuro, semplice e delicato con una bella scollatura sulla schiena e una gonna lunga fino ai piedi. Era stata Molly a sceglierlo.

*

Vedrai che apprezzeranno il colore” disse la donna soddisfatta, porgendole il vestito impacchettato con cura “D'altronde non sarebbe carino presentarsi con un abito rosso Grifondoro, né tantomeno con i colori della tua Casa. Provalo e fammi sapere se ti piace, possiamo aggiustarlo un poco se ti sta grande” aggiunse, uscendo dalla porta con un sorriso, mentre Ginny borbottava un “Però sarebbe davvero divertente”.
Emma stracciò la carta curiosa, rimanendo piacevolmente stupita dalla bellezza dell'abito e persino Hermione, accanto a lei, si fece sfuggire un 'Wow'.
 “Sarai bellissima” mormorò Ginny, sedendosi anche lei al suo fianco.
Le tre erano da sole nella loro solita stanza a Grimmauld Place, tra quei muri stinti a cui l'emoor aveva cominciato ad affezionarsi.
 “Devi fare una cosa per me Emma” disse la rossa, esageratamente seria.
 “Cosa?” chiese l'altra perplessa.
 “Devi entrare al Manor con quest'abito, guardare dritto Malfoy in faccia e poi essere in grado di descrivermi nei minimi dettagli l'espressione che farà vedendoti”
 Emma ed Hermione ridacchiarono, l'emoor guardò le amiche con affetto.
 “Volevo ringraziarvi per il supporto.” disse sorridente.
 “Quale supporto?” chiese Ginny con una smorfia ed era evidente che voleva che l'emoor vuotasse il sacco. Emma sospirò arresa.
 “Beh so che per voi Draco... voglio dire non credo che sia il tipo di ragazzo che consigliereste, ma entrambe mi sostenete e non state facendo domande”
Ginny rise divertita, gettando all'indietro la testa ramata. 
 “Hermione non fa domande
a te Emma, ma ha letteralmente inondato me”.
 “Ginny!” protestò la grifona, imbarazzata e l'emoor ridacchiò di gusto.
 “Intendevo solo dire che è bello che non cambiate idea su di me solo per Draco.” sorrise sincera “E puoi farmi tutte le domande che vuoi Mione”
 “Oh, ecco...” iniziò lei con una smorfia furba “preferisco fartele 
dopo la festa”
Emma arrossì

*

Piton e l'emoor si fermarono in una piccola stradina vuota, priva di lampioni. Li illuminava solo la luna.
 “Sei pronta?” chiese l'uomo, porgendole il braccio.
Emma annuì con un sorriso incoraggiante e si avvicinò di un passo, posando la mano appena sotto il suo gomito.
 “Ricordi tutte le risposte?”
Lei alzò gli occhi al cielo, un poco esasperata.
 “Io e te abbiamo festeggiato da soli a Spinner's End il Natale, ho passato poi un paio di giorni dai Weasley. 
Perché i Weasley? Sono amica di Ginny, tutti lo sanno. Sono strani? Sì un po', non me ne intendo di maghi, ma mi sembranogentili... devo andare avanti?”
 Severus fece una leggera smorfia che Emma non seppe interpretare e quindi riprese a snocciolare le risposte concordate.
 “Sono di Corvonero. Non ho molte opinioni sulla guerra magica. 
Se sono contenta di essere un emoor? Non esattamente, ma che mi scorra dell'antico sangue magico nelle vene mi rende orgogliosa. No, non so di quale Fondatore sono discendente, ma spero Corvone...”
 “Ok, d'accordo.” la interruppe Piton, secco.
 “Loro sapranno che mi hai adottata?” chiese la ragazza.
Severus si lasciò sfuggire una smorfia stupita. 
 “Non ci avevo pensato, ma credo di sì, molti degli invitati lavorano al Ministero, compreso Lucius Malfoy. A pensarci bene credo che tireranno fuori l'argomento, anche solo per punzecchiare i Greengrass di aver fallito.”
 “Ai Malfoy piace il potere” esalò lei e non era una domanda.
L'uomo annuì rigido “Sì, ecco, magari non dirglielo in faccia”
 L'emoor ridacchiò e strinse il suo braccio. Severus si attardò un secondo di più e sembrò studiare il volto della protetta.
 “Emma, sono molto fiero del tuo coraggio stasera e sono molto felice di aver tanto insistito per diventare davvero tuo tutore” l'espressione sul suo volto rimase immutata senza esprimere la gioia che dichiarava, ma lei annuì compiaciuta.
 “Grazie Sev. Sono molto contenta che tu l'abbia fatto, davvero.”
 Si guardarono negli occhi per un momento, poi lui tornò lucido e pragmatico. 
Preciso.
“Ok. Ora chiudi la mente e cerca di non vomitare.”
 “Sarebbe un peccato rovinare questo vestito”
 “Sì, ti sta molto bene” disse secco.
 “ok. 1... 2... 3”

. . .

Malfoy Manor, sotto la neve candida che cadeva, era una visione inaspettatamente poetica, tanto che ad Emma non sembrava nemmeno lo stesso posto austero in cui era stata quell'estate.
 Non si vedevano i pavoni bianchi e gli alberi da frutto erano privi di foglie, ma tutto era avvolto da una coltre bianca e ovattata e la dimora, con le luci accese che si vedevano dalle ampie finestre, non parve all'emoor così scura come la ricordava. 
 Come qualche mese prima Severus alzò il braccio e attraversò il cancello come fosse fumo, aprendolo poi per Emma dall'interno. 
 I due camminarono uno accanto all'altra senza fiatare, ognuno teso per motivi diversi. Dalle loro bocche uscivano piccole nuvolette: faceva molto più freddo lì che fuori da Grimmauld Place. 
 Arrivati al portone Emma sentì la mano di Severus stringerle brevemente la spalla in segno di supporto. Era troppo tardi ormai per pensare di tornare indietro, l'emoor prese un grosso respiro.

Il salone era riccamente decorato, ma con gusto. 
 Globi di luce bianca galleggiavano sul soffitto rischiarando l'ambiente e qua e là vi erano grosse calle e felci, oltre che eleganti decorazioni natalizie prevalentemente argentate. 
 Sembrava che la padrona di casa avesse posto attenzione ad ogni minimo particolare nella sala per rendere quella festa perfetta. 
 Su grossi tavoli tutt'intorno alla stanza era imbandito un sontuoso buffet e camerieri vestiti di bianco giravano rigidi con ulteriori vassoi pieni di cibo, o calici.

I due grossi camini della sala erano accesi e davanti ad essi erano posizionati piccoli tavolini, divanetti e poltrone. C'era molta gente, ma il vociare della stanza era basso, gruppetti di persone chiacchieravano cortesemente con toni affettati e il suono più distinguibile era la musica prodotta da un violinista e una ragazza con una grande arpa che suonavano armoniosamente.
La famiglia Malfoy sicuramente non peccava di gusto.

Un piccolo Elfo domestico si avvicinò per prendere loro i mantelli. Emma cercò di passargli il suo senza dargli troppa attenzione, trattenendo il sorriso che le stava spuntando in saluto all'esserino. Piton, accanto a lei, stava rigido, il volto immobile e attento.
 “Severus” trillò la voce di Narcissa e nel silenzio generale sembrò risuonare forte e a lungo.
 Molte teste si girarono verso di loro ed Emma chiuse con forza la mente e cercò di rimanere impassibile.
Lady Malfoy si avvicinò con un sorriso sul volto. Era incantevole. Portava un vestito bianco fine ed elegante che arrivava fino a terra, con sottili ricami verdi, una pelliccia immacolata a coprirle le spalle e tra i capelli chiari un diadema.
 “Oh, Severus sono così contenta che tu sia venuto”
 “Dovere Narcissa.” disse lui con tono monocorde.
 “E hai portato Emma.” sorrise la donna.
 “Non c'erano motivi per cui non avrei dovuto farlo.”
“Ma non hai mai risposto al mio invito” chiosò lei.
 “Davo per scontato che l'avrei portata con me, anche alla luce del fatto che l'avevi gentilmente invitata”
 Lady Malfoy parve soddisfatta della risposta e rivolse alla ragazza un sorriso caloroso. Emma chinò il capo in segno di saluto, come le aveva insegnato quella mattina Severus.
“Narcissa” disse.
 “Emma” fece di rimando la donna, guardandola affettuosamente “Sei davvero incantevole, questo colore ti sta benissimo”
 “Grazie” rispose l'emoor con un sorriso misurato.
 “Venite a salutare Lucius” trillò allegra la Lady, prendendo Emma a braccetto e attraversando la sala. La ragazza cercò di ignorare gli sguardi che le persone continuavano a inviare nella sua direzione.

Lucius Malfoy le dava le spalle.
Emma si accorse che aveva una corporatura simile a quella del figlio e quando l'uomo si girò, chiamato dalla moglie, vide che era anche straordinariamente somigliante nei lineamenti. 
 L'uomo aveva un'espressione però più arcigna, portava i capelli chiari lunghi sulle spalle e un pomposo vestito da mago con un ampio mantello che Emma dubitava avrebbe visto su Draco.
 “Severus è appena arrivato, caro” disse Narcissa al marito, avvicinandosi a lui con un sorriso “e ha portato Emma.”
 Piton e Lucius si scambiarono una veloce stretta di mano, guardandosi in volto senza battere ciglio, poi l'uomo si girò lentamente verso di lei, un sopracciglio inarcato.
 “Emma O'Shea” disse e la scrutava attento, con freddezza.
Emma chinò leggermente il capo come poco prima. 
 “È un piacere conoscerla signor Malfoy”
L'emoor” sussurrò lui, ignorando il suo saluto, gli occhi grigi e freddi che brillavano di interesse “Grandi cose si dicono sul tuo conto.”
Emma deglutì  “Non bisognerebbe dare troppo credito alle voci di corridoio” disse calma, ringraziando mentalmente Hermione per averle involontariamente insegnato quella risposta. 
 Lucius la fissò ancora dritto negli occhi, poi le porse la mano ed Emma la strinse, ricambiando lo sguardo, tranquilla.
Malfoy scostò lentamente il suo, portandolo a Piton.
“Congratulazione Severus, ho saputo dell'adozione”
 “Grazie Lucius”
 “Oh, sei riuscito ad adottarla?” sorrise felice Narcissa, scorrendo lo sguardo tra lui e la ragazzina “Lucius mi aveva detto che stavi facendo il diavolo a quattro al Ministero per ottenere la custodia, francamente sono molto contenta Severus. Stai troppo solo, te l'ho sempre detto, magari ora ti vedremo anche sorridere.”
 Lucius ghignò mellifluo, inclinando il capo come un predatore.
 “Si dice che tu abbia puntato la bacchetta contro il Ministro” disse.
 Il volto di Piton rimase incredibilmente impassibile, solo Emma vide pulsare leggera una vena sulla sua tempia. 
“Come dice Emma” rispose piano il suo tutore, con voce strascicata “non bisognerebbe dare credito alle voci di corridoio, ma è vero ho insistito con il Ministro.”
“E perché?” chiese Lucius “non mi fraintendere Severus, ma non mi hai mai dato l'idea di un uomo paterno, né di voler portare avanti il nome di tuo padre. I Greengrass tra l'altro erano un'ottima scelta. Non ti convincevano?”
 “Ho insistito io” sorrise Emma, andando in soccorso del tutore, ed entrambi i Malfoy si voltarono verso di lei, stupiti “Sono certa che la famiglia Greengrass sarebbe stata eccellente, anzi, dovrò trovare il modo di ringraziarli, ma io mi trovo bene con Severus, mi sono abituata a vivere con lui e abbiamo imparato a non darci fastidio. Severus mi dovrà sopportare solo altri tre anni alla fine, poi sarò maggiorenne, fare scartoffie e spostarmi di casa era fatica inutile”
Lucius sembrò riflettere, mentre fissava il volto della ragazza. 
 “Mi sembra sensato” disse poi, fiacco.
“Avery c'è?” chiese Piton per cambiare discorso.
Lucius annuì “Sì, andiamo a parlargli”
I due uomini si allontanarono senza più guardarla ed Emma cercò di arginare il panico vedendo Severus lasciarla sola. Narcissa si voltò verso di lei, sorridendole gentile e le fece una leggera carezza.
 “Draco dovrebbe essere in giro” le disse “serviti pure dai tavoli, Emma. Vado a salutare gli altri ospiti, d'accordo?”
 La ragazza annuì, cercando di ignorare gli sguardi che tutti le rivolsero appena si ritrovò sola. Si avvicinò a un cameriere, afferrando un bicchiere per non avere le mani vuote e si guardò intorno alla ricerca della testa bionda di Draco.

“O'Shea?”
L'emoor si voltò di scatto, trovandosi di fronte all'ampio sorriso di Blaise Zabini, gli occhi chiari e obliqui pieni di divertimento.
 “Zabini.” disse lei, sollevata dalla presenza del ragazzo.
Lui ridacchiò e fece un passo in avanti, scrutandola attento. 
 “Non avrei mai pensato di vederti sospirare di sollievo vedendomi” disse pacato, bevendo un sorso dal calice che teneva tra le mani.
 Emma stese un sorriso di rimando, si avvicinò a sua volta e lo imitò, mostrando più disinvoltura possibile. 
 “Ammetto di non conoscere nessuno. Sei quasi una faccia amica”
Lui annuì, porgendole un braccio con estrema cavalleria. 
 “Allora sarà mio ingrato compito quello di introdurti all'alta società, signorina O'Shea” soffiò, sornione.
 “Grazie” concesse lei, afferrando il braccio grata.
 Lei e Blaise prima di allora avevano avuto solo un paio di scambi, di cui uno era stato l'assurdo dialogo in cui lui la metteva in guardia sul fatto che Draco fosse un suo amico e di non farlo soffrire. 
 Emma non lo conosceva, ma aveva simpatia per il Serpeverde, forse perché lui non aveva mai dimostrato antipatia nei suoi confronti, o forse perché l'emoor sapeva della sua amicizia con Sarah Morris.
Il ragazzo, come sempre elegante, era quella sera particolarmente affascinante. La camicia grigia di alta sartoria che gli fasciava il corpo asciutto faceva risaltare la pelle olivastra, gli occhi chiari e il sorriso sghembo, che sfoggiava con naturalezza, gli illuminava i lineamenti delicati.
 “Come è stato l'impatto?” chiese il ragazzo educatamente.
 “Con cosa?” sussurrò l'emoor confusa.
 “Beh, con il meglio di Serpeverde”
“Avete del gusto” ammise lei “ma mi guardano tutti”
 “Sì, l'ho notato. Per questo ti porto in giro a braccetto, così tutti mi possono fissare con una bella ragazza magnificamente vestita” rispose Blaise con espressione divertita.
 “Hai apprezzato il verde?” chiese lei, sentendosi a suo agio.
 “Tutti i Serpeverde hanno un debole per quel colore e ti sta molto bene. Un'ottima scelta, Draco apprezzerà”
Emma arrossì involontariamente, trasalendo. 
 “Draco? Perché credi che Draco...”
 “Oh, Emma” rise il ragazzo, passando per la prima volta al nome “Io e te non dobbiamo per forza essere amici, ma mi sei simpatica e conosco Draco come le mie tasche, quindi non fingere con me.”
 “Non sto fingendo” rispose imbronciata l'emoor.
“E allora sii sincera. Draco non ti ha mai fatto capire che gli piaci?” chiese il Serpeverde diretto.
 Emma pensò agli sguardi che si lanciavano lei e il ragazzo in Sala Grande quando nessuno sembrava vederli, alle battute sussurrate a bassa voce durante Pozioni, ai sorrisi veloci che si scambiavano nei corridoi. Pensò al calore della mano di Draco sul suo braccio dopo la partita di Quidditch, all'abbraccio nei prati di Hogwarts che aveva alleviato la sua disperazione e alla mano del ragazzo stretta nella propria lì al Manor qualche mese prima.

“No, in realtà no Zabini, credevo che Draco poi stesse con Pansy”
Lui ridacchiò senza aggiungere nulla e scosse il capo, guidandola abilmente tra le persone della sala.

Arrivarono a un angolo dove era evidentemente radunato un gruppo di ragazzi della loro età. Emma riconobbe Tiger e Goyle, Theodore Nott, Pansy Parkinson, due ragazze di Serpeverde di cui non sapeva il nome, Montague e... Artemius.
 L'emoor discendente di Tassorosso se ne stava con le spalle incassate, un'aria come sempre vagamente annoiata sul viso.
Draco invece le dava la schiena, con indosso un abito dal taglio elegante, ma più morbido rispetto a quello troppo rigido che aveva usato al Ballo del Ceppo, i capelli chiari perfettamente pettinati.
“Ho portato l'ospite d'onore” esordì Zabini e tutti si voltarono.
Emma registrò lo sguardo sdegnato di Pansy e quello vagamente stupito di Artemius, ma nessun altro ebbe una reazione particolare, tranne Draco. Ovviamente.
 Il Serpeverde, colto di sorpresa, assunse un'espressione buffa: spalancò gli occhi stupito e mantenne la bocca aperta un secondo di troppo, mentre osservava l'emoor e il suo vestito.
 “Ricomponiti Dra.” lo prese in giro Zabini e il biondo lanciò lui un'occhiataccia.
“Ciao Draco” disse Emma, sorridendo appena.
 “Ciao Emma" rispose lui, forse un po' rigidamente.
L'emoor sentiva gli occhi dei presenti che osservava lei e il ragazzo. Nessuno sembrava voler spezzare quel momento di silenzio e imbarazzo che sembrava essersi creato e Malfoy stesso non riusciva scostare lo sguardo da lei.
“Bene” intervenne Zabini, evidentemente divertito dalla reazione dell'amico “Conoscete tutti Emma?”

Nott alzò la mano con aria annoiata in segno di saluto, imitato da Tiger e Goyle, Emma fece un cenno a tutti e tre.
 “Ciao Mius” aggiunse poi rivolta ad Artemius con un gran sorriso.
 “Ems” rispose rigido l'emoor.
 “Oh giusto, voi vi conoscete” disse Zabini “Per la storia del sangue, le profezie e tutto il resto.”
“Non mi aspettavo di trovarti qui” disse Emma all'amico.
“Artemius ora è mio cugino” spiegò Nott, senza nascondere uno strano orgoglio ed Emma capì immediatamente cosa intendeva Severus nel dire che molte famiglie sarebbero disposte a tutto per avere un emoor nel loro albero genealogico.
 “
Sì, l'ho sentito dire.” sussurrò la ragazza.
 “Io invece sono Daphne Greengrass. Sono di Serpeverde, non credo di essermi mai presentata”
A parlare era stata una delle due ragazze che Emma non conosceva. Era molto bella, alta e magra, con lunghi capelli biondo scuro acconciati in una coda alta, occhi a mandorla verde pallido con lunghe ciglia e un ampio sorriso sincero. Vestiva sobria ed elegante e sembrava molto sicura di sé.
 “Piacere Daphne, Emma.” rispose l'emoor, stringendo la mano che la Serpeverde le porgeva e azzardando un mezzo sorriso.
 “Credo che abbiamo rischiato di diventare sorelle prima di Natale” rise lei, allegra ed Emma annuì. 
 “Sì, volevo ringraziare la tua famiglia per averci pensato”
“Scommettevo che ti avrebbe adottato il professor Piton, anche mamma in papà in realtà, ma ci hanno provato comunque”
 “Piton ti ha adottato?” chiese Zabini stralunato.
 “Già” rispose Emma.
 “Notevole” rispose il ragazzo “chissà come sarà essere figlioccia di un professore. Magari ti favorisce”
“Non credo” tentennò l'emoor “Piton era già il mio tutore scolastico l'anno scorso e mi ha tolto comunque dei punti e dato rotoli di pergamena per compito, quindi immagino non sarà molto diverso”
Blaise e Daphne scoppiarono a ridere e ad Emma parve che persino le labbra di Artemius e Draco si inarcassero in una mezza smorfia, ma gli altri rimasero in silenzio.
 “Lei invece è mia sorella Astoria” intervenne di nuovo Daphne, spingendo avanti l'altra ragazzina.
 Era bellissima, un volto a cuore con lineamenti delicati, lunghi capelli corvini pettinati con cura, grandi occhi grigi con lunghe ciglia e labbra rosate tese in una smorfia di disappunto. 
 Sembrava una bambola di porcellana, ma anche se lei e Daphne possedevano un'eleganza innata, pur essendo molto belle entrambe, non si somigliavano e visto che la ragazzina subito dopo fece solo un cenno altero con il mento verso Emma, per poi girarsi e allontanarsi senza aspettare risposta, l'emoor si disse che le due sorelle dovevano avere anche un carattere molto diverso.
 “Io sono in coppia con James McGregor di Corvonero a Pozioni” intervenne Nott. Era teso ed Emma capì che si stava sforzando di essere gentile con lei, visto che era ospite dei Malfoy.
 “James mi ha detto che sei molto bravo, fa fatica starti dietro” rispose con gentilezza e Nott parve per un secondo prendere fiato per risponderle, ma Pansy lo anticipò.
 “Possibile che facciate tutti finta che non ci sia nulla di assurdo in  questo?” sbottò e tratteneva a malapena il tono della voce, perché era davvero sdegnata e si guardava attorno in cerca di supporto.
 “A cosa ti riferisci Pans?” chiese Zabini, fintamente curioso ed Emma ebbe l'impressione che si divertisse spesso a far saltare i nervi alla ragazza e infatti la Parkinson lo fissò nervosa, lo sguardo corrucciato, il labbro che tremava leggermente.
“Beh, prima lo strambo” disse agitando la mano verso Artemius “ora pure lei, credevo che questo fosse un Party esclusivo
“Artemius non è strambo” intervenne pacata Emmma, senza riuscire a trattenersi e l'amico le scoccò un'occhiata in cui l'emoor scorse una scintilla di gratitudine.
 “Lui almeno è Serpeverde” sbottò Pansy acida.
 La Corvonero si strinse nelle spalle noncurante, cadde il silenzio che nessuno sembrava voler interrompere.
 “Emma è amica di Draco” intervenne improvvisamente Tiger a sorpresa, con un'espressione molto concentrata che sembrava stonare sul viso. Emma non riuscì a trattenere una smorfia divertita.
 “Oh, ma per favore” sbottò Pansy a voce troppo alta “Non cercare di dimostrare di avere un cervello Vincent”
 “Ma è vero” borbottò in un soffio il ragazzo, evidentemente confuso su cosa avesse detto di sbagliato.
“Dra?” chiese Pansy, guardando il biondo con gli occhi pericolosamente lucidi e imploranti.

L'emoor vide le orecchie di Draco colorarsi di rosso. 
 Era la seconda volta che il ragazzo si trovava in una situazione sgradevole a causa di loro due ed Emma scoccò un'occhiata a Blaise, sperando intervenisse, ma il Serpeverde aveva l'aria di chi non vede l'ora di vedere che cosa sta per succedere.
 “Dra?!” chiese nuovamente la Parkinson.
 “Te l'ho già detto Pansy” soffiò il ragazzo tra i denti, mentre alcune persone della sala si giravano verso di loro “O'Shea è a posto, ed è un'invitata di mia madre”
 Emma inarcò un sopracciglio; Quella del ragazzo non era proprio una difesa a bacchetta spiegata, ma era accettabile. 
 Pansy invece prese rumorosamente fiato, indignata.
Ed Emma pensò, per la prima volta, che sarebbe stata anche una ragazza graziosa, se non fosse stato per quelle smorfie schifate e arcigne che continuava a fare e che mortificavano il pallido volto a cuore, contornato dal corto caschetto castano.
 “Draco tu sei il mio ragazzo”
 “Questo non è vero, Pansy”
Lei boccheggiò.
 “Ma mi hai invitato al Ballo del Ceppo.”
 Il rossore delle orecchie di Draco si stava rapidamente spandendo su tutto il volto e la sua espressione era tesa e chiusa.
 “Un sacco di persone sono andate al Ballo del Ceppo, Pans”
 “Ma io credevo...”
 “Pansy, abbiamo già fatto questo discorso”
 “Draco ha ragione” intervenne Blaise, ora evidentemente annoiato dalla piega presa “Ne avete già parlato. Più volte.”
 “Tra l'altro” aggiunse Daphne “Io detesto ricordartelo Pansy, ma Draco ha un contratto dalla nascita per sposare mia sorella, a meno che lui non decida di reciderlo per un partito migliore.”
 Pansy Parkinson era ormai in lacrime. Lanciò un ultimo sguardo intorno e un'occhiata di puro odio verso Emma, poi si afferrò la gonna dell'elegante vestito che indossava e scappò dalla stanza sotto lo sguardo perplesso dei presenti.
“Vado da lei” disse subito Nott, premuroso, andandole dietro.
Draco sospirò afflitto, passandosi una mano sul volto.
“Forse finalmente l'ha capita” disse Blaise all'amico “Andiamo a bere qualcosa per festeggiare”
Artemius, che fino a quel momento era rimasto immobile accanto alla Corvonero, seguì i ragazzi dopo averle soffiato un 'Sono strani questi Purosangue'. 
Emma rimase da sola con Daphne.
 “Mi spiace per Pansy” disse la Serpeverde “immagino che per te sia solo una persona piena di acidità, ma in realtà è una brava ragazza quando vuole, credimi. Il problema che lo vuole raramente”
 “Anche a me spiace per lei, credo proprio che mi odi” disse l'emoor.
 “Credo anche io” rise l'altra e ci fu un attimo di silenzio.
 “Voi...” iniziò Emma titubante “Voi Purosangue avete matrimoni combinati? Scusa se ti sembro inopportuna, è semplice curiosità”
Daphne arricciò le labbra, evidentemente divertita. 
 “Immagino la curiosità” disse guardando l'emoor negli occhi “Se ti riferisci al contratto di Draco e Astoria, non penso abbia nemmeno più una validità legale. Sono cose obsolete anche per i Purosangue, ma in modo propiziatorio alla nascita di eredi i genitori prendono accordi. Io dovrei sposare Nott, ma non credo ci sposeremmo nemmeno sotto Imperius.”
 “Oh. Quindi non sono accordi vincolanti”
Daphne sorrise sorniona e l'emoor si accorse di come riusciva ad essere elegante e bella con ogni smorfia e movimento. 
 “No, Emma, non è vincolante, ma mi piace stuzzicare Pansy. Come puoi immaginare i Parkinson pagherebbero oro per accoppiare la loro unica figlia con un Malfoy. Non sono ricchi, sono solo Purosangue, ma stai tranquilla, Draco è libero come l'aria e non è interessato né a Pansy, come avrai notato, né a mia sorella.”
 “Oh, non intendevo Draco, era semplice curiosità”
 Daphne inarcò il sopracciglio in un modo che ricordò Lilith. Probabilmente, se Emma fosse stata smistata a Serpeverde lei e la ragazza sarebbero diventate amiche e si stupì di come la scelta del cappello di metterla in Corvonero avesse influito su di lei.
 “Non credo di stare molto simpatica nemmeno a tua sorella” 
 “Sono nuovamente d'accordo con te, O'Shea” sorrise l'altra.

. . .

Poco prima di mezzanotte ci fu un breve momento dove il tono pacato delle conversazioni si alzò di volume per un veloce brindisi.
 Emma era piuttosto tranquilla e a suo agio. 
 Pansy non era più tornata nella sala e Nott aveva comunicato che era voluta tornare a casa. L'emoor si disse dispiaciuta per lei, ma silenziosamente sollevata di non averla tra i piedi.
 “Mi spiace davvero per Pansy, non volevo certo offenderla con la mia presenza” disse, osservando il volto pallido di Nott.
 “Non ti preoccupare, O'Shea” rispose lui, con tono piatto, ma sguardo vagamente sorpreso “mi scuserai però se non le porterò il tuo messaggio, vero?” 
 Emma annuì in risposta “Sì, immagino non le farebbe piacere.”
 Fu l'unico scambio della serata che ebbe con Theodore e nemmeno Tiger, Goyle, Montague, o Astoria, le rivolsero mai la parola, ma Blaise e Daphne continuarono ad essere straordinariamente gentili con lei e Artemius era un appoggio in più a farla sentire tranquilla.
Draco invece, teso, le inviava di tanto in tanto qualche breve sorriso, rimanendo però distaccato, nonostante Emma lo sorprese più di una volta lanciarle delle lunghe occhiate.
 In generale, escluso l'atteggiamento altero e fin troppo sicuro di sé, Emma dovette ammettere che i Serpeverde erano una compagnia piacevole. Non faceva fatica come aveva temuto a trovare argomenti di cui parlare, si sentiva a suo agio e sicura di sé e nel suo vestito verde, si sentiva persino bella.
 “Tutto bene?” le chiese Severus, avvicinandosi mentre lei prendeva una fetta di torta da un tavolo.
“Ciao Severus” sorrise “Tutto tranquillo”
 “Hai... fatto amicizia?” chiese l'uomo titubante.
 La guardava attento, come cercando di leggere qualche segnale di disagio, ma Emma annuì, con composta calma, addentando il dolce.
“Blaise e Daphne sono due persone interessanti, penso potremmo diventare amici e poi c'è anche Artemius”
 “Bene” disse secco il tutore, avvicinandosi di un passo “Io e Lucius dobbiamo occuparci di alcune cose, dopo la festa, faremo tardi.”
 “Devo tornare a Spinner's End da sola?”
 “No, preferirei stessi vicino a me. Narcissa sta facendo preparare una stanza per gli ospiti, se per te non è un problema”
“Oh” disse Emma “no, non lo è”
 “Bene” rispose di nuovo Piton, girando su sé stesso pronto ad allontanarsi, ma venne bloccato da una donna.

 Era magra e alta, con lunghi e folti capelli corvini che cadevano disordinati sulle spalle, bella a suo modo, anche se Emma notò qualcosa di disturbante e instabile nello sguardo scuro e nel sorriso forzato. C'era qualcosa di strano anche nei connotati del suo viso, come se li avesse trasfigurati con la magia.
 “È lei la tua protetta Piton?” chiese, la voce leggermente roca e lui annuì secco, muovendosi impercettibilmente più vicino alla pupilla e chinandosi per poterle parlare a bassa voce.
 “Emma, ti presento Bellatrix Lastrange, la sorella di Narcissa. È  qui sotto copertura, non tutti quelli del Ministero sarebbero contenti di vederla a piede libero”
 Emma a quella frase, di colpo, riconobbe i lineamenti trasfigurati: aveva visto una foto della donna sulla Gazzetta del Profeta tra quelle di alcuni evasi da Azkaban. Riconobbe nella persona davanti a lei i tratti che ricordava sulla carta di giornale, ma i capelli erano più ondulati che ricci e i tratti del viso più affilati del necessario. 
L'emoor allungò la mano con un sorriso teso, studiandola. 
 Come le due sorelle Greengrass, anche Narcissa e Bellatrix avevano pochissimo in comune.

All'affascinante eleganza, i sorrisi composti e l'etichetta usata con l'intelligenza di chi sa muoversi in società di Narcissa, Bellatrix rispondeva con una ferocia quasi magnetica, un'irriverenza calcolata e una curiosità vorace. La donna guardò la mano tesa dell'emoor, ma non la strinse.
“Sai chi sono io?” le chiese invece, fissandola negli occhi.
“Severus ci ha appena presentate: Bellatrix Lastrange” rispose piano Emma, cercando di non risultare scortese.
 L'altra rise squillante, a lungo, facendo girare alcune teste, poi si avvicinò al volto dell'emoor, ispezionandolo.
 “Non mi avevi detto che era simpatica, Severus”
 “Fin troppo” rispose lui e nonostante il tono di voce apatico e distaccato, Emma vide che era preoccupato e si chiese se anche l'altra donna l'avesse intuito.
 “Io” sussurrò Bellatrix a voce bassissima “Sono la più grande sostenitrice dell'Oscuro Signore, Emma O'Shea.” 
 Rise nuovamente, in maniera scomposta, gli occhi brillanti e pericolosi, ma la Corvonero non si fece intimidire. 
 “Allora è un doppio onore conoscerti” rispose lentamente, con distacco “anche se non sei la prima a dirmi questa frase. Barty Cruch jr era convinto di essere lui il più grande sostenitore.”
 La donna di fronte a lei sgranò gli occhi, un guizzo di divertimento a inquinarle i lineamenti stravolti. Emma la vide stringere le labbra, afferrando un bicchiere dal tavolo accanto e sorseggiando piano il contenuto, mentre la osservava assorta.
Un onore” disse, scimmiottando il suo tono con voce acuta ed Emma sentì Severus tendersi accanto a lei e rispose cauta.
 “Confermo. È un'onore conoscerti.” disse la ragazza.
 “Vuoi farmi credere che mi ammiri per quello che sono, O'Shea? Che apprezzi la mia lealtà verso il mio Signore?”

Severus fece di nuovo un leggero passo in avanti, ma Emma lo anticipò, lo sguardo verde assottigliato e velato dall'orgoglio.
  “Non ho mai conosciuto il tuo Signore, Bellatrix, ma sono piuttosto sicura di avere dei punti di disaccordo con la sua visione.” rispose netta, scrollando le spalle con sufficienza “Questo però non toglie il fatto che sia notoriamente un grande mago e se per lui tu sei una grande sostenitrice, significa che anche tu sei una grande strega”
L'emoor sentì Severus rilassarsi istantaneamente e seppe di aver risposto bene. Bellatrix rimase in silenzio per lunghi secondi, guardandola come un predatore osserva un fianco lasciato scoperto, ma infine sorrise di nuovo, famelica, voltandosi verso Piton.
 “Mi piace la ragazza.” decretò “È tagliente”
 “È sveglia” assentì Severus.
 “Da quale Ombra discendi, Emma?” chiese la donna, pressando le labbra mentre pronunciava il nome dell'emoor.
“Non lo so” rispose lei velocemente “ma da una parte spero Corvonero, è la mia Casa e... ”
 Non aveva ancora finito di parlare che avvertì una sottile pressione nella parte bassa della nuca e comprese in un secondo come Bellatrix stesse cercando di leggerle nella mente. Emma reagì chiudendola così bruscamente che la donna barcollò all'indietro.
 “Occlumanzia” sibilò stupita la Mangiamorte.
 L'emoor annuì con sfida, gli occhi che lampeggiavano rabbia.
 “Così potente alla tua età?” chiese lei leziosa. 
Era la stessa domanda che le aveva fatto Barty Crouch jr.
 “Ho un buon insegnante” rispose l'emoor e l'altra si voltò di scatto.
 “Piton, perché la tua protetta non mi fa leggere la mente?”
 “Perché” disse Emma, anticipando ancora una volta il tutore “Ci siamo appena conosciute, Bellatrix e pur essendo molto interessata a parlarti, non gradisco che mi si frughi in testa senza permesso”
La donna sgranò appena gli occhi e parve soppesare per un secondo le parole della ragazza, poi chinò il capo in segno di rispetto e tese finalmente la mano verso di lei, che la strinse.
 “Allora ci parleremo, Emma O'Shea. Presto” sibilò, allontanandosi.
 L'emoor rimase immobile a osservarla, cercando di fermare il terrore che le faceva tremare il cuore. Calò pareti immaginarie a proteggere i corridoi della sua mente e alzò lo sguardo verso Piton.
 Gli occhi neri di Severus bruciavano inaspettatamente di orgoglio che riusciva a stento trattenere.

. . .

A mezzanotte all'arpa e il violino si aggiunsero vari strumenti.
Narcissa, sembrava raggiante nel centro della sala, a braccetto con il marito, che appariva invece rigido e austero. I presenti smisero di chiacchierare, voltandosi verso la coppia, in attesa.
 “Volevamo ringraziare tutti voi per essere venuti” iniziò la donna, con un sorriso cortese e partì qualche timido applauso a cui Narcissa rispose con un leggero cenno del capo, prima che Lucius parlasse.
 “E io ringrazio mia moglie per aver organizzato, ancora una volta, con tanta maestria una festa a cui tutti teniamo.”
 Altri applausi e qualche sorriso di circostanza scorsero lungo la sala. Emma bevve un sorso dal suo calice, ascoltando attentamente.
 “Come molti di voi sanno, molto è cambiato in questo anno e speriamo che altro ancora succederà nel successivo” riprese Lucius con tono altero, lo sguardo cerimonioso e  sicuro di sé. 
 Narcissa lo guardò con affetto, stringendo appena il suo braccio e lui riprese a parlare dopo averle sorriso con insolita cura. 
 Emma non poté fare a meno di notare quanto l'uomo fosse a suo agio in mezzo alle persone e intuì la capacità politica di cui tante volte ad Hogwarts aveva sentito sussurrare.
“È probabile che ai nostri figli spetti un futuro migliore di quello che abbiamo noi in mano oggi. Ci aspettano grandi tempi” concluse l'uomo, levando il calice e ci furono esclamazioni di gioia.
Anche Emma alzò il suo, titubante. Si stavano riferendo a Voldemort?
L'emoor cercò di tenere il disagio nascosto dietro un sorriso composto, applaudì insieme agli altri. Falsamente.
 Narcissa sembrava invece felice e fece un passo in avanti con grazia.
 “Vi prego di unirvi a noi in questi ultimi balli prima di andare tutti nelle nostre case a riposare come meritate. Blaise, Daphne, Draco, Emma perché non aprite le danze?”
La Corvonero vide sussultare Lucius, probabilmente non concorde con quell'ultimo intervento della moglie, ma i presenti applaudirono e Blaise, perfettamente a suo agio, si fece avanti, prendendo per mano Daphne e raggiungendo il centro della pista con disinvoltura.
Draco si vide costretto a tendere la mano verso Emma e l'emoor si accorse di quanto fosse agitato e si affrettò a raggiungerlo. Si misero al centro della sala, ma fortunatamente, dopo pochi istanti, molte altre coppie si aggiunsero e la pista fu velocemente piena di persone.
Danzarono.  Draco era molto bravo, dimostrandosi in pochi attimi un ballerino migliore persino di Gabriel Tullier. Emma dovette affidarsi a lui, cercando di dare il meglio di sé e di non pestargli i piedi.
“Hai preso lezioni?” chiese per scacciare l'imbarazzo e lui annuì in risposta, stringendola appena più forte, la sua mano che le sfiorava la sua schiena nuda, facendola avvampare. 
 “Sei molto bravo” soffiò lei, lasciandosi guidare.
 “Alcune delle capacità che deve avere un Purosangue”
 “Non è affatto male” sorrise lei “che altro sai fare?”
 “Molte cose, quasi tutte inutili” soffiò Draco, facendola volteggiare “Mi spiace mia madre ti abbia costretto in questo ballo, so che non ti piace stare al centro dell'attenzione, Mezzosangue.”
“Oh” sussurrò Emma, sorvolando su quell'appellativo che sembrava un insulto senza motivo “in realtà sono contenta di ballare con te.”
 Le guance del ragazzo divennero inaspettatamente rosate. 
 “Ti sei divertita stasera?” chiese, con garbo e distacco.
 “Molto.” annuì lei “Anche se non credo di stare simpatica a tutti”
Malfoy fece una leggera smorfia di disappunto.
 “Ma...” riprese l'emoor che non voleva guastargli l'umore “credo di stare simpatica a Daphne e Blaise e loro piacciono a me”
 Il ragazzo annuì, stendendo un ghigno leggero. 
 “Non stare troppo con Blaise solo perché è simpatico”
Emma sbatté solo una volta le ciglia. 
 “E perché? Non sarai mica geloso, Malfoy”
Lui tese la mandibola, assottigliando lo sguardo chiaro.  
 “Potrebbe essere” disse e la ragazza trattenne a stento una risata.

Per un po' ballarono senza parlare. Emma ridacchiando tra sé, Draco con un leggero sorriso. Scivolarono agili tra gli invitati, andando a perfetto tempo di musica grazie a Malfoy. Blaise e Daphne, dopo aver dato spettacolo con la loro bravura, abbandonarono la pista con la fine della canzone. Loro rimasero lì.
“Stai bene stasera” disse l'emoor per rompere il silenzio, ed era vero.  
 Draco era elegante e molto bello, almeno per lei e non era solo l'abito di ottima fattura e la camicia chiara che faceva risaltare il colore degli occhi, ma era soprattutto la disinvoltura con cui si muoveva nello spazio ad aumentarne il fascino.
 Era evidente che fosse abituato a quel tipo di ambiente e a quel tipo di feste e vi si muoveva all'interno con grazia e sicurezza. 
 Emma alzò lo sguardo verso di lui con un sorriso e incrociò il suo. Occhi grigi e dannatamente belli. Lo vide sussultare leggermente, ma senza scostarsi e anche lei si strinse un poco più a lui.
“Posso essere sincero fintanto che siamo al centro di una pista lontano da orecchie indiscrete?” chiese Draco in un sussurro.
 “Devi” rispose l'emoor e il ragazzo parve cercare delle parole adeguate, sfoggiando un'espressione dura e fredda.
 “Avrei voluto ballare con te al Ballo del Ceppo.”
 Emma si sentì formicolare lungo tutto il corpo e lo guardò stupita, mentre il suo cuore aumentava distintamente il ritmo. 
 Per quanto cercasse di darsi un contegno sapeva che se Malfoy non l'avesse sorretta con presa ferma nella loro danza, probabilmente, si sarebbe semplicemente bloccata in mezzo alla pista.
 “E perché non mi hai invitata?” chiese perplessa.
“Sono un'idiota, lo so” ghignò lui, facendole fare un leggero volteggio “Ma tu eri sempre circondata da tutti quei...”
L'emoor gli tirò un pugno leggero sul petto, offesa, ma subito aggrottò le sopracciglia colta da un'illuminazione e alzò la testa di scatto per guardarlo in volto.
 “Avevi pensato di invitarmi quando mi hai accompagnato in biblioteca quel giorno?” domandò.
Il Serpeverde strinse appena gli occhi e inclinò il capo, curioso.
“Ti ricordi di quel giorno?”
 “Era la prima volta che mi parlavi”
 “Vero” concesse Malfoy, facendola girare di nuovo su sé stessa “Mi ha frenato proprio quello, l'idea che tu potessi rifiutare, dato che era la prima volta che ci parlavamo”
 “E un Malfoy non può ricevere un rifiuto” chiosò Emma
 “Esatto” ghignò lui, stringendola delicatamente in vita “ma devo ammettere che mi sono pentito quasi subito e quando ti ho visto quella sera con il francese mi sono dato dell'idiota tutto il tempo”
 “Hai invitato Pansy però, non ti sei comunque divertito?” chiese la ragazza con leggerezza, fingendo disinteresse.
Mio padre ha invitato Pansy” specificò lui, sarcastico “io invece ho litigato con Pansy, ho faticato per scrollarmela di dosso e infine l'ho lasciata a Theo e ti ho seguito per poterti parlare. Ti fissavo da quella statua da interi minuti, immaginando di rivelarmi e di essere romantico, ma non ci sono riuscito”
 Emma si sentì arrossire e sorrise con dolcezza.
 “In effetti, se la tua intenzione era quella, sei stato terribile” soffiò divertita “quella sera mi hai fatto anche piangere, lo sai? Mi ha salvato George Weasley.”
 “Weasley?” chiese lui accigliato.
“Weasley. Mi ha trovato da sola in un corridoio e mi ha fatto ballare per tirarmi su il morale”
 “Patetico” sbottò il biondo e la ragazza inarcò un sopracciglio.
 “Romantico vorrai dire.” ribatté sicura.
 “L'hai trovato romantico?” chiese il Serpeverde, facendole fare un'altra piroetta e sembrava sinceramente confuso.
 L'emoor si strinse nelle spalle “Beh sì” ammise, sorridendo appena nel vedere la fronte corrucciata dell'altro.
 Era evidente che a Malfoy non andasse poi tanto a genio che George l'avesse consolata e la cosa la divertiva moltissimo. Così come era lampante che il ragazzo stesse cercando in tutto i modi di sembrare poco interessato alla questione, ma tutto nel suo atteggiamento lo tradiva.
 “Posso provare ad essere romantico io?” chiese incerto.
“Meglio tardi che mai, Malfoy” sorrise Emma.
Il ragazzo la fece danzare con velocità, guidandola sicuro. Si muovevano con precisione, senza rendersi conto delle reazioni di chi li guardava, i loro volti vicini e un sorriso che increspava le labbra di entrambi. Quando Malfoy rallentò e la musica si finì, Emma fece per allontanarsi, ma lui la trattenne, chiedendole un altro ballo. 
L'emoor fece un sospiro leggero e accettò, riavvicinandosi a lui e sussultando appena al contatto con la sua mano sulla schiena.
 “Draco, perché io?” chiese in un sussurro e lui sgranò gli occhi.
 “Davvero non lo sai?”
“Non è che ti interesso solo per il mio essere emoor, vero?” domandò lei in fretta e una fitta di paura le pungolò lo sterno, perché sapeva che non avrebbe retto a quella delusione.
 Draco scosse il capo, il suo zigomo sfiorava la guancia di lei.
 “Non me ne frega nulla del tuo essere emoor, O'Shea”
 “E allora perché volevi invit...”
“Perché sei interessante” ammise il ragazzo, con un tono vagamente esasperato “Sei interessante e intelligente. Sei potente, equilibrata, curiosa e bella, certamente. Tutte qualità che apprezzo. Nella cultura Purosangue oggi giorno si pensa che le donne debbano solo essere obbedienti, ma un tempo se ne riconosceva il valore. Mia madre non è obbediente, lei e mio padre sono il braccio destro e sinistro di un'unica famiglia. Guarda che serata ha organizzato da sola, è potente. È in serate come queste, O'Shea, che si decide il futuro del mondo magico, tienilo a mente. Pansy, invece, così come altre Purosangue che conosco, seguono l'ideale sbagliato, pensando di essere solo delle miti mogli ricche e annoiate, non smuovono niente in me. Non mi interessano. Non voglio collaborare con loro per un compito in classe, figurati se ne posso essere affascinato, ma tu sei diversa. Sei testarda e particolare e maledettamente brava. Non ti lasci frenare da nulla, nemmeno dai pregiudizi e...”
 Emma alzò gli occhi di scatto per fissare il biondo, colpita da quelle parole tanto a fondo come non lo avrebbe mai ammesso. 
 Si sentì scoperta e fragile tra le sue braccia e Draco parve capirlo, perché addolcì il suo sguardo, ma svelò un ghigno furbo che gli tagliò in due il volto magro e chiaro.
“Avresti accettato?” chiese all'improvviso.
 “Che cosa?” domandò Emma, soffice. 
 “Di venire al Ballo del Ceppo con me, intendo”
L'emoor annuì subito, stupendosi di vedere il volto di lui illuminarsi.
“Se devo essere totalmente sincero, Emma” sussurrò il ragazzo, accanto al suo orecchio, l'aria ancora compiaciuta “devo scoprire le carte e dirti che sei davvero bellissima. Lo eri quella sera ad Hogwarts, lo sei stasera con questo vestito, ma in realtà sempre.”
L'emoor trattenne il respiro per un lungo momento, cercando di mantenere la calma. Era semplicemente troppo da metabolizzare, ma si costrinse a non scostare gli occhi da quelli del ragazzo, nemmeno per un secondo, con sfida e orgoglio.
 “Lo pensi davvero?” chiese, il volto in fiamme.
 Lui annuì, decisamente compiaciuto e la guardava con sfacciata attenzione, come se volesse godere di ogni singola sfumatura sul suo volto e di ogni più piccola reazione.
“Sì, lo penso.” ammise, stranamente tranquillo “E sono felice che tu sia venuta qui, anche se per te è un covo di serpi”
 “Mi tocca ripetermi, alcune serpi mi piacciono” disse lei piano.
 “A me piaci tu” rispose lui in un soffio, tanto a voce bassa, che Emma non fu sicura che lui l'avesse detto davvero.
 Draco le sorrise, visibilmente teso ed emozionato, anche se forse non era così visibile per altri che non fossero lei e fece scendere le mani sulla vita di Emma, mentre la musica diventava più lenta. 
L'emoor gli circondò il collo in una stretta leggera e si appoggiò al suo petto. Non sussultò questa volta alla carezza di Draco, era a suo agio, senza nemmeno più il timore di sbagliare passo.
 Per una volta non si chiese cosa sarebbe successo dopo, o come avrebbero potuto gestire l'evidente attrazione che c'era tra loro, o cosa avrebbero pensato altri. 
Per una volta l'emoor si lasciò andare, vivendo la sua adolescenza e godendo delle scoperte che aveva fatto e stretta al Serpeverde ascoltò il suo cuore. Rimasero così a lungo, a dondolare un lento in mezzo alla pista, felici, forse innamorati, senza proferire parola.
Indifferenti agli occhi dei presenti puntati su di loro.

Narcissa Black faticava a trattenere il sorriso, mentre, terribilmente seria, sua sorella Bellatrix guardava la coppia di ragazzi con curiosità. Severus Piton invece, pur mantenendo un'espressione neutra invidiabile, si malediceva ancora per aver messo quei due in coppia a Pozioni, rendendosi conto che era ormai troppo tardi.
 Blaise e Daphne si scambiarono un gesto di vittoria, mentre Lucius Mafoy dovette trattenere la rabbia mista stupore alla vista dell'unico amato figlio ballare con l'emoor.
 “Alla fine” disse il signor Greengrass con un leggero sorriso “per un soffio è stato davvero come se avessimo dato una figlia al Casato Malfoy, come i nostri annosi accordi” 
 Era un signore distinto ed elegante e parlava senza astio.
 “Preferirei di gran lunga che Draco stesse ballando con Astoria in questo momento.” sibilò invece Lucius e il signor Greengrass si strinse nelle spalle, con indifferenza. 
 “Tutti i genitori vorrebbero il meglio per i propri figli, ma poi loro fanno comunque quello che vogliono.”
 “Non sarai troppo permissivo con le tue figlie?” sbottò il biondo, la mano stretta sul calice.
Erano vecchi amici con pochi ricordi da condividere e troppi anni a separarli. Greengrass amava stare ai bordi e Malfoy al centro.
“Permissivo?” chiese divertito il mago “Dipende da cosa intendi, Lucius. Astoria è docile e altera come la madre, ma Daphne fa tutto di testa sua. Naturalmente però sa quali sono i limiti e le regole.”
 “Astoria sarebbe una perfetta moglie per un Purosangue. È bella e straordinariamente posata” disse secco Lucius e l'uomo accanto a lui  si strinse nuovamente nelle spalle, come se gli importasse poco. 
 “Dipende dal Purosangue. Non capisco perché te la prendi, per quel che ne sai la ragazza potrebbe essere erede di Serpeverde.” 
 “Dubito fortemente lo sia” sibilò il biondo.
 “Anche non lo fosse, Piton è riuscito ad adottarla, battendo me e mia moglie per un soffio. Il Signor Oscuro si fida di Piton, no?”
 Malfoy fece una smorfia infastidita e bevve un sorso di liquore.
“È comunque un'emoor Geoffry” disse con sprezzo evidente “una sanguesporco vestita d'argento.”
 “Sei davvero melodrammatico Lucius” rise l'altro “Se vuoi un consiglio, affidati a quello che ti dice Lui”
“Non ho mai capito perché tu non ti sei mai unito a noi. Anche perché parli sempre con molto rispetto del mio Signore” disse curioso il mago, voltandosi verso il vecchio amico.
 “Sono codardo” rispose l'uomo, pacato “Temo i cambi di potere e l'imprevedibilità. Non serve comunque avere il marchio per concordare con le idee del tuo Signore. Sai bene che la mia famiglia vi supporterà al bisogno.” disse e Malfoy annuì di rimando
“Bene.” sputò secco.
 “Quindi è tornato Lucius?" chiese Greengrass.
 Il biondo non rispose, ma sfoggiò un sorriso soddisfatto che valeva più di mille parole. I due uomini rimasero in silenzio a guardare i due ragazzi felici dondolare sul posto a tempo di musica.




*Angolo Autrice*


Ciao Lettori! 
Che capitolo eh! Lungo, ma non potevo tagliarlo a metà perché è un capitolo in cui Emma finalmente, dopo lo spavento dell'attacco a Arthur, dopo la morte dei genitori, le pressioni e l'assenza di risposte costante può permettersi di essere euforica. 

Due ovviamente gli eventi principali: L'adozione da parte di Severus ( ma la tenerezza ) e il ballo dai Malfoy. 
Entrambi portano Emma in una "Famiglia serpeverde" e da qui il titolo del capitolo. 

Io mi diverto sempre molto a scrivere dell'Ordine facendo parlare un po' tutte le teste all'interno, spero di riuscire a rendere l'idea del clima caldo e confusionario che immagino a Grimmauld Place. A parte Severus e i suoi incredibili passi avanti e la tua tenerezza dietro la scorza dura, un po' di cuoricino per me va a Lupin, magnifico nel gestire le parti (ma anche a quello spaccone di Sirius-cane-Black). 

Quanto al ballo, insomma, che Blaise fosse un serpeverde atipico l'avevamo intuito, ma è bello vedere che non sia l'unico. 
Anche Daphne spunterà qua e là nella storia d'ora in poi (non spesso, ma spunterà), fa parte di quei personaggi poco citati che per questo mi hanno sempre incuriosito.  Quanto a Draco sappiamo che quando si muove fuori da Hogwarts il suo atteggiamento cambia, sappiamo che esiste una forte attrazione tra lui ed Emma, sappiamo quanto i pregiudizi della società magica pesino sui due, ma ho voluto dare loro un momento sincero ora che possono permetterselo. Qualcosa che dasse loro un motivo per combattere. 

Anche se qua e là ci sono elementi che ci ricordano quanto l'oscurità incombe, uno su tutti il dialogo fondamentale con Bellatrix, ma anche la discussione finale tra Lucius e il signor Greengrass, mi piaceva dare l'idea di speranza e leggerezza attraverso gli occhi dell'emoor, lo sappiamo che l'oscurità è dietro l'angolo, ma è giusto che la ragazza non debba sempre pensare alla connessione con Potter e al suo ruolo.

Piccolo appunto: c'è imprecisione rispetto al libro, Bellatrix infatti evade qualche mese dopo in realtà, ma ho pensato fosse importante farla incontrare ad Emma prima, perché utile alla storia e ai ragionamenti che la ragazza, essendo l'ago della bilancia, è costretta a fare. 

Fatemi sapere che ne pensate :)

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